MARTEDÌ 09 LUGLIO 2019 19.03.49
ANSA/ Pelle e ossa stampate in 3D per astronauti verso Marte
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ANSA/ Pelle e ossa stampate in 3D per astronauti verso Marte
Per curare fratture e ustioni,verso primi trapianti nello spazio
(di Elisa Buson)
(ANSA) - MILANO, 9 LUG - Allarme rosso a bordo del veicolo
spaziale diretto su Marte: un membro dell'equipaggio si e'
ustionato e richiede un rapido intervento. E' impossibile
tornare sulla Terra, ormai troppo lontana, e allora ai compagni
di viaggio non resta che accendere la stampante 3D e preparare
un inchiostro 'vivente' con le cellule prelevate dal sangue
dello stesso compagno ferito, per produrre un lembo di pelle che
non provochi rigetto dopo l'impianto. Uno scenario
fantascientifico che potrebbe diventare realta', grazie al
progetto '3D Printing of Living Tissue for Space Exploration'
dell'Agenzia spaziale europea (Esa), che nei laboratori
dell'Universita' tecnica di Dresda ha gia' portato a stampare i
primi 'pezzi di ricambio' biologici per i futuri astronauti:
pelle e ossa stampati in 3D.
Si tratta ancora di una prova di principio che rappresenta
pero' un passo importante verso la rigenerazione di interi organi
in 3D in vista dei primi trapianti nello spazio.
"Il viaggio verso Marte o altre destinazioni interplanetarie
richiedera' di passare molti anni nello spazio", spiega Tommaso
Ghidini, responsabile della divisione Strutture, Meccanismi e
Materiali dell'Esa. "L'equipaggio potra' correre molti rischi e
tornare indietro non sara' un'opzione praticabile. Portare a
bordo le attrezzature sanitarie per ogni eventualita' sara'
impossibile, visto lo spazio limitato e il peso del veicolo
spaziale. Poter stampare tessuti biologici in 3D permettera' di
affrontare le emergenze".
Nei primi test di laboratorio, la stampante 3D e' stata
capovolta per simulare in maniera approssimativa l'assenza di
gravita': gli ugelli sono comunque riusciti a dare forma a
campioni di pelle e ossa che potranno essere molto utili agli
astronauti. In caso di ustioni, per esempio, "si potra' stampare
nuova pelle invece che prelevarne un lembo da altre parti del
corpo dell'astronauta, cosa che provocherebbe una lesione
secondaria non facile da guarire in orbita", spiega Ghidini.
Un'altra emergenza potrebbe essere rappresentata dalle fratture
ossee, "rese piu' probabili dall'assenza di peso nello spazio
oltre che dalla gravita' di Marte", pari a un terzo di quella
terrestre. Piccole porzioni di osso stampate in 3D "potrebbero
essere inserite nell'area danneggiata", sottolinea Ghidini. Per
questo il progetto dell'Esa sta valutando anche le dotazioni di
bordo necessarie, in termini di attrezzature, sale operatorie e
ambienti sterili. Una sorta di mini-ospedale orbitante in cui si
potrebbero perfino stampare in 3D organi interi per veri e
propri trapianti.(ANSA).
Y25-MON
09-LUG-19 19:03 NNNN
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