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mercoledì 3 aprile 2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00127...se non ritenga doveroso condannare la manifestazione esposta in premessa, in quanto, in caso contrario, forte sarebbe anche il rischio di mettere in cattiva luce la polizia di Stato, che, proprio rispetto alla morte del giovane, per il tramite dell'allora capo della Polizia, Antonio Manganelli, si era scusata con la famiglia Aldrovandi..

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00127
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Martedì 2 aprile 2013, seduta n. 6
  PAGLIA, RICCIATTI, DI SALVO, MIGLIORE, LAVAGNO, BOCCADUTRI, LACQUANITI, MARCON, FRANCO BORDO, PANNARALE, COSTANTINO, SCOTTO, MELILLA, CLAUDIO FAVA, DANIELE FARINA, KRONBICHLER, PIAZZONI e NARDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   durante la notte del 25 settembre 2005, nei pressi di viale Ippodromo a Ferrara, in uno scontro con quattro poliziotti (Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri), perdeva la vita il giovane diciottenne Federico Aldrovandi;
   il decesso del giovane avvenne in seguito ad una colluttazione violenta nel corso della quale vennero anche spezzati due manganelli; la morte sopraggiunse per «asfissia da posizione» (con il torace schiacciato sull'asfalto dalle ginocchia dei poliziotti), e conseguente arresto cardio-respiratorio;
   con sentenza emessa in data 21 giugno 2012, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo nei riguardi dei quattro poliziotti;
   in data 27 marzo 2013, a Ferrara, sotto gli uffici comunali di piazza Savonarola, una delegazione del sindacato di polizia COISP (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia) ha manifestato in difesa dei poliziotti condannati per l'uccisione del giovane Federico Aldrovandi;
   negli uffici comunali della sede di piazza Savonarola lavora la madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti;
   il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, ha chiesto immediatamente ai manifestanti di spostarsi da quel luogo, giudicando inopportuna tale manifestazione, tuttavia la delegazione sostenuta dall'europarlamentare di Futuro e Libertà, Potito Salatto, ha proseguito nel sit in, chiedendo al sindaco di andarsene e continuando ad esporre un manifesto/striscione con scritto: «La legge non è uguale per tutti. I poliziotti in carcere, i criminali a casa. Solidarietà, amicizia, speranza, affetto per Luca, Paolo, Monica, Enzo»;
   il Coisp ha messo fine al sit-in solo dopo che la madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, è scesa nella piazza con alcune amiche, esponendo una foto del giovane ucciso dalla polizia;
   una completa descrizione dei fatti e della dinamica di quanto accaduto è rilevabile anche dai documenti audiovideo trasmessi dai principali media italiani e da una cronaca puntuale presente sul sito dell'associazione Articolo 21 (www.articolo21.info) realizzata dal giornalista e regista Filippo Vendemmiati, autore del docu-film «È stato morto un ragazzo», che parla appunto dell'omicidio Aldrovandi –:
   se il Ministro interrogato non ritenga di dover intervenire con provvedimenti urgenti nei confronti del questore di Ferrara, non ultimo rimuovendolo dall'incarico, in assenza di una sua netta ed immediata presa di posizione rispetto alla manifestazione organizzata dal Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia);
   se intenda intervenire, e con quali iniziative, affinché, a seguito di condanne definitive, episodi, quali quello esposto in premessa, non si verifichino più, né a Ferrara, né in altre parti del Paese, posto che tali manifestazioni, oltre a costituire un'offesa per il dolore dei familiari di Federico Aldrovandi, non possono che minare l'essenza di uno dei pilastri della democrazia, come il sistema giudiziario, che ha da tempo già definito le responsabilità in relazione alla drammatica vicenda;
   se non ritenga doveroso condannare la manifestazione esposta in premessa, in quanto, in caso contrario, forte sarebbe anche il rischio di mettere in cattiva luce la polizia di Stato, che, proprio rispetto alla morte del giovane, per il tramite dell'allora capo della Polizia, Antonio Manganelli, si era scusata con la famiglia Aldrovandi, anche in considerazione del fatto che quale gesto simbolico, prima che venisse emanata la sentenza definitiva, si era provveduto alla concessione di un risarcimento da parte dello Stato in favore dei familiari. (4-00127)

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