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martedì 3 luglio 2012

Salute/ Il cancro si può 'mettere a dieta', indebolendo cellule


Salute/ Il cancro si può 'mettere a dieta', indebolendo cellule
Studio ricercatori Sapienza: dieta adeguata aiuta chemioterapia

Roma, 3 lug. (TMNews) - Anche il cancro si può mettere a dieta
indebolendo, così, le cellule tumorali e aiutando la
chemioterapia. Il gruppo di ricerca della Sapienza, coordinato da
Filippo Rossi Fanelli, direttore del dipartimento di Medicina
clinica, è impegnato da molti anni nello studio del rapporto tra
nutrizione e cancro. La prospettiva più avanzata è proprio quella
di dimostrare come un`appropriata dieta ipocalorica incida non
solo sul paziente, ma sul tumore stesso, rivelandosi un notevole
supporto terapeutico.

Le cellule normali e quelle neoplastiche infatti differiscono
fra di loro per la diversa capacità di rispondere a stimoli
esterni: in assenza di nutrienti disponibili, le cellule normali
attivano delle vie metaboliche di protezione, mentre quelle
neoplastiche non ne sono capaci per l`azione inibitoria degli
oncogeni. Questa differenza potrebbe essere utilizzata per
aumentare la resistenza delle cellule normali agli effetti
tossici della chemioterapia e aumentare invece la sensibilità
delle cellule tumorali agli effetti terapeutici della stessa.
Questo meccanismo di "risposta differenziale allo stress (DSR)"
permetterebbe di rendere la chemioterapia più efficace senza
dover aumentare le dosi dei farmaci o svilupparne di più
aggressivi e dunque esporre il paziente ai loro effetti negativi
(nausea, vomito, fatigue, calo ponderale).

La possibilità di aumentare l`efficacia della chemioterapia
attraverso la modulazione della dieta rappresenta un obiettivo
molto interessante, in quanto economico e già disponibile. (segue)

Red/Apa

031321 lug 12
Salute/ Il cancro si può 'mettere a dieta', indebolendo ... -2-
Intervento nutrizionale-metabolico aumenta efficacia terapia

Roma, 3 lug. (TMNews) - Il team del professor Rossi Fanelli è
stato chiamato come esperto dal New England Journal of Medicine
per commentare i dati di un recente studio sulla rilevanza
clinica di questo approccio terapeutico ed evitare impropri
utilizzi da parte dei pazienti.

In particolare il lavoro identifica le 72 ore peri-chemioterapia
(il giorno prima, il giorno del trattamento e il giorno
successivo) come un intervallo di tempo in cui interventi mirati
possono determinare grandi risposte cliniche. Inoltre, dimostra
come un intervento nutrizionale-metabolico nel periodo
peri-chemioterapia possa aumentare l`efficacia della terapia
farmacologica e ridurne gli effetti collaterali, al di là dei già
noti effetti benefici sullo stato nutrizionale.

"In questo momento sono in corso negli Stati Uniti e in Europa
studi clinici volti a confermare gli effetti dell`utilizzo della
DSR anche nel paziente neoplastico - afferma Rossi Fanelli - e
solo questi risultati potranno confermare se l`integrazione di
farmacoterapia e terapia nutrizionale è applicabile all`uomo.
Risultati ancora molto preliminari sembrano confortanti".

Apa

031322 lug 12

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