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mercoledì 3 aprile 2013

Atto Senato Interrogazione a risposta orale 3-00018 ...il 21 giugno 2012 la IV sezione della Corte di cassazione ha condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri: i 4 poliziotti sono colpevoli dell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi..

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00018
presentata da
MARIA TERESA BERTUZZI
martedì 2 aprile 2013, seduta n.007
BERTUZZI, PIGNEDOLI, PUGLISI, PINOTTI, AMATI, CIRINNA', GRANAIOLA, SPILABOTTE, VACCARI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il 21 giugno 2012 la IV sezione della Corte di cassazione ha condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri: i 4 poliziotti sono colpevoli dell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni, morto in via Ippodromo a Ferrara all'alba del 25 settembre 2005, dopo una violenta colluttazione;

il 18 marzo 2013, Monica Segatto, detenuta nel penitenziario di Padova, è stata scarcerata dal giudice di Sorveglianza che ha accolto il ricorso presentato ai sensi della legge 26 novembre 2010, n. 199, conosciuta come "svuota-carceri";

la legge consente la detenzione domiciliare per pene non superiori ai 18 mesi: l'agente sta scontando i 6 mesi residui (per via dell'indulto) della condanna a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo del diciottenne, morto durante un controllo di polizia;

in data 28 giugno 2012 è stata presentata dalla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo l'interrogazione 3-02959, relativa alla circostanza per cui, nel giorno in cui la Suprema Corte ha confermato le condanne, sulla pagina "Facebook" intitolata "Prima Difesa" (gruppo aperto gestito dall'associazione omonima che «tutela gratuitamente per cause di servizio tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine e Forze Armate» e amministrato da Simona Cenni) sono apparsi numerosi insulti contro la famiglia del giovane deceduto;

rilevato che:

ad inizio marzo, il Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia) ha denunciato la testata on line ferrarese Estense.com per i servizi dedicati alle più recenti polemiche relative al caso Federico Aldrovandi;

la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ha definito l'iniziativa del Coisp grave e inaccettabile tentativo di intimidazione. In un comunicato congiunto la Fnsi e l'Aser (l'Associazione stampa dell'Emilia-Romagna) scrivono che "la richiesta del Coisp al Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti affinché sanzioni la testata on line ferrarese Estense.com [...] è del tutto fuori luogo e palesemente strumentale nell'ambito di una campagna di sostanziale difesa degli agenti già condannati con sentenza definitiva dalla magistratura";

valutato che:

in data 27 marzo 2013, nel giorno del congresso regionale del sindacato, voluto non a caso a Ferrara, lo stesso Coisp ha organizzato un sit-in di solidarietà ai quattro poliziotti condannati;

lo striscione alzato in piazza Savonarola, sotto le finestre del municipio, dove lavora la madre di Aldrovandi, Patrizia Moretti, come dipendente comunale, recitava: "La legge non è uguale per tutti. I poliziotti in carcere, i criminali a casa";

una coincidenza che poteva dar adito a provocazioni e strumentalizzazioni e così il Sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, è sceso in strada per incontrare i manifestanti e chiedere di spostare il sit-in di qualche decina di metri, ma ferma e negativa è stata la risposta ricevuta dal segretario generale del sindacato, Franco Maccanti;

subito dopo, anche un noto politico appartenente a Futuro e libertà per l'Italia, che aveva precedentemente aderito al Popolo della libertà, si è espresso in senso contrario all'ipotesi di spostare la manifestazione di qualche metro e, con evidente sprezzo delle istituzioni, ha ricordato al "semplice" Sindaco, dal quale afferma di non farsi "mettere i piedi in testa", che è stato lui stesso ad autorizzare il presidio;

a quel punto, andato via sdegnato il sindaco Tagliani, la stessa Patrizia Moretti è scesa in strada, con in mano una gigantografia di suo figlio all'obitorio e le lacrime agli occhi. È quindi scoppiata una querelle che ha costretto le istituzioni ad intervenire e difendere la donna;

i manifestanti hanno infine voltato le spalle davanti all'esposizione dell'immagine del diciottenne privo di vita e, dopo qualche minuto, si sono diretti verso il circolo dei negozianti, per partecipare al dibattito "Poliziotti in carcere, criminali fuori, la legge è uguale per tutti?";

risulta agli interroganti che, nel corso del dibattito, il segretario generale del sindacato Maccanti non ha perso l'occasione per chiarire i pensieri del Coisp di fronte a una "stampa vigliacca e penosa che ha pubblicato cose ignobili, compreso il non voler prendere atto che la foto di stamattina non è stata ammessa in tribunale perché non veritiera";

di conseguenza, Patrizia Moretti ha deciso di querelare Franco Maccanti - si noti che, proprio riferendosi alla foto esposta del figlio, il pubblico ministero, Nicola Proto, in sede di requisitoria, chiese la condanna degli agenti;

considerato che:

il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha immediatamente definito "gravissimo" quanto accaduto quando la signora Aldrovandi è scesa, mostrando la foto del figlio senza vita, e i manifestanti si sono girati, dimostrando una "mancanza di sensibilità civile e morale", un fatto "da stigmatizzare";

il Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha telefonato alla madre di Aldrovandi per esprimerle affettuosa vicinanza dopo la manifestazione di protesta definita "spietata e incivile";

l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega ai servizi, nel condannare l'episodio, ha sottolineato che i manifestanti protagonisti dei fatti in piazza Savonarola non rappresentano la maggioranza della polizia;

da parte sua, il Coisp ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che il presidio si stesse svolgendo sotto le finestre dell'ufficio di Patrizia Moretti;

in seguito, il ministro Cancellieri ha annunciato l'avvio di un'indagine interna per valutare «eventuali responsabilità sia della manifestazione che di chi ha concesso lo spazio». Le attenzioni degli ispettori si concentrerebbero in primis sulla correttezza e completezza delle comunicazioni al Ministero riguardo al presidio del sindacato: in particolare, si cercherebbe di capire se al Viminale fosse stato segnalato il luogo dove si sarebbe svolta la manifestazione e la sua "delicatezza". Secondariamente, le indagini sarebbero finalizzate a sapere se, conosciuta la particolarità del luogo richiesto per il sit-in, chi di dovere abbia fatto tutto il possibile per cercare un'alternativa, o comunque se si sia tentato un qualche tipo di mediazione con gli agenti del Coisp;

considerato inoltre che:

dopo 8 anni di indagini e la sentenza definitiva, notevoli sono gli effetti che la sentenza della Corte di cassazione ha determinato e continua a determinare nella comunità ferrarese e nel Paese;

affinché gli effetti della sentenza non portino altro dolore in questa vicenda, è necessario assumere una posizione istituzionale che difenda e protegga sia la memoria di Federico Aldrovandi, sia la dignità del dolore della sua famiglia, sia la pace e la coesione della comunità ferrarese;

quanto accaduto desta sconcerto ed è suscettibile di creare e diffondere ulteriori tensioni, oltre a ledere gravemente l'immagine della Polizia di Stato;

si è infatti di fronte ad un utilizzo strumentale dei simboli delle forze armate e delle forze dell'ordine, tra l'altro da parte di persone le quali fanno parte della Polizia di Stato, e che con ciò aggiungono, alla gravità delle circostanze per le quali gli agenti sono stati condannati, l'aggravante di un'offesa violenta verso una persona già colpita da un doloroso lutto,

si chiede di sapere:

stante la gravità dei fatti oggetto di condanna e la delicata qualifica di pubblico ufficiale rivestita dai soggetti responsabili che inferisce sull'imprescindibile rapporto di fiducia fra cittadino e Stato, se il Ministro in indirizzo non ritenga che le prese di posizione descritte costituiscano comportamenti inficianti la bontà delle azioni quotidiane degli appartenenti alla Polizia di Stato e incompatibili con il ruolo di agente di pubblica sicurezza;

se non ritenga necessario ed urgente riferire in Parlamento su quanto accaduto e, in particolare, sugli esiti dell'indagine avviata a Ferrara, per quanto concerne, primariamente, la correttezza e completezza delle comunicazioni al Ministero riguardo all'autorizzazione al presidio del sindacato ed il luogo del suo svolgimento per il quale era stato previsto un servizio di ordine pubblico e se fossero state ipotizzati luoghi alternativi a piazza Savonarola;

se e come intenda procedere, attraverso le strutture preposte del proprio Dicastero, al fine di assicurare l'attivazione di tutti i procedimenti disciplinari di competenza nei confronti degli agenti che hanno provocatoriamente manifestato sotto le finestre dell'ufficio della madre del giovane Aldrovandi.

(3-00018)

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