ANSA/ 'INDIGNATI' ACCAMPATI IN CENTRO A ROMA ANCHE A NATALE
A DECINE
DA META' NOVEMBRE VICINO CARACALLA,A GENNAIO UNA MARCIA
(di Luca Laviola)
(ANSA) - ROMA, 26 DIC - Molti sono partiti per le feste, ma a
due passi
dalle Terme di Caracalla, nel cuore di Roma, sono
rimasti in una ventina di
tende anche a Natale. Gli Indignati da
piu' di un mese hanno fatto il loro
accampamento sul prato dove
molti romani vanno a correre, accanto a una
strada di grande
scorrimento,, tra alberi e spezzoni di colonne antiche.
Di
fronte l'enorme complesso della Fao, piu' in la' il Circo
Massimo. A
Roma il movimento per una societa' e un'economia
diverse, ad oltre due mesi
dalle violenze dei black bloc in
piazza San Giovanni, ha traslocato qui. Ci
sono ragazzi, persone
di mezza eta', immigrati, disabili e senzatetto. Un
centinaio di
militanti in tutto, ma solo una ventina dormono fissi
negli
igloo e nelle canadesi, raccontano. Il freddo arrivato alla
fine
anche a Roma ha fatto la selezione. Ma oggi c'e' un sole caldo e
si
mangia all'aperto, lungo una tavolata che incuriosisce chi
passa. Pizzoccheri
con i broccoli e salsicce nel menu'. I
broccoli vengono dall'orto impiantato
ai margini del campo.
Molti erano davanti alla Basilica di Santa Croce
in
Gerusalemme, dove gli Indignati si attendarono dopo il 15
ottobre,
giorno della manifestazione sfociata negli scontri
innescati dai black bloc.
Come Irene, 21 anni, romana, iscritta
a Giurisprudenza. ''Prima studiavo in
tenda, poi ho iniziato a
tornare per la notte a casa, qui vicino - racconta
-. Vengo qui
quando ci sono delle riunioni''. Gli abitanti della tendopoli
si
sono divisi in commissioni: sull'ecologia, sull'economia e il
debito,
sui rom ed altre. La notte l'area e' sorvegliata dal
'servizio serenita'', ma
grandi problemi non ce ne sono stati
finora. ''Stiamo simpatici a tutti -
assicura Giulio, 19 anni,
studente, figlio di un giornalista -. La gente
viene a portarci
generi di conforto, abbiamo una rete di case a supporto.
Anche
con la polizia c'e' dialogo. Il Comune ha
fatto chiudere i bagni
alle 17 e non possiamo piu' fare le docce allo Stadio
di
Caracalla del Coni, ma vabbe'''. ''Stiamo tutti insieme -
aggiunge -,
giovani e meno giovani, italiani e stranieri, poveri
e benestanti perche'
vogliamo dimostrare che il mondo si puo'
cambiare anche tra categorie
diverse''.
''I diritti sociali sono uguali per tutti - dice Lorenzo,
46
anni, architetto con l'aria di chi movimenti ne ha visti tanti
-. Noi
pratichiamo la non violenza, ma c'e' molta rabbia
sociale in giro ed e'
difficile ricondurla nell'alveo del
dialogo. Questa e' una realta' aperta,
cerca di essere
sostenibile e democratica. Nessuno comanda''.
Francesco,
33 anni, disabile con le stampelle, sta un po' qui
e un po' a casa. Ha
incrociato gli indignati durante una
manifestazione sull'handicap il 17
novembre al Colosseo,
racconta. ''Sto qui fino a Capodanno, poi tornero' per
la
marcia'', dice. Una marcia degli Indignati prevista per meta'
gennaio a
Roma. Jerome invece e' francese, sulla ventina: ''Qua
vengono anche solo
perche' c'e' da mangiare e da dormire, non
tutti sono interessati a quel che
facciamo''. 'Indignati dalla
violenza!': grida il cartello al limitare
dell'accampamento. Il
movimento fa i conti con l'effetto 15 ottobre. Per
poter
esistere, non si muovono. (ANSA).
LAL
26-DIC-11 15:53
NNNN
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