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martedì 7 settembre 2021

NEWS PSICOLOGIA. Disturbi alimentari, figlie uniche 16-22 anni più a rischio

 

MARTEDÌ 07 SETTEMBRE 2021 08.20.31


NEWS PSICOLOGIA. Disturbi alimentari, figlie uniche 16-22 anni più a rischio

DIR0063 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS PSICOLOGIA. Disturbi alimentari, figlie uniche 16-22 anni più a rischio A ottobre xiv congresso Sisdca. Nizzoli: Sanare disomogeneità territoriali (DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 set. - "Se nella prima parte della pandemia a soffrirne maggiormente gli effetti sono stati gli adulti, a partire da settembre 2020 costoro hanno recuperato un equilibrio simile a quello pre-pandemia, mentre c'è stato un aggravamento del quadro generale tra le fasce giovanili, in particolare gli adolescenti e le giovani donne. Tra queste due categorie, poi, a soffrire maggiormente e ad essere quindi più esposte a problemi di tipo emotivo e psicologico sono state le ragazze tra i 16 e i 22 anni, figlie uniche che hanno vissuto la pandemia con i genitori. Il caso vuole che stiamo parlando del tipo di popolazione che da sé, normalmente, produce il maggior numero di casi di disturbi del comportamento alimentare. Scendendo in questa casistica troviamo, poi, le persone con precedenti disturbi mentali e poi i caregiver (sia sanitari che familiari). Una politica che voglia rimediare a questa condizione deve porre attenzione proprio a queste categorie per prime". A sottolineare una delle priorità, nel campo della salute mentale, per le politiche di ripresa post-pandemia, è Umberto Nizzoli, presidente della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca) che si riunirà per il suo XIV congresso nazionale il 7 e 8 ottobre prossimi, in modalità virtuale. "Dal punto di vista dell'andamento del fenomeno durante la pandemia- chiarisce lo psicoterapeuta- sappiamo perfettamente cosa è accaduto negli altri Paesi, mentre per quanto riguarda l'Italia abbiamo molte informazioni ma frammentate. Se ne desume che c'è stato un aumento significativo del numero di quadri, pari al 30% della cifra assoluta, mentre le persone che avevano un disturbo precedente hanno avuto un peggioramento". Un andamento particolarmente preoccupante se si considera che "i disturbi del comportamento alimentare sono, nella loro complessità, il tipo di sofferenza psichica-relazionale più diffusa, che si presenta molte volte in concomitanza con altri disturbi e per i quali, tra i disturbi mentali, si muore di più". Oltre all'aumento e al peggioramento dei disturbi del comportamento alimentare, cos'altro ha evidenziato la pandemia in relazione a questo fenomeno? "La pandemia ha messo in chiaro situazioni pre-esistenti che erano note solo agli addetti ai lavori o a persone che ne erano state toccate e oggi sono invece diventati fenomeni che non possono più essere trascurati. A partire dalla organizzazione e diffusione dei servizi per la cura di tali disturbi che- spiega Nizzoli- è a macchie di leopardo, con una forte frammentazione e disomogeneità. Così si hanno delle eccellenze, alcune cliniche con statuti di eccellenza che entrano in circuiti internazionali. In altre zone ci sono servizi che funzionano con grande dedizione del personale. Tuttavia questa- constata lo specialista- non è l'Italia, sono solo alcune realtà e ciò porta a una forte diseguaglianza e alla difficoltà di offrire aiuto ai pazienti e alle loro famiglie". Queste profonde disuguaglianze territoriali e dunque di diritto alla cura sono causate, prima di tutto, da una sottostima dei disturbi del comportamento alimentare che, chiarisce lo psicoterapeuta, "hanno costi sociali e individuali molto alti perché portano danni alla qualità della vita, alla produttività, alla realizzazione di sé, alle performance scolastiche". Ma non solo, anche "danni biologici che provocano il degrado del corpo e l'esposizione a diverse patologie, come ad esempio i danni al tessuto osseo causati dalla prolungata amenorrea delle persone che mantengono condotte restrittive per molti anni". In secondo luogo, illustra ancora Nizzoli, questo tipo di disturbi sono accompagnati da una profonda vergogna in chi ne è affetto e da un forte stigma sociale, per cui "i decisori politici, le istituzioni regionali e le articolazioni più periferiche della sanità pubblica non dedicano a questi disturbi un'attenzione pari all'impatto che essi hanno sulla salute delle persone". Un quadro che costituisce dunque la base sulla quale si fonderanno le riflessioni della due giorni congressuale di ottobre. "Negli anni precedenti- ricorda il presidente Sisdca- abbiamo approfondito i temi della bellezza, della cura, della bellezza nella cura, della passione per l'eccellenza clinica. Quest'anno faremo riflessioni riguardo a cosa ci ha insegnato la pandemia, a cosa essa ci spinge a fare nel post, non perché si sia conclusa, ma perché abbiamo già acquisito delle esperienze e sarebbe bene che ne facessimo tesoro sia per gli aspetti positivi che per quelli negativi". Il titolo del congresso è, infatti, '(Ri)Formulare il sistema dei servizi per la prevenzione e la cura dei DA&O. La ricerca scientifica al servizio della qualità delle cure'. "Il sottotitolo- tiene a precisare lo psicologo- è quello che ci contraddistingue perché siamo una nave scuola, siamo l'organizzazione più storica del nostro Paese, la più larga, quella che ha introdotto il processo di cura multidisciplinare. La Sisdca- ricorda inoltre Nizzoli con una punta di orgoglio- ha festeggiato già i suoi 30 anni che coincidono, anzi anticipano un po', la formazione delle equivalenti società del mondo anglosassone e nord americano. Abbiamo e vogliamo continuare a svolgere questa funzione di collante e di ponte tra il mondo della ricerca e la pratica clinica in modo che ci sia diffusione delle migliori pratiche possibili". Il congresso si concentrerà non solo sui disturbi del comportamento alimentare, ma anche sull'obesità perché, spiega il presidente della Società scientifica, "la nostra scelta come Sisdca, che segna una specificità del nostro Paese, è di aver introdotto anche l'obesità e le condotte iperfagiche all'interno del nostro campo di attenzione. Oggi sta diventando una cosa abbastanza accolta a livello mondiale, per iniziativa nostra che trattiamo questi due aspetti ormai da anni". Ricordando che i disturbi del comportamento alimentare sono spesso associati con "dismorfofobia (disturbo dell'immagine corporea) e possono portare con sé anche altri disturbi quali ansia, depressione, attacchi di panico, disturbi dell'identità, idee suicidarie, strutture di compensazione che possono essere condotte di abuso (di farmaci, psicofarmaci, alcol, sostanze stupefacenti) e quadri clinici dissociativi". Umberto Nizzoli conclude sottolineando che nel corso del congresso uno spazio di riflessione e approfondimento sarà dedicato "alla relazione tra disturbi del comportamento alimentare e autismo". (Wel/ Dire) 08:19 07-09-21 NNNN

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