ATTO CAMERA
RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00053
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19Seduta di annuncio: 176 del 11/10/2023
Abbinamenti
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/10/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 COLUCCI ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 ONORI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 PELLEGRINI MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 CASO ANTONIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 IARIA ANTONINO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 PAVANELLI EMMA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023 DELL'OLIO GIANMAURO MOVIMENTO 5 STELLE 11/10/2023
Stato iter:
11/10/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 11/10/2023 Resoconto FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/10/2023
NON ACCOLTO IL 11/10/2023
PARERE GOVERNO IL 11/10/2023
DICHIARATO PRECLUSO IL 11/10/2023
CONCLUSO IL 11/10/2023
Risoluzione in Assemblea 6-00053
La Camera,
premesso che:
la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanze (NADEF) riflette una situazione economica e di finanza pubblica incerta e delicata ed appare inadeguata ad invertire una preoccupante tendenza, instauratasi nel primo anno di vita del Governo, al ritorno a stagioni segnate dalla stagnazione, dall'erosione degli stipendi a causa del caro vita e dalla riduzione delle prestazioni sociali effettive;
nel secondo trimestre la crescita dell'economia italiana ha subito una inversione di tendenza, risentendo della riduzione del potere d'acquisto delle famiglie dovuta all'elevata inflazione, della permanente incertezza causata dalla guerra in Ucraina, della sostanziale stagnazione dell'economia europea e della contrazione del commercio mondiale;
la modesta crescita dell'attività economica prefigurata delle stime per il secondo semestre, ha portato a rivedere al ribasso la previsione di crescita annuale del prodotto interno lordo (PIL) in termini reali del 2023 dall'1,0 per cento del DEF allo 0,8 per cento e la proiezione tendenziale a legislazione vigente per il 2024, dall'1,5 per cento all'1,0 per cento. Resta invece sostanzialmente invariata, rispetto al DEF, la proiezione tendenziale di crescita del PIL per il 2025, all'1,3 per cento, mentre sembrerebbe che quella per il 2026 migliori marginalmente;
riguardo agli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al PIL, il documento indica un deficit tendenziale a legislazione vigente del 5,2 per cento nel 2023, del 3,6 per cento nel 2024, del 3,4 nel 2025 e del 3,1 per cento nel 2026. Nello scenario programmatico il deficit è del 5,3 per cento nel 2023 e del 4,3 per cento nel 2024. Riguardo alle proiezioni per il 2025 e il 2026 il documento prevede rispettivamente il 3,6 per cento e il 2,9 per cento;
in relazione al saldo primario a legislazione vigente la Nota di aggiornamento del DEF evidenzia un lieve miglioramento pari al -1,4 per cento del PIL nel 2023, dal -3,8 per cento del 2022; tuttavia nel 2024 il saldo primario torna in avanzo, collocandosi allo 0,6 per cento del PIL, un livello superiore rispetto allo 0,4 per cento previsto in aprile. L'avanzo primario si rafforzerebbe progressivamente, raggiungendo un livello pari allo 0,9 per cento del PIL nel 2025 e quindi l'1,4 per cento del PIL nel 2026 (a fronte di un obiettivo del 2,0 per cento atteso in aprile);
sanità pubblica, istruzione pubblica e il complesso di tutte le prestazioni sociali necessarie ad alleviare la povertà, non rappresentano, nella Nadef, una priorità. Parallelamente, la caotica gestione della revisione del Pnrr dimostra una scarsa capacità, se non addirittura la precisa volontà di non rilanciare gli investimenti nei territori e di non considerare l'emergenza climatica ed ambientale un elemento verso cui orientare le politiche pubbliche di bilancio, facendole tornare ad un passato che non ha mai prodotto risultati soddisfacenti per i cittadini e col rischio stavolta di accompagnare gradualmente l'Italia verso una fase quasi pre-recessiva. È drammatico che tutto questo accada dopo una crescita boom del 2021(recentemente rivista al rialzo dall'Istat al +8,3 per cento) e una crescita sostenuta nel 2022 (+3,7 per cento), risultati frutto delle coraggiose politiche economiche espansive messe in campo dal Governo Conte II, orientate agli investimenti;
è altrettanto drammatico constatare che questo crollo era ampiamente prevedibile, come denunciato dal M5S sin dalla precedente legge di bilancio: il taglio smaccatamente – ed imprudentemente – ostentato e indiscriminato di reti di protezione sociale, che come il Reddito di cittadinanza avevano anche un effetto sui consumi, e lo smantellamento o drastico ridimensionamento di misure di investimento come Superbonus e Transizione 4.0, senza la previsione di investimenti alternativi, non potevano che portare a questo repentino deterioramento del quadro economico;
le previsioni di crescita del Pil 2024, ricalibrato dalla Nadef 2023, sembrano irrealisticamente superiori alle stime di crescita italiana per lo stesso 2024 presentate nei giorni scorsi sempre dalla Commissione europea e dall'Ocse, che entrambe prevedono soltanto un +0,8 per cento. Prendendo come riferimento quest'ultimo dato convergente di Commissione Ue e Ocse, nel 2024 l'Italia tornerebbe dietro la media dell'Eurozona (+1,3 per cento secondo la Commissione), dietro la Germania (+1,1 per cento secondo la Commissione Ue), dietro la Francia (+1,2 per cento secondo la Commissione Ue) e dietro la Spagna (+1,9 per cento secondo la Commissione Ue);
in tal senso, la vera tragedia contabile è la crescita zero, perché sia il deficit sia il debito si calcolano in rapporto al Pil. E se quest'ultimo si ferma, il rapporto in futuro non può far altro che aumentare;
valutato che:
in considerazione dell'elevata incertezza del quadro economico e della necessità di continuare a contrastare i fenomeni inflazionistici, per quanto concerne la manovra 2024-2026, il Governo ha deciso di richiedere, con la Relazione che accompagna la Nota di aggiornamento del DEF 2023 (ex articolo 6, della legge n. 243 del 2012), l'autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA;
il nuovo livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL è pari a -5,3 per cento nel 2023, -4,3 per cento nel 2024, -3,6 per cento nel 2025 e -2,9 per cento nel 2026, a fronte di un andamento tendenziale del rapporto deficit/PIL stimato al -5,2 per cento nel 2023, -3,6 per cento nel 2024, -3,4 per cento nel 2025 e -3,1 per cento nel 2026;
i nuovi obiettivi programmatici dovrebbero assicurare la progressiva riduzione dell'indebitamento netto strutturale, che è pari al -5,9 per cento del PIL nel 2023, -4,8 per cento nel 2024, -4,3 per cento nel 2025 e -3,5 per cento nel 2026. Il rapporto debito/PIL programmatico è pari al 140,2 per cento nel 2023, 140,1 per cento nel 2024, 139,9 per cento nel 2025 e 139,6 per cento nel 2026;
gli spazi finanziari che si rendono disponibili, quale differenza tra gli andamenti tendenziali e programmatici aggiornati, che includono anche la maggiore spesa per interessi passivi conseguente al maggior disavanzo, sono pari a 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025. Nel 2026, invece, il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all'indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3 per cento;
in ottemperanza alle norme della legge di contabilità e finanze sui contenuti obbligatori della NADEF, il livello del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di competenza potrà aumentare fino a 202,5 miliardi nel 2024, a 168 miliardi nel 2025 e a 134 miliardi nel 2026. Il corrispondente livello del saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 252 miliardi nel 2024, 212 miliardi nel 2025 e 179 miliardi nel 2026;
la richiesta al Parlamento di autorizzare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA in modo da aprire nuovi spazi finanziari non sorprende il M5S, che aveva tempestivamente denunciato, già in occasione della passata legge di bilancio, i draconiani obiettivi di abbattimento del deficit che il Governo Meloni appena insediato si era dato all'insegna della più totale austerità. La Nadef 2023, invece, delinea apparentemente un aumento del deficit, smentendo con ciò la validità delle politiche di bilancio fin qui proclamate dal Governo stesso. Tuttavia il nodo della questione si concentra sulle ragioni poste alla base della attuale richiesta di indebitamento: se, come pare dalla lettura della NADEF 2023, il maggior deficit non è mirato ad affrontare seriamente una situazione sociale sempre più gravosa né tanto meno ad alimentare investimenti che a cascata possano sostenere la crescita, allora si stanno semplicemente sprecando risorse;
considerato che:
secondo quanto emerge da una analisi dell'osservatorio di Oxford Economics, la crescita del PIL all'1,2 per cento stimata per il 2024 è pari al doppio delle stime effettuate da recenti studi economici;
i prezzi dell'energia sono recentemente diminuiti, ma restano a livelli storicamente elevati e vi è il rischio di una nuova impennata durante i mesi invernali. Inoltre, l'approvvigionamento di gas dell'Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi di varia natura nell'attuale contesto geopolitico;
in tale quadro, il Governo dichiara di voler limitare quanto più possibile l'impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più bisognose, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane sia a livello globale sia nel contesto europeo, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell'Unione europea e non solo, senza però che si delinei una strategia idonea a conseguire l'obiettivo asseritamente dichiarato;
la povertà in Italia è ormai un fenomeno strutturale visto che tocca quasi un residente su dieci, il 9,4 per cento della popolazione residente vive infatti, secondo l'Istat, in una condizione di povertà assoluta. In termini assoluti si contano in Italia più di cinque milioni di persone in stato di povertà assoluta;
la diminuzione del potere di acquisto conseguente alla crisi economica, aggravatasi con la pandemia e, da ultimo, con il conflitto in atto in Ucraina, ha acuito il problema dell'affordability, ossia delle spese per l'accesso all'abitazione che, diventando sempre più onerose, pesano gravemente sui bilanci familiari;
una famiglia su quattro ha avuto, negli ultimi anni, difficoltà a pagare l'affitto (si tratta in prevalenza di nuclei familiari fragili composti da persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni, con figli), percentuale che ha superato il 40 per cento nel 2021, come confermato dall'indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta dalla Banca d'Italia;
il Governo dichiara di voler utilizzare gran parte delle risorse aggiuntive del 2024 per la riduzione del cuneo fiscale, per l'avvio della riforma del sistema fiscale e per supportare le famiglie più numerose, nell'obiettivo di ridurre la pressione fiscale, aumentare il reddito disponibile e sostenere i consumi;
le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento richiesto con la Relazione ex articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, non appaiono sufficienti a coprire la necessità di ulteriori e più estese misure di contrasto degli aumenti energetici, in supporto di famiglie e imprese;
in questo contesto, la stessa richiesta di autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA, per sostenere – seppur parzialmente – solo la pur importante conferma del taglio del cuneo fiscale, generando un effetto sulle buste paga che è già stato e probabilmente sarà nuovamente divorato dal caro carburanti, dal caro mutui e dagli aumenti del carrello della spesa – con un'inflazione ancora pericolosamente vicina alla doppia cifra – non appare certamente la migliore delle opzioni se mancano, come effettivamente continuano a mancare, le misure per investimenti in crescita del sistema Paese;
infatti, ad un anno dalla data di entrata in carica dell'attuale Governo, il quadro economico presenta già segnali significativi di deterioramento. La riduzione degli obiettivi programmatici riferiti al debito pubblico, nonostante i benefici derivanti dalla revisione al rialzo del Pil comunicata dall'Istat il 22 settembre scorso, pare raggiungibile soltanto con obiettivi di crescita che, seppur rivisti anche essi al ribasso, appaiono per molti versi sovrastimati in uno scenario internazionale instabile e fragile che presenta incognite rilevanti per cui le prospettive potrebbero cambiare in un arco temporale breve. I rischi legati all'inflazione, soprattutto per la dinamica dei prezzi energetici, le criticità connesse all'attuazione del PNRR e all'utilizzo integrale, tempestivo ed efficiente dei fondi, i fattori geopolitici e gli effetti del prolungamento della guerra in Ucraina, sono tutti elementi che richiederebbero una visione strategica diversa da quella che è stata finora messa in campo dal Governo e che sta mostrando progressivamente tutti i suoi limiti;
della insufficienza di queste politiche appare specchio la nota di aggiornamento in esame. Non tanto e non soltanto per la dinamica del debito delle amministrazioni pubbliche e per la conseguente spesa per interessi, quanto per la inefficacia dimostrata dalle misure sin qui adottate volte a ridurre il costo della vita e per l'assenza, nella programmazione, di politiche sociali più consistenti ed efficienti di quelle messe in campo negli ultimi mesi. L'aumento programmato del deflatore dei consumi fa sì che ciò che viene presentato come mantenimento o persino aumento lieve della spesa corrisponda in termini reali ad una riduzione effettiva, che diventa poi conclamata, in rapporto al Pil per settori cruciali come la sanità, in cui si assiste parallelamente ad una crescita della spesa privata;
il netto deterioramento del quadro di finanza pubblica, pure al netto di sostegni governativi che sono apparsi incerti e deboli in questo anno di attività dell'esecutivo in settori cruciali, determina sul piano sociale maggiore vulnerabilità e sul piano economico minor crescita, poiché i consumi, l'industria, settori importanti come le costruzioni e gli stessi servizi registrano battute d'arresto che una eventuale nuova impennata dei prezzi energetici, nonostante il rallentamento dell'inflazione a livello globale, potrebbe ulteriormente aggravare;
la promessa di ricavare denaro da dismissioni, privatizzazioni e tagli ad alcuni Ministeri non sembra in grado di poter mantenere le promesse elettoralistiche della maggioranza in una situazione in cui l'aumento della spesa che con la Nadef il Governo prospetta di chiedere al Parlamento – attraverso spazi finanziari aperti da una ottimistica valutazione del Pil nei prossimi anni – serve a tenere in piedi un equilibrio già attualmente precario, al punto che il Governo programmaticamente rinuncia all'aumento importante di spese essenziali, come quelle per la sanità pubblica, che pure sarebbe indispensabile per dedicare gli spazi di deficit ad interventi già sostanzialmente prenotati ma che sembrano a loro volta difficilmente raggiungibili;
altrettanto deteriorata appare la gestione della spesa effettiva del PNRR e del piano nazionale complementare se, nonostante le interlocuzioni in corso con le autorità europee, gli investimenti fissi lordi si fermeranno ai livelli attualmente prevedibili;
il diluvio di disegni di legge collegati alla manovra – quasi raddoppiati – di fatto priverà la legge di bilancio di molti contenuti di merito, rinviando all'attuazione di deleghe future la definizione di importanti misure, in una situazione preoccupante di rallentamento globale dell'economia che i rischi ambientali e climatici, le tensioni sui prezzi dell'energia – con effetto diretto sui prezzi dei beni e quindi sui consumi – e gli sviluppi della guerra in Ucraina potrebbero inasprire;
in tutto questo il cambio di strategia che pare prendere piede in ambito fiscale, verso una maggiore irresponsabilità ed una minore solidarietà, e la mancanza programmatica di strategie volte a sostenere effettivamente i redditi e a rilanciare le politiche pubbliche nella scuola, nella sanità e nel lavoro – vale a dire nei settori che più incidono e preoccupano i cittadini – delineano un quadro in cui la messa in sicurezza sociale non appare una priorità del Governo attuale e che la Nadef sostanzialmente conferma,
impegna il Governo:
1. ad intraprendere ogni iniziativa utile, in sede europea, finalizzata a modificare le regole vigenti in materia di disciplina di bilancio, prevedendo lo scorporo, dal calcolo del deficit, di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra i quali cui gli investimenti destinati all'istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma Next Generation EU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;
2. al fine di salvaguardare il Servizio sanitario nazionale, a garantire una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza (LEA) e soddisfare in modo più efficace le esigenze di pianificazione e di organizzazione nel rispetto dei princìpi di equità, di solidarietà e di universalismo, a prevedere che l'incidenza della spesa sanitaria sul prodotto interno lordo (PIL) sia in linea con i Paesi del G7 e che non sia, comunque, inferiore alla media europea e, conseguentemente, che il livello di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato sia incrementato annualmente almeno di una percentuale pari al doppio dell'inflazione, anche in un contesto macroeconomico sfavorevole, contraddistinto da una riduzione del prodotto interno lordo;
3. a reperire adeguate risorse da destinare alla scuola pubblica e portare gli investimenti in istruzione, educazione e formazione al 5 per cento del PIL come il resto d'Europa, al fine di restituire peso e valore all'istruzione scolastica, per promuovere la formazione degli insegnanti, per valorizzare la professionalità docente e per sostenere l'innovazione didattica e organizzativa, nella consapevolezza che la scuola debba rappresentare uno dei più importanti fattori di crescita del Paese, garantendo il diritto allo studio e la garanzia di accesso per tutti e a tutti i livelli di istruzione;
4. ad adottare le opportune iniziative volte a una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, tenuto conto della grave crisi economica e sociale in atto, conseguenza diretta della recente crisi energetica e del caro carburanti, al fine di non distrarre le risorse finanziarie necessarie a sostenere il tessuto sociale ed economico del Paese e a garantirne la ripresa;
5. ferma restando l'applicazione generalizzata del contratto collettivo nazionale di lavoro e a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, a introdurre una soglia minima salariale inderogabile, pari a 9 euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali è più debole, prevedendo che la soglia si applichi soltanto alle clausole relative ai cosiddetti «minimi», lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci retributive;
6. in considerazione del delicato contesto economico-sociale – che ha visto entrare in sofferenza fasce sociali trasversali interessate dalla nuova povertà diffusa – e della ingiustificata eliminazione del reddito di cittadinanza come strumento di sostegno accanto alle politiche attive, ad adottare nell'immediato concrete e adeguate misure per supportare le persone e le numerose famiglie in difficoltà, anche attraverso l'esenzione dall'Iva per i beni di prima necessità e, nel medio periodo, misure di contrasto al disagio economico, alla povertà sistemica, nonché volte ad emancipare i soggetti in stato di vulnerabilità sociale;
7. a stanziare adeguate risorse per fronteggiare il grave e diffuso disagio abitativo, attraverso il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo di garanzia mutui per la prima casa, nonché a prevedere misure di sostegno per far fronte alla maggiore spesa conseguente all'aumento dei tassi di interesse sui mutui in favore di coloro che versano in situazione di obiettiva difficoltà, valutando a tal fine anche l'incremento della percentuale di detraibilità degli interessi passivi per l'acquisto dell'abitazione principale;
8. a introdurre misure urgenti per risolvere il problema dei cosiddetti «crediti incagliati» e sbloccare la cessione dei crediti, nonché ad adottare disposizioni volte ad estendere di almeno 12 mesi il termine di applicazione del Superbonus in caso di interventi, sia «trainanti» che «trainati», già avviati al 17 febbraio 2023 (per i quali operano ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura), riguardanti interi condomini o «mini condomini» in mono proprietà di persone fisiche, anche prevedendo la condizionalità di aver svolto almeno il 30 per cento dei lavori entro il 31 dicembre 2023;
9. ad assicurare massima priorità nell'attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel PNRR relativamente al contenimento del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, al contrasto alla povertà – ivi inclusa quella energetica – e all'esclusione sociale, all'equità e progressività del sistema fiscale, alla parità generazionale e di genere, nonché alla funzionalità piena del Servizio sanitario nazionale, in particolare costituendo dei consessi che, per settori ed ambiti di competenza, includano la diretta partecipazione di appositi comitati ristretti costituiti presso le Commissioni parlamentari in ordine alla valutazione ed al monitoraggio delle fasi di attuazione e soprattutto con riferimento alla definizione della prossima proposta di revisione del PNRR;
10. nell'ambito delle decisioni strategiche in tutti i settori, in particolare dell'occupazione, della salute e dell'inclusione sociale, a valutarne gli effetti sui giovani, promuovendo il principio di equità generazionale e introducendo strumenti di valutazione dell'impatto generato sulle giovani generazioni dalle politiche pubbliche;
11. a dare piena e rapida attuazione al PNRR, rispettando tutti gli obiettivi, le riforme da attuare e le scadenze temporali previste, recuperando la capacità di spesa per compensare i ritardi accumulati; a informare costantemente il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR e sugli eventuali aggiornamenti dello stesso; a garantire la realizzazione delle opere messe a bando, anche prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse a copertura dei rincari dei prezzi dei materiali; a monitorare il rispetto della clausola del 40 per cento per gli investimenti del PNRR;
12. a corrispondere alle accresciute esigenze connesse all'espletamento dei compiti istituzionali delle forze di polizia attraverso il rafforzamento degli organici, i relativi riconoscimenti economici, l'incremento delle indennità, il potenziamento e l'ammodernamento delle dotazioni, dei mezzi tecnico-logistici e dei sistemi informativi;
13. a potenziare gli strumenti di contrasto alle mafie già esistenti, tutelare i principali presìdi antimafia come il 41-bis, le misure di prevenzione personali e patrimoniali;
14. a investire nella lotta alla corruzione, in particolare attraverso l'adozione di misure volte a garantire maggiore trasparenza e controllo dei fondi del PNRR e più in generale all'implementazione di una normativa che contrasti in maniera efficace i più gravi delitti contro la pubblica amministrazione attraverso la normativa prevista dall'Ordinamento penitenziario (articolo 4-bis) nonché escludere in radice ogni eventuale modifica in peius in materia di intercettazione per tali categorie di reati;
15. a proseguire nella politica di contrasto alle agromafie ed ecomafie, tutelando il diritto alla salute attraverso un efficace sistema di repressione delle attività della criminalità organizzata e dei reati ambientali in generale;
16. ad assicurare la necessaria continuità ai finanziamenti, alle attività e al funzionamento dei centri e delle reti antiviolenza territoriali e dei centri e servizi per uomini autori di violenza, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e prevedere sempre maggiori azioni per il reinserimento economico e sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, delle donne vittime di violenza;
17. sotto il profilo dell'annunciata revisione delle circoscrizioni giudiziarie, a garantire il pieno diritto di accesso alla giustizia in tutto il territorio nazionale e risolvere le questioni più critiche relativi a taluni uffici giudiziari, colmando le discrepanze esistenti tra i diversi territori;
18. a potenziare l'organico del Corpo di Polizia Penitenziaria, al fine di rendere maggiormente efficienti gli istituti penitenziari e garantire migliori condizioni di lavoro al personale addetto alla sicurezza all'interno delle carceri; a prevedere risorse aggiuntive per l'assunzione straordinaria di personale nei ruoli di funzionario giuridico-pedagogico e di funzionario mediatore culturale considerando, altresì il ruolo fondamentale che questi ultimi rivestono all'interno dell'ordinamento ai fini del reinserimento in società dei ristretti; nonché ad assumere, con procedura concorsuale, nuovi magistrati per porre rimedio alla gravissima carenza di personale;
19. in riferimento ad interventi in materia di edilizia giudiziaria, a riqualificare e potenziare il patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia in chiave ecologica e digitale, che si tratti di area facilmente accessibile e dotata di servizi e ambienti da adibire a nidi per l'infanzia, nell'attuazione delle politiche volte alla conciliazione tra vita familiare e professionale, con ricadute positive in termini di incremento dell'occupazione femminile e di effettività della parità nell'accesso alle professioni caratterizzanti il comparto giustizia;
20. ad adottare iniziative utili volte ad aumentare le risorse per le politiche di cooperazione allo sviluppo al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile globale in sintonia con l'Agenda 2030, con particolare attenzione all'efficacia degli aiuti e dello sviluppo, alla massima integrazione delle politiche e degli strumenti, nonché al coordinamento e alla collaborazione degli attori della cooperazione;
21. a rafforzare le politiche per la riduzione dei divari territoriali, con particolare riferimento al Mezzogiorno, alle aree interne, ai territori montani e alle isole;
22. a definire con il fattivo intervento del Parlamento e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi pubblici da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione e dalla legge delega n. 42 del 2009, anche per evitare che le modalità di attuazione dell'autonomia differenziata delineate dal progetto del Governo possano accrescere le sperequazioni socio-economiche tra territori anziché ridurle; a rendere strutturali gli strumenti di politica industriale regionale (con particolare riferimento ai crediti d'imposta per investimenti in impianti, attrezzature e macchinari e per le attività di ricerca e sviluppo) e la decontribuzione per il Mezzogiorno;
23. a prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l'aumento dei prezzi dell'energia anche mediante l'utilizzo di flessibilità di bilancio, nonché a implementare il finanziamento per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e servizi in favore dei cittadini;
24. a garantire la salvaguardia della progressività e dell'equità del nostro sistema fiscale, rafforzando l'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, prevedendo meccanismi premiali per i contribuenti leali, la tracciabilità dei pagamenti, l'incrocio delle banche dati, il potenziamento delle Agenzie fiscali, escludendo ogni ipotesi di ricorso a condoni fiscali;
25. a perseguire e incrementare una politica fiscale volta a prevedere un contributo straordinario a carico di soggetti operanti nel settore energetico in relazione ai cosiddetti «extraprofitti» realizzati per effetto del rincaro dei prezzi energetici, al fine di sostenere il pagamento delle forniture di energia elettrica e gas in favore di utenti economicamente svantaggiati, nonché un simile contributo nei settori farmaceutico, assicurativo, bancario e degli armamenti volto a sostenere misure specifiche ed esclusive per il contenimento ed il contrasto degli effetti del continuo aumento dei prezzi e dell'inflazione;
26. ad incrementare i finanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro al personale di scuola università e ricerca; a reperire le risorse necessarie per la piena attuazione del Piano nazionale per la promozione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni; ad adottare misure di prevenzione e di contrasto dell'abbandono precoce dell'istruzione e della formazione; a procedere a contrastare l'eccessivo affollamento delle classi e la povertà educativa, diminuendo il numero degli alunni per classe e garantendo la formazione delle classi nei territori disagiati, montani, nelle piccole isole, nelle aree interne; a garantire il diritto allo studio scolastico e universitario, assicurando borse di studio e servizi per tutti gli idonei; ad adottare iniziative volte a valorizzare economicamente tutto il personale scolastico, mediante iniziative volte a reperire risorse adeguate e ad innalzare le retribuzioni, portandole al livello europeo; ad intervenire, con azioni forti e immediate, per sostenere le famiglie, in estrema difficoltà per questo anno scolastico, nell'acquisto dei libri scolastici e garantire il diritto allo studio in modo uniforme su tutto il territorio nazionale; a istituire il beneficio della dote educativa da destinare a tutte le alunne e alunni, studentesse e studenti del primo e secondo ciclo di istruzione, al fine di sostenere economicamente le famiglie durante tutto il percorso educativo dei figli e contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali; ad adottare, già nella prossima legge di bilancio, misure volte a rivedere la disposizione approvata inerente il dimensionamento scolastico, abrogando la disciplina introdotta, anche alla luce dei rischi e delle criticità che potrebbero derivare dalla controversa riforma dell'autonomia differenziata da riconsiderare integralmente, con particolare riguardo al sistema di istruzione, che deve mantenere i caratteri di uniformità ed eguaglianza su tutto il territorio nazionale; a rafforzare i dottorati e la ricerca universitaria al fine di promuovere pari opportunità, riducendo le disparità regionali, rafforzando le tecnologie digitali e contrastando il divario di genere; a promuovere un'opera di sensibilizzazione sull'importanza sociale della cultura e del patrimonio culturale e a sostenere il ruolo trainante del patrimonio storico e artistico del nostro Paese e delle elevate professionalità presenti nei relativi settori;
27. ad adottare interventi per la transizione ecologica e il contrasto alla crisi climatica, in linea con le misure decise nell'ambito del Green New Deal europeo, approvando rapidamente le modifiche al PNIEC e il Piano di adattamento climatico; a perseguire, senza indugi, il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050, attraverso il pieno superamento della dipendenza del Paese da importazioni di combustibili fossili e l'incremento degli investimenti nelle fonti rinnovabili; ad adottare misure per aumentare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con prestazioni energetiche basse in linea con gli indirizzi europei, anche attraverso la previsione di misure a carattere strutturale e finanziariamente sostenibili, e ad affrontare la questione dei crediti fiscali incagliati; ad adottare misure per promuovere la mobilità sostenibile e sostenere l'innovazione e la riconversione del settore dell'automotive; a promuovere gli acquisti aggregati di energia da rivendere a prezzo calmierato; a favorire l'autoconsumo singolo e collettivo di energia rinnovabile e lo sviluppo delle comunità energetiche e ad adottare, in tempi congrui, i decreti attuativi per la effettiva realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili (CER); ad abbattere progressivamente gli incentivi ai combustibili fossili e i sussidi ambientalmente dannosi, prevedendo adeguate misure compensative per le famiglie e le imprese più vulnerabili; a finanziare gli interventi di riqualificazione dei corpi idrici naturali e del reticolo minore e a istituire un fondo per la sostituzione e manutenzione degli acquedotti, rimodulando il fondo complementare del PNRR; a recepire le misure previste dalle strategie per la «Biodiversità 2030», «Firm farm to fork» e «Suolo» nell'ambito del Green New Deal UE e riprese dalla recente proposta normativa «Pacchetto Natura» presentata dalla Commissione Europea;
28. ad adottare opportune iniziative volte a:
a) incrementare gli investimenti nelle fonti rinnovabili, che necessitano non esclusivamente di incentivi quanto di un quadro regolatorio certo, della semplificazione dei processi autorizzatori, e soprattutto del completamento delle regole del mercato elettrico, che in molti settori vede il predominio delle fonti fossili semplicemente perché mancano le regole per «gestire» le rinnovabili;
b) individuare un piano industriale impiantistico del Paese, anche ponendo in essere interventi di semplificazione e accelerazione dei procedimenti autorizzativi per la realizzazione e l'esercizio di impianti da fonti rinnovabili, al fine di garantire il conseguimento e potenziamento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione fissati dal Piano nazionale integrato di energia e clima;
c) favorire la transizione ecologica, energetica e verso l'economia circolare, mediante la progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi e la tempestiva definizione di appositi indicatori per gli investimenti ecosostenibili;
d) assumere scelte che, nell'ambito della pianificazione e gestione dei rifiuti, prevedano la progressiva dismissione degli impianti di incenerimento e che escludano nuove soluzioni impiantistiche basate sull'incenerimento dei rifiuti o comunque tali da incidere negativamente sulla qualità dell'aria e dei suoli, e la contestuale adozione di pratiche gestionali e soluzioni impiantistiche finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti, alla raccolta differenziata, alla tariffazione puntuale e alla promozione di filiere produttive volte al riuso, alla riparabilità, riciclabilità e compostabilità dei beni e materiali;
e) a rilanciare il settore della logistica cosiddetto «green» prevedendo un piano di evoluzione del sistema anche attraverso strumenti di governance dedicati all'incentivazione del trasporto intermodale – in considerazione di quanto già previsto con i contributi al trasporto combinato strada-mare (marebonus) e strada-rotaia (ferrobonus) –, alla digitalizzazione e all'automazione, per garantire la sostenibilità del settore e la sua compartecipazione agli obiettivi del Green New Deal europeo;
29. a garantire che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario, dando priorità alla protezione delle fasce più deboli e alle imprese più esposte al caro energia; ad affiancare a tali interventi misure per sostenere i soggetti maggiormente colpiti dall'incremento dei prezzi di altri beni primari, a partire da quelli alimentari, che rischiano di colpire duramente le famiglie più povere e, in particolare, quelle i cui redditi nominali non variano al variare dell'inflazione; ad adottare interventi per sostenere le imprese dei settori maggiormente colpiti dagli effetti negativi dell'incremento dei prezzi e dei tassi d'interesse; a monitorare costantemente l'andamento della situazione del caro prezzi al fine di predisporre i necessari interventi;
30. a sostenere e rilanciare gli investimenti pubblici e le politiche dell'innovazione per favorire la crescita economica, la digitalizzazione, l'industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro; a sostenere le imprese estendendo il Piano Transizione 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica, rendendolo maggiormente fruibile dalle micro, piccole e medie imprese, rafforzando gli incentivi fiscali, con particolare riferimento a quelli per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, attuando e potenziando i progetti del PNRR a sostegno della ricerca e dell'innovazione, a partire dal potenziamento della ricerca di base e applicata, sostenendo i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, sviluppando le politiche industriali per i settori di punta;
31. a dare piena attuazione alle Zone economiche speciali, non dando luogo alla riforma della governance come disposta nel decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, nonché assicurando adeguate risorse per la proroga del credito di imposta previsto;
32. a potenziare le politiche per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, dei territori montani e delle isole, a partire dagli investimenti per le infrastrutture, la cura del territorio, la presenza di servizi scolastici, sanitari e socio sanitari;
33. a ripristinare il Reddito di cittadinanza, prevedendo il rafforzamento e la riorganizzazione delle politiche pubbliche volte a contrastare la povertà e l'esclusione sociale, potenziando la componente di servizi alla persona e l'attivazione di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per l'effettivo superamento della condizione di povertà;
34. a sostenere il livello delle buste paga, il potere d'acquisto dei salari, in primo luogo attraverso la riduzione strutturale del cuneo fiscale gravante sul costo del lavoro, rafforzando il processo già avviato nella scorsa legislatura;
35. a contrastare le crescenti disparità generazionali, di genere e territoriali, in particolare con interventi volti a favorire l'inserimento lavorativo dei giovani e delle donne;
36. a rafforzare le politiche attive del lavoro, anche attraverso il potenziamento del fondo nuove competenze; ad assicurare la lotta al lavoro sommerso; a contrastare il precariato, rafforzando gli incentivi volti a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché collegando strettamente le tipologie contrattuali a tempo determinato a specifiche causali; ad abolire gli stage extra curriculari in forma gratuita;
37. a favorire l'evoluzione del sistema previdenziale mettendo al centro le donne, i giovani e chi svolge lavori gravosi, prevedendo l'aggiornamento e l'ampliamento della platea dei lavori usuranti, garantendo una prospettiva pensionistica sostenibile e dignitosa;
38. ad avviare con le parti sociali la definizione di modalità di sperimentazione di riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione;
39. a contrastare il precariato, prevedendo incentivi volti a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché collegando strettamente le tipologie contrattuali a tempo determinato a specifiche causali;
40. a completare il sistema di tutele in favore dei lavoratori autonomi, avviato con l'introduzione dell'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, attraverso l'estensione delle misure già previste per i lavoratori dipendenti;
41. in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ad adottare le opportune iniziative normative volte a:
a) ampliare la tutela antinfortunistica anche allo svolgimento delle attività formative di qualsiasi tipologia che vengono svolte a qualsiasi titolo dalle imprese e nelle quali sono coinvolti gli studenti di ogni ordine e grado, compresi quelli impegnati in percorsi di istruzione e formazione professionale, tirocinanti, stagisti e docenti;
b) implementare l'organico tecnico di tutti gli enti preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e di lavoro regolare, nonché a rafforzare i controlli ispettivi in materia di salute e sicurezza nell'ambito delle attività di formazione-lavoro;
c) istituire una Procura nazionale del lavoro ovverosia una modalità organizzativa e di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro maggiormente efficiente che, anche attraverso la distribuzione dei magistrati in pool specialistici, assicurando sinergie tra i diversi attori coinvolti, uniformità dell'intervento, specializzazione ed innovazione delle modalità di indagine;
d) introdurre, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado del sistema educativo di istruzione e formazione, l'insegnamento della cultura della sicurezza, finalizzato a rendere consapevoli gli studenti delle diverse fasce di età dei potenziali rischi conseguenti a comportamenti errati nei luoghi di lavoro e nella vita domestica e scolastica, nonché a fornire loro la conoscenza e l'addestramento adeguati a riconoscere situazioni di pericolo;
e) istituire la cosidetto «patente a punti» per la qualificazione delle imprese ovvero prevedere un meccanismo in base al quale, chiunque intenda avviare un'attività economica, debba soddisfare preventivamente una serie di requisiti minimi in materia di salute e sicurezza sul lavoro per accedere e restare nel mercato di riferimento;
42. a predisporre un nuovo patto per la salute al fine di allineare progressivamente il livello della spesa sanitaria alla media UE, abolendo gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e destinando congrue risorse al rinnovo del contratto di lavoro, garantendo risorse adeguate a tutti i nuovi livelli essenziali di assistenza, riducendo gli attuali divari territoriali nell'offerta dei servizi e delle prestazioni, nonché le interminabili liste d'attesa che costringono i cittadini a ricorrere al privato;
43. a incrementare le risorse disponibili, finanziarie e professionali, per il funzionamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, compresa la domiciliarità, la medicina territoriale, l'assistenza e la terapia domiciliare, la medicina d'urgenza, il finanziamento dei cicli di specializzazione, il potenziamento, l'adeguamento e l'ammodernamento tecnologico e infrastrutturale delle strutture ospedaliere e il rafforzamento della governance territoriale di prossimità con i relativi costi aggiuntivi; ad adottare le misure necessarie per garantire la piena attuazione della legge 194;
44. a potenziare gli strumenti per i percorsi di vita indipendente delle persone con disabilità e non autosufficienti, dando piena attuazione alla legge delega in tema di disabilità; a valorizzare l'invecchiamento attivo; a garantire e potenziare le tutele per i caregiver e a prevedere misure volte al cosiddetto silver cohousing, al fine di creare condizioni di vita migliori per gli anziani;
45. a rafforzare l'assegno unico, prima misura universalistica e progressiva a tutela e a sostegno della natalità, della genitorialità e delle famiglie, aumentando gli importi previsti, ampliando la platea dei beneficiari e rafforzando le clausole di salvaguardia; a introdurre una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito, al fine di incrementare il tasso di occupazione femminile; ad adottare misure dirette ad ampliare i congedi parentali, incrementandone il trattamento economico e la fruibilità da parte di entrambi i genitori; a rafforzare l'indennità di maternità; ad assicurare la realizzazione degli asili nido, come previsto dal PNRR, e il loro buon funzionamento attraverso un'adeguata dotazione di personale, con l'obiettivo di aumentare l'offerta di lavoro, dare impulso all'occupazione femminile, far emergere il lavoro nero e favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio;
46. ad adottare le iniziative necessarie a risolvere le numerose
problematiche di carattere sociale, rafforzando le misure per affrontare
la povertà alimentare e per ridurre il tasso di persone a rischio di
povertà o esclusione sociale che resta ancora superiore alla media
dell'Unione europea.
(6-00053) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Fenu, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà, Dell'Olio».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):prodotto interno lordo
crescita economica
sicurezza del lavoro
Nessun commento:
Posta un commento