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lunedì 27 giugno 2011

(Ricevo e volentieri pubblico) - I sistemi di videosorveglianza nella pa Il provvedimento generale dell'Autorità Garante dell'8 aprile 2010 in materia di videosorveglianza detta regole riservate anche ai soli soggetti pubblici. Difatti viene precisato che un ente può effettuare attività di videosorveglianza solo ed esclusivamente per svolgere funzioni istituzionali. Anche quando un'amministrazione ed in particolare un ente locale è titolare di compiti di sicurezza urbana, di pubblica sicurezza o prevenzione dei reati, per installare telecamere deve comunque ricorrere un'esigenza effettiva e proporzionata di prevenzione o repressione di pericoli concreti.

I sistemi di videosorveglianza nella pa

Il provvedimento generale dell'Autorità Garante dell'8 aprile 2010 in materia di videosorveglianza detta regole riservate anche ai soli soggetti pubblici. Difatti viene precisato che un ente può effettuare attività di videosorveglianza solo ed esclusivamente per svolgere funzioni istituzionali. 
Anche quando un'amministrazione ed in particolare un ente locale è titolare di compiti di sicurezza urbana, di  pubblica sicurezza o prevenzione dei reati, per installare telecamere deve comunque ricorrere un'esigenza effettiva e proporzionata di prevenzione o repressione di pericoli concreti.
D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.)
D.Lgs. 30-6-2003 n. 196
Codice in materia di protezione dei dati personali.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.
D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (1).
(commento di giurisprudenza)
Codice in materia di protezione dei dati personali (2).

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.
(2)   Per l'attuazione nelle pubbliche amministrazioni delle disposizioni contenute nel presente decreto, con particolare riguardo alla gestione delle risorse umane, vedi la Dir.Min. 11 febbraio 2005, n. 1/2005.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto l'articolo 1 della legge 24 marzo 2001, n. 127, recante delega al Governo per l'emanazione di un testo unico in materia di trattamento dei dati personali;
Visto l'articolo 26 della legge 3 febbraio 2003, n. 14,  recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee (legge comunitaria 2002);
Vista la legge 31 dicembre 1996, n. 675, e successive modificazioni;
Vista la legge 31 dicembre 1996, n. 676, recante delega al Governo in materia di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali;
Vista la direttiva 95/46/CE del 24 ottobre 1995,  del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione dei dati;
Vista la direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002,  del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 9 maggio 2003;
Sentito il Garante per la protezione dei dati personali;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 giugno 2003;
Sulla  proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la  funzione pubblica e del Ministro per le politiche comunitarie, di concerto con i Ministri della giustizia, dell'economia e delle finanze, degli affari esteri e delle comunicazioni;
Emana il seguente decreto legislativo:



Parte I - Disposizioni generali
TITOLO I
Princìpi generali.
1. Diritto alla protezione dei dati personali.
1. Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano (3).

(3) Comma così modificato prima dal comma 9 dell'art. 4, L. 4 marzo 2009, n. 15 e poi dalla lettera a) del comma 1 dell’art. 14, L. 4 novembre 2010, n. 183.


(commento di giurisprudenza)
2. Finalità.
1.  Il presente testo unico, di seguito denominato «codice», garantisce che  il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell'interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all'identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali.
2. Il  trattamento dei dati personali è disciplinato assicurando un elevato livello di tutela dei diritti e delle libertà di cui al comma 1 nel rispetto dei princìpi di semplificazione, armonizzazione ed efficacia delle modalità previste per il loro esercizio da parte degli interessati, nonché per l'adempimento degli obblighi da parte dei titolari del trattamento (4).

(4) Vedi, anche, il Provv. 19 giugno 2008.


3. Principio di necessità nel trattamento dei dati.
1.  I sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo l'utilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalità perseguite nei singoli casi possono essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalità che permettano di identificare l'interessato solo in caso di necessità.



(commento di giurisprudenza)
4. Definizioni.
1. Ai fini del presente codice si intende per:
a)  «trattamento», qualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza l'ausilio di strumenti elettronici, concernenti la raccolta, la registrazione, l'organizzazione, la conservazione, la consultazione, l'elaborazione, la modificazione, la selezione, l'estrazione, il raffronto, l'utilizzo, l'interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca di dati;
b)  «dato personale», qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale;
c) «dati identificativi», i dati personali che permettono l'identificazione diretta dell'interessato;
d)  «dati sensibili», i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale  ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale;
e) «dati giudiziari», i dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313,  in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la  qualità di imputato o di indagato ai sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale;
f) «titolare», la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo cui competono, anche unitamente ad altro titolare, le decisioni in ordine alle finalità, alle modalità del trattamento di dati personali e agli strumenti utilizzati, ivi compreso il profilo della sicurezza;
g)  «responsabile», la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati personali;
h) «incaricati», le persone fisiche autorizzate a compiere operazioni di trattamento dal titolare o dal responsabile;
i) «interessato», la persona fisica, la persona giuridica, l'ente o l'associazione cui si riferiscono i dati personali;
l)  «comunicazione», il dare conoscenza dei dati personali a uno o più soggetti determinati diversi dall'interessato, dal rappresentante del titolare nel territorio dello Stato, dal responsabile e dagli incaricati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
m) «diffusione», il dare conoscenza dei dati personali a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
n) «dato anonimo», il dato che in origine, o a seguito di trattamento, non può essere associato ad un interessato identificato o identificabile;
o) «blocco», la conservazione di dati personali con sospensione temporanea di ogni altra operazione del trattamento;
p) «banca di dati», qualsiasi complesso organizzato di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più siti;
q) «Garante», l'autorità di cui all'articolo 153, istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675.
2. Ai fini del presente codice si intende, inoltre, per:
a)  «comunicazione elettronica», ogni informazione scambiata o trasmessa tra un numero finito di soggetti tramite un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico. Sono escluse le informazioni trasmesse al pubblico tramite una rete di comunicazione elettronica, come parte di un servizio di radiodiffusione, salvo che le stesse informazioni siano collegate ad un abbonato o utente ricevente, identificato o identificabile;
b) «chiamata», la connessione istituita da un servizio telefonico accessibile al pubblico, che consente la comunicazione bidirezionale in tempo reale;
c) «reti di comunicazione elettronica», i sistemi di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o di instradamento e altre risorse che consentono di trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, incluse le reti satellitari,  le reti terrestri mobili e fisse a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto, compresa Internet, le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi per il  trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui sono utilizzati  per trasmettere i segnali, le reti televisive via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato;
d)  «rete pubblica di comunicazioni», una rete di comunicazioni elettroniche utilizzata interamente o prevalentemente per fornire servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico;
e)  «servizio di comunicazione elettronica», i servizi consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazioni elettroniche, compresi i servizi di telecomunicazioni e  i servizi di trasmissione nelle reti utilizzate per la diffusione circolare radiotelevisiva, nei limiti previsti dall'articolo 2, lettera c), della direttiva 2002/21/CE del 7 marzo 2002, del Parlamento europeo e del Consiglio;
f)  «abbonato», qualunque persona fisica, persona giuridica, ente o associazione parte di un contratto con un fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico per la fornitura di tali servizi, o comunque destinatario di tali servizi tramite schede prepagate;
g) «utente», qualsiasi persona fisica che utilizza un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico, per motivi privati o commerciali, senza esservi  necessariamente abbonata;
h) «dati  relativi al traffico», qualsiasi dato sottoposto a trattamento ai fini della trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica o della relativa fatturazione;
i)  «dati relativi all'ubicazione», ogni dato trattato in una rete di comunicazione elettronica che indica la posizione geografica dell'apparecchiatura terminale dell'utente di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico;
l)  «servizio a valore aggiunto», il servizio che richiede il trattamento dei dati relativi al traffico o dei dati relativi all'ubicazione diversi  dai dati relativi al traffico, oltre a quanto è necessario per la trasmissione di una comunicazione o della relativa fatturazione;
m)  «posta elettronica», messaggi contenenti testi, voci, suoni o immagini trasmessi attraverso una rete pubblica di comunicazione, che possono essere archiviati in rete o nell'apparecchiatura terminale ricevente, fino a che il ricevente non ne ha preso conoscenza.
3. Ai fini del presente codice si intende, altresì, per:
a)  «misure minime», il complesso delle misure tecniche, informatiche, organizzative, logistiche e procedurali di sicurezza che configurano il livello minimo di protezione richiesto in relazione ai rischi previsti nell'articolo 31;
b) «strumenti elettronici», gli  elaboratori, i programmi per elaboratori e qualunque dispositivo elettronico o comunque automatizzato con cui si effettua il trattamento;
c) «autenticazione informatica», l'insieme degli strumenti elettronici e delle procedure per la verifica anche indiretta dell'identità;
d)  «credenziali di autenticazione», i dati ed i dispositivi, in possesso di una persona, da questa conosciuti o ad essa univocamente correlati, utilizzati per l'autenticazione informatica;
e)  «parola chiave», componente di una credenziale di autenticazione associata ad una persona ed a questa nota, costituita da una sequenza di  caratteri o altri dati in forma elettronica;
f)  «profilo di autorizzazione», l'insieme delle informazioni, univocamente  associate ad una persona, che  consente di individuare a quali dati essa può accedere, nonché i trattamenti ad essa consentiti;
g)  «sistema di autorizzazione», l'insieme degli strumenti e delle procedure che abilitano l'accesso ai dati e alle modalità di trattamento  degli stessi, in funzione del profilo di autorizzazione del richiedente.
4. Ai fini del presente codice si intende per:
a) «scopi storici», le finalità di studio, indagine, ricerca e documentazione di figure, fatti e circostanze del passato;
b)  «scopi statistici», le finalità di indagine statistica o di produzione di risultati statistici, anche a mezzo di sistemi informativi statistici;
c) «scopi scientifici»,  le finalità  di studio e di indagine sistematica finalizzata allo sviluppo delle conoscenze scientifiche in uno specifico settore.



(commento di giurisprudenza)
5. Oggetto ed àmbito di applicazione.
1.  Il presente codice disciplina il trattamento di dati personali, anche detenuti all'estero, effettuato da chiunque è stabilito nel territorio dello Stato o in un luogo comunque soggetto alla sovranità dello Stato.
2.  Il presente codice si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è stabilito nel territorio di un Paese non appartenente all'Unione europea e impiega, per il trattamento, strumenti  situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli elettronici,  salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio  dell'Unione europea. In caso di applicazione del presente codice, il titolare del trattamento designa un proprio rappresentante stabilito nel  territorio dello Stato ai fini dell'applicazione della disciplina sul trattamento dei dati personali.
3. Il trattamento  di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente  personali è soggetto all'applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilità e di  sicurezza dei dati di cui agli articoli 15 e 31.
3-bis. Il  trattamento dei dati personali relativi a persone giuridiche, imprese, enti o associazioni effettuato nell’ambito di rapporti intercorrenti esclusivamente tra i medesimi soggetti per le finalità amministrativo - contabili, come definite all’articolo 34, comma 1-ter, non è soggetto all’applicazione del presente codice (5).

(5) Comma aggiunto dal numero 1) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


6. Disciplina del trattamento.
1.  Le disposizioni contenute nella presente Parte si applicano a tutti i trattamenti di dati, salvo quanto previsto, in relazione ad alcuni trattamenti, dalle disposizioni integrative o modificative della Parte II.



TITOLO II
Diritti dell'interessato.
(commento di giurisprudenza)
7. Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti.
1.  L'interessato ha diritto di ottenere la conferma dell'esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L'interessato ha diritto di ottenere l'indicazione:
a) dell'origine dei dati personali;
b) delle finalità e modalità del trattamento;
c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l'ausilio di strumenti elettronici;
d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell'articolo 5, comma 2;
e)  dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o  incaricati.
3. L'interessato ha diritto di ottenere:
a) l'aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l'integrazione dei dati;
b)  la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l'attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b)  sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L'interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b)  al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.



(commento di giurisprudenza)
8. Esercizio dei diritti.
1.  I diritti di cui all'articolo 7 sono esercitati con richiesta rivolta senza formalità al titolare o al responsabile, anche per il tramite di un incaricato, alla quale è fornito idoneo riscontro senza ritardo.
2.  I diritti di cui all'articolo 7 non possono essere esercitati con richiesta al titolare o al responsabile o con ricorso ai sensi dell'articolo 145, se i trattamenti di dati personali sono effettuati:
a) in base alle disposizioni del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, e successive modificazioni, in materia di riciclaggio;
b) in base alle disposizioni del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172, e successive modificazioni, in materia di sostegno alle vittime di richieste estorsive;
c) da Commissioni parlamentari d'inchiesta istituite ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione;
d)  da un soggetto pubblico, diverso dagli enti pubblici economici, in base  ad espressa disposizione di legge, per esclusive finalità inerenti alla  politica monetaria e valutaria, al sistema dei pagamenti, al controllo degli intermediari e dei mercati creditizi e finanziari, nonché alla tutela della loro stabilità;
e) ai sensi dell'articolo 24, comma 1, lettera f),  limitatamente al periodo durante il quale potrebbe derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni  difensive o per l'esercizio del diritto in sede giudiziaria;
f)  da fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico relativamente a comunicazioni telefoniche in entrata, salvo che  possa derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397;
g)  per ragioni di giustizia, presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado o il Consiglio superiore della magistratura o altri organi di autogoverno o il Ministero della giustizia;
h) ai sensi dell'articolo 53, fermo restando quanto previsto dalla legge 1° aprile 1981, n. 121.
3. Il Garante, anche su segnalazione dell'interessato, nei casi di cui al comma 2, lettere a), b), d), e) ed f), provvede nei modi di cui agli articoli 157, 158 e 159 e, nei casi di cui alle lettere c), g) ed h) del medesimo comma, provvede nei modi di cui all'articolo 160.
4.  L'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, quando non riguarda dati  di carattere oggettivo, può avere luogo salvo che concerna la rettificazione o l'integrazione di dati personali di tipo valutativo, relativi a giudizi, opinioni o ad altri apprezzamenti di tipo soggettivo, nonché l'indicazione di condotte da tenersi o di decisioni in via di assunzione da parte del titolare del trattamento.



9. Modalità di esercizio.
1.  La richiesta rivolta al titolare o al responsabile può essere trasmessa  anche mediante lettera raccomandata, telefax o posta elettronica. Il Garante può individuare altro idoneo sistema in riferimento a nuove soluzioni tecnologiche. Quando riguarda l'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, la richiesta può essere formulata anche oralmente e in tal caso è annotata sinteticamente a cura dell'incaricato  o del responsabile.
2. Nell'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7 l'interessato può conferire, per iscritto,  delega o procura a persone fisiche, enti, associazioni od organismi. L'interessato può, altresì, farsi assistere da una persona di fiducia.
3.  I diritti di cui all'articolo 7 riferiti a dati personali concernenti persone decedute possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell'interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione.
4. L'identità dell'interessato è verificata sulla base di idonei elementi di valutazione, anche mediante atti o documenti disponibili o esibizione o allegazione di copia di un documento di riconoscimento. La persona che agisce per conto dell'interessato esibisce o allega copia della procura,  ovvero della delega sottoscritta in presenza di un incaricato o sottoscritta e presentata unitamente a copia fotostatica non autenticata  di un documento di riconoscimento dell'interessato. Se l'interessato è una persona giuridica, un ente o un'associazione, la richiesta è avanzata dalla persona fisica legittimata in base ai rispettivi statuti od ordinamenti.
5. La richiesta di cui all'articolo 7, commi 1 e  2, è formulata liberamente e senza costrizioni e può essere rinnovata, salva l'esistenza di giustificati motivi, con intervallo non minore di novanta giorni.



(commento di giurisprudenza)
10. Riscontro all'interessato.
1.  Per garantire l'effettivo esercizio dei diritti di cui all'articolo 7 il titolare del trattamento è tenuto ad adottare idonee misure volte, in  particolare:
a) ad agevolare l'accesso ai  dati personali da parte dell'interessato, anche attraverso l'impiego di  appositi programmi per elaboratore finalizzati ad un'accurata selezione  dei dati che riguardano singoli interessati identificati o identificabili;
b) a semplificare le modalità e a ridurre i tempi per il riscontro al richiedente, anche nell'àmbito di uffici o servizi preposti alle relazioni con il pubblico.
2.  I dati sono estratti a cura del responsabile o degli incaricati e possono essere comunicati al richiedente anche oralmente, ovvero offerti  in visione mediante strumenti elettronici, sempre che in tali casi la comprensione dei dati sia agevole, considerata anche la qualità e la quantità delle informazioni. Se vi è richiesta, si provvede alla trasposizione dei dati su supporto cartaceo o informatico, ovvero alla loro trasmissione per via telematica.
3. Salvo che la richiesta sia riferita ad un particolare trattamento o a specifici dati personali o categorie di dati personali, il riscontro all'interessato comprende tutti i dati personali che riguardano l'interessato comunque trattati dal titolare. Se la richiesta è rivolta ad un esercente una professione sanitaria o ad un organismo sanitario si  osserva la disposizione di cui all'articolo 84, comma 1.
4.  Quando l'estrazione dei dati risulta particolarmente difficoltosa il riscontro alla richiesta dell'interessato può avvenire anche attraverso l'esibizione o la consegna in copia di atti e documenti contenenti i dati personali richiesti.
5. Il diritto di ottenere la comunicazione in forma intelligibile dei dati non riguarda dati personali relativi a terzi, salvo che la scomposizione dei dati trattati o la privazione di alcuni elementi renda incomprensibili i dati  personali relativi all'interessato.
6. La comunicazione dei dati è effettuata in forma intelligibile anche attraverso l'utilizzo di una grafia comprensibile. In caso di comunicazione di codici o sigle sono forniti, anche mediante gli incaricati, i parametri per la comprensione del relativo significato.
7. Quando, a seguito della richiesta di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, lettere a), b) e c)  non risulta confermata l'esistenza di dati che riguardano l'interessato, può essere chiesto un contributo spese non eccedente i costi effettivamente sopportati per la ricerca effettuata nel caso specifico.
8. Il contributo di cui al comma 7 non  può comunque superare l'importo determinato dal Garante con provvedimento di carattere generale, che può individuarlo forfettariamente in relazione al caso in cui i dati sono trattati con strumenti elettronici e la risposta è fornita oralmente. Con il medesimo  provvedimento il Garante può prevedere che il contributo possa essere chiesto quando i dati personali figurano su uno speciale supporto del quale è richiesta specificamente la riproduzione, oppure quando, presso uno o più titolari, si determina un notevole impiego di mezzi in relazione alla complessità o all'entità delle richieste ed è confermata l'esistenza di dati che riguardano l'interessato (6).
9.  Il contributo di cui ai commi 7 e 8 è corrisposto anche mediante versamento postale o bancario, ovvero mediante carta di pagamento o di credito, ove possibile all'atto della ricezione del riscontro e comunque  non oltre quindici giorni da tale riscontro.

(6) Per la determinazione del contributo di cui al presente comma vedi la Del. Garante protez. dati pers. 23 dicembre 2004, n. 14.


TITOLO III
Regole generali per il trattamento dei dati.
Capo I - Regole per tutti i trattamenti
(commento di giurisprudenza)
11. Modalità del trattamento e requisiti dei dati.
1. I dati personali oggetto di trattamento sono:
a) trattati in modo lecito e secondo correttezza;
b)  raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
c) esatti e, se necessario, aggiornati;
d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati;
e)  conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato  per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati.
2.  I dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati.



12. Codici di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove nell'àmbito delle categorie interessate, nell'osservanza del principio di rappresentatività e tenendo conto dei criteri direttivi delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa sul trattamento di dati personali, la sottoscrizione di codici di deontologia e di buona condotta per determinati settori, ne verifica la conformità alle leggi e ai regolamenti anche attraverso l'esame di osservazioni di soggetti interessati e contribuisce a garantirne la diffusione e il rispetto.
2. I codici sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana a cura del  Garante e, con decreto del Ministro della giustizia, sono riportati nell'allegato A) del presente codice (7).
3.  Il rispetto delle disposizioni contenute nei codici di cui al comma 1 costituisce condizione essenziale per la liceità e correttezza del trattamento dei dati personali effettuato da soggetti privati e pubblici.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche al codice di deontologia per i trattamenti di dati per finalità giornalistiche promosso dal Garante nei modi di cui  al comma 1 e all'articolo 139.

(7) Nell'allegato A al presente decreto è stato disposto l'inserimento dei seguenti codici di deontologia e di buona condotta:
-  per i trattamenti dati personali per scopi statistici e scientifici e per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti  al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, con D.M. 14 gennaio 2005 (Gazz. Uff. 29 gennaio 2005, n. 23);
- per i dati trattati per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, con D.M. 2 dicembre 2008 (Gazz. Uff. 24 dicembre 2008, n. 300).


13. Informativa.
1.  L'interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto circa:
a) le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati;
b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati;
c) le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere;
d)  i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono  essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili o incaricati, e l'àmbito di diffusione dei dati medesimi;
e) i diritti di cui all'articolo 7;
f)  gli estremi identificativi del titolare e, se designati, del rappresentante nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 5 e del  responsabile. Quando il titolare ha designato più responsabili è indicato almeno uno di essi, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalità attraverso le quali è conoscibile in modo agevole l'elenco aggiornato dei responsabili. Quando è stato designato un responsabile per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, è indicato tale responsabile.
2.  L'informativa di cui al comma 1 contiene anche gli elementi previsti da  specifiche disposizioni del presente codice e può non comprendere gli elementi già noti alla persona che fornisce i dati o la cui conoscenza può ostacolare in concreto l'espletamento, da parte di un soggetto pubblico, di funzioni ispettive o di controllo svolte per finalità di difesa o sicurezza dello Stato oppure di prevenzione, accertamento o repressione di reati.
3. Il Garante può individuare con proprio provvedimento modalità semplificate per l'informativa fornita in particolare da servizi telefonici di assistenza  e informazione al pubblico (8).
4.  Se i dati personali non sono raccolti presso l'interessato, l'informativa di cui al comma 1, comprensiva delle categorie di dati trattati, è data al medesimo interessato all'atto della registrazione dei dati o, quando è prevista la loro comunicazione, non oltre la prima comunicazione.
5. La disposizione di cui al comma 4 non si applica quando:
a) i dati sono trattati in base ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria;
b) i dati sono trattati ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento;
c)  l'informativa all'interessato comporta un impiego di mezzi che il Garante, prescrivendo eventuali misure appropriate, dichiari manifestamente sproporzionati rispetto al diritto tutelato, ovvero si riveli, a giudizio del Garante, impossibile (9).
5-bis.  L’informativa di cui al comma 1 non è dovuta in caso di ricezione di curricula spontaneamente trasmessi dagli interessati ai fini dell’eventuale instaurazione di un rapporto di lavoro. Al momento del primo contatto successivo all’invio del curriculum, il titolare è tenuto  a fornire all’interessato, anche oralmente, una informativa breve contenente almeno gli elementi di cui al comma 1, lettere a), d) ed f) (10).

(8) Con  Provv.Garante protez. dati pers. 19 luglio 2006 (Gazz. Uff. 8 agosto 2006, n. 183) è stata individuata l'informativa semplificata per i medici di base.
(9) Vedi, anche, il Provv.Garante protez. dati pers. 18 gennaio 2007 e il comma 1-bis dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207,  aggiunto dalla relativa legge di conversione. Per il differimento dell'adempimento degli obblighi di informativa previsti dal presente articolo vedi i commi 5 e 6 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(10) Comma aggiunto dal numero 2) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


14. Definizione di profili e della personalità dell'interessato.
1.  Nessun atto o provvedimento giudiziario o amministrativo che implichi una valutazione del comportamento umano può essere fondato unicamente su  un trattamento automatizzato di dati personali volto a definire il profilo o la personalità dell'interessato.
2. L'interessato può opporsi ad ogni altro tipo di determinazione adottata sulla base del trattamento di cui al comma 1, ai sensi dell'articolo 7, comma 4, lettera a), salvo che la determinazione sia stata adottata in occasione della conclusione o dell'esecuzione di un contratto, in accoglimento di una proposta dell'interessato o sulla base  di adeguate garanzie individuate dal presente codice o da un provvedimento del Garante ai sensi dell'articolo 17.



(commento di giurisprudenza)
15. Danni cagionati per effetto del trattamento.
1.  Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell'articolo 2050 del codice civile.
2. Il danno non patrimoniale è risarcibile anche in caso di violazione dell'articolo 11.



16. Cessazione del trattamento.
1. In caso di cessazione, per qualsiasi causa, di un trattamento i dati sono:
a) distrutti;
b)  ceduti ad altro titolare, purché destinati ad un trattamento in termini  compatibili agli scopi per i quali i dati sono raccolti;
c) conservati per fini esclusivamente personali e non destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione;
d)  conservati o ceduti ad altro titolare, per scopi storici, statistici o scientifici, in conformità alla legge, ai regolamenti, alla normativa comunitaria e ai codici di deontologia e di buona condotta sottoscritti ai sensi dell'articolo 12.
2. La cessione dei dati in violazione di quanto previsto dal comma 1, lettera b), o di altre disposizioni rilevanti in materia di trattamento dei dati personali è priva di effetti.



17. Trattamento che presenta rischi specifici.
1.  Il trattamento dei dati diversi da quelli sensibili e giudiziari che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell'interessato, in relazione alla natura dei dati o alle modalità del trattamento o agli effetti che può determinare,  è ammesso nel rispetto di misure ed accorgimenti a garanzia dell'interessato, ove prescritti.
2. Le misure e gli accorgimenti di cui al comma 1 sono prescritti dal Garante in applicazione dei princìpi sanciti dal presente codice, nell'àmbito di una verifica preliminare all'inizio del trattamento, effettuata anche in  relazione a determinate categorie di titolari o di trattamenti, anche a  seguito di un interpello del titolare (11).

(11) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo vedi il Provv.Garante protez. dati pers. 27 ottobre 2005 e il Provv. 17 gennaio 2008.


Capo II - Regole ulteriori per i soggetti pubblici
(commento di giurisprudenza)
18. Princìpi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici.
1. Le disposizioni del presente capo riguardano tutti i soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici.
2.  Qualunque trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è  consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali.
3.  Nel trattare i dati il soggetto pubblico osserva i presupposti e i limiti stabiliti dal presente codice, anche in relazione alla diversa natura dei dati, nonché dalla legge e dai regolamenti.
4.  Salvo quanto previsto nella Parte II per gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, i soggetti pubblici non devono richiedere il consenso dell'interessato.
5. Si osservano le disposizioni di cui all'articolo 25 in tema di comunicazione e diffusione.



(commento di giurisprudenza)
19. Princìpi applicabili al trattamento di dati diversi da quelli sensibili e giudiziari.
1.  Il trattamento da parte di un soggetto pubblico riguardante dati diversi da quelli sensibili e giudiziari è consentito, fermo restando quanto previsto dall'articolo 18, comma 2, anche in mancanza di una norma di legge o di regolamento che lo preveda espressamente.
2.  La comunicazione da parte di un soggetto pubblico ad altri soggetti pubblici è ammessa quando è prevista da una norma di legge o di regolamento. In mancanza di tale norma la comunicazione è ammessa quando  è comunque necessaria per lo svolgimento di funzioni istituzionali e può essere iniziata se è decorso il termine di cui all'articolo 39, comma 2, e non è stata adottata la diversa determinazione ivi indicata.
3.  La comunicazione da parte di un soggetto pubblico a privati o a enti pubblici economici e la diffusione da parte di un soggetto pubblico sono  ammesse unicamente quando sono previste da una norma di legge o di regolamento.
3-bis. Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione sono rese accessibili dall’amministrazione di appartenenza. Non sono invece ostensibili, se non nei casi previsti dalla legge, le notizie concernenti la natura delle infermità e degli impedimenti personali o familiari che causino l’astensione dal lavoro, nonché le componenti della valutazione o le notizie concernenti il rapporto di lavoro tra il predetto dipendente e l’amministrazione, idonee a rivelare taluna delle informazioni di cui all’articolo 4, comma  1, lettera d) (12).

(12) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell’art. 14, L. 4 novembre 2010, n. 183.


20. Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili.
1.  Il trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge nella quale sono specificati i tipi di dati che possono essere trattati e di operazioni eseguibili e le finalità di rilevante interesse pubblico perseguite.
2. Nei casi in cui una disposizione di legge specifica la finalità di rilevante interesse pubblico, ma non i  tipi di dati sensibili e di operazioni eseguibili, il trattamento è consentito solo in riferimento ai tipi di dati e di operazioni identificati e resi pubblici a cura dei soggetti che ne effettuano il trattamento, in relazione alle specifiche finalità perseguite nei singoli casi e nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 22, con atto di natura regolamentare adottato in conformità al parere espresso dal Garante ai sensi dell'articolo 154, comma 1, lettera g), anche su schemi tipo.
3.  Se il trattamento non è previsto espressamente da una disposizione di legge i soggetti pubblici possono richiedere al Garante l'individuazione  delle attività, tra quelle demandate ai medesimi soggetti dalla legge, che perseguono finalità di rilevante interesse pubblico e per le quali è  conseguentemente autorizzato, ai sensi dell'articolo 26, comma 2, il trattamento dei dati sensibili. Il trattamento è consentito solo se il soggetto pubblico provvede altresì a identificare e rendere pubblici i tipi di dati e di operazioni nei modi di cui al comma 2.
4. L'identificazione dei tipi di dati e di operazioni di cui ai commi 2 e 3 è aggiornata e integrata periodicamente (13).

(13) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo si è provveduto, per il Ministero degli affari esteri, con D.M. 23 giugno 2004, n. 225; per l'Istituto nazionale di fisica nucleare, con Provv. 16 dicembre 2005; per la Consob, con Del.Consob 8 febbraio 2006, n. 15318;  per il Garante per la protezione dei dati personali, con Del.Garante protez. dati pers. 29 dicembre 2005, n. 26; per l'ENIT, con D.M. 3 marzo 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 23 marzo 2006, n. 69); per l'Istituto nazionale di astrofisica, con Del. 8 novembre 2005, n. 98/2005 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 19 aprile 2006, n. 91); per il Ministero della difesa, con D.M. 13 aprile 2006, n. 203 (Gazz. Uff. 1° giugno 2006, n. 126); per la Corte dei conti, con Del.C.C. 10 maggio 2006, n. 2/2006/Del.; per il Consiglio superiore della magistratura, con Del.C.S.M. 10 maggio 2006; per
gli uffici della giustizia amministrativa, con Decr. 12 maggio 2006; per l'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) con Del. 16 giugno 2006, n. 216/06 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 24 luglio 2006, n. 170); per l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) con Comunicato 26 giugno 2006 (Gaz. Uff. 26 giugno 2006, n. 146); per il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste con Det. 14 luglio 2006, n. 4 (Gazz. Uff. 4 agosto 2006, n. 180); per l'Istituto nazionale per studio ed esperienze di architettura navale con Disp. 19 luglio 2006, n. 1 (Gazz. Uff. 27 luglio 2006, n. 173); per il Ministero dell'interno con D.M. 21 giugno 2006, n. 244 (Gazz. Uff. 9 agosto 2006, n. 184, n. S.O.); per l'Istituto di studi e analisi economica (ISAE) con D.M. 3 agosto 2006 (Gazz.Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura
(AGEA) con Del. 9 maggio 2006, n. 163 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per la Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. 30 novembre 2006, n. 312; per il Ministero della pubblica istruzione con D.M. 7 dicembre 2006, n. 305; per il Ministero della giustizia con D.M. 12 dicembre 2006, n. 306; per l'ENEA con D.M. 19 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 22 gennaio 2007, n. 17); per l'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M.) con Decr. 28 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per la Stazione zoologica «Anton Dohrn» di Napoli con Provv. 2 gennaio 2007 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per l'ISTAT con D.P.C.M. 26 ottobre 2006 (Gazz. Uff. 13 febbraio 2007, n. 36); per la magistratura militare con Del.C.M.M. 9 gennaio 2007; per il Ministero delle infrastrutture con D.M. 9 febbraio 2007, n. 21 (Gazz. Uff. 16 marzo 2007, n. 63); per
il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) con D.P.C.M. 28 dicembre 2006, n. 318; per il Ministero dell'università e della ricerca con D.M. 28 febbraio 2007, n. 54; per l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con Provv. 28 febbraio 2007 (Gazz. Uff. 27 aprile 2007, n. 97); per il Consiglio nazionale delle ricerche con Provv. 12 aprile 2007 (Gazz. Uff. 5 maggio 2007, n. 103); per il Ministero dello sviluppo economico con D.M. 7 marzo 2007, n. 58 (Gazz. Uff. 8 maggio 2007, n. 105); per il Ministero del commercio internazionale con D.M. 12 marzo 2007, n. 59 (Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per l'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) con D.M. 10 aprile 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria con Decr. 3 aprile
2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per l'Automobile Club d'Italia e gli Automobile Club provinciali e locali con Comunicato 31 maggio 2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per il Ministero delle comunicazioni con D.M. 7 maggio 2007, n. 69 (Gazz. Uff. 12 giugno 2007, n. 134); per l'Avvocatura generale dello Stato e le Avvocature distrettuali con D.P.C.M. 30 marzo 2007, n. 71 (Gazz. Uff. 14 giugno 2007, n. 136); per il Ministero della solidarietà sociale con D.M. 4 maggio 2007, n. 80 (Gazz. Uff. 23 giugno 2007, n. 144); per l'Istituto italiano di medicina sociale con D.M. 17 aprile 2007 (Gazz. Uff. 13 luglio 2007, n. 161); per il Ministero dei trasporti con D.M. 16 maggio 2007, n. 100 (Gazz. Uff. 19 luglio 2007, n. 166); per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con D.M. 22 maggio 2007, n. 105 (Gazz. Uff. 24 luglio 2007, n. 170); per l'Autorità di
bacino del fiume Arno con Del. 19 giugno 2007, n. 203 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 31 luglio 2007, n. 176); per l'Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM) con Decr. 19 luglio 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 agosto 2007, n. 181); per l'Istituto Superiore di Sanità con Decr. 17 luglio 2007 (Gazz. Uff. 25 agosto 2007, n. 197, S.O.); per l'Autorità di bacino del fiume Serchio con Del. 19 giugno 2007, n. 160 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 28 agosto 2007, n. 199); per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) con D.M. 6 agosto 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 15 settembre 2007, n. 215); per l'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici con Comunicato 6 ottobre 2007 (Gazz. Uff. 6
ottobre 2007, n. 233); per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale con D.M. 3 agosto 2007, n. 168 (Gazz. Uff. 15 ottobre 2007, n. 240); per l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) con D.M. 17 settembre 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 ottobre 2007, n. 242);  per l'Autorità di bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno con Del. 19 giugno 2007, n. 6 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 18 ottobre 2007, n. 243);  per il Ministero per i beni e le attività culturali con D.M. 28 agosto 2007, n. 173; per l'Autorità di bacino dei fiumi Isonzo,Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione con Del. 19 giugno 2007, n. 7 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 novembre 2007, n. 268); per il Ministero della politiche agricole alimentari e forestali con D.M. 12 novembre 2007, n. 241 (Gazz. Uff. 22 dicembre 2007, n.
297); per il Ministero dell'economia e delle finanze con D.M. 29 novembre 2007, n. 255 (Gazz. Uff. 9 gennaio 2008, n. 7, S.O.); per l'Ente Irriguo Umbro-Toscano di Arezzo con D.M. 8 gennaio 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 febbraio 2008, n. 31); per il Ministero della salute con D.M. 12 dicembre 2007, n. 277 (Gazz. Uff. 18 marzo 2008, n. 66, S.O.); per l'Agenzia del territorio con Provv. 30 aprile 2008 (pubblicato nel sito internet dell'Agenzia del territorio il 9 maggio 2008); per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) con D.M. 29 aprile 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 10 giugno 2008, n. 134); per l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) con Comunicato 14 agosto 2008 (Gazz. Uff. 14 agosto 2008, n. 190); per l'Agenzia delle entrate con Provv. 22 gennaio 2008 (pubblicato nel sito
internet dell'Agenzia delle entrate il 21 maggio 2008); per l'Agenzia delle dogane con Reg. 1 aprile 2009; per la Banca d'Italia e la UIF con Reg. 22 marzo 2011.


21. Princìpi applicabili al trattamento di dati giudiziari.
1.  Il trattamento di dati giudiziari da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le finalità di rilevante interesse pubblico del trattamento, i tipi di dati trattati e di operazioni eseguibili.
2. Le disposizioni di cui all'articolo 20, commi 2 e 4, si applicano anche al trattamento dei dati giudiziari (14).

(14) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo si è provveduto, per il Ministero degli affari esteri, con D.M. 23 giugno 2004, n. 225; per l'Istituto nazionale di fisica nucleare, con Provv. 16 dicembre 2005; per la Consob, con Del.Consob 8 febbraio 2006, n. 15318;  per il Garante per la protezione dei dati personali, con Del.Garante protez. dati pers. 29 dicembre 2005, n. 26; per l'ENIT, con D.M. 3 marzo 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 23 marzo 2006, n. 69); per l'Istituto nazionale di astrofisica, con Del. 8 novembre 2005, n. 98/2005 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 19 aprile 2006, n. 91); per il Ministero della difesa, con D.M. 13 aprile 2006, n. 203 (Gazz. Uff. 1° giugno 2006, n. 126); per la Corte dei conti, con Del.C.C. 10 maggio 2006, n. 2/2006/Del.; per il Consiglio superiore della magistratura, con Del.C.S.M. 10 maggio 2006; per
gli uffici della giustizia amministrativa, con Decr. 12 maggio 2006; per l'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) con Del. 16 giugno 2006, n. 216/06 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 24 luglio 2006, n. 170); per l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) con Comunicato 26 giugno 2006 (Gaz. Uff. 26 giugno 2006, n. 146); per il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste con Det. 14 luglio 2006, n. 4 (Gazz. Uff. 4 agosto 2006, n. 180); per l'Istituto nazionale per studio ed esperienze di architettura navale con Disp. 19 luglio 2006, n. 1 (Gazz. Uff. 27 luglio 2006, n. 173); per il Ministero dell'interno con D.M. 21 giugno 2006, n. 244 (Gazz. Uff. 9 agosto 2006, n. 184, n. S.O.); per l'Istituto di studi e di analisi economica (ISAE) con D.M. 3 agosto 2006 (Gazz.Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura
(AGEA) con Del. 9 maggio 2006, n. 163 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per la Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. 30 novembre 2006, n. 312; per il Ministero della pubblica istruzione con D.M. 7 dicembre 2006, n. 305; per il Ministero della giustizia con D.M. 12 dicembre 2006, n. 306; per l'ENEA con D.M. 19 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 22 gennaio 2007, n. 17); per l'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M.) con Decr. 28 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per la Stazione zoologica «Anton Dohrn» di Napoli con Provv. 2 gennaio 2007 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per l'ISTAT con D.P.C.M. 26 ottobre 2006 (Gazz. Uff. 13 febbraio 2007, n. 36); per la magistratura militare con Del.C.M.M. 9 gennaio 2007; per il Ministero delle infrastrutture con D.M. 9 febbraio 2007, n. 21 (Gazz. Uff. 16 marzo 2007, n. 63); per
il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) con D.P.C.M. 28 dicembre 2006, n. 318; per il Ministero dell'università e della ricerca con D.M. 28 febbraio 2007, n. 54; per l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con Provv. 28 febbraio 2007 (Gazz. Uff. 27 aprile 2007, n. 97); per il Consiglio nazionale delle ricerche con Provv. 12 aprile 2007 (Gazz. Uff. 5 maggio 2007, n. 103); per il Ministero dello sviluppo economico con D.M. 7 marzo 2007, n. 58 (Gazz. Uff. 8 maggio 2007, n. 105); per il Ministero del commercio internazionale con D.M. 12 marzo 2007, n. 59 (Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per l'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) con D.M. 10 aprile 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria con Decr. 3 aprile
2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per l'Automobile Club d'Italia e gli Automobile Club provinciali e locali con Comunicato 31 maggio 2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per il Ministero delle comunicazioni con D.M. 7 maggio 2007, n. 69 (Gazz. Uff. 12 giugno 2007, n. 134); per l'Avvocatura generale dello Stato e le Avvocature distrettuali con D.P.C.M. 30 marzo 2007, n. 71 (Gazz. Uff. 14 giugno 2007, n. 136); per il Ministero della solidarietà sociale con D.M. 4 maggio 2007, n. 80 (Gazz. Uff. 23 giugno 2007, n. 144); per l'Istituto italiano di medicina sociale con D.M. 17 aprile 2007 (Gazz. Uff. 13 luglio 2007, n. 161); per il Ministero dei trasporti con D.M. 16 maggio 2007, n. 100 (Gazz. Uff. 19 luglio 2007, n. 166); per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con D.M. 22 maggio 2007, n. 105 (Gazz. Uff. 24 luglio 2007, n. 170); per l'Autorità di
bacino del fiume Arno con Del. 19 giugno 2007, n. 203 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 31 luglio 2007, n. 176); per l'Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM) con Decr. 19 luglio 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 agosto 2007, n. 181); per l'Istituto Superiore di Sanità con Decr. 17 luglio 2007 (Gazz. Uff. 25 agosto 2007, n. 197, S.O.); per l'Autorità di bacino del fiume Serchio con Del. 19 giugno 2007, n. 160 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 28 agosto 2007, n. 199); per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) con D.M. 6 agosto 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 15 settembre 2007, n. 215); per l'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici con Comunicato 6 ottobre 2007 (Gazz. Uff. 6
ottobre 2007, n. 233); per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale con D.M. 3 agosto 2007, n. 168 (Gazz. Uff. 15 ottobre 2007, n. 240); per l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) con D.M. 17 settembre 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 ottobre 2007, n. 242);  per l'Autorità di bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno con Del. 19 giugno 2007, n. 6 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 18 ottobre 2007, n. 243);  per il Ministero per i beni e le attività culturali con D.M. 28 agosto 2007, n. 173; per l'Autorità di bacino dei fiumi Isonzo,Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione con Del. 19 giugno 2007, n. 7 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 novembre 2007, n. 268); per il Ministero della politiche agricole alimentari e forestali con D.M. 12 novembre 2007, n. 241 (Gazz. Uff. 22 dicembre 2007, n.
297); per il Ministero dell'economia e delle finanze con D.M. 29 novembre 2007, n. 255 (Gazz. Uff. 9 gennaio 2008, n. 7, S.O.); per l'Ente Irriguo Umbro-Toscano di Arezzo con D.M. 8 gennaio 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 febbraio 2008, n. 31); per il Ministero della salute con D.M. 12 dicembre 2007, n. 277 (Gazz. Uff. 18 marzo 2008, n. 66, S.O.); per l'Agenzia del territorio con Provv. 30 aprile 2008 (pubblicato nel sito internet dell'Agenzia del territorio il 9 maggio 2008); per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) con D.M. 29 aprile 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 10 giugno 2008, n. 134); per l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) con Comunicato 14 agosto 2008 (Gazz. Uff. 14 agosto 2008, n. 190); per l'Agenzia delle entrate con Provv. 22 gennaio 2008 (pubblicato nel sito
internet dell'Agenzia delle entrate il 21 maggio 2008); per l'Agenzia delle dogane con Reg. 1 aprile 2009; per la Banca d'Italia e la UIF con Reg. 22 marzo 2011.


(commento di giurisprudenza)
22. Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili e giudiziari.
1.  I soggetti pubblici conformano il trattamento dei dati sensibili e giudiziari secondo modalità volte a prevenire violazioni dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità dell'interessato.
2.  Nel fornire l'informativa di cui all'articolo 13 i soggetti pubblici fanno espresso riferimento alla normativa che prevede gli obblighi o i compiti in base alla quale è effettuato il trattamento dei dati sensibili e giudiziari.
3. I soggetti pubblici possono trattare solo i dati sensibili e giudiziari indispensabili per svolgere attività istituzionali che non possono essere adempiute, caso per caso, mediante il trattamento di dati anonimi o di dati personali di  natura diversa.
4. I dati sensibili e giudiziari sono raccolti, di regola, presso l'interessato.
5. In applicazione dell'articolo 11, comma 1, lettere c), d) ed e),  i soggetti pubblici verificano periodicamente l'esattezza e l'aggiornamento dei dati sensibili e giudiziari, nonché la loro pertinenza, completezza, non eccedenza e indispensabilità rispetto alle finalità perseguite nei singoli casi, anche con riferimento ai dati che l'interessato fornisce di propria iniziativa. Al fine di assicurare che i  dati sensibili e giudiziari siano indispensabili rispetto agli obblighi  e ai compiti loro attribuiti, i soggetti pubblici valutano specificamente il rapporto tra i dati e gli adempimenti. I dati che, anche a seguito delle verifiche, risultano eccedenti o non pertinenti o non indispensabili non possono essere utilizzati, salvo che per l'eventuale conservazione, a norma di legge, dell'atto o del documento che li contiene. Specifica attenzione è prestata per la verifica
dell'indispensabilità dei dati sensibili e giudiziari riferiti a soggetti diversi da quelli cui si riferiscono direttamente le prestazioni o gli adempimenti.
6. I dati sensibili e giudiziari contenuti in elenchi, registri o banche di dati, tenuti con l'ausilio di strumenti elettronici, sono trattati con tecniche di cifratura o mediante l'utilizzazione di codici identificativi o di altre soluzioni che, considerato il numero e la natura dei dati trattati, li rendono temporaneamente inintelligibili anche a chi è autorizzato ad accedervi e permettono di identificare gli interessati solo in caso di necessità.
7. I dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale sono conservati separatamente da altri dati personali trattati per finalità che non richiedono il loro utilizzo. I medesimi dati sono trattati con le modalità di cui al comma 6 anche quando sono tenuti in elenchi, registri  o banche di dati senza l'ausilio di strumenti elettronici.
8. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non possono essere diffusi.
9.  Rispetto ai dati sensibili e giudiziari indispensabili ai sensi del comma 3, i soggetti pubblici sono autorizzati ad effettuare unicamente le operazioni di trattamento indispensabili per il perseguimento delle finalità per le quali il trattamento è consentito, anche quando i dati sono raccolti nello svolgimento di compiti di vigilanza, di controllo o ispettivi.
10. I dati sensibili e giudiziari non possono essere trattati nell'àmbito di test psico-attitudinali volti a definire il profilo o la personalità dell'interessato. Le operazioni di raffronto tra dati sensibili e giudiziari, nonché i trattamenti di dati sensibili e giudiziari ai sensi dell'articolo 14, sono effettuati solo previa annotazione scritta dei motivi.
11. In ogni caso, le operazioni e i trattamenti di cui al comma 10, se effettuati utilizzando banche di dati di diversi titolari, nonché la diffusione dei dati sensibili e giudiziari, sono ammessi solo se previsti da espressa disposizione di legge.
12. Le disposizioni di cui al presente articolo recano princìpi applicabili,  in conformità ai rispettivi ordinamenti, ai trattamenti disciplinati dalla Presidenza della Repubblica, dalla Camera dei deputati, dal Senato  della Repubblica e dalla Corte costituzionale.



Capo III - Regole ulteriori per privati ed enti pubblici economici
(commento di giurisprudenza)
23. Consenso.
1.  Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici  economici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato.
2. Il consenso può riguardare l'intero trattamento ovvero una o più operazioni dello stesso.
3.  Il consenso è validamente prestato solo se è espresso liberamente e specificamente in riferimento ad un trattamento chiaramente individuato,  se è documentato per iscritto, e se sono state rese all'interessato le informazioni di cui all'articolo 13.
4. Il consenso è manifestato in forma scritta quando il trattamento riguarda dati sensibili (15).

(15) Vedi, anche, il comma 1-bis dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


(commento di giurisprudenza)
24. Casi nei quali può essere effettuato il trattamento senza consenso.
1. Il consenso non è richiesto, oltre che nei casi previsti nella Parte II, quando il trattamento:
a) è necessario per adempiere ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria;
b)  è necessario per eseguire obblighi derivanti da un contratto del quale è  parte l'interessato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dell'interessato;
c)  riguarda dati provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque, fermi restando i limiti e le modalità che le leggi, i regolamenti o la normativa comunitaria stabiliscono per  la conoscibilità e pubblicità dei dati;
d)  riguarda dati relativi allo svolgimento di attività economiche, trattati nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
e) è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di un  terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
f) con esclusione della diffusione, è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
g)  con esclusione della diffusione, è necessario, nei casi individuati dal  Garante sulla base dei princìpi sanciti dalla legge, per perseguire un legittimo interesse del titolare o di un terzo destinatario dei dati, qualora non prevalgano i diritti e le libertà fondamentali, la dignità o  un legittimo interesse dell'interessato (16);
h)  con esclusione della comunicazione all'esterno e della diffusione, è effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, in riferimento a soggetti che hanno con essi contatti regolari o ad aderenti, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dall'atto costitutivo, dallo statuto  o dal contratto collettivo, e con modalità di utilizzo previste espressamente con determinazione resa nota agli interessati all'atto dell'informativa ai sensi dell'articolo 13;
i) è necessario, in conformità ai rispettivi codici di deontologia di cui all'allegato A),  per esclusivi scopi scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi storici presso archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490,  di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici, presso altri archivi privati;
i-bis) riguarda dati contenuti nei curricula, nei casi di cui all’articolo 13, comma 5-bis (17);
i-ter)  con esclusione della diffusione e fatto salvo quanto previsto dall’articolo 130 del presente codice, riguarda la comunicazione di dati  tra società, enti o associazioni con società controllanti, controllate o  collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile ovvero con società sottoposte a comune controllo, nonché tra consorzi, reti di imprese e raggruppamenti e associazioni temporanei di imprese con i soggetti ad essi aderenti, per le finalità amministrativo contabili, come definite all'articolo 34, comma 1-ter, e purché queste finalità siano previste espressamente con determinazione resa nota agli interessati all’atto dell’informativa di cui all’articolo 13 (18).

(16) Lettera così modificata dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.
(17) Lettera aggiunta dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.
(18) Lettera aggiunta dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


25. Divieti di comunicazione e diffusione.
1. La comunicazione e la diffusione sono vietate, oltre che in caso di divieto disposto dal Garante o dall'autorità giudiziaria:
a)  in riferimento a dati personali dei quali è stata ordinata la cancellazione, ovvero quando è decorso il periodo di tempo indicato nell'articolo 11, comma 1, lettera e);
b) per finalità diverse da quelle indicate nella notificazione del trattamento, ove prescritta.
2.  È fatta salva la comunicazione o diffusione di dati richieste, in conformità alla legge, da forze di polizia, dall'autorità giudiziaria, da organismi di informazione e sicurezza o da altri soggetti pubblici ai  sensi dell'articolo 58, comma 2, per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione di reati.



(commento di giurisprudenza)
26. Garanzie per i dati sensibili.
1.  I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dell'interessato e previa autorizzazione del Garante, nell'osservanza dei presupposti e dei limiti stabiliti dal presente codice, nonché dalla legge e dai regolamenti.
2. Il Garante comunica la decisione adottata sulla richiesta di autorizzazione entro quarantacinque giorni, decorsi i quali la mancata pronuncia equivale a rigetto. Con il provvedimento di autorizzazione, ovvero successivamente, anche sulla base di eventuali verifiche, il Garante può prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dell'interessato, che il titolare del trattamento è tenuto ad adottare.
3. Il comma 1 non si applica al trattamento:
a)  dei dati relativi agli aderenti alle confessioni religiose e ai soggetti che con riferimento a finalità di natura esclusivamente religiosa hanno contatti regolari con le medesime confessioni, effettuato dai relativi organi, ovvero da enti civilmente riconosciuti, sempre che i dati non siano diffusi o comunicati fuori delle medesime confessioni. Queste ultime determinano idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, nel rispetto dei princìpi indicati al riguardo con autorizzazione del Garante;
b) dei dati riguardanti l'adesione di associazioni od organizzazioni a carattere sindacale o di categoria ad altre associazioni, organizzazioni  o confederazioni a carattere sindacale o di categoria;
b-bis) dei dati contenuti nei curricula, nei casi di cui all’articolo 13, comma 5-bis (19).
4. I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento anche senza consenso, previa autorizzazione del Garante:
a)  quando il trattamento è effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ivi compresi partiti e movimenti politici, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dall'atto costitutivo, dallo statuto o dal contratto collettivo, relativamente ai dati personali degli aderenti o dei soggetti che in relazione a tali finalità hanno contatti regolari con l'associazione, ente od organismo, sempre che i dati non siano comunicati all'esterno o diffusi e l'ente, associazione od organismo determini idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, prevedendo espressamente le modalità di utilizzo dei dati con determinazione resa nota agli interessati all'atto dell'informativa ai sensi dell'articolo 13;
b) quando il trattamento è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di un terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare,  da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
c) quando il trattamento è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento. Se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, il diritto  deve essere di rango pari a quello dell'interessato, ovvero consistente  in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile;
d) quando è necessario per adempiere a specifici obblighi o compiti previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria per la gestione del rapporto di lavoro, anche in materia di igiene e sicurezza del lavoro e della popolazione e di previdenza e assistenza, nei limiti previsti dall'autorizzazione e ferme restando le disposizioni  del codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 111.
5. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non possono essere diffusi.

(19) Lettera aggiunta dal numero 4) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


27. Garanzie per i dati giudiziari.
1.  Il trattamento di dati giudiziari da parte di privati o di enti pubblici economici è consentito soltanto se autorizzato da espressa disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le rilevanti finalità di interesse pubblico del trattamento, i tipi di dati  trattati e di operazioni eseguibili.



TITOLO IV
Soggetti che effettuano il trattamento.
28. Titolare del trattamento.
1.  Quando il trattamento è effettuato da una persona giuridica, da una pubblica amministrazione o da un qualsiasi altro ente, associazione od organismo, titolare del trattamento è l'entità nel suo complesso o l'unità od organismo periferico che esercita un potere decisionale del tutto autonomo sulle finalità e sulle modalità del trattamento, ivi compreso il profilo della sicurezza.



29. Responsabile del trattamento.
1. Il responsabile è designato dal titolare facoltativamente.
2.  Se designato, il responsabile è individuato tra soggetti che per esperienza, capacità ed affidabilità forniscano idonea garanzia del pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di trattamento, ivi  compreso il profilo relativo alla sicurezza.
3. Ove necessario per esigenze organizzative, possono essere designati responsabili più soggetti, anche mediante suddivisione di compiti.
4. I compiti affidati al responsabile sono analiticamente specificati per iscritto dal titolare.
5.  Il responsabile effettua il trattamento attenendosi alle istruzioni impartite dal titolare il quale, anche tramite verifiche periodiche, vigila sulla puntuale osservanza delle disposizioni di cui al comma 2 e delle proprie istruzioni.



30. Incaricati del trattamento.
1.  Le operazioni di trattamento possono essere effettuate solo da incaricati che operano sotto la diretta autorità del titolare o del responsabile, attenendosi alle istruzioni impartite.
2.  La designazione è effettuata per iscritto e individua puntualmente l'àmbito del trattamento consentito. Si considera tale anche la documentata preposizione della persona fisica ad una unità per la quale è  individuato, per iscritto, l'àmbito del trattamento consentito agli addetti all'unità medesima.



TITOLO V
Sicurezza dei dati e dei sistemi.
Capo I - Misure di sicurezza
31. Obblighi di sicurezza.
1.  I dati personali oggetto di trattamento sono custoditi e controllati, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo da ridurre al minimo, mediante l'adozione di idonee  e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.



32. Particolari titolari.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico adotta ai sensi dell'articolo 31 idonee misure tecniche e organizzative adeguate al rischio esistente, per salvaguardare la sicurezza dei suoi servizi, l'integrità dei dati relativi al traffico, dei dati relativi all'ubicazione e delle comunicazioni elettroniche rispetto ad ogni forma di utilizzazione o cognizione non consentita.
2.  Quando la sicurezza del servizio o dei dati personali richiede anche l'adozione di misure che riguardano la rete, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico adotta tali misure congiuntamente con il fornitore della rete pubblica di comunicazioni. In  caso di mancato accordo, su richiesta di uno dei fornitori, la controversia è definita dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni secondo le modalità previste dalla normativa vigente.
3.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico informa gli abbonati e, ove possibile, gli utenti, se sussiste  un particolare rischio di violazione della sicurezza della rete, indicando, quando il rischio è al di fuori dell'àmbito di applicazione delle misure che il fornitore stesso è tenuto ad adottare ai sensi dei commi 1 e 2, tutti i possibili rimedi e i relativi costi presumibili. Analoga informativa è resa al Garante e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.



Capo II - Misure minime di sicurezza
33. Misure minime.
1.  Nel quadro dei più generali obblighi di sicurezza di cui all'articolo 31, o previsti da speciali disposizioni, i titolari del trattamento sono  comunque tenuti ad adottare le misure minime individuate nel presente capo o ai sensi dell'articolo 58, comma 3, volte ad assicurare un livello minimo di protezione dei dati personali (20).

(20) Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


34. Trattamenti con strumenti elettronici.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato con strumenti elettronici è  consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nell'allegato B), le seguenti misure minime :
a) autenticazione informatica;
b) adozione di procedure di gestione delle credenziali di autenticazione;
c) utilizzazione di un sistema di autorizzazione;
d)  aggiornamento periodico dell'individuazione dell'àmbito del trattamento  consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici;
e)  protezione degli strumenti elettronici e dei dati rispetto a trattamenti illeciti di dati, ad accessi non consentiti e a determinati programmi informatici;
f) adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza, il ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi;
g) tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza;
h)  adozione di tecniche di cifratura o di codici identificativi per determinati trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale effettuati da organismi sanitari.
1-bis.  Per i soggetti che trattano soltanto dati personali non sensibili e che  trattano come unici dati sensibili e giudiziari quelli relativi ai propri dipendenti e collaboratori, anche se extracomunitari, compresi quelli relativi al coniuge e ai parenti, la tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza è sostituita dall’obbligo di autocertificazione, resa dal titolare del trattamento ai sensi dell’ articolo 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,  di trattare soltanto tali dati in osservanza delle misure minime di sicurezza previste dal presente codice e dal disciplinare tecnico contenuto nell’allegato B). In relazione a tali trattamenti, nonché a trattamenti comunque effettuati per correnti finalità amministrativo-contabili, in particolare presso piccole e medie imprese,  liberi professionisti e
artigiani, il Garante, sentiti il Ministro per la semplificazione normativa e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, individua con proprio provvedimento, da  aggiornare periodicamente, modalità semplificate di applicazione del disciplinare tecnico contenuto nel citato allegato B) in ordine all’adozione delle misure minime di cui al comma 1 (21).
1-ter.  Ai fini dell’applicazione delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali, i trattamenti effettuati per finalità amministrativo-contabili sono quelli connessi allo svolgimento delle attività di natura organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile, a prescindere dalla natura dei dati trattati. In particolare,  perseguono tali finalità le attività organizzative interne, quelle funzionali all’adempimento di obblighi contrattuali e precontrattuali, alla gestione del rapporto di lavoro in tutte le sue fasi, alla tenuta della contabilità e all’applicazione delle norme in materia fiscale, sindacale, previdenziale-assistenziale, di salute, igiene e sicurezza sul lavoro (22).

(21) Gli attuali commi 1-bis e 1-ter così sostituiscono l’originario comma 1-bis ai sensi di quanto disposto dal numero 5) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70. Precedentemente, il suddetto comma 1-bis era stato aggiunto dall'art. 29, comma 1, D.L. 25 giugno 2008, n. 112,  come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, il comma 2 dello stesso articolo 29. In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il Provv. 27 novembre 2008. Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(22) Gli attuali commi 1-bis e 1-ter così sostituiscono l’originario comma 1-bis ai sensi di quanto disposto dal numero 5) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


35. Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato senza l'ausilio di strumenti elettronici è consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nell'allegato B), le seguenti misure minime:
a)  aggiornamento periodico dell'individuazione dell'àmbito del trattamento  consentito ai singoli incaricati o alle unità organizzative;
b)  previsione di procedure per un'idonea custodia di atti e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento dei relativi compiti;
c)  previsione di procedure per la conservazione di determinati atti in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalità di accesso finalizzata all'identificazione degli incaricati (23).

(23) Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


36. Adeguamento.
1. Il disciplinare tecnico di cui all'allegato B),  relativo alle misure minime di cui al presente capo, è aggiornato periodicamente con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro per le innovazioni e le tecnologie e il Ministro per la semplificazione normativa, in relazione all'evoluzione tecnica e all'esperienza maturata nel settore (24).

(24) Comma così modificato dal comma 5-bis dell'art. 29, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


TITOLO VI
Adempimenti
37. Notificazione del trattamento.
1. Il titolare notifica al Garante il trattamento di dati personali cui intende procedere, solo se il trattamento riguarda:
a)  dati genetici, biometrici o dati che indicano la posizione geografica di persone od oggetti mediante una rete di comunicazione elettronica;
b)  dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, trattati a  fini di procreazione assistita, prestazione di servizi sanitari per via  telematica relativi a banche di dati o alla fornitura di beni, indagini  epidemiologiche, rilevazione di malattie mentali, infettive e diffusive, sieropositività, trapianto di organi e tessuti e monitoraggio  della spesa sanitaria;
c) dati idonei a rivelare la vita sessuale o la sfera psichica trattati da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale;
d)  dati trattati con l'ausilio di strumenti elettronici volti a definire il profilo o la personalità dell'interessato, o ad analizzare abitudini o  scelte di consumo, ovvero a monitorare l'utilizzo di servizi di comunicazione elettronica con esclusione dei trattamenti tecnicamente indispensabili per fornire i servizi medesimi agli utenti;
e)  dati sensibili registrati in banche di dati a fini di selezione del personale per conto terzi, nonché dati sensibili utilizzati per sondaggi  di opinione, ricerche di mercato e altre ricerche campionarie;
f)  dati registrati in apposite banche di dati gestite con strumenti elettronici e relative al rischio sulla solvibilità economica, alla situazione patrimoniale, al corretto adempimento di obbligazioni, a comportamenti illeciti o fraudolenti.
1-bis.  La notificazione relativa al trattamento dei dati di cui al comma 1 non  è dovuta se relativa all'attività dei medici di famiglia e dei pediatri  di libera scelta, in quanto tale funzione è tipica del loro rapporto professionale con il Servizio sanitario nazionale (25).
2.  Il Garante può individuare altri trattamenti suscettibili di recare pregiudizio ai diritti e alle libertà dell'interessato, in ragione delle  relative modalità o della natura dei dati personali, con proprio provvedimento adottato anche ai sensi dell'articolo 17. Con analogo provvedimento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana il Garante può anche individuare, nell'àmbito dei trattamenti di cui al comma 1, eventuali trattamenti non suscettibili di recare detto pregiudizio e pertanto sottratti all'obbligo di notificazione (26).
3. La notificazione è effettuata con unico atto anche quando il trattamento comporta il trasferimento all'estero dei dati.
4.  Il Garante inserisce le notificazioni ricevute in un registro dei trattamenti accessibile a chiunque e determina le modalità per la sua consultazione gratuita per via telematica, anche mediante convenzioni con soggetti pubblici o presso il proprio Ufficio. Le notizie accessibili tramite la consultazione del registro possono essere trattate per esclusive finalità di applicazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali.

(25) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(26)   Con Del.Garante protez. dati pers. 31 marzo 2004, n. 1 (Gazz. Uff. 6 aprile 2004, n. 81) sono stati individuati i casi da sottrarre all'obbligo di notificazione al Garante.


38. Modalità di notificazione.
1.  La notificazione del trattamento è presentata al Garante prima dell'inizio del trattamento ed una sola volta, a prescindere dal numero delle operazioni e della durata del trattamento da effettuare, e può anche riguardare uno o più trattamenti con finalità correlate.
2.  La notificazione è validamente effettuata solo se è trasmessa attraverso il sito del Garante, utilizzando l'apposito modello, che contiene la richiesta di fornire tutte e soltanto le seguenti informazioni:
a) le coordinate identificative del titolare del trattamento e, eventualmente, del suo rappresentante, nonché le modalità per individuare il responsabile del trattamento se designato;
b) la o le finalità del trattamento;
c) una descrizione della o delle categorie di persone interessate e dei dati o delle categorie di dati relativi alle medesime;
d) i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati possono essere comunicati;
e) i trasferimenti di dati previsti verso Paesi terzi;
f)  una descrizione generale che permetta di valutare in via preliminare l'adeguatezza delle misure adottate per garantire la sicurezza del trattamento (27).
3.  Il Garante favorisce la disponibilità del modello per via telematica e la notificazione anche attraverso convenzioni stipulate con soggetti autorizzati in base alla normativa vigente, anche presso associazioni di  categoria e ordini professionali.
4. Una nuova notificazione è richiesta solo anteriormente alla cessazione del trattamento o al mutamento di taluno degli elementi da indicare nella notificazione medesima.
5. Il Garante può individuare altro idoneo sistema per la notificazione in riferimento a nuove soluzioni tecnologiche previste dalla normativa vigente.
6.  Il titolare del trattamento che non è tenuto alla notificazione al Garante ai sensi dell'articolo 37 fornisce le notizie contenute nel modello di cui al comma 2 a chi ne fa richiesta, salvo che il trattamento riguardi pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque.

(27) Comma così sostituito dall'art. 29, comma 4, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, il comma 5 del suddetto articolo. Con Del. 22 ottobre 2008 (Gazz. Uff. 9 dicembre 2008, n. 287) sono state introdotte alcune semplificazioni al modello di cui al presente comma.


39. Obblighi di comunicazione.
1. Il titolare del trattamento è tenuto a comunicare previamente al Garante le seguenti circostanze:
a)  comunicazione di dati personali da parte di un soggetto pubblico ad altro soggetto pubblico non prevista da una norma di legge o di regolamento, effettuata in qualunque forma anche mediante convenzione;
b)  trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute previsto dal programma di ricerca biomedica o sanitaria di cui all'articolo 110, comma 1, primo periodo.
2. I trattamenti oggetto di comunicazione ai sensi del comma 1 possono essere iniziati decorsi quarantacinque giorni dal ricevimento della comunicazione salvo diversa determinazione anche successiva del Garante.
3. La comunicazione di cui al comma 1 è inviata utilizzando il modello predisposto e reso disponibile dal Garante, e trasmessa a quest'ultimo per via telematica osservando le modalità di sottoscrizione con firma digitale e conferma del ricevimento di cui all'articolo 38, comma 2, oppure mediante telefax o lettera raccomandata.



40. Autorizzazioni generali.
1.  Le disposizioni del presente codice che prevedono un'autorizzazione del  Garante sono applicate anche mediante il rilascio di autorizzazioni relative a determinate categorie di titolari o di trattamenti, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.



41. Richieste di autorizzazione.
1.  Il titolare del trattamento che rientra nell'àmbito di applicazione di un'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 40 non è tenuto a presentare al Garante una richiesta di autorizzazione se il trattamento che intende effettuare è conforme alle relative prescrizioni.
2.  Se una richiesta di autorizzazione riguarda un trattamento autorizzato ai sensi dell'articolo 40 il Garante può provvedere comunque sulla richiesta se le specifiche modalità del trattamento lo giustificano.
3.  L'eventuale richiesta di autorizzazione è formulata utilizzando esclusivamente il modello predisposto e reso disponibile dal Garante e trasmessa a quest'ultimo per via telematica, osservando le modalità di sottoscrizione e conferma del ricevimento di cui all'articolo 38, comma 2. La medesima richiesta e l'autorizzazione possono essere trasmesse anche mediante telefax o lettera raccomandata.
4.  Se il richiedente è invitato dal Garante a fornire informazioni o ad esibire documenti, il termine di quarantacinque giorni di cui all'articolo 26, comma 2, decorre dalla data di scadenza del termine fissato per l'adempimento richiesto.
5. In presenza di particolari circostanze, il Garante può rilasciare un'autorizzazione provvisoria a tempo determinato.



TITOLO VII
Trasferimento dei dati all'estero.
42. Trasferimenti all'interno dell'Unione europea.
1.  Le disposizioni del presente codice non possono essere applicate in modo tale da restringere o vietare la libera circolazione dei dati personali fra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta salva l'adozione, in conformità allo stesso codice, di eventuali provvedimenti  in caso di trasferimenti di dati effettuati al fine di eludere le medesime disposizioni.



43. Trasferimenti consentiti in Paesi terzi.
1.  Il trasferimento anche temporaneo fuori del territorio dello Stato, con  qualsiasi forma o mezzo, di dati personali oggetto di trattamento, se diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea è consentito quando:
a) l'interessato ha manifestato il proprio consenso espresso o, se si tratta di dati sensibili, in forma scritta;
b)  è necessario per l'esecuzione di obblighi derivanti da un contratto del  quale è parte l'interessato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dell'interessato, ovvero per la conclusione o per l'esecuzione di un contratto stipulato a favore dell'interessato;
c) è necessario per la salvaguardia di un interesse pubblico rilevante individuato con legge o con regolamento o, se il trasferimento riguarda dati sensibili o  giudiziari, specificato o individuato ai sensi degli articoli 20 e 21;
d)  è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di  un terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo  non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
e) è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trasferiti esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
f) è effettuato in accoglimento di una richiesta di accesso ai documenti amministrativi, ovvero di una richiesta di informazioni estraibili da un pubblico registro, elenco, atto o documento conoscibile da chiunque, con l'osservanza delle norme che regolano la materia;
g) è necessario, in conformità ai rispettivi codici di deontologia di cui all'allegato A),  per esclusivi scopi scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi storici presso archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490,  di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici, presso altri archivi privati;
h) il trattamento concerne dati riguardanti persone giuridiche, enti o associazioni.



44. Altri trasferimenti consentiti.
1.  Il trasferimento di dati personali oggetto di trattamento, diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea, è altresì consentito  quando è autorizzato dal Garante sulla base di adeguate garanzie per i diritti dell'interessato:
a) individuate dal Garante anche in relazione a garanzie prestate con un contratto o mediante regole di condotta esistenti nell’ambito di società appartenenti a un medesimo gruppo. L’interessato può far valere i propri  diritti nel territorio dello Stato, in base al presente codice, anche in ordine all’inosservanza delle garanzie medesime (28);
b) individuate con le decisioni previste dagli articoli 25, paragrafo 6, e 26, paragrafo 4, della direttiva 95/46/CE del 24 ottobre 1995,  del Parlamento europeo e del Consiglio, con le quali la Commissione europea constata che un Paese non appartenente all'Unione europea garantisce un livello di protezione adeguato o che alcune clausole contrattuali offrono garanzie sufficienti.

(28) Lettera così modificata dal comma 5-bis dell'art. 29, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


45. Trasferimenti vietati.
1.  Fuori dei casi di cui agli articoli 43 e 44, il trasferimento anche temporaneo fuori del territorio dello Stato, con qualsiasi forma o mezzo, di dati personali oggetto di trattamento, diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea, è vietato quando l'ordinamento del Paese di destinazione o di transito dei dati non assicura un livello di tutela delle persone adeguato. Sono valutate anche le modalità del trasferimento e dei trattamenti previsti, le relative finalità, la natura dei dati e le misure di sicurezza.



Parte II - Disposizioni relative a specifici settori
TITOLO I
Trattamenti in àmbito giudiziario.
Capo I - Profili generali
46. Titolari dei trattamenti.
1.  Gli uffici giudiziari di ogni ordine e grado, il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della  giustizia sono titolari dei trattamenti di dati personali relativi alle  rispettive attribuzioni conferite per legge o regolamento.
2. Con decreto del Ministro della giustizia sono individuati, nell'allegato C)  al presente codice, i trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati con strumenti elettronici, relativamente a banche di dati centrali od oggetto di interconnessione tra più uffici o titolari. I provvedimenti con cui il Consiglio superiore della magistratura e gli altri organi di autogoverno di cui al comma 1 individuano i medesimi trattamenti da essi effettuati sono riportati nell'allegato C) con decreto del Ministro della giustizia.



47. Trattamenti per ragioni di giustizia.
1.  In caso di trattamento di dati personali effettuato presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado, presso il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della giustizia, non si applicano, se il trattamento è effettuato per ragioni di giustizia, le seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2.  Agli effetti del presente codice si intendono effettuati per ragioni di  giustizia i trattamenti di dati personali direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e di controversie, o che, in materia di trattamento giuridico ed economico del personale di magistratura, hanno una diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale, nonché le attività ispettive su uffici giudiziari. Le medesime ragioni di giustizia non ricorrono per l'ordinaria attività amministrativo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quando non è pregiudicata la segretezza di atti direttamente connessi alla predetta trattazione.



48. Banche di dati di uffici giudiziari.
1.  Nei casi in cui l'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado può acquisire in conformità alle vigenti disposizioni processuali dati, informazioni, atti e documenti da soggetti pubblici, l'acquisizione può essere effettuata anche per via telematica. A tale fine gli uffici giudiziari possono avvalersi delle convenzioni-tipo stipulate dal Ministero della giustizia con soggetti pubblici, volte ad agevolare la consultazione da parte dei medesimi uffici, mediante reti di comunicazione elettronica, di pubblici registri, elenchi, schedari e banche di dati, nel rispetto delle pertinenti disposizioni e dei princìpi di cui agli articoli 3 e 11 del presente codice.



49. Disposizioni di attuazione.
1. Con decreto del Ministro della giustizia sono adottate, anche ad integrazione del D.M. 30 settembre 1989, n. 334 del Ministro di grazia e giustizia, le disposizioni regolamentari necessarie per l'attuazione dei princìpi del presente codice nella materia penale e civile.



Capo II - Minori
50. Notizie o immagini relative a minori.
1. Il divieto di cui all'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448,  di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire l'identificazione di un minore si osserva anche in caso di coinvolgimento a qualunque titolo del minore in procedimenti giudiziari in materie diverse da quella penale.



Capo III - Informatica giuridica
51. Princìpi generali.
1.  Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni processuali concernenti la visione e il rilascio di estratti e di copie di atti e documenti, i dati identificativi delle questioni pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado sono resi accessibili a chi vi abbia interesse anche mediante reti di comunicazione elettronica,  ivi compreso il sito istituzionale della medesima autorità nella rete Internet.
2. Le sentenze e le altre decisioni dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado depositate in cancelleria o segreteria sono rese accessibili anche attraverso il sistema informativo e il sito istituzionale della medesima autorità nella rete Internet, osservando le cautele previste dal presente capo.



52. Dati identificativi degli interessati.
1.  Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni concernenti la redazione e il contenuto di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado, l'interessato può chiedere per motivi legittimi, con richiesta depositata nella cancelleria o segreteria dell'ufficio che procede prima  che sia definito il relativo grado di giudizio, che sia apposta a cura della medesima cancelleria o segreteria, sull'originale della sentenza o  del provvedimento, un'annotazione volta a precludere, in caso di riproduzione della sentenza o provvedimento in qualsiasi forma, per finalità di informazione giuridica su riviste giuridiche, supporti elettronici o mediante reti di comunicazione elettronica, l'indicazione delle generalità e di altri dati identificativi del medesimo interessato  riportati sulla sentenza o provvedimento.
2. Sulla richiesta di cui al comma 1 provvede in calce con decreto, senza ulteriori formalità, l'autorità che pronuncia la sentenza o adotta il provvedimento. La medesima autorità può disporre d'ufficio che sia apposta l'annotazione di cui al comma 1, a tutela dei diritti o della dignità degli interessati.
3. Nei casi di cui ai commi 1 e 2, all'atto del deposito della sentenza o provvedimento, la cancelleria o segreteria vi appone e sottoscrive anche con timbro la seguente annotazione, recante l'indicazione degli estremi del presente articolo: «In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi di.....».
4.  In caso di diffusione anche da parte di terzi di sentenze o di altri provvedimenti recanti l'annotazione di cui al comma 2, o delle relative massime giuridiche, è omessa l'indicazione delle generalità e degli altri dati identificativi dell'interessato.
5. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 734-bis del codice penale relativamente alle persone offese da atti di violenza  sessuale, chiunque diffonde sentenze o altri provvedimenti giurisdizionali dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado è tenuto ad omettere in ogni caso, anche in mancanza dell'annotazione di cui al comma 2, le generalità, altri dati identificativi o altri dati anche relativi a terzi dai quali può desumersi anche indirettamente l'identità di minori, oppure delle parti nei procedimenti in materia di rapporti di famiglia e di stato delle persone.
6.  Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche in caso di deposito di lodo ai sensi dell'articolo 825 del codice di procedura civile. La parte può formulare agli arbitri la richiesta di cui al comma  1 prima della pronuncia del lodo e gli arbitri appongono sul lodo l'annotazione di cui al comma 3, anche ai sensi del comma 2. Il collegio  arbitrale costituito presso la camera arbitrale per i lavori pubblici ai sensi dell'articolo 32 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, provvede in modo analogo in caso di richiesta di una parte.
7.  Fuori dei casi indicati nel presente articolo è ammessa la diffusione in ogni forma del contenuto anche integrale di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali (29).

(29) Per  le linee guida relative al trattamento dei dati personali nella riproduzione di provvedimenti giurisdizionali per finalità di informazione giuridica vedi la Del. 2 dicembre 2010.


TITOLO II
Trattamenti da parte di forze di polizia.
Capo I - Profili generali
53. Àmbito applicativo e titolari dei trattamenti.
1.  Al trattamento di dati personali effettuato dal Centro elaborazione dati del Dipartimento di pubblica sicurezza o da forze di polizia sui dati destinati a confluirvi in base alla legge, ovvero da organi di pubblica sicurezza o altri soggetti pubblici per finalità di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, prevenzione, accertamento o repressione dei reati, effettuati in base ad espressa disposizione di legge che preveda specificamente il trattamento, non si applicano le seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2. Con decreto del Ministro dell'interno sono individuati, nell'allegato C)  al presente codice, i trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati con strumenti elettronici, e i relativi titolari.



54. Modalità di trattamento e flussi di dati.
1.  Nei casi in cui le autorità di pubblica sicurezza o le forze di polizia  possono acquisire in conformità alle vigenti disposizioni di legge o di  regolamento dati, informazioni, atti e documenti da altri soggetti, l'acquisizione può essere effettuata anche per via telematica. A tal fine gli organi o uffici interessati possono avvalersi di convenzioni volte ad agevolare la consultazione da parte dei medesimi organi o uffici, mediante reti di comunicazione elettronica, di pubblici registri, elenchi, schedari e banche di dati, nel rispetto delle pertinenti disposizioni e dei princìpi di cui agli articoli 3 e 11. Le convenzioni-tipo sono adottate dal Ministero dell'interno, su conforme parere del Garante, e stabiliscono le modalità dei collegamenti e degli accessi anche al fine di assicurare l'accesso selettivo ai soli dati necessari al perseguimento delle finalità di cui
all'articolo 53.
2.  I dati trattati per le finalità di cui al medesimo articolo 53 sono conservati separatamente da quelli registrati per finalità amministrative che non richiedono il loro utilizzo.
3.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 11, il Centro elaborazioni  dati di cui all'articolo 53 assicura l'aggiornamento periodico e la pertinenza e non eccedenza dei dati personali trattati anche attraverso interrogazioni autorizzate del casellario giudiziale e del casellario dei carichi pendenti del Ministero della giustizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, o di altre banche di dati di forze di polizia, necessarie per le finalità di cui all'articolo 53.
4.  Gli organi, uffici e comandi di polizia verificano periodicamente i requisiti di cui all'articolo 11 in riferimento ai dati trattati anche senza l'ausilio di strumenti elettronici, e provvedono al loro aggiornamento anche sulla base delle procedure adottate dal Centro elaborazioni dati ai sensi del comma 3, o, per i trattamenti effettuati senza l'ausilio di strumenti elettronici, mediante annotazioni o integrazioni dei documenti che li contengono.



55. Particolari tecnologie.
1.  Il trattamento di dati personali che implica maggiori rischi di un danno all'interessato, con particolare riguardo a banche di dati genetici o biometrici, a tecniche basate su dati relativi all'ubicazione, a banche di dati basate su particolari tecniche di elaborazione delle informazioni e all'introduzione di particolari tecnologie, è effettuato nel rispetto delle misure e degli accorgimenti a  garanzia dell'interessato prescritti ai sensi dell'articolo 17 sulla base di preventiva comunicazione ai sensi dell'articolo 39.



56. Tutela dell'interessato.
1. Le disposizioni di cui all'articolo 10, commi 3, 4 e 5, della legge 1° aprile 1981, n. 121,  e successive modificazioni, si applicano anche, oltre che ai dati destinati a confluire nel Centro elaborazione dati di cui all'articolo 53, a dati trattati con l'ausilio di strumenti elettronici da organi, uffici o comandi di polizia.



57. Disposizioni di attuazione.
1.  Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia, sono individuate le modalità di attuazione dei princìpi del presente codice relativamente al trattamento dei dati effettuato per le finalità di cui all'articolo 53 dal Centro elaborazioni dati e da organi, uffici o comandi di polizia, anche ad integrazione e modifica del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1982, n. 378,  e in attuazione della Raccomandazione R (87) 15 del Consiglio d'Europa del 17 settembre 1987, e successive modificazioni. Le modalità sono individuate con particolare riguardo:
a) al principio secondo cui la raccolta dei dati è correlata alla specifica  finalità perseguita, in relazione alla prevenzione di un pericolo concreto o alla repressione di reati, in particolare per quanto riguarda  i trattamenti effettuati per finalità di analisi;
b)  all'aggiornamento periodico dei dati, anche relativi a valutazioni effettuate in base alla legge, alle diverse modalità relative ai dati trattati senza l'ausilio di strumenti elettronici e alle modalità per rendere conoscibili gli aggiornamenti da parte di altri organi e uffici cui i dati sono stati in precedenza comunicati;
c)  ai presupposti per effettuare trattamenti per esigenze temporanee o collegati a situazioni particolari, anche ai fini della verifica dei requisiti dei dati ai sensi dell'articolo 11, dell'individuazione delle categorie di interessati e della conservazione separata da altri dati che non richiedono il loro utilizzo;
d)  all'individuazione di specifici termini di conservazione dei dati in relazione alla natura dei dati o agli strumenti utilizzati per il loro trattamento, nonché alla tipologia dei procedimenti nell'àmbito dei quali essi sono trattati o i provvedimenti sono adottati;
e)  alla comunicazione ad altri soggetti, anche all'estero o per l'esercizio di un diritto o di un interesse legittimo, e alla loro diffusione, ove necessaria in conformità alla legge;
f)  all'uso di particolari tecniche di elaborazione e di ricerca delle informazioni, anche mediante il ricorso a sistemi di indice.



TITOLO III
Difesa e sicurezza dello stato.
Capo I - Profili generali
58. Disposizioni applicabili.
1. Ai trattamenti effettuati dagli organismi di cui agli articoli 3, 4 e 6 della legge 24 ottobre 1977, n. 801,  ovvero sui dati coperti da segreto di Stato ai sensi dell'articolo 12 della medesima legge, le disposizioni del presente codice si applicano limitatamente a quelle previste negli articoli da 1 a 6, 11, 14, 15, 31,  33, 58, 154, 160 e 169.
2. Ai trattamenti effettuati da soggetti pubblici per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato, in base ad espresse disposizioni di legge che prevedano specificamente il trattamento, le disposizioni del presente codice si applicano limitatamente a quelle indicate nel comma 1, nonché alle disposizioni di cui agli articoli 37, 38 e 163.
3.  Le misure di sicurezza relative ai dati trattati dagli organismi di cui  al comma 1 sono stabilite e periodicamente aggiornate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con l'osservanza delle norme che regolano la materia.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono individuate le modalità di applicazione delle disposizioni applicabili del presente codice in riferimento alle tipologie di dati, di interessati, di operazioni di trattamento eseguibili e di incaricati, anche in relazione all'aggiornamento e alla conservazione.



TITOLO IV
Trattamenti in àmbito pubblico.
Capo I - Accesso a documenti amministrativi
59. Accesso a documenti amministrativi.
1.  Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 60, i presupposti, le modalità, i limiti per l'esercizio del diritto di accesso a documenti amministrativi contenenti dati personali, e la relativa tutela giurisdizionale, restano disciplinati dalla legge 7 agosto 1990, n. 241,  e successive modificazioni e dalle altre disposizioni di legge in materia, nonché dai relativi regolamenti di attuazione, anche per ciò che concerne i tipi di dati sensibili e giudiziari e le operazioni di trattamento eseguibili in esecuzione di una richiesta di accesso. Le attività finalizzate all'applicazione di tale disciplina si considerano di rilevante interesse pubblico.



(commento di giurisprudenza)
60. Dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.
1.  Quando il trattamento concerne dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il trattamento è consentito se la situazione giuridicamente rilevante che si intende tutelare con la richiesta di accesso ai documenti amministrativi è di rango almeno pari ai diritti dell'interessato, ovvero consiste in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



Capo II - Registri pubblici e albi professionali
61. Utilizzazione di dati pubblici.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali provenienti da archivi, registri, elenchi, atti o documenti tenuti da soggetti pubblici, anche individuando i casi in cui deve essere indicata la fonte di acquisizione dei dati e prevedendo garanzie appropriate per l'associazione di dati provenienti da più archivi, tenendo presente quanto previsto dalla Raccomandazione n. R (91)10 del Consiglio d'Europa in relazione all'articolo 11.
2.  Agli effetti dell'applicazione del presente codice i dati personali diversi da quelli sensibili o giudiziari, che devono essere inseriti in un albo professionale in conformità alla legge o ad un regolamento, possono essere comunicati a soggetti pubblici e privati o diffusi, ai sensi dell'articolo 19, commi 2 e 3, anche mediante reti di comunicazione elettronica. Può essere altresì menzionata l'esistenza di provvedimenti che dispongono la sospensione o che incidono sull'esercizio della professione.
3. L'ordine o collegio professionale può, a richiesta della persona iscritta nell'albo  che vi ha interesse, integrare i dati di cui al comma 2 con ulteriori dati pertinenti e non eccedenti in relazione all'attività professionale.
4.  A richiesta dell'interessato l'ordine o collegio professionale può altresì fornire a terzi notizie o informazioni relative, in particolare,  a speciali qualificazioni professionali non menzionate nell'albo, ovvero alla disponibilità ad assumere incarichi o a ricevere materiale informativo a carattere scientifico inerente anche a convegni o seminari.



Capo III - Stato civile, anagrafi e liste elettorali
62. Dati sensibili e giudiziari.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative alla tenuta degli atti e dei registri dello stato civile, delle anagrafi della popolazione residente in Italia  e dei cittadini italiani residenti all'estero, e delle liste elettorali, nonché al rilascio di documenti di riconoscimento o al cambiamento delle generalità.



63. Consultazione di atti.
1. Gli atti dello stato civile conservati negli Archivi di Stato sono consultabili nei limiti previsti dall'articolo 107 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.



Capo IV - Finalità di rilevante interesse pubblico
64. Cittadinanza, immigrazione e condizione dello straniero.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di cittadinanza, di immigrazione, di asilo, di condizione dello straniero e  del profugo e sullo stato di rifugiato.
2. Nell'àmbito delle finalità di cui al comma 1 è ammesso, in particolare, il trattamento dei dati sensibili e giudiziari indispensabili:
a) al rilascio e al rinnovo di visti, permessi, attestazioni, autorizzazioni e documenti anche sanitari;
b)  al riconoscimento del diritto di asilo o dello stato di rifugiato, o all'applicazione della protezione temporanea e di altri istituti o misure di carattere umanitario, ovvero all'attuazione di obblighi di legge in materia di politiche migratorie;
c)  in relazione agli obblighi dei datori di lavoro e dei lavoratori, ai ricongiungimenti, all'applicazione delle norme vigenti in materia di istruzione e di alloggio, alla partecipazione alla vita pubblica e all'integrazione sociale.
3. Il presente articolo  non si applica ai trattamenti di dati sensibili e giudiziari effettuati  in esecuzione degli accordi e convenzioni di cui all'articolo 154, comma 2, lettere a) e b), o comunque effettuati per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione dei reati, in base ad espressa disposizione di legge che prevede  specificamente il trattamento.



65. Diritti politici e pubblicità dell'attività di organi.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di:
a)  elettorato attivo e passivo e di esercizio di altri diritti politici, nel rispetto della segretezza del voto, nonché di esercizio del mandato degli organi rappresentativi o di tenuta degli elenchi dei giudici popolari;
b) documentazione dell'attività istituzionale di organi pubblici.
2.  I trattamenti dei dati sensibili e giudiziari per le finalità di cui al  comma 1 sono consentiti per eseguire specifici compiti previsti da leggi o da regolamenti fra i quali, in particolare, quelli concernenti:
a) lo svolgimento di consultazioni elettorali e la verifica della relativa regolarità;
b) le richieste di referendum, le relative consultazioni e la verifica delle relative regolarità;
c)  l'accertamento delle cause di ineleggibilità, incompatibilità o di decadenza, o di rimozione o sospensione da cariche pubbliche, ovvero di sospensione o di scioglimento degli organi;
d)  l'esame di segnalazioni, petizioni, appelli e di proposte di legge di iniziativa popolare, l'attività di commissioni di inchiesta, il rapporto  con gruppi politici;
e) la designazione e la nomina di rappresentanti in commissioni, enti e uffici.
3.  Ai fini del presente articolo, è consentita la diffusione dei dati sensibili e giudiziari per le finalità di cui al comma 1, lettera a),  in particolare con riguardo alle sottoscrizioni di liste, alla presentazione delle candidature, agli incarichi in organizzazioni o associazioni politiche, alle cariche istituzionali e agli organi eletti.
4. Ai fini del presente articolo, in particolare, è consentito il trattamento di dati sensibili e giudiziari indispensabili:
a)  per la redazione di verbali e resoconti dell'attività di assemblee rappresentative, commissioni e di altri organi collegiali o assembleari;
b)  per l'esclusivo svolgimento di una funzione di controllo, di indirizzo politico o di sindacato ispettivo e per l'accesso a documenti riconosciuto dalla legge e dai regolamenti degli organi interessati per esclusive finalità direttamente connesse all'espletamento di un mandato elettivo.
5. I dati sensibili e giudiziari trattati per le finalità di cui al comma 1 possono essere comunicati e diffusi nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti. Non è comunque consentita la divulgazione dei dati sensibili e giudiziari che non risultano indispensabili per assicurare il rispetto del principio di pubblicità dell'attività istituzionale, fermo restando il divieto di diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute.



66. Materia tributaria e doganale.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le attività dei soggetti pubblici dirette all'applicazione, anche tramite i loro concessionari, delle disposizioni in materia di tributi, in relazione ai contribuenti, ai sostituti e ai responsabili di  imposta, nonché in materia di deduzioni e detrazioni e per l'applicazione delle disposizioni la cui esecuzione è affidata alle dogane.
2. Si considerano inoltre di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le attività dirette, in materia di imposte, alla prevenzione e repressione delle violazioni degli obblighi e alla adozione dei provvedimenti previsti da leggi, regolamenti o dalla normativa comunitaria, nonché al controllo e alla esecuzione forzata dell'esatto adempimento di tali obblighi, alla effettuazione dei rimborsi, alla destinazione di quote d'imposta, e quelle dirette alla gestione ed alienazione di immobili statali, all'inventario e alla qualificazione degli immobili e alla conservazione  dei registri immobiliari.



67. Attività di controllo e ispettive.
1. Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità di:
a)  verifica della legittimità, del buon andamento, dell'imparzialità dell'attività amministrativa, nonché della rispondenza di detta attività a requisiti di razionalità, economicità, efficienza ed efficacia per le  quali sono, comunque, attribuite dalla legge a soggetti pubblici funzioni di controllo, di riscontro ed ispettive nei confronti di altri soggetti;
b) accertamento, nei limiti delle finalità istituzionali, con riferimento a dati sensibili e giudiziari relativi ad esposti e petizioni, ovvero ad atti di controllo o  di sindacato ispettivo di cui all'articolo 65, comma 4.



68. Benefìci economici ed abilitazioni.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di concessione, liquidazione, modifica e revoca di benefìci economici, agevolazioni, elargizioni, altri emolumenti e abilitazioni.
2. Si intendono ricompresi fra i trattamenti regolati dal presente articolo anche quelli indispensabili in relazione:
a) alle comunicazioni, certificazioni ed informazioni previste dalla normativa antimafia;
b) alle elargizioni di contributi previsti dalla normativa in materia di usura e di vittime di richieste estorsive;
c)  alla corresponsione delle pensioni di guerra o al riconoscimento di benefìci in favore di perseguitati politici e di internati in campo di sterminio e di loro congiunti;
d) al riconoscimento di benefìci connessi all'invalidità civile;
e) alla concessione di contributi in materia di formazione professionale;
f)  alla concessione di contributi, finanziamenti, elargizioni ed altri benefìci previsti dalla legge, dai regolamenti o dalla normativa comunitaria, anche in favore di associazioni, fondazioni ed enti;
g)  al riconoscimento di esoneri, agevolazioni o riduzioni tariffarie o economiche, franchigie, o al rilascio di concessioni anche radiotelevisive, licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri titoli abilitativi previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria.
3. Il trattamento può comprendere la  diffusione nei soli casi in cui ciò è indispensabile per la trasparenza  delle attività indicate nel presente articolo, in conformità alle leggi, e per finalità di vigilanza e di controllo conseguenti alle attività medesime, fermo restando il divieto di diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute.



69. Onorificenze, ricompense e riconoscimenti.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di conferimento di onorificenze e ricompense, di riconoscimento della personalità giuridica di associazioni, fondazioni ed enti, anche di culto, di accertamento dei requisiti di onorabilità e di professionalità per le nomine, per i profili di competenza del soggetto pubblico, ad uffici anche di culto e a cariche direttive di persone giuridiche, imprese e di istituzioni scolastiche non statali, nonché di rilascio e revoca di autorizzazioni o abilitazioni, di concessione di patrocini, patronati e premi di rappresentanza, di adesione a comitati d'onore e di  ammissione a cerimonie ed incontri istituzionali.



70. Volontariato e obiezione di coscienza.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi dell'articolo 20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di rapporti tra i soggetti pubblici e le organizzazioni di volontariato, in  particolare per quanto riguarda l'elargizione di contributi finalizzati  al loro sostegno, la tenuta di registri generali delle medesime organizzazioni e la cooperazione internazionale.
2. Si considerano, altresì, di rilevante interesse pubblico le finalità di applicazione della legge 8 luglio 1998, n. 230, e delle altre disposizioni di legge in materia di obiezione di coscienza.



71. Attività sanzionatorie e di tutela.
1. Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità:
a) di applicazione delle norme in materia di sanzioni amministrative e ricorsi;
b)  volte a far valere il diritto di difesa in sede amministrativa o giudiziaria, anche da parte di un terzo, anche ai sensi dell'articolo 391-quater del codice di procedura penale, o direttamente connesse alla riparazione di un errore giudiziario o in caso di violazione del termine ragionevole del processo o di un'ingiusta restrizione della libertà personale.
2. Quando il  trattamento concerne dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il trattamento è consentito se il diritto da far valere o  difendere, di cui alla lettera b) del comma 1, è di rango almeno  pari a quello dell'interessato, ovvero consiste in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



72. Rapporti con enti di culto.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative allo svolgimento dei rapporti istituzionali con enti di culto, confessioni religiose e comunità religiose.



73. Altre finalità in àmbito amministrativo e sociale.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, nell'àmbito delle attività che la legge demanda ad un soggetto  pubblico, le finalità socio-assistenziali, con particolare riferimento a:
a) interventi di sostegno psico-sociale  e di formazione in favore di giovani o di altri soggetti che versano in  condizioni di disagio sociale, economico o familiare;
b)  interventi anche di rilievo sanitario in favore di soggetti bisognosi o  non autosufficienti o incapaci, ivi compresi i servizi di assistenza economica o domiciliare, di telesoccorso, accompagnamento e trasporto;
c) assistenza nei confronti di minori, anche in relazione a vicende giudiziarie;
d) indagini psico-sociali relative a provvedimenti di adozione anche internazionale;
e) compiti di vigilanza per affidamenti temporanei;
f) iniziative di vigilanza e di sostegno in riferimento al soggiorno di nomadi;
g) interventi in tema di barriere architettoniche.
2.  Si considerano, altresì, di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, nell'àmbito delle attività che la legge demanda ad un soggetto pubblico, le finalità:
a) di gestione di asili nido;
b) concernenti la gestione di mense scolastiche o la fornitura di sussidi, contributi e materiale didattico;
c)  ricreative o di promozione della cultura e dello sport, con particolare  riferimento all'organizzazione di soggiorni, mostre, conferenze e manifestazioni sportive o all'uso di beni immobili o all'occupazione di suolo pubblico;
d) di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica;
e) relative alla leva militare;
f)  di polizia amministrativa anche locale, salvo quanto previsto dall'articolo 53, con particolare riferimento ai servizi di igiene, di polizia mortuaria e ai controlli in materia di ambiente, tutela delle risorse idriche e difesa del suolo;
g) degli uffici per le relazioni con il pubblico;
h) in materia di protezione civile;
i)  di supporto al collocamento e all'avviamento al lavoro, in particolare a  cura di centri di iniziativa locale per l'occupazione e di sportelli-lavoro;
l) dei difensori civici regionali e locali.



Capo V - Particolari contrassegni
74. Contrassegni su veicoli e accessi a centri storici.
1.  I contrassegni rilasciati a qualunque titolo per la circolazione e la sosta di veicoli a servizio di persone invalide, ovvero per il transito e  la sosta in zone a traffico limitato, e che devono essere esposti su veicoli, contengono i soli dati indispensabili ad individuare l'autorizzazione rilasciata e senza l'apposizione di diciture dalle quali può essere individuata la persona fisica interessata (30).
2.  Per fini di cui al comma 1, le generalità e l'indirizzo della persona fisica interessata sono riportati sui contrassegni con modalità che non consentono la loro diretta visibilità se non in caso di richiesta di esibizione o di necessità di accertamento (31).
3.  La disposizione di cui al comma 2 si applica anche in caso di fissazione a qualunque titolo di un obbligo di esposizione sui veicoli di copia del libretto di circolazione o di altro documento.
4.  Per il trattamento dei dati raccolti mediante impianti per la rilevazione degli accessi di veicoli ai centri storici ed alle zone a traffico limitato continuano, altresì, ad applicarsi le disposizioni del  decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 1999, n. 250.

(30) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'art. 58, L. 29 luglio 2010, n. 120.
(31) Comma così sostituito dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 58, L. 29 luglio 2010, n. 120.


TITOLO V
Trattamento di dati personali in àmbito sanitario.
Capo I - Princìpi generali
75. Àmbito applicativo.
1. Il presente titolo disciplina il trattamento dei dati personali in àmbito sanitario.



76. Esercenti professioni sanitarie e organismi sanitari pubblici.
1.  Gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, anche nell'àmbito di un'attività di rilevante interesse pubblico ai sensi dell'articolo 85, trattano i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute:
a) con il consenso dell'interessato e anche senza l'autorizzazione del Garante, se  il trattamento riguarda dati e operazioni indispensabili per perseguire  una finalità di tutela della salute o dell'incolumità fisica dell'interessato;
b) anche senza il consenso dell'interessato e previa autorizzazione del Garante, se la finalità di cui alla lettera a) riguarda un terzo o la collettività.
2. Nei casi di cui al comma 1 il consenso può essere prestato con le modalità semplificate di cui al capo II.
3.  Nei casi di cui al comma 1 l'autorizzazione del Garante è rilasciata, salvi i casi di particolare urgenza, sentito il Consiglio superiore di sanità.



Capo II - Modalità semplificate per informativa e consenso
77. Casi di semplificazione.
1. Il presente capo individua modalità semplificate utilizzabili dai soggetti di cui al comma 2:
a)  per informare l'interessato relativamente ai dati personali raccolti presso il medesimo interessato o presso terzi, ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 4;
b) per manifestare il consenso al trattamento dei dati personali nei casi in cui ciò è richiesto ai sensi dell'articolo 76;
c) per il trattamento dei dati personali.
2. Le modalità semplificate di cui al comma 1 sono applicabili:
a) dagli organismi sanitari pubblici;
b) dagli altri organismi privati e dagli esercenti le professioni sanitarie;
c) dagli altri soggetti pubblici indicati nell'articolo 80.



78. Informativa del medico di medicina generale o del pediatra.
1.  Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta informano  l'interessato relativamente al trattamento dei dati personali, in forma  chiara e tale da rendere agevolmente comprensibili gli elementi indicati nell'articolo 13, comma 1.
2. L'informativa può essere fornita per il complessivo trattamento dei dati  personali necessario per attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, svolte dal medico o dal pediatra a tutela della salute o  dell'incolumità fisica dell'interessato, su richiesta dello stesso o di  cui questi è informato in quanto effettuate nel suo interesse.
3.  L'informativa può riguardare, altresì, dati personali eventualmente raccolti presso terzi, ed è fornita preferibilmente per iscritto, anche attraverso carte tascabili con eventuali allegati pieghevoli, includendo  almeno gli elementi indicati dal Garante ai sensi dell'articolo 13, comma 3, eventualmente integrati anche oralmente in relazione a particolari caratteristiche del trattamento (32).
4.  L'informativa, se non è diversamente specificato dal medico o dal pediatra, riguarda anche il trattamento di dati correlato a quello effettuato dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, effettuato da un professionista o da altro soggetto, parimenti individuabile in base alla prestazione richiesta, che:
a) sostituisce temporaneamente il medico o il pediatra;
b) fornisce una prestazione specialistica su richiesta del medico e del pediatra;
c) può trattare lecitamente i dati nell'àmbito di un'attività professionale prestata in forma associata;
d) fornisce farmaci prescritti;
e) comunica dati personali al medico o pediatra in conformità alla disciplina applicabile.
5.  L'informativa resa ai sensi del presente articolo evidenzia analiticamente eventuali trattamenti di dati personali che presentano rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell'interessato, in particolare in caso di trattamenti effettuati:
a) per scopi scientifici, anche di ricerca scientifica e di sperimentazione clinica controllata di  medicinali, in conformità alle leggi e ai regolamenti, ponendo in particolare evidenza che il consenso, ove richiesto, è manifestato liberamente;
b) nell'àmbito della teleassistenza o telemedicina;
c) per fornire altri beni o servizi all'interessato attraverso una rete di comunicazione elettronica.

(32) Con  Provv.Garante protez. dati pers. 19 luglio 2006 (Gazz. Uff. 8 agosto 2006, n. 183) è stata individuata l'informativa semplificata per i medici di base.


79. Informativa da parte di organismi sanitari.
1.  Gli organismi sanitari pubblici e privati possono avvalersi delle modalità semplificate relative all'informativa e al consenso di cui agli  articoli 78 e 81 in riferimento ad una pluralità di prestazioni erogate  anche da distinti reparti ed unità dello stesso organismo o di più strutture ospedaliere o territoriali specificamente identificati.
2.  Nei casi di cui al comma 1 l'organismo o le strutture annotano l'avvenuta informativa e il consenso con modalità uniformi e tali da permettere una verifica al riguardo da parte di altri reparti ed unità che, anche in tempi diversi, trattano dati relativi al medesimo interessato.
3. Le modalità semplificate di cui agli articoli 78 e 81 possono essere utilizzate in modo omogeneo e coordinato in riferimento all'insieme dei trattamenti di dati personali effettuati nel complesso delle strutture facenti capo alle aziende sanitarie.
4. Sulla base di adeguate misure organizzative in applicazione del comma 3, le modalità semplificate possono essere utilizzate per più trattamenti di dati effettuati nei casi di cui al presente articolo e dai soggetti di cui all'articolo 80.



80. Informativa da parte di altri soggetti pubblici.
1.  Oltre a quanto previsto dall'articolo 79, possono avvalersi della facoltà di fornire un'unica informativa per una pluralità di trattamenti  di dati effettuati, a fini amministrativi e in tempi diversi, rispetto a  dati raccolti presso l'interessato e presso terzi, i competenti servizi  o strutture di soggetti pubblici operanti in àmbito sanitario o della prevenzione e sicurezza del lavoro.
2. L'informativa di cui al comma 1 è integrata con appositi e idonei cartelli ed avvisi agevolmente visibili al pubblico, affissi e diffusi anche nell'àmbito di pubblicazioni istituzionali e mediante reti di comunicazione elettronica, in particolare per quanto riguarda attività amministrative di rilevante interesse pubblico che non richiedono il consenso degli interessati.



81. Prestazione del consenso.
1.  Il consenso al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute, nei casi in cui è necessario ai sensi del presente codice o di altra disposizione di legge, può essere manifestato con un'unica dichiarazione, anche oralmente. In tal caso il consenso è documentato, anziché con atto scritto dell'interessato, con annotazione dell'esercente la professione sanitaria o dell'organismo sanitario pubblico, riferita al trattamento di dati effettuato da uno o più soggetti e all'informativa all'interessato, nei modi indicati negli articoli 78, 79 e 80.
2. Quando il medico o il pediatra fornisce l'informativa per conto di più professionisti ai sensi  dell'articolo 78, comma 4, oltre quanto previsto dal comma 1, il consenso è reso conoscibile ai medesimi professionisti con adeguate modalità, anche attraverso menzione, annotazione o apposizione di un bollino o tagliando su una carta elettronica o sulla tessera sanitaria, contenente un richiamo al medesimo articolo 78, comma 4, e alle eventuali diverse specificazioni apposte all'informativa ai sensi del medesimo comma.



82. Emergenze e tutela della salute e dell'incolumità fisica.
1.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, nel caso di  emergenza sanitaria o di igiene pubblica per la quale la competente autorità ha adottato un'ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
2.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono altresì intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, in caso di:
a) impossibilità fisica, incapacità di agire o incapacità di intendere o di volere dell'interessato, quando non è possibile acquisire il consenso da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato;
b) rischio grave, imminente ed irreparabile per la salute o l'incolumità fisica dell'interessato.
3.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, anche in caso di prestazione medica che può essere pregiudicata dall'acquisizione  preventiva del consenso, in termini di tempestività o efficacia.
4.  Dopo il raggiungimento della maggiore età l'informativa è fornita all'interessato anche ai fini della acquisizione di una nuova manifestazione del consenso quando questo è necessario.



83. Altre misure per il rispetto dei diritti degli interessati.
1.  I soggetti di cui agli articoli 78, 79 e 80 adottano idonee misure per garantire, nell'organizzazione delle prestazioni e dei servizi, il rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità degli interessati, nonché del segreto professionale, fermo restando quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti in materia di modalità di trattamento dei dati sensibili e di misure minime di sicurezza.
2. Le misure di cui al comma 1 comprendono, in particolare:
a)  soluzioni volte a rispettare, in relazione a prestazioni sanitarie o ad  adempimenti amministrativi preceduti da un periodo di attesa all'interno di strutture, un ordine di precedenza e di chiamata degli interessati prescindendo dalla loro individuazione nominativa;
b) l'istituzione di appropriate distanze di cortesia, tenendo conto dell'eventuale uso di apparati vocali o di barriere;
c)  soluzioni tali da prevenire, durante colloqui, l'indebita conoscenza da  parte di terzi di informazioni idonee a rivelare lo stato di salute;
d)  cautele volte ad evitare che le prestazioni sanitarie, ivi compresa l'eventuale documentazione di anamnesi, avvenga in situazioni di promiscuità derivanti dalle modalità o dai locali prescelti;
e) il rispetto della dignità dell'interessato in occasione della prestazione medica e in ogni operazione di trattamento dei dati;
f)  la previsione di opportuni accorgimenti volti ad assicurare che, ove necessario, possa essere data correttamente notizia o conferma anche telefonica, ai soli terzi legittimati, di una prestazione di pronto soccorso;
g) la formale previsione,  in conformità agli ordinamenti interni delle strutture ospedaliere e territoriali, di adeguate modalità per informare i terzi legittimati in occasione di visite sulla dislocazione degli interessati nell'àmbito dei  reparti, informandone previamente gli interessati e rispettando eventuali loro contrarie manifestazioni legittime di volontà;
h)  la messa in atto di procedure, anche di formazione del personale, dirette a prevenire nei confronti di estranei un'esplicita correlazione tra l'interessato e reparti o strutture, indicativa dell'esistenza di un  particolare stato di salute;
i) la  sottoposizione degli incaricati che non sono tenuti per legge al segreto professionale a regole di condotta analoghe al segreto professionale.
2-bis. Le misure di cui al comma 2 non si applicano ai soggetti di cui all'articolo 78, che ottemperano alle disposizioni di cui al comma 1 secondo modalità adeguate a garantire un rapporto personale e fiduciario con gli assistiti, nel rispetto del codice di deontologia sottoscritto ai sensi dell'articolo 12 (33).

(33) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


84. Comunicazione di dati all'interessato.
1.  I dati personali idonei a rivelare lo stato di salute possono essere resi noti all'interessato o ai soggetti di cui all'articolo 82, comma 2,  lettera a), da parte di esercenti le professioni sanitarie ed organismi sanitari, solo per il tramite di un medico designato dall'interessato o dal titolare. Il presente comma non si applica in riferimento ai dati personali forniti in precedenza dal medesimo interessato.
2. Il titolare o il responsabile possono autorizzare per iscritto esercenti le professioni sanitarie diversi dai medici, che nell'esercizio dei propri compiti intrattengono rapporti diretti con i pazienti e sono incaricati di trattare dati personali idonei a rivelare lo stato di salute, a rendere noti i medesimi dati all'interessato o ai soggetti di cui all'articolo 82, comma 2, lettera a). L'atto di incarico individua appropriate modalità e cautele rapportate al contesto nel quale è effettuato il trattamento di dati.



Capo III - Finalità di rilevante interesse pubblico
85. Compiti del Servizio sanitario nazionale.
1.  Fuori dei casi di cui al comma 2, si considerano di rilevante interesse  pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità che rientrano nei compiti del Servizio sanitario nazionale e degli altri organismi sanitari pubblici relative alle seguenti attività:
a)  attività amministrative correlate a quelle di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei soggetti assistiti dal Servizio sanitario nazionale, ivi compresa l'assistenza degli stranieri in Italia e dei cittadini italiani all'estero, nonché di assistenza sanitaria erogata al  personale navigante ed aeroportuale;
b) programmazione, gestione, controllo e valutazione dell'assistenza sanitaria;
c)  vigilanza sulle sperimentazioni, farmacovigilanza, autorizzazione all'immissione in commercio e all'importazione di medicinali e di altri prodotti di rilevanza sanitaria;
d) attività certificatorie;
e)  l'applicazione della normativa in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e di sicurezza e salute della popolazione;
f)  le attività amministrative correlate ai trapianti d'organo e di tessuti, nonché alle trasfusioni di sangue umano, anche in applicazione della legge 4 maggio 1990, n. 107;
g)  instaurazione, gestione, pianificazione e controllo dei rapporti tra l'amministrazione ed i soggetti accreditati o convenzionati del Servizio  sanitario nazionale.
2. Il comma 1 non si applica ai trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute effettuati da esercenti le professioni sanitarie o da organismi sanitari  pubblici per finalità di tutela della salute o dell'incolumità fisica dell'interessato, di un terzo o della collettività, per i quali si osservano le disposizioni relative al consenso dell'interessato o all'autorizzazione del Garante ai sensi dell'articolo 76.
3.  All'identificazione dei tipi di dati idonei a rivelare lo stato di salute e di operazioni su essi eseguibili è assicurata ampia pubblicità,  anche tramite affissione di una copia o di una guida illustrativa presso ciascuna azienda sanitaria e presso gli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
4.  Il trattamento di dati identificativi dell'interessato è lecito da parte dei soli soggetti che perseguono direttamente le finalità di cui al comma 1. L'utilizzazione delle diverse tipologie di dati è consentita  ai soli incaricati, preposti, caso per caso, alle specifiche fasi delle  attività di cui al medesimo comma, secondo il principio dell'indispensabilità dei dati di volta in volta trattati.



86. Altre finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Fuori dei casi di cui agli articoli 76 e 85, si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità, perseguite mediante trattamento di dati sensibili e giudiziari, relative alle attività amministrative correlate all'applicazione della disciplina in materia di:
a)  tutela sociale della maternità e di interruzione volontaria della gravidanza, con particolare riferimento a quelle svolte per la gestione di consultori familiari e istituzioni analoghe, per l'informazione, la cura e la degenza delle madri, nonché per gli interventi di interruzione  della gravidanza;
b) stupefacenti e  sostanze psicotrope, con particolare riferimento a quelle svolte al fine di assicurare, anche avvalendosi di enti ed associazioni senza fine  di lucro, i servizi pubblici necessari per l'assistenza socio-sanitaria  ai tossicodipendenti, gli interventi anche di tipo preventivo previsti dalle leggi e l'applicazione delle misure amministrative previste;
c) assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone handicappate effettuati, in particolare, al fine di:
1)  accertare l'handicap ed assicurare la funzionalità dei servizi terapeutici e riabilitativi, di aiuto personale e familiare, nonché interventi economici integrativi ed altre agevolazioni;
2)  curare l'integrazione sociale, l'educazione, l'istruzione e l'informazione alla famiglia del portatore di handicap, nonché il collocamento obbligatorio nei casi previsti dalla legge;
3) realizzare comunità-alloggio e centri socio riabilitativi;
4) curare la tenuta degli albi degli enti e delle associazioni ed organizzazioni di volontariato impegnati nel settore.
2. Ai trattamenti di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui all'articolo 85, comma 4.



Capo IV - Prescrizioni mediche
87. Medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale.
1.  Le ricette relative a prescrizioni di medicinali a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale sono redatte secondo il modello di cui al comma 2, conformato in modo da permettere di risalire all'identità dell'interessato solo in caso di necessità connesse al controllo della correttezza della prescrizione, ovvero a fini di verifiche amministrative o per scopi epidemiologici e di ricerca, nel rispetto delle norme deontologiche applicabili.
2.  Il modello cartaceo per le ricette di medicinali relative a prescrizioni di medicinali a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale, di cui agli allegati 1, 3, 5 e 6 del D.M. 11 luglio 1988, n. 350 del Ministro della sanità, e al capitolo 2, paragrafo 2.2.2. del relativo disciplinare tecnico, è integrato da un tagliando predisposto su carta o con tecnica di tipo copiativo e unito ai bordi delle zone indicate nel comma 3.
3. Il tagliando di cui al comma 2 è apposto sulle zone del modello predisposte per l'indicazione delle generalità e dell'indirizzo dell'assistito, in modo da consentirne  la visione solo per effetto di una momentanea separazione del tagliando  medesimo che risulti necessaria ai sensi dei commi 4 e 5.
4.  Il tagliando può essere momentaneamente separato dal modello di ricetta, e successivamente riunito allo stesso, quando il farmacista lo ritiene indispensabile, mediante sottoscrizione apposta sul tagliando, per una effettiva necessità connessa al controllo della correttezza della prescrizione, anche per quanto riguarda la corretta fornitura del farmaco.
5. Il tagliando può essere momentaneamente separato nei modi di cui al comma 3 anche presso i competenti organi per fini di verifica amministrativa sulla correttezza della prescrizione, o da parte di soggetti legittimati a svolgere indagini epidemiologiche o di ricerca in conformità alla legge, quando è  indispensabile per il perseguimento delle rispettive finalità.
6.  Con decreto del Ministro della salute, sentito il Garante, può essere individuata una ulteriore soluzione tecnica diversa da quella indicata nel comma 1, basata sull'uso di una fascetta adesiva o su altra tecnica equipollente relativa anche a modelli non cartacei.



88. Medicinali non a carico del Servizio sanitario nazionale.
1.  Nelle prescrizioni cartacee di medicinali soggetti a prescrizione ripetibile non a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale, le generalità dell'interessato non sono indicate.
2.  Nei casi di cui al comma 1 il medico può indicare le generalità dell'interessato solo se ritiene indispensabile permettere di risalire alla sua identità, per un'effettiva necessità derivante dalle particolari condizioni del medesimo interessato o da una speciale modalità di preparazione o di utilizzazione.



89. Casi particolari.
1.  Le disposizioni del presente capo non precludono l'applicazione di disposizioni normative che prevedono il rilascio di ricette che non identificano l'interessato o recanti particolari annotazioni, contenute anche nel decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94.
2.  Nei casi in cui deve essere accertata l'identità dell'interessato ai sensi del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, le ricette sono conservate separatamente da ogni altro documento che non ne richiede l'utilizzo.
2-bis.  Per i soggetti di cui all'articolo 78, l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 87, comma 3, e 88, comma 1, è subordinata ad un'esplicita richiesta dell'interessato (34).

(34) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


Capo V - Dati genetici
(commento di giurisprudenza)
90. Trattamento dei dati genetici e donatori di midollo osseo.
1.  Il trattamento dei dati genetici da chiunque effettuato è consentito nei soli casi previsti da apposita autorizzazione rilasciata dal Garante  sentito il Ministro della salute, che acquisisce, a tal fine, il parere  del Consiglio superiore di sanità (35).
2.  L'autorizzazione di cui al comma 1 individua anche gli ulteriori elementi da includere nell'informativa ai sensi dell'articolo 13, con particolare riguardo alla specificazione delle finalità perseguite e dei  risultati conseguibili anche in relazione alle notizie inattese che possono essere conosciute per effetto del trattamento dei dati e al diritto di opporsi al medesimo trattamento per motivi legittimi.
3. Il donatore di midollo osseo, ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 52, ha il diritto e il dovere di mantenere l'anonimato sia nei confronti del ricevente sia nei confronti di terzi.

(35) L'autorizzazione prevista dal presente comma è stata rilasciata con Provv. Garante protez. dati pers. 22 febbraio 2007.


Capo VI - Disposizioni varie
91. Dati trattati mediante carte.
1.  Il trattamento in ogni forma di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale eventualmente registrati su carte anche non elettroniche, compresa la carta nazionale dei servizi, o trattati mediante le medesime carte è consentito se necessario ai sensi dell'articolo 3, nell'osservanza di misure ed accorgimenti prescritti dal Garante nei modi di cui all'articolo 17.



92. Cartelle cliniche.
1.  Nei casi in cui organismi sanitari pubblici e privati redigono e conservano una cartella clinica in conformità alla disciplina applicabile, sono adottati opportuni accorgimenti per assicurare la comprensibilità dei dati e per distinguere i dati relativi al paziente da quelli eventualmente riguardanti altri interessati, ivi comprese informazioni relative a nascituri.
2. Eventuali richieste di presa visione o di rilascio di copia della cartella e dell'acclusa scheda di dimissione ospedaliera da parte di soggetti diversi dall'interessato possono essere accolte, in tutto o in parte, solo se la richiesta è giustificata dalla documentata necessità:
a) di far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria ai sensi dell'articolo 26, comma 4, lettera c),  di rango pari a quello dell'interessato, ovvero consistente in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e  inviolabile;
b) di tutelare, in conformità alla disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi, una  situazione giuridicamente rilevante di rango pari a quella dell'interessato, ovvero consistente in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



93. Certificato di assistenza al parto.
1.  Ai fini della dichiarazione di nascita il certificato di assistenza al parto è sempre sostituito da una semplice attestazione contenente i soli  dati richiesti nei registri di nascita. Si osservano, altresì, le disposizioni dell'articolo 109.
2. Il certificato  di assistenza al parto o la cartella clinica, ove comprensivi dei dati personali che rendono identificabile la madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata avvalendosi della facoltà di cui all'articolo 30, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396,  possono essere rilasciati in copia integrale a chi vi abbia interesse, in conformità alla legge, decorsi cento anni dalla formazione del documento.
3. Durante il periodo di cui al comma 2  la richiesta di accesso al certificato o alla cartella può essere accolta relativamente ai dati relativi alla madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata, osservando le opportune cautele per evitare che quest'ultima sia identificabile.



94. Banche di dati, registri e schedari in àmbito sanitario.
1.  Il trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute contenuti in banche di dati, schedari, archivi o registri tenuti in àmbito sanitario, è effettuato nel rispetto dell'articolo 3 anche presso banche  di dati, schedari, archivi o registri già istituiti alla data di entrata in vigore del presente codice e in riferimento ad accessi di terzi previsti dalla disciplina vigente alla medesima data, in particolare presso:
a) il registro nazionale dei casi di mesotelioma asbesto-correlati istituito presso l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 dicembre 2002, n. 308;
b)  la banca di dati in materia di sorveglianza della malattia di Creutzfeldt-Jakob o delle varianti e sindromi ad essa correlate, di cui al D.M. 21 dicembre 2001 del Ministro della  salute, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8 del 10 gennaio 2002;
c) il registro nazionale delle malattie rare di cui all'articolo 3 del D.M. 18 maggio 2001, n. 279 del Ministro della sanità;
d) i registri dei donatori di midollo osseo istituiti in applicazione della legge 6 marzo 2001, n. 52;
e) gli schedari dei donatori di sangue di cui all'articolo 15 del D.M. 26 gennaio 2001 del Ministro della sanità, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 aprile 2001.



TITOLO VI
Istruzione.
Capo I - Profili generali
95. Dati sensibili e giudiziari.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di istruzione e di formazione in àmbito scolastico, professionale, superiore o universitario, con particolare riferimento a quelle svolte anche in forma integrata.



96. Trattamento di dati relativi a studenti.
1.  Al fine di agevolare l'orientamento, la formazione e l'inserimento professionale, anche all'estero, le scuole e gli istituti scolastici di istruzione secondaria, su richiesta degli interessati, possono comunicare o diffondere, anche a privati e per via telematica, dati relativi agli esiti scolastici, intermedi e finali, degli studenti e altri dati personali diversi da quelli sensibili o giudiziari, pertinenti in relazione alle predette finalità e indicati nell'informativa resa agli interessati ai sensi dell'articolo 13. I dati  possono essere successivamente trattati esclusivamente per le predette finalità.
2. Resta ferma la disposizione di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,  sulla tutela del diritto dello studente alla riservatezza. Restano altresì ferme le vigenti disposizioni in materia di pubblicazione dell'esito degli esami mediante affissione nell'albo dell'istituto e di rilascio di diplomi e certificati.



TITOLO VII
Trattamento per scopi storici, statistici o scientifici.
Capo I - Profili generali
97. Àmbito applicativo.
1. Il presente titolo disciplina il trattamento dei dati personali effettuato per scopi storici, statistici o scientifici.



98. Finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative ai trattamenti effettuati da soggetti pubblici:
a) per scopi storici, concernenti la conservazione, l'ordinamento e la comunicazione dei documenti detenuti negli archivi di Stato e negli archivi storici degli enti pubblici, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali, come modificato dal presente codice;
b) che fanno parte del sistema statistico nazionale (Sistan) ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni;
c) per scopi scientifici.



99. Compatibilità tra scopi e durata del trattamento.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato per scopi storici, statistici o scientifici è considerato compatibile con i diversi scopi per i quali i dati sono stati in precedenza raccolti o trattati.
2.  Il trattamento di dati personali per scopi storici, statistici o scientifici può essere effettuato anche oltre il periodo di tempo necessario per conseguire i diversi scopi per i quali i dati sono stati in precedenza raccolti o trattati.
3. Per scopi storici, statistici o scientifici possono comunque essere conservati o ceduti ad altro titolare i dati personali dei quali, per qualsiasi causa, è cessato il trattamento.



100. Dati relativi ad attività di studio e ricerca.
1.  Al fine di promuovere e sostenere la ricerca e la collaborazione in campo scientifico e tecnologico i soggetti pubblici, ivi comprese le università e gli enti di ricerca, possono con autonome determinazioni comunicare e diffondere, anche a privati e per via telematica, dati relativi ad attività di studio e di ricerca, a laureati, dottori di ricerca, tecnici e tecnologi, ricercatori, docenti, esperti e studiosi, con esclusione di quelli sensibili o giudiziari.
2. Resta fermo il diritto dell'interessato di opporsi per motivi legittimi ai sensi dell'articolo 7, comma 4, lettera a).
3. I dati di cui al presente articolo non costituiscono documenti amministrativi ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4.  I dati di cui al presente articolo possono essere successivamente trattati per i soli scopi in base ai quali sono comunicati o diffusi.



Capo II - Trattamento per scopi storici
101. Modalità di trattamento.
1.  I dati personali raccolti per scopi storici non possono essere utilizzati per adottare atti o provvedimenti amministrativi sfavorevoli all'interessato, salvo che siano utilizzati anche per altre finalità nel  rispetto dell'articolo 11.
2. I documenti contenenti dati personali, trattati per scopi storici, possono essere utilizzati, tenendo conto della loro natura, solo se pertinenti e indispensabili per il perseguimento di tali scopi. I dati personali diffusi possono essere utilizzati solo per il perseguimento dei medesimi  scopi.
3. I dati personali possono essere comunque diffusi quando sono relativi a circostanze o fatti resi noti direttamente dall'interessato o attraverso suoi comportamenti in pubblico.



102. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 la sottoscrizione di un codice di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e privati, ivi comprese le società scientifiche e le associazioni professionali, interessati al trattamento dei dati per scopi storici.
2. Il codice di deontologia e di buona condotta di cui al comma 1 individua, in particolare:
a)  le regole di correttezza e di non discriminazione nei confronti degli utenti da osservare anche nella comunicazione e diffusione dei dati, in armonia con le disposizioni del presente codice applicabili ai trattamenti di dati per finalità giornalistiche o di pubblicazione di articoli, saggi e altre manifestazioni del pensiero anche nell'espressione artistica;
b) le particolari cautele per la raccolta, la consultazione e la diffusione di  documenti concernenti dati idonei a rivelare lo stato di salute, la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare, identificando casi  in cui l'interessato o chi vi abbia interesse è informato dall'utente della prevista diffusione di dati;
c)  le modalità di applicazione agli archivi privati della disciplina dettata in materia di trattamento dei dati a scopi storici, anche in riferimento all'uniformità dei criteri da seguire per la consultazione e  alle cautele da osservare nella comunicazione e nella diffusione.



103. Consultazione di documenti conservati in archivi.
1.  La consultazione dei documenti conservati negli archivi di Stato, in quelli storici degli enti pubblici e in archivi privati è disciplinata dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali, come modificato dal presente codice.



Capo III - Trattamento per scopi statistici o scientifici
104. Àmbito applicativo e dati identificativi per scopi statistici o scientifici.
1.  Le disposizioni del presente capo si applicano ai trattamenti di dati per scopi statistici o, in quanto compatibili, per scopi scientifici.
2.  Agli effetti dell'applicazione del presente capo, in relazione ai dati identificativi si tiene conto dell'insieme dei mezzi che possono essere ragionevolmente utilizzati dal titolare o da altri per identificare l'interessato, anche in base alle conoscenze acquisite in relazione al progresso tecnico.



105. Modalità di trattamento.
1.  I dati personali trattati per scopi statistici o scientifici non possono essere utilizzati per prendere decisioni o provvedimenti relativamente all'interessato, né per trattamenti di dati per scopi di altra natura.
2. Gli scopi statistici o scientifici devono essere chiaramente determinati e resi noti all'interessato, nei modi di cui all'articolo 13 anche in relazione a quanto previsto dall'articolo 106, comma 2, lettera b), del presente codice e dall'articolo 6-bis del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni.
3.  Quando specifiche circostanze individuate dai codici di cui all'articolo 106 sono tali da consentire ad un soggetto di rispondere in  nome e per conto di un altro, in quanto familiare o convivente, l'informativa all'interessato può essere data anche per il tramite del soggetto rispondente.
4. Per il trattamento effettuato per scopi statistici o scientifici rispetto a dati raccolti per altri scopi, l'informativa all'interessato non è dovuta quando richiede uno sforzo sproporzionato rispetto al diritto tutelato, se sono  adottate le idonee forme di pubblicità individuate dai codici di cui all'articolo 106.



106. Codici di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 la sottoscrizione di uno o  più codici di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e  privati, ivi comprese le società scientifiche e le associazioni professionali, interessati al trattamento dei dati per scopi statistici o  scientifici (36).
2.  Con i codici di cui al comma 1 sono individuati, tenendo conto, per i soggetti già compresi nell'àmbito del Sistema statistico nazionale, di quanto già previsto dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni, e, per altri soggetti, sulla base di analoghe garanzie, in particolare:
a) i presupposti e i procedimenti per documentare e verificare che i trattamenti, fuori dai casi previsti dal medesimo decreto legislativo n. 322 del 1989, siano effettuati per idonei ed effettivi scopi statistici o scientifici;
b)  per quanto non previsto dal presente codice, gli ulteriori presupposti del trattamento e le connesse garanzie, anche in riferimento alla durata  della conservazione dei dati, alle informazioni da rendere agli interessati relativamente ai dati raccolti anche presso terzi, alla comunicazione e diffusione, ai criteri selettivi da osservare per il trattamento di dati identificativi, alle specifiche misure di sicurezza e  alle modalità per la modifica dei dati a seguito dell'esercizio dei diritti dell'interessato, tenendo conto dei princìpi contenuti nelle pertinenti raccomandazioni del Consiglio d'Europa;
c)  l'insieme dei mezzi che possono essere ragionevolmente utilizzati dal titolare del trattamento o da altri per identificare l'interessato, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;
d) le garanzie da osservare ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 24, comma 1, lettera i), e 43, comma 1, lettera g),  che permettono di prescindere dal consenso dell'interessato, tenendo conto dei princìpi contenuti nelle predette raccomandazioni;
e) modalità semplificate per la prestazione del consenso degli interessati relativamente al trattamento dei dati sensibili;
f) le regole di correttezza da osservare nella raccolta dei dati e le istruzioni da impartire al personale incaricato;
g)  le misure da adottare per favorire il rispetto dei princìpi di pertinenza e non eccedenza dei dati e delle misure di sicurezza di cui all'articolo 31, anche in riferimento alle cautele volte ad impedire l'accesso da parte di persone fisiche che non sono incaricati e l'identificazione non autorizzata degli interessati, all'interconnessione dei sistemi informativi anche nell'àmbito del Sistema statistico nazionale e all'interscambio di dati per scopi statistici o scientifici da effettuarsi con enti ed uffici situati all'estero anche sulla base delle garanzie previste dall'articolo 44, comma 1, lettera a);
h) l'impegno al rispetto di regole di condotta degli incaricati che non sono tenuti in base alla legge al segreto d'ufficio o professionale, tali da assicurare analoghi livelli di sicurezza e di riservatezza.

(36) In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il Provv.Garante protez. dati pers. 16 giugno 2004, n. 2.


107. Trattamento di dati sensibili.
1.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 20 e fuori dei casi di particolari indagini statistiche o di ricerca scientifica previste dalla  legge, il consenso dell'interessato al trattamento di dati sensibili, quando è richiesto, può essere prestato con modalità semplificate, individuate dal codice di cui all'articolo 106 e l'autorizzazione del Garante può essere rilasciata anche ai sensi dell'articolo 40.



108. Sistema statistico nazionale.
1.  Il trattamento di dati personali da parte di soggetti che fanno parte del Sistema statistico nazionale, oltre a quanto previsto dal codice di deontologia e di buona condotta sottoscritto ai sensi dell'articolo 106,  comma 2, resta inoltre disciplinato dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322,  e successive modificazioni, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili indicati nel programma statistico nazionale, l'informativa all'interessato, l'esercizio dei relativi diritti e i dati non tutelati dal segreto statistico ai sensi dell'articolo 9, comma 4, del medesimo decreto.



109. Dati statistici relativi all'evento della nascita.
1.  Per la rilevazione dei dati statistici relativi agli eventi di nascita,  compresi quelli relativi ai nati affetti da malformazioni e ai nati morti, nonché per i flussi di dati anche da parte di direttori sanitari,  si osservano, oltre alle disposizioni di cui al D.M. 16 luglio 2001, n. 349 del Ministro della sanità, le modalità tecniche determinate dall'Istituto nazionale della statistica, sentito il Ministro della salute, dell'interno e il Garante.



110. Ricerca medica, biomedica ed epidemiologica.
1.  Il consenso dell'interessato per il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute, finalizzato a scopi di ricerca scientifica in campo medico, biomedico o epidemiologico, non è necessario quando la ricerca è prevista da un'espressa disposizione di legge che prevede specificamente il trattamento, ovvero rientra in un programma di ricerca  biomedica o sanitaria previsto ai sensi dell'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,  e successive modificazioni, e per il quale sono decorsi quarantacinque giorni dalla comunicazione al Garante ai sensi dell'articolo 39. Il consenso non è inoltre necessario quando a causa di particolari ragioni non è possibile informare gli interessati e il programma di ricerca è oggetto di motivato parere favorevole del competente comitato etico a livello territoriale ed è autorizzato dal Garante anche ai sensi
dell'articolo 40.
2. In caso di esercizio dei diritti dell'interessato ai sensi dell'articolo 7 nei riguardi dei trattamenti di cui al comma 1, l'aggiornamento, la rettificazione e l'integrazione dei dati sono annotati senza modificare questi ultimi, quando il risultato di tali operazioni non produce effetti significativi  sul risultato della ricerca.



TITOLO VIII
Lavoro e previdenza sociale.
Capo I - Profili generali
111. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e privati interessati al trattamento dei dati personali effettuato per finalità previdenziali o per la gestione del rapporto di lavoro, prevedendo anche specifiche modalità per l'informativa all'interessato e  per l'eventuale prestazione del consenso relativamente alla pubblicazione degli annunci per finalità di occupazione di cui all'articolo 113, comma 3 e alla ricezione di curricula contenenti dati personali anche sensibili.



112. Finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di instaurazione e gestione da parte di soggetti pubblici di rapporti di lavoro di qualunque tipo, dipendente o autonomo,  anche non retribuito o onorario o a tempo parziale o temporaneo, e di altre forme di impiego che non comportano la costituzione di un rapporto  di lavoro subordinato.
2. Tra i trattamenti effettuati per le finalità di cui al comma 1, si intendono ricompresi, in particolare, quelli effettuati al fine di:
a) applicare la normativa in materia di collocamento obbligatorio e assumere personale anche appartenente a categorie protette;
b) garantire le pari opportunità;
c)  accertare il possesso di particolari requisiti previsti per l'accesso a  specifici impieghi, anche in materia di tutela delle minoranze linguistiche, ovvero la sussistenza dei presupposti per la sospensione o  la cessazione dall'impiego o dal servizio, il trasferimento di sede per  incompatibilità e il conferimento di speciali abilitazioni;
d)  adempiere ad obblighi connessi alla definizione dello stato giuridico ed economico, ivi compreso il riconoscimento della causa di servizio o dell'equo indennizzo, nonché ad obblighi retributivi, fiscali o contabili, relativamente al personale in servizio o in quiescenza, ivi compresa la corresponsione di premi e benefìci assistenziali;
e)  adempiere a specifici obblighi o svolgere compiti previsti dalla normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro o di sicurezza o salute della popolazione, nonché in materia sindacale;
f)  applicare, anche da parte di enti previdenziali ed assistenziali, la normativa in materia di previdenza ed assistenza ivi compresa quella integrativa, anche in applicazione del decreto legislativo 29 luglio 1947, n. 804 del Capo provvisorio dello Stato, riguardo alla comunicazione di dati, anche mediante reti di comunicazione elettronica,  agli istituti di patronato e di assistenza sociale, alle associazioni di categoria e agli ordini professionali che abbiano ottenuto il consenso dell'interessato ai sensi dell'articolo 23 in relazione a tipi di dati individuati specificamente;
g)  svolgere attività dirette all'accertamento della responsabilità civile,  disciplinare e contabile ed esaminare i ricorsi amministrativi in conformità alle norme che regolano le rispettive materie;
h)  comparire in giudizio a mezzo di propri rappresentanti o partecipare alle procedure di arbitrato o di conciliazione nei casi previsti dalla legge o dai contratti collettivi di lavoro;
i) salvaguardare la vita o l'incolumità fisica dell'interessato o di terzi;
l)  gestire l'anagrafe dei pubblici dipendenti e applicare la normativa in materia di assunzione di incarichi da parte di dipendenti pubblici, collaboratori e consulenti;
m) applicare la normativa in materia di incompatibilità e rapporti di lavoro a tempo parziale;
n) svolgere l'attività di indagine e ispezione presso soggetti pubblici;
o) valutare la qualità dei servizi resi e dei risultati conseguiti.
3. La diffusione dei dati di cui alle lettere m), n) ed o) del comma 2 è consentita in forma anonima e, comunque, tale da non consentire l'individuazione dell'interessato.



Capo II - Annunci di lavoro e dati riguardanti prestatori di lavoro
113. Raccolta di dati e pertinenza.
1. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 8 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



Capo III - Divieto di controllo a distanza e telelavoro
(commento di giurisprudenza)
114. Controllo a distanza.
1. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



115. Telelavoro e lavoro a domicilio.
1.  Nell'àmbito del rapporto di lavoro domestico e del telelavoro il datore  di lavoro è tenuto a garantire al lavoratore il rispetto della sua personalità e della sua libertà morale.
2. Il lavoratore domestico è tenuto a mantenere la necessaria riservatezza per tutto quanto si riferisce alla vita familiare.



Capo IV - Istituti di patronato e di assistenza sociale
116. Conoscibilità di dati su mandato dell'interessato.
1.  Per lo svolgimento delle proprie attività gli istituti di patronato e di assistenza sociale, nell'àmbito del mandato conferito dall'interessato, possono accedere alle banche di dati degli enti eroganti le prestazioni, in relazione a tipi di dati individuati specificamente con il consenso manifestato ai sensi dell'articolo 23.
2.  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali stabilisce con proprio  decreto le linee-guida di apposite convenzioni da stipulare tra gli istituti di patronato e di assistenza sociale e gli enti eroganti le prestazioni.



TITOLO IX
Sistema bancario, finanziario ed assicurativo.
Capo I - Sistemi informativi
117. Affidabilità e puntualità nei pagamenti.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato nell'àmbito di sistemi informativi di cui sono titolari soggetti privati, utilizzati a fini di concessione di crediti al consumo o comunque riguardanti l'affidabilità e la puntualità nei pagamenti da parte degli interessati, individuando anche specifiche modalità per garantire la comunicazione di dati personali esatti e aggiornati nel rispetto dei diritti dell'interessato (37).

(37) Per il codice di deontologia previsto dal presente articolo vedi la Del.Garante protez. dati pers. 16 novembre 2004, n. 8.


118. Informazioni commerciali.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato a fini di informazione commerciale, prevedendo anche, in correlazione con quanto previsto dall'articolo 13, comma 5, modalità semplificate per l'informativa all'interessato e idonei meccanismi per garantire la qualità e l'esattezza dei dati raccolti e comunicati.



119. Dati relativi al comportamento debitorio.
1.  Con il codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 118 sono altresì individuati termini armonizzati di conservazione dei dati personali contenuti, in particolare, in banche di dati, registri ed  elenchi tenuti da soggetti pubblici e privati, riferiti al comportamento debitorio dell'interessato nei casi diversi da quelli disciplinati nel codice di cui all'articolo 117, tenendo conto della specificità dei trattamenti nei diversi àmbiti.



120. Sinistri.
1.  L'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) definisce con proprio provvedimento le procedure e le  modalità di funzionamento della banca di dati dei sinistri istituita per la prevenzione e il contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie per i veicoli a motore immatricolati in Italia, stabilisce le modalità di accesso alle informazioni raccolte dalla banca dati per gli organi giudiziari e per le pubbliche amministrazioni competenti in materia di prevenzione e contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie, nonché le modalità e i limiti per l'accesso alle informazioni da parte delle imprese di assicurazione (38).
2.  Il trattamento e la comunicazione ai soggetti di cui al comma 1 dei dati personali sono consentiti per lo svolgimento delle funzioni indicate nel medesimo comma.
3. Per quanto non previsto dal presente articolo si applicano le disposizioni dell'articolo 135 del codice delle assicurazioni private (39).

(38) Con Provv. 1° giugno 2009, n. 31 è stato emanato il regolamento recante la disciplina della banca dati sinistri di cui al presente comma.
(39) Comma così modificato, a decorrere dal 1° gennaio 2006, dall'art. 352 del Codice delle assicurazioni private di cui al D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209.


TITOLO X
Comunicazioni elettroniche.
Capo I - Servizi di comunicazione elettronica
121. Servizi interessati.
1.  Le disposizioni del presente titolo si applicano al trattamento dei dati personali connesso alla fornitura di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico su reti pubbliche di comunicazioni.



122. Informazioni raccolte nei riguardi dell'abbonato o dell'utente.
1.  Salvo quanto previsto dal comma 2, è vietato l'uso di una rete di comunicazione elettronica per accedere a informazioni archiviate nell'apparecchio terminale di un abbonato o di un utente, per archiviare  informazioni o per monitorare le operazioni dell'utente (40).
2.  Il codice di deontologia di cui all'articolo 133 individua i presupposti e i limiti entro i quali l'uso della rete nei modi di cui al  comma 1, per determinati scopi legittimi relativi alla memorizzazione tecnica per il tempo strettamente necessario alla trasmissione della comunicazione o a fornire uno specifico servizio richiesto dall'abbonato  o dall'utente, è consentito al fornitore del servizio di comunicazione elettronica nei riguardi dell'abbonato e dell'utente che abbiano espresso il consenso sulla base di una previa informativa ai sensi dell'articolo 13 che indichi analiticamente, in modo chiaro e preciso, le finalità e la durata del trattamento.

(40) In deroga a quanto disposto dal presente comma vedi il comma 4 dell'art. 7, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.


123. Dati relativi al traffico.
1.  I dati relativi al traffico riguardanti abbonati ed utenti trattati dal  fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico sono cancellati o resi  anonimi quando non sono più necessari ai fini della trasmissione della comunicazione elettronica, fatte salve le disposizioni dei commi 2, 3 e 5.
2. Il trattamento dei dati relativi al traffico strettamente necessari a fini di fatturazione per l'abbonato, ovvero di pagamenti in caso di interconnessione, è consentito al fornitore, a fini di documentazione in caso di contestazione della fattura o per la pretesa del pagamento, per un periodo non superiore a sei mesi, salva l'ulteriore specifica conservazione necessaria per effetto di una contestazione anche in sede giudiziale.
3.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico può trattare i dati di cui al comma 2 nella misura e per la durata necessarie a fini di commercializzazione di servizi di comunicazione elettronica o per la fornitura di servizi a valore aggiunto, solo se l'abbonato o l'utente cui i dati si riferiscono hanno manifestato il proprio consenso, che è revocabile in ogni momento (41).
4.  Nel fornire l'informativa di cui all'articolo 13 il fornitore del servizio informa l'abbonato o l'utente sulla natura dei dati relativi al  traffico che sono sottoposti a trattamento e sulla durata del medesimo trattamento ai fini di cui ai commi 2 e 3.
5. Il trattamento dei dati personali relativi al traffico è consentito unicamente ad incaricati del trattamento che operano ai sensi dell'articolo 30 sotto la diretta autorità del fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico o, a seconda dei casi, del fornitore della rete pubblica di comunicazioni e che si occupano della fatturazione o della gestione del traffico, di analisi per conto di clienti, dell'accertamento di frodi, o della commercializzazione dei servizi di comunicazione elettronica o della prestazione dei servizi a valore aggiunto. Il trattamento è limitato a quanto è strettamente necessario per lo svolgimento di tali attività e deve assicurare l'identificazione dell'incaricato che accede ai dati anche mediante un'operazione di interrogazione automatizzata.
6.  L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può ottenere i dati relativi alla fatturazione o al traffico necessari ai fini della risoluzione di controversie attinenti, in particolare, all'interconnessione o alla fatturazione.

(41) In deroga a quanto disposto dal presente comma vedi il comma 4 dell'art. 7, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.


124. Fatturazione dettagliata.
1.  L'abbonato ha diritto di ricevere in dettaglio, a richiesta e senza alcun aggravio di spesa, la dimostrazione degli elementi che compongono la fattura relativi, in particolare, alla data e all'ora di inizio della  conversazione, al numero selezionato, al tipo di numerazione, alla località, alla durata e al numero di scatti addebitati per ciascuna conversazione.
2. Il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico è tenuto ad abilitare l'utente ad effettuare comunicazioni e a richiedere servizi da qualsiasi  terminale, gratuitamente ed in modo agevole, avvalendosi per il pagamento di modalità alternative alla fatturazione, anche impersonali, quali carte di credito o di debito o carte prepagate.
3.  Nella documentazione inviata all'abbonato relativa alle comunicazioni effettuate non sono evidenziati i servizi e le comunicazioni di cui al comma 2, né le comunicazioni necessarie per attivare le modalità alternative alla fatturazione.
4. Nella fatturazione all'abbonato non sono evidenziate le ultime tre cifre dei numeri chiamati. Ad esclusivi fini di specifica contestazione dell'esattezza di addebiti determinati o riferiti a periodi limitati, l'abbonato può richiedere la comunicazione dei numeri completi delle comunicazioni in questione.
5. Il Garante, accertata l'effettiva disponibilità delle modalità di cui al comma 2, può autorizzare il fornitore ad indicare nella fatturazione i numeri completi delle comunicazioni (42).

(42) Vedi, anche, il Provv. 13 marzo 2008.


125. Identificazione della linea.
1.  Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'utente chiamante la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, chiamata per chiamata. L'abbonato chiamante deve avere tale possibilità linea per linea.
2. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, il fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato  chiamato la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione delle chiamate entranti.
3. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante e tale indicazione avviene prima che la comunicazione sia stabilita, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato chiamato la possibilità, mediante una funzione semplice e gratuita, di respingere le chiamate entranti se la presentazione dell'identificazione  della linea chiamante è stata eliminata dall'utente o abbonato chiamante.
4. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea collegata, il fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato  chiamato la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione della linea collegata all'utente chiamante.
5. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche alle chiamate dirette verso Paesi non appartenenti all'Unione europea. Le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 si applicano anche alle chiamate provenienti da tali Paesi.
6. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante o di quella collegata, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico informa gli abbonati e gli utenti dell'esistenza di tale servizio e delle possibilità previste ai commi 1, 2, 3 e 4.



126. Dati relativi all'ubicazione.
1.  I dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico, riferiti agli utenti o agli abbonati di reti pubbliche di comunicazione o  di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, possono essere trattati solo se anonimi o se l'utente o l'abbonato ha manifestato previamente il proprio consenso, revocabile in ogni momento,  e nella misura e per la durata necessari per la fornitura del servizio a  valore aggiunto richiesto.
2. Il fornitore del servizio, prima di richiedere il consenso, informa gli utenti e gli abbonati sulla natura dei dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico che saranno sottoposti al trattamento, sugli scopi e  sulla durata di quest'ultimo, nonché sull'eventualità che i dati siano trasmessi ad un terzo per la prestazione del servizio a valore aggiunto.
3.  L'utente e l'abbonato che manifestano il proprio consenso al trattamento dei dati relativi all'ubicazione, diversi dai dati relativi al traffico, conservano il diritto di richiedere, gratuitamente e mediante una funzione semplice, l'interruzione temporanea del trattamento di tali dati per ciascun collegamento alla rete o per ciascuna trasmissione di comunicazioni.
4. Il trattamento dei dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico, ai sensi dei commi 1, 2 e 3, è consentito unicamente ad incaricati del trattamento che operano ai sensi dell'articolo 30, sotto la diretta autorità del fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico o, a seconda dei casi, del fornitore  della rete pubblica di comunicazioni o del terzo che fornisce il servizio a valore aggiunto. Il trattamento è limitato a quanto è strettamente necessario per la fornitura del servizio a valore aggiunto e  deve assicurare l'identificazione dell'incaricato che accede ai dati anche mediante un'operazione di interrogazione automatizzata.



127. Chiamate di disturbo e di emergenza.
1.  L'abbonato che riceve chiamate di disturbo può richiedere che il fornitore della rete pubblica di comunicazioni o del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico renda temporaneamente inefficace la soppressione della presentazione dell'identificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta. L'inefficacia della soppressione può essere disposta per i soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e  per un periodo non superiore a quindici giorni.
2.  La richiesta formulata per iscritto dall'abbonato specifica le modalità di ricezione delle chiamate di disturbo e nel caso in cui sia preceduta  da una richiesta telefonica è inoltrata entro quarantotto ore.
3.  I dati conservati ai sensi del comma 1 possono essere comunicati all'abbonato che dichiari di utilizzarli per esclusive finalità di tutela rispetto a chiamate di disturbo. Per i servizi di cui al comma 1 il fornitore assicura procedure trasparenti nei confronti degli abbonati  e può richiedere un contributo spese non superiore ai costi effettivamente sopportati.
4. Il fornitore di una  rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico predispone procedure trasparenti per  garantire, linea per linea, l'inefficacia della soppressione dell'identificazione della linea chiamante, nonché, ove necessario, il trattamento dei dati relativi all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il  mancato consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, da parte dei servizi abilitati in base alla legge a ricevere chiamate d'emergenza. I servizi sono individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, sentiti il Garante e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (43).

(43) In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il D.M. 27 aprile 2006.


128. Trasferimento automatico della chiamata.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico adotta le misure necessarie per consentire a ciascun abbonato,  gratuitamente e mediante una funzione semplice, di poter bloccare il trasferimento automatico delle chiamate verso il proprio terminale effettuato da terzi.



129. Elenchi di abbonati.
1.  Il Garante individua con proprio provvedimento, in cooperazione con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi dell'articolo 154, comma 3, e in conformità alla normativa comunitaria, le modalità di  inserimento e di successivo utilizzo dei dati personali relativi agli abbonati negli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico, anche in riferimento ai dati già raccolti prima della data di entrata in vigore del presente codice.
2. Il provvedimento di cui al comma 1 individua idonee modalità per la manifestazione del consenso all'inclusione negli elenchi e, rispettivamente, all'utilizzo dei dati per le finalità di cui all'articolo 7, comma 4, lettera b), in base al principio della massima semplificazione delle modalità di inclusione negli elenchi a fini di mera ricerca dell'abbonato per comunicazioni interpersonali, e del consenso specifico ed espresso qualora il trattamento esuli da tali fini, nonché in tema di verifica, rettifica o cancellazione dei dati senza oneri.



130. Comunicazioni indesiderate.
1.  L'uso di sistemi automatizzati di chiamata senza l'intervento di un operatore per l'invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale è  consentito con il consenso dell'interessato.
2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle comunicazioni elettroniche, effettuate per le finalità ivi indicate, mediante posta elettronica, telefax, messaggi del tipo Mms (Multimedia Messaging Service) o Sms (Short Message Service) o di altro tipo.
3.  Fuori dei casi di cui ai commi 1 e 2, ulteriori comunicazioni per le finalità di cui ai medesimi commi effettuate con mezzi diversi da quelli  ivi indicati, sono consentite ai sensi degli articoli 23 e 24 nonché ai  sensi di quanto previsto dal comma 3-bis del presente articolo (44).
3-bis.  In deroga a quanto previsto dall’articolo 129, il trattamento dei dati di cui all’articolo 129, comma 1, mediante l’impiego del telefono e della pasta cartacea per le finalità di cui all’articolo 7, comma 4, lettera b), è consentito nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione, con modalità semplificate e anche in via telematica, mediante l’iscrizione della numerazione della quale è  intestatario e degli altri dati personali di cui all’articolo 129, comma 1, in un registro pubblico delle opposizioni (45).
3-ter. Il registro di cui al comma 3-bis è istituito con decreto del Presidente della Repubblica da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,  previa deliberazione del Consiglio dei ministri, acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, nonché,  per i relativi profili di competenza, il parere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che si esprime entro il medesimo termine, secondo i seguenti criteri e princìpi generali:
a)  attribuzione dell’istituzione e della gestione del registro ad un ente o  organismo pubblico titolare di competenze inerenti alla materia;
b)  previsione che l’ente o organismo deputato all’istituzione e alla gestione del registro vi provveda con le risorse umane e strumentali di cui dispone o affidandone la realizzazione e la gestione a terzi, che se  ne assumono interamente gli oneri finanziari e organizzativi, mediante contratto di servizio, nel rispetto del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.  I soggetti che si avvalgono del registro per effettuare le comunicazioni corrispondono tariffe di accesso basate sugli effettivi costi di funzionamento e di manutenzione. Il Ministro dello sviluppo economico, con proprio provvedimento, determina tali tariffe;
c)  previsione che le modalità tecniche di funzionamento del registro consentano ad ogni utente di chiedere che sia iscritta la numerazione della quale è intestatario secondo modalità semplificate ed anche in via  telematica o telefonica;
d) previsione di  modalità tecniche di funzionamento e di accesso al registro mediante interrogazioni selettive che non consentano il trasferimento dei dati presenti nel registro stesso, prevedendo il tracciamento delle operazioni compiute e la conservazione dei dati relativi agli accessi;
e)  disciplina delle tempistiche e delle modalità dell’iscrizione al registro, senza distinzione di settore di attività o di categoria merceologica, e del relativo aggiornamento, nonché del correlativo periodo massimo di utilizzabilità dei dati verificati nel registro medesimo, prevedendosi che l’iscrizione abbia durata indefinita e sia revocabile in qualunque momento, mediante strumenti di facile utilizzo e  gratuitamente;
f) obbligo per i soggetti che effettuano trattamenti di dati per le finalità di cui all’articolo 7, comma 4, lettera b),  di garantire la presentazione dell’identificazione della linea chiamante e di fornire all’utente idonee informative, in particolare sulla possibilità e sulle modalità di iscrizione nel registro per opporsi a futuri contatti;
g) previsione che l’iscrizione nel registro non precluda i trattamenti dei dati altrimenti acquisiti e trattati nel rispetto degli articoli 23 e 24 (46).
3-quater. La vigilanza e il controllo sull’organizzazione e il funzionamento del registro di cui al comma 3-bis e sul trattamento dei dati sono attribuiti al Garante (47).
4.  Fatto salvo quanto previsto nel comma 1, se il titolare del trattamento  utilizza, a fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica fornite dall'interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, può non richiedere il consenso dell'interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l'interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni. L'interessato, al momento della raccolta e in occasione dell'invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento  al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente.
5.  È vietato in ogni caso l'invio di comunicazioni per le finalità di cui al comma 1 o, comunque, a scopo promozionale, effettuato camuffando o celando l'identità del mittente o senza fornire un idoneo recapito presso il quale l'interessato possa esercitare i diritti di cui all'articolo 7.
6. In caso di reiterata violazione delle disposizioni di cui al presente articolo il Garante può, provvedendo ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera b),  altresì prescrivere a fornitori di servizi di comunicazione elettronica  di adottare procedure di filtraggio o altre misure praticabili relativamente alle coordinate di posta elettronica da cui sono stati inviate le comunicazioni.

(44) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, aggiunto dalla relativa legge di conversione.
(45) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione e poi così modificato dal numero 6) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70. Vedi, anche, il comma 2 del suddetto art. 20-bis, D.L. n. 135 del 2009 e il D.P.R. 7 settembre 2010, n. 178.
(46) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione. In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il D.P.R. 7 settembre 2010, n. 178.
(47) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


131. Informazioni ad abbonati e utenti.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico informa l'abbonato e, ove possibile, l'utente circa la sussistenza di situazioni che permettono di apprendere in modo non intenzionale il contenuto di comunicazioni o conversazioni da parte di soggetti ad esse estranei.
2. L'abbonato informa l'utente quando il contenuto delle comunicazioni o conversazioni può essere appreso da altri a causa del tipo di apparecchiature terminali utilizzate o del collegamento realizzato tra le stesse presso la sede dell'abbonato medesimo.
3. L'utente informa l'altro utente quando, nel corso della conversazione, sono utilizzati dispositivi che consentono l'ascolto della conversazione stessa da parte  di altri soggetti.



(commento di giurisprudenza)
132. Conservazione di dati di traffico per altre finalità.
1.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 123, comma 2, i dati relativi al traffico telefonico, sono conservati dal fornitore per ventiquattro mesi dalla data di comunicazione, per finalità di accertamento e repressione dei reati, mentre, per le medesime finalità, i  dati relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle comunicazioni, sono conservati dal fornitore per dodici mesi dalla  data della comunicazione (48).
1-bis.  I dati relativi alle chiamate senza risposta, trattati temporaneamente da parte dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico oppure di una rete pubblica di comunicazione, sono conservati per trenta giorni (49).
2.  [Decorso il termine di cui al comma 1, i dati relativi al traffico telefonico, inclusi quelli concernenti le chiamate senza risposta, sono conservati dal fornitore per ulteriori ventiquattro mesi e quelli relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle comunicazioni, sono conservati per ulteriori sei mesi per esclusive finalità di accertamento e repressione dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a) del codice di procedura penale, nonché dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici] (50).
3.  Entro il termine di cui al comma 1, i dati sono acquisiti presso il fornitore con decreto motivato del pubblico ministero anche su istanza del difensore dell'imputato, della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa e delle altre parti private. Il difensore dell'imputato o della persona sottoposta alle indagini può richiedere, direttamente al fornitore i dati relativi alle utenze intestate al proprio assistito con le modalità indicate dall'articolo 391-quater del codice di procedura penale, ferme restando le condizioni di cui all'articolo 8, comma 2, lettera f), per il traffico entrante (51).
4.  [Dopo la scadenza del termine indicato al comma 1, il giudice autorizza  l'acquisizione dei dati, con decreto motivato, se ritiene che sussistano sufficienti indizi dei delitti di cui all'articolo 407, comma  2, lettera a), del codice di procedura penale, nonché dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici] (52).
4-bis.  [Nei casi di urgenza, quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini, il pubblico ministero dispone la acquisizione dei dati relativi al traffico telefonico con decreto motivato che è comunicato immediatamente, e comunque non oltre ventiquattro ore, al giudice competente per il rilascio dell'autorizzazione in via ordinaria. Il giudice, entro quarantotto ore dal provvedimento, decide sulla convalida con decreto motivato. Se il decreto del pubblico ministero non è convalidato nel termine stabilito, i dati acquisiti non possono essere utilizzati] (53).
4-ter.  Il Ministro dell’interno o, su sua delega, i responsabili degli uffici centrali specialistici in materia  informatica o telematica della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di  finanza, nonché gli altri soggetti indicati nel comma 1 dell’articolo 226 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice  di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271,  possono ordinare, anche in relazione alle eventuali richieste avanzate da autorità investigative straniere, ai fornitori e agli operatori di servizi informatici o telematici di conservare e proteggere, secondo le modalità indicate e per un periodo non superiore a novanta giorni, i dati relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle  comunicazioni, ai fini dello svolgimento delle investigazioni preventive previste dal citato
articolo 226 delle norme di cui al decreto legislativo n. 271 del 1989,  ovvero per finalità di accertamento e repressione di specifici reati. Il provvedimento, prorogabile, per motivate esigenze, per una durata complessiva non superiore a sei mesi, può prevedere particolari modalità di custodia dei dati e l’eventuale indisponibilità dei dati stessi da parte dei fornitori e degli operatori di servizi informatici o telematici ovvero di terzi (54).
4-quater. Il fornitore o l’operatore di servizi informatici o telematici cui è rivolto l’ordine previsto dal comma 4-ter deve ottemperarvi senza ritardo, fornendo immediatamente all’autorità richiedente l’assicurazione dell’adempimento. Il fornitore o l’operatore  di servizi informatici o telematici è tenuto a mantenere il segreto relativamente all’ordine ricevuto e alle attività conseguentemente svolte per il periodo indicato dall’autorità. In caso di violazione dell’obbligo si applicano, salvo che il fatto costituisca più grave reato, le disposizioni dell’articolo 326 del codice penale (55).
4-quinquies. I provvedimenti adottati ai sensi del comma 4-ter sono comunicati per iscritto, senza ritardo e comunque entro quarantotto ore dalla notifica al destinatario, al pubblico ministero del luogo di esecuzione il quale, se ne ricorrono i presupposti, li convalida. In caso di mancata convalida, i provvedimenti assunti perdono  efficacia (56).
5.  Il trattamento dei dati per le finalità di cui al comma 1 è effettuato nel rispetto delle misure e degli accorgimenti a garanzia dell'interessato prescritti ai sensi dell'articolo 17, volti a garantire  che i dati conservati possiedano i medesimi requisiti di qualità, sicurezza e protezione dei dati in rete, nonchè a (57):
a)  prevedere in ogni caso specifici sistemi di autenticazione informatica e  di autorizzazione degli incaricati del trattamento di cui all'allegato B);
b) [disciplinare le modalità di conservazione separata dei dati una volta decorso il termine di cui al comma 1] (58);
c)  [individuare le modalità di trattamento dei dati da parte di specifici incaricati del trattamento in modo tale che, decorso il termine di cui al comma 1, l'utilizzazione dei dati sia consentita solo nei casi di cui  al comma 4 e all'articolo 7] (59);
d) indicare le modalità tecniche per la periodica distruzione dei dati, decorsi i termini di cui al comma 1 (60) (61) (62).

(48) Comma così modificato prima dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144 e poi dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(49) Comma aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109, con la decorrenza indicata nell'art. 6 dello stesso decreto.
(50) Comma così modificato dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144 e poi abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(51) Comma così modificato dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.
(52) Comma abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(53) Comma aggiunto dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144, come modificato dalla relativa legge di conversione e poi abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(54) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(55) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(56) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(57) Alinea così modificato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(58) Lettera soppressa dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(59) Lettera soppressa dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109
(60) Lettera così modificata dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109. Vedi, anche, il Provv. 17 gennaio 2008.
(61) Articolo così sostituito dall'art. 3, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, l'art. 3, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(62) La Corte costituzionale, con sentenza 6-14 novembre 2006, n. 372 (Gazz. Uff. 22 novembre 2006, n. 46, 1ª Serie speciale), ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 132, sollevata dal giudice delle indagini preliminari nel Tribunale di Roma in riferimento agli artt. 2, 13, 14, 32, 42, 101, 104 e 112 della Costituzione.


Capo II - Internet e reti telematiche
133. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato da fornitori di servizi di comunicazione e informazione offerti mediante reti di comunicazione elettronica, con particolare riguardo ai criteri per assicurare ed uniformare una più adeguata informazione e consapevolezza degli utenti delle reti di comunicazione elettronica gestite da soggetti pubblici e privati rispetto ai tipi di dati personali trattati e alle modalità del loro trattamento, in particolare attraverso informative fornite in linea in modo agevole e interattivo, per favorire una più ampia trasparenza e correttezza nei confronti dei medesimi utenti e il pieno rispetto dei princìpi di cui all'articolo 11, anche ai fini dell'eventuale rilascio di certificazioni attestanti la qualità delle modalità prescelte
e il livello di sicurezza assicurato.



Capo III - Videosorveglianza
134. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato con strumenti elettronici di rilevamento di immagini, prevedendo specifiche modalità di trattamento e forme semplificate di informativa all'interessato per garantire la liceità e la correttezza anche in riferimento a quanto previsto dall'articolo 11.



TITOLO XI
Libere professioni e investigazione privata.
Capo I - Profili generali
135. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, in particolare da liberi professionisti o da soggetti che esercitano un'attività di investigazione privata autorizzata in conformità alla legge (63).

(63) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo vedi la Del. 6 novembre 2008, n. 60.


TITOLO XII
Giornalismo ed espressione letteraria ed artistica.
Capo I - Profili generali
(commento di giurisprudenza)
136. Finalità giornalistiche e altre manifestazioni del pensiero.
1. Le disposizioni del presente titolo si applicano al trattamento:
a) effettuato nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità;
b) effettuato dai soggetti iscritti nell'elenco dei pubblicisti o nel registro dei praticanti di cui agli articoli 26 e 33 della legge 3 febbraio 1963, n. 69;
c)  temporaneo finalizzato esclusivamente alla pubblicazione o diffusione occasionale di articoli, saggi e altre manifestazioni del pensiero anche  nell'espressione artistica.



(commento di giurisprudenza)
137. Disposizioni applicabili.
1. Ai trattamenti indicati nell'articolo 136 non si applicano le disposizioni del presente codice relative:
a) all'autorizzazione del Garante prevista dall'articolo 26;
b) alle garanzie previste dall'articolo 27 per i dati giudiziari;
c) al trasferimento dei dati all'estero, contenute nel Titolo VII della Parte I.
2.  Il trattamento dei dati di cui al comma 1 è effettuato anche senza il consenso dell'interessato previsto dagli articoli 23 e 26 (64).
3.  In caso di diffusione o di comunicazione dei dati per le finalità di cui all'articolo 136 restano fermi i limiti del diritto di cronaca a tutela dei diritti di cui all'articolo 2 e, in particolare, quello dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico. Possono essere trattati i dati personali relativi a circostanze o fatti resi noti direttamente dagli interessati o attraverso loro comportamenti in pubblico.

(64) La Corte costituzionale, con ordinanza 23-27 febbraio 2009, n. 56 (Gazz. Uff. 11 marzo 2009, n. 10, 1ª Serie speciale), ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'art. 137, comma 2, sollevata, in riferimento all'art. 15 della Costituzione.


(commento di giurisprudenza)
138. Segreto professionale.
1. In caso di richiesta dell'interessato di conoscere l'origine dei dati personali ai sensi dell'articolo 7, comma 2, lettera a),  restano ferme le norme sul segreto professionale degli esercenti la professione di giornalista, limitatamente alla fonte della notizia.



Capo II - Codice di deontologia
(commento di giurisprudenza)
139. Codice di deontologia relativo ad attività giornalistiche.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 l'adozione da parte del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti di un codice di deontologia relativo al trattamento dei dati di cui all'articolo 136, che prevede misure ed accorgimenti a garanzia degli interessati rapportate alla natura dei dati, in particolare per quanto riguarda quelli idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Il codice può anche prevedere forme semplificate per le informative di cui all'articolo 13.
2. Nella fase di formazione del codice, ovvero successivamente, il Garante, in cooperazione con il Consiglio, prescrive eventuali misure e accorgimenti a garanzia degli interessati, che il Consiglio è tenuto a recepire.
3.  Il codice o le modificazioni od integrazioni al codice di deontologia che non sono adottati dal Consiglio entro sei mesi dalla proposta del Garante sono adottati in via sostitutiva dal Garante e sono efficaci sino a quando diviene efficace una diversa disciplina secondo la procedura di cooperazione.
4. Il codice e le disposizioni di modificazione ed integrazione divengono efficaci quindici giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale ai sensi dell'articolo 12.
5. In caso di violazione delle prescrizioni contenute nel codice di deontologia, il Garante può vietare il trattamento ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera c).



TITOLO XIII
Marketing diretto.
Capo I - Profili generali
140. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta, ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, prevedendo anche, per i casi in cui il trattamento non presuppone il consenso dell'interessato, forme semplificate per manifestare e rendere meglio conoscibile l'eventuale dichiarazione di non voler ricevere determinate comunicazioni.



Parte III - Tutela dell'interessato e sanzioni
TITOLO I
Tutela amministrativa e giurisdizionale.
Capo I - Tutela dinanzi al garante
Sezione I - Princìpi generali
(commento di giurisprudenza)
141. Forme di tutela.
1. L'interessato può rivolgersi al Garante:
a)  mediante reclamo circostanziato nei modi previsti dall'articolo 142, per rappresentare una violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento di dati personali;
b) mediante segnalazione, se non è possibile presentare un reclamo circostanziato ai sensi della lettera a), al fine di sollecitare un controllo da parte del Garante sulla disciplina medesima;
c)  mediante ricorso, se intende far valere gli specifici diritti di cui all'articolo 7 secondo le modalità e per conseguire gli effetti previsti  nella sezione III del presente capo.



Sezione II - Tutela amministrativa
142. Proposizione dei reclami.
1.  Il reclamo contiene un'indicazione per quanto possibile dettagliata dei  fatti e delle circostanze su cui si fonda, delle disposizioni che si presumono violate e delle misure richieste, nonché gli estremi identificativi del titolare, del responsabile, ove conosciuto, e dell'istante.
2. Il reclamo è sottoscritto dagli interessati, o da associazioni che li rappresentano anche ai sensi dell'articolo 9, comma 2, ed è presentato al Garante senza particolari formalità. Il reclamo reca in allegato la documentazione utile ai fini della sua valutazione e l'eventuale procura, e indica un recapito per l'invio di comunicazioni anche tramite posta elettronica, telefax o telefono.
3. Il Garante può predisporre un modello per il reclamo da pubblicare nel Bollettino e di cui favorisce la disponibilità con strumenti elettronici.



143. Procedimento per i reclami.
1.  Esaurita l'istruttoria preliminare, se il reclamo non è manifestamente infondato e sussistono i presupposti per adottare un provvedimento, il Garante, anche prima della definizione del procedimento:
a) prima di prescrivere le misure di cui alla lettera b), ovvero il divieto o il blocco ai sensi della lettera c), può invitare il titolare, anche in contraddittorio con l'interessato, ad effettuare il blocco spontaneamente;
b) prescrive al titolare le misure opportune o necessarie per rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti (65);
c)  dispone il blocco o vieta, in tutto o in parte, il trattamento che risulta illecito o non corretto anche per effetto della mancata adozione  delle misure necessarie di cui alla lettera b), oppure quando, in considerazione della natura dei dati o, comunque, delle modalità del trattamento o degli effetti che esso può determinare, vi è il concreto rischio del verificarsi di un pregiudizio rilevante per uno o più interessati;
d) può vietare in tutto o in parte il trattamento di dati relativi a singoli soggetti o a categorie di soggetti che si pone in contrasto con rilevanti interessi della collettività.
2. I provvedimenti di cui al comma 1 sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana se i relativi destinatari non sono facilmente identificabili per il numero o per la  complessità degli accertamenti (66).

(65) Vedi, anche, il Provv. 1° aprile 2010 e il Provv. 8 aprile 2010.
(66) Vedi, anche, la Del.Garante protez. dati pers. 24 maggio 2007, n. 21.


144. Segnalazioni.
1.  I provvedimenti di cui all'articolo 143 possono essere adottati anche a  seguito delle segnalazioni di cui all'articolo 141, comma 1, lettera b), se è avviata un'istruttoria preliminare e anche prima della definizione del procedimento.



Sezione III - Tutela alternativa a quella giurisdizionale (67)
145. Ricorsi.
1. I diritti di cui all'articolo 7 possono essere fatti valere dinanzi all'autorità giudiziaria o con ricorso al Garante.
2.  Il ricorso al Garante non può essere proposto se, per il medesimo oggetto e tra le stesse parti, è stata già adita l'autorità giudiziaria.
3.  La presentazione del ricorso al Garante rende improponibile un'ulteriore domanda dinanzi all'autorità giudiziaria tra le stesse parti e per il medesimo oggetto.

(67) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


146. Interpello preventivo.
1.  Salvi i casi in cui il decorso del termine esporrebbe taluno a pregiudizio imminente ed irreparabile, il ricorso al Garante può essere proposto solo dopo che è stata avanzata richiesta sul medesimo oggetto al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1, e sono decorsi i termini previsti dal presente articolo, ovvero è stato opposto  alla richiesta un diniego anche parziale.
2. Il riscontro alla richiesta da parte del titolare o del responsabile è fornito entro quindici giorni dal suo ricevimento (68).
3.  Entro il termine di cui al comma 2, se le operazioni necessarie per un integrale riscontro alla richiesta sono di particolare complessità, ovvero ricorre altro giustificato motivo, il titolare o il responsabile ne danno comunicazione all'interessato. In tal caso, il termine per l'integrale riscontro è di trenta giorni dal ricevimento della richiesta  medesima (69).

(68) Per la proroga del termine previsto dal presente comma vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(69) Per la proroga del termine previsto dal presente comma vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


147. Presentazione del ricorso.
1. Il ricorso è proposto nei confronti del titolare e indica:
a)  gli estremi identificativi del ricorrente, dell'eventuale procuratore speciale, del titolare e, ove conosciuto, del responsabile eventualmente  designato per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7;
b) la data della richiesta presentata al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1, oppure del pregiudizio imminente ed irreparabile che permette di prescindere dalla richiesta medesima;
c) gli elementi posti a fondamento della domanda;
d) il provvedimento richiesto al Garante;
e) il domicilio eletto ai fini del procedimento.
2. Il ricorso è sottoscritto dal ricorrente o dal procuratore speciale e reca in allegato:
a) la copia della richiesta rivolta al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1;
b) l'eventuale procura;
c) la prova del versamento dei diritti di segreteria.
3.  Al ricorso è unita, altresì, la documentazione utile ai fini della sua valutazione e l'indicazione di un recapito per l'invio di comunicazioni al ricorrente o al procuratore speciale mediante posta elettronica, telefax o telefono.
4. Il ricorso è rivolto al Garante e la relativa sottoscrizione è autenticata. L'autenticazione non  è richiesta se la sottoscrizione è apposta presso l'Ufficio del Garante  o da un procuratore speciale iscritto all'albo degli avvocati al quale la procura è conferita ai sensi dell'articolo 83 del codice di procedura  civile, ovvero con firma digitale in conformità alla normativa vigente.
5.  Il ricorso è validamente proposto solo se è trasmesso con plico raccomandato, oppure per via telematica osservando le modalità relative alla sottoscrizione con firma digitale e alla conferma del ricevimento prescritte ai sensi dell'articolo 38, comma 2, ovvero presentato direttamente presso l'Ufficio del Garante.



148. Inammissibilità del ricorso.
1. Il ricorso è inammissibile:
a) se proviene da un soggetto non legittimato;
b) in caso di inosservanza delle disposizioni di cui agli articoli 145 e 146;
c)  se difetta di taluno degli elementi indicati nell'articolo 147, commi 1  e 2, salvo che sia regolarizzato dal ricorrente o dal procuratore speciale anche su invito dell'Ufficio del Garante ai sensi del comma 2, entro sette giorni dalla data della sua presentazione o della ricezione dell'invito. In tale caso, il ricorso si considera presentato al momento  in cui il ricorso regolarizzato perviene all'Ufficio.
2. Il Garante determina i casi in cui è possibile la regolarizzazione del ricorso (70).

(70)   La Del.Garante protez. dati pers. 23 dicembre 2004, n. 16 (Gazz. Uff. 21 marzo 2005, n. 66) ha disposto che la regolarizzazione dei ricorsi presentati al Garante ai sensi del presente comma è possibile nei seguenti casi:
a) quando il ricorso è sottoscritto da persona fisica o giuridica diversa dal ricorrente o dal procuratore speciale, oppure è trasmesso al Garante con corrispondenza diversa dal plico raccomandato o in modo difforme dalle altre modalità indicate nell'art. 147, comma 5;
b) qualora il ricorso difetti di uno o più dei dati identificativi di cui all'art. 147, comma 1, lettera a);
c)  qualora manchi l'indicazione della data della richiesta presentata al titolare o al responsabile ai sensi dell'art. 8, comma 1, del codice o l'indicazione del pregiudizio imminente e irreparabile che permette di prescindere dalla richiesta medesima (art. 147, comma 1, lettera b);
d) quando il ricorso sia privo di una sottoscrizione autenticata secondo il disposto dell'art. 147, comma 4;
e) quando manchi l'indicazione degli elementi posti a fondamento della domanda (art. 147, comma 1, lettera c);
f) quando il ricorso non rechi l'indicazione del provvedimento richiesto al Garante (art. 147, comma 1, lettera d);
g) quando manchi l'indicazione del domicilio eletto ai fini del procedimento (art. 147, comma 1, lettera e);
h)  qualora al ricorso non risultino allegate l'eventuale procura o la copia della richiesta rivolta al titolare o al responsabile ai sensi dell'art. 8, comma 1, del codice;
i) qualora difetti la prova del versamento dei diritti di segreteria (art. 147, comma 2, lettera c)  o risulti imprecisa o incompleta la documentazione attestante che l'interessato si trova nelle condizioni previste dalla legge per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato.


149. Procedimento relativo al ricorso.
1.  Fuori dei casi in cui è dichiarato inammissibile o manifestamente infondato, il ricorso è comunicato al titolare entro tre giorni a cura dell'Ufficio del Garante, con invito ad esercitare entro dieci giorni dal suo ricevimento la facoltà di comunicare al ricorrente e all'Ufficio  la propria eventuale adesione spontanea. L'invito è comunicato al titolare per il tramite del responsabile eventualmente designato per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, ove indicato nel ricorso.
2. In caso di adesione spontanea è dichiarato non luogo a provvedere. Se il ricorrente lo richiede, è determinato in misura forfettaria l'ammontare delle spese e dei diritti inerenti al ricorso, posti a carico della controparte o compensati per giusti motivi anche parzialmente.
3.  Nel procedimento dinanzi al Garante il titolare, il responsabile di cui  al comma 1 e l'interessato hanno diritto di essere sentiti, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, e hanno facoltà di presentare memorie o documenti. A tal fine l'invito di cui al comma 1 è trasmesso anche al ricorrente e reca l'indicazione del termine entro il quale il titolare, il medesimo responsabile e l'interessato possono presentare memorie e documenti, nonché della data in cui tali soggetti possono essere sentiti in contraddittorio anche mediante idonea tecnica audiovisiva.
4. Nel procedimento il ricorrente può precisare la domanda nei limiti di quanto chiesto con il ricorso o a  seguito di eccezioni formulate dal titolare.
5. Il Garante può disporre, anche d'ufficio, l'espletamento di una o più perizie. Il provvedimento che le dispone precisa il contenuto dell'incarico e il termine per la sua esecuzione, ed è comunicato alle parti le quali possono presenziare alle operazioni personalmente o tramite procuratori o consulenti designati. Il provvedimento dispone inoltre in ordine all'anticipazione delle spese della perizia.
6.  Nel procedimento, il titolare e il responsabile di cui al comma 1 possono essere assistiti da un procuratore o da altra persona di fiducia.
7. Se gli accertamenti risultano particolarmente complessi o vi è l'assenso delle parti il termine di sessanta giorni di cui all'articolo 150, comma 2, può essere prorogato per un periodo non superiore ad ulteriori quaranta giorni.
8.  Il decorso dei termini previsti dall'articolo 150, comma 2 e dall'articolo 151 è sospeso di diritto dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Se il decorso ha inizio durante tale periodo, l'inizio stesso è differito alla fine del periodo medesimo. La sospensione non opera nei casi in cui sussiste il pregiudizio di cui all'articolo 146, comma 1, e non preclude l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo  150, comma 1.



150. Provvedimenti a seguito del ricorso.
1.  Se la particolarità del caso lo richiede, il Garante può disporre in via provvisoria il blocco in tutto o in parte di taluno dei dati, ovvero  l'immediata sospensione di una o più operazioni del trattamento. Il provvedimento può essere adottato anche prima della comunicazione del ricorso ai sensi dell'articolo 149, comma 1, e cessa di avere ogni effetto se non è adottata nei termini la decisione di cui al comma 2. Il  medesimo provvedimento è impugnabile unitamente a tale decisione.
2.  Assunte le necessarie informazioni il Garante, se ritiene fondato il ricorso, ordina al titolare, con decisione motivata, la cessazione del comportamento illegittimo, indicando le misure necessarie a tutela dei diritti dell'interessato e assegnando un termine per la loro adozione. La mancata pronuncia sul ricorso, decorsi sessanta giorni dalla data di presentazione, equivale a rigetto (71).
3.  Se vi è stata previa richiesta di taluna delle parti, il provvedimento che definisce il procedimento determina in misura forfettaria l'ammontare delle spese e dei diritti inerenti al ricorso, posti a carico, anche in parte, del soccombente o compensati anche parzialmente per giusti motivi.
4. Il provvedimento espresso, anche provvisorio, adottato dal Garante è comunicato alle parti entro dieci giorni presso il domicilio eletto o risultante dagli atti. Il provvedimento può essere comunicato alle parti anche mediante posta elettronica o telefax.
5. Se sorgono difficoltà o  contestazioni riguardo all'esecuzione del provvedimento di cui ai commi  1 e 2, il Garante, sentite le parti ove richiesto, dispone le modalità di attuazione avvalendosi, se necessario, del personale dell'Ufficio o della collaborazione di altri organi dello Stato.
6.  In caso di mancata opposizione avverso il provvedimento che determina l'ammontare delle spese e dei diritti, o di suo rigetto, il provvedimento medesimo costituisce, per questa parte, titolo esecutivo ai sensi degli articoli 474 e 475 del codice di procedura civile.

(71) Sui termini per la pronuncia sui ricorsi vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


151. Opposizione.
1.  Avverso il provvedimento espresso o il rigetto tacito di cui all'articolo 150, comma 2, il titolare o l'interessato possono proporre opposizione con ricorso ai sensi dell'articolo 152. L'opposizione non sospende l'esecuzione del provvedimento.
2. Il tribunale provvede nei modi di cui all'articolo 152.



Capo II - Tutela giurisdizionale
(commento di giurisprudenza)
152. Autorità giudiziaria ordinaria.
1.  Tutte le controversie che riguardano, comunque, l'applicazione delle disposizioni del presente codice, comprese quelle inerenti ai provvedimenti del Garante in materia di protezione dei dati personali o alla loro mancata adozione, sono attribuite all'autorità giudiziaria ordinaria.
2. Per tutte le controversie di cui al  comma 1 l'azione si propone con ricorso depositato nella cancelleria del tribunale del luogo ove risiede il titolare del trattamento.
3. Il tribunale decide in ogni caso in composizione monocratica.
4.  Se è presentato avverso un provvedimento del Garante anche ai sensi dell'articolo 143, il ricorso è proposto entro il termine di trenta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento o dalla data del rigetto tacito. Se il ricorso è proposto oltre tale termine il giudice lo dichiara inammissibile con ordinanza ricorribile per cassazione.
5.  La proposizione del ricorso non sospende l'esecuzione del provvedimento  del Garante. Se ricorrono gravi motivi il giudice, sentite le parti, può disporre diversamente in tutto o in parte con ordinanza impugnabile unitamente alla decisione che definisce il grado di giudizio.
6.  Quando sussiste pericolo imminente di un danno grave ed irreparabile il  giudice può emanare i provvedimenti necessari con decreto motivato, fissando, con il medesimo provvedimento, l'udienza di comparizione delle  parti entro un termine non superiore a quindici giorni. In tale udienza, con ordinanza, il giudice conferma, modifica o revoca i provvedimenti emanati con decreto.
7. Il giudice fissa l'udienza di comparizione delle parti con decreto con il quale assegna al ricorrente il termine perentorio entro cui notificarlo alle altre parti e al Garante. Tra il giorno della notificazione e l'udienza di comparizione intercorrono non meno di trenta giorni.
8.  Se alla prima udienza il ricorrente non compare senza addurre alcun legittimo impedimento, il giudice dispone la cancellazione della causa dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo, ponendo a carico del ricorrente le spese di giudizio.
9. Nel corso del  giudizio il giudice dispone, anche d'ufficio, omettendo ogni formalità non necessaria al contraddittorio, i mezzi di prova che ritiene necessari e può disporre la citazione di testimoni anche senza la formulazione di capitoli.
10. Terminata l'istruttoria, il giudice invita le parti a precisare le conclusioni ed a  procedere, nella stessa udienza, alla discussione orale della causa, pronunciando subito dopo la sentenza mediante lettura del dispositivo. Le motivazioni della sentenza sono depositate in cancelleria entro i successivi trenta giorni. Il giudice può anche redigere e leggere, unitamente al dispositivo, la motivazione della sentenza, che è subito dopo depositata in cancelleria.
11. Se necessario, il giudice può concedere alle parti un termine non superiore  a dieci giorni per il deposito di note difensive e rinviare la causa all'udienza immediatamente successiva alla scadenza del termine per la discussione e la pronuncia della sentenza.
12. Con la sentenza il giudice, anche in deroga al divieto di cui all'articolo 4 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato E),  quando è necessario anche in relazione all'eventuale atto del soggetto pubblico titolare o responsabile, accoglie o rigetta la domanda, in tutto o in parte, prescrive le misure necessarie, dispone sul risarcimento del danno, ove richiesto, e pone a carico della parte soccombente le spese del procedimento.
13. La sentenza non è appellabile, ma è ammesso il ricorso per cassazione.
14. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche nei casi previsti dall'articolo 10, comma 5, della legge 1° aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni.



TITOLO II
L'autorità.
Capo I - Il garante per la protezione dei dati personali
153. Il Garante.
1. Il Garante opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione.
2.  Il Garante è organo collegiale costituito da quattro componenti, eletti  due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato. I componenti sono scelti tra persone che assicurano indipendenza e che sono esperti di riconosciuta competenza delle materie  del diritto o dell'informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni.
3. I componenti eleggono nel loro  àmbito un presidente, il cui voto prevale in caso di parità. Eleggono altresì un vice presidente, che assume le funzioni del presidente in caso di sua assenza o impedimento.
4. Il presidente e i componenti durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per più di una volta; per tutta la durata dell'incarico il presidente e i componenti non possono esercitare, a pena di decadenza, alcuna attività professionale o di consulenza, né essere amministratori o dipendenti di enti pubblici o privati, né ricoprire cariche elettive (72).
5.  All'atto dell'accettazione della nomina il presidente e i componenti sono collocati fuori ruolo se dipendenti di pubbliche amministrazioni o magistrati in attività di servizio; se professori universitari di ruolo,  sono collocati in aspettativa senza assegni ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e successive modificazioni. Il personale collocato fuori ruolo o in aspettativa non può essere sostituito.
6.  Al presidente compete una indennità di funzione non eccedente, nel massimo, la retribuzione spettante al primo presidente della Corte di cassazione. Ai componenti compete un'indennità non eccedente nel massimo, i due terzi di quella spettante al presidente. Le predette indennità di funzione sono determinate dall'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1998, n. 501, in misura tale da poter essere corrisposte a carico degli ordinari stanziamenti.
7. Alle dipendenze del Garante è posto l'Ufficio di cui all'articolo 156.

(72) Vedi, anche, l'art. 47-quater, D.L. 31 dicembre 2007, n. 248, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


154. Compiti.
1.  Oltre a quanto previsto da specifiche disposizioni, il Garante, anche avvalendosi dell'Ufficio e in conformità al presente codice, ha il compito di:
a) controllare se i trattamenti sono effettuati nel rispetto della disciplina applicabile e in conformità alla notificazione, anche in caso di loro cessazione e con  riferimento alla conservazione dei dati di traffico (73);
b)  esaminare i reclami e le segnalazioni e provvedere sui ricorsi presentati dagli interessati o dalle associazioni che li rappresentano;
c)  prescrivere anche d'ufficio ai titolari del trattamento le misure necessarie o opportune al fine di rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti, ai sensi dell'articolo 143 (74);
d)  vietare anche d'ufficio, in tutto o in parte, il trattamento illecito o  non corretto dei dati o disporne il blocco ai sensi dell'articolo 143, e  di adottare gli altri provvedimenti previsti dalla disciplina applicabile al trattamento dei dati personali;
e) promuovere la sottoscrizione di codici ai sensi dell'articolo 12 e dell'articolo 139;
f)  segnalare al Parlamento e al Governo l'opportunità di interventi normativi richiesti dalla necessità di tutelare i diritti di cui all'articolo 2 anche a seguito  dell'evoluzione del settore;
g) esprimere pareri nei casi previsti;
h)  curare la conoscenza tra il pubblico della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali e delle relative finalità, nonché delle misure di sicurezza dei dati (75);
i)  denunciare i fatti configurabili come reati perseguibili d'ufficio, dei  quali viene a conoscenza nell'esercizio o a causa delle funzioni;
l) tenere il registro dei trattamenti formato sulla base delle notificazioni di cui all'articolo 37;
m)  predisporre annualmente una relazione sull'attività svolta e sullo stato di attuazione del presente codice, che è trasmessa al Parlamento e  al Governo entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello cui si riferisce.
2. Il Garante svolge altresì, ai sensi  del comma 1, la funzione di controllo o assistenza in materia di trattamento dei dati personali prevista da leggi di ratifica di accordi o  convenzioni internazionali o da regolamenti comunitari e, in particolare:
a) dalla legge 30 settembre 1993, n. 388,  e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione dei protocolli e degli accordi di adesione all'accordo di Schengen e alla relativa convenzione di applicazione;
b) dalla legge 23 marzo 1998, n. 93, e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione della convenzione istitutiva dell'Ufficio europeo di polizia (Europol);
c) dal regolamento (CE) n. 515/97 del 13 marzo 1997, del Consiglio, e dalla legge 30 luglio 1998, n. 291, e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione della convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale;
d) dal regolamento (CE) n. 2725/2000 dell'11 dicembre 2000,  del Consiglio, che istituisce l'«Eurodac» per il confronto delle impronte digitali e per l'efficace applicazione della convenzione di Dublino;
e) nel capitolo IV della convenzione n. 108 sulla protezione  delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati di carattere personale, adottata a Strasburgo il 28 gennaio 1981 e resa esecutiva con legge 21 febbraio 1989, n. 98, quale autorità designata ai fini della cooperazione tra Stati ai sensi dell'articolo 13 della convenzione medesima.
3.  Il Garante coopera con altre autorità amministrative indipendenti nello  svolgimento dei rispettivi compiti. A tale fine, il Garante può anche invitare rappresentanti di un'altra autorità a partecipare alle proprie riunioni, o essere invitato alle riunioni di altra autorità, prendendo parte alla discussione di argomenti di comune interesse; può richiedere,  altresì, la collaborazione di personale specializzato addetto ad altra autorità.
4. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ciascun ministro consultano il Garante all'atto della predisposizione delle norme regolamentari e degli atti amministrativi suscettibili di incidere sulle materie disciplinate dal presente codice.
5.  Fatti salvi i termini più brevi previsti per legge, il parere del Garante è reso nei casi previsti nel termine di quarantacinque giorni dal ricevimento della richiesta. Decorso il termine, l'amministrazione può procedere indipendentemente dall'acquisizione del parere. Quando, per esigenze istruttorie, non può essere rispettato il termine di cui al  presente comma, tale termine può essere interrotto per una sola volta e  il parere deve essere reso definitivamente entro venti giorni dal ricevimento degli elementi istruttori da parte delle amministrazioni interessate.
6. Copia dei provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria in relazione a quanto previsto dal presente codice o in materia di criminalità informatica è trasmessa, a cura della  cancelleria, al Garante (76).

(73) Lettera così modificata dall'art. 4, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(74) Vedi, anche, il Provv.Garante protez. dati pers. 21 giugno 2006, il Provv.Garante protez. dati pers. 1° marzo 2007, il Provv. 7 febbraio 2008, il Provv. 29 aprile 2009, la Del. 16 luglio 2009, n. 26, il Provv. 1° aprile 2010, la Det. 8 aprile 2010 e il Provv. 8 aprile 2010.
(75) Vedi, anche, la Del.Garante protez. dati pers. 24 maggio 2007, n. 21, il Provv. 13 ottobre 2008 e il Provv. 27 novembre 2008.
(76) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


Capo II - L'ufficio del garante
155. Princìpi applicabili.
1. All'Ufficio del Garante, al fine di garantire la responsabilità e l'autonomia ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  e successive modificazioni, si applicano i princìpi riguardanti l'individuazione e le funzioni del responsabile del procedimento, nonché  quelli relativi alla distinzione fra le funzioni di indirizzo e di controllo, attribuite agli organi di vertice, e le funzioni di gestione attribuite ai dirigenti. Si applicano altresì le disposizioni del medesimo decreto legislativo n. 165 del 2001 espressamente richiamate dal presente codice.



156. Ruolo organico e personale.
1. All'Ufficio del Garante è preposto un segretario generale scelto anche tra magistrati ordinari o amministrativi.
2. Il ruolo organico del personale dipendente è stabilito nel limite di cento unità (77).
3. Con propri regolamenti pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, il Garante definisce:
a) l'organizzazione e il funzionamento dell'Ufficio anche ai fini dello svolgimento dei compiti di cui all'articolo 154 (78);
b) l'ordinamento delle carriere e le modalità di reclutamento del personale secondo le procedure previste dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001;
c) la ripartizione dell'organico tra le diverse aree e qualifiche (79);
d) il trattamento giuridico ed economico del personale, secondo i criteri previsti dalla legge 31 luglio 1997, n. 249 e successive modificazioni e, per gli incarichi dirigenziali, dagli articoli 19, comma 6, e 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  tenuto conto delle specifiche esigenze funzionali e organizzative. Nelle more della più generale razionalizzazione del trattamento economico delle autorità amministrative indipendenti, al personale è attribuito l'ottanta per cento del trattamento economico del personale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
e)  la gestione amministrativa e la contabilità, anche in deroga alle norme  sulla contabilità generale dello Stato, l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione nel quale sono iscritte le somme già versate nella contabilità speciale, nonché l'individuazione dei casi di riscossione e utilizzazione dei diritti di segreteria o di corrispettivi per servizi resi in base a disposizioni di legge secondo le modalità di cui all'articolo 6, comma 2, della legge 31 luglio 1997, n. 249.
4.  L'Ufficio può avvalersi, per motivate esigenze, di dipendenti dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche o di enti pubblici collocati in posizione di fuori ruolo o equiparati nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, ovvero in aspettativa ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382,  e successive modificazioni, in numero non superiore, complessivamente, a  venti unità e per non oltre il venti per cento delle qualifiche dirigenziali, lasciando non coperto un corrispondente numero di posti di  ruolo. Al personale di cui al presente comma è corrisposta un'indennità pari all'eventuale differenza tra il trattamento erogato dall'amministrazione o dall'ente di provenienza e quello spettante al personale di ruolo, sulla base di apposita tabella di corrispondenza adottata dal Garante, e comunque non inferiore al cinquanta per
cento della retribuzione in godimento, con esclusione dell'indennità integrativa speciale.
5. In aggiunta al personale  di ruolo, l'Ufficio può assumere direttamente dipendenti con contratto a  tempo determinato, in numero non superiore a venti unità ivi compresi i  consulenti assunti con contratto a tempo determinato ai sensi del comma  7.
6. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
7.  Nei casi in cui la natura tecnica o la delicatezza dei problemi lo richiedono, il Garante può avvalersi dell'opera di consulenti, i quali sono remunerati in base alle vigenti tariffe professionali ovvero sono assunti con contratti a tempo determinato, di durata non superiore a due  anni, che possono essere rinnovati per non più di due volte.
8.  Il personale addetto all'Ufficio del Garante ed i consulenti sono tenuti al segreto su ciò di cui sono venuti a conoscenza, nell'esercizio  delle proprie funzioni, in ordine a notizie che devono rimanere segrete.
9. Il personale dell'Ufficio del Garante  addetto agli accertamenti di cui all'articolo 158 riveste, in numero non superiore a cinque unità, nei limiti del servizio cui è destinato e secondo le rispettive attribuzioni, la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria.
10. Le spese di funzionamento del Garante sono poste a carico di un fondo stanziato a tale scopo nel bilancio dello Stato e iscritto in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Il rendiconto della gestione finanziaria è soggetto al controllo della Corte dei conti.

(77) Per l'incremento della dotazione organica vedi il comma 542 dell'art. 1, L. 27 dicembre 2006, n. 296.
(78) In  attuazione di quanto disposto dalla presente lettera vedi la Del. Garante protez. dati pers. 14 dicembre 2007, n. 65 e la Del. Garante protez. dati pers. 14 dicembre 2007, n. 66.
(79)   Con Del. Garante protez. dati pers. 18 dicembre 2003, n. 20 (Gazz. Uff.  30 gennaio 2004, n. 24) sono state approvate le modifiche alle dotazioni organiche del personale dipendente del Garante per la protezione dei dati personali.


Capo III - Accertamenti e controlli
157. Richiesta di informazioni e di esibizione di documenti.
1.  Per l'espletamento dei propri compiti il Garante può richiedere al titolare, al responsabile, all'interessato o anche a terzi di fornire informazioni e di esibire documenti (80).

(80) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


158. Accertamenti.
1.  Il Garante può disporre accessi a banche di dati, archivi o altre ispezioni e verifiche nei luoghi ove si svolge il trattamento o nei quali occorre effettuare rilevazioni comunque utili al controllo del rispetto della disciplina in materia di trattamento dei dati personali.
2.  I controlli di cui al comma 1 sono eseguiti da personale dell'Ufficio. Il Garante si avvale anche, ove necessario, della collaborazione di altri organi dello Stato.
3. Gli accertamenti di cui al comma 1, se svolti in un'abitazione o in un altro luogo di privata dimora o nelle relative appartenenze, sono effettuati con l'assenso informato del titolare o del responsabile, oppure previa autorizzazione del presidente del tribunale competente per territorio in  relazione al luogo dell'accertamento, il quale provvede con decreto motivato senza ritardo, al più tardi entro tre giorni dal ricevimento della richiesta del Garante quando è documentata l'indifferibilità dell'accertamento (81).

(81) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


159. Modalità.
1.  Il personale operante, munito di documento di riconoscimento, può essere assistito ove necessario da consulenti tenuti al segreto ai sensi  dell'articolo 156, comma 8. Nel procedere a rilievi e ad operazioni tecniche può altresì estrarre copia di ogni atto, dato e documento, anche a campione e su supporto informatico o per via telematica. Degli accertamenti è redatto sommario verbale nel quale sono annotate anche le  eventuali dichiarazioni dei presenti.
2. Ai soggetti presso i quali sono eseguiti gli accertamenti è consegnata copia dell'autorizzazione del presidente del tribunale, ove rilasciata. I  medesimi soggetti sono tenuti a farli eseguire e a prestare la collaborazione a tal fine necessaria. In caso di rifiuto gli accertamenti sono comunque eseguiti e le spese in tal caso occorrenti sono poste a carico del titolare con il provvedimento che definisce il procedimento, che per questa parte costituisce titolo esecutivo ai sensi  degli articoli 474 e 475 del codice di procedura civile.
3.  Gli accertamenti, se effettuati presso il titolare o il responsabile, sono eseguiti dandone informazione a quest'ultimo o, se questo è assente  o non è designato, agli incaricati. Agli accertamenti possono assistere  persone indicate dal titolare o dal responsabile.
4.  Se non è disposto diversamente nel decreto di autorizzazione del presidente del tribunale, l'accertamento non può essere iniziato prima delle ore sette e dopo le ore venti, e può essere eseguito anche con preavviso quando ciò può facilitarne l'esecuzione.
5.  Le informative, le richieste e i provvedimenti di cui al presente articolo e agli articoli 157 e 158 possono essere trasmessi anche mediante posta elettronica e telefax.
6. Quando emergono indizi di reato si osserva la disposizione di cui all'articolo 220 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice  di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271 (82).

(82) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


160. Particolari accertamenti.
1.  Per i trattamenti di dati personali indicati nei titoli I, II e III della Parte II gli accertamenti sono effettuati per il tramite di un componente designato dal Garante.
2. Se il trattamento non risulta conforme alle disposizioni di legge o di regolamento, il Garante indica al titolare o al responsabile le necessarie modificazioni ed integrazioni e ne verifica l'attuazione. Se l'accertamento è stato richiesto dall'interessato, a quest'ultimo è fornito in ogni caso un riscontro circa il relativo esito, se ciò non pregiudica azioni od operazioni a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica o di prevenzione e repressione di reati o ricorrono motivi di difesa o di sicurezza dello Stato.
3. Gli accertamenti non sono delegabili. Quando risulta necessario in ragione della specificità della verifica, il componente designato può farsi assistere da personale specializzato tenuto al segreto ai sensi dell'articolo 156, comma 8. Gli atti e i documenti acquisiti sono custoditi secondo modalità tali da assicurarne la segretezza e sono conoscibili dal presidente e dai componenti del Garante e, se necessario  per lo svolgimento delle funzioni dell'organo, da un numero delimitato di addetti all'Ufficio individuati dal Garante sulla base di criteri definiti dal regolamento di cui all'articolo 156, comma 3, lettera a).
4.  Per gli accertamenti relativi agli organismi di informazione e di sicurezza e ai dati coperti da segreto di Stato il componente designato prende visione degli atti e dei documenti rilevanti e riferisce oralmente nelle riunioni del Garante.
5. Nell'effettuare gli accertamenti di cui al presente articolo nei riguardi di uffici giudiziari, il Garante adotta idonee modalità nel rispetto delle reciproche attribuzioni e della particolare collocazione istituzionale dell'organo procedente. Gli accertamenti riferiti ad atti di indagine coperti dal segreto sono differiti, se vi è richiesta dell'organo procedente, al momento in cui cessa il segreto.
6.  La validità, l'efficacia e l'utilizzabilità di atti, documenti e provvedimenti nel procedimento giudiziario basati sul trattamento di dati personali non conforme a disposizioni di legge o di regolamento restano disciplinate dalle pertinenti disposizioni processuali nella materia civile e penale (83).

(83) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


TITOLO III
Sanzioni.
Capo I - Violazioni amministrative
161. Omessa o inidonea informativa all'interessato.
1.  La violazione delle disposizioni di cui all'articolo 13 è punita con la  sanzione amministrativa del pagamento di una somma da seimila euro a trantaseimila euro (84).

(84) Comma così modificato dal comma 2 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


162. Altre fattispecie.
1. La cessione dei dati in violazione di quanto previsto dall'articolo 16, comma 1, lettera b),  o di altre disposizioni in materia di disciplina del trattamento dei dati personali è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da diecimila euro a sessantamila euro (85).
2.  La violazione della disposizione di cui all'articolo 84, comma 1, è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da mille euro a seimila euro (86).
2-bis.  In caso di trattamento di dati personali effettuato in violazione delle  misure indicate nell'articolo 33 o delle disposizioni indicate nell'articolo 167 è altresì applicata in sede amministrativa, in ogni caso, la sanzione del pagamento di una somma da diecimila euro a centoventimila euro. Nei casi di cui all'articolo 33 è escluso il pagamento in misura ridotta (87).
2-ter.  In caso di inosservanza dei provvedimenti di prescrizione di misure necessarie o di divieto di cui, rispettivamente, all'articolo 154, comma  1, lettere c) e d), è altresì applicata in sede amministrativa, in ogni caso, la sanzione del pagamento di una somma da trentamila euro a centottantamila euro (88).
2-quater. La violazione del diritto di opposizione nelle forme previste dall’articolo 130, comma 3-bis, e dal relativo regolamento è sanzionata ai sensi del comma 2-bis del presente articolo (89).

(85) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(86) Comma così modificato dalla lettera b) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(87) Comma aggiunto dalla lettera c) del comma 3 dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207 e poi così modificato dal n. 1) della lettera c) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(88) Comma aggiunto dalla lettera c) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(89) Comma aggiunto dal n. 2) della lettera c) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


162-bis. Sanzioni in materia di conservazione dei dati di traffico.
1.  Salvo che il fatto costituisca reato e salvo quanto previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2006/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2006, nel caso di violazione delle disposizioni di cui all'art. 132, commi 1 e 1-bis, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 euro a 50.000 euro (90).

(90) Articolo aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109 e poi così modificato dal comma 4 dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


163. Omessa o incompleta notificazione.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, non provvede tempestivamente alla notificazione ai sensi degli articoli 37 e 38, ovvero indica in essa notizie incomplete, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da ventimila euro a centoventimila euro (91).

(91) Comma così modificato dal comma 5 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


164. Omessa informazione o esibizione al Garante.
1.  Chiunque omette di fornire le informazioni o di esibire i documenti richiesti dal Garante ai sensi degli articoli 150, comma 2, e 157 è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da diecimila euro a sessantamila euro (92).

(92) Comma così modificato dal comma 6 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


164-bis. Casi di minore gravità e ipotesi aggravate.
1.  Se taluna delle violazioni di cui agli articoli 161, 162, 163 e 164 è di minore gravità, avuto altresì riguardo alla natura anche economica o sociale dell'attività svolta, i limiti minimi e massimi stabiliti dai medesimi articoli sono applicati in misura pari a due quinti.
2.  In caso di più violazioni di un'unica o di più disposizioni di cui al presente Capo, a eccezione di quelle previste dagli articoli 162, comma 2, 162-bis e 164, commesse anche in tempi diversi in relazione a banche di dati di particolare rilevanza o dimensioni, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da cinquantamila euro  a trecentomila euro. Non è ammesso il pagamento in misura ridotta.
3.  In altri casi di maggiore gravità e, in particolare, di maggiore rilevanza del pregiudizio per uno o più interessati, ovvero quando la violazione coinvolge numerosi interessati, i limiti minimo e massimo delle sanzioni di cui al presente Capo sono applicati in misura pari al doppio.
4. Le sanzioni di cui al presente Capo possono essere aumentate fino al quadruplo quando possono risultare inefficaci in ragione delle condizioni economiche del contravventore (93).

(93) Articolo aggiunto dal comma 7 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


165. Pubblicazione del provvedimento del Garante.
1.  Nei casi di cui agli articoli del presente Capo può essere applicata la  sanzione amministrativa accessoria della pubblicazione dell'ordinanza-ingiunzione, per intero o per estratto, in uno o più giornali indicati nel provvedimento che la applica. La pubblicazione ha luogo a cura e spese del contravventore (94).

(94) Comma così modificato dal comma 8 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


166. Procedimento di applicazione.
1.  L'organo competente a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni di  cui al presente capo e all'articolo 179, comma 3, è il Garante. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689,  e successive modificazioni. I proventi, nella misura del cinquanta per cento del totale annuo, sono riassegnati al fondo di cui all'articolo 156, comma 10, e sono utilizzati unicamente per l'esercizio dei compiti di cui agli articoli 154, comma 1, lettera h), e 158.



Capo II - Illeciti penali
(commento di giurisprudenza)
167. Trattamento illecito di dati.
1.  Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 18, 19, 23, 123, 126 e 130, ovvero in applicazione dell'articolo 129, è punito, se dal fatto deriva nocumento,  con la reclusione da sei a diciotto mesi o, se il fatto consiste nella comunicazione o diffusione, con la reclusione da sei a ventiquattro mesi.
2. Salvo che il fatto costituisca più grave  reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 17, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 25, 26, 27 e 45, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni.



168. Falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante.
1.  Chiunque, nella notificazione di cui all'articolo 37 o in comunicazioni, atti, documenti o dichiarazioni resi o esibiti in un procedimento dinanzi al Garante o nel corso di accertamenti, dichiara o attesta falsamente notizie o circostanze o produce atti o documenti falsi, è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da sei mesi a tre anni.



169. Misure di sicurezza.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure minime previste dall'articolo 33 è punito con l'arresto sino a due anni (95).
2.  All'autore del reato, all'atto dell'accertamento o, nei casi complessi,  anche con successivo atto del Garante, è impartita una prescrizione fissando un termine per la regolarizzazione non eccedente il periodo di tempo tecnicamente necessario, prorogabile in caso di particolare complessità o per l'oggettiva difficoltà dell'adempimento e comunque non  superiore a sei mesi. Nei sessanta giorni successivi allo scadere del termine, se risulta l'adempimento alla prescrizione, l'autore del reato è  ammesso dal Garante a pagare una somma pari al quarto del massimo della  sanzione stabilita per la violazione amministrativa. L'adempimento e il  pagamento estinguono il reato. L'organo che impartisce la prescrizione e  il pubblico ministero provvedono nei modi di cui agli articoli 21, 22, 23 e 24 del decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, e successive modificazioni, in quanto
applicabili (96).

(95) Comma così modificato dal comma 9 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(96) Comma così modificato dal comma 9 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


170. Inosservanza di provvedimenti del Garante.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, non osserva il provvedimento adottato dal Garante ai sensi degli articoli 26, comma 2, 90, 150, commi 1 e 2, e 143, comma 1, lettera c), è punito con la reclusione da tre mesi a due anni.



(commento di giurisprudenza)
171. Altre fattispecie.
1. La violazione delle disposizioni di cui agli articoli 113, comma 1, e 114 è punita con le sanzioni di cui all'articolo 38 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



172. Pene accessorie.
1. La condanna per uno dei delitti previsti dal presente codice importa la pubblicazione della sentenza.



TITOLO IV
Disposizioni modificative, abrogative, transitorie e finali.
Capo I - Disposizioni di modifica
173. Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen.
1. La legge 30 settembre 1993, n. 388,  e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione dei protocolli e degli accordi di adesione all'accordo di Schengen e alla relativa convenzione di applicazione, è così modificata:
a) ... (97);
b) il comma 2 dell'articolo 10 è soppresso;
c) ... (98);
d) l'articolo 12 è abrogato.

(97) Sostituisce il comma 2 dell'art. 9, L. 30 settembre 1993, n. 388.
(98) Sostituisce l'art. 11, L. 30 settembre 1993, n. 388.


174. Notifiche di atti e vendite giudiziarie.
1. ... (99).
2.  Al primo comma dell'articolo 138 del codice di procedura civile, le parole da: «può sempre eseguire» a «destinatario,» sono sostituite dalle  seguenti: «esegue la notificazione di regola mediante consegna della copia nelle mani proprie del destinatario, presso la casa di abitazione oppure, se ciò non è possibile,».
3. Nel quarto comma dell'articolo 139 del codice di procedura civile, la parola: «l'originale» è sostituita dalle seguenti: «una ricevuta».
4.  Nell'articolo 140 del codice di procedura civile, dopo le parole: «affigge avviso del deposito» sono inserite le seguenti: «in busta chiusa e sigillata».
5. All'articolo 142 del codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (100);
b) nell'ultimo comma le parole: «ai commi precedenti» sono sostituite dalle seguenti: «al primo comma».
6.  Nell'articolo 143, primo comma, del codice di procedura civile, sono soppresse le parole da: «, e mediante» fino alla fine del periodo (101).
7.  All'articolo 151, primo comma, del codice di procedura civile dopo le parole: «maggiore celerità» sono aggiunte le seguenti: «, di riservatezza o di tutela della dignità».
8. ... (102).
9. ... (103).
10.  All'articolo 570, primo comma, del codice di procedura civile le parole: «del debitore,» sono soppresse e le parole da: «informazioni» fino alla fine sono sostituite dalle seguenti: «informazioni, anche relative alle generalità del debitore, possono essere fornite dalla cancelleria del tribunale a chiunque vi abbia interesse».
11. ... (104).
12. ... (105).
13. All'articolo 148 del codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (106);
b) ... (107).
14.  All'articolo 157, comma 6, del codice di procedura penale le parole: «è  scritta all'esterno del plico stesso» sono sostituite dalle seguenti: «è effettuata nei modi previsti dall'articolo 148, comma 3».
15. ... (108).
16. Alla legge 20 novembre 1982, n. 890, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (109);
b)  all'articolo 8, secondo comma, secondo periodo, dopo le parole: «L'agente postale rilascia avviso» sono inserite le seguenti: «, in busta chiusa, del deposito».

(99) Aggiunge due commi, dopo il secondo, all'art. 137 del codice di procedura civile.
(100) Sostituisce con un unico comma gli originari primo e secondo comma dell'art. 142 del codice di procedura civile.
(101) La Corte costituzionale, con ordinanza 7-22 luglio 2005, n. 310 (Gazz. Uff. 27 luglio 2005, n. 30, 1ª Serie speciale), ha dichiarato la  manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell'art. 174, comma 6, sollevata in riferimento all'art. 24, secondo comma, della Costituzione.
(102) Aggiunge un comma, dopo il primo, all'art. 250 del codice di procedura civile.
(103) Aggiunge un periodo al terzo comma dell'art. 490 del codice di procedura civile.
(104) Aggiunge un periodo al quarto comma dell'art. 14, L. 24 novembre 1981, n. 689.
(105) Aggiunge l'art. 15-bis al D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.
(106) Sostituisce il comma 3 dell'art. 148 del codice di procedura penale.
(107) Aggiunge il comma 5-bis all'art. 148 del codice di procedura penale.
(108) Sostituisce il comma 1 dell'art. 80 delle disposizioni di attuazioni del codice di procedura penale approvate con D.Lgs. 28 luglio 1989, n. 271.
(109) Aggiunge un periodo al primo comma dell'art. 2, L. 20 novembre 1982, n. 890.


175. Forze di polizia.
1.  Il trattamento effettuato per il conferimento delle notizie ed informazioni acquisite nel corso di attività amministrative ai sensi dell'articolo 21, comma 1, della legge 26 marzo 2001, n. 128,  e per le connessioni di cui al comma 3 del medesimo articolo è oggetto di comunicazione al Garante ai sensi dell'articolo 39, commi 2 e 3.
2.  I dati personali trattati dalle forze di polizia, dagli organi di pubblica sicurezza e dagli altri soggetti di cui all'articolo 53, comma 1, senza l'ausilio di strumenti elettronici anteriormente alla data di entrata in vigore del presente codice, in sede di applicazione del presente codice possono essere ulteriormente trattati se ne è verificata  l'esattezza, completezza ed aggiornamento ai sensi dell'articolo 11.
3. ... (110).

(110) Sostituisce l'art. 10, L. 1° aprile 1981, n. 121.


176. Soggetti pubblici.
1. Nell'articolo 24, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241,  dopo le parole: «mediante strumenti informatici» sono inserite le seguenti: «, fuori dei casi di accesso a dati personali da parte della persona cui i dati si riferiscono, «.
2. ... (111).
3. ... (112).
4. Al Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione continuano ad applicarsi l'articolo 6 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, nonché le vigenti modalità di finanziamento nell'àmbito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
5. ... (113).
6.  La denominazione: «Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione» contenuta nella vigente normativa è sostituita dalla seguente: «Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione».

(111) Aggiunge il comma 1-bis all'art. 2, D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
(112) Sostituisce il comma 1 dell'art. 4, D.Lgs. 12 febbraio 1993, n. 39.
(113) Sostituisce il comma 1 dell'art. 5, D.Lgs. 12 febbraio 1993, n. 39.


177. Disciplina anagrafica, dello stato civile e delle liste elettorali.
1. Il comune può utilizzare gli elenchi di cui all'articolo 34, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223,  per esclusivo uso di pubblica utilità anche in caso di applicazione della disciplina in materia di comunicazione istituzionale.
2. ... (114).
3. Il rilascio degli estratti degli atti dello stato civile di cui all'articolo 107 del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396 è consentito solo ai soggetti cui l'atto si riferisce, oppure su motivata istanza comprovante l'interesse personale e concreto del richiedente a fini di tutela di una situazione giuridicamente rilevante,  ovvero decorsi settanta anni dalla formazione dell'atto.
4. Nel primo comma dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, sono soppresse le lettere d) ed e).
5. ... (115).

(114) Sostituisce il comma 7 dell'art. 28, L. 4 maggio 1983, n. 184.
(115) Sostituisce il quinto comma dell'art. 51, D.P.R. 20 marzo 1967, n. 223.


178. Disposizioni in materia sanitaria.
1. Nell'articolo 27, terzo e quinto comma, della legge 23 dicembre 1978, n. 833,  in materia di libretto sanitario personale, dopo le parole: «il Consiglio sanitario nazionale» e prima della virgola sono inserite le seguenti: «e il Garante per la protezione dei dati personali».
2. All'articolo 5 della legge 5 giugno 1990, n. 135, in materia di AIDS e infezione da HIV, sono apportate le seguenti modifiche:
a) ... (116).
b)  nel comma 2, le parole: «decreto del Ministro della sanità» sono sostituite dalle seguenti: «decreto del Ministro della salute, sentito il Garante per la protezione dei dati personali».
3. ... (117).
4. All'articolo 2, comma 1, del D.M. 11 febbraio 1997 del Ministro della sanità, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 72 del 27 marzo 1997, in materia di importazione di medicinali registrati all'estero, sono soppresse le lettere f) ed h).
5. Nel comma 1, primo periodo, dell'articolo 5-bis del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94,  le parole da: «riguarda anche» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «è acquisito unitamente al consenso relativo al trattamento dei dati personali».

(116) Sostituisce il comma 1 dell'art. 5, L. 5 giugno 1990, n. 135.
(117) Aggiunge un periodo al comma 3 dell'art. 5, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 539.


179. Altre modifiche.
1. Nell'articolo 6 della legge 2 aprile 1958, n. 339,  sono soppresse le parole: «; mantenere la necessaria riservatezza per tutto quanto si riferisce alla vita familiare» e: «garantire al lavoratore il rispetto della sua personalità e della sua libertà morale;».
2. Nell'articolo 38, primo comma, della legge 20 maggio 1970, n. 300, sono soppresse le parole: «4,» e «,8».
3. Al comma 3 dell'articolo 12 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 185,  in materia di contratti a distanza, sono aggiunte in fine le seguenti parole: «, ovvero, limitatamente alla violazione di cui all'articolo 10,  al Garante per la protezione dei dati personali».
4. [ ... (118).

(118) Il presente comma, abrogato dall'art. 184, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, a decorrere dal 1° maggio 2004, ai sensi di quanto disposto dall'art. 183 dello stesso decreto, aggiunge l'art. 107-bis al D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490.


Capo II - Disposizioni transitorie
180. Misure di sicurezza.
1. Le misure minime di sicurezza di cui agli articoli da 33 a 35 e all'allegato B) che non erano previste dal decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318, sono adottate entro il 31 marzo 2006 (119).
2.  Il titolare che alla data di entrata in vigore del presente codice dispone di strumenti elettronici che, per obiettive ragioni tecniche, non consentono in tutto o in parte l'immediata applicazione delle misure  minime di cui all'articolo 34 e delle corrispondenti modalità tecniche di cui all'allegato B), descrive le medesime ragioni in un documento a data certa da conservare presso la propria struttura.
3.  Nel caso di cui al comma 2, il titolare adotta ogni possibile misura di  sicurezza in relazione agli strumenti elettronici detenuti in modo da evitare, anche sulla base di idonee misure organizzative, logistiche o procedurali, un incremento dei rischi di cui all'articolo 31, adeguando i  medesimi strumenti al più tardi entro il 30 giugno 2006 (120).

(119) Comma così modificato prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 6, D.L. 9 novembre 2004, n. 266 e dall'art. 6-bis, D.L. 30 dicembre 2004, n. 314, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione, ed infine dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273.
(120) Comma così modificato prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 6, D.L. 9 novembre 2004, n. 266 e dall'art. 6-bis, D.L. 30 dicembre 2004, n. 314, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione, ed infine dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273.


181. Altre disposizioni transitorie.
1. Per i trattamenti di dati personali iniziati prima del 1° gennaio 2004, in sede di prima applicazione del presente codice:
a)  l'identificazione con atto di natura regolamentare dei tipi di dati e di operazioni ai sensi degli articoli 20, commi 2 e 3, e 21, comma 2, è effettuata, ove mancante, entro il 28 febbraio 2007 (121);
b) la determinazione da rendere nota agli interessati ai sensi dell'articolo 26, commi 3, lettera a), e 4, lettera a), è adottata, ove mancante, entro il 30 giugno 2004;
c) le notificazioni previste dall'articolo 37 sono effettuate entro il 30 aprile 2004;
d) le comunicazioni previste dall'articolo 39 sono effettuate entro il 30 giugno 2004;
e)  [le modalità semplificate per l'informativa e la manifestazione del consenso, ove necessario, possono essere utilizzate dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta e dagli organismi sanitari anche in occasione del primo ulteriore contatto con l'interessato, al più tardi entro il 30 settembre 2004] (122);
f) l'utilizzazione dei modelli di cui all'articolo 87, comma 2, è obbligatoria a decorrere dal 1° gennaio 2005.
2. Le disposizioni di cui all'articolo 21-bis del decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, introdotto dall'articolo 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 281, restano in vigore fino alla data di entrata in vigore del presente codice.
3. L'individuazione dei trattamenti e dei titolari di cui agli articoli 46 e 53, da riportare nell'allegato C), è effettuata in sede di prima applicazione del presente codice entro il 30 giugno 2004.
4. Il materiale informativo eventualmente trasferito al Garante ai sensi dell'articolo 43, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675,  utilizzato per le opportune verifiche, continua ad essere successivamente archiviato o distrutto in base alla normativa vigente.
5.  L'omissione delle generalità e degli altri dati identificativi dell'interessato ai sensi dell'articolo 52, comma 4, è effettuata sulle sentenze o decisioni pronunciate o adottate prima dell'entrata in vigore  del presente codice solo su diretta richiesta dell'interessato e limitatamente ai documenti pubblicati mediante rete di comunicazione elettronica o sui nuovi prodotti su supporto cartaceo o elettronico. I sistemi informativi utilizzati ai sensi dell'articolo 51, comma 1, sono adeguati alla medesima disposizione entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente codice.
6. Le confessioni religiose che, prima dell'adozione del presente codice, abbiano determinato e adottato nell'àmbito del rispettivo ordinamento le  garanzie di cui all'articolo 26, comma 3, lettera a), possono proseguire l'attività di trattamento nel rispetto delle medesime.
6-bis.  Fino alla data in cui divengono efficaci le misure e gli accorgimenti prescritti ai sensi dell'articolo 132, comma 5, per la conservazione del  traffico telefonico si osserva il termine di cui all'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171 (123).

(121) Lettera così modificata prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273, come modificato dalla relativa legge di conversione, e dall'art. 1, D.L. 12 maggio 2006, n. 173, come sostituito dalla relativa legge di conversione, ed infine dal comma 1 dell'art. 6, D.L. 28 dicembre 2006, n. 300. In attuazione di quanto disposto dalla presente lettera vedi, per il Ministero degli affari esteri, il D.M. 23 giugno 2004, n. 225.
(122) Lettera abrogata dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(123) Comma aggiunto dall'art. 4, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, come modificato dalla relativa legge di conversione.


182. Ufficio del Garante.
1.  Al fine di assicurare la continuità delle attività istituzionali, in sede di prima applicazione del presente codice e comunque non oltre il 31 marzo 2004, il Garante:
a) può individuare i presupposti per l'inquadramento in ruolo, al livello iniziale delle rispettive qualifiche e nei limiti delle disponibilità di  organico, del personale appartenente ad amministrazioni pubbliche o ad enti pubblici in servizio presso l'Ufficio del Garante in posizione di fuori ruolo o equiparato alla data di pubblicazione del presente codice;
b)  può prevedere riserve di posti nei concorsi pubblici, unicamente nel limite del trenta per cento delle disponibilità di organico, per il personale non di ruolo in servizio presso l'Ufficio del Garante che abbia maturato un'esperienza lavorativa presso il Garante di almeno un anno.



Capo III - Abrogazioni
183. Norme abrogate.
1. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono abrogati:
a) la legge 31 dicembre 1996, n. 675;
b) la legge 3 novembre 2000, n. 325;
c) il decreto legislativo 9 maggio 1997, n. 123;
d) il decreto legislativo 28 luglio 1997, n. 255;
e) l'articolo 1 del decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 135;
f) il decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171 (124);
g) il decreto legislativo 6 novembre 1998, n. 389;
h) il decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 51;
i) il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 135;
l) il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 281, ad eccezione degli articoli 8, comma 1, 11 e 12;
m) il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 282;
n) il decreto legislativo 28 dicembre 2001, n. 467;
o) il decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318.
2. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono abrogati gli articoli 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 20 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1998, n. 501.
3. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono o restano, altresì, abrogati:
a) l'art. 5, comma 9, del D.M. 18 maggio 2001, n. 279 del Ministro della sanità, in materia di malattie rare;
b) l'articolo 12 della legge 30 marzo 2001, n. 152;
c) l'articolo 4, comma 3, della legge 6 marzo 2001, n. 52, in materia di donatori midollo osseo;
d) l'articolo 16, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in materia di certificati di assistenza al parto;
e) l'art. 2, comma 5, del D.M. 27 ottobre 2000, n. 380 del Ministro della sanità, in materia di flussi informativi sui dimessi dagli istituti di ricovero;
f) l'articolo 2, comma 5-quater 1, secondo e terzo periodo, del decreto-legge 28 marzo 2000, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2000, n. 137, e successive modificazioni, in materia di banca dati sinistri in àmbito assicurativo;
g) l'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, in materia di diffusione di dati a fini di ricerca e collaborazione in campo scientifico e tecnologico;
h) l'articolo 330-bis del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, in materia di diffusione di dati relativi a studenti;
i) l'articolo 8, quarto comma, e l'articolo 9, quarto comma, della legge 1° aprile 1981, n. 121.
4.  Dalla data in cui divengono efficaci le disposizioni del codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 118, i termini di conservazione dei dati personali individuati ai sensi dell'articolo 119,  eventualmente previsti da norme di legge o di regolamento, si osservano  nella misura indicata dal  medesimo codice.

(124) La presente lettera era stata sostituita dall'art. 5, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, poi soppressa dalla relativa legge di conversione.


Capo IV - Norme finali
184. Attuazione di direttive europee.
1.  Le disposizioni del presente codice danno attuazione alla direttiva 96/45/CE del 24 ottobre 1995, del Parlamento europeo e del Consiglio, e alla direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002, del Parlamento europeo e del Consiglio.
2. Quando leggi, regolamenti e altre disposizioni fanno riferimento a disposizioni comprese nella legge 31 dicembre 1996, n. 675,  e in altre disposizioni abrogate dal presente codice, il riferimento si  intende effettuato alle corrispondenti disposizioni del presente codice  secondo la tavola di corrispondenza riportata in allegato.
3.  Restano ferme le disposizioni di legge e di regolamento che stabiliscono divieti o limiti più restrittivi in materia di trattamento di taluni dati personali.



185. Allegazione dei codici di deontologia e di buona condotta.
1. L'allegato A) riporta, oltre ai codici di cui all'articolo 12, commi 1 e 4, quelli promossi ai sensi degli articoli 25 e 31 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, e già pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana alla data di emanazione del presente codice.



186. Entrata in vigore.
1.  Le disposizioni di cui al presente codice entrano in vigore il 1° gennaio 2004, ad eccezione delle disposizioni di cui agli articoli 156, 176, commi 3, 4, 5 e 6 e 182, che entrano in vigore il giorno successivo  alla data di pubblicazione del presente codice. Dalla medesima data si osservano altresì i termini in materia di ricorsi di cui agli articoli 149, comma 8, e 150, comma 2.



Allegato A (125)
Codici di deontologia
A.1  Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica. (Provvedimento del Garante del 29 luglio 1998, in G.U. 3 agosto 1998, n. 179) (126)
A.2  Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici. (Provvedimento del Garante n. 8/P21 del 14 marzo 2001, in G.U. 5 aprile 2001, n. 80) (127)
A.3  Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali a scopi statistici e di ricerca scientifica effettuati nell'àmbito del Sistema statistico nazionale. (Provvedimento del Garante  n. 13 del 31 luglio 2002, in G.U. 1° ottobre 2002, n. 230) (128)
A.4  Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali per scopi statistici e scientifici. (Provvedimento del Garante  n. 2 del 16 giugno 2004, in G.U. 14 agosto 2004, n. 190, S.O.) (129)
A.5  Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e  puntualità nei pagamenti. (Provvedimento del Garante n. 8 del 16 novembre 2004, in G.U. 23 dicembre 2004, n. 300) (130)
A.6  Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000. (Del. 6 novembre 2008, n. 60, in G.U. 24 novembre 2008, n. 275) (131)

(125) Nell'allegato A al presente decreto è stato disposto l'inserimento dei seguenti codici di deontologia e di buona condotta:
-  per i trattamenti dati personali per scopi statistici e scientifici e per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti  al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, con D.M. 14 gennaio 2005 (Gazz. Uff. 29 gennaio 2005, n. 23);
- per i dati trattati per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, con D.M. 2 dicembre 2008 (Gazz. Uff. 24 dicembre 2008, n. 300).
(126) Il Provv.Garante protez. dati pers. 29 luglio 1998 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(127) Il Provv.Garante protez. dati pers. 14 marzo 2001, n. 8/P/2001 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(128) Il Provv.Garante protez. dati pers. 31 luglio 2002, n. 13 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(129) Il Provv.Garante protez. dati pers. 16 giugno 2004, n. 2 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(130) La Del. Garante protez. dati pers. 16 novembre 2004, n. 8 è pubblicata autonomamente nell'Opera.
(131) La Del. 6 novembre 2008, n. 60 è pubblicatà autonomamente nell'Opera.


Allegato B (132)
Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza
(Artt. da 33 a 36 del codice)
Trattamenti con strumenti elettronici
Modalità tecniche da adottare a cura del titolare, del responsabile ove designato e dell'incaricato, in caso di trattamento con strumenti elettronici:
Sistema di autenticazione informatica
1.  Il trattamento di dati personali con strumenti elettronici è consentito  agli incaricati dotati di credenziali di autenticazione che consentano il superamento di una procedura di autenticazione relativa a uno specifico trattamento o a un insieme di trattamenti.
2.  Le credenziali di autenticazione consistono in un codice per l'identificazione dell'incaricato associato a una parola chiave riservata conosciuta solamente dal medesimo oppure in un dispositivo di autenticazione in possesso e uso esclusivo dell'incaricato, eventualmente associato a un codice identificativo o a una parola chiave, oppure in una caratteristica biometrica dell'incaricato, eventualmente associata a un codice identificativo o a una parola chiave.
3. Ad ogni incaricato sono assegnate o associate individualmente una o più credenziali per l'autenticazione.
4.  Con le istruzioni impartite agli incaricati è prescritto di adottare le  necessarie cautele per assicurare la segretezza della componente riservata della credenziale e la diligente custodia dei dispositivi in possesso ed uso esclusivo dell'incaricato.
5. La parola chiave, quando è prevista dal sistema di autenticazione, è composta da almeno otto caratteri oppure, nel caso in cui lo strumento elettronico non lo permetta, da un numero di caratteri pari al massimo consentito; essa non contiene riferimenti agevolmente riconducibili all'incaricato ed è modificata da quest'ultimo al primo utilizzo e, successivamente, almeno ogni sei mesi. In caso di trattamento di dati sensibili e di dati giudiziari la parola chiave è modificata almeno ogni  tre mesi.
6. Il codice per l'identificazione, laddove utilizzato, non può essere assegnato ad altri incaricati, neppure in tempi diversi.
7.  Le credenziali di autenticazione non utilizzate da almeno sei mesi sono  disattivate, salvo quelle preventivamente autorizzate per soli scopi di  gestione tecnica.
8. Le credenziali sono disattivate anche in caso di perdita della qualità che consente all'incaricato l'accesso ai dati personali.
9. Sono impartite istruzioni agli incaricati per non lasciare incustodito e  accessibile lo strumento elettronico durante una sessione di trattamento.
10. Quando l'accesso ai dati e agli strumenti elettronici è consentito esclusivamente mediante uso della componente riservata della credenziale per l'autenticazione, sono impartite idonee e preventive disposizioni scritte volte a individuare chiaramente le modalità con le quali il titolare può assicurare la disponibilità di dati o strumenti elettronici in caso di prolungata assenza o impedimento dell'incaricato che renda indispensabile e indifferibile intervenire per esclusive necessità di operatività e di sicurezza del sistema. In tal caso la custodia delle copie delle credenziali è organizzata garantendo la relativa segretezza e individuando preventivamente per iscritto i soggetti incaricati della loro custodia, i quali devono informare tempestivamente l'incaricato dell'intervento effettuato.
11. Le disposizioni sul sistema di autenticazione di cui ai precedenti punti e quelle sul sistema di autorizzazione non si applicano ai trattamenti dei dati personali destinati alla diffusione.
Sistema di autorizzazione
12.  Quando per gli incaricati sono individuati profili di autorizzazione di  àmbito diverso è utilizzato un sistema di autorizzazione.
13.  I profili di autorizzazione, per ciascun incaricato o per classi omogenee di incaricati, sono individuati e configurati anteriormente all'inizio del trattamento, in modo da limitare l'accesso ai soli dati necessari per effettuare le operazioni di trattamento.
14.  Periodicamente, e comunque almeno annualmente, è verificata la sussistenza delle condizioni per la conservazione dei profili di autorizzazione.
Altre misure di sicurezza
15.  Nell'àmbito dell'aggiornamento periodico con cadenza almeno annuale dell'individuazione dell'àmbito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici, la lista degli incaricati può essere redatta anche per classi omogenee di incarico e dei relativi profili di autorizzazione.
16. I dati personali sono protetti contro il rischio di intrusione e dell'azione di programmi di cui all'art. 615-quinquies del codice penale, mediante l'attivazione di idonei strumenti elettronici da aggiornare con cadenza almeno semestrale.
17.  Gli aggiornamenti periodici dei programmi per elaboratore volti a prevenire la vulnerabilità di strumenti elettronici e a correggerne difetti sono effettuati almeno annualmente. In caso di trattamento di dati sensibili o giudiziari l'aggiornamento è almeno semestrale.
18. Sono impartite istruzioni organizzative e tecniche che prevedono il salvataggio dei dati con frequenza almeno settimanale.
Documento programmatico sulla sicurezza
19.  Entro il 31 marzo di ogni anno, il titolare di un trattamento di dati sensibili o di dati giudiziari redige anche attraverso il responsabile, se designato, un documento programmatico sulla sicurezza contenente idonee informazioni riguardo:
19.1. l'elenco dei trattamenti di dati personali;
19.2. la distribuzione dei compiti e delle responsabilità nell'àmbito delle strutture preposte al trattamento dei dati;
19.3. l'analisi dei rischi che incombono sui dati;
19.4.  le misure da adottare per garantire l'integrità e la disponibilità dei dati, nonché la protezione delle aree e dei locali, rilevanti ai fini della loro custodia e accessibilità;
19.5. la descrizione dei criteri e delle modalità per il ripristino della disponibilità dei dati in seguito a distruzione o danneggiamento di cui al successivo punto 23;
19.6. la previsione di interventi formativi degli incaricati del trattamento, per renderli edotti dei rischi che incombono sui dati, delle misure disponibili per prevenire eventi dannosi, dei profili della disciplina sulla protezione dei dati personali più rilevanti in rapporto alle relative attività, delle responsabilità che ne derivano e delle modalità per aggiornarsi sulle misure minime adottate dal titolare. La formazione è programmata già al momento dell'ingresso in servizio, nonché in occasione di cambiamenti di mansioni, o di introduzione di nuovi significativi strumenti, rilevanti rispetto al trattamento di dati personali;
19.7.  la descrizione dei criteri da adottare per garantire l'adozione delle misure minime di sicurezza in caso di trattamenti di dati personali affidati, in conformità al codice, all'esterno della struttura del titolare;
19.8. per i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale di cui al punto 24, l'individuazione dei criteri da adottare per la cifratura o per la separazione di tali dati dagli altri dati personali dell'interessato.
Ulteriori misure in caso di trattamento di dati sensibili o giudiziari
20. I dati sensibili o giudiziari sono protetti contro l'accesso abusivo, di cui all'art. 615-ter del codice penale, mediante l'utilizzo di idonei strumenti elettronici.
21.  Sono impartite istruzioni organizzative e tecniche per la custodia e l'uso dei supporti rimovibili su cui sono memorizzati i dati al fine di evitare accessi non autorizzati e trattamenti non consentiti.
22.  I supporti rimovibili contenenti dati sensibili o giudiziari se non utilizzati sono distrutti o resi inutilizzabili, ovvero possono essere riutilizzati da altri incaricati, non autorizzati al trattamento degli stessi dati, se le informazioni precedentemente in essi contenute non sono intelligibili e tecnicamente in alcun modo ricostruibili.
23.  Sono adottate idonee misure per garantire il ripristino dell'accesso ai  dati in caso di danneggiamento degli stessi o degli strumenti elettronici, in tempi certi compatibili con i diritti degli interessati e  non superiori a sette giorni.
24. Gli organismi sanitari e gli esercenti le professioni sanitarie effettuano il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale contenuti in elenchi, registri o banche di dati con le modalità di cui all'articolo 22, comma 6, del codice, anche al fine di consentire il trattamento disgiunto dei medesimi dati dagli altri dati personali che permettono di identificare direttamente gli interessati. I  dati relativi all'identità genetica sono trattati esclusivamente all'interno di locali protetti accessibili ai soli incaricati dei trattamenti ed ai soggetti specificatamente autorizzati ad accedervi; il  trasporto dei dati all'esterno dei locali riservati al loro trattamento  deve avvenire in contenitori muniti di serratura o dispositivi equipollenti; il trasferimento dei dati in formato elettronico è cifrato.
Misure di tutela e garanzia
25.  Il titolare che adotta misure minime di sicurezza avvalendosi di soggetti esterni alla propria struttura, per provvedere alla esecuzione riceve dall'installatore una descrizione scritta dell'intervento effettuato che ne attesta la conformità alle disposizioni del presente disciplinare tecnico.
26. Il titolare riferisce, nella relazione accompagnatoria del bilancio d'esercizio, se dovuta, dell'avvenuta redazione o aggiornamento del documento programmatico sulla sicurezza.
Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici
Modalità tecniche da adottare a cura del titolare, del responsabile, ove designato, e dell'incaricato, in caso di trattamento con strumenti diversi da quelli elettronici:
27. Agli incaricati sono impartite istruzioni scritte finalizzate al controllo ed  alla custodia, per l'intero ciclo necessario allo svolgimento delle operazioni di trattamento, degli atti e dei documenti contenenti dati personali. Nell'àmbito dell'aggiornamento periodico con cadenza almeno annuale dell'individuazione dell'àmbito del trattamento consentito ai singoli incaricati, la lista degli incaricati può essere redatta anche per classi omogenee di incarico e dei relativi profili di autorizzazione.
28. Quando gli atti e i documenti  contenenti dati personali sensibili o giudiziari sono affidati agli incaricati del trattamento per lo svolgimento dei relativi compiti, i medesimi atti e documenti sono controllati e custoditi dagli incaricati fino alla restituzione in maniera che ad essi non accedano persone prive  di autorizzazione, e sono restituiti al termine delle operazioni affidate.
29. L'accesso agli archivi contenenti dati sensibili o giudiziari è controllato. Le persone ammesse, a qualunque titolo, dopo l'orario di chiusura, sono identificate e registrate. Quando gli archivi non sono dotati di strumenti elettronici per il controllo degli accessi o di incaricati della vigilanza, le persone che vi accedono sono preventivamente autorizzate.

(132) Vedi, anche, il Provv. 27 novembre 2008. Per la sospensione delle disposizioni contenute nel presente allegato vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


Allegato C
Trattamenti non occasionali effettuati in àmbito giudiziario o per fini di polizia
(artt. 46 e 53 del codice)
TAVOLA DI CORRISPONDENZA
DEI RIFERIMENTI PREVIGENTI
AL CODICE IN MATERIA
DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI





ARTICOLATO DEL CODICE
RIFERIMENTO PREVIGENTE







Parte I


Disposizioni generali


Titolo I


Princìpi generali








Art. 1 (Diritto alla protezione dei dati personali)
---







Art. 2 (Finalità)
cfr. art. 1, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 1, comma 1, L. 31 dicembre 1996, n. 675

comma 2
---




Art. 3 (Principio di necessità del trattamento dei dati)
---

comma 1





Art. 4 (Definizioni)


comma 1, lett. a)
cfr. art. 2, dir. 95/46 CE;


art. 1, comma 2, lett. b), L. n. 675/1996

lett. b)
art. 1, comma 2, lett. c), L. n. 675/1996

lett.  c)
art. 10, comma 5, D.Lgs. 30 luglio 1999, n. 281

lett. d)
cfr. art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

lett. e)
cfr. art. 24, comma 1, L. n. 675/1996

lett. f)
art. 1, comma 2, lett. d), L. n. 675/1996

lett. g)
art. 1, comma 2, lett. e), L. n. 675/1996

lett. h)
cfr. art. 19 L. n. 675/1996

lett. i)
art. 1, comma 2, lett. f), L. n. 675/1996

lett. l)
art. 1, comma 2, lett. g), L. n. 675/1996

lett. m)
art. 1, comma 2, lett. h), L. n. 675/1996

lett. n)
art. 1, comma 2, lett. i), L. n. 675/1996

lett. o)
art. 1, comma 2, lett. l), L. n. 675/1996

lett. p)
art. 1, comma 2, lett. a), L. n. 675/1996

lett. q)
art. 1, comma 2, lett. m), L. n. 675/1996

comma 2, lett. a)
cfr. art. 2, par. 2, lett. d), direttiva del Parlamento


europeo e del Consiglio n. 2002/58/CE

lett. b)
cfr. art. 2, lett. e), direttiva n. 2002/58/CE

lett. c)
cfr. art. 2, par. 1, lett. a), direttiva del Parlamento


europeo e del Consiglio n. 2002/21/CE

lett. d)
cfr. art. 2, par. 1, lett. d), direttiva n. 2002/21/CE

lett.  e)
cfr. art. 2, par. 1, lett. c), direttiva n. 2002/21/CE

lett. f)
cfr. art. 2, par. 1, lett. k), direttiva n. 2002/21/CE

lett. g)
cfr. art. 2,par. 2, lett. a), direttiva n. 2002/58/CE

lett. h)
cfr. art. 2, par. 2,lett. b), direttiva n. 2002/58/CE

lett. i)
cfr. art. 2, par. 2, lett. c), direttiva n. 2002/58/CE

lett.  l)
cfr. art. 2, par. 2, lett. g), direttiva n. 2002/58/CE

lett. m)
cfr. art. 2, par. 2, lett. h), direttiva n. 2002/58/CE

comma 3, lett. a)
art. 1, comma 1, lett. a), D.P.R. 28 luglio 1999, n. 318

lett. b)
art. 1, lett. b, D.P.R. n. 318/1999

lett. c)
---

lett. d)
---

lett. e)
---

lett. f)
---

lett. g)
---

comma 4, lett. a)
art. 1, comma 2, lett. a), D.Lgs. n. 281/1999

lett. b)
art. 1, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 281/1999

lett. c)
art. 1, comma 2, lett. b), D.Lgs. n. 281/1999

Art. 5 (Oggetto ed àmbito di applicazione)
cfr. art. 4, dir. 95/46/CE;

comma 1
artt. 2, comma 1, e 6, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 2, commi 1 -bis, e 1 -ter, L. n. 675/1996

comma 3
cfr.art. 3, par. 2 (secondo periodo), dir. 95/46/CE;


art. 3, L. n. 675/1996

Art. 6 (Disciplina del trattamento)
---

Titolo II


Diritti dell'interessato


Art. 7 (Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti)
cfr. art. 12, dir. 95/46;

comma 1
art. 13, comma 1, lett. c), punto 1 (prima parte) L. n. 675/1996

comma 2
art. 13, comma 1, lett. b) e c), punto 1 (seconda parte)


L. n. 675/1996

comma 3
art. 13, comma 1, lett. c), punti 2, 3 e 4 L. n. 675/1996

comma 4
art. 13, comma 1, lett. d) ed e), L. n. 675/1996

Art. 8 (Esercizio dei diritti)
cfr. art. 13, dir. 95/46;

comma 1
art. 17, comma 1, D.P.R. n. 501/1998.

comma 2
art. 14, comma 1, lett. a), b), c), d), e) ed e- bis) L. n. 675/1996

comma 3
art. 14, comma 2, n. 675/1996

comma 4
---

Art. 9 (Modalità di esercizio)


comma 1
art. 17, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 13, comma 4, L. n. 675/1996; art. 17, comma 4, D.P.R. n.


501/1998

comma 3
art. 13, comma 3 , L. n. 675/1996

comma 4
art. 17, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 13, comma 1, c), punto 1 (secondo periodo), L. n. 675/1996

Art. 10 (Riscontro all'interessato)


comma 1
art. 17, comma 9, D.P.R. 31 marzo 1998, n. 501.

comma 2
art. 17, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 17, comma 5 D.P.R. n. 501/1998

comma 4
---

comma 5 
---

comma 6
---

comma 7
art. 13, comma 2, L. n. 675/1996; art. 17, comma 7, D.P.R. n.


501/1998

comma 8
art. 17, comma 7, D.P.R. n. 501/1998

comma 9
art. 17, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

Titolo III


Regole generali per il trattamento dei dati


Capo I


Regole per tutti i trattamenti


Art. 11 (Modalità del trattamento e requisiti dei dati)
cfr. art. 6, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 9, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
---

Art. 12 (Codici di deontologia e di buona condotta)
cfr. art. 27, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 31, comma 1, lett. h), L. n. 675/1996;

comma 2
art. 20, comma 4, D.Lgs. 28 dicembre 2001, n. 467.

comma 3
art. 20, comma 3, D.Lgs. n. 467/2001

comma 4
---

Art. 13 (Informativa)
cfr. art. 10, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 10, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 10, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
art. 10, comma 3, L. n. 675/1996

comma 5
art. 10, comma 4, L. n. 675/1996

Art. 14 (Definizione di profili e della personalità 


dell'interessato)
cfr. art. 15, dir. 95/46/CE ;

Comma 1
art. 17, comma 1, L. n. 675/1996

Comma 2
art. 17, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 15 (Danni cagionati per effetto del trattamento)
cfr. art. 23, dir. 95/46/CE :

comma 1
art. 18, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 9, L. n. 675/1996

Art. 16 (Cessazione del trattamento)
cfr. art. 19, par. 2, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 16, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 16, comma 3, L. n. 675/1996

Art. 17 (Trattamento che presenta rischi specifici)
cfr. art. 20, dir. 95/46/CE :

comma 1
art. 24 -bis, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 24 -bis, comma 2, L. n. 675/1996

Capo II


Regole ulteriori per i soggetti  pubblici


Art. 18 (Princìpi applicabili a tutti i trattamenti effettuati 


da soggetti pubblici)


comma 1
---

comma 2
cfr. art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 3
cfr. art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 4
---

comma 5
---

Art. 19 (Princìpi applicabili al trattamento di dati diversi da 


quelli sensibili e giudiziari)
art. 7, par. 1, lett. E), dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 27, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 27, comma 3, L. n. 675/1996

Art. 20 (Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili)
cfr. art. 8, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 22, comma 3, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art.22, comma 3 -bis, L. n. 675/1996; art. 5, comma 5, D.Lgs.


n. 135/1999

comma 3
art. 22, comma 3, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 22, comma 3 -bis, L. n. 675/1996

Art. 21 (Princìpi applicabili al trattamento di dati 


giudiziari)
cfr. art. 8, par. 5, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 24, comma 1, L. n. 675/1996;

comma 2
art. 5, comma 5 -bis, D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 135

Art. 22 (Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili e 


giudiziari)


comma 1
---

comma 2
art. 2, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 3, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 4
art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 5
art. 3, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 6
art. 3, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

comma 7
art. 3, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 8
art. 23, comma 4, L. n. 675/1996

comma 9
art. 4, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 10
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999; art. 3, comma 6, D.Lgs. n.


135/1999

comma 11
art. 4, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 12
art. 1, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 135/1999

Capo III


Regole ulteriori per i privati ed enti pubblici economici


Art. 23 (Consenso)
cfr.art. 7, par. 1, lett. A), dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 11, comma 1 e 20, comma 1, lett. a) L. n. 675/1996

comma 2
art. 11, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 11, comma 3, L. n. 675/1996

comma 4
cfr. art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 24 (Casi nei quali può essere effettuato il trattamento 


senza il consenso)
cfr. art. 7, dir. 95/46/CE ;

comma 1, lett. a)
artt. 12, comma 1, lett. a) e 20, comma 1, lett. c), L. n.


675/1996;

lett. b)
artt. 12, comma 1, lett. b) e 20, comma 1, lett. a-bis), L. n.


675/1996

lett. c)
artt. 12, comma 1, lett. c) e 20, comma 1, lett. b), L. n.


675/1996

lett. d)
artt. 12, comma 1, lett. f) e 20, comma 1, lett. e),L. n.


675/1996

lett. e)
art. 7, par. 1, lett. d), dir. 95/46; artt. 12, comma 1, lett. g) e 20


comma 1, lett. f), L. n. 675/1996

lett. f)
artt. 12, comma 1, lett. h) e 20, comma 1, lett. g), L. n.


675/1996

lett. g)
artt. 12, comma 1, lett. h-bis) e 20, comma 1, lett. h ed h-bis), L.


n. 675/1996

lett. h)
---

lett. i)
artt. 12, comma 1, lett. d) e 21, comma 4, lett. a), L. n.


675/1996; art. 7, comma 4 .Lgs. n. 281/1999

Art. 25 (Divieti di comunicazione e diffusione)


comma 1
art. 21 commi 1 e 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 21, comma 4, lett. b), L. n. 675/1996

Art. 26 (Garanzie per i dati sensibili)
cfr. Art. 8, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 22, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3, lett. a)
art. 22, comma 1-b is, L. n. 675/1996

comma 3, lett. b)
art. 22, comma 1- ter, L. n. 675/1996

comma 4
art. 22, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 23, comma 4, L. n. 675/1996

Art. 27 (Garanzie per i dati giudiziari)
cfr. art. 8, par. 5, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 24, comma 1, L. n. 675/1996

Titolo IV


I soggetti che effettuano il trattamento


Art. 28 (Titolare del trattamento)


comma 1
---

Art. 29 (Responsabile del trattamento)
cfr. art. 16, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 8, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 8, comma 1, L. n. 675/1996

comma 3
art. 8, comma 3, L. n. 675/1996

comma 4
art. 8, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 8, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 30 (Incaricati del trattamento)
cfr. art. 17, par. 3, dir. 95/46/CE ;

comma 1
artt. 8, comma 5, e 19, L. n. 675/1996

comma 2
art. 19, L. n. 675/1996

Titolo V


Sicurezza dei dati e dei sistemi


Capo I


Misure di sicurezza
cfr. art. 17, dir. 95/46/CE;

Art. 31 (Obblighi di sicurezza)
art. 15, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 32 (Particolari titolari)


comma 1
art. 2, comma 1, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

comma 2
art. 2, comma 2, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

comma 3
art. 2, comma 3, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

Capo II


Misure minime


Art. 33 (Misure minime)
cfr. art. 15, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 34 (Trattamenti con strumenti elettronici)
---

Art. 35 (Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici)
---

Art. 36 (Adeguamento)
cfr. art. 15, comma 3, L. n. 675/1996

Titolo VI


Adempimenti


Art. 37 (Notificazione del trattamento)


comma 1
art. 18, dir. 95/46/CE ; cfr. art. 7, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
art. 28, comma 7, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 13, commi 1, 2, 3, 4, D.P.R. n. 501/1998

Art. 38 (Modalità di notificazione)
art. 19, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 7, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 12, comma 1, primo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 12, comma 1, secondo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 7, comma 2, secondo periodo e art. 16, comma 1 L. n.

,
675/1996

comma 5
art. 12, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
---

Art. 39 (Obblighi di comunicazione)
art. 7, par. 1, lett. E), dir. 95/46/CE

comma 1, lett. a)
art. 27, comma 2, L. n. 675/1996

lett. b)
---

comma 2
---

comma 3
---

Art. 40 (Autorizzazioni generali)
art. 41, comma 7, L. n. 675/1996; art. 14, comma 1, D.P.R. n.

comma 1
501/1998

Art. 41 (Richieste di autorizzazione)


comma 1
---

comma 2
art. 14, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 14, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 14, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 14, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

Titolo VII


Trasferimento dei dati all'estero
cfr. artt. 25 e 26, dir. 95/46/CE

Art. 42 (Trasferimenti all'interno dell'Unione europea)


comma 1
---

Art. 43 (Trasferimenti consentiti in Paesi terzi)


alinea del comma 1
art. 28, comma 1, L. n. 675/1996

comma 1
artt. 28, comma 4, eccetto la lett. g), e 26, comma 2, L. n.


675/1996; art. 7, comma 4, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 44 (Altri trasferimenti consentiti)
art. 28, comma 4, lett. g), L. n. 675/1996

Art. 45 (Trasferimenti vietati)
art. 28, comma 3, L. n. 675/1996

Parte II


Disposizioni relative a specifici settori


Titolo I


Trattamenti in àmbito giudiziario


Capo I
cfr. art. 3, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 46 (Titolari dei trattamenti) 
---

Art. 47 (Trattamenti per ragioni di  giustizia)
art. 3, par. 2, (primo periodo) dir. 95/46/CE; art. 4, comma 1,


lett. c) e d) e comma 2, L. n. 675/1996

Art. 48 (Banche di dati di uffici giudiziari) 
---

Art. 49 (Disposizioni di attuazione) 
---

Capo II


Minori


Art. 50 (Notizie o immagini relative ai minori) 
---

Capo III


Informatica giuridica


Art. 51 (Princìpi generali) 
---

Art. 52 (Dati identificativi degli interessati) 
---

Titolo II


Trattamenti da parte di forze di polizia


Capo I
cfr. art. 3, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 53 (Àmbito applicativo e titolari dei trattamenti)
art. 3, par. 2, (primo periodo) dir. 95/46/CE; art. 4, comma 1,


lett. a) ed e) e comma 2, L. n. 675/1996

Art. 54 (Modalità di trattamento e flussi di dati)
---

Art. 55 (Particolari tecnologie) 
---

Art. 56 (Tutela dell'interessato) 
---

Art. 57 (Disposizioni di attuazione) 
---

Titolo III


Difesa e sicurezza dello Stato


Capo I
art. 3, dir. 95/46/CE ;

Profili generali


Art. 58 (Disposizioni applicabili)


comma 1
art. 4, commi 1, lett. b) e 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 4, commi 1, lett. e) e 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 15, comma 4, L. n. 675/1996

comma 4
---

Titolo IV


Trattamenti in àmbito pubblico


Capo I


Accesso a documenti amministrativi


Art. 59 (Accesso a documenti amministrativi)
art. 43, comma 2, L. 675/1996; art. 16, comma 1, lett. c), D.Lgs.


n. 135/1999

Art. 60 (Dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita 


sessuale)
art. 16, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Capo II


Registri pubblici e albi professionali


Art. 61 (Utilizzazione di dati pubblici)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. f), D.Lgs. n. 467/2001

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
---

Capo III


Stato civile, anagrafi e liste elettorali


Art. 62 (Dati sensibili e giudiziari)
art. 6 D.Lgs. n. 135/1999

Art. 63 (Consultazione di atti) 
---

Capo IV


Finalità di rilevante interesse pubblico


Art. 64 (Cittadinanza, immigrazione e condizione dello 


straniero)


comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 7, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 65 (Diritti politici e pubblicità dell'attività di organi)


comma 1
art. 8, commi 1 e 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 8, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 8, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

comma 4
art. 8, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 5
art. 8, comma 6, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 66 (Materia tributaria e doganale)


comma 1
art. 10, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 10, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 67 (Attività di controllo e ispettive)


comma 1, lett. a)
art. 11, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

lett. b)
art. 11, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 68 (Benefìci economici ed abilitazioni)


comma 1
art. 13, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 13, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 13, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 69 (Onorificenze, ricompense e riconoscimenti)
art. 14, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 70 (Volontariato e obiezione di coscienza)


comma 1
art. 15, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 15, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 71 (Attività sanzionatorie e di tutela)


comma 1
art. 16, comma 1, lett. a) e b), D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 16, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 72 (Rapporti con enti di culto)
art. 21, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 73 (Altre finalità in àmbito amministrativo e sociale)
Provv. Garante n. 1/P/2000 del 30 dicembre 1999-13 gennaio


2000

Capo V


Particolari contrassegni


Art. 74 (Contrassegni su veicoli e accessi a centri storici)
---

Titolo V


Trattamento di dati personali in àmbito


sanitario


Capo I
cfr. art. 8, dir. 95/46/CE

Princìpi generali


Art. 75 (Àmbito applicativo)
art. 1. D.Lgs. n. 282/1999

Art. 76 (Esercenti professioni sanitarie e organismi sanitari 


pubblici)


comma 1
art. 23, comma 1, L. n. 675/1996




comma 2
---

comma 3
art. 23, comma 3, (primo periodo), L. n. 675/1996

Capo II


Modalità semplificate per informativa e consenso


Art. 77 (Casi di semplificazione) 
---

Art. 78 (Informativa del medico di medicina generale o del 


pediatra)
---

Art. 79 (Informativa da parte di organismi sanitari)
---

Art. 80 (Informativa da parte di altri soggetti pubblici)
---

Art. 81 (Prestazione del consenso) 
---

Art. 82 (Emergenze e tutela della salute e dell'incolumità 


fisica)


comma 1
---

comma 2
art. 23, comma 1 -quater, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
---

Art. 83 (Altre misure per il rispetto dei diritti degli 


interessati)
---

Art. 84 (Comunicazione di dati all'interessato)


comma 1
art. 23, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
---

Capo III


Finalità di rilevante interesse pubblico


Art. 85 (Compiti del Servizio sanitario nazionale)


comma 1
art. 17, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
art. 17, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 86 (Altre finalità di rilevante interesse pubblico)


comma 1


lett. a)
art. 18, D.Lgs. n. 135/1999

lett. b)
art. 19, D.Lgs. n. 135/1999

lett. c)
art. 20, D.Lgs. n. 135/1999

Capo IV


Prescrizioni mediche


Art. 87 (Medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale)
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 282/1999

Art. 88 (Medicinali non a carico del Servizio sanitario 


nazionale)
art. 4, comma 1, D.Lgs. n. 282/1999

Art. 89 (Casi particolari)


comma 1
---

comma 2
art. 4, comma 4, D.Lgs. n. 282/1999

Capo V


Dati genetici


Art. 90 (Trattamento dei dati genetici e donatori di midollo 


osseo)
art. 17, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 1


comma 2
---

comma 3
art. 4, comma 3, L. n. 52 del 6 marzo 2001

Capo VI


Disposizioni varie


Art. 91 (Dati trattati mediante carte) 
---

Art. 92 (Cartelle cliniche) 
---

Art. 93 (Certificato di assistenza al parto)


comma 1
art. 16, comma 2, D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000

comma 2
---

comma 3
---

Art. 94 (Banche di dati, registri e schedari in àmbito 


sanitario)
---

Titolo VI


Istruzione


Capo I


Profili generali


Art. 95 (Dati sensibili e giudiziari)
art. 12, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 96 (Trattamento di dati relativi a studenti)
art. 330 -bis, (primo e secondo periodo)D.Lgs. n. 297 del 16

comma 1
aprile 1994

comma 2
art. 330 -bis, (terzo periodo), D.Lgs. n. 297/1994

Titolo VII


Trattamento per scopi storici, statistici o


scientifici


Capo I
cfr. artt. 6, 11, par. 2, 13, par. 2, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 97 (Àmbito applicativo) 
---

Art. 98 (Finalità di rilevante interesse pubblico)
artt. 22 e 23, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 99 (Compatibilità tra scopi e durata del trattamento)


Comma 1
art. 9, comma 1- bis, L. 675/1996

comma 2
art. 9, comma 1- bis, L. 675/1996

comma 3
art. 16, comma 2, lett. c -bis), L. 675/1996

Art. 100 (Dati relativi ad attività di studio e di ricerca)
art. 6, comma 4, D.Lgs. n. 204/1998

Capo II


Trattamento per scopi storici


Art. 101 (Modalità di trattamento)


comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 281/1999

comma 3
art. 7, comma 3, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 102 (Codice di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 7, comma 5, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 103 (Consultazione di documenti conservati in archivi)
---

Capo III


Trattamento per scopi statistici o scientifici


Art. 104 (Àmbito applicativo e dati identificativi per scopi 


statistici o scientifici)


comma 1
art. 10, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 5, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 105 (Modalità di trattamento)


comma 1
art. 10, comma 3, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 2, D.Lgs. n. 281/1999

comma 3
---

comma 4
---

Art. 106 (Codici di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 6, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 107 (Trattamento di dati sensibili)


comma 1
art. 10, comma 4, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 108 (Sistema statistico nazionale) 
---

Art. 109 (Dati statistici relativi all'evento della nascita)
---

Art. 110 (Ricerca medica, biomedica ed epidemiologica)


comma 1
art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 282/1999

comma 2
art. 5, comma 2, D.Lgs. n. 282/1999

Titolo VIII


Lavoro e previdenza sociale


Capo I


Profili generali


Art. 111 (Codice di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 20, comma 2, lett. b), D.Lgs., n. 467/2001

Art. 112 (Finalità di rilevante interesse pubblico)


comma 1
art. 9, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 9, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 9, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

Capo II


Annunci di lavoro e dati riguardanti


prestatori di lavoro


Art. 113 (Raccolta di dati e pertinenza)
cfr. art. 8, L. 20 maggio 1970, n. 300

Capo III


Divieto di controllo a distanza e telelavoro


Art. 114 (Controllo a distanza)
cfr. art. 4, comma 1, L. 20 maggio 1970, n. 300

Art. 115 (Telelavoro e lavoro a domicilio)


comma 1 e 2
art. 6, L. 2 aprile 1958, n. 339

Capo IV


Istituti di patronato e di assistenza sociale


Art. 116 (Conoscibilità di dati su mandato dell'interessato)


commi 1 e 2
art. 12, L. 30 marzo 2001, n. 152

Titolo IX


Sistema bancario, finanziario ed assicurativo


Capo I


Sistemi informativi


Art. 117 (Affidabilità e puntualità nei pagamenti)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. e), D.Lgs. n. 467/2001

Art. 118 (Informazioni commerciali)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. d), D.Lgs. n. 467/2001

Art. 119 (Dati relativi al comportamento debitorio)
---

Art. 120 (Sinistri)
art. 2, comma 5 -quater 1, D.L. 28 marzo 2000, n. 70, conv. da


L. 26 maggio 2000, n. 137

Titolo X


Comunicazioni elettroniche


Capo I


Servizi di comunicazione elettronica


Art. 121 (Servizi interessati)
cfr. art. 3, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 122 (Informazioni raccolte nei riguardi dell'abbonato e 


dell'utente)
cfr. art. 5, par. 3, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 123 (Dati relativi al traffico)
cfr. art. 6, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 4, comma 1, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171;

comma 2
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 4, comma 3, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
---

comma 5
art. 4, comma 4, D.Lgs. n. 171/1998

comma 6
art. 4, comma 5, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 124 (Fatturazione dettagliata)
cfr. art. 7, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 5, comma 3 (primo periodo), D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 5, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
art. 5, comma 3 (secondo periodo), D.Lgs. n. 171/1998

comma 5
---

Art. 125 (Identificazione della linea)
cfr. art. 8, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 6, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 6, comma 3, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
art. 6, comma 4, D.Lgs. n. 171/1998

comma 5
art. 6, comma 5, D.Lgs. n. 171/1998

comma 6
art. 6, comma 6, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 126 (Dati relativi all'ubicazione)
cfr. art. 9, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 127 (Chiamate di disturbo e di emergenza)
cfr. art. 10, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
---

comma 4
art. 7, comma 2 -bis, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 128 (Trasferimento automatico della chiamata)
cfr. art. 11, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 8, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 129 (Elenchi di abbonati)
cfr. art. 12, direttiva n. 2002/58/CE


art. 9, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 130 (Comunicazioni indesiderate)
cfr. art. 13, direttiva n. 2002/58/CE


art. 10, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 131 (Informazioni ad abbonati e utenti)
art. 3, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 132 (Conservazione di dati di traffico per altre finalità)
cfr. art. 15, direttiva n. 2002/58/CE

Capo II


Internet e reti telematiche


Art. 133 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. a), D.Lgs. n. 467/2001

Capo III


Videosorveglianza


Art. 134 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. g), D.Lgs. n. 467/2001

Titolo XI


Libere professioni e investigazione privata


Capo I


Profili generali


Art. 135 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 22, comma 4, lett. c), secondo periodo, L. n. 675/1996

Titolo XII


Giornalismo ed espressione letteraria ed artistica


Capo I
cfr. art. 9, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 136 (Finalità giornalistiche ed altre manifestazioni del 


pensiero)


comma 1, lett. a)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. b) e c)
art. 25, comma 4- bis, L. n. 675/1996

Art. 137 (Disposizioni applicabili)


comma 1, lett. a)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. b)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. c)
art. 28, comma 6, L. n. 675/1996

comma 2
art. 12, comma 1, lett. e), L. n. 675/1996; art. 25, comma 1, L. n.


675/1996

comma 3
art. 20, comma 1, lett. d), e art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 138 (Segreto professionale)
art. 13, comma 5, L. n. 675/1996

Capo II


Codice di deontologia


Art. 139 (Codice di deontologia relativo ad attività 


giornalistiche)
art. 25, commi 2 , 3 e 4, L. n. 675/1996

Titolo XIII


Marketing diretto


Capo I


Profili generali


Art. 140 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 467/2001

Parte III


Tutela dell'interessato e sanzioni


Titolo I


Tutela amministrativa e giurisdizionale


Capo I


Tutela dinanzi al Garante
cfr. art. 22, dir. 95/46/CE

Sezione I


Princìpi generali


Art. 141 (Forme di tutela) 
---

Sezione II


Tutela amministrativa


Art. 142 (Proposizione dei reclami) 
---

Art. 143 (Procedimento per i reclami)
art. 21, comma 3, L. n. 675/1996; art. 31, comma 1, lett. c) e l),


L. n. 675/1996

Art. 144 (Segnalazioni) 
---

Sezione III


Tutela alternativa a quella giurisdizionale


Art. 145 (Ricorsi)


comma 1
art. 29, comma 1, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 1, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 29, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 146 (Interpello preventivo)


comma 1
art. 29, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
---

Art. 147 (Presentazione del ricorso)


comma 1, lett. a)
art. 18, comma 1, lett. a), D.P.R. n. 501/1998

lett. b)
art. 18, comma 1, lett. c), -seconda parte- D.P.R. n. 501/1998

lett. c)
art. 18, comma 1, lett. d), D.P.R. n. 501/1998

lett. d)
art. 18, comma 1, lett. c), -prima parte- D.P.R. n. 501/1998

lett. e)
art. 18, comma 1, lett. b), D.P.R. n. 501/1998

alinea del comma 2
art. 18, comma 1, lett. e), D.P.R. n. 501/1998

lett. a), b) e c)
art. 18, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 18, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 18, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 18, alinea del comma 1, D.P.R. n. 501/1998

Art. 148 (Inammissibilità del ricorso)


comma 1
art. 19, comma 1, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 18, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

Art. 149 (Procedimento relativo al ricorso)


comma 1
art. 20, comma 1, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 20, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 29, comma 3, L. n. 675/1996; art. 20, comma 3, D.P.R. n.


501/1998

comma 4
---

comma 5
art. 20, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
art. 20, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

comma 7
art. 20, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

comma 8
Art. 29, comma 6- bis, L. n. 675/1996

Art. 150 (Provvedimenti a seguito del ricorso)


comma 1
art. 29, comma 5, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 4, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
art. 20, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 20, comma 11, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
---

Art. 151 (Opposizione)


comma 1
art. 29, comma 6, L. n. 675/1996

comma 2
---

Capo II


Tutela giurisdizionale


Art. 152 (Autorità giudiziaria ordinaria)


comma 1
art. 29, comma 8, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
---

comma 5
---

comma 6
---

comma 7
---

comma 8
---

comma 9
---

comma 10
---

comma 11
---

comma 12
art. 29, comma 7, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 13
art. 29, comma 7, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 14
---

Titolo II


L'Autorità


Capo I
cfr. art. 28, dir. 95/45/CE

Il Garante per la protezione dei dati personali


Art. 153 (Il Garante)


comma 1
art. 30, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 30, comma 3, primo e terzo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 30, comma 3, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 30, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 30, comma 5, L. n. 675/1996

comma 6
art. 30, comma 6, L. n. 675/1996

comma 7
art. 33, (prima frase), L. n. 675/1996

Art. 154 (Compiti)


alinea del comma 1
art. 31, alinea, L. n. 675/1996

lett. a)
art. 31, comma 1, lett. b), L. n. 675/1996

lett. b)
art. 31, comma 1, lett. d), L. n. 675/1996

lett. C)
art. 31, comma 1, lett. c), L. n. 675/1996

lett. D)
art. 31, comma 1, lett. e ed l), L. n. 675/1996

lett. e)
art. 31, comma 1, lett. h), L. n. 675/1996

lett. f)
art. 31, comma 1, lett. m), L. n. 675/1996

lett. G)
---

lett. H)
art. 31, comma 1, lett. i), L. n. 675/1996

lett. i)
art. 31, comma 1, lett. g), L. n. 675/1996

lett. l)
art. 31, comma 1, lett. a), L. n. 675/1996

lett. m)
art. 31, comma 1, lett. n), L. n. 675/1996

comma 2
art. 31, comma 1, lett. o), L. n. 675/1996

comma 3
art. 31, commi 5 e 6, L. n. 675/1996

comma 4
art. 31, comma 2, L. n. 675/1996

comma 5
---

comma 6
art. 40 L. n. 675/1996

Capo II


L'Ufficio del Garante


Art. 155 (Princìpi applicabili)


comma 1
art. 33, comma 1- sexies, L. n. 675/1996

Art. 156 (Ruolo organico e personale)


comma 1
art. 33, comma 1, ultimo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
art. 33, commi 1 -bis e 1 -quater, L. n. 675/1996

comma 4
art. 33, comma 1 -ter, L. n. 675/1996

comma 5
art. 33, comma 1 -quinquies, L. n. 675/1996

comma 6
---

comma 7
art. 33, comma 4, L. n. 675/1996

comma 8
art. 33, comma 6, L. n. 675/1996

comma 9
art. 33, comma 6- bis, L. n. 675/1996

comma 10
art. 33, comma 2, L. n. 675/1996

Capo III


Accertamenti e controlli


Art. 157 (Richiesta di informazioni e di esibizione di 


documenti)


comma 1
art. 32, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 158 (Accertamenti)


comma 1
art. 32, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 32, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 32, comma 3, L. n. 675/1996; art. 15, comma 1, D.P.R. n.


501/1998

Art. 159 (Modalità)


comma 1
art. 15, commi 6, e 7, secondo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 32, comma 4, L. n. 675/1996; art. 15, comma 5, D.P.R. n.


501/1998

comma 3
art. 15, commi 2, e 7, primo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 15, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 15, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
art. 32, comma 5, L. n. 675/1996

Art. 160 (Particolari accertamenti)


comma 1
art. 32, comma 6, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 32, comma 6, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 32, comma 7, primo e secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 32, comma 7, terzo periodo, L. n. 675/1996

comma 5
---

comma 6
---

Titolo III


Sanzioni


Capo I
cfr. art. 24, dir. 95/46/CE

Violazioni amministrative


Art. 161 (Omessa o inidonea informativa all'interessato)


comma 1
art. 39, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

Art. 162 (Altre fattispecie)


comma 1
art. 16, comma 3, L. n. 675/1996

comma 2
art. 39, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 163 (Omessa o incompleta notificazione)


comma 1
art. 34, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 164 (Omessa informazione o esibizione al Garante)


comma 1
art. 39, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 165 (Pubblicazione del provvedimento del Garante)


comma 1
---

Art. 166 (Procedimento di applicazione)


comma 1
art. 39, comma 3, L. n. 675/1996

Capo II


Illeciti penali


Art. 167 (Trattamento illecito di dati)


comma 1
art. 35, comma 1, L. n. 675/1996; art. 11, D.Lgs. 171/1998

comma 2
art. 35, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 168 (Falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al 


Garante)


comma 1
art. 37 -bis, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 169 (Misure di sicurezza)


comma 1
art. 36, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 36, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 170 (Inosservanza di provvedimenti del Garante)


comma 1
art. 37, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 171 (Altre fattispecie) 
---

Art. 172 (Pene accessorie)


comma 1
art. 38, comma 1, L. n. 675/1996

Titolo IV


Disposizioni modificative, abrogative,


transitorie e finali


Capo I


Disposizioni di modifica


Art. 173 (Convenzione di applicazione dell'Accordo di 


di Schengen)
---

Art. 174 (Notifiche di atti e vendite giudiziarie)
---

Art. 175 (Forze di Polizia) 
---

Art. 176 (Soggetti pubblici) 
---

Art. 177 (Disciplina anagrafica, dello stato civile e delle liste 
---

elettorali)


Art. 178 (Disposizioni in materia sanitaria)
---

comma 1


comma 2
---

comma 3
art. 4, comma 5, D.Lgs. n. 282/1999

comma 4
---

comma 5
---

Art. 179 (Altre modifiche) 
---

Capo II


Disposizioni transitorie


Art. 180 (Misure di sicurezza) 
---

Art. 181 (Altre disposizioni transitorie)
---

comma 1


comma 2
---

comma 3
---

comma 4
art. 13, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
---

comma 6
---

Art. 182 (Ufficio del Garante) 
---

Capo III


Abrogazioni


Art. 183 (Norme abrogate) 
---

Capo IV


Norme finali


Art. 184 (Attuazione di direttive europee)


comma 1
---

comma 2
---

comma 3
art. 43, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 185 (Allegazione dei codici di deontologia e di buona 


condotta)
---

Art. 186 (Entrata in vigore) 
---








I sistemi di videosorveglianza nella pa

Il provvedimento generale dell'Autorità Garante dell'8 aprile 2010 in materia di videosorveglianza detta regole riservate anche ai soli soggetti pubblici. Difatti viene precisato che un ente può effettuare attività di videosorveglianza solo ed esclusivamente per svolgere funzioni istituzionali. 
Anche quando un'amministrazione ed in particolare un ente locale è titolare di compiti di sicurezza urbana, di  pubblica sicurezza o prevenzione dei reati, per installare telecamere deve comunque ricorrere un'esigenza effettiva e proporzionata di prevenzione o repressione di pericoli concreti.
D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.)
D.Lgs. 30-6-2003 n. 196
Codice in materia di protezione dei dati personali.
Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.
D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (1).
(commento di giurisprudenza)
Codice in materia di protezione dei dati personali (2).

(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 luglio 2003, n. 174, S.O.
(2)   Per l'attuazione nelle pubbliche amministrazioni delle disposizioni contenute nel presente decreto, con particolare riguardo alla gestione delle risorse umane, vedi la Dir.Min. 11 febbraio 2005, n. 1/2005.


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto l'articolo 1 della legge 24 marzo 2001, n. 127, recante delega al Governo per l'emanazione di un testo unico in materia di trattamento dei dati personali;
Visto l'articolo 26 della legge 3 febbraio 2003, n. 14,  recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee (legge comunitaria 2002);
Vista la legge 31 dicembre 1996, n. 675, e successive modificazioni;
Vista la legge 31 dicembre 1996, n. 676, recante delega al Governo in materia di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali;
Vista la direttiva 95/46/CE del 24 ottobre 1995,  del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione dei dati;
Vista la direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002,  del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 9 maggio 2003;
Sentito il Garante per la protezione dei dati personali;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 giugno 2003;
Sulla  proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro per la  funzione pubblica e del Ministro per le politiche comunitarie, di concerto con i Ministri della giustizia, dell'economia e delle finanze, degli affari esteri e delle comunicazioni;
Emana il seguente decreto legislativo:



Parte I - Disposizioni generali
TITOLO I
Princìpi generali.
1. Diritto alla protezione dei dati personali.
1. Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano (3).

(3) Comma così modificato prima dal comma 9 dell'art. 4, L. 4 marzo 2009, n. 15 e poi dalla lettera a) del comma 1 dell’art. 14, L. 4 novembre 2010, n. 183.


(commento di giurisprudenza)
2. Finalità.
1.  Il presente testo unico, di seguito denominato «codice», garantisce che  il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell'interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all'identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali.
2. Il  trattamento dei dati personali è disciplinato assicurando un elevato livello di tutela dei diritti e delle libertà di cui al comma 1 nel rispetto dei princìpi di semplificazione, armonizzazione ed efficacia delle modalità previste per il loro esercizio da parte degli interessati, nonché per l'adempimento degli obblighi da parte dei titolari del trattamento (4).

(4) Vedi, anche, il Provv. 19 giugno 2008.


3. Principio di necessità nel trattamento dei dati.
1.  I sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo l'utilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalità perseguite nei singoli casi possono essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalità che permettano di identificare l'interessato solo in caso di necessità.



(commento di giurisprudenza)
4. Definizioni.
1. Ai fini del presente codice si intende per:
a)  «trattamento», qualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza l'ausilio di strumenti elettronici, concernenti la raccolta, la registrazione, l'organizzazione, la conservazione, la consultazione, l'elaborazione, la modificazione, la selezione, l'estrazione, il raffronto, l'utilizzo, l'interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca di dati;
b)  «dato personale», qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale;
c) «dati identificativi», i dati personali che permettono l'identificazione diretta dell'interessato;
d)  «dati sensibili», i dati personali idonei a rivelare l'origine razziale  ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale;
e) «dati giudiziari», i dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all'articolo 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313,  in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la  qualità di imputato o di indagato ai sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale;
f) «titolare», la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo cui competono, anche unitamente ad altro titolare, le decisioni in ordine alle finalità, alle modalità del trattamento di dati personali e agli strumenti utilizzati, ivi compreso il profilo della sicurezza;
g)  «responsabile», la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati personali;
h) «incaricati», le persone fisiche autorizzate a compiere operazioni di trattamento dal titolare o dal responsabile;
i) «interessato», la persona fisica, la persona giuridica, l'ente o l'associazione cui si riferiscono i dati personali;
l)  «comunicazione», il dare conoscenza dei dati personali a uno o più soggetti determinati diversi dall'interessato, dal rappresentante del titolare nel territorio dello Stato, dal responsabile e dagli incaricati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
m) «diffusione», il dare conoscenza dei dati personali a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione;
n) «dato anonimo», il dato che in origine, o a seguito di trattamento, non può essere associato ad un interessato identificato o identificabile;
o) «blocco», la conservazione di dati personali con sospensione temporanea di ogni altra operazione del trattamento;
p) «banca di dati», qualsiasi complesso organizzato di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più siti;
q) «Garante», l'autorità di cui all'articolo 153, istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675.
2. Ai fini del presente codice si intende, inoltre, per:
a)  «comunicazione elettronica», ogni informazione scambiata o trasmessa tra un numero finito di soggetti tramite un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico. Sono escluse le informazioni trasmesse al pubblico tramite una rete di comunicazione elettronica, come parte di un servizio di radiodiffusione, salvo che le stesse informazioni siano collegate ad un abbonato o utente ricevente, identificato o identificabile;
b) «chiamata», la connessione istituita da un servizio telefonico accessibile al pubblico, che consente la comunicazione bidirezionale in tempo reale;
c) «reti di comunicazione elettronica», i sistemi di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o di instradamento e altre risorse che consentono di trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, incluse le reti satellitari,  le reti terrestri mobili e fisse a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto, compresa Internet, le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi per il  trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui sono utilizzati  per trasmettere i segnali, le reti televisive via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato;
d)  «rete pubblica di comunicazioni», una rete di comunicazioni elettroniche utilizzata interamente o prevalentemente per fornire servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico;
e)  «servizio di comunicazione elettronica», i servizi consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazioni elettroniche, compresi i servizi di telecomunicazioni e  i servizi di trasmissione nelle reti utilizzate per la diffusione circolare radiotelevisiva, nei limiti previsti dall'articolo 2, lettera c), della direttiva 2002/21/CE del 7 marzo 2002, del Parlamento europeo e del Consiglio;
f)  «abbonato», qualunque persona fisica, persona giuridica, ente o associazione parte di un contratto con un fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico per la fornitura di tali servizi, o comunque destinatario di tali servizi tramite schede prepagate;
g) «utente», qualsiasi persona fisica che utilizza un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico, per motivi privati o commerciali, senza esservi  necessariamente abbonata;
h) «dati  relativi al traffico», qualsiasi dato sottoposto a trattamento ai fini della trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica o della relativa fatturazione;
i)  «dati relativi all'ubicazione», ogni dato trattato in una rete di comunicazione elettronica che indica la posizione geografica dell'apparecchiatura terminale dell'utente di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico;
l)  «servizio a valore aggiunto», il servizio che richiede il trattamento dei dati relativi al traffico o dei dati relativi all'ubicazione diversi  dai dati relativi al traffico, oltre a quanto è necessario per la trasmissione di una comunicazione o della relativa fatturazione;
m)  «posta elettronica», messaggi contenenti testi, voci, suoni o immagini trasmessi attraverso una rete pubblica di comunicazione, che possono essere archiviati in rete o nell'apparecchiatura terminale ricevente, fino a che il ricevente non ne ha preso conoscenza.
3. Ai fini del presente codice si intende, altresì, per:
a)  «misure minime», il complesso delle misure tecniche, informatiche, organizzative, logistiche e procedurali di sicurezza che configurano il livello minimo di protezione richiesto in relazione ai rischi previsti nell'articolo 31;
b) «strumenti elettronici», gli  elaboratori, i programmi per elaboratori e qualunque dispositivo elettronico o comunque automatizzato con cui si effettua il trattamento;
c) «autenticazione informatica», l'insieme degli strumenti elettronici e delle procedure per la verifica anche indiretta dell'identità;
d)  «credenziali di autenticazione», i dati ed i dispositivi, in possesso di una persona, da questa conosciuti o ad essa univocamente correlati, utilizzati per l'autenticazione informatica;
e)  «parola chiave», componente di una credenziale di autenticazione associata ad una persona ed a questa nota, costituita da una sequenza di  caratteri o altri dati in forma elettronica;
f)  «profilo di autorizzazione», l'insieme delle informazioni, univocamente  associate ad una persona, che  consente di individuare a quali dati essa può accedere, nonché i trattamenti ad essa consentiti;
g)  «sistema di autorizzazione», l'insieme degli strumenti e delle procedure che abilitano l'accesso ai dati e alle modalità di trattamento  degli stessi, in funzione del profilo di autorizzazione del richiedente.
4. Ai fini del presente codice si intende per:
a) «scopi storici», le finalità di studio, indagine, ricerca e documentazione di figure, fatti e circostanze del passato;
b)  «scopi statistici», le finalità di indagine statistica o di produzione di risultati statistici, anche a mezzo di sistemi informativi statistici;
c) «scopi scientifici»,  le finalità  di studio e di indagine sistematica finalizzata allo sviluppo delle conoscenze scientifiche in uno specifico settore.



(commento di giurisprudenza)
5. Oggetto ed àmbito di applicazione.
1.  Il presente codice disciplina il trattamento di dati personali, anche detenuti all'estero, effettuato da chiunque è stabilito nel territorio dello Stato o in un luogo comunque soggetto alla sovranità dello Stato.
2.  Il presente codice si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque è stabilito nel territorio di un Paese non appartenente all'Unione europea e impiega, per il trattamento, strumenti  situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli elettronici,  salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio  dell'Unione europea. In caso di applicazione del presente codice, il titolare del trattamento designa un proprio rappresentante stabilito nel  territorio dello Stato ai fini dell'applicazione della disciplina sul trattamento dei dati personali.
3. Il trattamento  di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente  personali è soggetto all'applicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilità e di  sicurezza dei dati di cui agli articoli 15 e 31.
3-bis. Il  trattamento dei dati personali relativi a persone giuridiche, imprese, enti o associazioni effettuato nell’ambito di rapporti intercorrenti esclusivamente tra i medesimi soggetti per le finalità amministrativo - contabili, come definite all’articolo 34, comma 1-ter, non è soggetto all’applicazione del presente codice (5).

(5) Comma aggiunto dal numero 1) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


6. Disciplina del trattamento.
1.  Le disposizioni contenute nella presente Parte si applicano a tutti i trattamenti di dati, salvo quanto previsto, in relazione ad alcuni trattamenti, dalle disposizioni integrative o modificative della Parte II.



TITOLO II
Diritti dell'interessato.
(commento di giurisprudenza)
7. Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti.
1.  L'interessato ha diritto di ottenere la conferma dell'esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L'interessato ha diritto di ottenere l'indicazione:
a) dell'origine dei dati personali;
b) delle finalità e modalità del trattamento;
c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l'ausilio di strumenti elettronici;
d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell'articolo 5, comma 2;
e)  dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o  incaricati.
3. L'interessato ha diritto di ottenere:
a) l'aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l'integrazione dei dati;
b)  la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati;
c) l'attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b)  sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.
4. L'interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte:
a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della raccolta;
b)  al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.



(commento di giurisprudenza)
8. Esercizio dei diritti.
1.  I diritti di cui all'articolo 7 sono esercitati con richiesta rivolta senza formalità al titolare o al responsabile, anche per il tramite di un incaricato, alla quale è fornito idoneo riscontro senza ritardo.
2.  I diritti di cui all'articolo 7 non possono essere esercitati con richiesta al titolare o al responsabile o con ricorso ai sensi dell'articolo 145, se i trattamenti di dati personali sono effettuati:
a) in base alle disposizioni del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, e successive modificazioni, in materia di riciclaggio;
b) in base alle disposizioni del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172, e successive modificazioni, in materia di sostegno alle vittime di richieste estorsive;
c) da Commissioni parlamentari d'inchiesta istituite ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione;
d)  da un soggetto pubblico, diverso dagli enti pubblici economici, in base  ad espressa disposizione di legge, per esclusive finalità inerenti alla  politica monetaria e valutaria, al sistema dei pagamenti, al controllo degli intermediari e dei mercati creditizi e finanziari, nonché alla tutela della loro stabilità;
e) ai sensi dell'articolo 24, comma 1, lettera f),  limitatamente al periodo durante il quale potrebbe derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni  difensive o per l'esercizio del diritto in sede giudiziaria;
f)  da fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico relativamente a comunicazioni telefoniche in entrata, salvo che  possa derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397;
g)  per ragioni di giustizia, presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado o il Consiglio superiore della magistratura o altri organi di autogoverno o il Ministero della giustizia;
h) ai sensi dell'articolo 53, fermo restando quanto previsto dalla legge 1° aprile 1981, n. 121.
3. Il Garante, anche su segnalazione dell'interessato, nei casi di cui al comma 2, lettere a), b), d), e) ed f), provvede nei modi di cui agli articoli 157, 158 e 159 e, nei casi di cui alle lettere c), g) ed h) del medesimo comma, provvede nei modi di cui all'articolo 160.
4.  L'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, quando non riguarda dati  di carattere oggettivo, può avere luogo salvo che concerna la rettificazione o l'integrazione di dati personali di tipo valutativo, relativi a giudizi, opinioni o ad altri apprezzamenti di tipo soggettivo, nonché l'indicazione di condotte da tenersi o di decisioni in via di assunzione da parte del titolare del trattamento.



9. Modalità di esercizio.
1.  La richiesta rivolta al titolare o al responsabile può essere trasmessa  anche mediante lettera raccomandata, telefax o posta elettronica. Il Garante può individuare altro idoneo sistema in riferimento a nuove soluzioni tecnologiche. Quando riguarda l'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, la richiesta può essere formulata anche oralmente e in tal caso è annotata sinteticamente a cura dell'incaricato  o del responsabile.
2. Nell'esercizio dei diritti di cui all'articolo 7 l'interessato può conferire, per iscritto,  delega o procura a persone fisiche, enti, associazioni od organismi. L'interessato può, altresì, farsi assistere da una persona di fiducia.
3.  I diritti di cui all'articolo 7 riferiti a dati personali concernenti persone decedute possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell'interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione.
4. L'identità dell'interessato è verificata sulla base di idonei elementi di valutazione, anche mediante atti o documenti disponibili o esibizione o allegazione di copia di un documento di riconoscimento. La persona che agisce per conto dell'interessato esibisce o allega copia della procura,  ovvero della delega sottoscritta in presenza di un incaricato o sottoscritta e presentata unitamente a copia fotostatica non autenticata  di un documento di riconoscimento dell'interessato. Se l'interessato è una persona giuridica, un ente o un'associazione, la richiesta è avanzata dalla persona fisica legittimata in base ai rispettivi statuti od ordinamenti.
5. La richiesta di cui all'articolo 7, commi 1 e  2, è formulata liberamente e senza costrizioni e può essere rinnovata, salva l'esistenza di giustificati motivi, con intervallo non minore di novanta giorni.



(commento di giurisprudenza)
10. Riscontro all'interessato.
1.  Per garantire l'effettivo esercizio dei diritti di cui all'articolo 7 il titolare del trattamento è tenuto ad adottare idonee misure volte, in  particolare:
a) ad agevolare l'accesso ai  dati personali da parte dell'interessato, anche attraverso l'impiego di  appositi programmi per elaboratore finalizzati ad un'accurata selezione  dei dati che riguardano singoli interessati identificati o identificabili;
b) a semplificare le modalità e a ridurre i tempi per il riscontro al richiedente, anche nell'àmbito di uffici o servizi preposti alle relazioni con il pubblico.
2.  I dati sono estratti a cura del responsabile o degli incaricati e possono essere comunicati al richiedente anche oralmente, ovvero offerti  in visione mediante strumenti elettronici, sempre che in tali casi la comprensione dei dati sia agevole, considerata anche la qualità e la quantità delle informazioni. Se vi è richiesta, si provvede alla trasposizione dei dati su supporto cartaceo o informatico, ovvero alla loro trasmissione per via telematica.
3. Salvo che la richiesta sia riferita ad un particolare trattamento o a specifici dati personali o categorie di dati personali, il riscontro all'interessato comprende tutti i dati personali che riguardano l'interessato comunque trattati dal titolare. Se la richiesta è rivolta ad un esercente una professione sanitaria o ad un organismo sanitario si  osserva la disposizione di cui all'articolo 84, comma 1.
4.  Quando l'estrazione dei dati risulta particolarmente difficoltosa il riscontro alla richiesta dell'interessato può avvenire anche attraverso l'esibizione o la consegna in copia di atti e documenti contenenti i dati personali richiesti.
5. Il diritto di ottenere la comunicazione in forma intelligibile dei dati non riguarda dati personali relativi a terzi, salvo che la scomposizione dei dati trattati o la privazione di alcuni elementi renda incomprensibili i dati  personali relativi all'interessato.
6. La comunicazione dei dati è effettuata in forma intelligibile anche attraverso l'utilizzo di una grafia comprensibile. In caso di comunicazione di codici o sigle sono forniti, anche mediante gli incaricati, i parametri per la comprensione del relativo significato.
7. Quando, a seguito della richiesta di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, lettere a), b) e c)  non risulta confermata l'esistenza di dati che riguardano l'interessato, può essere chiesto un contributo spese non eccedente i costi effettivamente sopportati per la ricerca effettuata nel caso specifico.
8. Il contributo di cui al comma 7 non  può comunque superare l'importo determinato dal Garante con provvedimento di carattere generale, che può individuarlo forfettariamente in relazione al caso in cui i dati sono trattati con strumenti elettronici e la risposta è fornita oralmente. Con il medesimo  provvedimento il Garante può prevedere che il contributo possa essere chiesto quando i dati personali figurano su uno speciale supporto del quale è richiesta specificamente la riproduzione, oppure quando, presso uno o più titolari, si determina un notevole impiego di mezzi in relazione alla complessità o all'entità delle richieste ed è confermata l'esistenza di dati che riguardano l'interessato (6).
9.  Il contributo di cui ai commi 7 e 8 è corrisposto anche mediante versamento postale o bancario, ovvero mediante carta di pagamento o di credito, ove possibile all'atto della ricezione del riscontro e comunque  non oltre quindici giorni da tale riscontro.

(6) Per la determinazione del contributo di cui al presente comma vedi la Del. Garante protez. dati pers. 23 dicembre 2004, n. 14.


TITOLO III
Regole generali per il trattamento dei dati.
Capo I - Regole per tutti i trattamenti
(commento di giurisprudenza)
11. Modalità del trattamento e requisiti dei dati.
1. I dati personali oggetto di trattamento sono:
a) trattati in modo lecito e secondo correttezza;
b)  raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
c) esatti e, se necessario, aggiornati;
d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati;
e)  conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato  per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati.
2.  I dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati.



12. Codici di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove nell'àmbito delle categorie interessate, nell'osservanza del principio di rappresentatività e tenendo conto dei criteri direttivi delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa sul trattamento di dati personali, la sottoscrizione di codici di deontologia e di buona condotta per determinati settori, ne verifica la conformità alle leggi e ai regolamenti anche attraverso l'esame di osservazioni di soggetti interessati e contribuisce a garantirne la diffusione e il rispetto.
2. I codici sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana a cura del  Garante e, con decreto del Ministro della giustizia, sono riportati nell'allegato A) del presente codice (7).
3.  Il rispetto delle disposizioni contenute nei codici di cui al comma 1 costituisce condizione essenziale per la liceità e correttezza del trattamento dei dati personali effettuato da soggetti privati e pubblici.
4. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche al codice di deontologia per i trattamenti di dati per finalità giornalistiche promosso dal Garante nei modi di cui  al comma 1 e all'articolo 139.

(7) Nell'allegato A al presente decreto è stato disposto l'inserimento dei seguenti codici di deontologia e di buona condotta:
-  per i trattamenti dati personali per scopi statistici e scientifici e per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti  al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, con D.M. 14 gennaio 2005 (Gazz. Uff. 29 gennaio 2005, n. 23);
- per i dati trattati per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, con D.M. 2 dicembre 2008 (Gazz. Uff. 24 dicembre 2008, n. 300).


13. Informativa.
1.  L'interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto circa:
a) le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati;
b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati;
c) le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere;
d)  i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono  essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili o incaricati, e l'àmbito di diffusione dei dati medesimi;
e) i diritti di cui all'articolo 7;
f)  gli estremi identificativi del titolare e, se designati, del rappresentante nel territorio dello Stato ai sensi dell'articolo 5 e del  responsabile. Quando il titolare ha designato più responsabili è indicato almeno uno di essi, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalità attraverso le quali è conoscibile in modo agevole l'elenco aggiornato dei responsabili. Quando è stato designato un responsabile per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, è indicato tale responsabile.
2.  L'informativa di cui al comma 1 contiene anche gli elementi previsti da  specifiche disposizioni del presente codice e può non comprendere gli elementi già noti alla persona che fornisce i dati o la cui conoscenza può ostacolare in concreto l'espletamento, da parte di un soggetto pubblico, di funzioni ispettive o di controllo svolte per finalità di difesa o sicurezza dello Stato oppure di prevenzione, accertamento o repressione di reati.
3. Il Garante può individuare con proprio provvedimento modalità semplificate per l'informativa fornita in particolare da servizi telefonici di assistenza  e informazione al pubblico (8).
4.  Se i dati personali non sono raccolti presso l'interessato, l'informativa di cui al comma 1, comprensiva delle categorie di dati trattati, è data al medesimo interessato all'atto della registrazione dei dati o, quando è prevista la loro comunicazione, non oltre la prima comunicazione.
5. La disposizione di cui al comma 4 non si applica quando:
a) i dati sono trattati in base ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria;
b) i dati sono trattati ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento;
c)  l'informativa all'interessato comporta un impiego di mezzi che il Garante, prescrivendo eventuali misure appropriate, dichiari manifestamente sproporzionati rispetto al diritto tutelato, ovvero si riveli, a giudizio del Garante, impossibile (9).
5-bis.  L’informativa di cui al comma 1 non è dovuta in caso di ricezione di curricula spontaneamente trasmessi dagli interessati ai fini dell’eventuale instaurazione di un rapporto di lavoro. Al momento del primo contatto successivo all’invio del curriculum, il titolare è tenuto  a fornire all’interessato, anche oralmente, una informativa breve contenente almeno gli elementi di cui al comma 1, lettere a), d) ed f) (10).

(8) Con  Provv.Garante protez. dati pers. 19 luglio 2006 (Gazz. Uff. 8 agosto 2006, n. 183) è stata individuata l'informativa semplificata per i medici di base.
(9) Vedi, anche, il Provv.Garante protez. dati pers. 18 gennaio 2007 e il comma 1-bis dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207,  aggiunto dalla relativa legge di conversione. Per il differimento dell'adempimento degli obblighi di informativa previsti dal presente articolo vedi i commi 5 e 6 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(10) Comma aggiunto dal numero 2) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


14. Definizione di profili e della personalità dell'interessato.
1.  Nessun atto o provvedimento giudiziario o amministrativo che implichi una valutazione del comportamento umano può essere fondato unicamente su  un trattamento automatizzato di dati personali volto a definire il profilo o la personalità dell'interessato.
2. L'interessato può opporsi ad ogni altro tipo di determinazione adottata sulla base del trattamento di cui al comma 1, ai sensi dell'articolo 7, comma 4, lettera a), salvo che la determinazione sia stata adottata in occasione della conclusione o dell'esecuzione di un contratto, in accoglimento di una proposta dell'interessato o sulla base  di adeguate garanzie individuate dal presente codice o da un provvedimento del Garante ai sensi dell'articolo 17.



(commento di giurisprudenza)
15. Danni cagionati per effetto del trattamento.
1.  Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell'articolo 2050 del codice civile.
2. Il danno non patrimoniale è risarcibile anche in caso di violazione dell'articolo 11.



16. Cessazione del trattamento.
1. In caso di cessazione, per qualsiasi causa, di un trattamento i dati sono:
a) distrutti;
b)  ceduti ad altro titolare, purché destinati ad un trattamento in termini  compatibili agli scopi per i quali i dati sono raccolti;
c) conservati per fini esclusivamente personali e non destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione;
d)  conservati o ceduti ad altro titolare, per scopi storici, statistici o scientifici, in conformità alla legge, ai regolamenti, alla normativa comunitaria e ai codici di deontologia e di buona condotta sottoscritti ai sensi dell'articolo 12.
2. La cessione dei dati in violazione di quanto previsto dal comma 1, lettera b), o di altre disposizioni rilevanti in materia di trattamento dei dati personali è priva di effetti.



17. Trattamento che presenta rischi specifici.
1.  Il trattamento dei dati diversi da quelli sensibili e giudiziari che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell'interessato, in relazione alla natura dei dati o alle modalità del trattamento o agli effetti che può determinare,  è ammesso nel rispetto di misure ed accorgimenti a garanzia dell'interessato, ove prescritti.
2. Le misure e gli accorgimenti di cui al comma 1 sono prescritti dal Garante in applicazione dei princìpi sanciti dal presente codice, nell'àmbito di una verifica preliminare all'inizio del trattamento, effettuata anche in  relazione a determinate categorie di titolari o di trattamenti, anche a  seguito di un interpello del titolare (11).

(11) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo vedi il Provv.Garante protez. dati pers. 27 ottobre 2005 e il Provv. 17 gennaio 2008.


Capo II - Regole ulteriori per i soggetti pubblici
(commento di giurisprudenza)
18. Princìpi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici.
1. Le disposizioni del presente capo riguardano tutti i soggetti pubblici, esclusi gli enti pubblici economici.
2.  Qualunque trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è  consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali.
3.  Nel trattare i dati il soggetto pubblico osserva i presupposti e i limiti stabiliti dal presente codice, anche in relazione alla diversa natura dei dati, nonché dalla legge e dai regolamenti.
4.  Salvo quanto previsto nella Parte II per gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, i soggetti pubblici non devono richiedere il consenso dell'interessato.
5. Si osservano le disposizioni di cui all'articolo 25 in tema di comunicazione e diffusione.



(commento di giurisprudenza)
19. Princìpi applicabili al trattamento di dati diversi da quelli sensibili e giudiziari.
1.  Il trattamento da parte di un soggetto pubblico riguardante dati diversi da quelli sensibili e giudiziari è consentito, fermo restando quanto previsto dall'articolo 18, comma 2, anche in mancanza di una norma di legge o di regolamento che lo preveda espressamente.
2.  La comunicazione da parte di un soggetto pubblico ad altri soggetti pubblici è ammessa quando è prevista da una norma di legge o di regolamento. In mancanza di tale norma la comunicazione è ammessa quando  è comunque necessaria per lo svolgimento di funzioni istituzionali e può essere iniziata se è decorso il termine di cui all'articolo 39, comma 2, e non è stata adottata la diversa determinazione ivi indicata.
3.  La comunicazione da parte di un soggetto pubblico a privati o a enti pubblici economici e la diffusione da parte di un soggetto pubblico sono  ammesse unicamente quando sono previste da una norma di legge o di regolamento.
3-bis. Le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione sono rese accessibili dall’amministrazione di appartenenza. Non sono invece ostensibili, se non nei casi previsti dalla legge, le notizie concernenti la natura delle infermità e degli impedimenti personali o familiari che causino l’astensione dal lavoro, nonché le componenti della valutazione o le notizie concernenti il rapporto di lavoro tra il predetto dipendente e l’amministrazione, idonee a rivelare taluna delle informazioni di cui all’articolo 4, comma  1, lettera d) (12).

(12) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell’art. 14, L. 4 novembre 2010, n. 183.


20. Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili.
1.  Il trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge nella quale sono specificati i tipi di dati che possono essere trattati e di operazioni eseguibili e le finalità di rilevante interesse pubblico perseguite.
2. Nei casi in cui una disposizione di legge specifica la finalità di rilevante interesse pubblico, ma non i  tipi di dati sensibili e di operazioni eseguibili, il trattamento è consentito solo in riferimento ai tipi di dati e di operazioni identificati e resi pubblici a cura dei soggetti che ne effettuano il trattamento, in relazione alle specifiche finalità perseguite nei singoli casi e nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 22, con atto di natura regolamentare adottato in conformità al parere espresso dal Garante ai sensi dell'articolo 154, comma 1, lettera g), anche su schemi tipo.
3.  Se il trattamento non è previsto espressamente da una disposizione di legge i soggetti pubblici possono richiedere al Garante l'individuazione  delle attività, tra quelle demandate ai medesimi soggetti dalla legge, che perseguono finalità di rilevante interesse pubblico e per le quali è  conseguentemente autorizzato, ai sensi dell'articolo 26, comma 2, il trattamento dei dati sensibili. Il trattamento è consentito solo se il soggetto pubblico provvede altresì a identificare e rendere pubblici i tipi di dati e di operazioni nei modi di cui al comma 2.
4. L'identificazione dei tipi di dati e di operazioni di cui ai commi 2 e 3 è aggiornata e integrata periodicamente (13).

(13) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo si è provveduto, per il Ministero degli affari esteri, con D.M. 23 giugno 2004, n. 225; per l'Istituto nazionale di fisica nucleare, con Provv. 16 dicembre 2005; per la Consob, con Del.Consob 8 febbraio 2006, n. 15318;  per il Garante per la protezione dei dati personali, con Del.Garante protez. dati pers. 29 dicembre 2005, n. 26; per l'ENIT, con D.M. 3 marzo 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 23 marzo 2006, n. 69); per l'Istituto nazionale di astrofisica, con Del. 8 novembre 2005, n. 98/2005 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 19 aprile 2006, n. 91); per il Ministero della difesa, con D.M. 13 aprile 2006, n. 203 (Gazz. Uff. 1° giugno 2006, n. 126); per la Corte dei conti, con Del.C.C. 10 maggio 2006, n. 2/2006/Del.; per il Consiglio superiore della magistratura, con Del.C.S.M. 10 maggio 2006; per
gli uffici della giustizia amministrativa, con Decr. 12 maggio 2006; per l'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) con Del. 16 giugno 2006, n. 216/06 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 24 luglio 2006, n. 170); per l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) con Comunicato 26 giugno 2006 (Gaz. Uff. 26 giugno 2006, n. 146); per il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste con Det. 14 luglio 2006, n. 4 (Gazz. Uff. 4 agosto 2006, n. 180); per l'Istituto nazionale per studio ed esperienze di architettura navale con Disp. 19 luglio 2006, n. 1 (Gazz. Uff. 27 luglio 2006, n. 173); per il Ministero dell'interno con D.M. 21 giugno 2006, n. 244 (Gazz. Uff. 9 agosto 2006, n. 184, n. S.O.); per l'Istituto di studi e analisi economica (ISAE) con D.M. 3 agosto 2006 (Gazz.Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura
(AGEA) con Del. 9 maggio 2006, n. 163 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per la Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. 30 novembre 2006, n. 312; per il Ministero della pubblica istruzione con D.M. 7 dicembre 2006, n. 305; per il Ministero della giustizia con D.M. 12 dicembre 2006, n. 306; per l'ENEA con D.M. 19 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 22 gennaio 2007, n. 17); per l'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M.) con Decr. 28 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per la Stazione zoologica «Anton Dohrn» di Napoli con Provv. 2 gennaio 2007 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per l'ISTAT con D.P.C.M. 26 ottobre 2006 (Gazz. Uff. 13 febbraio 2007, n. 36); per la magistratura militare con Del.C.M.M. 9 gennaio 2007; per il Ministero delle infrastrutture con D.M. 9 febbraio 2007, n. 21 (Gazz. Uff. 16 marzo 2007, n. 63); per
il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) con D.P.C.M. 28 dicembre 2006, n. 318; per il Ministero dell'università e della ricerca con D.M. 28 febbraio 2007, n. 54; per l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con Provv. 28 febbraio 2007 (Gazz. Uff. 27 aprile 2007, n. 97); per il Consiglio nazionale delle ricerche con Provv. 12 aprile 2007 (Gazz. Uff. 5 maggio 2007, n. 103); per il Ministero dello sviluppo economico con D.M. 7 marzo 2007, n. 58 (Gazz. Uff. 8 maggio 2007, n. 105); per il Ministero del commercio internazionale con D.M. 12 marzo 2007, n. 59 (Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per l'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) con D.M. 10 aprile 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria con Decr. 3 aprile
2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per l'Automobile Club d'Italia e gli Automobile Club provinciali e locali con Comunicato 31 maggio 2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per il Ministero delle comunicazioni con D.M. 7 maggio 2007, n. 69 (Gazz. Uff. 12 giugno 2007, n. 134); per l'Avvocatura generale dello Stato e le Avvocature distrettuali con D.P.C.M. 30 marzo 2007, n. 71 (Gazz. Uff. 14 giugno 2007, n. 136); per il Ministero della solidarietà sociale con D.M. 4 maggio 2007, n. 80 (Gazz. Uff. 23 giugno 2007, n. 144); per l'Istituto italiano di medicina sociale con D.M. 17 aprile 2007 (Gazz. Uff. 13 luglio 2007, n. 161); per il Ministero dei trasporti con D.M. 16 maggio 2007, n. 100 (Gazz. Uff. 19 luglio 2007, n. 166); per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con D.M. 22 maggio 2007, n. 105 (Gazz. Uff. 24 luglio 2007, n. 170); per l'Autorità di
bacino del fiume Arno con Del. 19 giugno 2007, n. 203 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 31 luglio 2007, n. 176); per l'Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM) con Decr. 19 luglio 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 agosto 2007, n. 181); per l'Istituto Superiore di Sanità con Decr. 17 luglio 2007 (Gazz. Uff. 25 agosto 2007, n. 197, S.O.); per l'Autorità di bacino del fiume Serchio con Del. 19 giugno 2007, n. 160 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 28 agosto 2007, n. 199); per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) con D.M. 6 agosto 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 15 settembre 2007, n. 215); per l'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici con Comunicato 6 ottobre 2007 (Gazz. Uff. 6
ottobre 2007, n. 233); per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale con D.M. 3 agosto 2007, n. 168 (Gazz. Uff. 15 ottobre 2007, n. 240); per l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) con D.M. 17 settembre 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 ottobre 2007, n. 242);  per l'Autorità di bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno con Del. 19 giugno 2007, n. 6 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 18 ottobre 2007, n. 243);  per il Ministero per i beni e le attività culturali con D.M. 28 agosto 2007, n. 173; per l'Autorità di bacino dei fiumi Isonzo,Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione con Del. 19 giugno 2007, n. 7 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 novembre 2007, n. 268); per il Ministero della politiche agricole alimentari e forestali con D.M. 12 novembre 2007, n. 241 (Gazz. Uff. 22 dicembre 2007, n.
297); per il Ministero dell'economia e delle finanze con D.M. 29 novembre 2007, n. 255 (Gazz. Uff. 9 gennaio 2008, n. 7, S.O.); per l'Ente Irriguo Umbro-Toscano di Arezzo con D.M. 8 gennaio 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 febbraio 2008, n. 31); per il Ministero della salute con D.M. 12 dicembre 2007, n. 277 (Gazz. Uff. 18 marzo 2008, n. 66, S.O.); per l'Agenzia del territorio con Provv. 30 aprile 2008 (pubblicato nel sito internet dell'Agenzia del territorio il 9 maggio 2008); per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) con D.M. 29 aprile 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 10 giugno 2008, n. 134); per l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) con Comunicato 14 agosto 2008 (Gazz. Uff. 14 agosto 2008, n. 190); per l'Agenzia delle entrate con Provv. 22 gennaio 2008 (pubblicato nel sito
internet dell'Agenzia delle entrate il 21 maggio 2008); per l'Agenzia delle dogane con Reg. 1 aprile 2009; per la Banca d'Italia e la UIF con Reg. 22 marzo 2011.


21. Princìpi applicabili al trattamento di dati giudiziari.
1.  Il trattamento di dati giudiziari da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le finalità di rilevante interesse pubblico del trattamento, i tipi di dati trattati e di operazioni eseguibili.
2. Le disposizioni di cui all'articolo 20, commi 2 e 4, si applicano anche al trattamento dei dati giudiziari (14).

(14) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo si è provveduto, per il Ministero degli affari esteri, con D.M. 23 giugno 2004, n. 225; per l'Istituto nazionale di fisica nucleare, con Provv. 16 dicembre 2005; per la Consob, con Del.Consob 8 febbraio 2006, n. 15318;  per il Garante per la protezione dei dati personali, con Del.Garante protez. dati pers. 29 dicembre 2005, n. 26; per l'ENIT, con D.M. 3 marzo 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 23 marzo 2006, n. 69); per l'Istituto nazionale di astrofisica, con Del. 8 novembre 2005, n. 98/2005 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 19 aprile 2006, n. 91); per il Ministero della difesa, con D.M. 13 aprile 2006, n. 203 (Gazz. Uff. 1° giugno 2006, n. 126); per la Corte dei conti, con Del.C.C. 10 maggio 2006, n. 2/2006/Del.; per il Consiglio superiore della magistratura, con Del.C.S.M. 10 maggio 2006; per
gli uffici della giustizia amministrativa, con Decr. 12 maggio 2006; per l'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE) con Del. 16 giugno 2006, n. 216/06 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 24 luglio 2006, n. 170); per l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) con Comunicato 26 giugno 2006 (Gaz. Uff. 26 giugno 2006, n. 146); per il Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste con Det. 14 luglio 2006, n. 4 (Gazz. Uff. 4 agosto 2006, n. 180); per l'Istituto nazionale per studio ed esperienze di architettura navale con Disp. 19 luglio 2006, n. 1 (Gazz. Uff. 27 luglio 2006, n. 173); per il Ministero dell'interno con D.M. 21 giugno 2006, n. 244 (Gazz. Uff. 9 agosto 2006, n. 184, n. S.O.); per l'Istituto di studi e di analisi economica (ISAE) con D.M. 3 agosto 2006 (Gazz.Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura
(AGEA) con Del. 9 maggio 2006, n. 163 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 29 novembre 2006, n. 278); per la Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. 30 novembre 2006, n. 312; per il Ministero della pubblica istruzione con D.M. 7 dicembre 2006, n. 305; per il Ministero della giustizia con D.M. 12 dicembre 2006, n. 306; per l'ENEA con D.M. 19 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 22 gennaio 2007, n. 17); per l'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M.) con Decr. 28 dicembre 2006 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per la Stazione zoologica «Anton Dohrn» di Napoli con Provv. 2 gennaio 2007 (Gazz. Uff. 2 febbraio 2007, n. 27); per l'ISTAT con D.P.C.M. 26 ottobre 2006 (Gazz. Uff. 13 febbraio 2007, n. 36); per la magistratura militare con Del.C.M.M. 9 gennaio 2007; per il Ministero delle infrastrutture con D.M. 9 febbraio 2007, n. 21 (Gazz. Uff. 16 marzo 2007, n. 63); per
il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) con D.P.C.M. 28 dicembre 2006, n. 318; per il Ministero dell'università e della ricerca con D.M. 28 febbraio 2007, n. 54; per l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con Provv. 28 febbraio 2007 (Gazz. Uff. 27 aprile 2007, n. 97); per il Consiglio nazionale delle ricerche con Provv. 12 aprile 2007 (Gazz. Uff. 5 maggio 2007, n. 103); per il Ministero dello sviluppo economico con D.M. 7 marzo 2007, n. 58 (Gazz. Uff. 8 maggio 2007, n. 105); per il Ministero del commercio internazionale con D.M. 12 marzo 2007, n. 59 (Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per l'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) con D.M. 10 aprile 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 9 maggio 2007, n. 106); per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria con Decr. 3 aprile
2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per l'Automobile Club d'Italia e gli Automobile Club provinciali e locali con Comunicato 31 maggio 2007 (Gazz. Uff. 31 maggio 2007, n. 125); per il Ministero delle comunicazioni con D.M. 7 maggio 2007, n. 69 (Gazz. Uff. 12 giugno 2007, n. 134); per l'Avvocatura generale dello Stato e le Avvocature distrettuali con D.P.C.M. 30 marzo 2007, n. 71 (Gazz. Uff. 14 giugno 2007, n. 136); per il Ministero della solidarietà sociale con D.M. 4 maggio 2007, n. 80 (Gazz. Uff. 23 giugno 2007, n. 144); per l'Istituto italiano di medicina sociale con D.M. 17 aprile 2007 (Gazz. Uff. 13 luglio 2007, n. 161); per il Ministero dei trasporti con D.M. 16 maggio 2007, n. 100 (Gazz. Uff. 19 luglio 2007, n. 166); per il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con D.M. 22 maggio 2007, n. 105 (Gazz. Uff. 24 luglio 2007, n. 170); per l'Autorità di
bacino del fiume Arno con Del. 19 giugno 2007, n. 203 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 31 luglio 2007, n. 176); per l'Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM) con Decr. 19 luglio 2006 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 agosto 2007, n. 181); per l'Istituto Superiore di Sanità con Decr. 17 luglio 2007 (Gazz. Uff. 25 agosto 2007, n. 197, S.O.); per l'Autorità di bacino del fiume Serchio con Del. 19 giugno 2007, n. 160 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 28 agosto 2007, n. 199); per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) con D.M. 6 agosto 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 15 settembre 2007, n. 215); per l'Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici con Comunicato 6 ottobre 2007 (Gazz. Uff. 6
ottobre 2007, n. 233); per il Ministero del lavoro e della previdenza sociale con D.M. 3 agosto 2007, n. 168 (Gazz. Uff. 15 ottobre 2007, n. 240); per l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) con D.M. 17 settembre 2007 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 ottobre 2007, n. 242);  per l'Autorità di bacino dei fiumi Liri - Garigliano e Volturno con Del. 19 giugno 2007, n. 6 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 18 ottobre 2007, n. 243);  per il Ministero per i beni e le attività culturali con D.M. 28 agosto 2007, n. 173; per l'Autorità di bacino dei fiumi Isonzo,Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione con Del. 19 giugno 2007, n. 7 (pubblicata, per comunicato, nella Gazz. Uff. 17 novembre 2007, n. 268); per il Ministero della politiche agricole alimentari e forestali con D.M. 12 novembre 2007, n. 241 (Gazz. Uff. 22 dicembre 2007, n.
297); per il Ministero dell'economia e delle finanze con D.M. 29 novembre 2007, n. 255 (Gazz. Uff. 9 gennaio 2008, n. 7, S.O.); per l'Ente Irriguo Umbro-Toscano di Arezzo con D.M. 8 gennaio 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 6 febbraio 2008, n. 31); per il Ministero della salute con D.M. 12 dicembre 2007, n. 277 (Gazz. Uff. 18 marzo 2008, n. 66, S.O.); per l'Agenzia del territorio con Provv. 30 aprile 2008 (pubblicato nel sito internet dell'Agenzia del territorio il 9 maggio 2008); per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) con D.M. 29 aprile 2008 (pubblicato, per comunicato, nella Gazz. Uff. 10 giugno 2008, n. 134); per l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) con Comunicato 14 agosto 2008 (Gazz. Uff. 14 agosto 2008, n. 190); per l'Agenzia delle entrate con Provv. 22 gennaio 2008 (pubblicato nel sito
internet dell'Agenzia delle entrate il 21 maggio 2008); per l'Agenzia delle dogane con Reg. 1 aprile 2009; per la Banca d'Italia e la UIF con Reg. 22 marzo 2011.


(commento di giurisprudenza)
22. Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili e giudiziari.
1.  I soggetti pubblici conformano il trattamento dei dati sensibili e giudiziari secondo modalità volte a prevenire violazioni dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità dell'interessato.
2.  Nel fornire l'informativa di cui all'articolo 13 i soggetti pubblici fanno espresso riferimento alla normativa che prevede gli obblighi o i compiti in base alla quale è effettuato il trattamento dei dati sensibili e giudiziari.
3. I soggetti pubblici possono trattare solo i dati sensibili e giudiziari indispensabili per svolgere attività istituzionali che non possono essere adempiute, caso per caso, mediante il trattamento di dati anonimi o di dati personali di  natura diversa.
4. I dati sensibili e giudiziari sono raccolti, di regola, presso l'interessato.
5. In applicazione dell'articolo 11, comma 1, lettere c), d) ed e),  i soggetti pubblici verificano periodicamente l'esattezza e l'aggiornamento dei dati sensibili e giudiziari, nonché la loro pertinenza, completezza, non eccedenza e indispensabilità rispetto alle finalità perseguite nei singoli casi, anche con riferimento ai dati che l'interessato fornisce di propria iniziativa. Al fine di assicurare che i  dati sensibili e giudiziari siano indispensabili rispetto agli obblighi  e ai compiti loro attribuiti, i soggetti pubblici valutano specificamente il rapporto tra i dati e gli adempimenti. I dati che, anche a seguito delle verifiche, risultano eccedenti o non pertinenti o non indispensabili non possono essere utilizzati, salvo che per l'eventuale conservazione, a norma di legge, dell'atto o del documento che li contiene. Specifica attenzione è prestata per la verifica
dell'indispensabilità dei dati sensibili e giudiziari riferiti a soggetti diversi da quelli cui si riferiscono direttamente le prestazioni o gli adempimenti.
6. I dati sensibili e giudiziari contenuti in elenchi, registri o banche di dati, tenuti con l'ausilio di strumenti elettronici, sono trattati con tecniche di cifratura o mediante l'utilizzazione di codici identificativi o di altre soluzioni che, considerato il numero e la natura dei dati trattati, li rendono temporaneamente inintelligibili anche a chi è autorizzato ad accedervi e permettono di identificare gli interessati solo in caso di necessità.
7. I dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale sono conservati separatamente da altri dati personali trattati per finalità che non richiedono il loro utilizzo. I medesimi dati sono trattati con le modalità di cui al comma 6 anche quando sono tenuti in elenchi, registri  o banche di dati senza l'ausilio di strumenti elettronici.
8. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non possono essere diffusi.
9.  Rispetto ai dati sensibili e giudiziari indispensabili ai sensi del comma 3, i soggetti pubblici sono autorizzati ad effettuare unicamente le operazioni di trattamento indispensabili per il perseguimento delle finalità per le quali il trattamento è consentito, anche quando i dati sono raccolti nello svolgimento di compiti di vigilanza, di controllo o ispettivi.
10. I dati sensibili e giudiziari non possono essere trattati nell'àmbito di test psico-attitudinali volti a definire il profilo o la personalità dell'interessato. Le operazioni di raffronto tra dati sensibili e giudiziari, nonché i trattamenti di dati sensibili e giudiziari ai sensi dell'articolo 14, sono effettuati solo previa annotazione scritta dei motivi.
11. In ogni caso, le operazioni e i trattamenti di cui al comma 10, se effettuati utilizzando banche di dati di diversi titolari, nonché la diffusione dei dati sensibili e giudiziari, sono ammessi solo se previsti da espressa disposizione di legge.
12. Le disposizioni di cui al presente articolo recano princìpi applicabili,  in conformità ai rispettivi ordinamenti, ai trattamenti disciplinati dalla Presidenza della Repubblica, dalla Camera dei deputati, dal Senato  della Repubblica e dalla Corte costituzionale.



Capo III - Regole ulteriori per privati ed enti pubblici economici
(commento di giurisprudenza)
23. Consenso.
1.  Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici  economici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato.
2. Il consenso può riguardare l'intero trattamento ovvero una o più operazioni dello stesso.
3.  Il consenso è validamente prestato solo se è espresso liberamente e specificamente in riferimento ad un trattamento chiaramente individuato,  se è documentato per iscritto, e se sono state rese all'interessato le informazioni di cui all'articolo 13.
4. Il consenso è manifestato in forma scritta quando il trattamento riguarda dati sensibili (15).

(15) Vedi, anche, il comma 1-bis dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


(commento di giurisprudenza)
24. Casi nei quali può essere effettuato il trattamento senza consenso.
1. Il consenso non è richiesto, oltre che nei casi previsti nella Parte II, quando il trattamento:
a) è necessario per adempiere ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria;
b)  è necessario per eseguire obblighi derivanti da un contratto del quale è  parte l'interessato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dell'interessato;
c)  riguarda dati provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque, fermi restando i limiti e le modalità che le leggi, i regolamenti o la normativa comunitaria stabiliscono per  la conoscibilità e pubblicità dei dati;
d)  riguarda dati relativi allo svolgimento di attività economiche, trattati nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
e) è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di un  terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
f) con esclusione della diffusione, è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
g)  con esclusione della diffusione, è necessario, nei casi individuati dal  Garante sulla base dei princìpi sanciti dalla legge, per perseguire un legittimo interesse del titolare o di un terzo destinatario dei dati, qualora non prevalgano i diritti e le libertà fondamentali, la dignità o  un legittimo interesse dell'interessato (16);
h)  con esclusione della comunicazione all'esterno e della diffusione, è effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, in riferimento a soggetti che hanno con essi contatti regolari o ad aderenti, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dall'atto costitutivo, dallo statuto  o dal contratto collettivo, e con modalità di utilizzo previste espressamente con determinazione resa nota agli interessati all'atto dell'informativa ai sensi dell'articolo 13;
i) è necessario, in conformità ai rispettivi codici di deontologia di cui all'allegato A),  per esclusivi scopi scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi storici presso archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490,  di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici, presso altri archivi privati;
i-bis) riguarda dati contenuti nei curricula, nei casi di cui all’articolo 13, comma 5-bis (17);
i-ter)  con esclusione della diffusione e fatto salvo quanto previsto dall’articolo 130 del presente codice, riguarda la comunicazione di dati  tra società, enti o associazioni con società controllanti, controllate o  collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile ovvero con società sottoposte a comune controllo, nonché tra consorzi, reti di imprese e raggruppamenti e associazioni temporanei di imprese con i soggetti ad essi aderenti, per le finalità amministrativo contabili, come definite all'articolo 34, comma 1-ter, e purché queste finalità siano previste espressamente con determinazione resa nota agli interessati all’atto dell’informativa di cui all’articolo 13 (18).

(16) Lettera così modificata dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.
(17) Lettera aggiunta dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.
(18) Lettera aggiunta dal numero 3) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


25. Divieti di comunicazione e diffusione.
1. La comunicazione e la diffusione sono vietate, oltre che in caso di divieto disposto dal Garante o dall'autorità giudiziaria:
a)  in riferimento a dati personali dei quali è stata ordinata la cancellazione, ovvero quando è decorso il periodo di tempo indicato nell'articolo 11, comma 1, lettera e);
b) per finalità diverse da quelle indicate nella notificazione del trattamento, ove prescritta.
2.  È fatta salva la comunicazione o diffusione di dati richieste, in conformità alla legge, da forze di polizia, dall'autorità giudiziaria, da organismi di informazione e sicurezza o da altri soggetti pubblici ai  sensi dell'articolo 58, comma 2, per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione di reati.



(commento di giurisprudenza)
26. Garanzie per i dati sensibili.
1.  I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dell'interessato e previa autorizzazione del Garante, nell'osservanza dei presupposti e dei limiti stabiliti dal presente codice, nonché dalla legge e dai regolamenti.
2. Il Garante comunica la decisione adottata sulla richiesta di autorizzazione entro quarantacinque giorni, decorsi i quali la mancata pronuncia equivale a rigetto. Con il provvedimento di autorizzazione, ovvero successivamente, anche sulla base di eventuali verifiche, il Garante può prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dell'interessato, che il titolare del trattamento è tenuto ad adottare.
3. Il comma 1 non si applica al trattamento:
a)  dei dati relativi agli aderenti alle confessioni religiose e ai soggetti che con riferimento a finalità di natura esclusivamente religiosa hanno contatti regolari con le medesime confessioni, effettuato dai relativi organi, ovvero da enti civilmente riconosciuti, sempre che i dati non siano diffusi o comunicati fuori delle medesime confessioni. Queste ultime determinano idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, nel rispetto dei princìpi indicati al riguardo con autorizzazione del Garante;
b) dei dati riguardanti l'adesione di associazioni od organizzazioni a carattere sindacale o di categoria ad altre associazioni, organizzazioni  o confederazioni a carattere sindacale o di categoria;
b-bis) dei dati contenuti nei curricula, nei casi di cui all’articolo 13, comma 5-bis (19).
4. I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento anche senza consenso, previa autorizzazione del Garante:
a)  quando il trattamento è effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ivi compresi partiti e movimenti politici, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dall'atto costitutivo, dallo statuto o dal contratto collettivo, relativamente ai dati personali degli aderenti o dei soggetti che in relazione a tali finalità hanno contatti regolari con l'associazione, ente od organismo, sempre che i dati non siano comunicati all'esterno o diffusi e l'ente, associazione od organismo determini idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, prevedendo espressamente le modalità di utilizzo dei dati con determinazione resa nota agli interessati all'atto dell'informativa ai sensi dell'articolo 13;
b) quando il trattamento è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di un terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare,  da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
c) quando il trattamento è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto,  sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per  il periodo strettamente necessario al loro perseguimento. Se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, il diritto  deve essere di rango pari a quello dell'interessato, ovvero consistente  in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile;
d) quando è necessario per adempiere a specifici obblighi o compiti previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria per la gestione del rapporto di lavoro, anche in materia di igiene e sicurezza del lavoro e della popolazione e di previdenza e assistenza, nei limiti previsti dall'autorizzazione e ferme restando le disposizioni  del codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 111.
5. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non possono essere diffusi.

(19) Lettera aggiunta dal numero 4) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


27. Garanzie per i dati giudiziari.
1.  Il trattamento di dati giudiziari da parte di privati o di enti pubblici economici è consentito soltanto se autorizzato da espressa disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le rilevanti finalità di interesse pubblico del trattamento, i tipi di dati  trattati e di operazioni eseguibili.



TITOLO IV
Soggetti che effettuano il trattamento.
28. Titolare del trattamento.
1.  Quando il trattamento è effettuato da una persona giuridica, da una pubblica amministrazione o da un qualsiasi altro ente, associazione od organismo, titolare del trattamento è l'entità nel suo complesso o l'unità od organismo periferico che esercita un potere decisionale del tutto autonomo sulle finalità e sulle modalità del trattamento, ivi compreso il profilo della sicurezza.



29. Responsabile del trattamento.
1. Il responsabile è designato dal titolare facoltativamente.
2.  Se designato, il responsabile è individuato tra soggetti che per esperienza, capacità ed affidabilità forniscano idonea garanzia del pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di trattamento, ivi  compreso il profilo relativo alla sicurezza.
3. Ove necessario per esigenze organizzative, possono essere designati responsabili più soggetti, anche mediante suddivisione di compiti.
4. I compiti affidati al responsabile sono analiticamente specificati per iscritto dal titolare.
5.  Il responsabile effettua il trattamento attenendosi alle istruzioni impartite dal titolare il quale, anche tramite verifiche periodiche, vigila sulla puntuale osservanza delle disposizioni di cui al comma 2 e delle proprie istruzioni.



30. Incaricati del trattamento.
1.  Le operazioni di trattamento possono essere effettuate solo da incaricati che operano sotto la diretta autorità del titolare o del responsabile, attenendosi alle istruzioni impartite.
2.  La designazione è effettuata per iscritto e individua puntualmente l'àmbito del trattamento consentito. Si considera tale anche la documentata preposizione della persona fisica ad una unità per la quale è  individuato, per iscritto, l'àmbito del trattamento consentito agli addetti all'unità medesima.



TITOLO V
Sicurezza dei dati e dei sistemi.
Capo I - Misure di sicurezza
31. Obblighi di sicurezza.
1.  I dati personali oggetto di trattamento sono custoditi e controllati, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo da ridurre al minimo, mediante l'adozione di idonee  e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta.



32. Particolari titolari.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico adotta ai sensi dell'articolo 31 idonee misure tecniche e organizzative adeguate al rischio esistente, per salvaguardare la sicurezza dei suoi servizi, l'integrità dei dati relativi al traffico, dei dati relativi all'ubicazione e delle comunicazioni elettroniche rispetto ad ogni forma di utilizzazione o cognizione non consentita.
2.  Quando la sicurezza del servizio o dei dati personali richiede anche l'adozione di misure che riguardano la rete, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico adotta tali misure congiuntamente con il fornitore della rete pubblica di comunicazioni. In  caso di mancato accordo, su richiesta di uno dei fornitori, la controversia è definita dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni secondo le modalità previste dalla normativa vigente.
3.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico informa gli abbonati e, ove possibile, gli utenti, se sussiste  un particolare rischio di violazione della sicurezza della rete, indicando, quando il rischio è al di fuori dell'àmbito di applicazione delle misure che il fornitore stesso è tenuto ad adottare ai sensi dei commi 1 e 2, tutti i possibili rimedi e i relativi costi presumibili. Analoga informativa è resa al Garante e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.



Capo II - Misure minime di sicurezza
33. Misure minime.
1.  Nel quadro dei più generali obblighi di sicurezza di cui all'articolo 31, o previsti da speciali disposizioni, i titolari del trattamento sono  comunque tenuti ad adottare le misure minime individuate nel presente capo o ai sensi dell'articolo 58, comma 3, volte ad assicurare un livello minimo di protezione dei dati personali (20).

(20) Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


34. Trattamenti con strumenti elettronici.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato con strumenti elettronici è  consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nell'allegato B), le seguenti misure minime :
a) autenticazione informatica;
b) adozione di procedure di gestione delle credenziali di autenticazione;
c) utilizzazione di un sistema di autorizzazione;
d)  aggiornamento periodico dell'individuazione dell'àmbito del trattamento  consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici;
e)  protezione degli strumenti elettronici e dei dati rispetto a trattamenti illeciti di dati, ad accessi non consentiti e a determinati programmi informatici;
f) adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza, il ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi;
g) tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza;
h)  adozione di tecniche di cifratura o di codici identificativi per determinati trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale effettuati da organismi sanitari.
1-bis.  Per i soggetti che trattano soltanto dati personali non sensibili e che  trattano come unici dati sensibili e giudiziari quelli relativi ai propri dipendenti e collaboratori, anche se extracomunitari, compresi quelli relativi al coniuge e ai parenti, la tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza è sostituita dall’obbligo di autocertificazione, resa dal titolare del trattamento ai sensi dell’ articolo 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,  di trattare soltanto tali dati in osservanza delle misure minime di sicurezza previste dal presente codice e dal disciplinare tecnico contenuto nell’allegato B). In relazione a tali trattamenti, nonché a trattamenti comunque effettuati per correnti finalità amministrativo-contabili, in particolare presso piccole e medie imprese,  liberi professionisti e
artigiani, il Garante, sentiti il Ministro per la semplificazione normativa e il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, individua con proprio provvedimento, da  aggiornare periodicamente, modalità semplificate di applicazione del disciplinare tecnico contenuto nel citato allegato B) in ordine all’adozione delle misure minime di cui al comma 1 (21).
1-ter.  Ai fini dell’applicazione delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali, i trattamenti effettuati per finalità amministrativo-contabili sono quelli connessi allo svolgimento delle attività di natura organizzativa, amministrativa, finanziaria e contabile, a prescindere dalla natura dei dati trattati. In particolare,  perseguono tali finalità le attività organizzative interne, quelle funzionali all’adempimento di obblighi contrattuali e precontrattuali, alla gestione del rapporto di lavoro in tutte le sue fasi, alla tenuta della contabilità e all’applicazione delle norme in materia fiscale, sindacale, previdenziale-assistenziale, di salute, igiene e sicurezza sul lavoro (22).

(21) Gli attuali commi 1-bis e 1-ter così sostituiscono l’originario comma 1-bis ai sensi di quanto disposto dal numero 5) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70. Precedentemente, il suddetto comma 1-bis era stato aggiunto dall'art. 29, comma 1, D.L. 25 giugno 2008, n. 112,  come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, il comma 2 dello stesso articolo 29. In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il Provv. 27 novembre 2008. Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(22) Gli attuali commi 1-bis e 1-ter così sostituiscono l’originario comma 1-bis ai sensi di quanto disposto dal numero 5) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70.


35. Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato senza l'ausilio di strumenti elettronici è consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nell'allegato B), le seguenti misure minime:
a)  aggiornamento periodico dell'individuazione dell'àmbito del trattamento  consentito ai singoli incaricati o alle unità organizzative;
b)  previsione di procedure per un'idonea custodia di atti e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento dei relativi compiti;
c)  previsione di procedure per la conservazione di determinati atti in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalità di accesso finalizzata all'identificazione degli incaricati (23).

(23) Per la sospensione dell'applicazione del presente articolo vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


36. Adeguamento.
1. Il disciplinare tecnico di cui all'allegato B),  relativo alle misure minime di cui al presente capo, è aggiornato periodicamente con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro per le innovazioni e le tecnologie e il Ministro per la semplificazione normativa, in relazione all'evoluzione tecnica e all'esperienza maturata nel settore (24).

(24) Comma così modificato dal comma 5-bis dell'art. 29, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


TITOLO VI
Adempimenti
37. Notificazione del trattamento.
1. Il titolare notifica al Garante il trattamento di dati personali cui intende procedere, solo se il trattamento riguarda:
a)  dati genetici, biometrici o dati che indicano la posizione geografica di persone od oggetti mediante una rete di comunicazione elettronica;
b)  dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, trattati a  fini di procreazione assistita, prestazione di servizi sanitari per via  telematica relativi a banche di dati o alla fornitura di beni, indagini  epidemiologiche, rilevazione di malattie mentali, infettive e diffusive, sieropositività, trapianto di organi e tessuti e monitoraggio  della spesa sanitaria;
c) dati idonei a rivelare la vita sessuale o la sfera psichica trattati da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale;
d)  dati trattati con l'ausilio di strumenti elettronici volti a definire il profilo o la personalità dell'interessato, o ad analizzare abitudini o  scelte di consumo, ovvero a monitorare l'utilizzo di servizi di comunicazione elettronica con esclusione dei trattamenti tecnicamente indispensabili per fornire i servizi medesimi agli utenti;
e)  dati sensibili registrati in banche di dati a fini di selezione del personale per conto terzi, nonché dati sensibili utilizzati per sondaggi  di opinione, ricerche di mercato e altre ricerche campionarie;
f)  dati registrati in apposite banche di dati gestite con strumenti elettronici e relative al rischio sulla solvibilità economica, alla situazione patrimoniale, al corretto adempimento di obbligazioni, a comportamenti illeciti o fraudolenti.
1-bis.  La notificazione relativa al trattamento dei dati di cui al comma 1 non  è dovuta se relativa all'attività dei medici di famiglia e dei pediatri  di libera scelta, in quanto tale funzione è tipica del loro rapporto professionale con il Servizio sanitario nazionale (25).
2.  Il Garante può individuare altri trattamenti suscettibili di recare pregiudizio ai diritti e alle libertà dell'interessato, in ragione delle  relative modalità o della natura dei dati personali, con proprio provvedimento adottato anche ai sensi dell'articolo 17. Con analogo provvedimento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana il Garante può anche individuare, nell'àmbito dei trattamenti di cui al comma 1, eventuali trattamenti non suscettibili di recare detto pregiudizio e pertanto sottratti all'obbligo di notificazione (26).
3. La notificazione è effettuata con unico atto anche quando il trattamento comporta il trasferimento all'estero dei dati.
4.  Il Garante inserisce le notificazioni ricevute in un registro dei trattamenti accessibile a chiunque e determina le modalità per la sua consultazione gratuita per via telematica, anche mediante convenzioni con soggetti pubblici o presso il proprio Ufficio. Le notizie accessibili tramite la consultazione del registro possono essere trattate per esclusive finalità di applicazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali.

(25) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(26)   Con Del.Garante protez. dati pers. 31 marzo 2004, n. 1 (Gazz. Uff. 6 aprile 2004, n. 81) sono stati individuati i casi da sottrarre all'obbligo di notificazione al Garante.


38. Modalità di notificazione.
1.  La notificazione del trattamento è presentata al Garante prima dell'inizio del trattamento ed una sola volta, a prescindere dal numero delle operazioni e della durata del trattamento da effettuare, e può anche riguardare uno o più trattamenti con finalità correlate.
2.  La notificazione è validamente effettuata solo se è trasmessa attraverso il sito del Garante, utilizzando l'apposito modello, che contiene la richiesta di fornire tutte e soltanto le seguenti informazioni:
a) le coordinate identificative del titolare del trattamento e, eventualmente, del suo rappresentante, nonché le modalità per individuare il responsabile del trattamento se designato;
b) la o le finalità del trattamento;
c) una descrizione della o delle categorie di persone interessate e dei dati o delle categorie di dati relativi alle medesime;
d) i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati possono essere comunicati;
e) i trasferimenti di dati previsti verso Paesi terzi;
f)  una descrizione generale che permetta di valutare in via preliminare l'adeguatezza delle misure adottate per garantire la sicurezza del trattamento (27).
3.  Il Garante favorisce la disponibilità del modello per via telematica e la notificazione anche attraverso convenzioni stipulate con soggetti autorizzati in base alla normativa vigente, anche presso associazioni di  categoria e ordini professionali.
4. Una nuova notificazione è richiesta solo anteriormente alla cessazione del trattamento o al mutamento di taluno degli elementi da indicare nella notificazione medesima.
5. Il Garante può individuare altro idoneo sistema per la notificazione in riferimento a nuove soluzioni tecnologiche previste dalla normativa vigente.
6.  Il titolare del trattamento che non è tenuto alla notificazione al Garante ai sensi dell'articolo 37 fornisce le notizie contenute nel modello di cui al comma 2 a chi ne fa richiesta, salvo che il trattamento riguardi pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque.

(27) Comma così sostituito dall'art. 29, comma 4, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, il comma 5 del suddetto articolo. Con Del. 22 ottobre 2008 (Gazz. Uff. 9 dicembre 2008, n. 287) sono state introdotte alcune semplificazioni al modello di cui al presente comma.


39. Obblighi di comunicazione.
1. Il titolare del trattamento è tenuto a comunicare previamente al Garante le seguenti circostanze:
a)  comunicazione di dati personali da parte di un soggetto pubblico ad altro soggetto pubblico non prevista da una norma di legge o di regolamento, effettuata in qualunque forma anche mediante convenzione;
b)  trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute previsto dal programma di ricerca biomedica o sanitaria di cui all'articolo 110, comma 1, primo periodo.
2. I trattamenti oggetto di comunicazione ai sensi del comma 1 possono essere iniziati decorsi quarantacinque giorni dal ricevimento della comunicazione salvo diversa determinazione anche successiva del Garante.
3. La comunicazione di cui al comma 1 è inviata utilizzando il modello predisposto e reso disponibile dal Garante, e trasmessa a quest'ultimo per via telematica osservando le modalità di sottoscrizione con firma digitale e conferma del ricevimento di cui all'articolo 38, comma 2, oppure mediante telefax o lettera raccomandata.



40. Autorizzazioni generali.
1.  Le disposizioni del presente codice che prevedono un'autorizzazione del  Garante sono applicate anche mediante il rilascio di autorizzazioni relative a determinate categorie di titolari o di trattamenti, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.



41. Richieste di autorizzazione.
1.  Il titolare del trattamento che rientra nell'àmbito di applicazione di un'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 40 non è tenuto a presentare al Garante una richiesta di autorizzazione se il trattamento che intende effettuare è conforme alle relative prescrizioni.
2.  Se una richiesta di autorizzazione riguarda un trattamento autorizzato ai sensi dell'articolo 40 il Garante può provvedere comunque sulla richiesta se le specifiche modalità del trattamento lo giustificano.
3.  L'eventuale richiesta di autorizzazione è formulata utilizzando esclusivamente il modello predisposto e reso disponibile dal Garante e trasmessa a quest'ultimo per via telematica, osservando le modalità di sottoscrizione e conferma del ricevimento di cui all'articolo 38, comma 2. La medesima richiesta e l'autorizzazione possono essere trasmesse anche mediante telefax o lettera raccomandata.
4.  Se il richiedente è invitato dal Garante a fornire informazioni o ad esibire documenti, il termine di quarantacinque giorni di cui all'articolo 26, comma 2, decorre dalla data di scadenza del termine fissato per l'adempimento richiesto.
5. In presenza di particolari circostanze, il Garante può rilasciare un'autorizzazione provvisoria a tempo determinato.



TITOLO VII
Trasferimento dei dati all'estero.
42. Trasferimenti all'interno dell'Unione europea.
1.  Le disposizioni del presente codice non possono essere applicate in modo tale da restringere o vietare la libera circolazione dei dati personali fra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta salva l'adozione, in conformità allo stesso codice, di eventuali provvedimenti  in caso di trasferimenti di dati effettuati al fine di eludere le medesime disposizioni.



43. Trasferimenti consentiti in Paesi terzi.
1.  Il trasferimento anche temporaneo fuori del territorio dello Stato, con  qualsiasi forma o mezzo, di dati personali oggetto di trattamento, se diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea è consentito quando:
a) l'interessato ha manifestato il proprio consenso espresso o, se si tratta di dati sensibili, in forma scritta;
b)  è necessario per l'esecuzione di obblighi derivanti da un contratto del  quale è parte l'interessato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dell'interessato, ovvero per la conclusione o per l'esecuzione di un contratto stipulato a favore dell'interessato;
c) è necessario per la salvaguardia di un interesse pubblico rilevante individuato con legge o con regolamento o, se il trasferimento riguarda dati sensibili o  giudiziari, specificato o individuato ai sensi degli articoli 20 e 21;
d)  è necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumità fisica di  un terzo. Se la medesima finalità riguarda l'interessato e quest'ultimo  non può prestare il proprio consenso per impossibilità fisica, per incapacità di agire o per incapacità di intendere o di volere, il consenso è manifestato da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato. Si applica la disposizione di cui all'articolo 82, comma 2;
e) è necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria,  sempre che i dati siano trasferiti esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;
f) è effettuato in accoglimento di una richiesta di accesso ai documenti amministrativi, ovvero di una richiesta di informazioni estraibili da un pubblico registro, elenco, atto o documento conoscibile da chiunque, con l'osservanza delle norme che regolano la materia;
g) è necessario, in conformità ai rispettivi codici di deontologia di cui all'allegato A),  per esclusivi scopi scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi storici presso archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490,  di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici, presso altri archivi privati;
h) il trattamento concerne dati riguardanti persone giuridiche, enti o associazioni.



44. Altri trasferimenti consentiti.
1.  Il trasferimento di dati personali oggetto di trattamento, diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea, è altresì consentito  quando è autorizzato dal Garante sulla base di adeguate garanzie per i diritti dell'interessato:
a) individuate dal Garante anche in relazione a garanzie prestate con un contratto o mediante regole di condotta esistenti nell’ambito di società appartenenti a un medesimo gruppo. L’interessato può far valere i propri  diritti nel territorio dello Stato, in base al presente codice, anche in ordine all’inosservanza delle garanzie medesime (28);
b) individuate con le decisioni previste dagli articoli 25, paragrafo 6, e 26, paragrafo 4, della direttiva 95/46/CE del 24 ottobre 1995,  del Parlamento europeo e del Consiglio, con le quali la Commissione europea constata che un Paese non appartenente all'Unione europea garantisce un livello di protezione adeguato o che alcune clausole contrattuali offrono garanzie sufficienti.

(28) Lettera così modificata dal comma 5-bis dell'art. 29, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


45. Trasferimenti vietati.
1.  Fuori dei casi di cui agli articoli 43 e 44, il trasferimento anche temporaneo fuori del territorio dello Stato, con qualsiasi forma o mezzo, di dati personali oggetto di trattamento, diretto verso un Paese non appartenente all'Unione europea, è vietato quando l'ordinamento del Paese di destinazione o di transito dei dati non assicura un livello di tutela delle persone adeguato. Sono valutate anche le modalità del trasferimento e dei trattamenti previsti, le relative finalità, la natura dei dati e le misure di sicurezza.



Parte II - Disposizioni relative a specifici settori
TITOLO I
Trattamenti in àmbito giudiziario.
Capo I - Profili generali
46. Titolari dei trattamenti.
1.  Gli uffici giudiziari di ogni ordine e grado, il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della  giustizia sono titolari dei trattamenti di dati personali relativi alle  rispettive attribuzioni conferite per legge o regolamento.
2. Con decreto del Ministro della giustizia sono individuati, nell'allegato C)  al presente codice, i trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati con strumenti elettronici, relativamente a banche di dati centrali od oggetto di interconnessione tra più uffici o titolari. I provvedimenti con cui il Consiglio superiore della magistratura e gli altri organi di autogoverno di cui al comma 1 individuano i medesimi trattamenti da essi effettuati sono riportati nell'allegato C) con decreto del Ministro della giustizia.



47. Trattamenti per ragioni di giustizia.
1.  In caso di trattamento di dati personali effettuato presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado, presso il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della giustizia, non si applicano, se il trattamento è effettuato per ragioni di giustizia, le seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2.  Agli effetti del presente codice si intendono effettuati per ragioni di  giustizia i trattamenti di dati personali direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e di controversie, o che, in materia di trattamento giuridico ed economico del personale di magistratura, hanno una diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale, nonché le attività ispettive su uffici giudiziari. Le medesime ragioni di giustizia non ricorrono per l'ordinaria attività amministrativo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quando non è pregiudicata la segretezza di atti direttamente connessi alla predetta trattazione.



48. Banche di dati di uffici giudiziari.
1.  Nei casi in cui l'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado può acquisire in conformità alle vigenti disposizioni processuali dati, informazioni, atti e documenti da soggetti pubblici, l'acquisizione può essere effettuata anche per via telematica. A tale fine gli uffici giudiziari possono avvalersi delle convenzioni-tipo stipulate dal Ministero della giustizia con soggetti pubblici, volte ad agevolare la consultazione da parte dei medesimi uffici, mediante reti di comunicazione elettronica, di pubblici registri, elenchi, schedari e banche di dati, nel rispetto delle pertinenti disposizioni e dei princìpi di cui agli articoli 3 e 11 del presente codice.



49. Disposizioni di attuazione.
1. Con decreto del Ministro della giustizia sono adottate, anche ad integrazione del D.M. 30 settembre 1989, n. 334 del Ministro di grazia e giustizia, le disposizioni regolamentari necessarie per l'attuazione dei princìpi del presente codice nella materia penale e civile.



Capo II - Minori
50. Notizie o immagini relative a minori.
1. Il divieto di cui all'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448,  di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire l'identificazione di un minore si osserva anche in caso di coinvolgimento a qualunque titolo del minore in procedimenti giudiziari in materie diverse da quella penale.



Capo III - Informatica giuridica
51. Princìpi generali.
1.  Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni processuali concernenti la visione e il rilascio di estratti e di copie di atti e documenti, i dati identificativi delle questioni pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado sono resi accessibili a chi vi abbia interesse anche mediante reti di comunicazione elettronica,  ivi compreso il sito istituzionale della medesima autorità nella rete Internet.
2. Le sentenze e le altre decisioni dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado depositate in cancelleria o segreteria sono rese accessibili anche attraverso il sistema informativo e il sito istituzionale della medesima autorità nella rete Internet, osservando le cautele previste dal presente capo.



52. Dati identificativi degli interessati.
1.  Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni concernenti la redazione e il contenuto di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado, l'interessato può chiedere per motivi legittimi, con richiesta depositata nella cancelleria o segreteria dell'ufficio che procede prima  che sia definito il relativo grado di giudizio, che sia apposta a cura della medesima cancelleria o segreteria, sull'originale della sentenza o  del provvedimento, un'annotazione volta a precludere, in caso di riproduzione della sentenza o provvedimento in qualsiasi forma, per finalità di informazione giuridica su riviste giuridiche, supporti elettronici o mediante reti di comunicazione elettronica, l'indicazione delle generalità e di altri dati identificativi del medesimo interessato  riportati sulla sentenza o provvedimento.
2. Sulla richiesta di cui al comma 1 provvede in calce con decreto, senza ulteriori formalità, l'autorità che pronuncia la sentenza o adotta il provvedimento. La medesima autorità può disporre d'ufficio che sia apposta l'annotazione di cui al comma 1, a tutela dei diritti o della dignità degli interessati.
3. Nei casi di cui ai commi 1 e 2, all'atto del deposito della sentenza o provvedimento, la cancelleria o segreteria vi appone e sottoscrive anche con timbro la seguente annotazione, recante l'indicazione degli estremi del presente articolo: «In caso di diffusione omettere le generalità e gli altri dati identificativi di.....».
4.  In caso di diffusione anche da parte di terzi di sentenze o di altri provvedimenti recanti l'annotazione di cui al comma 2, o delle relative massime giuridiche, è omessa l'indicazione delle generalità e degli altri dati identificativi dell'interessato.
5. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 734-bis del codice penale relativamente alle persone offese da atti di violenza  sessuale, chiunque diffonde sentenze o altri provvedimenti giurisdizionali dell'autorità giudiziaria di ogni ordine e grado è tenuto ad omettere in ogni caso, anche in mancanza dell'annotazione di cui al comma 2, le generalità, altri dati identificativi o altri dati anche relativi a terzi dai quali può desumersi anche indirettamente l'identità di minori, oppure delle parti nei procedimenti in materia di rapporti di famiglia e di stato delle persone.
6.  Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche in caso di deposito di lodo ai sensi dell'articolo 825 del codice di procedura civile. La parte può formulare agli arbitri la richiesta di cui al comma  1 prima della pronuncia del lodo e gli arbitri appongono sul lodo l'annotazione di cui al comma 3, anche ai sensi del comma 2. Il collegio  arbitrale costituito presso la camera arbitrale per i lavori pubblici ai sensi dell'articolo 32 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, provvede in modo analogo in caso di richiesta di una parte.
7.  Fuori dei casi indicati nel presente articolo è ammessa la diffusione in ogni forma del contenuto anche integrale di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali (29).

(29) Per  le linee guida relative al trattamento dei dati personali nella riproduzione di provvedimenti giurisdizionali per finalità di informazione giuridica vedi la Del. 2 dicembre 2010.


TITOLO II
Trattamenti da parte di forze di polizia.
Capo I - Profili generali
53. Àmbito applicativo e titolari dei trattamenti.
1.  Al trattamento di dati personali effettuato dal Centro elaborazione dati del Dipartimento di pubblica sicurezza o da forze di polizia sui dati destinati a confluirvi in base alla legge, ovvero da organi di pubblica sicurezza o altri soggetti pubblici per finalità di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, prevenzione, accertamento o repressione dei reati, effettuati in base ad espressa disposizione di legge che preveda specificamente il trattamento, non si applicano le seguenti disposizioni del codice:
a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, commi da 1 a 5, e da 39 a 45;
b) articoli da 145 a 151.
2. Con decreto del Ministro dell'interno sono individuati, nell'allegato C)  al presente codice, i trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati con strumenti elettronici, e i relativi titolari.



54. Modalità di trattamento e flussi di dati.
1.  Nei casi in cui le autorità di pubblica sicurezza o le forze di polizia  possono acquisire in conformità alle vigenti disposizioni di legge o di  regolamento dati, informazioni, atti e documenti da altri soggetti, l'acquisizione può essere effettuata anche per via telematica. A tal fine gli organi o uffici interessati possono avvalersi di convenzioni volte ad agevolare la consultazione da parte dei medesimi organi o uffici, mediante reti di comunicazione elettronica, di pubblici registri, elenchi, schedari e banche di dati, nel rispetto delle pertinenti disposizioni e dei princìpi di cui agli articoli 3 e 11. Le convenzioni-tipo sono adottate dal Ministero dell'interno, su conforme parere del Garante, e stabiliscono le modalità dei collegamenti e degli accessi anche al fine di assicurare l'accesso selettivo ai soli dati necessari al perseguimento delle finalità di cui
all'articolo 53.
2.  I dati trattati per le finalità di cui al medesimo articolo 53 sono conservati separatamente da quelli registrati per finalità amministrative che non richiedono il loro utilizzo.
3.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 11, il Centro elaborazioni  dati di cui all'articolo 53 assicura l'aggiornamento periodico e la pertinenza e non eccedenza dei dati personali trattati anche attraverso interrogazioni autorizzate del casellario giudiziale e del casellario dei carichi pendenti del Ministero della giustizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, o di altre banche di dati di forze di polizia, necessarie per le finalità di cui all'articolo 53.
4.  Gli organi, uffici e comandi di polizia verificano periodicamente i requisiti di cui all'articolo 11 in riferimento ai dati trattati anche senza l'ausilio di strumenti elettronici, e provvedono al loro aggiornamento anche sulla base delle procedure adottate dal Centro elaborazioni dati ai sensi del comma 3, o, per i trattamenti effettuati senza l'ausilio di strumenti elettronici, mediante annotazioni o integrazioni dei documenti che li contengono.



55. Particolari tecnologie.
1.  Il trattamento di dati personali che implica maggiori rischi di un danno all'interessato, con particolare riguardo a banche di dati genetici o biometrici, a tecniche basate su dati relativi all'ubicazione, a banche di dati basate su particolari tecniche di elaborazione delle informazioni e all'introduzione di particolari tecnologie, è effettuato nel rispetto delle misure e degli accorgimenti a  garanzia dell'interessato prescritti ai sensi dell'articolo 17 sulla base di preventiva comunicazione ai sensi dell'articolo 39.



56. Tutela dell'interessato.
1. Le disposizioni di cui all'articolo 10, commi 3, 4 e 5, della legge 1° aprile 1981, n. 121,  e successive modificazioni, si applicano anche, oltre che ai dati destinati a confluire nel Centro elaborazione dati di cui all'articolo 53, a dati trattati con l'ausilio di strumenti elettronici da organi, uffici o comandi di polizia.



57. Disposizioni di attuazione.
1.  Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia, sono individuate le modalità di attuazione dei princìpi del presente codice relativamente al trattamento dei dati effettuato per le finalità di cui all'articolo 53 dal Centro elaborazioni dati e da organi, uffici o comandi di polizia, anche ad integrazione e modifica del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1982, n. 378,  e in attuazione della Raccomandazione R (87) 15 del Consiglio d'Europa del 17 settembre 1987, e successive modificazioni. Le modalità sono individuate con particolare riguardo:
a) al principio secondo cui la raccolta dei dati è correlata alla specifica  finalità perseguita, in relazione alla prevenzione di un pericolo concreto o alla repressione di reati, in particolare per quanto riguarda  i trattamenti effettuati per finalità di analisi;
b)  all'aggiornamento periodico dei dati, anche relativi a valutazioni effettuate in base alla legge, alle diverse modalità relative ai dati trattati senza l'ausilio di strumenti elettronici e alle modalità per rendere conoscibili gli aggiornamenti da parte di altri organi e uffici cui i dati sono stati in precedenza comunicati;
c)  ai presupposti per effettuare trattamenti per esigenze temporanee o collegati a situazioni particolari, anche ai fini della verifica dei requisiti dei dati ai sensi dell'articolo 11, dell'individuazione delle categorie di interessati e della conservazione separata da altri dati che non richiedono il loro utilizzo;
d)  all'individuazione di specifici termini di conservazione dei dati in relazione alla natura dei dati o agli strumenti utilizzati per il loro trattamento, nonché alla tipologia dei procedimenti nell'àmbito dei quali essi sono trattati o i provvedimenti sono adottati;
e)  alla comunicazione ad altri soggetti, anche all'estero o per l'esercizio di un diritto o di un interesse legittimo, e alla loro diffusione, ove necessaria in conformità alla legge;
f)  all'uso di particolari tecniche di elaborazione e di ricerca delle informazioni, anche mediante il ricorso a sistemi di indice.



TITOLO III
Difesa e sicurezza dello stato.
Capo I - Profili generali
58. Disposizioni applicabili.
1. Ai trattamenti effettuati dagli organismi di cui agli articoli 3, 4 e 6 della legge 24 ottobre 1977, n. 801,  ovvero sui dati coperti da segreto di Stato ai sensi dell'articolo 12 della medesima legge, le disposizioni del presente codice si applicano limitatamente a quelle previste negli articoli da 1 a 6, 11, 14, 15, 31,  33, 58, 154, 160 e 169.
2. Ai trattamenti effettuati da soggetti pubblici per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato, in base ad espresse disposizioni di legge che prevedano specificamente il trattamento, le disposizioni del presente codice si applicano limitatamente a quelle indicate nel comma 1, nonché alle disposizioni di cui agli articoli 37, 38 e 163.
3.  Le misure di sicurezza relative ai dati trattati dagli organismi di cui  al comma 1 sono stabilite e periodicamente aggiornate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con l'osservanza delle norme che regolano la materia.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono individuate le modalità di applicazione delle disposizioni applicabili del presente codice in riferimento alle tipologie di dati, di interessati, di operazioni di trattamento eseguibili e di incaricati, anche in relazione all'aggiornamento e alla conservazione.



TITOLO IV
Trattamenti in àmbito pubblico.
Capo I - Accesso a documenti amministrativi
59. Accesso a documenti amministrativi.
1.  Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 60, i presupposti, le modalità, i limiti per l'esercizio del diritto di accesso a documenti amministrativi contenenti dati personali, e la relativa tutela giurisdizionale, restano disciplinati dalla legge 7 agosto 1990, n. 241,  e successive modificazioni e dalle altre disposizioni di legge in materia, nonché dai relativi regolamenti di attuazione, anche per ciò che concerne i tipi di dati sensibili e giudiziari e le operazioni di trattamento eseguibili in esecuzione di una richiesta di accesso. Le attività finalizzate all'applicazione di tale disciplina si considerano di rilevante interesse pubblico.



(commento di giurisprudenza)
60. Dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.
1.  Quando il trattamento concerne dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il trattamento è consentito se la situazione giuridicamente rilevante che si intende tutelare con la richiesta di accesso ai documenti amministrativi è di rango almeno pari ai diritti dell'interessato, ovvero consiste in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



Capo II - Registri pubblici e albi professionali
61. Utilizzazione di dati pubblici.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali provenienti da archivi, registri, elenchi, atti o documenti tenuti da soggetti pubblici, anche individuando i casi in cui deve essere indicata la fonte di acquisizione dei dati e prevedendo garanzie appropriate per l'associazione di dati provenienti da più archivi, tenendo presente quanto previsto dalla Raccomandazione n. R (91)10 del Consiglio d'Europa in relazione all'articolo 11.
2.  Agli effetti dell'applicazione del presente codice i dati personali diversi da quelli sensibili o giudiziari, che devono essere inseriti in un albo professionale in conformità alla legge o ad un regolamento, possono essere comunicati a soggetti pubblici e privati o diffusi, ai sensi dell'articolo 19, commi 2 e 3, anche mediante reti di comunicazione elettronica. Può essere altresì menzionata l'esistenza di provvedimenti che dispongono la sospensione o che incidono sull'esercizio della professione.
3. L'ordine o collegio professionale può, a richiesta della persona iscritta nell'albo  che vi ha interesse, integrare i dati di cui al comma 2 con ulteriori dati pertinenti e non eccedenti in relazione all'attività professionale.
4.  A richiesta dell'interessato l'ordine o collegio professionale può altresì fornire a terzi notizie o informazioni relative, in particolare,  a speciali qualificazioni professionali non menzionate nell'albo, ovvero alla disponibilità ad assumere incarichi o a ricevere materiale informativo a carattere scientifico inerente anche a convegni o seminari.



Capo III - Stato civile, anagrafi e liste elettorali
62. Dati sensibili e giudiziari.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative alla tenuta degli atti e dei registri dello stato civile, delle anagrafi della popolazione residente in Italia  e dei cittadini italiani residenti all'estero, e delle liste elettorali, nonché al rilascio di documenti di riconoscimento o al cambiamento delle generalità.



63. Consultazione di atti.
1. Gli atti dello stato civile conservati negli Archivi di Stato sono consultabili nei limiti previsti dall'articolo 107 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490.



Capo IV - Finalità di rilevante interesse pubblico
64. Cittadinanza, immigrazione e condizione dello straniero.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di cittadinanza, di immigrazione, di asilo, di condizione dello straniero e  del profugo e sullo stato di rifugiato.
2. Nell'àmbito delle finalità di cui al comma 1 è ammesso, in particolare, il trattamento dei dati sensibili e giudiziari indispensabili:
a) al rilascio e al rinnovo di visti, permessi, attestazioni, autorizzazioni e documenti anche sanitari;
b)  al riconoscimento del diritto di asilo o dello stato di rifugiato, o all'applicazione della protezione temporanea e di altri istituti o misure di carattere umanitario, ovvero all'attuazione di obblighi di legge in materia di politiche migratorie;
c)  in relazione agli obblighi dei datori di lavoro e dei lavoratori, ai ricongiungimenti, all'applicazione delle norme vigenti in materia di istruzione e di alloggio, alla partecipazione alla vita pubblica e all'integrazione sociale.
3. Il presente articolo  non si applica ai trattamenti di dati sensibili e giudiziari effettuati  in esecuzione degli accordi e convenzioni di cui all'articolo 154, comma 2, lettere a) e b), o comunque effettuati per finalità di difesa o di sicurezza dello Stato o di prevenzione, accertamento o repressione dei reati, in base ad espressa disposizione di legge che prevede  specificamente il trattamento.



65. Diritti politici e pubblicità dell'attività di organi.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di:
a)  elettorato attivo e passivo e di esercizio di altri diritti politici, nel rispetto della segretezza del voto, nonché di esercizio del mandato degli organi rappresentativi o di tenuta degli elenchi dei giudici popolari;
b) documentazione dell'attività istituzionale di organi pubblici.
2.  I trattamenti dei dati sensibili e giudiziari per le finalità di cui al  comma 1 sono consentiti per eseguire specifici compiti previsti da leggi o da regolamenti fra i quali, in particolare, quelli concernenti:
a) lo svolgimento di consultazioni elettorali e la verifica della relativa regolarità;
b) le richieste di referendum, le relative consultazioni e la verifica delle relative regolarità;
c)  l'accertamento delle cause di ineleggibilità, incompatibilità o di decadenza, o di rimozione o sospensione da cariche pubbliche, ovvero di sospensione o di scioglimento degli organi;
d)  l'esame di segnalazioni, petizioni, appelli e di proposte di legge di iniziativa popolare, l'attività di commissioni di inchiesta, il rapporto  con gruppi politici;
e) la designazione e la nomina di rappresentanti in commissioni, enti e uffici.
3.  Ai fini del presente articolo, è consentita la diffusione dei dati sensibili e giudiziari per le finalità di cui al comma 1, lettera a),  in particolare con riguardo alle sottoscrizioni di liste, alla presentazione delle candidature, agli incarichi in organizzazioni o associazioni politiche, alle cariche istituzionali e agli organi eletti.
4. Ai fini del presente articolo, in particolare, è consentito il trattamento di dati sensibili e giudiziari indispensabili:
a)  per la redazione di verbali e resoconti dell'attività di assemblee rappresentative, commissioni e di altri organi collegiali o assembleari;
b)  per l'esclusivo svolgimento di una funzione di controllo, di indirizzo politico o di sindacato ispettivo e per l'accesso a documenti riconosciuto dalla legge e dai regolamenti degli organi interessati per esclusive finalità direttamente connesse all'espletamento di un mandato elettivo.
5. I dati sensibili e giudiziari trattati per le finalità di cui al comma 1 possono essere comunicati e diffusi nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti. Non è comunque consentita la divulgazione dei dati sensibili e giudiziari che non risultano indispensabili per assicurare il rispetto del principio di pubblicità dell'attività istituzionale, fermo restando il divieto di diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute.



66. Materia tributaria e doganale.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le attività dei soggetti pubblici dirette all'applicazione, anche tramite i loro concessionari, delle disposizioni in materia di tributi, in relazione ai contribuenti, ai sostituti e ai responsabili di  imposta, nonché in materia di deduzioni e detrazioni e per l'applicazione delle disposizioni la cui esecuzione è affidata alle dogane.
2. Si considerano inoltre di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le attività dirette, in materia di imposte, alla prevenzione e repressione delle violazioni degli obblighi e alla adozione dei provvedimenti previsti da leggi, regolamenti o dalla normativa comunitaria, nonché al controllo e alla esecuzione forzata dell'esatto adempimento di tali obblighi, alla effettuazione dei rimborsi, alla destinazione di quote d'imposta, e quelle dirette alla gestione ed alienazione di immobili statali, all'inventario e alla qualificazione degli immobili e alla conservazione  dei registri immobiliari.



67. Attività di controllo e ispettive.
1. Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità di:
a)  verifica della legittimità, del buon andamento, dell'imparzialità dell'attività amministrativa, nonché della rispondenza di detta attività a requisiti di razionalità, economicità, efficienza ed efficacia per le  quali sono, comunque, attribuite dalla legge a soggetti pubblici funzioni di controllo, di riscontro ed ispettive nei confronti di altri soggetti;
b) accertamento, nei limiti delle finalità istituzionali, con riferimento a dati sensibili e giudiziari relativi ad esposti e petizioni, ovvero ad atti di controllo o  di sindacato ispettivo di cui all'articolo 65, comma 4.



68. Benefìci economici ed abilitazioni.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di concessione, liquidazione, modifica e revoca di benefìci economici, agevolazioni, elargizioni, altri emolumenti e abilitazioni.
2. Si intendono ricompresi fra i trattamenti regolati dal presente articolo anche quelli indispensabili in relazione:
a) alle comunicazioni, certificazioni ed informazioni previste dalla normativa antimafia;
b) alle elargizioni di contributi previsti dalla normativa in materia di usura e di vittime di richieste estorsive;
c)  alla corresponsione delle pensioni di guerra o al riconoscimento di benefìci in favore di perseguitati politici e di internati in campo di sterminio e di loro congiunti;
d) al riconoscimento di benefìci connessi all'invalidità civile;
e) alla concessione di contributi in materia di formazione professionale;
f)  alla concessione di contributi, finanziamenti, elargizioni ed altri benefìci previsti dalla legge, dai regolamenti o dalla normativa comunitaria, anche in favore di associazioni, fondazioni ed enti;
g)  al riconoscimento di esoneri, agevolazioni o riduzioni tariffarie o economiche, franchigie, o al rilascio di concessioni anche radiotelevisive, licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri titoli abilitativi previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria.
3. Il trattamento può comprendere la  diffusione nei soli casi in cui ciò è indispensabile per la trasparenza  delle attività indicate nel presente articolo, in conformità alle leggi, e per finalità di vigilanza e di controllo conseguenti alle attività medesime, fermo restando il divieto di diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute.



69. Onorificenze, ricompense e riconoscimenti.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di conferimento di onorificenze e ricompense, di riconoscimento della personalità giuridica di associazioni, fondazioni ed enti, anche di culto, di accertamento dei requisiti di onorabilità e di professionalità per le nomine, per i profili di competenza del soggetto pubblico, ad uffici anche di culto e a cariche direttive di persone giuridiche, imprese e di istituzioni scolastiche non statali, nonché di rilascio e revoca di autorizzazioni o abilitazioni, di concessione di patrocini, patronati e premi di rappresentanza, di adesione a comitati d'onore e di  ammissione a cerimonie ed incontri istituzionali.



70. Volontariato e obiezione di coscienza.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi dell'articolo 20 e 21, le finalità di applicazione della disciplina in materia di rapporti tra i soggetti pubblici e le organizzazioni di volontariato, in  particolare per quanto riguarda l'elargizione di contributi finalizzati  al loro sostegno, la tenuta di registri generali delle medesime organizzazioni e la cooperazione internazionale.
2. Si considerano, altresì, di rilevante interesse pubblico le finalità di applicazione della legge 8 luglio 1998, n. 230, e delle altre disposizioni di legge in materia di obiezione di coscienza.



71. Attività sanzionatorie e di tutela.
1. Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità:
a) di applicazione delle norme in materia di sanzioni amministrative e ricorsi;
b)  volte a far valere il diritto di difesa in sede amministrativa o giudiziaria, anche da parte di un terzo, anche ai sensi dell'articolo 391-quater del codice di procedura penale, o direttamente connesse alla riparazione di un errore giudiziario o in caso di violazione del termine ragionevole del processo o di un'ingiusta restrizione della libertà personale.
2. Quando il  trattamento concerne dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il trattamento è consentito se il diritto da far valere o  difendere, di cui alla lettera b) del comma 1, è di rango almeno  pari a quello dell'interessato, ovvero consiste in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



72. Rapporti con enti di culto.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative allo svolgimento dei rapporti istituzionali con enti di culto, confessioni religiose e comunità religiose.



73. Altre finalità in àmbito amministrativo e sociale.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, nell'àmbito delle attività che la legge demanda ad un soggetto  pubblico, le finalità socio-assistenziali, con particolare riferimento a:
a) interventi di sostegno psico-sociale  e di formazione in favore di giovani o di altri soggetti che versano in  condizioni di disagio sociale, economico o familiare;
b)  interventi anche di rilievo sanitario in favore di soggetti bisognosi o  non autosufficienti o incapaci, ivi compresi i servizi di assistenza economica o domiciliare, di telesoccorso, accompagnamento e trasporto;
c) assistenza nei confronti di minori, anche in relazione a vicende giudiziarie;
d) indagini psico-sociali relative a provvedimenti di adozione anche internazionale;
e) compiti di vigilanza per affidamenti temporanei;
f) iniziative di vigilanza e di sostegno in riferimento al soggiorno di nomadi;
g) interventi in tema di barriere architettoniche.
2.  Si considerano, altresì, di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, nell'àmbito delle attività che la legge demanda ad un soggetto pubblico, le finalità:
a) di gestione di asili nido;
b) concernenti la gestione di mense scolastiche o la fornitura di sussidi, contributi e materiale didattico;
c)  ricreative o di promozione della cultura e dello sport, con particolare  riferimento all'organizzazione di soggiorni, mostre, conferenze e manifestazioni sportive o all'uso di beni immobili o all'occupazione di suolo pubblico;
d) di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica;
e) relative alla leva militare;
f)  di polizia amministrativa anche locale, salvo quanto previsto dall'articolo 53, con particolare riferimento ai servizi di igiene, di polizia mortuaria e ai controlli in materia di ambiente, tutela delle risorse idriche e difesa del suolo;
g) degli uffici per le relazioni con il pubblico;
h) in materia di protezione civile;
i)  di supporto al collocamento e all'avviamento al lavoro, in particolare a  cura di centri di iniziativa locale per l'occupazione e di sportelli-lavoro;
l) dei difensori civici regionali e locali.



Capo V - Particolari contrassegni
74. Contrassegni su veicoli e accessi a centri storici.
1.  I contrassegni rilasciati a qualunque titolo per la circolazione e la sosta di veicoli a servizio di persone invalide, ovvero per il transito e  la sosta in zone a traffico limitato, e che devono essere esposti su veicoli, contengono i soli dati indispensabili ad individuare l'autorizzazione rilasciata e senza l'apposizione di diciture dalle quali può essere individuata la persona fisica interessata (30).
2.  Per fini di cui al comma 1, le generalità e l'indirizzo della persona fisica interessata sono riportati sui contrassegni con modalità che non consentono la loro diretta visibilità se non in caso di richiesta di esibizione o di necessità di accertamento (31).
3.  La disposizione di cui al comma 2 si applica anche in caso di fissazione a qualunque titolo di un obbligo di esposizione sui veicoli di copia del libretto di circolazione o di altro documento.
4.  Per il trattamento dei dati raccolti mediante impianti per la rilevazione degli accessi di veicoli ai centri storici ed alle zone a traffico limitato continuano, altresì, ad applicarsi le disposizioni del  decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 1999, n. 250.

(30) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'art. 58, L. 29 luglio 2010, n. 120.
(31) Comma così sostituito dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 58, L. 29 luglio 2010, n. 120.


TITOLO V
Trattamento di dati personali in àmbito sanitario.
Capo I - Princìpi generali
75. Àmbito applicativo.
1. Il presente titolo disciplina il trattamento dei dati personali in àmbito sanitario.



76. Esercenti professioni sanitarie e organismi sanitari pubblici.
1.  Gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, anche nell'àmbito di un'attività di rilevante interesse pubblico ai sensi dell'articolo 85, trattano i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute:
a) con il consenso dell'interessato e anche senza l'autorizzazione del Garante, se  il trattamento riguarda dati e operazioni indispensabili per perseguire  una finalità di tutela della salute o dell'incolumità fisica dell'interessato;
b) anche senza il consenso dell'interessato e previa autorizzazione del Garante, se la finalità di cui alla lettera a) riguarda un terzo o la collettività.
2. Nei casi di cui al comma 1 il consenso può essere prestato con le modalità semplificate di cui al capo II.
3.  Nei casi di cui al comma 1 l'autorizzazione del Garante è rilasciata, salvi i casi di particolare urgenza, sentito il Consiglio superiore di sanità.



Capo II - Modalità semplificate per informativa e consenso
77. Casi di semplificazione.
1. Il presente capo individua modalità semplificate utilizzabili dai soggetti di cui al comma 2:
a)  per informare l'interessato relativamente ai dati personali raccolti presso il medesimo interessato o presso terzi, ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 4;
b) per manifestare il consenso al trattamento dei dati personali nei casi in cui ciò è richiesto ai sensi dell'articolo 76;
c) per il trattamento dei dati personali.
2. Le modalità semplificate di cui al comma 1 sono applicabili:
a) dagli organismi sanitari pubblici;
b) dagli altri organismi privati e dagli esercenti le professioni sanitarie;
c) dagli altri soggetti pubblici indicati nell'articolo 80.



78. Informativa del medico di medicina generale o del pediatra.
1.  Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta informano  l'interessato relativamente al trattamento dei dati personali, in forma  chiara e tale da rendere agevolmente comprensibili gli elementi indicati nell'articolo 13, comma 1.
2. L'informativa può essere fornita per il complessivo trattamento dei dati  personali necessario per attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, svolte dal medico o dal pediatra a tutela della salute o  dell'incolumità fisica dell'interessato, su richiesta dello stesso o di  cui questi è informato in quanto effettuate nel suo interesse.
3.  L'informativa può riguardare, altresì, dati personali eventualmente raccolti presso terzi, ed è fornita preferibilmente per iscritto, anche attraverso carte tascabili con eventuali allegati pieghevoli, includendo  almeno gli elementi indicati dal Garante ai sensi dell'articolo 13, comma 3, eventualmente integrati anche oralmente in relazione a particolari caratteristiche del trattamento (32).
4.  L'informativa, se non è diversamente specificato dal medico o dal pediatra, riguarda anche il trattamento di dati correlato a quello effettuato dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, effettuato da un professionista o da altro soggetto, parimenti individuabile in base alla prestazione richiesta, che:
a) sostituisce temporaneamente il medico o il pediatra;
b) fornisce una prestazione specialistica su richiesta del medico e del pediatra;
c) può trattare lecitamente i dati nell'àmbito di un'attività professionale prestata in forma associata;
d) fornisce farmaci prescritti;
e) comunica dati personali al medico o pediatra in conformità alla disciplina applicabile.
5.  L'informativa resa ai sensi del presente articolo evidenzia analiticamente eventuali trattamenti di dati personali che presentano rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell'interessato, in particolare in caso di trattamenti effettuati:
a) per scopi scientifici, anche di ricerca scientifica e di sperimentazione clinica controllata di  medicinali, in conformità alle leggi e ai regolamenti, ponendo in particolare evidenza che il consenso, ove richiesto, è manifestato liberamente;
b) nell'àmbito della teleassistenza o telemedicina;
c) per fornire altri beni o servizi all'interessato attraverso una rete di comunicazione elettronica.

(32) Con  Provv.Garante protez. dati pers. 19 luglio 2006 (Gazz. Uff. 8 agosto 2006, n. 183) è stata individuata l'informativa semplificata per i medici di base.


79. Informativa da parte di organismi sanitari.
1.  Gli organismi sanitari pubblici e privati possono avvalersi delle modalità semplificate relative all'informativa e al consenso di cui agli  articoli 78 e 81 in riferimento ad una pluralità di prestazioni erogate  anche da distinti reparti ed unità dello stesso organismo o di più strutture ospedaliere o territoriali specificamente identificati.
2.  Nei casi di cui al comma 1 l'organismo o le strutture annotano l'avvenuta informativa e il consenso con modalità uniformi e tali da permettere una verifica al riguardo da parte di altri reparti ed unità che, anche in tempi diversi, trattano dati relativi al medesimo interessato.
3. Le modalità semplificate di cui agli articoli 78 e 81 possono essere utilizzate in modo omogeneo e coordinato in riferimento all'insieme dei trattamenti di dati personali effettuati nel complesso delle strutture facenti capo alle aziende sanitarie.
4. Sulla base di adeguate misure organizzative in applicazione del comma 3, le modalità semplificate possono essere utilizzate per più trattamenti di dati effettuati nei casi di cui al presente articolo e dai soggetti di cui all'articolo 80.



80. Informativa da parte di altri soggetti pubblici.
1.  Oltre a quanto previsto dall'articolo 79, possono avvalersi della facoltà di fornire un'unica informativa per una pluralità di trattamenti  di dati effettuati, a fini amministrativi e in tempi diversi, rispetto a  dati raccolti presso l'interessato e presso terzi, i competenti servizi  o strutture di soggetti pubblici operanti in àmbito sanitario o della prevenzione e sicurezza del lavoro.
2. L'informativa di cui al comma 1 è integrata con appositi e idonei cartelli ed avvisi agevolmente visibili al pubblico, affissi e diffusi anche nell'àmbito di pubblicazioni istituzionali e mediante reti di comunicazione elettronica, in particolare per quanto riguarda attività amministrative di rilevante interesse pubblico che non richiedono il consenso degli interessati.



81. Prestazione del consenso.
1.  Il consenso al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute, nei casi in cui è necessario ai sensi del presente codice o di altra disposizione di legge, può essere manifestato con un'unica dichiarazione, anche oralmente. In tal caso il consenso è documentato, anziché con atto scritto dell'interessato, con annotazione dell'esercente la professione sanitaria o dell'organismo sanitario pubblico, riferita al trattamento di dati effettuato da uno o più soggetti e all'informativa all'interessato, nei modi indicati negli articoli 78, 79 e 80.
2. Quando il medico o il pediatra fornisce l'informativa per conto di più professionisti ai sensi  dell'articolo 78, comma 4, oltre quanto previsto dal comma 1, il consenso è reso conoscibile ai medesimi professionisti con adeguate modalità, anche attraverso menzione, annotazione o apposizione di un bollino o tagliando su una carta elettronica o sulla tessera sanitaria, contenente un richiamo al medesimo articolo 78, comma 4, e alle eventuali diverse specificazioni apposte all'informativa ai sensi del medesimo comma.



82. Emergenze e tutela della salute e dell'incolumità fisica.
1.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, nel caso di  emergenza sanitaria o di igiene pubblica per la quale la competente autorità ha adottato un'ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
2.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono altresì intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, in caso di:
a) impossibilità fisica, incapacità di agire o incapacità di intendere o di volere dell'interessato, quando non è possibile acquisire il consenso da chi esercita legalmente la potestà, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora l'interessato;
b) rischio grave, imminente ed irreparabile per la salute o l'incolumità fisica dell'interessato.
3.  L'informativa e il consenso al trattamento dei dati personali possono intervenire senza ritardo, successivamente alla prestazione, anche in caso di prestazione medica che può essere pregiudicata dall'acquisizione  preventiva del consenso, in termini di tempestività o efficacia.
4.  Dopo il raggiungimento della maggiore età l'informativa è fornita all'interessato anche ai fini della acquisizione di una nuova manifestazione del consenso quando questo è necessario.



83. Altre misure per il rispetto dei diritti degli interessati.
1.  I soggetti di cui agli articoli 78, 79 e 80 adottano idonee misure per garantire, nell'organizzazione delle prestazioni e dei servizi, il rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità degli interessati, nonché del segreto professionale, fermo restando quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti in materia di modalità di trattamento dei dati sensibili e di misure minime di sicurezza.
2. Le misure di cui al comma 1 comprendono, in particolare:
a)  soluzioni volte a rispettare, in relazione a prestazioni sanitarie o ad  adempimenti amministrativi preceduti da un periodo di attesa all'interno di strutture, un ordine di precedenza e di chiamata degli interessati prescindendo dalla loro individuazione nominativa;
b) l'istituzione di appropriate distanze di cortesia, tenendo conto dell'eventuale uso di apparati vocali o di barriere;
c)  soluzioni tali da prevenire, durante colloqui, l'indebita conoscenza da  parte di terzi di informazioni idonee a rivelare lo stato di salute;
d)  cautele volte ad evitare che le prestazioni sanitarie, ivi compresa l'eventuale documentazione di anamnesi, avvenga in situazioni di promiscuità derivanti dalle modalità o dai locali prescelti;
e) il rispetto della dignità dell'interessato in occasione della prestazione medica e in ogni operazione di trattamento dei dati;
f)  la previsione di opportuni accorgimenti volti ad assicurare che, ove necessario, possa essere data correttamente notizia o conferma anche telefonica, ai soli terzi legittimati, di una prestazione di pronto soccorso;
g) la formale previsione,  in conformità agli ordinamenti interni delle strutture ospedaliere e territoriali, di adeguate modalità per informare i terzi legittimati in occasione di visite sulla dislocazione degli interessati nell'àmbito dei  reparti, informandone previamente gli interessati e rispettando eventuali loro contrarie manifestazioni legittime di volontà;
h)  la messa in atto di procedure, anche di formazione del personale, dirette a prevenire nei confronti di estranei un'esplicita correlazione tra l'interessato e reparti o strutture, indicativa dell'esistenza di un  particolare stato di salute;
i) la  sottoposizione degli incaricati che non sono tenuti per legge al segreto professionale a regole di condotta analoghe al segreto professionale.
2-bis. Le misure di cui al comma 2 non si applicano ai soggetti di cui all'articolo 78, che ottemperano alle disposizioni di cui al comma 1 secondo modalità adeguate a garantire un rapporto personale e fiduciario con gli assistiti, nel rispetto del codice di deontologia sottoscritto ai sensi dell'articolo 12 (33).

(33) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


84. Comunicazione di dati all'interessato.
1.  I dati personali idonei a rivelare lo stato di salute possono essere resi noti all'interessato o ai soggetti di cui all'articolo 82, comma 2,  lettera a), da parte di esercenti le professioni sanitarie ed organismi sanitari, solo per il tramite di un medico designato dall'interessato o dal titolare. Il presente comma non si applica in riferimento ai dati personali forniti in precedenza dal medesimo interessato.
2. Il titolare o il responsabile possono autorizzare per iscritto esercenti le professioni sanitarie diversi dai medici, che nell'esercizio dei propri compiti intrattengono rapporti diretti con i pazienti e sono incaricati di trattare dati personali idonei a rivelare lo stato di salute, a rendere noti i medesimi dati all'interessato o ai soggetti di cui all'articolo 82, comma 2, lettera a). L'atto di incarico individua appropriate modalità e cautele rapportate al contesto nel quale è effettuato il trattamento di dati.



Capo III - Finalità di rilevante interesse pubblico
85. Compiti del Servizio sanitario nazionale.
1.  Fuori dei casi di cui al comma 2, si considerano di rilevante interesse  pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità che rientrano nei compiti del Servizio sanitario nazionale e degli altri organismi sanitari pubblici relative alle seguenti attività:
a)  attività amministrative correlate a quelle di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei soggetti assistiti dal Servizio sanitario nazionale, ivi compresa l'assistenza degli stranieri in Italia e dei cittadini italiani all'estero, nonché di assistenza sanitaria erogata al  personale navigante ed aeroportuale;
b) programmazione, gestione, controllo e valutazione dell'assistenza sanitaria;
c)  vigilanza sulle sperimentazioni, farmacovigilanza, autorizzazione all'immissione in commercio e all'importazione di medicinali e di altri prodotti di rilevanza sanitaria;
d) attività certificatorie;
e)  l'applicazione della normativa in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e di sicurezza e salute della popolazione;
f)  le attività amministrative correlate ai trapianti d'organo e di tessuti, nonché alle trasfusioni di sangue umano, anche in applicazione della legge 4 maggio 1990, n. 107;
g)  instaurazione, gestione, pianificazione e controllo dei rapporti tra l'amministrazione ed i soggetti accreditati o convenzionati del Servizio  sanitario nazionale.
2. Il comma 1 non si applica ai trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute effettuati da esercenti le professioni sanitarie o da organismi sanitari  pubblici per finalità di tutela della salute o dell'incolumità fisica dell'interessato, di un terzo o della collettività, per i quali si osservano le disposizioni relative al consenso dell'interessato o all'autorizzazione del Garante ai sensi dell'articolo 76.
3.  All'identificazione dei tipi di dati idonei a rivelare lo stato di salute e di operazioni su essi eseguibili è assicurata ampia pubblicità,  anche tramite affissione di una copia o di una guida illustrativa presso ciascuna azienda sanitaria e presso gli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.
4.  Il trattamento di dati identificativi dell'interessato è lecito da parte dei soli soggetti che perseguono direttamente le finalità di cui al comma 1. L'utilizzazione delle diverse tipologie di dati è consentita  ai soli incaricati, preposti, caso per caso, alle specifiche fasi delle  attività di cui al medesimo comma, secondo il principio dell'indispensabilità dei dati di volta in volta trattati.



86. Altre finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Fuori dei casi di cui agli articoli 76 e 85, si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli 20 e 21, le finalità, perseguite mediante trattamento di dati sensibili e giudiziari, relative alle attività amministrative correlate all'applicazione della disciplina in materia di:
a)  tutela sociale della maternità e di interruzione volontaria della gravidanza, con particolare riferimento a quelle svolte per la gestione di consultori familiari e istituzioni analoghe, per l'informazione, la cura e la degenza delle madri, nonché per gli interventi di interruzione  della gravidanza;
b) stupefacenti e  sostanze psicotrope, con particolare riferimento a quelle svolte al fine di assicurare, anche avvalendosi di enti ed associazioni senza fine  di lucro, i servizi pubblici necessari per l'assistenza socio-sanitaria  ai tossicodipendenti, gli interventi anche di tipo preventivo previsti dalle leggi e l'applicazione delle misure amministrative previste;
c) assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone handicappate effettuati, in particolare, al fine di:
1)  accertare l'handicap ed assicurare la funzionalità dei servizi terapeutici e riabilitativi, di aiuto personale e familiare, nonché interventi economici integrativi ed altre agevolazioni;
2)  curare l'integrazione sociale, l'educazione, l'istruzione e l'informazione alla famiglia del portatore di handicap, nonché il collocamento obbligatorio nei casi previsti dalla legge;
3) realizzare comunità-alloggio e centri socio riabilitativi;
4) curare la tenuta degli albi degli enti e delle associazioni ed organizzazioni di volontariato impegnati nel settore.
2. Ai trattamenti di cui al presente articolo si applicano le disposizioni di cui all'articolo 85, comma 4.



Capo IV - Prescrizioni mediche
87. Medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale.
1.  Le ricette relative a prescrizioni di medicinali a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale sono redatte secondo il modello di cui al comma 2, conformato in modo da permettere di risalire all'identità dell'interessato solo in caso di necessità connesse al controllo della correttezza della prescrizione, ovvero a fini di verifiche amministrative o per scopi epidemiologici e di ricerca, nel rispetto delle norme deontologiche applicabili.
2.  Il modello cartaceo per le ricette di medicinali relative a prescrizioni di medicinali a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale, di cui agli allegati 1, 3, 5 e 6 del D.M. 11 luglio 1988, n. 350 del Ministro della sanità, e al capitolo 2, paragrafo 2.2.2. del relativo disciplinare tecnico, è integrato da un tagliando predisposto su carta o con tecnica di tipo copiativo e unito ai bordi delle zone indicate nel comma 3.
3. Il tagliando di cui al comma 2 è apposto sulle zone del modello predisposte per l'indicazione delle generalità e dell'indirizzo dell'assistito, in modo da consentirne  la visione solo per effetto di una momentanea separazione del tagliando  medesimo che risulti necessaria ai sensi dei commi 4 e 5.
4.  Il tagliando può essere momentaneamente separato dal modello di ricetta, e successivamente riunito allo stesso, quando il farmacista lo ritiene indispensabile, mediante sottoscrizione apposta sul tagliando, per una effettiva necessità connessa al controllo della correttezza della prescrizione, anche per quanto riguarda la corretta fornitura del farmaco.
5. Il tagliando può essere momentaneamente separato nei modi di cui al comma 3 anche presso i competenti organi per fini di verifica amministrativa sulla correttezza della prescrizione, o da parte di soggetti legittimati a svolgere indagini epidemiologiche o di ricerca in conformità alla legge, quando è  indispensabile per il perseguimento delle rispettive finalità.
6.  Con decreto del Ministro della salute, sentito il Garante, può essere individuata una ulteriore soluzione tecnica diversa da quella indicata nel comma 1, basata sull'uso di una fascetta adesiva o su altra tecnica equipollente relativa anche a modelli non cartacei.



88. Medicinali non a carico del Servizio sanitario nazionale.
1.  Nelle prescrizioni cartacee di medicinali soggetti a prescrizione ripetibile non a carico, anche parziale, del Servizio sanitario nazionale, le generalità dell'interessato non sono indicate.
2.  Nei casi di cui al comma 1 il medico può indicare le generalità dell'interessato solo se ritiene indispensabile permettere di risalire alla sua identità, per un'effettiva necessità derivante dalle particolari condizioni del medesimo interessato o da una speciale modalità di preparazione o di utilizzazione.



89. Casi particolari.
1.  Le disposizioni del presente capo non precludono l'applicazione di disposizioni normative che prevedono il rilascio di ricette che non identificano l'interessato o recanti particolari annotazioni, contenute anche nel decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94.
2.  Nei casi in cui deve essere accertata l'identità dell'interessato ai sensi del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, le ricette sono conservate separatamente da ogni altro documento che non ne richiede l'utilizzo.
2-bis.  Per i soggetti di cui all'articolo 78, l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 87, comma 3, e 88, comma 1, è subordinata ad un'esplicita richiesta dell'interessato (34).

(34) Comma aggiunto dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


Capo V - Dati genetici
(commento di giurisprudenza)
90. Trattamento dei dati genetici e donatori di midollo osseo.
1.  Il trattamento dei dati genetici da chiunque effettuato è consentito nei soli casi previsti da apposita autorizzazione rilasciata dal Garante  sentito il Ministro della salute, che acquisisce, a tal fine, il parere  del Consiglio superiore di sanità (35).
2.  L'autorizzazione di cui al comma 1 individua anche gli ulteriori elementi da includere nell'informativa ai sensi dell'articolo 13, con particolare riguardo alla specificazione delle finalità perseguite e dei  risultati conseguibili anche in relazione alle notizie inattese che possono essere conosciute per effetto del trattamento dei dati e al diritto di opporsi al medesimo trattamento per motivi legittimi.
3. Il donatore di midollo osseo, ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 52, ha il diritto e il dovere di mantenere l'anonimato sia nei confronti del ricevente sia nei confronti di terzi.

(35) L'autorizzazione prevista dal presente comma è stata rilasciata con Provv. Garante protez. dati pers. 22 febbraio 2007.


Capo VI - Disposizioni varie
91. Dati trattati mediante carte.
1.  Il trattamento in ogni forma di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale eventualmente registrati su carte anche non elettroniche, compresa la carta nazionale dei servizi, o trattati mediante le medesime carte è consentito se necessario ai sensi dell'articolo 3, nell'osservanza di misure ed accorgimenti prescritti dal Garante nei modi di cui all'articolo 17.



92. Cartelle cliniche.
1.  Nei casi in cui organismi sanitari pubblici e privati redigono e conservano una cartella clinica in conformità alla disciplina applicabile, sono adottati opportuni accorgimenti per assicurare la comprensibilità dei dati e per distinguere i dati relativi al paziente da quelli eventualmente riguardanti altri interessati, ivi comprese informazioni relative a nascituri.
2. Eventuali richieste di presa visione o di rilascio di copia della cartella e dell'acclusa scheda di dimissione ospedaliera da parte di soggetti diversi dall'interessato possono essere accolte, in tutto o in parte, solo se la richiesta è giustificata dalla documentata necessità:
a) di far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria ai sensi dell'articolo 26, comma 4, lettera c),  di rango pari a quello dell'interessato, ovvero consistente in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e  inviolabile;
b) di tutelare, in conformità alla disciplina sull'accesso ai documenti amministrativi, una  situazione giuridicamente rilevante di rango pari a quella dell'interessato, ovvero consistente in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.



93. Certificato di assistenza al parto.
1.  Ai fini della dichiarazione di nascita il certificato di assistenza al parto è sempre sostituito da una semplice attestazione contenente i soli  dati richiesti nei registri di nascita. Si osservano, altresì, le disposizioni dell'articolo 109.
2. Il certificato  di assistenza al parto o la cartella clinica, ove comprensivi dei dati personali che rendono identificabile la madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata avvalendosi della facoltà di cui all'articolo 30, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396,  possono essere rilasciati in copia integrale a chi vi abbia interesse, in conformità alla legge, decorsi cento anni dalla formazione del documento.
3. Durante il periodo di cui al comma 2  la richiesta di accesso al certificato o alla cartella può essere accolta relativamente ai dati relativi alla madre che abbia dichiarato di non voler essere nominata, osservando le opportune cautele per evitare che quest'ultima sia identificabile.



94. Banche di dati, registri e schedari in àmbito sanitario.
1.  Il trattamento di dati idonei a rivelare lo stato di salute contenuti in banche di dati, schedari, archivi o registri tenuti in àmbito sanitario, è effettuato nel rispetto dell'articolo 3 anche presso banche  di dati, schedari, archivi o registri già istituiti alla data di entrata in vigore del presente codice e in riferimento ad accessi di terzi previsti dalla disciplina vigente alla medesima data, in particolare presso:
a) il registro nazionale dei casi di mesotelioma asbesto-correlati istituito presso l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), di cui all'articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 dicembre 2002, n. 308;
b)  la banca di dati in materia di sorveglianza della malattia di Creutzfeldt-Jakob o delle varianti e sindromi ad essa correlate, di cui al D.M. 21 dicembre 2001 del Ministro della  salute, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8 del 10 gennaio 2002;
c) il registro nazionale delle malattie rare di cui all'articolo 3 del D.M. 18 maggio 2001, n. 279 del Ministro della sanità;
d) i registri dei donatori di midollo osseo istituiti in applicazione della legge 6 marzo 2001, n. 52;
e) gli schedari dei donatori di sangue di cui all'articolo 15 del D.M. 26 gennaio 2001 del Ministro della sanità, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 aprile 2001.



TITOLO VI
Istruzione.
Capo I - Profili generali
95. Dati sensibili e giudiziari.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di istruzione e di formazione in àmbito scolastico, professionale, superiore o universitario, con particolare riferimento a quelle svolte anche in forma integrata.



96. Trattamento di dati relativi a studenti.
1.  Al fine di agevolare l'orientamento, la formazione e l'inserimento professionale, anche all'estero, le scuole e gli istituti scolastici di istruzione secondaria, su richiesta degli interessati, possono comunicare o diffondere, anche a privati e per via telematica, dati relativi agli esiti scolastici, intermedi e finali, degli studenti e altri dati personali diversi da quelli sensibili o giudiziari, pertinenti in relazione alle predette finalità e indicati nell'informativa resa agli interessati ai sensi dell'articolo 13. I dati  possono essere successivamente trattati esclusivamente per le predette finalità.
2. Resta ferma la disposizione di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,  sulla tutela del diritto dello studente alla riservatezza. Restano altresì ferme le vigenti disposizioni in materia di pubblicazione dell'esito degli esami mediante affissione nell'albo dell'istituto e di rilascio di diplomi e certificati.



TITOLO VII
Trattamento per scopi storici, statistici o scientifici.
Capo I - Profili generali
97. Àmbito applicativo.
1. Il presente titolo disciplina il trattamento dei dati personali effettuato per scopi storici, statistici o scientifici.



98. Finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità relative ai trattamenti effettuati da soggetti pubblici:
a) per scopi storici, concernenti la conservazione, l'ordinamento e la comunicazione dei documenti detenuti negli archivi di Stato e negli archivi storici degli enti pubblici, secondo quanto disposto dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali, come modificato dal presente codice;
b) che fanno parte del sistema statistico nazionale (Sistan) ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni;
c) per scopi scientifici.



99. Compatibilità tra scopi e durata del trattamento.
1.  Il trattamento di dati personali effettuato per scopi storici, statistici o scientifici è considerato compatibile con i diversi scopi per i quali i dati sono stati in precedenza raccolti o trattati.
2.  Il trattamento di dati personali per scopi storici, statistici o scientifici può essere effettuato anche oltre il periodo di tempo necessario per conseguire i diversi scopi per i quali i dati sono stati in precedenza raccolti o trattati.
3. Per scopi storici, statistici o scientifici possono comunque essere conservati o ceduti ad altro titolare i dati personali dei quali, per qualsiasi causa, è cessato il trattamento.



100. Dati relativi ad attività di studio e ricerca.
1.  Al fine di promuovere e sostenere la ricerca e la collaborazione in campo scientifico e tecnologico i soggetti pubblici, ivi comprese le università e gli enti di ricerca, possono con autonome determinazioni comunicare e diffondere, anche a privati e per via telematica, dati relativi ad attività di studio e di ricerca, a laureati, dottori di ricerca, tecnici e tecnologi, ricercatori, docenti, esperti e studiosi, con esclusione di quelli sensibili o giudiziari.
2. Resta fermo il diritto dell'interessato di opporsi per motivi legittimi ai sensi dell'articolo 7, comma 4, lettera a).
3. I dati di cui al presente articolo non costituiscono documenti amministrativi ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4.  I dati di cui al presente articolo possono essere successivamente trattati per i soli scopi in base ai quali sono comunicati o diffusi.



Capo II - Trattamento per scopi storici
101. Modalità di trattamento.
1.  I dati personali raccolti per scopi storici non possono essere utilizzati per adottare atti o provvedimenti amministrativi sfavorevoli all'interessato, salvo che siano utilizzati anche per altre finalità nel  rispetto dell'articolo 11.
2. I documenti contenenti dati personali, trattati per scopi storici, possono essere utilizzati, tenendo conto della loro natura, solo se pertinenti e indispensabili per il perseguimento di tali scopi. I dati personali diffusi possono essere utilizzati solo per il perseguimento dei medesimi  scopi.
3. I dati personali possono essere comunque diffusi quando sono relativi a circostanze o fatti resi noti direttamente dall'interessato o attraverso suoi comportamenti in pubblico.



102. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 la sottoscrizione di un codice di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e privati, ivi comprese le società scientifiche e le associazioni professionali, interessati al trattamento dei dati per scopi storici.
2. Il codice di deontologia e di buona condotta di cui al comma 1 individua, in particolare:
a)  le regole di correttezza e di non discriminazione nei confronti degli utenti da osservare anche nella comunicazione e diffusione dei dati, in armonia con le disposizioni del presente codice applicabili ai trattamenti di dati per finalità giornalistiche o di pubblicazione di articoli, saggi e altre manifestazioni del pensiero anche nell'espressione artistica;
b) le particolari cautele per la raccolta, la consultazione e la diffusione di  documenti concernenti dati idonei a rivelare lo stato di salute, la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare, identificando casi  in cui l'interessato o chi vi abbia interesse è informato dall'utente della prevista diffusione di dati;
c)  le modalità di applicazione agli archivi privati della disciplina dettata in materia di trattamento dei dati a scopi storici, anche in riferimento all'uniformità dei criteri da seguire per la consultazione e  alle cautele da osservare nella comunicazione e nella diffusione.



103. Consultazione di documenti conservati in archivi.
1.  La consultazione dei documenti conservati negli archivi di Stato, in quelli storici degli enti pubblici e in archivi privati è disciplinata dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali, come modificato dal presente codice.



Capo III - Trattamento per scopi statistici o scientifici
104. Àmbito applicativo e dati identificativi per scopi statistici o scientifici.
1.  Le disposizioni del presente capo si applicano ai trattamenti di dati per scopi statistici o, in quanto compatibili, per scopi scientifici.
2.  Agli effetti dell'applicazione del presente capo, in relazione ai dati identificativi si tiene conto dell'insieme dei mezzi che possono essere ragionevolmente utilizzati dal titolare o da altri per identificare l'interessato, anche in base alle conoscenze acquisite in relazione al progresso tecnico.



105. Modalità di trattamento.
1.  I dati personali trattati per scopi statistici o scientifici non possono essere utilizzati per prendere decisioni o provvedimenti relativamente all'interessato, né per trattamenti di dati per scopi di altra natura.
2. Gli scopi statistici o scientifici devono essere chiaramente determinati e resi noti all'interessato, nei modi di cui all'articolo 13 anche in relazione a quanto previsto dall'articolo 106, comma 2, lettera b), del presente codice e dall'articolo 6-bis del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni.
3.  Quando specifiche circostanze individuate dai codici di cui all'articolo 106 sono tali da consentire ad un soggetto di rispondere in  nome e per conto di un altro, in quanto familiare o convivente, l'informativa all'interessato può essere data anche per il tramite del soggetto rispondente.
4. Per il trattamento effettuato per scopi statistici o scientifici rispetto a dati raccolti per altri scopi, l'informativa all'interessato non è dovuta quando richiede uno sforzo sproporzionato rispetto al diritto tutelato, se sono  adottate le idonee forme di pubblicità individuate dai codici di cui all'articolo 106.



106. Codici di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 la sottoscrizione di uno o  più codici di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e  privati, ivi comprese le società scientifiche e le associazioni professionali, interessati al trattamento dei dati per scopi statistici o  scientifici (36).
2.  Con i codici di cui al comma 1 sono individuati, tenendo conto, per i soggetti già compresi nell'àmbito del Sistema statistico nazionale, di quanto già previsto dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, e successive modificazioni, e, per altri soggetti, sulla base di analoghe garanzie, in particolare:
a) i presupposti e i procedimenti per documentare e verificare che i trattamenti, fuori dai casi previsti dal medesimo decreto legislativo n. 322 del 1989, siano effettuati per idonei ed effettivi scopi statistici o scientifici;
b)  per quanto non previsto dal presente codice, gli ulteriori presupposti del trattamento e le connesse garanzie, anche in riferimento alla durata  della conservazione dei dati, alle informazioni da rendere agli interessati relativamente ai dati raccolti anche presso terzi, alla comunicazione e diffusione, ai criteri selettivi da osservare per il trattamento di dati identificativi, alle specifiche misure di sicurezza e  alle modalità per la modifica dei dati a seguito dell'esercizio dei diritti dell'interessato, tenendo conto dei princìpi contenuti nelle pertinenti raccomandazioni del Consiglio d'Europa;
c)  l'insieme dei mezzi che possono essere ragionevolmente utilizzati dal titolare del trattamento o da altri per identificare l'interessato, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;
d) le garanzie da osservare ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 24, comma 1, lettera i), e 43, comma 1, lettera g),  che permettono di prescindere dal consenso dell'interessato, tenendo conto dei princìpi contenuti nelle predette raccomandazioni;
e) modalità semplificate per la prestazione del consenso degli interessati relativamente al trattamento dei dati sensibili;
f) le regole di correttezza da osservare nella raccolta dei dati e le istruzioni da impartire al personale incaricato;
g)  le misure da adottare per favorire il rispetto dei princìpi di pertinenza e non eccedenza dei dati e delle misure di sicurezza di cui all'articolo 31, anche in riferimento alle cautele volte ad impedire l'accesso da parte di persone fisiche che non sono incaricati e l'identificazione non autorizzata degli interessati, all'interconnessione dei sistemi informativi anche nell'àmbito del Sistema statistico nazionale e all'interscambio di dati per scopi statistici o scientifici da effettuarsi con enti ed uffici situati all'estero anche sulla base delle garanzie previste dall'articolo 44, comma 1, lettera a);
h) l'impegno al rispetto di regole di condotta degli incaricati che non sono tenuti in base alla legge al segreto d'ufficio o professionale, tali da assicurare analoghi livelli di sicurezza e di riservatezza.

(36) In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il Provv.Garante protez. dati pers. 16 giugno 2004, n. 2.


107. Trattamento di dati sensibili.
1.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 20 e fuori dei casi di particolari indagini statistiche o di ricerca scientifica previste dalla  legge, il consenso dell'interessato al trattamento di dati sensibili, quando è richiesto, può essere prestato con modalità semplificate, individuate dal codice di cui all'articolo 106 e l'autorizzazione del Garante può essere rilasciata anche ai sensi dell'articolo 40.



108. Sistema statistico nazionale.
1.  Il trattamento di dati personali da parte di soggetti che fanno parte del Sistema statistico nazionale, oltre a quanto previsto dal codice di deontologia e di buona condotta sottoscritto ai sensi dell'articolo 106,  comma 2, resta inoltre disciplinato dal decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322,  e successive modificazioni, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili indicati nel programma statistico nazionale, l'informativa all'interessato, l'esercizio dei relativi diritti e i dati non tutelati dal segreto statistico ai sensi dell'articolo 9, comma 4, del medesimo decreto.



109. Dati statistici relativi all'evento della nascita.
1.  Per la rilevazione dei dati statistici relativi agli eventi di nascita,  compresi quelli relativi ai nati affetti da malformazioni e ai nati morti, nonché per i flussi di dati anche da parte di direttori sanitari,  si osservano, oltre alle disposizioni di cui al D.M. 16 luglio 2001, n. 349 del Ministro della sanità, le modalità tecniche determinate dall'Istituto nazionale della statistica, sentito il Ministro della salute, dell'interno e il Garante.



110. Ricerca medica, biomedica ed epidemiologica.
1.  Il consenso dell'interessato per il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute, finalizzato a scopi di ricerca scientifica in campo medico, biomedico o epidemiologico, non è necessario quando la ricerca è prevista da un'espressa disposizione di legge che prevede specificamente il trattamento, ovvero rientra in un programma di ricerca  biomedica o sanitaria previsto ai sensi dell'articolo 12-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,  e successive modificazioni, e per il quale sono decorsi quarantacinque giorni dalla comunicazione al Garante ai sensi dell'articolo 39. Il consenso non è inoltre necessario quando a causa di particolari ragioni non è possibile informare gli interessati e il programma di ricerca è oggetto di motivato parere favorevole del competente comitato etico a livello territoriale ed è autorizzato dal Garante anche ai sensi
dell'articolo 40.
2. In caso di esercizio dei diritti dell'interessato ai sensi dell'articolo 7 nei riguardi dei trattamenti di cui al comma 1, l'aggiornamento, la rettificazione e l'integrazione dei dati sono annotati senza modificare questi ultimi, quando il risultato di tali operazioni non produce effetti significativi  sul risultato della ricerca.



TITOLO VIII
Lavoro e previdenza sociale.
Capo I - Profili generali
111. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per i soggetti pubblici e privati interessati al trattamento dei dati personali effettuato per finalità previdenziali o per la gestione del rapporto di lavoro, prevedendo anche specifiche modalità per l'informativa all'interessato e  per l'eventuale prestazione del consenso relativamente alla pubblicazione degli annunci per finalità di occupazione di cui all'articolo 113, comma 3 e alla ricezione di curricula contenenti dati personali anche sensibili.



112. Finalità di rilevante interesse pubblico.
1.  Si considerano di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli articoli  20 e 21, le finalità di instaurazione e gestione da parte di soggetti pubblici di rapporti di lavoro di qualunque tipo, dipendente o autonomo,  anche non retribuito o onorario o a tempo parziale o temporaneo, e di altre forme di impiego che non comportano la costituzione di un rapporto  di lavoro subordinato.
2. Tra i trattamenti effettuati per le finalità di cui al comma 1, si intendono ricompresi, in particolare, quelli effettuati al fine di:
a) applicare la normativa in materia di collocamento obbligatorio e assumere personale anche appartenente a categorie protette;
b) garantire le pari opportunità;
c)  accertare il possesso di particolari requisiti previsti per l'accesso a  specifici impieghi, anche in materia di tutela delle minoranze linguistiche, ovvero la sussistenza dei presupposti per la sospensione o  la cessazione dall'impiego o dal servizio, il trasferimento di sede per  incompatibilità e il conferimento di speciali abilitazioni;
d)  adempiere ad obblighi connessi alla definizione dello stato giuridico ed economico, ivi compreso il riconoscimento della causa di servizio o dell'equo indennizzo, nonché ad obblighi retributivi, fiscali o contabili, relativamente al personale in servizio o in quiescenza, ivi compresa la corresponsione di premi e benefìci assistenziali;
e)  adempiere a specifici obblighi o svolgere compiti previsti dalla normativa in materia di igiene e sicurezza del lavoro o di sicurezza o salute della popolazione, nonché in materia sindacale;
f)  applicare, anche da parte di enti previdenziali ed assistenziali, la normativa in materia di previdenza ed assistenza ivi compresa quella integrativa, anche in applicazione del decreto legislativo 29 luglio 1947, n. 804 del Capo provvisorio dello Stato, riguardo alla comunicazione di dati, anche mediante reti di comunicazione elettronica,  agli istituti di patronato e di assistenza sociale, alle associazioni di categoria e agli ordini professionali che abbiano ottenuto il consenso dell'interessato ai sensi dell'articolo 23 in relazione a tipi di dati individuati specificamente;
g)  svolgere attività dirette all'accertamento della responsabilità civile,  disciplinare e contabile ed esaminare i ricorsi amministrativi in conformità alle norme che regolano le rispettive materie;
h)  comparire in giudizio a mezzo di propri rappresentanti o partecipare alle procedure di arbitrato o di conciliazione nei casi previsti dalla legge o dai contratti collettivi di lavoro;
i) salvaguardare la vita o l'incolumità fisica dell'interessato o di terzi;
l)  gestire l'anagrafe dei pubblici dipendenti e applicare la normativa in materia di assunzione di incarichi da parte di dipendenti pubblici, collaboratori e consulenti;
m) applicare la normativa in materia di incompatibilità e rapporti di lavoro a tempo parziale;
n) svolgere l'attività di indagine e ispezione presso soggetti pubblici;
o) valutare la qualità dei servizi resi e dei risultati conseguiti.
3. La diffusione dei dati di cui alle lettere m), n) ed o) del comma 2 è consentita in forma anonima e, comunque, tale da non consentire l'individuazione dell'interessato.



Capo II - Annunci di lavoro e dati riguardanti prestatori di lavoro
113. Raccolta di dati e pertinenza.
1. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 8 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



Capo III - Divieto di controllo a distanza e telelavoro
(commento di giurisprudenza)
114. Controllo a distanza.
1. Resta fermo quanto disposto dall'articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



115. Telelavoro e lavoro a domicilio.
1.  Nell'àmbito del rapporto di lavoro domestico e del telelavoro il datore  di lavoro è tenuto a garantire al lavoratore il rispetto della sua personalità e della sua libertà morale.
2. Il lavoratore domestico è tenuto a mantenere la necessaria riservatezza per tutto quanto si riferisce alla vita familiare.



Capo IV - Istituti di patronato e di assistenza sociale
116. Conoscibilità di dati su mandato dell'interessato.
1.  Per lo svolgimento delle proprie attività gli istituti di patronato e di assistenza sociale, nell'àmbito del mandato conferito dall'interessato, possono accedere alle banche di dati degli enti eroganti le prestazioni, in relazione a tipi di dati individuati specificamente con il consenso manifestato ai sensi dell'articolo 23.
2.  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali stabilisce con proprio  decreto le linee-guida di apposite convenzioni da stipulare tra gli istituti di patronato e di assistenza sociale e gli enti eroganti le prestazioni.



TITOLO IX
Sistema bancario, finanziario ed assicurativo.
Capo I - Sistemi informativi
117. Affidabilità e puntualità nei pagamenti.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato nell'àmbito di sistemi informativi di cui sono titolari soggetti privati, utilizzati a fini di concessione di crediti al consumo o comunque riguardanti l'affidabilità e la puntualità nei pagamenti da parte degli interessati, individuando anche specifiche modalità per garantire la comunicazione di dati personali esatti e aggiornati nel rispetto dei diritti dell'interessato (37).

(37) Per il codice di deontologia previsto dal presente articolo vedi la Del.Garante protez. dati pers. 16 novembre 2004, n. 8.


118. Informazioni commerciali.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato a fini di informazione commerciale, prevedendo anche, in correlazione con quanto previsto dall'articolo 13, comma 5, modalità semplificate per l'informativa all'interessato e idonei meccanismi per garantire la qualità e l'esattezza dei dati raccolti e comunicati.



119. Dati relativi al comportamento debitorio.
1.  Con il codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 118 sono altresì individuati termini armonizzati di conservazione dei dati personali contenuti, in particolare, in banche di dati, registri ed  elenchi tenuti da soggetti pubblici e privati, riferiti al comportamento debitorio dell'interessato nei casi diversi da quelli disciplinati nel codice di cui all'articolo 117, tenendo conto della specificità dei trattamenti nei diversi àmbiti.



120. Sinistri.
1.  L'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) definisce con proprio provvedimento le procedure e le  modalità di funzionamento della banca di dati dei sinistri istituita per la prevenzione e il contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie per i veicoli a motore immatricolati in Italia, stabilisce le modalità di accesso alle informazioni raccolte dalla banca dati per gli organi giudiziari e per le pubbliche amministrazioni competenti in materia di prevenzione e contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie, nonché le modalità e i limiti per l'accesso alle informazioni da parte delle imprese di assicurazione (38).
2.  Il trattamento e la comunicazione ai soggetti di cui al comma 1 dei dati personali sono consentiti per lo svolgimento delle funzioni indicate nel medesimo comma.
3. Per quanto non previsto dal presente articolo si applicano le disposizioni dell'articolo 135 del codice delle assicurazioni private (39).

(38) Con Provv. 1° giugno 2009, n. 31 è stato emanato il regolamento recante la disciplina della banca dati sinistri di cui al presente comma.
(39) Comma così modificato, a decorrere dal 1° gennaio 2006, dall'art. 352 del Codice delle assicurazioni private di cui al D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209.


TITOLO X
Comunicazioni elettroniche.
Capo I - Servizi di comunicazione elettronica
121. Servizi interessati.
1.  Le disposizioni del presente titolo si applicano al trattamento dei dati personali connesso alla fornitura di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico su reti pubbliche di comunicazioni.



122. Informazioni raccolte nei riguardi dell'abbonato o dell'utente.
1.  Salvo quanto previsto dal comma 2, è vietato l'uso di una rete di comunicazione elettronica per accedere a informazioni archiviate nell'apparecchio terminale di un abbonato o di un utente, per archiviare  informazioni o per monitorare le operazioni dell'utente (40).
2.  Il codice di deontologia di cui all'articolo 133 individua i presupposti e i limiti entro i quali l'uso della rete nei modi di cui al  comma 1, per determinati scopi legittimi relativi alla memorizzazione tecnica per il tempo strettamente necessario alla trasmissione della comunicazione o a fornire uno specifico servizio richiesto dall'abbonato  o dall'utente, è consentito al fornitore del servizio di comunicazione elettronica nei riguardi dell'abbonato e dell'utente che abbiano espresso il consenso sulla base di una previa informativa ai sensi dell'articolo 13 che indichi analiticamente, in modo chiaro e preciso, le finalità e la durata del trattamento.

(40) In deroga a quanto disposto dal presente comma vedi il comma 4 dell'art. 7, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.


123. Dati relativi al traffico.
1.  I dati relativi al traffico riguardanti abbonati ed utenti trattati dal  fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico sono cancellati o resi  anonimi quando non sono più necessari ai fini della trasmissione della comunicazione elettronica, fatte salve le disposizioni dei commi 2, 3 e 5.
2. Il trattamento dei dati relativi al traffico strettamente necessari a fini di fatturazione per l'abbonato, ovvero di pagamenti in caso di interconnessione, è consentito al fornitore, a fini di documentazione in caso di contestazione della fattura o per la pretesa del pagamento, per un periodo non superiore a sei mesi, salva l'ulteriore specifica conservazione necessaria per effetto di una contestazione anche in sede giudiziale.
3.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico può trattare i dati di cui al comma 2 nella misura e per la durata necessarie a fini di commercializzazione di servizi di comunicazione elettronica o per la fornitura di servizi a valore aggiunto, solo se l'abbonato o l'utente cui i dati si riferiscono hanno manifestato il proprio consenso, che è revocabile in ogni momento (41).
4.  Nel fornire l'informativa di cui all'articolo 13 il fornitore del servizio informa l'abbonato o l'utente sulla natura dei dati relativi al  traffico che sono sottoposti a trattamento e sulla durata del medesimo trattamento ai fini di cui ai commi 2 e 3.
5. Il trattamento dei dati personali relativi al traffico è consentito unicamente ad incaricati del trattamento che operano ai sensi dell'articolo 30 sotto la diretta autorità del fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico o, a seconda dei casi, del fornitore della rete pubblica di comunicazioni e che si occupano della fatturazione o della gestione del traffico, di analisi per conto di clienti, dell'accertamento di frodi, o della commercializzazione dei servizi di comunicazione elettronica o della prestazione dei servizi a valore aggiunto. Il trattamento è limitato a quanto è strettamente necessario per lo svolgimento di tali attività e deve assicurare l'identificazione dell'incaricato che accede ai dati anche mediante un'operazione di interrogazione automatizzata.
6.  L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni può ottenere i dati relativi alla fatturazione o al traffico necessari ai fini della risoluzione di controversie attinenti, in particolare, all'interconnessione o alla fatturazione.

(41) In deroga a quanto disposto dal presente comma vedi il comma 4 dell'art. 7, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.


124. Fatturazione dettagliata.
1.  L'abbonato ha diritto di ricevere in dettaglio, a richiesta e senza alcun aggravio di spesa, la dimostrazione degli elementi che compongono la fattura relativi, in particolare, alla data e all'ora di inizio della  conversazione, al numero selezionato, al tipo di numerazione, alla località, alla durata e al numero di scatti addebitati per ciascuna conversazione.
2. Il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico è tenuto ad abilitare l'utente ad effettuare comunicazioni e a richiedere servizi da qualsiasi  terminale, gratuitamente ed in modo agevole, avvalendosi per il pagamento di modalità alternative alla fatturazione, anche impersonali, quali carte di credito o di debito o carte prepagate.
3.  Nella documentazione inviata all'abbonato relativa alle comunicazioni effettuate non sono evidenziati i servizi e le comunicazioni di cui al comma 2, né le comunicazioni necessarie per attivare le modalità alternative alla fatturazione.
4. Nella fatturazione all'abbonato non sono evidenziate le ultime tre cifre dei numeri chiamati. Ad esclusivi fini di specifica contestazione dell'esattezza di addebiti determinati o riferiti a periodi limitati, l'abbonato può richiedere la comunicazione dei numeri completi delle comunicazioni in questione.
5. Il Garante, accertata l'effettiva disponibilità delle modalità di cui al comma 2, può autorizzare il fornitore ad indicare nella fatturazione i numeri completi delle comunicazioni (42).

(42) Vedi, anche, il Provv. 13 marzo 2008.


125. Identificazione della linea.
1.  Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'utente chiamante la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, chiamata per chiamata. L'abbonato chiamante deve avere tale possibilità linea per linea.
2. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, il fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato  chiamato la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione delle chiamate entranti.
3. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante e tale indicazione avviene prima che la comunicazione sia stabilita, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato chiamato la possibilità, mediante una funzione semplice e gratuita, di respingere le chiamate entranti se la presentazione dell'identificazione  della linea chiamante è stata eliminata dall'utente o abbonato chiamante.
4. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea collegata, il fornitore del servizio di  comunicazione elettronica accessibile al pubblico assicura all'abbonato  chiamato la possibilità di impedire, gratuitamente e mediante una funzione semplice, la presentazione dell'identificazione della linea collegata all'utente chiamante.
5. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche alle chiamate dirette verso Paesi non appartenenti all'Unione europea. Le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 si applicano anche alle chiamate provenienti da tali Paesi.
6. Se è disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante o di quella collegata, il fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico informa gli abbonati e gli utenti dell'esistenza di tale servizio e delle possibilità previste ai commi 1, 2, 3 e 4.



126. Dati relativi all'ubicazione.
1.  I dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico, riferiti agli utenti o agli abbonati di reti pubbliche di comunicazione o  di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, possono essere trattati solo se anonimi o se l'utente o l'abbonato ha manifestato previamente il proprio consenso, revocabile in ogni momento,  e nella misura e per la durata necessari per la fornitura del servizio a  valore aggiunto richiesto.
2. Il fornitore del servizio, prima di richiedere il consenso, informa gli utenti e gli abbonati sulla natura dei dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico che saranno sottoposti al trattamento, sugli scopi e  sulla durata di quest'ultimo, nonché sull'eventualità che i dati siano trasmessi ad un terzo per la prestazione del servizio a valore aggiunto.
3.  L'utente e l'abbonato che manifestano il proprio consenso al trattamento dei dati relativi all'ubicazione, diversi dai dati relativi al traffico, conservano il diritto di richiedere, gratuitamente e mediante una funzione semplice, l'interruzione temporanea del trattamento di tali dati per ciascun collegamento alla rete o per ciascuna trasmissione di comunicazioni.
4. Il trattamento dei dati relativi all'ubicazione diversi dai dati relativi al traffico, ai sensi dei commi 1, 2 e 3, è consentito unicamente ad incaricati del trattamento che operano ai sensi dell'articolo 30, sotto la diretta autorità del fornitore del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico o, a seconda dei casi, del fornitore  della rete pubblica di comunicazioni o del terzo che fornisce il servizio a valore aggiunto. Il trattamento è limitato a quanto è strettamente necessario per la fornitura del servizio a valore aggiunto e  deve assicurare l'identificazione dell'incaricato che accede ai dati anche mediante un'operazione di interrogazione automatizzata.



127. Chiamate di disturbo e di emergenza.
1.  L'abbonato che riceve chiamate di disturbo può richiedere che il fornitore della rete pubblica di comunicazioni o del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico renda temporaneamente inefficace la soppressione della presentazione dell'identificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta. L'inefficacia della soppressione può essere disposta per i soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e  per un periodo non superiore a quindici giorni.
2.  La richiesta formulata per iscritto dall'abbonato specifica le modalità di ricezione delle chiamate di disturbo e nel caso in cui sia preceduta  da una richiesta telefonica è inoltrata entro quarantotto ore.
3.  I dati conservati ai sensi del comma 1 possono essere comunicati all'abbonato che dichiari di utilizzarli per esclusive finalità di tutela rispetto a chiamate di disturbo. Per i servizi di cui al comma 1 il fornitore assicura procedure trasparenti nei confronti degli abbonati  e può richiedere un contributo spese non superiore ai costi effettivamente sopportati.
4. Il fornitore di una  rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico predispone procedure trasparenti per  garantire, linea per linea, l'inefficacia della soppressione dell'identificazione della linea chiamante, nonché, ove necessario, il trattamento dei dati relativi all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il  mancato consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, da parte dei servizi abilitati in base alla legge a ricevere chiamate d'emergenza. I servizi sono individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, sentiti il Garante e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (43).

(43) In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il D.M. 27 aprile 2006.


128. Trasferimento automatico della chiamata.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico adotta le misure necessarie per consentire a ciascun abbonato,  gratuitamente e mediante una funzione semplice, di poter bloccare il trasferimento automatico delle chiamate verso il proprio terminale effettuato da terzi.



129. Elenchi di abbonati.
1.  Il Garante individua con proprio provvedimento, in cooperazione con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ai sensi dell'articolo 154, comma 3, e in conformità alla normativa comunitaria, le modalità di  inserimento e di successivo utilizzo dei dati personali relativi agli abbonati negli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico, anche in riferimento ai dati già raccolti prima della data di entrata in vigore del presente codice.
2. Il provvedimento di cui al comma 1 individua idonee modalità per la manifestazione del consenso all'inclusione negli elenchi e, rispettivamente, all'utilizzo dei dati per le finalità di cui all'articolo 7, comma 4, lettera b), in base al principio della massima semplificazione delle modalità di inclusione negli elenchi a fini di mera ricerca dell'abbonato per comunicazioni interpersonali, e del consenso specifico ed espresso qualora il trattamento esuli da tali fini, nonché in tema di verifica, rettifica o cancellazione dei dati senza oneri.



130. Comunicazioni indesiderate.
1.  L'uso di sistemi automatizzati di chiamata senza l'intervento di un operatore per l'invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale è  consentito con il consenso dell'interessato.
2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle comunicazioni elettroniche, effettuate per le finalità ivi indicate, mediante posta elettronica, telefax, messaggi del tipo Mms (Multimedia Messaging Service) o Sms (Short Message Service) o di altro tipo.
3.  Fuori dei casi di cui ai commi 1 e 2, ulteriori comunicazioni per le finalità di cui ai medesimi commi effettuate con mezzi diversi da quelli  ivi indicati, sono consentite ai sensi degli articoli 23 e 24 nonché ai  sensi di quanto previsto dal comma 3-bis del presente articolo (44).
3-bis.  In deroga a quanto previsto dall’articolo 129, il trattamento dei dati di cui all’articolo 129, comma 1, mediante l’impiego del telefono e della pasta cartacea per le finalità di cui all’articolo 7, comma 4, lettera b), è consentito nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione, con modalità semplificate e anche in via telematica, mediante l’iscrizione della numerazione della quale è  intestatario e degli altri dati personali di cui all’articolo 129, comma 1, in un registro pubblico delle opposizioni (45).
3-ter. Il registro di cui al comma 3-bis è istituito con decreto del Presidente della Repubblica da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400,  previa deliberazione del Consiglio dei ministri, acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti in materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, nonché,  per i relativi profili di competenza, il parere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che si esprime entro il medesimo termine, secondo i seguenti criteri e princìpi generali:
a)  attribuzione dell’istituzione e della gestione del registro ad un ente o  organismo pubblico titolare di competenze inerenti alla materia;
b)  previsione che l’ente o organismo deputato all’istituzione e alla gestione del registro vi provveda con le risorse umane e strumentali di cui dispone o affidandone la realizzazione e la gestione a terzi, che se  ne assumono interamente gli oneri finanziari e organizzativi, mediante contratto di servizio, nel rispetto del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.  I soggetti che si avvalgono del registro per effettuare le comunicazioni corrispondono tariffe di accesso basate sugli effettivi costi di funzionamento e di manutenzione. Il Ministro dello sviluppo economico, con proprio provvedimento, determina tali tariffe;
c)  previsione che le modalità tecniche di funzionamento del registro consentano ad ogni utente di chiedere che sia iscritta la numerazione della quale è intestatario secondo modalità semplificate ed anche in via  telematica o telefonica;
d) previsione di  modalità tecniche di funzionamento e di accesso al registro mediante interrogazioni selettive che non consentano il trasferimento dei dati presenti nel registro stesso, prevedendo il tracciamento delle operazioni compiute e la conservazione dei dati relativi agli accessi;
e)  disciplina delle tempistiche e delle modalità dell’iscrizione al registro, senza distinzione di settore di attività o di categoria merceologica, e del relativo aggiornamento, nonché del correlativo periodo massimo di utilizzabilità dei dati verificati nel registro medesimo, prevedendosi che l’iscrizione abbia durata indefinita e sia revocabile in qualunque momento, mediante strumenti di facile utilizzo e  gratuitamente;
f) obbligo per i soggetti che effettuano trattamenti di dati per le finalità di cui all’articolo 7, comma 4, lettera b),  di garantire la presentazione dell’identificazione della linea chiamante e di fornire all’utente idonee informative, in particolare sulla possibilità e sulle modalità di iscrizione nel registro per opporsi a futuri contatti;
g) previsione che l’iscrizione nel registro non precluda i trattamenti dei dati altrimenti acquisiti e trattati nel rispetto degli articoli 23 e 24 (46).
3-quater. La vigilanza e il controllo sull’organizzazione e il funzionamento del registro di cui al comma 3-bis e sul trattamento dei dati sono attribuiti al Garante (47).
4.  Fatto salvo quanto previsto nel comma 1, se il titolare del trattamento  utilizza, a fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica fornite dall'interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, può non richiedere il consenso dell'interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l'interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni. L'interessato, al momento della raccolta e in occasione dell'invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento  al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente.
5.  È vietato in ogni caso l'invio di comunicazioni per le finalità di cui al comma 1 o, comunque, a scopo promozionale, effettuato camuffando o celando l'identità del mittente o senza fornire un idoneo recapito presso il quale l'interessato possa esercitare i diritti di cui all'articolo 7.
6. In caso di reiterata violazione delle disposizioni di cui al presente articolo il Garante può, provvedendo ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera b),  altresì prescrivere a fornitori di servizi di comunicazione elettronica  di adottare procedure di filtraggio o altre misure praticabili relativamente alle coordinate di posta elettronica da cui sono stati inviate le comunicazioni.

(44) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, aggiunto dalla relativa legge di conversione.
(45) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione e poi così modificato dal numero 6) della lettera a) del comma 2 dell’art. 6, D.L. 13 maggio 2011, n. 70. Vedi, anche, il comma 2 del suddetto art. 20-bis, D.L. n. 135 del 2009 e il D.P.R. 7 settembre 2010, n. 178.
(46) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione. In attuazione di quanto disposto dal presente comma vedi il D.P.R. 7 settembre 2010, n. 178.
(47) Comma aggiunto dalla lettera b) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


131. Informazioni ad abbonati e utenti.
1.  Il fornitore di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al  pubblico informa l'abbonato e, ove possibile, l'utente circa la sussistenza di situazioni che permettono di apprendere in modo non intenzionale il contenuto di comunicazioni o conversazioni da parte di soggetti ad esse estranei.
2. L'abbonato informa l'utente quando il contenuto delle comunicazioni o conversazioni può essere appreso da altri a causa del tipo di apparecchiature terminali utilizzate o del collegamento realizzato tra le stesse presso la sede dell'abbonato medesimo.
3. L'utente informa l'altro utente quando, nel corso della conversazione, sono utilizzati dispositivi che consentono l'ascolto della conversazione stessa da parte  di altri soggetti.



(commento di giurisprudenza)
132. Conservazione di dati di traffico per altre finalità.
1.  Fermo restando quanto previsto dall'articolo 123, comma 2, i dati relativi al traffico telefonico, sono conservati dal fornitore per ventiquattro mesi dalla data di comunicazione, per finalità di accertamento e repressione dei reati, mentre, per le medesime finalità, i  dati relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle comunicazioni, sono conservati dal fornitore per dodici mesi dalla  data della comunicazione (48).
1-bis.  I dati relativi alle chiamate senza risposta, trattati temporaneamente da parte dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico oppure di una rete pubblica di comunicazione, sono conservati per trenta giorni (49).
2.  [Decorso il termine di cui al comma 1, i dati relativi al traffico telefonico, inclusi quelli concernenti le chiamate senza risposta, sono conservati dal fornitore per ulteriori ventiquattro mesi e quelli relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle comunicazioni, sono conservati per ulteriori sei mesi per esclusive finalità di accertamento e repressione dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a) del codice di procedura penale, nonché dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici] (50).
3.  Entro il termine di cui al comma 1, i dati sono acquisiti presso il fornitore con decreto motivato del pubblico ministero anche su istanza del difensore dell'imputato, della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa e delle altre parti private. Il difensore dell'imputato o della persona sottoposta alle indagini può richiedere, direttamente al fornitore i dati relativi alle utenze intestate al proprio assistito con le modalità indicate dall'articolo 391-quater del codice di procedura penale, ferme restando le condizioni di cui all'articolo 8, comma 2, lettera f), per il traffico entrante (51).
4.  [Dopo la scadenza del termine indicato al comma 1, il giudice autorizza  l'acquisizione dei dati, con decreto motivato, se ritiene che sussistano sufficienti indizi dei delitti di cui all'articolo 407, comma  2, lettera a), del codice di procedura penale, nonché dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici] (52).
4-bis.  [Nei casi di urgenza, quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini, il pubblico ministero dispone la acquisizione dei dati relativi al traffico telefonico con decreto motivato che è comunicato immediatamente, e comunque non oltre ventiquattro ore, al giudice competente per il rilascio dell'autorizzazione in via ordinaria. Il giudice, entro quarantotto ore dal provvedimento, decide sulla convalida con decreto motivato. Se il decreto del pubblico ministero non è convalidato nel termine stabilito, i dati acquisiti non possono essere utilizzati] (53).
4-ter.  Il Ministro dell’interno o, su sua delega, i responsabili degli uffici centrali specialistici in materia  informatica o telematica della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di  finanza, nonché gli altri soggetti indicati nel comma 1 dell’articolo 226 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice  di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271,  possono ordinare, anche in relazione alle eventuali richieste avanzate da autorità investigative straniere, ai fornitori e agli operatori di servizi informatici o telematici di conservare e proteggere, secondo le modalità indicate e per un periodo non superiore a novanta giorni, i dati relativi al traffico telematico, esclusi comunque i contenuti delle  comunicazioni, ai fini dello svolgimento delle investigazioni preventive previste dal citato
articolo 226 delle norme di cui al decreto legislativo n. 271 del 1989,  ovvero per finalità di accertamento e repressione di specifici reati. Il provvedimento, prorogabile, per motivate esigenze, per una durata complessiva non superiore a sei mesi, può prevedere particolari modalità di custodia dei dati e l’eventuale indisponibilità dei dati stessi da parte dei fornitori e degli operatori di servizi informatici o telematici ovvero di terzi (54).
4-quater. Il fornitore o l’operatore di servizi informatici o telematici cui è rivolto l’ordine previsto dal comma 4-ter deve ottemperarvi senza ritardo, fornendo immediatamente all’autorità richiedente l’assicurazione dell’adempimento. Il fornitore o l’operatore  di servizi informatici o telematici è tenuto a mantenere il segreto relativamente all’ordine ricevuto e alle attività conseguentemente svolte per il periodo indicato dall’autorità. In caso di violazione dell’obbligo si applicano, salvo che il fatto costituisca più grave reato, le disposizioni dell’articolo 326 del codice penale (55).
4-quinquies. I provvedimenti adottati ai sensi del comma 4-ter sono comunicati per iscritto, senza ritardo e comunque entro quarantotto ore dalla notifica al destinatario, al pubblico ministero del luogo di esecuzione il quale, se ne ricorrono i presupposti, li convalida. In caso di mancata convalida, i provvedimenti assunti perdono  efficacia (56).
5.  Il trattamento dei dati per le finalità di cui al comma 1 è effettuato nel rispetto delle misure e degli accorgimenti a garanzia dell'interessato prescritti ai sensi dell'articolo 17, volti a garantire  che i dati conservati possiedano i medesimi requisiti di qualità, sicurezza e protezione dei dati in rete, nonchè a (57):
a)  prevedere in ogni caso specifici sistemi di autenticazione informatica e  di autorizzazione degli incaricati del trattamento di cui all'allegato B);
b) [disciplinare le modalità di conservazione separata dei dati una volta decorso il termine di cui al comma 1] (58);
c)  [individuare le modalità di trattamento dei dati da parte di specifici incaricati del trattamento in modo tale che, decorso il termine di cui al comma 1, l'utilizzazione dei dati sia consentita solo nei casi di cui  al comma 4 e all'articolo 7] (59);
d) indicare le modalità tecniche per la periodica distruzione dei dati, decorsi i termini di cui al comma 1 (60) (61) (62).

(48) Comma così modificato prima dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144 e poi dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(49) Comma aggiunto dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109, con la decorrenza indicata nell'art. 6 dello stesso decreto.
(50) Comma così modificato dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144 e poi abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(51) Comma così modificato dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144.
(52) Comma abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(53) Comma aggiunto dall'art. 6, D.L. 27 luglio 2005, n. 144, come modificato dalla relativa legge di conversione e poi abrogato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(54) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(55) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(56) Comma aggiunto dall'art. 10, L. 18 marzo 2008, n. 48.
(57) Alinea così modificato dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(58) Lettera soppressa dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(59) Lettera soppressa dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109
(60) Lettera così modificata dall'art. 2, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109. Vedi, anche, il Provv. 17 gennaio 2008.
(61) Articolo così sostituito dall'art. 3, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, come modificato dalla relativa legge di conversione. Vedi, anche, l'art. 3, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(62) La Corte costituzionale, con sentenza 6-14 novembre 2006, n. 372 (Gazz. Uff. 22 novembre 2006, n. 46, 1ª Serie speciale), ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 132, sollevata dal giudice delle indagini preliminari nel Tribunale di Roma in riferimento agli artt. 2, 13, 14, 32, 42, 101, 104 e 112 della Costituzione.


Capo II - Internet e reti telematiche
133. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato da fornitori di servizi di comunicazione e informazione offerti mediante reti di comunicazione elettronica, con particolare riguardo ai criteri per assicurare ed uniformare una più adeguata informazione e consapevolezza degli utenti delle reti di comunicazione elettronica gestite da soggetti pubblici e privati rispetto ai tipi di dati personali trattati e alle modalità del loro trattamento, in particolare attraverso informative fornite in linea in modo agevole e interattivo, per favorire una più ampia trasparenza e correttezza nei confronti dei medesimi utenti e il pieno rispetto dei princìpi di cui all'articolo 11, anche ai fini dell'eventuale rilascio di certificazioni attestanti la qualità delle modalità prescelte
e il livello di sicurezza assicurato.



Capo III - Videosorveglianza
134. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato con strumenti elettronici di rilevamento di immagini, prevedendo specifiche modalità di trattamento e forme semplificate di informativa all'interessato per garantire la liceità e la correttezza anche in riferimento a quanto previsto dall'articolo 11.



TITOLO XI
Libere professioni e investigazione privata.
Capo I - Profili generali
135. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397,  o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, in particolare da liberi professionisti o da soggetti che esercitano un'attività di investigazione privata autorizzata in conformità alla legge (63).

(63) In attuazione di quanto disposto dal presente articolo vedi la Del. 6 novembre 2008, n. 60.


TITOLO XII
Giornalismo ed espressione letteraria ed artistica.
Capo I - Profili generali
(commento di giurisprudenza)
136. Finalità giornalistiche e altre manifestazioni del pensiero.
1. Le disposizioni del presente titolo si applicano al trattamento:
a) effettuato nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalità;
b) effettuato dai soggetti iscritti nell'elenco dei pubblicisti o nel registro dei praticanti di cui agli articoli 26 e 33 della legge 3 febbraio 1963, n. 69;
c)  temporaneo finalizzato esclusivamente alla pubblicazione o diffusione occasionale di articoli, saggi e altre manifestazioni del pensiero anche  nell'espressione artistica.



(commento di giurisprudenza)
137. Disposizioni applicabili.
1. Ai trattamenti indicati nell'articolo 136 non si applicano le disposizioni del presente codice relative:
a) all'autorizzazione del Garante prevista dall'articolo 26;
b) alle garanzie previste dall'articolo 27 per i dati giudiziari;
c) al trasferimento dei dati all'estero, contenute nel Titolo VII della Parte I.
2.  Il trattamento dei dati di cui al comma 1 è effettuato anche senza il consenso dell'interessato previsto dagli articoli 23 e 26 (64).
3.  In caso di diffusione o di comunicazione dei dati per le finalità di cui all'articolo 136 restano fermi i limiti del diritto di cronaca a tutela dei diritti di cui all'articolo 2 e, in particolare, quello dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico. Possono essere trattati i dati personali relativi a circostanze o fatti resi noti direttamente dagli interessati o attraverso loro comportamenti in pubblico.

(64) La Corte costituzionale, con ordinanza 23-27 febbraio 2009, n. 56 (Gazz. Uff. 11 marzo 2009, n. 10, 1ª Serie speciale), ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'art. 137, comma 2, sollevata, in riferimento all'art. 15 della Costituzione.


(commento di giurisprudenza)
138. Segreto professionale.
1. In caso di richiesta dell'interessato di conoscere l'origine dei dati personali ai sensi dell'articolo 7, comma 2, lettera a),  restano ferme le norme sul segreto professionale degli esercenti la professione di giornalista, limitatamente alla fonte della notizia.



Capo II - Codice di deontologia
(commento di giurisprudenza)
139. Codice di deontologia relativo ad attività giornalistiche.
1.  Il Garante promuove ai sensi dell'articolo 12 l'adozione da parte del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti di un codice di deontologia relativo al trattamento dei dati di cui all'articolo 136, che prevede misure ed accorgimenti a garanzia degli interessati rapportate alla natura dei dati, in particolare per quanto riguarda quelli idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Il codice può anche prevedere forme semplificate per le informative di cui all'articolo 13.
2. Nella fase di formazione del codice, ovvero successivamente, il Garante, in cooperazione con il Consiglio, prescrive eventuali misure e accorgimenti a garanzia degli interessati, che il Consiglio è tenuto a recepire.
3.  Il codice o le modificazioni od integrazioni al codice di deontologia che non sono adottati dal Consiglio entro sei mesi dalla proposta del Garante sono adottati in via sostitutiva dal Garante e sono efficaci sino a quando diviene efficace una diversa disciplina secondo la procedura di cooperazione.
4. Il codice e le disposizioni di modificazione ed integrazione divengono efficaci quindici giorni dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale ai sensi dell'articolo 12.
5. In caso di violazione delle prescrizioni contenute nel codice di deontologia, il Garante può vietare il trattamento ai sensi dell'articolo 143, comma 1, lettera c).



TITOLO XIII
Marketing diretto.
Capo I - Profili generali
140. Codice di deontologia e di buona condotta.
1.  Il Garante promuove, ai sensi dell'articolo 12, la sottoscrizione di un  codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta, ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, prevedendo anche, per i casi in cui il trattamento non presuppone il consenso dell'interessato, forme semplificate per manifestare e rendere meglio conoscibile l'eventuale dichiarazione di non voler ricevere determinate comunicazioni.



Parte III - Tutela dell'interessato e sanzioni
TITOLO I
Tutela amministrativa e giurisdizionale.
Capo I - Tutela dinanzi al garante
Sezione I - Princìpi generali
(commento di giurisprudenza)
141. Forme di tutela.
1. L'interessato può rivolgersi al Garante:
a)  mediante reclamo circostanziato nei modi previsti dall'articolo 142, per rappresentare una violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento di dati personali;
b) mediante segnalazione, se non è possibile presentare un reclamo circostanziato ai sensi della lettera a), al fine di sollecitare un controllo da parte del Garante sulla disciplina medesima;
c)  mediante ricorso, se intende far valere gli specifici diritti di cui all'articolo 7 secondo le modalità e per conseguire gli effetti previsti  nella sezione III del presente capo.



Sezione II - Tutela amministrativa
142. Proposizione dei reclami.
1.  Il reclamo contiene un'indicazione per quanto possibile dettagliata dei  fatti e delle circostanze su cui si fonda, delle disposizioni che si presumono violate e delle misure richieste, nonché gli estremi identificativi del titolare, del responsabile, ove conosciuto, e dell'istante.
2. Il reclamo è sottoscritto dagli interessati, o da associazioni che li rappresentano anche ai sensi dell'articolo 9, comma 2, ed è presentato al Garante senza particolari formalità. Il reclamo reca in allegato la documentazione utile ai fini della sua valutazione e l'eventuale procura, e indica un recapito per l'invio di comunicazioni anche tramite posta elettronica, telefax o telefono.
3. Il Garante può predisporre un modello per il reclamo da pubblicare nel Bollettino e di cui favorisce la disponibilità con strumenti elettronici.



143. Procedimento per i reclami.
1.  Esaurita l'istruttoria preliminare, se il reclamo non è manifestamente infondato e sussistono i presupposti per adottare un provvedimento, il Garante, anche prima della definizione del procedimento:
a) prima di prescrivere le misure di cui alla lettera b), ovvero il divieto o il blocco ai sensi della lettera c), può invitare il titolare, anche in contraddittorio con l'interessato, ad effettuare il blocco spontaneamente;
b) prescrive al titolare le misure opportune o necessarie per rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti (65);
c)  dispone il blocco o vieta, in tutto o in parte, il trattamento che risulta illecito o non corretto anche per effetto della mancata adozione  delle misure necessarie di cui alla lettera b), oppure quando, in considerazione della natura dei dati o, comunque, delle modalità del trattamento o degli effetti che esso può determinare, vi è il concreto rischio del verificarsi di un pregiudizio rilevante per uno o più interessati;
d) può vietare in tutto o in parte il trattamento di dati relativi a singoli soggetti o a categorie di soggetti che si pone in contrasto con rilevanti interessi della collettività.
2. I provvedimenti di cui al comma 1 sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana se i relativi destinatari non sono facilmente identificabili per il numero o per la  complessità degli accertamenti (66).

(65) Vedi, anche, il Provv. 1° aprile 2010 e il Provv. 8 aprile 2010.
(66) Vedi, anche, la Del.Garante protez. dati pers. 24 maggio 2007, n. 21.


144. Segnalazioni.
1.  I provvedimenti di cui all'articolo 143 possono essere adottati anche a  seguito delle segnalazioni di cui all'articolo 141, comma 1, lettera b), se è avviata un'istruttoria preliminare e anche prima della definizione del procedimento.



Sezione III - Tutela alternativa a quella giurisdizionale (67)
145. Ricorsi.
1. I diritti di cui all'articolo 7 possono essere fatti valere dinanzi all'autorità giudiziaria o con ricorso al Garante.
2.  Il ricorso al Garante non può essere proposto se, per il medesimo oggetto e tra le stesse parti, è stata già adita l'autorità giudiziaria.
3.  La presentazione del ricorso al Garante rende improponibile un'ulteriore domanda dinanzi all'autorità giudiziaria tra le stesse parti e per il medesimo oggetto.

(67) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


146. Interpello preventivo.
1.  Salvi i casi in cui il decorso del termine esporrebbe taluno a pregiudizio imminente ed irreparabile, il ricorso al Garante può essere proposto solo dopo che è stata avanzata richiesta sul medesimo oggetto al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1, e sono decorsi i termini previsti dal presente articolo, ovvero è stato opposto  alla richiesta un diniego anche parziale.
2. Il riscontro alla richiesta da parte del titolare o del responsabile è fornito entro quindici giorni dal suo ricevimento (68).
3.  Entro il termine di cui al comma 2, se le operazioni necessarie per un integrale riscontro alla richiesta sono di particolare complessità, ovvero ricorre altro giustificato motivo, il titolare o il responsabile ne danno comunicazione all'interessato. In tal caso, il termine per l'integrale riscontro è di trenta giorni dal ricevimento della richiesta  medesima (69).

(68) Per la proroga del termine previsto dal presente comma vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.
(69) Per la proroga del termine previsto dal presente comma vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


147. Presentazione del ricorso.
1. Il ricorso è proposto nei confronti del titolare e indica:
a)  gli estremi identificativi del ricorrente, dell'eventuale procuratore speciale, del titolare e, ove conosciuto, del responsabile eventualmente  designato per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7;
b) la data della richiesta presentata al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1, oppure del pregiudizio imminente ed irreparabile che permette di prescindere dalla richiesta medesima;
c) gli elementi posti a fondamento della domanda;
d) il provvedimento richiesto al Garante;
e) il domicilio eletto ai fini del procedimento.
2. Il ricorso è sottoscritto dal ricorrente o dal procuratore speciale e reca in allegato:
a) la copia della richiesta rivolta al titolare o al responsabile ai sensi dell'articolo 8, comma 1;
b) l'eventuale procura;
c) la prova del versamento dei diritti di segreteria.
3.  Al ricorso è unita, altresì, la documentazione utile ai fini della sua valutazione e l'indicazione di un recapito per l'invio di comunicazioni al ricorrente o al procuratore speciale mediante posta elettronica, telefax o telefono.
4. Il ricorso è rivolto al Garante e la relativa sottoscrizione è autenticata. L'autenticazione non  è richiesta se la sottoscrizione è apposta presso l'Ufficio del Garante  o da un procuratore speciale iscritto all'albo degli avvocati al quale la procura è conferita ai sensi dell'articolo 83 del codice di procedura  civile, ovvero con firma digitale in conformità alla normativa vigente.
5.  Il ricorso è validamente proposto solo se è trasmesso con plico raccomandato, oppure per via telematica osservando le modalità relative alla sottoscrizione con firma digitale e alla conferma del ricevimento prescritte ai sensi dell'articolo 38, comma 2, ovvero presentato direttamente presso l'Ufficio del Garante.



148. Inammissibilità del ricorso.
1. Il ricorso è inammissibile:
a) se proviene da un soggetto non legittimato;
b) in caso di inosservanza delle disposizioni di cui agli articoli 145 e 146;
c)  se difetta di taluno degli elementi indicati nell'articolo 147, commi 1  e 2, salvo che sia regolarizzato dal ricorrente o dal procuratore speciale anche su invito dell'Ufficio del Garante ai sensi del comma 2, entro sette giorni dalla data della sua presentazione o della ricezione dell'invito. In tale caso, il ricorso si considera presentato al momento  in cui il ricorso regolarizzato perviene all'Ufficio.
2. Il Garante determina i casi in cui è possibile la regolarizzazione del ricorso (70).

(70)   La Del.Garante protez. dati pers. 23 dicembre 2004, n. 16 (Gazz. Uff. 21 marzo 2005, n. 66) ha disposto che la regolarizzazione dei ricorsi presentati al Garante ai sensi del presente comma è possibile nei seguenti casi:
a) quando il ricorso è sottoscritto da persona fisica o giuridica diversa dal ricorrente o dal procuratore speciale, oppure è trasmesso al Garante con corrispondenza diversa dal plico raccomandato o in modo difforme dalle altre modalità indicate nell'art. 147, comma 5;
b) qualora il ricorso difetti di uno o più dei dati identificativi di cui all'art. 147, comma 1, lettera a);
c)  qualora manchi l'indicazione della data della richiesta presentata al titolare o al responsabile ai sensi dell'art. 8, comma 1, del codice o l'indicazione del pregiudizio imminente e irreparabile che permette di prescindere dalla richiesta medesima (art. 147, comma 1, lettera b);
d) quando il ricorso sia privo di una sottoscrizione autenticata secondo il disposto dell'art. 147, comma 4;
e) quando manchi l'indicazione degli elementi posti a fondamento della domanda (art. 147, comma 1, lettera c);
f) quando il ricorso non rechi l'indicazione del provvedimento richiesto al Garante (art. 147, comma 1, lettera d);
g) quando manchi l'indicazione del domicilio eletto ai fini del procedimento (art. 147, comma 1, lettera e);
h)  qualora al ricorso non risultino allegate l'eventuale procura o la copia della richiesta rivolta al titolare o al responsabile ai sensi dell'art. 8, comma 1, del codice;
i) qualora difetti la prova del versamento dei diritti di segreteria (art. 147, comma 2, lettera c)  o risulti imprecisa o incompleta la documentazione attestante che l'interessato si trova nelle condizioni previste dalla legge per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato.


149. Procedimento relativo al ricorso.
1.  Fuori dei casi in cui è dichiarato inammissibile o manifestamente infondato, il ricorso è comunicato al titolare entro tre giorni a cura dell'Ufficio del Garante, con invito ad esercitare entro dieci giorni dal suo ricevimento la facoltà di comunicare al ricorrente e all'Ufficio  la propria eventuale adesione spontanea. L'invito è comunicato al titolare per il tramite del responsabile eventualmente designato per il riscontro all'interessato in caso di esercizio dei diritti di cui all'articolo 7, ove indicato nel ricorso.
2. In caso di adesione spontanea è dichiarato non luogo a provvedere. Se il ricorrente lo richiede, è determinato in misura forfettaria l'ammontare delle spese e dei diritti inerenti al ricorso, posti a carico della controparte o compensati per giusti motivi anche parzialmente.
3.  Nel procedimento dinanzi al Garante il titolare, il responsabile di cui  al comma 1 e l'interessato hanno diritto di essere sentiti, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, e hanno facoltà di presentare memorie o documenti. A tal fine l'invito di cui al comma 1 è trasmesso anche al ricorrente e reca l'indicazione del termine entro il quale il titolare, il medesimo responsabile e l'interessato possono presentare memorie e documenti, nonché della data in cui tali soggetti possono essere sentiti in contraddittorio anche mediante idonea tecnica audiovisiva.
4. Nel procedimento il ricorrente può precisare la domanda nei limiti di quanto chiesto con il ricorso o a  seguito di eccezioni formulate dal titolare.
5. Il Garante può disporre, anche d'ufficio, l'espletamento di una o più perizie. Il provvedimento che le dispone precisa il contenuto dell'incarico e il termine per la sua esecuzione, ed è comunicato alle parti le quali possono presenziare alle operazioni personalmente o tramite procuratori o consulenti designati. Il provvedimento dispone inoltre in ordine all'anticipazione delle spese della perizia.
6.  Nel procedimento, il titolare e il responsabile di cui al comma 1 possono essere assistiti da un procuratore o da altra persona di fiducia.
7. Se gli accertamenti risultano particolarmente complessi o vi è l'assenso delle parti il termine di sessanta giorni di cui all'articolo 150, comma 2, può essere prorogato per un periodo non superiore ad ulteriori quaranta giorni.
8.  Il decorso dei termini previsti dall'articolo 150, comma 2 e dall'articolo 151 è sospeso di diritto dal 1° agosto al 15 settembre di ciascun anno e riprende a decorrere dalla fine del periodo di sospensione. Se il decorso ha inizio durante tale periodo, l'inizio stesso è differito alla fine del periodo medesimo. La sospensione non opera nei casi in cui sussiste il pregiudizio di cui all'articolo 146, comma 1, e non preclude l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo  150, comma 1.



150. Provvedimenti a seguito del ricorso.
1.  Se la particolarità del caso lo richiede, il Garante può disporre in via provvisoria il blocco in tutto o in parte di taluno dei dati, ovvero  l'immediata sospensione di una o più operazioni del trattamento. Il provvedimento può essere adottato anche prima della comunicazione del ricorso ai sensi dell'articolo 149, comma 1, e cessa di avere ogni effetto se non è adottata nei termini la decisione di cui al comma 2. Il  medesimo provvedimento è impugnabile unitamente a tale decisione.
2.  Assunte le necessarie informazioni il Garante, se ritiene fondato il ricorso, ordina al titolare, con decisione motivata, la cessazione del comportamento illegittimo, indicando le misure necessarie a tutela dei diritti dell'interessato e assegnando un termine per la loro adozione. La mancata pronuncia sul ricorso, decorsi sessanta giorni dalla data di presentazione, equivale a rigetto (71).
3.  Se vi è stata previa richiesta di taluna delle parti, il provvedimento che definisce il procedimento determina in misura forfettaria l'ammontare delle spese e dei diritti inerenti al ricorso, posti a carico, anche in parte, del soccombente o compensati anche parzialmente per giusti motivi.
4. Il provvedimento espresso, anche provvisorio, adottato dal Garante è comunicato alle parti entro dieci giorni presso il domicilio eletto o risultante dagli atti. Il provvedimento può essere comunicato alle parti anche mediante posta elettronica o telefax.
5. Se sorgono difficoltà o  contestazioni riguardo all'esecuzione del provvedimento di cui ai commi  1 e 2, il Garante, sentite le parti ove richiesto, dispone le modalità di attuazione avvalendosi, se necessario, del personale dell'Ufficio o della collaborazione di altri organi dello Stato.
6.  In caso di mancata opposizione avverso il provvedimento che determina l'ammontare delle spese e dei diritti, o di suo rigetto, il provvedimento medesimo costituisce, per questa parte, titolo esecutivo ai sensi degli articoli 474 e 475 del codice di procedura civile.

(71) Sui termini per la pronuncia sui ricorsi vedi il comma 7 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


151. Opposizione.
1.  Avverso il provvedimento espresso o il rigetto tacito di cui all'articolo 150, comma 2, il titolare o l'interessato possono proporre opposizione con ricorso ai sensi dell'articolo 152. L'opposizione non sospende l'esecuzione del provvedimento.
2. Il tribunale provvede nei modi di cui all'articolo 152.



Capo II - Tutela giurisdizionale
(commento di giurisprudenza)
152. Autorità giudiziaria ordinaria.
1.  Tutte le controversie che riguardano, comunque, l'applicazione delle disposizioni del presente codice, comprese quelle inerenti ai provvedimenti del Garante in materia di protezione dei dati personali o alla loro mancata adozione, sono attribuite all'autorità giudiziaria ordinaria.
2. Per tutte le controversie di cui al  comma 1 l'azione si propone con ricorso depositato nella cancelleria del tribunale del luogo ove risiede il titolare del trattamento.
3. Il tribunale decide in ogni caso in composizione monocratica.
4.  Se è presentato avverso un provvedimento del Garante anche ai sensi dell'articolo 143, il ricorso è proposto entro il termine di trenta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento o dalla data del rigetto tacito. Se il ricorso è proposto oltre tale termine il giudice lo dichiara inammissibile con ordinanza ricorribile per cassazione.
5.  La proposizione del ricorso non sospende l'esecuzione del provvedimento  del Garante. Se ricorrono gravi motivi il giudice, sentite le parti, può disporre diversamente in tutto o in parte con ordinanza impugnabile unitamente alla decisione che definisce il grado di giudizio.
6.  Quando sussiste pericolo imminente di un danno grave ed irreparabile il  giudice può emanare i provvedimenti necessari con decreto motivato, fissando, con il medesimo provvedimento, l'udienza di comparizione delle  parti entro un termine non superiore a quindici giorni. In tale udienza, con ordinanza, il giudice conferma, modifica o revoca i provvedimenti emanati con decreto.
7. Il giudice fissa l'udienza di comparizione delle parti con decreto con il quale assegna al ricorrente il termine perentorio entro cui notificarlo alle altre parti e al Garante. Tra il giorno della notificazione e l'udienza di comparizione intercorrono non meno di trenta giorni.
8.  Se alla prima udienza il ricorrente non compare senza addurre alcun legittimo impedimento, il giudice dispone la cancellazione della causa dal ruolo e dichiara l'estinzione del processo, ponendo a carico del ricorrente le spese di giudizio.
9. Nel corso del  giudizio il giudice dispone, anche d'ufficio, omettendo ogni formalità non necessaria al contraddittorio, i mezzi di prova che ritiene necessari e può disporre la citazione di testimoni anche senza la formulazione di capitoli.
10. Terminata l'istruttoria, il giudice invita le parti a precisare le conclusioni ed a  procedere, nella stessa udienza, alla discussione orale della causa, pronunciando subito dopo la sentenza mediante lettura del dispositivo. Le motivazioni della sentenza sono depositate in cancelleria entro i successivi trenta giorni. Il giudice può anche redigere e leggere, unitamente al dispositivo, la motivazione della sentenza, che è subito dopo depositata in cancelleria.
11. Se necessario, il giudice può concedere alle parti un termine non superiore  a dieci giorni per il deposito di note difensive e rinviare la causa all'udienza immediatamente successiva alla scadenza del termine per la discussione e la pronuncia della sentenza.
12. Con la sentenza il giudice, anche in deroga al divieto di cui all'articolo 4 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato E),  quando è necessario anche in relazione all'eventuale atto del soggetto pubblico titolare o responsabile, accoglie o rigetta la domanda, in tutto o in parte, prescrive le misure necessarie, dispone sul risarcimento del danno, ove richiesto, e pone a carico della parte soccombente le spese del procedimento.
13. La sentenza non è appellabile, ma è ammesso il ricorso per cassazione.
14. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche nei casi previsti dall'articolo 10, comma 5, della legge 1° aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni.



TITOLO II
L'autorità.
Capo I - Il garante per la protezione dei dati personali
153. Il Garante.
1. Il Garante opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione.
2.  Il Garante è organo collegiale costituito da quattro componenti, eletti  due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato. I componenti sono scelti tra persone che assicurano indipendenza e che sono esperti di riconosciuta competenza delle materie  del diritto o dell'informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni.
3. I componenti eleggono nel loro  àmbito un presidente, il cui voto prevale in caso di parità. Eleggono altresì un vice presidente, che assume le funzioni del presidente in caso di sua assenza o impedimento.
4. Il presidente e i componenti durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per più di una volta; per tutta la durata dell'incarico il presidente e i componenti non possono esercitare, a pena di decadenza, alcuna attività professionale o di consulenza, né essere amministratori o dipendenti di enti pubblici o privati, né ricoprire cariche elettive (72).
5.  All'atto dell'accettazione della nomina il presidente e i componenti sono collocati fuori ruolo se dipendenti di pubbliche amministrazioni o magistrati in attività di servizio; se professori universitari di ruolo,  sono collocati in aspettativa senza assegni ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e successive modificazioni. Il personale collocato fuori ruolo o in aspettativa non può essere sostituito.
6.  Al presidente compete una indennità di funzione non eccedente, nel massimo, la retribuzione spettante al primo presidente della Corte di cassazione. Ai componenti compete un'indennità non eccedente nel massimo, i due terzi di quella spettante al presidente. Le predette indennità di funzione sono determinate dall'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1998, n. 501, in misura tale da poter essere corrisposte a carico degli ordinari stanziamenti.
7. Alle dipendenze del Garante è posto l'Ufficio di cui all'articolo 156.

(72) Vedi, anche, l'art. 47-quater, D.L. 31 dicembre 2007, n. 248, aggiunto dalla relativa legge di conversione.


154. Compiti.
1.  Oltre a quanto previsto da specifiche disposizioni, il Garante, anche avvalendosi dell'Ufficio e in conformità al presente codice, ha il compito di:
a) controllare se i trattamenti sono effettuati nel rispetto della disciplina applicabile e in conformità alla notificazione, anche in caso di loro cessazione e con  riferimento alla conservazione dei dati di traffico (73);
b)  esaminare i reclami e le segnalazioni e provvedere sui ricorsi presentati dagli interessati o dalle associazioni che li rappresentano;
c)  prescrivere anche d'ufficio ai titolari del trattamento le misure necessarie o opportune al fine di rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti, ai sensi dell'articolo 143 (74);
d)  vietare anche d'ufficio, in tutto o in parte, il trattamento illecito o  non corretto dei dati o disporne il blocco ai sensi dell'articolo 143, e  di adottare gli altri provvedimenti previsti dalla disciplina applicabile al trattamento dei dati personali;
e) promuovere la sottoscrizione di codici ai sensi dell'articolo 12 e dell'articolo 139;
f)  segnalare al Parlamento e al Governo l'opportunità di interventi normativi richiesti dalla necessità di tutelare i diritti di cui all'articolo 2 anche a seguito  dell'evoluzione del settore;
g) esprimere pareri nei casi previsti;
h)  curare la conoscenza tra il pubblico della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali e delle relative finalità, nonché delle misure di sicurezza dei dati (75);
i)  denunciare i fatti configurabili come reati perseguibili d'ufficio, dei  quali viene a conoscenza nell'esercizio o a causa delle funzioni;
l) tenere il registro dei trattamenti formato sulla base delle notificazioni di cui all'articolo 37;
m)  predisporre annualmente una relazione sull'attività svolta e sullo stato di attuazione del presente codice, che è trasmessa al Parlamento e  al Governo entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello cui si riferisce.
2. Il Garante svolge altresì, ai sensi  del comma 1, la funzione di controllo o assistenza in materia di trattamento dei dati personali prevista da leggi di ratifica di accordi o  convenzioni internazionali o da regolamenti comunitari e, in particolare:
a) dalla legge 30 settembre 1993, n. 388,  e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione dei protocolli e degli accordi di adesione all'accordo di Schengen e alla relativa convenzione di applicazione;
b) dalla legge 23 marzo 1998, n. 93, e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione della convenzione istitutiva dell'Ufficio europeo di polizia (Europol);
c) dal regolamento (CE) n. 515/97 del 13 marzo 1997, del Consiglio, e dalla legge 30 luglio 1998, n. 291, e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione della convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale;
d) dal regolamento (CE) n. 2725/2000 dell'11 dicembre 2000,  del Consiglio, che istituisce l'«Eurodac» per il confronto delle impronte digitali e per l'efficace applicazione della convenzione di Dublino;
e) nel capitolo IV della convenzione n. 108 sulla protezione  delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati di carattere personale, adottata a Strasburgo il 28 gennaio 1981 e resa esecutiva con legge 21 febbraio 1989, n. 98, quale autorità designata ai fini della cooperazione tra Stati ai sensi dell'articolo 13 della convenzione medesima.
3.  Il Garante coopera con altre autorità amministrative indipendenti nello  svolgimento dei rispettivi compiti. A tale fine, il Garante può anche invitare rappresentanti di un'altra autorità a partecipare alle proprie riunioni, o essere invitato alle riunioni di altra autorità, prendendo parte alla discussione di argomenti di comune interesse; può richiedere,  altresì, la collaborazione di personale specializzato addetto ad altra autorità.
4. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ciascun ministro consultano il Garante all'atto della predisposizione delle norme regolamentari e degli atti amministrativi suscettibili di incidere sulle materie disciplinate dal presente codice.
5.  Fatti salvi i termini più brevi previsti per legge, il parere del Garante è reso nei casi previsti nel termine di quarantacinque giorni dal ricevimento della richiesta. Decorso il termine, l'amministrazione può procedere indipendentemente dall'acquisizione del parere. Quando, per esigenze istruttorie, non può essere rispettato il termine di cui al  presente comma, tale termine può essere interrotto per una sola volta e  il parere deve essere reso definitivamente entro venti giorni dal ricevimento degli elementi istruttori da parte delle amministrazioni interessate.
6. Copia dei provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria in relazione a quanto previsto dal presente codice o in materia di criminalità informatica è trasmessa, a cura della  cancelleria, al Garante (76).

(73) Lettera così modificata dall'art. 4, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109.
(74) Vedi, anche, il Provv.Garante protez. dati pers. 21 giugno 2006, il Provv.Garante protez. dati pers. 1° marzo 2007, il Provv. 7 febbraio 2008, il Provv. 29 aprile 2009, la Del. 16 luglio 2009, n. 26, il Provv. 1° aprile 2010, la Det. 8 aprile 2010 e il Provv. 8 aprile 2010.
(75) Vedi, anche, la Del.Garante protez. dati pers. 24 maggio 2007, n. 21, il Provv. 13 ottobre 2008 e il Provv. 27 novembre 2008.
(76) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


Capo II - L'ufficio del garante
155. Princìpi applicabili.
1. All'Ufficio del Garante, al fine di garantire la responsabilità e l'autonomia ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  e successive modificazioni, si applicano i princìpi riguardanti l'individuazione e le funzioni del responsabile del procedimento, nonché  quelli relativi alla distinzione fra le funzioni di indirizzo e di controllo, attribuite agli organi di vertice, e le funzioni di gestione attribuite ai dirigenti. Si applicano altresì le disposizioni del medesimo decreto legislativo n. 165 del 2001 espressamente richiamate dal presente codice.



156. Ruolo organico e personale.
1. All'Ufficio del Garante è preposto un segretario generale scelto anche tra magistrati ordinari o amministrativi.
2. Il ruolo organico del personale dipendente è stabilito nel limite di cento unità (77).
3. Con propri regolamenti pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, il Garante definisce:
a) l'organizzazione e il funzionamento dell'Ufficio anche ai fini dello svolgimento dei compiti di cui all'articolo 154 (78);
b) l'ordinamento delle carriere e le modalità di reclutamento del personale secondo le procedure previste dall'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001;
c) la ripartizione dell'organico tra le diverse aree e qualifiche (79);
d) il trattamento giuridico ed economico del personale, secondo i criteri previsti dalla legge 31 luglio 1997, n. 249 e successive modificazioni e, per gli incarichi dirigenziali, dagli articoli 19, comma 6, e 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,  tenuto conto delle specifiche esigenze funzionali e organizzative. Nelle more della più generale razionalizzazione del trattamento economico delle autorità amministrative indipendenti, al personale è attribuito l'ottanta per cento del trattamento economico del personale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
e)  la gestione amministrativa e la contabilità, anche in deroga alle norme  sulla contabilità generale dello Stato, l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione nel quale sono iscritte le somme già versate nella contabilità speciale, nonché l'individuazione dei casi di riscossione e utilizzazione dei diritti di segreteria o di corrispettivi per servizi resi in base a disposizioni di legge secondo le modalità di cui all'articolo 6, comma 2, della legge 31 luglio 1997, n. 249.
4.  L'Ufficio può avvalersi, per motivate esigenze, di dipendenti dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche o di enti pubblici collocati in posizione di fuori ruolo o equiparati nelle forme previste dai rispettivi ordinamenti, ovvero in aspettativa ai sensi dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382,  e successive modificazioni, in numero non superiore, complessivamente, a  venti unità e per non oltre il venti per cento delle qualifiche dirigenziali, lasciando non coperto un corrispondente numero di posti di  ruolo. Al personale di cui al presente comma è corrisposta un'indennità pari all'eventuale differenza tra il trattamento erogato dall'amministrazione o dall'ente di provenienza e quello spettante al personale di ruolo, sulla base di apposita tabella di corrispondenza adottata dal Garante, e comunque non inferiore al cinquanta per
cento della retribuzione in godimento, con esclusione dell'indennità integrativa speciale.
5. In aggiunta al personale  di ruolo, l'Ufficio può assumere direttamente dipendenti con contratto a  tempo determinato, in numero non superiore a venti unità ivi compresi i  consulenti assunti con contratto a tempo determinato ai sensi del comma  7.
6. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
7.  Nei casi in cui la natura tecnica o la delicatezza dei problemi lo richiedono, il Garante può avvalersi dell'opera di consulenti, i quali sono remunerati in base alle vigenti tariffe professionali ovvero sono assunti con contratti a tempo determinato, di durata non superiore a due  anni, che possono essere rinnovati per non più di due volte.
8.  Il personale addetto all'Ufficio del Garante ed i consulenti sono tenuti al segreto su ciò di cui sono venuti a conoscenza, nell'esercizio  delle proprie funzioni, in ordine a notizie che devono rimanere segrete.
9. Il personale dell'Ufficio del Garante  addetto agli accertamenti di cui all'articolo 158 riveste, in numero non superiore a cinque unità, nei limiti del servizio cui è destinato e secondo le rispettive attribuzioni, la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria.
10. Le spese di funzionamento del Garante sono poste a carico di un fondo stanziato a tale scopo nel bilancio dello Stato e iscritto in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Il rendiconto della gestione finanziaria è soggetto al controllo della Corte dei conti.

(77) Per l'incremento della dotazione organica vedi il comma 542 dell'art. 1, L. 27 dicembre 2006, n. 296.
(78) In  attuazione di quanto disposto dalla presente lettera vedi la Del. Garante protez. dati pers. 14 dicembre 2007, n. 65 e la Del. Garante protez. dati pers. 14 dicembre 2007, n. 66.
(79)   Con Del. Garante protez. dati pers. 18 dicembre 2003, n. 20 (Gazz. Uff.  30 gennaio 2004, n. 24) sono state approvate le modifiche alle dotazioni organiche del personale dipendente del Garante per la protezione dei dati personali.


Capo III - Accertamenti e controlli
157. Richiesta di informazioni e di esibizione di documenti.
1.  Per l'espletamento dei propri compiti il Garante può richiedere al titolare, al responsabile, all'interessato o anche a terzi di fornire informazioni e di esibire documenti (80).

(80) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


158. Accertamenti.
1.  Il Garante può disporre accessi a banche di dati, archivi o altre ispezioni e verifiche nei luoghi ove si svolge il trattamento o nei quali occorre effettuare rilevazioni comunque utili al controllo del rispetto della disciplina in materia di trattamento dei dati personali.
2.  I controlli di cui al comma 1 sono eseguiti da personale dell'Ufficio. Il Garante si avvale anche, ove necessario, della collaborazione di altri organi dello Stato.
3. Gli accertamenti di cui al comma 1, se svolti in un'abitazione o in un altro luogo di privata dimora o nelle relative appartenenze, sono effettuati con l'assenso informato del titolare o del responsabile, oppure previa autorizzazione del presidente del tribunale competente per territorio in  relazione al luogo dell'accertamento, il quale provvede con decreto motivato senza ritardo, al più tardi entro tre giorni dal ricevimento della richiesta del Garante quando è documentata l'indifferibilità dell'accertamento (81).

(81) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


159. Modalità.
1.  Il personale operante, munito di documento di riconoscimento, può essere assistito ove necessario da consulenti tenuti al segreto ai sensi  dell'articolo 156, comma 8. Nel procedere a rilievi e ad operazioni tecniche può altresì estrarre copia di ogni atto, dato e documento, anche a campione e su supporto informatico o per via telematica. Degli accertamenti è redatto sommario verbale nel quale sono annotate anche le  eventuali dichiarazioni dei presenti.
2. Ai soggetti presso i quali sono eseguiti gli accertamenti è consegnata copia dell'autorizzazione del presidente del tribunale, ove rilasciata. I  medesimi soggetti sono tenuti a farli eseguire e a prestare la collaborazione a tal fine necessaria. In caso di rifiuto gli accertamenti sono comunque eseguiti e le spese in tal caso occorrenti sono poste a carico del titolare con il provvedimento che definisce il procedimento, che per questa parte costituisce titolo esecutivo ai sensi  degli articoli 474 e 475 del codice di procedura civile.
3.  Gli accertamenti, se effettuati presso il titolare o il responsabile, sono eseguiti dandone informazione a quest'ultimo o, se questo è assente  o non è designato, agli incaricati. Agli accertamenti possono assistere  persone indicate dal titolare o dal responsabile.
4.  Se non è disposto diversamente nel decreto di autorizzazione del presidente del tribunale, l'accertamento non può essere iniziato prima delle ore sette e dopo le ore venti, e può essere eseguito anche con preavviso quando ciò può facilitarne l'esecuzione.
5.  Le informative, le richieste e i provvedimenti di cui al presente articolo e agli articoli 157 e 158 possono essere trasmessi anche mediante posta elettronica e telefax.
6. Quando emergono indizi di reato si osserva la disposizione di cui all'articolo 220 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice  di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271 (82).

(82) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


160. Particolari accertamenti.
1.  Per i trattamenti di dati personali indicati nei titoli I, II e III della Parte II gli accertamenti sono effettuati per il tramite di un componente designato dal Garante.
2. Se il trattamento non risulta conforme alle disposizioni di legge o di regolamento, il Garante indica al titolare o al responsabile le necessarie modificazioni ed integrazioni e ne verifica l'attuazione. Se l'accertamento è stato richiesto dall'interessato, a quest'ultimo è fornito in ogni caso un riscontro circa il relativo esito, se ciò non pregiudica azioni od operazioni a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica o di prevenzione e repressione di reati o ricorrono motivi di difesa o di sicurezza dello Stato.
3. Gli accertamenti non sono delegabili. Quando risulta necessario in ragione della specificità della verifica, il componente designato può farsi assistere da personale specializzato tenuto al segreto ai sensi dell'articolo 156, comma 8. Gli atti e i documenti acquisiti sono custoditi secondo modalità tali da assicurarne la segretezza e sono conoscibili dal presidente e dai componenti del Garante e, se necessario  per lo svolgimento delle funzioni dell'organo, da un numero delimitato di addetti all'Ufficio individuati dal Garante sulla base di criteri definiti dal regolamento di cui all'articolo 156, comma 3, lettera a).
4.  Per gli accertamenti relativi agli organismi di informazione e di sicurezza e ai dati coperti da segreto di Stato il componente designato prende visione degli atti e dei documenti rilevanti e riferisce oralmente nelle riunioni del Garante.
5. Nell'effettuare gli accertamenti di cui al presente articolo nei riguardi di uffici giudiziari, il Garante adotta idonee modalità nel rispetto delle reciproche attribuzioni e della particolare collocazione istituzionale dell'organo procedente. Gli accertamenti riferiti ad atti di indagine coperti dal segreto sono differiti, se vi è richiesta dell'organo procedente, al momento in cui cessa il segreto.
6.  La validità, l'efficacia e l'utilizzabilità di atti, documenti e provvedimenti nel procedimento giudiziario basati sul trattamento di dati personali non conforme a disposizioni di legge o di regolamento restano disciplinate dalle pertinenti disposizioni processuali nella materia civile e penale (83).

(83) Vedi, anche, il comma 4 dell'art. 25, L. 7 agosto 1990, n. 241, come sostituito dall'art. 17, L. 11 febbraio 2005, n. 15.


TITOLO III
Sanzioni.
Capo I - Violazioni amministrative
161. Omessa o inidonea informativa all'interessato.
1.  La violazione delle disposizioni di cui all'articolo 13 è punita con la  sanzione amministrativa del pagamento di una somma da seimila euro a trantaseimila euro (84).

(84) Comma così modificato dal comma 2 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


162. Altre fattispecie.
1. La cessione dei dati in violazione di quanto previsto dall'articolo 16, comma 1, lettera b),  o di altre disposizioni in materia di disciplina del trattamento dei dati personali è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da diecimila euro a sessantamila euro (85).
2.  La violazione della disposizione di cui all'articolo 84, comma 1, è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da mille euro a seimila euro (86).
2-bis.  In caso di trattamento di dati personali effettuato in violazione delle  misure indicate nell'articolo 33 o delle disposizioni indicate nell'articolo 167 è altresì applicata in sede amministrativa, in ogni caso, la sanzione del pagamento di una somma da diecimila euro a centoventimila euro. Nei casi di cui all'articolo 33 è escluso il pagamento in misura ridotta (87).
2-ter.  In caso di inosservanza dei provvedimenti di prescrizione di misure necessarie o di divieto di cui, rispettivamente, all'articolo 154, comma  1, lettere c) e d), è altresì applicata in sede amministrativa, in ogni caso, la sanzione del pagamento di una somma da trentamila euro a centottantamila euro (88).
2-quater. La violazione del diritto di opposizione nelle forme previste dall’articolo 130, comma 3-bis, e dal relativo regolamento è sanzionata ai sensi del comma 2-bis del presente articolo (89).

(85) Comma così modificato dalla lettera a) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(86) Comma così modificato dalla lettera b) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(87) Comma aggiunto dalla lettera c) del comma 3 dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207 e poi così modificato dal n. 1) della lettera c) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(88) Comma aggiunto dalla lettera c) del comma 3 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(89) Comma aggiunto dal n. 2) della lettera c) del comma 1 dell'art. 20-bis, D.L. 25 settembre 2009, n. 135, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.


162-bis. Sanzioni in materia di conservazione dei dati di traffico.
1.  Salvo che il fatto costituisca reato e salvo quanto previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2006/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2006, nel caso di violazione delle disposizioni di cui all'art. 132, commi 1 e 1-bis, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 euro a 50.000 euro (90).

(90) Articolo aggiunto dall'art. 5, D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 109 e poi così modificato dal comma 4 dell'art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


163. Omessa o incompleta notificazione.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, non provvede tempestivamente alla notificazione ai sensi degli articoli 37 e 38, ovvero indica in essa notizie incomplete, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da ventimila euro a centoventimila euro (91).

(91) Comma così modificato dal comma 5 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


164. Omessa informazione o esibizione al Garante.
1.  Chiunque omette di fornire le informazioni o di esibire i documenti richiesti dal Garante ai sensi degli articoli 150, comma 2, e 157 è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da diecimila euro a sessantamila euro (92).

(92) Comma così modificato dal comma 6 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


164-bis. Casi di minore gravità e ipotesi aggravate.
1.  Se taluna delle violazioni di cui agli articoli 161, 162, 163 e 164 è di minore gravità, avuto altresì riguardo alla natura anche economica o sociale dell'attività svolta, i limiti minimi e massimi stabiliti dai medesimi articoli sono applicati in misura pari a due quinti.
2.  In caso di più violazioni di un'unica o di più disposizioni di cui al presente Capo, a eccezione di quelle previste dagli articoli 162, comma 2, 162-bis e 164, commesse anche in tempi diversi in relazione a banche di dati di particolare rilevanza o dimensioni, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da cinquantamila euro  a trecentomila euro. Non è ammesso il pagamento in misura ridotta.
3.  In altri casi di maggiore gravità e, in particolare, di maggiore rilevanza del pregiudizio per uno o più interessati, ovvero quando la violazione coinvolge numerosi interessati, i limiti minimo e massimo delle sanzioni di cui al presente Capo sono applicati in misura pari al doppio.
4. Le sanzioni di cui al presente Capo possono essere aumentate fino al quadruplo quando possono risultare inefficaci in ragione delle condizioni economiche del contravventore (93).

(93) Articolo aggiunto dal comma 7 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


165. Pubblicazione del provvedimento del Garante.
1.  Nei casi di cui agli articoli del presente Capo può essere applicata la  sanzione amministrativa accessoria della pubblicazione dell'ordinanza-ingiunzione, per intero o per estratto, in uno o più giornali indicati nel provvedimento che la applica. La pubblicazione ha luogo a cura e spese del contravventore (94).

(94) Comma così modificato dal comma 8 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


166. Procedimento di applicazione.
1.  L'organo competente a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni di  cui al presente capo e all'articolo 179, comma 3, è il Garante. Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689,  e successive modificazioni. I proventi, nella misura del cinquanta per cento del totale annuo, sono riassegnati al fondo di cui all'articolo 156, comma 10, e sono utilizzati unicamente per l'esercizio dei compiti di cui agli articoli 154, comma 1, lettera h), e 158.



Capo II - Illeciti penali
(commento di giurisprudenza)
167. Trattamento illecito di dati.
1.  Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 18, 19, 23, 123, 126 e 130, ovvero in applicazione dell'articolo 129, è punito, se dal fatto deriva nocumento,  con la reclusione da sei a diciotto mesi o, se il fatto consiste nella comunicazione o diffusione, con la reclusione da sei a ventiquattro mesi.
2. Salvo che il fatto costituisca più grave  reato, chiunque, al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dagli articoli 17, 20, 21, 22, commi 8 e 11, 25, 26, 27 e 45, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni.



168. Falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante.
1.  Chiunque, nella notificazione di cui all'articolo 37 o in comunicazioni, atti, documenti o dichiarazioni resi o esibiti in un procedimento dinanzi al Garante o nel corso di accertamenti, dichiara o attesta falsamente notizie o circostanze o produce atti o documenti falsi, è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da sei mesi a tre anni.



169. Misure di sicurezza.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, omette di adottare le misure minime previste dall'articolo 33 è punito con l'arresto sino a due anni (95).
2.  All'autore del reato, all'atto dell'accertamento o, nei casi complessi,  anche con successivo atto del Garante, è impartita una prescrizione fissando un termine per la regolarizzazione non eccedente il periodo di tempo tecnicamente necessario, prorogabile in caso di particolare complessità o per l'oggettiva difficoltà dell'adempimento e comunque non  superiore a sei mesi. Nei sessanta giorni successivi allo scadere del termine, se risulta l'adempimento alla prescrizione, l'autore del reato è  ammesso dal Garante a pagare una somma pari al quarto del massimo della  sanzione stabilita per la violazione amministrativa. L'adempimento e il  pagamento estinguono il reato. L'organo che impartisce la prescrizione e  il pubblico ministero provvedono nei modi di cui agli articoli 21, 22, 23 e 24 del decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, e successive modificazioni, in quanto
applicabili (96).

(95) Comma così modificato dal comma 9 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.
(96) Comma così modificato dal comma 9 dell’art. 44, D.L. 30 dicembre 2008, n. 207.


170. Inosservanza di provvedimenti del Garante.
1.  Chiunque, essendovi tenuto, non osserva il provvedimento adottato dal Garante ai sensi degli articoli 26, comma 2, 90, 150, commi 1 e 2, e 143, comma 1, lettera c), è punito con la reclusione da tre mesi a due anni.



(commento di giurisprudenza)
171. Altre fattispecie.
1. La violazione delle disposizioni di cui agli articoli 113, comma 1, e 114 è punita con le sanzioni di cui all'articolo 38 della legge 20 maggio 1970, n. 300.



172. Pene accessorie.
1. La condanna per uno dei delitti previsti dal presente codice importa la pubblicazione della sentenza.



TITOLO IV
Disposizioni modificative, abrogative, transitorie e finali.
Capo I - Disposizioni di modifica
173. Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen.
1. La legge 30 settembre 1993, n. 388,  e successive modificazioni, di ratifica ed esecuzione dei protocolli e degli accordi di adesione all'accordo di Schengen e alla relativa convenzione di applicazione, è così modificata:
a) ... (97);
b) il comma 2 dell'articolo 10 è soppresso;
c) ... (98);
d) l'articolo 12 è abrogato.

(97) Sostituisce il comma 2 dell'art. 9, L. 30 settembre 1993, n. 388.
(98) Sostituisce l'art. 11, L. 30 settembre 1993, n. 388.


174. Notifiche di atti e vendite giudiziarie.
1. ... (99).
2.  Al primo comma dell'articolo 138 del codice di procedura civile, le parole da: «può sempre eseguire» a «destinatario,» sono sostituite dalle  seguenti: «esegue la notificazione di regola mediante consegna della copia nelle mani proprie del destinatario, presso la casa di abitazione oppure, se ciò non è possibile,».
3. Nel quarto comma dell'articolo 139 del codice di procedura civile, la parola: «l'originale» è sostituita dalle seguenti: «una ricevuta».
4.  Nell'articolo 140 del codice di procedura civile, dopo le parole: «affigge avviso del deposito» sono inserite le seguenti: «in busta chiusa e sigillata».
5. All'articolo 142 del codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (100);
b) nell'ultimo comma le parole: «ai commi precedenti» sono sostituite dalle seguenti: «al primo comma».
6.  Nell'articolo 143, primo comma, del codice di procedura civile, sono soppresse le parole da: «, e mediante» fino alla fine del periodo (101).
7.  All'articolo 151, primo comma, del codice di procedura civile dopo le parole: «maggiore celerità» sono aggiunte le seguenti: «, di riservatezza o di tutela della dignità».
8. ... (102).
9. ... (103).
10.  All'articolo 570, primo comma, del codice di procedura civile le parole: «del debitore,» sono soppresse e le parole da: «informazioni» fino alla fine sono sostituite dalle seguenti: «informazioni, anche relative alle generalità del debitore, possono essere fornite dalla cancelleria del tribunale a chiunque vi abbia interesse».
11. ... (104).
12. ... (105).
13. All'articolo 148 del codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (106);
b) ... (107).
14.  All'articolo 157, comma 6, del codice di procedura penale le parole: «è  scritta all'esterno del plico stesso» sono sostituite dalle seguenti: «è effettuata nei modi previsti dall'articolo 148, comma 3».
15. ... (108).
16. Alla legge 20 novembre 1982, n. 890, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) ... (109);
b)  all'articolo 8, secondo comma, secondo periodo, dopo le parole: «L'agente postale rilascia avviso» sono inserite le seguenti: «, in busta chiusa, del deposito».

(99) Aggiunge due commi, dopo il secondo, all'art. 137 del codice di procedura civile.
(100) Sostituisce con un unico comma gli originari primo e secondo comma dell'art. 142 del codice di procedura civile.
(101) La Corte costituzionale, con ordinanza 7-22 luglio 2005, n. 310 (Gazz. Uff. 27 luglio 2005, n. 30, 1ª Serie speciale), ha dichiarato la  manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell'art. 174, comma 6, sollevata in riferimento all'art. 24, secondo comma, della Costituzione.
(102) Aggiunge un comma, dopo il primo, all'art. 250 del codice di procedura civile.
(103) Aggiunge un periodo al terzo comma dell'art. 490 del codice di procedura civile.
(104) Aggiunge un periodo al quarto comma dell'art. 14, L. 24 novembre 1981, n. 689.
(105) Aggiunge l'art. 15-bis al D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445.
(106) Sostituisce il comma 3 dell'art. 148 del codice di procedura penale.
(107) Aggiunge il comma 5-bis all'art. 148 del codice di procedura penale.
(108) Sostituisce il comma 1 dell'art. 80 delle disposizioni di attuazioni del codice di procedura penale approvate con D.Lgs. 28 luglio 1989, n. 271.
(109) Aggiunge un periodo al primo comma dell'art. 2, L. 20 novembre 1982, n. 890.


175. Forze di polizia.
1.  Il trattamento effettuato per il conferimento delle notizie ed informazioni acquisite nel corso di attività amministrative ai sensi dell'articolo 21, comma 1, della legge 26 marzo 2001, n. 128,  e per le connessioni di cui al comma 3 del medesimo articolo è oggetto di comunicazione al Garante ai sensi dell'articolo 39, commi 2 e 3.
2.  I dati personali trattati dalle forze di polizia, dagli organi di pubblica sicurezza e dagli altri soggetti di cui all'articolo 53, comma 1, senza l'ausilio di strumenti elettronici anteriormente alla data di entrata in vigore del presente codice, in sede di applicazione del presente codice possono essere ulteriormente trattati se ne è verificata  l'esattezza, completezza ed aggiornamento ai sensi dell'articolo 11.
3. ... (110).

(110) Sostituisce l'art. 10, L. 1° aprile 1981, n. 121.


176. Soggetti pubblici.
1. Nell'articolo 24, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 241,  dopo le parole: «mediante strumenti informatici» sono inserite le seguenti: «, fuori dei casi di accesso a dati personali da parte della persona cui i dati si riferiscono, «.
2. ... (111).
3. ... (112).
4. Al Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione continuano ad applicarsi l'articolo 6 del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, nonché le vigenti modalità di finanziamento nell'àmbito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
5. ... (113).
6.  La denominazione: «Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione» contenuta nella vigente normativa è sostituita dalla seguente: «Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione».

(111) Aggiunge il comma 1-bis all'art. 2, D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
(112) Sostituisce il comma 1 dell'art. 4, D.Lgs. 12 febbraio 1993, n. 39.
(113) Sostituisce il comma 1 dell'art. 5, D.Lgs. 12 febbraio 1993, n. 39.


177. Disciplina anagrafica, dello stato civile e delle liste elettorali.
1. Il comune può utilizzare gli elenchi di cui all'articolo 34, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223,  per esclusivo uso di pubblica utilità anche in caso di applicazione della disciplina in materia di comunicazione istituzionale.
2. ... (114).
3. Il rilascio degli estratti degli atti dello stato civile di cui all'articolo 107 del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396 è consentito solo ai soggetti cui l'atto si riferisce, oppure su motivata istanza comprovante l'interesse personale e concreto del richiedente a fini di tutela di una situazione giuridicamente rilevante,  ovvero decorsi settanta anni dalla formazione dell'atto.
4. Nel primo comma dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, sono soppresse le lettere d) ed e).
5. ... (115).

(114) Sostituisce il comma 7 dell'art. 28, L. 4 maggio 1983, n. 184.
(115) Sostituisce il quinto comma dell'art. 51, D.P.R. 20 marzo 1967, n. 223.


178. Disposizioni in materia sanitaria.
1. Nell'articolo 27, terzo e quinto comma, della legge 23 dicembre 1978, n. 833,  in materia di libretto sanitario personale, dopo le parole: «il Consiglio sanitario nazionale» e prima della virgola sono inserite le seguenti: «e il Garante per la protezione dei dati personali».
2. All'articolo 5 della legge 5 giugno 1990, n. 135, in materia di AIDS e infezione da HIV, sono apportate le seguenti modifiche:
a) ... (116).
b)  nel comma 2, le parole: «decreto del Ministro della sanità» sono sostituite dalle seguenti: «decreto del Ministro della salute, sentito il Garante per la protezione dei dati personali».
3. ... (117).
4. All'articolo 2, comma 1, del D.M. 11 febbraio 1997 del Ministro della sanità, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 72 del 27 marzo 1997, in materia di importazione di medicinali registrati all'estero, sono soppresse le lettere f) ed h).
5. Nel comma 1, primo periodo, dell'articolo 5-bis del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94,  le parole da: «riguarda anche» fino alla fine del periodo sono sostituite dalle seguenti: «è acquisito unitamente al consenso relativo al trattamento dei dati personali».

(116) Sostituisce il comma 1 dell'art. 5, L. 5 giugno 1990, n. 135.
(117) Aggiunge un periodo al comma 3 dell'art. 5, D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 539.


179. Altre modifiche.
1. Nell'articolo 6 della legge 2 aprile 1958, n. 339,  sono soppresse le parole: «; mantenere la necessaria riservatezza per tutto quanto si riferisce alla vita familiare» e: «garantire al lavoratore il rispetto della sua personalità e della sua libertà morale;».
2. Nell'articolo 38, primo comma, della legge 20 maggio 1970, n. 300, sono soppresse le parole: «4,» e «,8».
3. Al comma 3 dell'articolo 12 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 185,  in materia di contratti a distanza, sono aggiunte in fine le seguenti parole: «, ovvero, limitatamente alla violazione di cui all'articolo 10,  al Garante per la protezione dei dati personali».
4. [ ... (118).

(118) Il presente comma, abrogato dall'art. 184, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, a decorrere dal 1° maggio 2004, ai sensi di quanto disposto dall'art. 183 dello stesso decreto, aggiunge l'art. 107-bis al D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490.


Capo II - Disposizioni transitorie
180. Misure di sicurezza.
1. Le misure minime di sicurezza di cui agli articoli da 33 a 35 e all'allegato B) che non erano previste dal decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318, sono adottate entro il 31 marzo 2006 (119).
2.  Il titolare che alla data di entrata in vigore del presente codice dispone di strumenti elettronici che, per obiettive ragioni tecniche, non consentono in tutto o in parte l'immediata applicazione delle misure  minime di cui all'articolo 34 e delle corrispondenti modalità tecniche di cui all'allegato B), descrive le medesime ragioni in un documento a data certa da conservare presso la propria struttura.
3.  Nel caso di cui al comma 2, il titolare adotta ogni possibile misura di  sicurezza in relazione agli strumenti elettronici detenuti in modo da evitare, anche sulla base di idonee misure organizzative, logistiche o procedurali, un incremento dei rischi di cui all'articolo 31, adeguando i  medesimi strumenti al più tardi entro il 30 giugno 2006 (120).

(119) Comma così modificato prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 6, D.L. 9 novembre 2004, n. 266 e dall'art. 6-bis, D.L. 30 dicembre 2004, n. 314, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione, ed infine dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273.
(120) Comma così modificato prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 6, D.L. 9 novembre 2004, n. 266 e dall'art. 6-bis, D.L. 30 dicembre 2004, n. 314, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione, ed infine dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273.


181. Altre disposizioni transitorie.
1. Per i trattamenti di dati personali iniziati prima del 1° gennaio 2004, in sede di prima applicazione del presente codice:
a)  l'identificazione con atto di natura regolamentare dei tipi di dati e di operazioni ai sensi degli articoli 20, commi 2 e 3, e 21, comma 2, è effettuata, ove mancante, entro il 28 febbraio 2007 (121);
b) la determinazione da rendere nota agli interessati ai sensi dell'articolo 26, commi 3, lettera a), e 4, lettera a), è adottata, ove mancante, entro il 30 giugno 2004;
c) le notificazioni previste dall'articolo 37 sono effettuate entro il 30 aprile 2004;
d) le comunicazioni previste dall'articolo 39 sono effettuate entro il 30 giugno 2004;
e)  [le modalità semplificate per l'informativa e la manifestazione del consenso, ove necessario, possono essere utilizzate dal medico di medicina generale, dal pediatra di libera scelta e dagli organismi sanitari anche in occasione del primo ulteriore contatto con l'interessato, al più tardi entro il 30 settembre 2004] (122);
f) l'utilizzazione dei modelli di cui all'articolo 87, comma 2, è obbligatoria a decorrere dal 1° gennaio 2005.
2. Le disposizioni di cui all'articolo 21-bis del decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, introdotto dall'articolo 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 281, restano in vigore fino alla data di entrata in vigore del presente codice.
3. L'individuazione dei trattamenti e dei titolari di cui agli articoli 46 e 53, da riportare nell'allegato C), è effettuata in sede di prima applicazione del presente codice entro il 30 giugno 2004.
4. Il materiale informativo eventualmente trasferito al Garante ai sensi dell'articolo 43, comma 1, della legge 31 dicembre 1996, n. 675,  utilizzato per le opportune verifiche, continua ad essere successivamente archiviato o distrutto in base alla normativa vigente.
5.  L'omissione delle generalità e degli altri dati identificativi dell'interessato ai sensi dell'articolo 52, comma 4, è effettuata sulle sentenze o decisioni pronunciate o adottate prima dell'entrata in vigore  del presente codice solo su diretta richiesta dell'interessato e limitatamente ai documenti pubblicati mediante rete di comunicazione elettronica o sui nuovi prodotti su supporto cartaceo o elettronico. I sistemi informativi utilizzati ai sensi dell'articolo 51, comma 1, sono adeguati alla medesima disposizione entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente codice.
6. Le confessioni religiose che, prima dell'adozione del presente codice, abbiano determinato e adottato nell'àmbito del rispettivo ordinamento le  garanzie di cui all'articolo 26, comma 3, lettera a), possono proseguire l'attività di trattamento nel rispetto delle medesime.
6-bis.  Fino alla data in cui divengono efficaci le misure e gli accorgimenti prescritti ai sensi dell'articolo 132, comma 5, per la conservazione del  traffico telefonico si osserva il termine di cui all'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171 (123).

(121) Lettera così modificata prima dall'art. 3, D.L. 24 giugno 2004, n. 158, poi dall'art. 10, D.L. 30 dicembre 2005, n. 273, come modificato dalla relativa legge di conversione, e dall'art. 1, D.L. 12 maggio 2006, n. 173, come sostituito dalla relativa legge di conversione, ed infine dal comma 1 dell'art. 6, D.L. 28 dicembre 2006, n. 300. In attuazione di quanto disposto dalla presente lettera vedi, per il Ministero degli affari esteri, il D.M. 23 giugno 2004, n. 225.
(122) Lettera abrogata dall'art. 2-quinquies, D.L. 29 marzo 2004, n. 81, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione.
(123) Comma aggiunto dall'art. 4, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, come modificato dalla relativa legge di conversione.


182. Ufficio del Garante.
1.  Al fine di assicurare la continuità delle attività istituzionali, in sede di prima applicazione del presente codice e comunque non oltre il 31 marzo 2004, il Garante:
a) può individuare i presupposti per l'inquadramento in ruolo, al livello iniziale delle rispettive qualifiche e nei limiti delle disponibilità di  organico, del personale appartenente ad amministrazioni pubbliche o ad enti pubblici in servizio presso l'Ufficio del Garante in posizione di fuori ruolo o equiparato alla data di pubblicazione del presente codice;
b)  può prevedere riserve di posti nei concorsi pubblici, unicamente nel limite del trenta per cento delle disponibilità di organico, per il personale non di ruolo in servizio presso l'Ufficio del Garante che abbia maturato un'esperienza lavorativa presso il Garante di almeno un anno.



Capo III - Abrogazioni
183. Norme abrogate.
1. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono abrogati:
a) la legge 31 dicembre 1996, n. 675;
b) la legge 3 novembre 2000, n. 325;
c) il decreto legislativo 9 maggio 1997, n. 123;
d) il decreto legislativo 28 luglio 1997, n. 255;
e) l'articolo 1 del decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 135;
f) il decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171 (124);
g) il decreto legislativo 6 novembre 1998, n. 389;
h) il decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 51;
i) il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 135;
l) il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 281, ad eccezione degli articoli 8, comma 1, 11 e 12;
m) il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 282;
n) il decreto legislativo 28 dicembre 2001, n. 467;
o) il decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1999, n. 318.
2. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono abrogati gli articoli 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 20 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1998, n. 501.
3. Dalla data di entrata in vigore del presente codice sono o restano, altresì, abrogati:
a) l'art. 5, comma 9, del D.M. 18 maggio 2001, n. 279 del Ministro della sanità, in materia di malattie rare;
b) l'articolo 12 della legge 30 marzo 2001, n. 152;
c) l'articolo 4, comma 3, della legge 6 marzo 2001, n. 52, in materia di donatori midollo osseo;
d) l'articolo 16, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in materia di certificati di assistenza al parto;
e) l'art. 2, comma 5, del D.M. 27 ottobre 2000, n. 380 del Ministro della sanità, in materia di flussi informativi sui dimessi dagli istituti di ricovero;
f) l'articolo 2, comma 5-quater 1, secondo e terzo periodo, del decreto-legge 28 marzo 2000, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2000, n. 137, e successive modificazioni, in materia di banca dati sinistri in àmbito assicurativo;
g) l'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204, in materia di diffusione di dati a fini di ricerca e collaborazione in campo scientifico e tecnologico;
h) l'articolo 330-bis del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, in materia di diffusione di dati relativi a studenti;
i) l'articolo 8, quarto comma, e l'articolo 9, quarto comma, della legge 1° aprile 1981, n. 121.
4.  Dalla data in cui divengono efficaci le disposizioni del codice di deontologia e di buona condotta di cui all'articolo 118, i termini di conservazione dei dati personali individuati ai sensi dell'articolo 119,  eventualmente previsti da norme di legge o di regolamento, si osservano  nella misura indicata dal  medesimo codice.

(124) La presente lettera era stata sostituita dall'art. 5, D.L. 24 dicembre 2003, n. 354, poi soppressa dalla relativa legge di conversione.


Capo IV - Norme finali
184. Attuazione di direttive europee.
1.  Le disposizioni del presente codice danno attuazione alla direttiva 96/45/CE del 24 ottobre 1995, del Parlamento europeo e del Consiglio, e alla direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002, del Parlamento europeo e del Consiglio.
2. Quando leggi, regolamenti e altre disposizioni fanno riferimento a disposizioni comprese nella legge 31 dicembre 1996, n. 675,  e in altre disposizioni abrogate dal presente codice, il riferimento si  intende effettuato alle corrispondenti disposizioni del presente codice  secondo la tavola di corrispondenza riportata in allegato.
3.  Restano ferme le disposizioni di legge e di regolamento che stabiliscono divieti o limiti più restrittivi in materia di trattamento di taluni dati personali.



185. Allegazione dei codici di deontologia e di buona condotta.
1. L'allegato A) riporta, oltre ai codici di cui all'articolo 12, commi 1 e 4, quelli promossi ai sensi degli articoli 25 e 31 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, e già pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana alla data di emanazione del presente codice.



186. Entrata in vigore.
1.  Le disposizioni di cui al presente codice entrano in vigore il 1° gennaio 2004, ad eccezione delle disposizioni di cui agli articoli 156, 176, commi 3, 4, 5 e 6 e 182, che entrano in vigore il giorno successivo  alla data di pubblicazione del presente codice. Dalla medesima data si osservano altresì i termini in materia di ricorsi di cui agli articoli 149, comma 8, e 150, comma 2.



Allegato A (125)
Codici di deontologia
A.1  Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica. (Provvedimento del Garante del 29 luglio 1998, in G.U. 3 agosto 1998, n. 179) (126)
A.2  Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici. (Provvedimento del Garante n. 8/P21 del 14 marzo 2001, in G.U. 5 aprile 2001, n. 80) (127)
A.3  Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali a scopi statistici e di ricerca scientifica effettuati nell'àmbito del Sistema statistico nazionale. (Provvedimento del Garante  n. 13 del 31 luglio 2002, in G.U. 1° ottobre 2002, n. 230) (128)
A.4  Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali per scopi statistici e scientifici. (Provvedimento del Garante  n. 2 del 16 giugno 2004, in G.U. 14 agosto 2004, n. 190, S.O.) (129)
A.5  Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e  puntualità nei pagamenti. (Provvedimento del Garante n. 8 del 16 novembre 2004, in G.U. 23 dicembre 2004, n. 300) (130)
A.6  Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento dei dati personali effettuato per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000. (Del. 6 novembre 2008, n. 60, in G.U. 24 novembre 2008, n. 275) (131)

(125) Nell'allegato A al presente decreto è stato disposto l'inserimento dei seguenti codici di deontologia e di buona condotta:
-  per i trattamenti dati personali per scopi statistici e scientifici e per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti  al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, con D.M. 14 gennaio 2005 (Gazz. Uff. 29 gennaio 2005, n. 23);
- per i dati trattati per svolgere investigazioni difensive o per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, con D.M. 2 dicembre 2008 (Gazz. Uff. 24 dicembre 2008, n. 300).
(126) Il Provv.Garante protez. dati pers. 29 luglio 1998 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(127) Il Provv.Garante protez. dati pers. 14 marzo 2001, n. 8/P/2001 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(128) Il Provv.Garante protez. dati pers. 31 luglio 2002, n. 13 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(129) Il Provv.Garante protez. dati pers. 16 giugno 2004, n. 2 è pubblicato autonomamente nell'Opera.
(130) La Del. Garante protez. dati pers. 16 novembre 2004, n. 8 è pubblicata autonomamente nell'Opera.
(131) La Del. 6 novembre 2008, n. 60 è pubblicatà autonomamente nell'Opera.


Allegato B (132)
Disciplinare tecnico in materia di misure minime di sicurezza
(Artt. da 33 a 36 del codice)
Trattamenti con strumenti elettronici
Modalità tecniche da adottare a cura del titolare, del responsabile ove designato e dell'incaricato, in caso di trattamento con strumenti elettronici:
Sistema di autenticazione informatica
1.  Il trattamento di dati personali con strumenti elettronici è consentito  agli incaricati dotati di credenziali di autenticazione che consentano il superamento di una procedura di autenticazione relativa a uno specifico trattamento o a un insieme di trattamenti.
2.  Le credenziali di autenticazione consistono in un codice per l'identificazione dell'incaricato associato a una parola chiave riservata conosciuta solamente dal medesimo oppure in un dispositivo di autenticazione in possesso e uso esclusivo dell'incaricato, eventualmente associato a un codice identificativo o a una parola chiave, oppure in una caratteristica biometrica dell'incaricato, eventualmente associata a un codice identificativo o a una parola chiave.
3. Ad ogni incaricato sono assegnate o associate individualmente una o più credenziali per l'autenticazione.
4.  Con le istruzioni impartite agli incaricati è prescritto di adottare le  necessarie cautele per assicurare la segretezza della componente riservata della credenziale e la diligente custodia dei dispositivi in possesso ed uso esclusivo dell'incaricato.
5. La parola chiave, quando è prevista dal sistema di autenticazione, è composta da almeno otto caratteri oppure, nel caso in cui lo strumento elettronico non lo permetta, da un numero di caratteri pari al massimo consentito; essa non contiene riferimenti agevolmente riconducibili all'incaricato ed è modificata da quest'ultimo al primo utilizzo e, successivamente, almeno ogni sei mesi. In caso di trattamento di dati sensibili e di dati giudiziari la parola chiave è modificata almeno ogni  tre mesi.
6. Il codice per l'identificazione, laddove utilizzato, non può essere assegnato ad altri incaricati, neppure in tempi diversi.
7.  Le credenziali di autenticazione non utilizzate da almeno sei mesi sono  disattivate, salvo quelle preventivamente autorizzate per soli scopi di  gestione tecnica.
8. Le credenziali sono disattivate anche in caso di perdita della qualità che consente all'incaricato l'accesso ai dati personali.
9. Sono impartite istruzioni agli incaricati per non lasciare incustodito e  accessibile lo strumento elettronico durante una sessione di trattamento.
10. Quando l'accesso ai dati e agli strumenti elettronici è consentito esclusivamente mediante uso della componente riservata della credenziale per l'autenticazione, sono impartite idonee e preventive disposizioni scritte volte a individuare chiaramente le modalità con le quali il titolare può assicurare la disponibilità di dati o strumenti elettronici in caso di prolungata assenza o impedimento dell'incaricato che renda indispensabile e indifferibile intervenire per esclusive necessità di operatività e di sicurezza del sistema. In tal caso la custodia delle copie delle credenziali è organizzata garantendo la relativa segretezza e individuando preventivamente per iscritto i soggetti incaricati della loro custodia, i quali devono informare tempestivamente l'incaricato dell'intervento effettuato.
11. Le disposizioni sul sistema di autenticazione di cui ai precedenti punti e quelle sul sistema di autorizzazione non si applicano ai trattamenti dei dati personali destinati alla diffusione.
Sistema di autorizzazione
12.  Quando per gli incaricati sono individuati profili di autorizzazione di  àmbito diverso è utilizzato un sistema di autorizzazione.
13.  I profili di autorizzazione, per ciascun incaricato o per classi omogenee di incaricati, sono individuati e configurati anteriormente all'inizio del trattamento, in modo da limitare l'accesso ai soli dati necessari per effettuare le operazioni di trattamento.
14.  Periodicamente, e comunque almeno annualmente, è verificata la sussistenza delle condizioni per la conservazione dei profili di autorizzazione.
Altre misure di sicurezza
15.  Nell'àmbito dell'aggiornamento periodico con cadenza almeno annuale dell'individuazione dell'àmbito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici, la lista degli incaricati può essere redatta anche per classi omogenee di incarico e dei relativi profili di autorizzazione.
16. I dati personali sono protetti contro il rischio di intrusione e dell'azione di programmi di cui all'art. 615-quinquies del codice penale, mediante l'attivazione di idonei strumenti elettronici da aggiornare con cadenza almeno semestrale.
17.  Gli aggiornamenti periodici dei programmi per elaboratore volti a prevenire la vulnerabilità di strumenti elettronici e a correggerne difetti sono effettuati almeno annualmente. In caso di trattamento di dati sensibili o giudiziari l'aggiornamento è almeno semestrale.
18. Sono impartite istruzioni organizzative e tecniche che prevedono il salvataggio dei dati con frequenza almeno settimanale.
Documento programmatico sulla sicurezza
19.  Entro il 31 marzo di ogni anno, il titolare di un trattamento di dati sensibili o di dati giudiziari redige anche attraverso il responsabile, se designato, un documento programmatico sulla sicurezza contenente idonee informazioni riguardo:
19.1. l'elenco dei trattamenti di dati personali;
19.2. la distribuzione dei compiti e delle responsabilità nell'àmbito delle strutture preposte al trattamento dei dati;
19.3. l'analisi dei rischi che incombono sui dati;
19.4.  le misure da adottare per garantire l'integrità e la disponibilità dei dati, nonché la protezione delle aree e dei locali, rilevanti ai fini della loro custodia e accessibilità;
19.5. la descrizione dei criteri e delle modalità per il ripristino della disponibilità dei dati in seguito a distruzione o danneggiamento di cui al successivo punto 23;
19.6. la previsione di interventi formativi degli incaricati del trattamento, per renderli edotti dei rischi che incombono sui dati, delle misure disponibili per prevenire eventi dannosi, dei profili della disciplina sulla protezione dei dati personali più rilevanti in rapporto alle relative attività, delle responsabilità che ne derivano e delle modalità per aggiornarsi sulle misure minime adottate dal titolare. La formazione è programmata già al momento dell'ingresso in servizio, nonché in occasione di cambiamenti di mansioni, o di introduzione di nuovi significativi strumenti, rilevanti rispetto al trattamento di dati personali;
19.7.  la descrizione dei criteri da adottare per garantire l'adozione delle misure minime di sicurezza in caso di trattamenti di dati personali affidati, in conformità al codice, all'esterno della struttura del titolare;
19.8. per i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale di cui al punto 24, l'individuazione dei criteri da adottare per la cifratura o per la separazione di tali dati dagli altri dati personali dell'interessato.
Ulteriori misure in caso di trattamento di dati sensibili o giudiziari
20. I dati sensibili o giudiziari sono protetti contro l'accesso abusivo, di cui all'art. 615-ter del codice penale, mediante l'utilizzo di idonei strumenti elettronici.
21.  Sono impartite istruzioni organizzative e tecniche per la custodia e l'uso dei supporti rimovibili su cui sono memorizzati i dati al fine di evitare accessi non autorizzati e trattamenti non consentiti.
22.  I supporti rimovibili contenenti dati sensibili o giudiziari se non utilizzati sono distrutti o resi inutilizzabili, ovvero possono essere riutilizzati da altri incaricati, non autorizzati al trattamento degli stessi dati, se le informazioni precedentemente in essi contenute non sono intelligibili e tecnicamente in alcun modo ricostruibili.
23.  Sono adottate idonee misure per garantire il ripristino dell'accesso ai  dati in caso di danneggiamento degli stessi o degli strumenti elettronici, in tempi certi compatibili con i diritti degli interessati e  non superiori a sette giorni.
24. Gli organismi sanitari e gli esercenti le professioni sanitarie effettuano il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale contenuti in elenchi, registri o banche di dati con le modalità di cui all'articolo 22, comma 6, del codice, anche al fine di consentire il trattamento disgiunto dei medesimi dati dagli altri dati personali che permettono di identificare direttamente gli interessati. I  dati relativi all'identità genetica sono trattati esclusivamente all'interno di locali protetti accessibili ai soli incaricati dei trattamenti ed ai soggetti specificatamente autorizzati ad accedervi; il  trasporto dei dati all'esterno dei locali riservati al loro trattamento  deve avvenire in contenitori muniti di serratura o dispositivi equipollenti; il trasferimento dei dati in formato elettronico è cifrato.
Misure di tutela e garanzia
25.  Il titolare che adotta misure minime di sicurezza avvalendosi di soggetti esterni alla propria struttura, per provvedere alla esecuzione riceve dall'installatore una descrizione scritta dell'intervento effettuato che ne attesta la conformità alle disposizioni del presente disciplinare tecnico.
26. Il titolare riferisce, nella relazione accompagnatoria del bilancio d'esercizio, se dovuta, dell'avvenuta redazione o aggiornamento del documento programmatico sulla sicurezza.
Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici
Modalità tecniche da adottare a cura del titolare, del responsabile, ove designato, e dell'incaricato, in caso di trattamento con strumenti diversi da quelli elettronici:
27. Agli incaricati sono impartite istruzioni scritte finalizzate al controllo ed  alla custodia, per l'intero ciclo necessario allo svolgimento delle operazioni di trattamento, degli atti e dei documenti contenenti dati personali. Nell'àmbito dell'aggiornamento periodico con cadenza almeno annuale dell'individuazione dell'àmbito del trattamento consentito ai singoli incaricati, la lista degli incaricati può essere redatta anche per classi omogenee di incarico e dei relativi profili di autorizzazione.
28. Quando gli atti e i documenti  contenenti dati personali sensibili o giudiziari sono affidati agli incaricati del trattamento per lo svolgimento dei relativi compiti, i medesimi atti e documenti sono controllati e custoditi dagli incaricati fino alla restituzione in maniera che ad essi non accedano persone prive  di autorizzazione, e sono restituiti al termine delle operazioni affidate.
29. L'accesso agli archivi contenenti dati sensibili o giudiziari è controllato. Le persone ammesse, a qualunque titolo, dopo l'orario di chiusura, sono identificate e registrate. Quando gli archivi non sono dotati di strumenti elettronici per il controllo degli accessi o di incaricati della vigilanza, le persone che vi accedono sono preventivamente autorizzate.

(132) Vedi, anche, il Provv. 27 novembre 2008. Per la sospensione delle disposizioni contenute nel presente allegato vedi il comma 9 dell'art. 1, O.P.C.M. 17 giugno 2009, n. 3781.


Allegato C
Trattamenti non occasionali effettuati in àmbito giudiziario o per fini di polizia
(artt. 46 e 53 del codice)
TAVOLA DI CORRISPONDENZA
DEI RIFERIMENTI PREVIGENTI
AL CODICE IN MATERIA
DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI





ARTICOLATO DEL CODICE
RIFERIMENTO PREVIGENTE







Parte I


Disposizioni generali


Titolo I


Princìpi generali








Art. 1 (Diritto alla protezione dei dati personali)
---







Art. 2 (Finalità)
cfr. art. 1, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 1, comma 1, L. 31 dicembre 1996, n. 675

comma 2
---




Art. 3 (Principio di necessità del trattamento dei dati)
---

comma 1





Art. 4 (Definizioni)


comma 1, lett. a)
cfr. art. 2, dir. 95/46 CE;


art. 1, comma 2, lett. b), L. n. 675/1996

lett. b)
art. 1, comma 2, lett. c), L. n. 675/1996

lett.  c)
art. 10, comma 5, D.Lgs. 30 luglio 1999, n. 281

lett. d)
cfr. art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

lett. e)
cfr. art. 24, comma 1, L. n. 675/1996

lett. f)
art. 1, comma 2, lett. d), L. n. 675/1996

lett. g)
art. 1, comma 2, lett. e), L. n. 675/1996

lett. h)
cfr. art. 19 L. n. 675/1996

lett. i)
art. 1, comma 2, lett. f), L. n. 675/1996

lett. l)
art. 1, comma 2, lett. g), L. n. 675/1996

lett. m)
art. 1, comma 2, lett. h), L. n. 675/1996

lett. n)
art. 1, comma 2, lett. i), L. n. 675/1996

lett. o)
art. 1, comma 2, lett. l), L. n. 675/1996

lett. p)
art. 1, comma 2, lett. a), L. n. 675/1996

lett. q)
art. 1, comma 2, lett. m), L. n. 675/1996

comma 2, lett. a)
cfr. art. 2, par. 2, lett. d), direttiva del Parlamento


europeo e del Consiglio n. 2002/58/CE

lett. b)
cfr. art. 2, lett. e), direttiva n. 2002/58/CE

lett. c)
cfr. art. 2, par. 1, lett. a), direttiva del Parlamento


europeo e del Consiglio n. 2002/21/CE

lett. d)
cfr. art. 2, par. 1, lett. d), direttiva n. 2002/21/CE

lett.  e)
cfr. art. 2, par. 1, lett. c), direttiva n. 2002/21/CE

lett. f)
cfr. art. 2, par. 1, lett. k), direttiva n. 2002/21/CE

lett. g)
cfr. art. 2,par. 2, lett. a), direttiva n. 2002/58/CE

lett. h)
cfr. art. 2, par. 2,lett. b), direttiva n. 2002/58/CE

lett. i)
cfr. art. 2, par. 2, lett. c), direttiva n. 2002/58/CE

lett.  l)
cfr. art. 2, par. 2, lett. g), direttiva n. 2002/58/CE

lett. m)
cfr. art. 2, par. 2, lett. h), direttiva n. 2002/58/CE

comma 3, lett. a)
art. 1, comma 1, lett. a), D.P.R. 28 luglio 1999, n. 318

lett. b)
art. 1, lett. b, D.P.R. n. 318/1999

lett. c)
---

lett. d)
---

lett. e)
---

lett. f)
---

lett. g)
---

comma 4, lett. a)
art. 1, comma 2, lett. a), D.Lgs. n. 281/1999

lett. b)
art. 1, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 281/1999

lett. c)
art. 1, comma 2, lett. b), D.Lgs. n. 281/1999

Art. 5 (Oggetto ed àmbito di applicazione)
cfr. art. 4, dir. 95/46/CE;

comma 1
artt. 2, comma 1, e 6, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 2, commi 1 -bis, e 1 -ter, L. n. 675/1996

comma 3
cfr.art. 3, par. 2 (secondo periodo), dir. 95/46/CE;


art. 3, L. n. 675/1996

Art. 6 (Disciplina del trattamento)
---

Titolo II


Diritti dell'interessato


Art. 7 (Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti)
cfr. art. 12, dir. 95/46;

comma 1
art. 13, comma 1, lett. c), punto 1 (prima parte) L. n. 675/1996

comma 2
art. 13, comma 1, lett. b) e c), punto 1 (seconda parte)


L. n. 675/1996

comma 3
art. 13, comma 1, lett. c), punti 2, 3 e 4 L. n. 675/1996

comma 4
art. 13, comma 1, lett. d) ed e), L. n. 675/1996

Art. 8 (Esercizio dei diritti)
cfr. art. 13, dir. 95/46;

comma 1
art. 17, comma 1, D.P.R. n. 501/1998.

comma 2
art. 14, comma 1, lett. a), b), c), d), e) ed e- bis) L. n. 675/1996

comma 3
art. 14, comma 2, n. 675/1996

comma 4
---

Art. 9 (Modalità di esercizio)


comma 1
art. 17, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 13, comma 4, L. n. 675/1996; art. 17, comma 4, D.P.R. n.


501/1998

comma 3
art. 13, comma 3 , L. n. 675/1996

comma 4
art. 17, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 13, comma 1, c), punto 1 (secondo periodo), L. n. 675/1996

Art. 10 (Riscontro all'interessato)


comma 1
art. 17, comma 9, D.P.R. 31 marzo 1998, n. 501.

comma 2
art. 17, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 17, comma 5 D.P.R. n. 501/1998

comma 4
---

comma 5 
---

comma 6
---

comma 7
art. 13, comma 2, L. n. 675/1996; art. 17, comma 7, D.P.R. n.


501/1998

comma 8
art. 17, comma 7, D.P.R. n. 501/1998

comma 9
art. 17, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

Titolo III


Regole generali per il trattamento dei dati


Capo I


Regole per tutti i trattamenti


Art. 11 (Modalità del trattamento e requisiti dei dati)
cfr. art. 6, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 9, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
---

Art. 12 (Codici di deontologia e di buona condotta)
cfr. art. 27, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 31, comma 1, lett. h), L. n. 675/1996;

comma 2
art. 20, comma 4, D.Lgs. 28 dicembre 2001, n. 467.

comma 3
art. 20, comma 3, D.Lgs. n. 467/2001

comma 4
---

Art. 13 (Informativa)
cfr. art. 10, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 10, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 10, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
art. 10, comma 3, L. n. 675/1996

comma 5
art. 10, comma 4, L. n. 675/1996

Art. 14 (Definizione di profili e della personalità 


dell'interessato)
cfr. art. 15, dir. 95/46/CE ;

Comma 1
art. 17, comma 1, L. n. 675/1996

Comma 2
art. 17, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 15 (Danni cagionati per effetto del trattamento)
cfr. art. 23, dir. 95/46/CE :

comma 1
art. 18, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 9, L. n. 675/1996

Art. 16 (Cessazione del trattamento)
cfr. art. 19, par. 2, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 16, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 16, comma 3, L. n. 675/1996

Art. 17 (Trattamento che presenta rischi specifici)
cfr. art. 20, dir. 95/46/CE :

comma 1
art. 24 -bis, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 24 -bis, comma 2, L. n. 675/1996

Capo II


Regole ulteriori per i soggetti  pubblici


Art. 18 (Princìpi applicabili a tutti i trattamenti effettuati 


da soggetti pubblici)


comma 1
---

comma 2
cfr. art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 3
cfr. art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 4
---

comma 5
---

Art. 19 (Princìpi applicabili al trattamento di dati diversi da 


quelli sensibili e giudiziari)
art. 7, par. 1, lett. E), dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 27, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 27, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 27, comma 3, L. n. 675/1996

Art. 20 (Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili)
cfr. art. 8, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 22, comma 3, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art.22, comma 3 -bis, L. n. 675/1996; art. 5, comma 5, D.Lgs.


n. 135/1999

comma 3
art. 22, comma 3, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 22, comma 3 -bis, L. n. 675/1996

Art. 21 (Princìpi applicabili al trattamento di dati 


giudiziari)
cfr. art. 8, par. 5, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 24, comma 1, L. n. 675/1996;

comma 2
art. 5, comma 5 -bis, D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 135

Art. 22 (Princìpi applicabili al trattamento di dati sensibili e 


giudiziari)


comma 1
---

comma 2
art. 2, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 3, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 4
art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 5
art. 3, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 6
art. 3, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

comma 7
art. 3, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 8
art. 23, comma 4, L. n. 675/1996

comma 9
art. 4, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 10
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999; art. 3, comma 6, D.Lgs. n.


135/1999

comma 11
art. 4, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 12
art. 1, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 135/1999

Capo III


Regole ulteriori per i privati ed enti pubblici economici


Art. 23 (Consenso)
cfr.art. 7, par. 1, lett. A), dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 11, comma 1 e 20, comma 1, lett. a) L. n. 675/1996

comma 2
art. 11, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 11, comma 3, L. n. 675/1996

comma 4
cfr. art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 24 (Casi nei quali può essere effettuato il trattamento 


senza il consenso)
cfr. art. 7, dir. 95/46/CE ;

comma 1, lett. a)
artt. 12, comma 1, lett. a) e 20, comma 1, lett. c), L. n.


675/1996;

lett. b)
artt. 12, comma 1, lett. b) e 20, comma 1, lett. a-bis), L. n.


675/1996

lett. c)
artt. 12, comma 1, lett. c) e 20, comma 1, lett. b), L. n.


675/1996

lett. d)
artt. 12, comma 1, lett. f) e 20, comma 1, lett. e),L. n.


675/1996

lett. e)
art. 7, par. 1, lett. d), dir. 95/46; artt. 12, comma 1, lett. g) e 20


comma 1, lett. f), L. n. 675/1996

lett. f)
artt. 12, comma 1, lett. h) e 20, comma 1, lett. g), L. n.


675/1996

lett. g)
artt. 12, comma 1, lett. h-bis) e 20, comma 1, lett. h ed h-bis), L.


n. 675/1996

lett. h)
---

lett. i)
artt. 12, comma 1, lett. d) e 21, comma 4, lett. a), L. n.


675/1996; art. 7, comma 4 .Lgs. n. 281/1999

Art. 25 (Divieti di comunicazione e diffusione)


comma 1
art. 21 commi 1 e 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 21, comma 4, lett. b), L. n. 675/1996

Art. 26 (Garanzie per i dati sensibili)
cfr. Art. 8, dir. 95/46/CE ;

comma 1
art. 22, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 22, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3, lett. a)
art. 22, comma 1-b is, L. n. 675/1996

comma 3, lett. b)
art. 22, comma 1- ter, L. n. 675/1996

comma 4
art. 22, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 23, comma 4, L. n. 675/1996

Art. 27 (Garanzie per i dati giudiziari)
cfr. art. 8, par. 5, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 24, comma 1, L. n. 675/1996

Titolo IV


I soggetti che effettuano il trattamento


Art. 28 (Titolare del trattamento)


comma 1
---

Art. 29 (Responsabile del trattamento)
cfr. art. 16, dir. 95/46/CE;

comma 1
art. 8, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 8, comma 1, L. n. 675/1996

comma 3
art. 8, comma 3, L. n. 675/1996

comma 4
art. 8, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 8, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 30 (Incaricati del trattamento)
cfr. art. 17, par. 3, dir. 95/46/CE ;

comma 1
artt. 8, comma 5, e 19, L. n. 675/1996

comma 2
art. 19, L. n. 675/1996

Titolo V


Sicurezza dei dati e dei sistemi


Capo I


Misure di sicurezza
cfr. art. 17, dir. 95/46/CE;

Art. 31 (Obblighi di sicurezza)
art. 15, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 32 (Particolari titolari)


comma 1
art. 2, comma 1, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

comma 2
art. 2, comma 2, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

comma 3
art. 2, comma 3, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171

Capo II


Misure minime


Art. 33 (Misure minime)
cfr. art. 15, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 34 (Trattamenti con strumenti elettronici)
---

Art. 35 (Trattamenti senza l'ausilio di strumenti elettronici)
---

Art. 36 (Adeguamento)
cfr. art. 15, comma 3, L. n. 675/1996

Titolo VI


Adempimenti


Art. 37 (Notificazione del trattamento)


comma 1
art. 18, dir. 95/46/CE ; cfr. art. 7, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
art. 28, comma 7, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 13, commi 1, 2, 3, 4, D.P.R. n. 501/1998

Art. 38 (Modalità di notificazione)
art. 19, dir. 95/46/CE

comma 1
art. 7, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 12, comma 1, primo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 12, comma 1, secondo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 7, comma 2, secondo periodo e art. 16, comma 1 L. n.

,
675/1996

comma 5
art. 12, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
---

Art. 39 (Obblighi di comunicazione)
art. 7, par. 1, lett. E), dir. 95/46/CE

comma 1, lett. a)
art. 27, comma 2, L. n. 675/1996

lett. b)
---

comma 2
---

comma 3
---

Art. 40 (Autorizzazioni generali)
art. 41, comma 7, L. n. 675/1996; art. 14, comma 1, D.P.R. n.

comma 1
501/1998

Art. 41 (Richieste di autorizzazione)


comma 1
---

comma 2
art. 14, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 14, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 14, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 14, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

Titolo VII


Trasferimento dei dati all'estero
cfr. artt. 25 e 26, dir. 95/46/CE

Art. 42 (Trasferimenti all'interno dell'Unione europea)


comma 1
---

Art. 43 (Trasferimenti consentiti in Paesi terzi)


alinea del comma 1
art. 28, comma 1, L. n. 675/1996

comma 1
artt. 28, comma 4, eccetto la lett. g), e 26, comma 2, L. n.


675/1996; art. 7, comma 4, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 44 (Altri trasferimenti consentiti)
art. 28, comma 4, lett. g), L. n. 675/1996

Art. 45 (Trasferimenti vietati)
art. 28, comma 3, L. n. 675/1996

Parte II


Disposizioni relative a specifici settori


Titolo I


Trattamenti in àmbito giudiziario


Capo I
cfr. art. 3, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 46 (Titolari dei trattamenti) 
---

Art. 47 (Trattamenti per ragioni di  giustizia)
art. 3, par. 2, (primo periodo) dir. 95/46/CE; art. 4, comma 1,


lett. c) e d) e comma 2, L. n. 675/1996

Art. 48 (Banche di dati di uffici giudiziari) 
---

Art. 49 (Disposizioni di attuazione) 
---

Capo II


Minori


Art. 50 (Notizie o immagini relative ai minori) 
---

Capo III


Informatica giuridica


Art. 51 (Princìpi generali) 
---

Art. 52 (Dati identificativi degli interessati) 
---

Titolo II


Trattamenti da parte di forze di polizia


Capo I
cfr. art. 3, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 53 (Àmbito applicativo e titolari dei trattamenti)
art. 3, par. 2, (primo periodo) dir. 95/46/CE; art. 4, comma 1,


lett. a) ed e) e comma 2, L. n. 675/1996

Art. 54 (Modalità di trattamento e flussi di dati)
---

Art. 55 (Particolari tecnologie) 
---

Art. 56 (Tutela dell'interessato) 
---

Art. 57 (Disposizioni di attuazione) 
---

Titolo III


Difesa e sicurezza dello Stato


Capo I
art. 3, dir. 95/46/CE ;

Profili generali


Art. 58 (Disposizioni applicabili)


comma 1
art. 4, commi 1, lett. b) e 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 4, commi 1, lett. e) e 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 15, comma 4, L. n. 675/1996

comma 4
---

Titolo IV


Trattamenti in àmbito pubblico


Capo I


Accesso a documenti amministrativi


Art. 59 (Accesso a documenti amministrativi)
art. 43, comma 2, L. 675/1996; art. 16, comma 1, lett. c), D.Lgs.


n. 135/1999

Art. 60 (Dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita 


sessuale)
art. 16, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Capo II


Registri pubblici e albi professionali


Art. 61 (Utilizzazione di dati pubblici)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. f), D.Lgs. n. 467/2001

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
---

Capo III


Stato civile, anagrafi e liste elettorali


Art. 62 (Dati sensibili e giudiziari)
art. 6 D.Lgs. n. 135/1999

Art. 63 (Consultazione di atti) 
---

Capo IV


Finalità di rilevante interesse pubblico


Art. 64 (Cittadinanza, immigrazione e condizione dello 


straniero)


comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 7, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 65 (Diritti politici e pubblicità dell'attività di organi)


comma 1
art. 8, commi 1 e 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 8, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 8, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

comma 4
art. 8, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 5
art. 8, comma 6, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 66 (Materia tributaria e doganale)


comma 1
art. 10, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 10, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 67 (Attività di controllo e ispettive)


comma 1, lett. a)
art. 11, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

lett. b)
art. 11, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 68 (Benefìci economici ed abilitazioni)


comma 1
art. 13, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 13, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 13, comma 3, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 69 (Onorificenze, ricompense e riconoscimenti)
art. 14, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 70 (Volontariato e obiezione di coscienza)


comma 1
art. 15, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 15, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 71 (Attività sanzionatorie e di tutela)


comma 1
art. 16, comma 1, lett. a) e b), D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 16, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 72 (Rapporti con enti di culto)
art. 21, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 73 (Altre finalità in àmbito amministrativo e sociale)
Provv. Garante n. 1/P/2000 del 30 dicembre 1999-13 gennaio


2000

Capo V


Particolari contrassegni


Art. 74 (Contrassegni su veicoli e accessi a centri storici)
---

Titolo V


Trattamento di dati personali in àmbito


sanitario


Capo I
cfr. art. 8, dir. 95/46/CE

Princìpi generali


Art. 75 (Àmbito applicativo)
art. 1. D.Lgs. n. 282/1999

Art. 76 (Esercenti professioni sanitarie e organismi sanitari 


pubblici)


comma 1
art. 23, comma 1, L. n. 675/1996




comma 2
---

comma 3
art. 23, comma 3, (primo periodo), L. n. 675/1996

Capo II


Modalità semplificate per informativa e consenso


Art. 77 (Casi di semplificazione) 
---

Art. 78 (Informativa del medico di medicina generale o del 


pediatra)
---

Art. 79 (Informativa da parte di organismi sanitari)
---

Art. 80 (Informativa da parte di altri soggetti pubblici)
---

Art. 81 (Prestazione del consenso) 
---

Art. 82 (Emergenze e tutela della salute e dell'incolumità 


fisica)


comma 1
---

comma 2
art. 23, comma 1 -quater, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
---

Art. 83 (Altre misure per il rispetto dei diritti degli 


interessati)
---

Art. 84 (Comunicazione di dati all'interessato)


comma 1
art. 23, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
---

Capo III


Finalità di rilevante interesse pubblico


Art. 85 (Compiti del Servizio sanitario nazionale)


comma 1
art. 17, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
art. 17, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 86 (Altre finalità di rilevante interesse pubblico)


comma 1


lett. a)
art. 18, D.Lgs. n. 135/1999

lett. b)
art. 19, D.Lgs. n. 135/1999

lett. c)
art. 20, D.Lgs. n. 135/1999

Capo IV


Prescrizioni mediche


Art. 87 (Medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale)
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 282/1999

Art. 88 (Medicinali non a carico del Servizio sanitario 


nazionale)
art. 4, comma 1, D.Lgs. n. 282/1999

Art. 89 (Casi particolari)


comma 1
---

comma 2
art. 4, comma 4, D.Lgs. n. 282/1999

Capo V


Dati genetici


Art. 90 (Trattamento dei dati genetici e donatori di midollo 


osseo)
art. 17, comma 5, D.Lgs. n. 135/1999

comma 1


comma 2
---

comma 3
art. 4, comma 3, L. n. 52 del 6 marzo 2001

Capo VI


Disposizioni varie


Art. 91 (Dati trattati mediante carte) 
---

Art. 92 (Cartelle cliniche) 
---

Art. 93 (Certificato di assistenza al parto)


comma 1
art. 16, comma 2, D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000

comma 2
---

comma 3
---

Art. 94 (Banche di dati, registri e schedari in àmbito 


sanitario)
---

Titolo VI


Istruzione


Capo I


Profili generali


Art. 95 (Dati sensibili e giudiziari)
art. 12, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 96 (Trattamento di dati relativi a studenti)
art. 330 -bis, (primo e secondo periodo)D.Lgs. n. 297 del 16

comma 1
aprile 1994

comma 2
art. 330 -bis, (terzo periodo), D.Lgs. n. 297/1994

Titolo VII


Trattamento per scopi storici, statistici o


scientifici


Capo I
cfr. artt. 6, 11, par. 2, 13, par. 2, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 97 (Àmbito applicativo) 
---

Art. 98 (Finalità di rilevante interesse pubblico)
artt. 22 e 23, D.Lgs. n. 135/1999

Art. 99 (Compatibilità tra scopi e durata del trattamento)


Comma 1
art. 9, comma 1- bis, L. 675/1996

comma 2
art. 9, comma 1- bis, L. 675/1996

comma 3
art. 16, comma 2, lett. c -bis), L. 675/1996

Art. 100 (Dati relativi ad attività di studio e di ricerca)
art. 6, comma 4, D.Lgs. n. 204/1998

Capo II


Trattamento per scopi storici


Art. 101 (Modalità di trattamento)


comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 281/1999

comma 3
art. 7, comma 3, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 102 (Codice di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 7, comma 5, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 103 (Consultazione di documenti conservati in archivi)
---

Capo III


Trattamento per scopi statistici o scientifici


Art. 104 (Àmbito applicativo e dati identificativi per scopi 


statistici o scientifici)


comma 1
art. 10, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 5, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 105 (Modalità di trattamento)


comma 1
art. 10, comma 3, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 2, D.Lgs. n. 281/1999

comma 3
---

comma 4
---

Art. 106 (Codici di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 281/1999

comma 2
art. 10, comma 6, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 107 (Trattamento di dati sensibili)


comma 1
art. 10, comma 4, D.Lgs. n. 281/1999

Art. 108 (Sistema statistico nazionale) 
---

Art. 109 (Dati statistici relativi all'evento della nascita)
---

Art. 110 (Ricerca medica, biomedica ed epidemiologica)


comma 1
art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 282/1999

comma 2
art. 5, comma 2, D.Lgs. n. 282/1999

Titolo VIII


Lavoro e previdenza sociale


Capo I


Profili generali


Art. 111 (Codice di deontologia e di buona condotta)


comma 1
art. 20, comma 2, lett. b), D.Lgs., n. 467/2001

Art. 112 (Finalità di rilevante interesse pubblico)


comma 1
art. 9, comma 1, D.Lgs. n. 135/1999

comma 2
art. 9, comma 2, D.Lgs. n. 135/1999

comma 3
art. 9, comma 4, D.Lgs. n. 135/1999

Capo II


Annunci di lavoro e dati riguardanti


prestatori di lavoro


Art. 113 (Raccolta di dati e pertinenza)
cfr. art. 8, L. 20 maggio 1970, n. 300

Capo III


Divieto di controllo a distanza e telelavoro


Art. 114 (Controllo a distanza)
cfr. art. 4, comma 1, L. 20 maggio 1970, n. 300

Art. 115 (Telelavoro e lavoro a domicilio)


comma 1 e 2
art. 6, L. 2 aprile 1958, n. 339

Capo IV


Istituti di patronato e di assistenza sociale


Art. 116 (Conoscibilità di dati su mandato dell'interessato)


commi 1 e 2
art. 12, L. 30 marzo 2001, n. 152

Titolo IX


Sistema bancario, finanziario ed assicurativo


Capo I


Sistemi informativi


Art. 117 (Affidabilità e puntualità nei pagamenti)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. e), D.Lgs. n. 467/2001

Art. 118 (Informazioni commerciali)


comma 1
art. 20, comma 1, lett. d), D.Lgs. n. 467/2001

Art. 119 (Dati relativi al comportamento debitorio)
---

Art. 120 (Sinistri)
art. 2, comma 5 -quater 1, D.L. 28 marzo 2000, n. 70, conv. da


L. 26 maggio 2000, n. 137

Titolo X


Comunicazioni elettroniche


Capo I


Servizi di comunicazione elettronica


Art. 121 (Servizi interessati)
cfr. art. 3, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 122 (Informazioni raccolte nei riguardi dell'abbonato e 


dell'utente)
cfr. art. 5, par. 3, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 123 (Dati relativi al traffico)
cfr. art. 6, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 4, comma 1, D.Lgs. 13 maggio 1998, n. 171;

comma 2
art. 4, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 4, comma 3, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
---

comma 5
art. 4, comma 4, D.Lgs. n. 171/1998

comma 6
art. 4, comma 5, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 124 (Fatturazione dettagliata)
cfr. art. 7, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 5, comma 3 (primo periodo), D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 5, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 5, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
art. 5, comma 3 (secondo periodo), D.Lgs. n. 171/1998

comma 5
---

Art. 125 (Identificazione della linea)
cfr. art. 8, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 6, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 6, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
art. 6, comma 3, D.Lgs. n. 171/1998

comma 4
art. 6, comma 4, D.Lgs. n. 171/1998

comma 5
art. 6, comma 5, D.Lgs. n. 171/1998

comma 6
art. 6, comma 6, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 126 (Dati relativi all'ubicazione)
cfr. art. 9, direttiva n. 2002/58/CE

Art. 127 (Chiamate di disturbo e di emergenza)
cfr. art. 10, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 7, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

comma 2
art. 7, comma 2, D.Lgs. n. 171/1998

comma 3
---

comma 4
art. 7, comma 2 -bis, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 128 (Trasferimento automatico della chiamata)
cfr. art. 11, direttiva n. 2002/58/CE

comma 1
art. 8, comma 1, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 129 (Elenchi di abbonati)
cfr. art. 12, direttiva n. 2002/58/CE


art. 9, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 130 (Comunicazioni indesiderate)
cfr. art. 13, direttiva n. 2002/58/CE


art. 10, D.Lgs. n. 171/1998;

Art. 131 (Informazioni ad abbonati e utenti)
art. 3, D.Lgs. n. 171/1998

Art. 132 (Conservazione di dati di traffico per altre finalità)
cfr. art. 15, direttiva n. 2002/58/CE

Capo II


Internet e reti telematiche


Art. 133 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. a), D.Lgs. n. 467/2001

Capo III


Videosorveglianza


Art. 134 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. g), D.Lgs. n. 467/2001

Titolo XI


Libere professioni e investigazione privata


Capo I


Profili generali


Art. 135 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 22, comma 4, lett. c), secondo periodo, L. n. 675/1996

Titolo XII


Giornalismo ed espressione letteraria ed artistica


Capo I
cfr. art. 9, dir. 95/46/CE

Profili generali


Art. 136 (Finalità giornalistiche ed altre manifestazioni del 


pensiero)


comma 1, lett. a)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. b) e c)
art. 25, comma 4- bis, L. n. 675/1996

Art. 137 (Disposizioni applicabili)


comma 1, lett. a)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. b)
art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

lett. c)
art. 28, comma 6, L. n. 675/1996

comma 2
art. 12, comma 1, lett. e), L. n. 675/1996; art. 25, comma 1, L. n.


675/1996

comma 3
art. 20, comma 1, lett. d), e art. 25, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 138 (Segreto professionale)
art. 13, comma 5, L. n. 675/1996

Capo II


Codice di deontologia


Art. 139 (Codice di deontologia relativo ad attività 


giornalistiche)
art. 25, commi 2 , 3 e 4, L. n. 675/1996

Titolo XIII


Marketing diretto


Capo I


Profili generali


Art. 140 (Codice di deontologia e di buona condotta)
art. 20, comma 2, lett. c), D.Lgs. n. 467/2001

Parte III


Tutela dell'interessato e sanzioni


Titolo I


Tutela amministrativa e giurisdizionale


Capo I


Tutela dinanzi al Garante
cfr. art. 22, dir. 95/46/CE

Sezione I


Princìpi generali


Art. 141 (Forme di tutela) 
---

Sezione II


Tutela amministrativa


Art. 142 (Proposizione dei reclami) 
---

Art. 143 (Procedimento per i reclami)
art. 21, comma 3, L. n. 675/1996; art. 31, comma 1, lett. c) e l),


L. n. 675/1996

Art. 144 (Segnalazioni) 
---

Sezione III


Tutela alternativa a quella giurisdizionale


Art. 145 (Ricorsi)


comma 1
art. 29, comma 1, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 1, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 29, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 146 (Interpello preventivo)


comma 1
art. 29, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
---

Art. 147 (Presentazione del ricorso)


comma 1, lett. a)
art. 18, comma 1, lett. a), D.P.R. n. 501/1998

lett. b)
art. 18, comma 1, lett. c), -seconda parte- D.P.R. n. 501/1998

lett. c)
art. 18, comma 1, lett. d), D.P.R. n. 501/1998

lett. d)
art. 18, comma 1, lett. c), -prima parte- D.P.R. n. 501/1998

lett. e)
art. 18, comma 1, lett. b), D.P.R. n. 501/1998

alinea del comma 2
art. 18, comma 1, lett. e), D.P.R. n. 501/1998

lett. a), b) e c)
art. 18, comma 3, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 18, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 18, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 18, alinea del comma 1, D.P.R. n. 501/1998

Art. 148 (Inammissibilità del ricorso)


comma 1
art. 19, comma 1, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 18, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

Art. 149 (Procedimento relativo al ricorso)


comma 1
art. 20, comma 1, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 20, comma 2, D.P.R. n. 501/1998

comma 3
art. 29, comma 3, L. n. 675/1996; art. 20, comma 3, D.P.R. n.


501/1998

comma 4
---

comma 5
art. 20, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
art. 20, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

comma 7
art. 20, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

comma 8
Art. 29, comma 6- bis, L. n. 675/1996

Art. 150 (Provvedimenti a seguito del ricorso)


comma 1
art. 29, comma 5, L. n. 675/1996

comma 2
art. 29, comma 4, L. n. 675/1996

comma 3
---

comma 4
art. 20, comma 6, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 20, comma 11, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
---

Art. 151 (Opposizione)


comma 1
art. 29, comma 6, L. n. 675/1996

comma 2
---

Capo II


Tutela giurisdizionale


Art. 152 (Autorità giudiziaria ordinaria)


comma 1
art. 29, comma 8, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
---

comma 4
---

comma 5
---

comma 6
---

comma 7
---

comma 8
---

comma 9
---

comma 10
---

comma 11
---

comma 12
art. 29, comma 7, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 13
art. 29, comma 7, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 14
---

Titolo II


L'Autorità


Capo I
cfr. art. 28, dir. 95/45/CE

Il Garante per la protezione dei dati personali


Art. 153 (Il Garante)


comma 1
art. 30, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 30, comma 3, primo e terzo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 30, comma 3, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 30, comma 4, L. n. 675/1996

comma 5
art. 30, comma 5, L. n. 675/1996

comma 6
art. 30, comma 6, L. n. 675/1996

comma 7
art. 33, (prima frase), L. n. 675/1996

Art. 154 (Compiti)


alinea del comma 1
art. 31, alinea, L. n. 675/1996

lett. a)
art. 31, comma 1, lett. b), L. n. 675/1996

lett. b)
art. 31, comma 1, lett. d), L. n. 675/1996

lett. C)
art. 31, comma 1, lett. c), L. n. 675/1996

lett. D)
art. 31, comma 1, lett. e ed l), L. n. 675/1996

lett. e)
art. 31, comma 1, lett. h), L. n. 675/1996

lett. f)
art. 31, comma 1, lett. m), L. n. 675/1996

lett. G)
---

lett. H)
art. 31, comma 1, lett. i), L. n. 675/1996

lett. i)
art. 31, comma 1, lett. g), L. n. 675/1996

lett. l)
art. 31, comma 1, lett. a), L. n. 675/1996

lett. m)
art. 31, comma 1, lett. n), L. n. 675/1996

comma 2
art. 31, comma 1, lett. o), L. n. 675/1996

comma 3
art. 31, commi 5 e 6, L. n. 675/1996

comma 4
art. 31, comma 2, L. n. 675/1996

comma 5
---

comma 6
art. 40 L. n. 675/1996

Capo II


L'Ufficio del Garante


Art. 155 (Princìpi applicabili)


comma 1
art. 33, comma 1- sexies, L. n. 675/1996

Art. 156 (Ruolo organico e personale)


comma 1
art. 33, comma 1, ultimo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
---

comma 3
art. 33, commi 1 -bis e 1 -quater, L. n. 675/1996

comma 4
art. 33, comma 1 -ter, L. n. 675/1996

comma 5
art. 33, comma 1 -quinquies, L. n. 675/1996

comma 6
---

comma 7
art. 33, comma 4, L. n. 675/1996

comma 8
art. 33, comma 6, L. n. 675/1996

comma 9
art. 33, comma 6- bis, L. n. 675/1996

comma 10
art. 33, comma 2, L. n. 675/1996

Capo III


Accertamenti e controlli


Art. 157 (Richiesta di informazioni e di esibizione di 


documenti)


comma 1
art. 32, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 158 (Accertamenti)


comma 1
art. 32, comma 2, L. n. 675/1996

comma 2
art. 32, comma 2, L. n. 675/1996

comma 3
art. 32, comma 3, L. n. 675/1996; art. 15, comma 1, D.P.R. n.


501/1998

Art. 159 (Modalità)


comma 1
art. 15, commi 6, e 7, secondo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 2
art. 32, comma 4, L. n. 675/1996; art. 15, comma 5, D.P.R. n.


501/1998

comma 3
art. 15, commi 2, e 7, primo periodo, D.P.R. n. 501/1998

comma 4
art. 15, comma 4, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
art. 15, comma 8, D.P.R. n. 501/1998

comma 6
art. 32, comma 5, L. n. 675/1996

Art. 160 (Particolari accertamenti)


comma 1
art. 32, comma 6, primo periodo, L. n. 675/1996

comma 2
art. 32, comma 6, secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 3
art. 32, comma 7, primo e secondo periodo, L. n. 675/1996

comma 4
art. 32, comma 7, terzo periodo, L. n. 675/1996

comma 5
---

comma 6
---

Titolo III


Sanzioni


Capo I
cfr. art. 24, dir. 95/46/CE

Violazioni amministrative


Art. 161 (Omessa o inidonea informativa all'interessato)


comma 1
art. 39, comma 2, primo periodo, L. n. 675/1996

Art. 162 (Altre fattispecie)


comma 1
art. 16, comma 3, L. n. 675/1996

comma 2
art. 39, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 163 (Omessa o incompleta notificazione)


comma 1
art. 34, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 164 (Omessa informazione o esibizione al Garante)


comma 1
art. 39, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 165 (Pubblicazione del provvedimento del Garante)


comma 1
---

Art. 166 (Procedimento di applicazione)


comma 1
art. 39, comma 3, L. n. 675/1996

Capo II


Illeciti penali


Art. 167 (Trattamento illecito di dati)


comma 1
art. 35, comma 1, L. n. 675/1996; art. 11, D.Lgs. 171/1998

comma 2
art. 35, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 168 (Falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al 


Garante)


comma 1
art. 37 -bis, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 169 (Misure di sicurezza)


comma 1
art. 36, comma 1, L. n. 675/1996

comma 2
art. 36, comma 2, L. n. 675/1996

Art. 170 (Inosservanza di provvedimenti del Garante)


comma 1
art. 37, comma 1, L. n. 675/1996

Art. 171 (Altre fattispecie) 
---

Art. 172 (Pene accessorie)


comma 1
art. 38, comma 1, L. n. 675/1996

Titolo IV


Disposizioni modificative, abrogative,


transitorie e finali


Capo I


Disposizioni di modifica


Art. 173 (Convenzione di applicazione dell'Accordo di 


di Schengen)
---

Art. 174 (Notifiche di atti e vendite giudiziarie)
---

Art. 175 (Forze di Polizia) 
---

Art. 176 (Soggetti pubblici) 
---

Art. 177 (Disciplina anagrafica, dello stato civile e delle liste 
---

elettorali)


Art. 178 (Disposizioni in materia sanitaria)
---

comma 1


comma 2
---

comma 3
art. 4, comma 5, D.Lgs. n. 282/1999

comma 4
---

comma 5
---

Art. 179 (Altre modifiche) 
---

Capo II


Disposizioni transitorie


Art. 180 (Misure di sicurezza) 
---

Art. 181 (Altre disposizioni transitorie)
---

comma 1


comma 2
---

comma 3
---

comma 4
art. 13, comma 5, D.P.R. n. 501/1998

comma 5
---

comma 6
---

Art. 182 (Ufficio del Garante) 
---

Capo III


Abrogazioni


Art. 183 (Norme abrogate) 
---

Capo IV


Norme finali


Art. 184 (Attuazione di direttive europee)


comma 1
---

comma 2
---

comma 3
art. 43, comma 2, secondo periodo, L. n. 675/1996

Art. 185 (Allegazione dei codici di deontologia e di buona 


condotta)
---

Art. 186 (Entrata in vigore) 
---







Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 9 aprile 2009, n. 82, riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento

Nella G.U. n. 136 del 14/6/2011 e' pubblicato il D.Lgs. 19 maggio 2011, n. 84 recante: Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 9 aprile 2009, n. 82, recante attuazione della direttiva 2006/141/CE per la parte riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento destinati alla Comunita' europea ed all'esportazione presso i Paesi terzi

domenica 26 giugno 2011

ESTATE: VACANZE IN SICUREZZA, ON LINE I CONSIGLI DELLA POLIZIA = APPROFONDIMENTO SU SITO ISTITUZIONALE, LE REGOLE DA SEGUIRE PER EVITARE I PERICOLI

ESTATE: VACANZE IN SICUREZZA, ON LINE I CONSIGLI DELLA POLIZIA =
APPROFONDIMENTO SU SITO ISTITUZIONALE, LE REGOLE DA SEGUIRE PER
EVITARE I PERICOLI

Roma, 26 giu. - (Adnkronos) - Vacanze al mare in sicurezza con i
consigli della Polizia, che ospita sul proprio sito
www.poliziadistato.it una serie di suggerimenti da seguire per evitare
i pericoli durante la stagione estiva. Prima di tutto e' importante
conoscere il proprio stato di salute e "fare il bagno solo in perfette
condizioni psicofisiche. E' necessario -consiglia on line la Polizia-
aspettare almeno tre ore dopo i pasti principali prima di tuffarsi e
circa 2 ore dopo la colazione''.

''In caso di mare mosso - spiega la Polizia di Stato - fare
attenzione ed evitare di fare il bagno vicino agli scogli. Se la
bandiera rossa non e' esposta in mare, significa che il servizio di
sorveglianza non e' attivo". Da diversi anni, il personale delle 44
squadre nautiche svolge anche il servizio di prossimita' sulle spiagge
delle localita' marittime, con due agenti a piedi sulla riva seguiti
da un gommone sottocosta.

Tra le regole, in particolare, che tutti dovrebbero conoscere e
rispettare "non recare disturbo alla quiete dei bagnanti, non portare
animali sulla spiaggia (se non dove consentito) e, soprattutto, non
montare tende o accendere fuochi''. (segue)

(Lba/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 17:06

NNNNESTATE: VACANZE IN SICUREZZA, ON LINE I CONSIGLI DELLA POLIZIA (2) =
LE REGOLE PER LE BARCHE A VELA E PER GLI ACQUASCOOTER

(Adnkronos) - Nell'approfondimento ospitato sulle pagine web
istituzionali, la Polizia ricorda che ''e' vietato esercitare la pesca
subacquea con un'arma carica entro 500 metri dalle spiagge frequentate
dai bagnanti. Tutte le imbarcazioni devono possedere le dotazioni di
salvataggio secondo il tipo di navigazione e la distanza dalla costa".

"Generalmente - viene rilevato - si puo' fare il bagno fino a
200 metri dalla battigia. Tale limite deve essere segnalato con
gavitelli rossi o con il cartello 'Attenzione limite acque interdette
alla navigazione non segnalato'. Per quanto riguarda le imbarcazioni a
vela e a motore, inclusi gli acquascooter, possono accedere alla
spiaggia solo attraverso i corridoi appositamente segnalati oppure a
motore spento". (segue)

(Lba/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 17:14

NNNNESTATE: VACANZE IN SICUREZZA, ON LINE I CONSIGLI DELLA POLIZIA (3) =
OPPORTUNI CONTROLLI PERIODICI ALLE ATTREZZATURE E AL MOTORE
DELLA BARCA

(Adnkronos) - Il controllo periodico e accurato delle
attrezzature, degli interni, del motore e della strumentazione sono,
invece, gli interventi necessari di verifica alla barca, per chiunque
volesse navigare in sicurezza. "E' importante - sottolinea la Polizia
- controllare di avere carburante a sufficienza, sia per l'andata che
per il ritorno, calcolando una riserva di carburante per gli eventuali
imprevisti. Bisogna verificare lo stato di efficienza del motore, di
carica delle batterie e il funzionamento dell'eventuale radio di
bordo".

"Durante la navigazione, poi, bisogna accertarsi che l'unica
valvola aperta sia quella della presa a mare per il raffreddamento del
motore. Infine, e' d'obbligo avere sempre a bordo remi, razzi di
segnalazione, un mezzo di esaurimento (sassola), i cavi d'ormeggio di
riserva, la cintura di salvataggio per ogni persona e - conclude la
Polizia di Stato - una sufficiente quantita' di acqua dolce da bere".

(Lba/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 17:20

NNNN

GB: GOVERNO PROPONE CARICARE FOTO CONDANNATI SU INTERNET AUMENTA TRASPARENZA GIUDIZIA E SCORAGGIA NUOVI CRIMINI

GB: GOVERNO PROPONE CARICARE FOTO CONDANNATI SU INTERNET
AUMENTA TRASPARENZA GIUDIZIA E SCORAGGIA NUOVI CRIMINI
(ANSA) - LONDRA, 26 GIU - Il ministero dell'Interno
britannico sta valutando l'ipotesi di aggiungere al sito
internet police.uk, dove chiunque puo' consultare il livello di
criminalita' del proprio quartiere, le fotografie delle persone
arrestate dalla polizia e maggiori dettagli sui crimini da loro
commessi.
''Vogliamo capitalizzare il successo di police.uk'', ha detto
il sottosegretario Nick Herbert, ''e aggiungere maggiori
informazioni su come i crimini sono gestiti dal sistema
giudiziario. Un progetto pilota che tiene conto delle sentenze
e' gestito dalla polizia dello West Yorkshire. Siamo determinati
ad aumentare il livello di trasparenza e a dare la possibilita'
al pubblico di controllare l'operato del sistema giudiziario''.
Oltre alla trasparenza, pero', c'e' anche un altro fattore.
Quello della vergogna. Al ministero, infatti, sperano che la
prospettiva di finire su internet possa generare una sorta di
effetto deterrente, specie per i crimini minori legati
all'ordine pubblico e ai piccoli atti di vandalismo. Prima della
pubblicazione sara' necessario il consenso delle vittime, in
modo da non mettere a rischi la loro privacy.
Shami Chakrabarti, portavoce di Liberty, l'associazione che
si batte per il rispetto dei diritti civili, ha pero' liquidato
la proposta come ''un comportamento 'machista' da parte del
governo''. ''I giornali locali svolgono questo servizio da
anni... Nel mezzo di una delle recessioni piu' gravi che il
Paese abbia mai affrontato, governo e opposizione fanno i duri
sul tema della sicurezza ottenendo spesso poco o nulla''.
(ANSA).

Z08
26-GIU-11 14:47 NNNN

Ultime notizie sul paventato decreto intercettazioni - I cittadini devono e vogliono sapere!

INTERCETTAZIONI: BINDI, I CITTADINI DEVONO SAPERE
SULLA P4 SERVE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
(ANSA) - ROMA, 26 GIU - ''Ci batteremo con ogni mezzo per
impedire una legge che lega le mani alla magistratura e
mortifica la liberta' d'informazione''. Parola di Rosy Bindi,
presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, che in un'intervista
all'Unita' sottolinea l'opportunita' di una commissione
d'inchiesta sulla cosiddetta P4.
Se non tutto quello che emerge in questi giorni sulla P4 e'
penalmente rilevante, ''lo e' politicamente e civilmente'',
afferma Bindi. ''Ci troviamo di fronte alla prova certa di trame
di potere - prosegue - che non hanno niente a che fare con
l'esercizio delle responsabilita' istituzionali e che si
frappongono pesantemente tra la sovranita' dei cittadini e il
fine proprio delle istituzioni. Il diritto di sapere da parte
dell' opinione pubblica non si puo' negare''.
Per l'esponente del Pd, ''ci vorrebbe una sede politica e
istituzionale in cui condurre un'indagine su queste vicende, una
commissione parlamentare di inchiesta'', perche' ''dalle
intercettazioni emerge un sistema inquietante, e anche
squallido, su cui il Parlamento deve far luce. Non si puo'
derubricare a pura azione di lobbying quanto emerso''.
Nell'intervista, Bindi interviene sul problema dei rifiuti.
''Un governo che non e' in grado di prendere una decisione su
un' emergenza di salute pubblica come ormai e' diventata la
vicenda dei rifiuti a Napoli, che non e' capace di intervenire
creando una rete di collaborazione tra istituzioni, deve trarre
le debite conseguenze'', sostiene. ''O il governo si dimostra in
grado di risolvere il problema o delegittima se stesso''.
In vista delle prossime elezioni politiche, ''Il Pd deve
farsi carico di costruire un'ampia coalizione. Non possiamo
mandare all'opposizione la maggioranza degli italiani, alle
prossime elezioni'', sottolinea Bindi. Di Pietro, dice
l'esponente democratica, ''si e' reso conto che con l'uscita di
scena di Berlusconi puo' venir meno la ragione sociale del suo
partito e la sta riconvertendo, ma il suo elettorato e la sua
classe dirigente non credo gli possano consentire atteggiamenti
o scelte fuori dal campo chiaro e netto del centrosinistra''.
Quanto a Vendola, ''deve capire che non accetteremo di fare le
primarie se prima non si sa con chi e per fare cosa''. ''Alcuni
processi indicati da Vendola - aggiunge - sono un cedimento
culturale al modello leaderistico berlusconiano che noi non
possiamo accettare''.(ANSA).

Y89-GN
26-GIU-11 09:25 NNNN

INTERCETTAZIONI:BONGIORNO,PREMIER ACCECATO DA ODIO ANTI-PM
URGENTE SELEZIONARE GLI ASCOLTI DA METTERE AGLI ATTI
(ANSA) - ROMA, 26 GIU - Quella sulle intercettazioni sara'
percepita come una legge proteggi-casta ''per colpa del
premier'', che ''e' accecato dall'odio verso le toghe''.
Intervistata da Repubblica, Giulia Bongiorno, presidente della
commissione Giustizia della Camera, ribadisce il suo impegno
perch‚ venga assicurato il diritto di cronaca, ma
contemporaneamente si appella ''al senso di responsabilita' dei
giornalisti''.
Poi aggiunge che il premier ''quando avevamo l'occasione di
fare una legge equilibrata sulle intercettazioni, non lo ha
permesso: si ostinava a volerne una che le cancellasse'',
afferma Bongiorno. ''Se non ci si e' arrivati la responsabilita'
e' solo sua e del suo pallino di fare piazza pulita''.
Per la deputata di Fli ''e' innegabile che ci sono stati
eccessi nel disporre le intercettazioni'', che comunque
''restano uno strumento indispensabile di cui la magistratura
non puo', e non deve, fare a meno. Ma bisogna garantire -
sottolinea Bongiorno - che siano autorizzate solo quando sono
effettivamente imprescindibili. Piaccia o non piaccia, e' a
questo che si deve arrivare''
In merito alla pubblicazione, ''se un giornalista ha in mano
solo le telefonate selezionate dai pm non puo' offrirle al
pubblico come verita' assoluta'', sostiene Bongiorno, perche'
''si tratta di frammenti di colloqui, di materiale
spesso ancora incompleto''. La soluzione e' ''creare subito le
udienze-filtro'', in cui ''i difensori possono chiedere di
escludere le intercettazioni irrilevanti o di farne trascrivere
altre''. In questo modo, spiega, ''ci sarebbe in circolazione
solo il materiale rilevante'', un materiale ''meno
parziale''.(ANSA).

Y89-GN
26-GIU-11 08:12 NNNN
P4/ Inchiesta tira dentro il comandante della Guardia di Finanza
Pubblicate intercettazioni dei colloqui tra Bisignani e Adinolfi

Roma, 26 giu. (TMNews) - Anche il comandante della Guardia di
Finanza, il generale Luigi Adinolfi, è finito coinvolto
nell'inchiesta della magistratura napoletana sull cosiddetta P4.
Secondo le intercettazioni pubblicate oggi dai giornali, il capo
di stato maggiore della Gdf, ha avuto conversazioni telefoniche
con Luigi Bisignani, vertice della rete di poteri denominata
'P4', a seguito delle quali i Pm lo hanno iscritto nel registro
degli indagati per rivelazione del segreto istruttorio e
favoreggiamento.

Gli inquirenti sospettano infatti che l'alto ufficiale sia stato
una delle fonti che avrebbe informato Bisignani, tutt'ora agli
arresti domiciliari, circa l'indagine che lo riguardava
direttamente.

Red

Red

261049 giu 11
INTERCETTAZIONI:IDV,P4 VUOLE LEGGE? NON CONCEDERE APERTURE

(ANSA) - ROMA, 26 GIU - "Il Governo torna all'assalto ogni
qualvolta c'Š un'inchiesta che lo travolge: a questo punto Š
lecito sospettare che la legge-bavaglio di cui minaccia
l'approvazione sia stata chiesta espressamente dalla P4, visto
che molti esponenti della maggioranza risultano essere i
burattini di Bisignani". Lo ha affermato il Presidente dei
senatori IdV, Felice Belisario.
"Un Governo che si rispetti - aggiunge- dovrebbe prendere le
distanze dalle logge di potere che operano nelle zone d'ombra,
anzich‚ spalleggiarle e gridare allo scandalo se la magistratura
indaga per liberare il Paese dagli incappucciati. Invece certa
politica Š piena di untori che vorrebbero diffondere modelli
operativi occulti attraverso i provvedimenti della maggioranza
parlamentare, decisa a rendere sorda e cieca la giustizia. I
cittadini - prosegue - hanno il diritto di conoscere la verit…,
per questo il centrosinistra non pu• concedere alcun tipo di
apertura al Governo e deve rispedire con fermezza al mittente la
richiesta di affiliazione alla cricca. L'Idv ribadisce che la
legge disciplina gi… ampiamente le intercettazioni e la libera
informazione non pu• essere censurata. Chi ha la coscienza
tranquilla - conclude Belisario - plaude alla magistratura che
vuole stanare i vari pupari alla Bisignani, manovratori
sovversivi del sistema politico ed economico italiano a danno
dei cittadini".(ANSA).

PDA
26-GIU-11 10:55 NNNNINTERCETTAZIONI: BELISARIO (IDV), NON AD APERTURE SU NUOVA LEGGE =
(AGI) - Roma, 26 giu. - Il centrosinistra non conceda aperture
al governo su una legge che limiti le intercettazioni. E'
quanto afferma il presidente dei senatori IdV, Felice
Belisario. "Il Governo torna all'assalto ogni qualvolta c'e'
un'inchiesta che lo travolge: a questo punto e' lecito
sospettare che la legge-bavaglio di cui minaccia l'approvazione
sia stata chiesta espressamente dalla P4, visto che molti
esponenti della maggioranza risultano essere i burattini di
Bisignani", sostiene Belisario in una nota. "Un Governo che si
rispetti - aggiunge- dovrebbe prendere le distanze dalle logge
di potere che operano nelle zone d'ombra, anziche'
spalleggiarle e gridare allo scandalo se la magistratura indaga
per liberare il Paese dagli incappucciati. Invece certa
politica e' piena di untori che vorrebbero diffondere modelli
operativi occulti attraverso i provvedimenti della maggioranza
parlamentare, decisa a rendere sorda e cieca la giustizia".
(AGI)
com/ing
261112 GIU 11

NNNNINTERCETTAZIONI: BELISARIO, SOSPETTO CHE LEGGE BAVAGLIO SIA CHIESTA DA P4 =

Roma, 26 giu. - (Adnkronos) - "Il governo torna all'assalto ogni
qualvolta c'e' un'inchiesta che lo travolge: a questo punto e' lecito
sospettare che la legge-bavaglio di cui minaccia l'approvazione sia
stata chiesta espressamente dalla P4, visto che molti esponenti della
maggioranza risultano essere i burattini di Bisignani". Lo ha
affermato il Presidente dei senatori IdV, Felice Belisario.

"Un governo che si rispetti -aggiunge- dovrebbe prendere le
distanze dalle logge di potere che operano nelle zone d'ombra,
anziche' spalleggiarle e gridare allo scandalo se la magistratura
indaga per liberare il Paese dagli incappucciati. Invece certa
politica e' piena di untori che vorrebbero diffondere modelli
operativi occulti attraverso i provvedimenti della maggioranza
parlamentare, decisa a rendere sorda e cieca la giustizia. I cittadini
hanno il diritto di conoscere la verita', per questo il centrosinistra
non puo' concedere alcun tipo di apertura al governo e deve rispedire
con fermezza al mittente la richiesta di affiliazione alla cricca".

"L'Idv ribadisce che la legge disciplina gia' ampiamente le
intercettazioni e la libera informazione non puo' essere censurata.
Chi ha la coscienza tranquilla -conclude Belisario- plaude alla
magistratura che vuole stanare i vari pupari alla Bisignani,
manovratori sovversivi del sistema politico ed economico italiano a
danno dei cittadini"

(Pol/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 11:12

NNNNINTERCETTAZIONI: BONGIORNO, BERLUSCONI HA IMPEDITO UNA LEGGE EQUILIBRATA =
I GIP NON DEVONO FARE I NOTAI, GARANTIRE SOLO QUELLE
IMPRESCINDIBILI

Roma, 26 giu. (Adnkronos) - Se una nuova legge sulle
intercettazioni verra' interpretata come 'proteggi-casta' "sara' per
colpa del premier" Silvio Berlusconi, che e' "accecato dall'odio verso
le toghe". Lo dice Giulia Bongiorno (Fli), presidente della
commissione Giustizia della Camera, che in un'intervista a 'La
Repubblica, ricorda: "Quando avevamo l'occasione di fare una legge
equilibrata sulle intercettazioni non lo ha permesso: si ostinava a
volerne una che le cancellasse. Chi insegue l'impossibile alla fine
non ottiene niente".

E se "e' innegabile che ci sono state eccessi nel disporle"
questo per l'esponente finiana "non giustifica il chiodo fisso di
Berlusconi, che ho fortemente contrastato, di cancellarle: restano uno
strumento indispensabile di cui la magistratura non puo' e non deve
fare a meno" ma "bisogna garantire che siano autorizzate quando siano
effettivamente imprescindibili".

Per Giulia Bongiorno, in particolare, "i gip non devono fare i
notai e ratificare sempre l'operato dei pm, ci si aspetta che facciano
i dovuti controlli. Serve una buona legge ma serve anche che la si
applichi con scrupolo".

(Pol/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 11:39

NNNNINTERCETTAZIONI: LOMBARDO, NON SE NE PRIVI LA MAGISTRATURA =

Catania, 26 giu. - (Adnkronos) - "Credo che i fatti privati che
non hanno nessuna rilevanza penale e finiscano sui giornali, siamo
tutti d'accordo. Che le intercettazioni servono per sventare trame
criminali, e' anche assodato. Evitiamo che se ne privi la
magistratura". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana e
leader Mpa Raffaele Lombardo, parlando con i giornalisti prima del suo
intervento all'assemblea regionale del suo partito in corso di
svolgimento al 'Palaghiaccio' di Catania.

(Ftb/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 12:18

NNNN

Medicina: diabete mina udito, raddoppia rischio perderlo

MEDICINA: DIABETE MINA UDITO, RADDOPPIA RISCHIO DI PERDERLO =

San Diego, 26 giu. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il diabete
mina l'udito, raddoppiando il rischio di perdere uno dei nostri cinque
sensi. La nuova brutta notizia per i pazienti alle prese con questa
malattia -350 milioni nel mondo stando alle ultime stime- arriva da
uno studio giapponese presentato al congresso dell'American Diabetes
Association in corso a San Diego (California).

Il diabete e' nemico delle orecchie a causa della sua capacita',
ipotizzano gli studiosi, di danneggiare vasi sanguigni e nervi. Una
caratteristica che lo rende nemico giurato del cuore, ma che finisce
per minacciare anche l'udito, dato che piccolo nervi e vasi popolano
anche le nostre orecchie. Per giungere a questa conclusione, i
ricercatori giapponesi hanno passato in rassegna 11 studi condotti
precedentemente, per un totale di 31.847 pazienti coinvolti.

(Ile/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 10:47

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Studio inchioda soft drink, e in USA medici pensano di tassarle

SALUTE: STUDIO INCHIODA SOFT DRINK, E IN USA MEDICI PENSANO DI TASSARLE =
LO STUDIO PRESENTATO A SAN DIEGO APRE IL DIBATTITO TRA I CAMICI
BIANCHI

San Diego, 26 giu. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) -
(dall'inviato Ileana Sciarra) - Favorirebbero il diabete, l'obesita' e
la sindrome metabilica. I soft drink, versione light della bevande
gassate e zuccherine, finiscono sul banco degli imputati, tra gli
indagati rei dell'inarrestabile epidemia di chili di troppo che dilaga
nel pianeta. A inchiodarli uno studio presentato al 71esimo congresso
dell'American Diabetes Association, condotto su 474 volontari tra i 65
e i 74 anni monitorati per ben 9,5 anni nell'ambito del San Antonio
Longitudinal Study of Aging.

I ricercatori hanno tenuto d'occhio il girovita dei
partecipanti, punto fondamentale non solo davanti allo specchio ma
anche per la nostra salute. Il grasso che mettiamo sulla pancia,
infatti, ha caratteristiche diverse da quello sottocutaneo che si
trova ad esempio sui glutei, ed esercita una serie di effetti negativi
sul metabolismo, con un incremento dei rischi per cuore e arterie,
nonche' maggiori pericoli di cancro, diabete e altre malattie
croniche. Ebbene, i consumatori di soft drink, nonostante la mission
innocua di queste bevande, hanno un girovita maggiore del 70% rispetto
a chi non ama o e' solito fare a meno di drink frizzanti e light.
Circa una taglia in piu', che potrebbe minare la salute di chi e'
solito mandarle giu'. (segue)

(Ile/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 10:43

NNNNSALUTE: STUDIO INCHIODA SOFT DRINK, E IN USA MEDICI PENSANO DI TASSARLE (2) =

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - A interrogarsi sulla questione,
lo stesso direttivo dell'American Diabetes Association. Alcuni camici
bianchi dell'associazione hanno infatti proposto di includere queste
bevande, da sempre considerate alleate della dieta, tra i prodotti a
cui applicare la cosiddetta 'fat tax', la tassa per contrastare
l'obesita' colpendo proprio i prodotti sotto accusa.

Il dibattito tra favorevoli e contrari va avanti. C'e' chi non
nasconde i propri dubbi sostenendo che estendere la 'fat tax' sulle
bevande light potrebbe produrre l'effetto opposto a quello sperato,
sdoganando il consumo di bibite ricche di zuccheri. Gli autori dello
studio che ha innescato la miccia sottolineano intanto che promuovere
il consumo di soft drink, per ridurre il consumo di bevande
zuccherine, produce effetti collaterali deleteri. ''E' vero sono prive
di calorie - fanno notare - ma non di conseguenze''.

(Ile/Zn/Adnkronos)
26-GIU-11 10:54

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sabato 25 giugno 2011

Sbadiglio scatena 'epidemie', irresistibile la voglia di imitarlo

SALUTE: SBADIGLIO SCATENA 'EPIDEMIE', IRRESISTIBILE LA VOGLIA DI IMITARLO =
IL MEDICO DEL SONNO, UNO TIRA L'ALTRO IN SALA BUIA PER EFFETTO
RILASSANTE MELATONINA

Milano, 25 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Lo sbadiglio? E'
in grado di scatenare vere epidemie. Parola di medico del sonno. Luigi
Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno
dell'ospedale San Raffaele di Milano conferma l'alta 'contagiosita''
di questo riflesso. Se ci si porta la mano alla bocca davanti a
qualcuno, spessissimo capita che l'altro reagisca 'a specchio'.
"Scatta un meccanismo di imitazione - spiega lo specialista
all'Adnkronos Salute - perche' lo sbadiglio e' una sorta di riflesso
automatico".

Se e' risaputo che il contagio avviene tra uomo e uomo, ora
arriva la conferma che lo sbadiglio si 'trasmette' anche da uomo a
cane. A segnalarlo sono gli esperti del Birkbeck College
dell'universita' di Londra (Gran Bretagna), che hanno condotto uno
studio su 29 cani per sperimentare l'effetto dello sbadiglio dell'uomo
su Fido. I risultati, pubblicati su 'Biology Letters' confermano.

Lo sbadiglio, continua Ferini Strambi, "puo' essere espressione
di noia e di eccessivo rilassamento. E c'e' una condizione particolare
che fa partire catene interminabili di sbadigli. Immaginate di essere
nella sala buia o in penombra di un convegno. Quella e' la condizione
ideale per 'epidemie' di sbadigli. La ridotta luminosita' fa
rilasciare piu' facilmente la melatonina che favorisce il
rilassamento. Cosi' si e' piu' portati a sbadigliare". Con il rischio
di contagiare l'intera platea. (segue)

(Lus/Ct/Adnkronos)
25-GIU-11 18:50

NNNNSALUTE: SBADIGLIO SCATENA 'EPIDEMIE', IRRESISTIBILE LA VOGLIA DI IMITARLO (2) =

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - "Non necessariamente, pero', lo
sbadiglio e' collegato al sonno", assicura Ferini Strambi.
"Sicuramente e' una manifestazione di tendenza all'addormentamento, al
di la' del fatto comportamentale. E in questo caso lo sbadiglio si
trasforma in una spia importante perche' segnala una patologia".

Due le categorie piu' soggette a sbadiglio. "La prima e' quella
dei 'privati di sonno', che di giorno vanno incontro a sonnolenza. In
questo caso lo sbadiglio e' un meccanismo attivato per via della
tendenza all'addormentamento". L'altra categoria, conclude lo
specialista, e' quella delle 'vittime' delle apnee notturne. "Il sonno
disturbato porta a un continuo sbadigliare diurno, e al rischio di
addormentamento improvviso".

(Lus/Ct/Adnkronos)
25-GIU-11 18:52

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STORIA: DOMANI SUL 'SOLE 24 ORE' LE CARTE DI FANFANI SU POLIZIA SEGRETA DI TAMBRONI = DOCUMENTI RINVENUTI DAGLI STORICI ALESSANDRO MARUCCI E STEFANO SIMONCINI

STORIA: DOMANI SUL 'SOLE 24 ORE' LE CARTE DI FANFANI SU POLIZIA SEGRETA DI TAMBRONI =
DOCUMENTI RINVENUTI DAGLI STORICI ALESSANDRO MARUCCI E STEFANO
SIMONCINI

Milano, 25 giu. (Adnkronos) - Documenti inediti ritrovati da due
storici tra le carte di Amintore Fanfani sulla polizia segreta formata
dal deputato Tambroni a fine anni '50. Gli inediti e interessanti
materiali saranno pubblicati sul "Sole 24 Ore Domenica". Testimonianze
che risalgono al tempo in cui le veline erano solo le informative
riservate degli organi di sicurezza, il potere politico repubblicano
si produceva in intrecci spericolati all'ombra delle istituzioni dello
Stato.

Questo e' il quadro che emerge da una serie di documenti,
anticipati da "Il Sole 24 ORE Domenica" di domani, che sono stati
rinvenuti dagli storici Alessandro Marucci e Stefano Simoncini tra le
carte di Amintore Fanfani nel corso del complesso lavoro di edizione
dei diari del politico aretino. Da questa documentazione emerge come
Fernando Tambroni si mosse gia' tra il 1958 e il 1959 per indebolire
Fanfani, che nel gennaio 1959 fu costretto a dimettersi da tutte le
cariche, accumulando materiali utili alla propria ascesa e ricorrendo
illecitamente agli apparati di sicurezza di cui peraltro era
responsabile dinanzi al Parlamento.

In particolare formo' una sorta di "polizia segreta" composta da
vigilantes, nell'eventualita' di un suo allontamento dal Ministero
degli Interni, e a cui vennero affidati compiti sia di controllo delle
sezioni democristiane romane sia di sorveglianza sui comportamenti
privati di avversari politici interni alla DC. Allo stesso modo,
sempre dalla documentazione dei due storici, emerge l'intenso lavoro
di pressione e adulazione a cui furono sottoposti numerosi giornalisti
politici da parte di Tambroni.

(Per/Ct/Adnkronos)
25-GIU-11 16:33

NNNNDC: 'SOLE 24 ORE', TAMBRONI FORMO' POLIZIA SEGRETA DI VIGILANTES NEL 1958 =
'PER INDEBOLIRE FANFANI IN CASO DI ALLONTANAMENTO DAL MINISTERO
DELL'INTERNO'

Roma, 25 giu. (Adnkronos) - "Fernando Tambroni si mosse gia' tra
il 1958 e il 1959 per indebolire Fanfani, che nel gennaio 1959 fu
costretto a dimettersi da tutte le cariche, accumulando materiali
utili alla propria ascesa e ricorrendo illecitamente agli apparati di
sicurezza, di cui peraltro era responsabile dinanzi al Parlamento. In
particolare, formo' una sorta di polizia segreta, composta da
vigilantes, nell'eventualita' di un suo allontamento dal ministero
dell'Interno": e' quanto rivela 'Il Sole 24 Ore' nell'inserto
domenicale domani in edicola.

A questa sorta di 'polizia parallela', secondo i documenti
rinvenuti dagli storici Alessandro Marucci e Stefano Simoncini tra le
carte di Fanfani, nell'ambito del lavoro storiografico per la
pubblicazione dei suoi diari, "vennero affidati compiti sia di
controllo delle sezioni democristiane romane sia di sorveglianza sui
comportamenti privati di avversari politici interni alla Dc - scrive
ancora il 'Sole 24 Ore' - Allo stesso modo, sempre dalla
documentazione dei due storici, emerge l'intenso lavoro di pressione e
adulazione a cui furono sottoposti numerosi giornalisti politici da
parte di Tambroni".

(Sin/Ct/Adnkronos)
25-GIU-11 16:20
DC: CARTE FANFANI, TAMBRONI DA MINISTRO CREO' 'POLIZIA SEGRETA' =
(AGI) - Roma, 25 giu. - Ferdinando Tambroni, quando guido' il
Viminale alla fine degli anni Cinquanta, organizzo' una sorta
di 'polizia segreta' a cui furono affidati compiti di controllo
sul suo stesso partito, la Democrazia cristiana, e sui suoi
dirigenti, tra i quali anche Amintore Fanfani, in ragione delle
sue scelte politiche in direzione della costituzione del primo
centro-sinistra.
La notizia e' anticipata da "Il Sole 24 ORE Domenica",
sulla base di documenti rinvenuti dagli storici Alessandro
Marucci e Stefano Simoncini tra le carte di Fanfani, nel corso
del complesso lavoro di edizione dei diari del politico
aretino.
Dalla documentazione emerge come Fernando Tambroni si mosse
gia' tra il 1958 e il 1959 per indebolire Fanfani, il quale nel
gennaio 1959 fu costretto a dimettersi da tutte le cariche
segretario della Dc e presidente del Consiglio. Tambroni
accumulo' materiali utili alla propria ascesa (divenne
presidente del Consiglio nel marzo 1960, con il determinante
sostegno della destra del Msi) e ricorse illecitamente agli
apparati di sicurezza di cui peraltro era responsabile dinanzi
al Parlamento. In particolare, secondo le carte Fanfani,
Tambroni formo' una sorta di 'polizia segreta', composta da
vigilantes, nell'eventualita' di un suo allontanamento dal
ministero dell'Interno, cui vennero affidati compiti sia di
controllo delle sezioni democristiane romane sia di
sorveglianza sui comportamenti privati di avversari politici
interni alla Dc. Allo stesso modo, sempre dalla documentazione
dei due storici, emerge l'intenso lavoro di pressione e
adulazione a cui furono sottoposti numerosi giornalisti
politici da parte di Tambroni. (AGI)
Cav
251605 GIU 11

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venerdì 24 giugno 2011

INTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO = ALFANO, REATO PUBBLICARLE SE IRRILEVANTI - BERSANI, SI' CONFRONTO MA SU NOSTRA PROPOSTA

INTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO =
ALFANO, REATO PUBBLICARLE SE IRRILEVANTI - BERSANI, SI'
CONFRONTO MA SU NOSTRA PROPOSTA

Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - E' sempre alta la tensione nei
palazzi della politica per l'inchiesta P4. E riparte il pressing del
Pdl sulle intercettazioni. Dopo l'affondo di ieri (''sono irrilevanti
penalmente''), il ministro della Giustizia Angelino Alfano torna a
farsi sentire con piu' forza: ''Oltre ad essere moralmente sbagliata,
la pubblicazione delle intercettazioni penalmente irrilevanti e' anche
un reato da perseguire.Queste gettano un certo disdoro a chi nulla ha
a che fare con l'inchiesta. Ma nessuno si fa carico di riparare al
torto''. Da Bruxelles Silvio Berlusconi rincara la dose: ''Non e' un
Paese civile quello in cui non c'e' garanzia dell'inviolabilita' delle
conversazioni telefoniche che poi appaiono sui giornali senza che
abbiano un risvolto penale''.

Parole che provocano la reazione del procuratore di Napoli
Giovandomenico Lepore: ''Io vorrei vedere un po' di indignazione per i
contenuti -dice ai microfoni di 'Radio 24'- invece si cerca di
delegittimare i magistrati dicendo che cerchiamo pubblicita', il che
non e' vero''. Il magistrato tira in ballo il Guardasigilli: ''La sua
uscita e' dettata da una motivazione politica''. Il governo, per ora,
va avanti: non con un decreto legge, ma ripartendo magari dal ddl
all'esame della commissione Giustizia di Montecitorio. Cosi' si
possono gettare le basi di ''una buona legge'' da approvare ''entro
l'estate''.

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini detta i tempi: ''Spero
che ci sia la possibilita' di farla entro agosto'' e ''sarebbe un
bell'esempio se tutte le forze politiche si mettessero insieme
d'accordo'' e la approvassero ''con urgenza''. Il Pd, per bocca di
Pierluigi Bersani, e' pronto a discutere, ma con un intervento ''a
monte'', cioe' non sulla stampa. ''Che Alfano, non proceda per decreto
-precisa il leader Democrat- mi pare nella logica delle cose. Noi
abbiamo una posizione, abbiamo presentato gia' da tempo un ddl che
porta il problema alla fonte, con meccanismi per cui non vengano
divulgate intercettazioni che non ha senso divulgare, che incidono
sulla privacy senza avere attinenza con le indagini''. ''Nessun
bavaglio all'informazione e nessun aiuto ai criminali'', tuona l'Idv.
(segue)

(Pol/Ct/Adnkronos)
24-GIU-11 19:03

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INTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO (2) =
FRATTINI, NO A DECRETO, MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE CONCORDINO
LEGGE ENTRO AGOSTO

(Adnkronos) - Il primo esponente del governo a parlare e',
dunque, Alfano, che frena sul ricorso al dl: ''Abbiamo scelto un
percorso tre anni fa. Non intendiamo fare un decreto legge ne'
orientare la prua in una direzione diversa da quella del ddl che il 29
luglio scorso era stato discusso alla Camera''. Gli fa eco Frattini:
''Ormai i buoi sono usciti dalla stalla. Comunque, credo che ci voglia
una buona legge e sarebbe un bell'esempio per il Parlamento se
maggioranza e opposizione la concordassero in tempi brevi''. Secondo
il ministro degli Esteri il confronto potrebbe partire ''dalla
proposta gia' depositata in Parlamento dalla sinistra, proposta che
non venne mai approvata, ma che ha elementi molto buoni''.

Sull'opportunita' o meno del decreto legge, il responsabile
della Farnesina osserva: ''Le modalita' le decideranno i partiti e i
gruppi parlamentari. Oggi quello che occorre all'Italia e' fare
chiarezza su questa materia. Si potrebbero riprendere quindi le norme
sulla privacy contenute nell'ordinamento europeo. Bastano quelle e la
legge e' fatta''. Dal Consiglio Ue sbotta il premier: ''Credo di dire
una banalita'. Non e' vita quella di alzare il telefono e non poter
parlare liberamente, senza che queste telefonate sia intercettate e
vederle apparire sulla stampa, anche se non hanno nessun, nessun
risvolto penale. Io credo che su questo siano tutti d'accordo'',
sottolinea ancora.

Sottolinea Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera:
''Si puo' andare avanti sul filone del ddl all'esame di Montecitorio.
Io credo che se gia' si applicassero le leggi oggi vigenti una parte
di queste intercettazioni sono assolutamente illegali. Alla Camera
siamo arrivati ad un testo meno incisivo del Senato, che avrebbe
comunque avuto un risultato: queste intercettazioni che gia' sono
illegali, lo sarebbero ancora di piu'''. (segue)

(Pol/Ct/Adnkronos)
24-GIU-11 19:03

NNNNINTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO (3) =
FORMIGONI, OK NORME BIPARTISAN - UDC, RIFORMA SI PUO' FARE MA
NON ORA

(Adnkronos) - Anche Maurizio Paniz, parlamentare e capogruppo
Pdl della Giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio,
rilancia: ''Ancora una volta il ministro della Giustizia detta la
linea in maniera efficace e onta quei detrattori che continuano a
pensare e dire che lavora al ministero solo part-time!. Si approvi
finalmente il ddl sulle intercettazioni!''. Per Anna Maria Bernini,
portavoce vicario del partito, ''le intercettazioni sono ormai
l'equivalente di un genere letterario, una agora' mediatica senza
limiti che prescinde dall'ipotesi di reato che le ha legittimate''.

''Il ministro Alfano ha tutto il diritto di denunciare le
storture di un fenomeno abnorme ed al di fuori di ogni minima regola
di convivenza democratica'', sottolinea il senatore Pdl, Francesco
Casoli. Anche Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia,
confida in una legge realizzata ''in spirito di collaborazione
bipartisan, che sia ovviamente equilibrata, che non impedisca ma
regolamenti le intercettazioni e soprattutto la loro diffusione".

Fare una legge in questo momento, nel pieno dell'inchiesta P4,
"non sarebbe un errore politico" osserva il governatore lombardo,
spiegando pero' che "ovviamente tutto dipenderebbe dal contenuto di
questa legge di cui si e' parlato lungamente''. Per l'Udc parla
Roberto Rao, capogruppo in commissione giustizia di Montecitorio: ''
La riforma del sistema delle intercettazioni va fatta in un clima
condiviso. Certamente non puo' essere quella proposta dal governo, ne
puo' essere affrontata ora". (segue)

(Pol/Ct/Adnkronos)
24-GIU-11 19:03

NNNNINTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO (4) =
ROMANO, SONO INEFFICACI E USATE COME ARMA REPRESSIONE - FLI,
SONO UTILI ALLA DEMOCRAZIA

(Adnkronos) - Per Saverio Romano, leader del Pid e tra i
promotori dei 'responsabili', ''le intercettazioni telefoniche, cosi'
come vengono usate oggi, senza adeguata regolamentazione, sono costose
e spesso inefficaci ai fini processuali. Vengono utilizzate come arma
di pressione, a volte di ricatto, per demolire vite e carriere delle
persone che si vedono sbattute come mostri nelle prime pagine dei
giornali''.

''E' necessaria -avverte il ministro dell'Agricoltura- una norma
che regolamenti l'uso e l'abuso di questo importante mezzo di indagine
per farlo rientrare nei tempi nei modi e nei luoghi stabiliti e
toglierlo dalla troppa contiguita'coi mezzi di comunicazione''.Di
avviso contrario e' Fli, che per bocca del vicepresidente vicario dei
deputati, sottolinea: ''Le intercettazioni nella vicenda P4 saranno
penalmente irrilevanti, ma una volta pubblicate, se non scadono nel
gossip e riguardano questioni di interesse pubblico, sono utili alla
democrazia italiana perche' consentono ai cittadini di sapere,
giudicare e controllare".

''Ogni volta che escono sui giornali i resoconti delle
cosiddette intercettazioni inutili -gli fa eco Giuseppe Consolo,
deputato di Fli e vice presidente della Giunta per le Autorizzazioni
di Montecitorio- la classe politica e particolarmente la maggioranza
di turno, si straccia le vesti invocando, peraltro giusti, interventi
di legge. Le legislature passano ma i provvedimenti concreti non si
vedono''. (segue)

(Pol/Ct/Adnkronos)
24-GIU-11 19:03

NNNNINTERCETTAZIONI: PDL RIPARTE DA DDL, PER BERLUSCONI 'ITALIA NON E' PAESE CIVILE'/IL PUNTO (5) =
PD, NON DIVULGARE QUELLE ININFLUENTI PER INDAGINI - IDV, NO A
LEGGI BAVAGLIO

(Adnkronos) - Il Pd non ci sta. Anna Finocchiaro, capogruppo al
Senato, mette i puntini sulle 'i': ''Il decreto sulle intercettazioni
non esiste, non c'e' possibilita', e' inutile che ne parlino''. E
ancora: ''Non si invochi bavaglio a stampa, manca legge civile perche'
c'e' chi punta a ostacolare indagini e informazione''. Secondo il
senatore Vincenzo Vita ''e' angosciante assistere a un'altra puntata
del teatro dell'assurdo. Ogni qualvolta viene fuori la trascrizione di
intercettazioni imbarazzanti per il governo e le sue zone periferiche,
scatta la voglia forcaiola di censura". Nel suo intervento finale alla
direzione del Pd Bersani non ha dubbi: ''Le intercettazioni non vanno
pubblicate se sono irrilevanti. Non vanno divulgate quelle ininfluenti
per le indagini''.

"Il ministro Alfano probabilmente e' male informato e, comunque,
disinforma", avverte il senatore Casson che aggiunge: "Secondo il
codice quando un atto del procedimento, comprese le intercettazioni
telefoniche, viene messo a disposizione dell'indagato e del suo
difensore cessa il segreto d'indagine. Quindi, gli atti utilizzati dal
giudice di Napoli per le misure cautelari possono, anzi a mio parere
devono, essere pubblicati".

L'Idv e' categorico con Donadi: ''No a leggi bavaglio. E'
assurdo che il centrodestra pensi ad una legge sulle intercettazioni
quando le priorita' del Paese sono ben altre, a partire dalla crisi
economica e sociale che sta attanagliando l'Italia. Mentre le imprese
chiudono e si bruciano ogni giorno posti di lavoro -conclude il
presidente dei deputati del partito- Berlusconi impone ai suoi sherpa
di lavorare ad una legge che favorisce solo la Casta , i mafiosi ed i
criminali. Siamo sconcertati di fronte a tanta arrogante
irresponsabilita'''.

(Pol/Ct/Adnkronos)
24-GIU-11 19:03

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Cittadini comunitari e stranieri irregolari: disposizioni urgenti Pubblicato, nella G.U. 23 giugno 2011, n. 144, il D.L. 23 giugno 2011, n. 89 recante "Disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari". Il decreto è così strutturato: - Capo I: Disposizioni in materia di libera circolazione e permanenza dei cittadini comunitari e dei loro familiari - Capo II: Disposizioni in materia di rimpatrio degli stranieri irregolari D.L. 23 giugno 2011, n. 89 (G.U. 23 giugno 2011, n. 144)

Trattamento di quiescenza del personale del comparto scuola. Cessazioni dal 1° settembre 2011 - Trasmissione dei dati necessari alla determinazione ed al pagamento delle pensioni attraverso flusso informatico

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Assegno per il nucleo familiare – Rivalutazione dei livelli di reddito per la corresponsione dell’assegno nucleo familiare a decorrere dal 1° luglio 2011

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Trasferimento degli importi maturati a titolo di Tfs/Tfr dal personale degli enti interessati da soppressioni e fusioni

ALLEGATO-XLS_23-06-2011-notaop25.xls

Trasferimento degli importi maturati a titolo di Tfs/Tfr dal personale degli enti interessati da soppressioni e fusioni (vedi allegato nota)

23-06-2011-notaop25.pdf

Medici riassunti: no al cumulo tra reddito e pensione La riassunzione in servizio dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del S.S.N., già cessati per limiti di età, preclude comunque la possibilità del cumulo tra reddito e pensione. Lo ha fatto sapere l'Inpdap con una nota emanata il 7 giugno scorso (n. 22). L'ente previdenziale ha ordinato agli uffici periferici di sottoporre a verifica il regime di cumulo dei medici che abbiano usufruito della riassunzione.

I.N.P.D.A.P. (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica)
Nota 7-6-2011 n. 22
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.
Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.
Nota 7 giugno 2011, n. 22 (1).
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.

(1) Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.




Ai
Direttori delle sedi provinciali e territoriali

Alle
Organizzazioni sindacali nazionali dei pensionati

Agli
Enti di patronato

Ai
Caf

Ai
Dirigenti generali centrali e regionali

Ai
Direttori regionali

Agli
Uffici autonomi di Trento e Bolzano

Ai
Coordinatori delle consulenze professionali






Pervengono a questa Direzione numerosi quesiti in merito
all'applicazione della disposizione richiamata in oggetto con
particolare riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da
lavoro dipendente operante nelle fattispecie in esame.
Con la presente nota, acquisito il parere conforme da parte del
Ministero dell'economia e delle finanze (nota n. 57675 del 10
maggio 2011) e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
(nota n. 9736 del 30 maggio 2011) si forniscono le indicazioni
operative per l'uniforme applicazione della norma citata.
L'articolo 22, comma 1, della L. n. 183/2010, nel modificare il
comma 1 dell'articolo 15-nonies del D.Lgs. n. 502/1992,
stabilisce che "Il limite massimo di età per il collocamento a
riposo dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio
sanitario nazionale, ivi compresi i responsabili di struttura
complessa, è stabilito al compimento del sessantacinquesimo anno di
età, ovvero, su istanza dell'interessato, al maturare del
quarantesimo anno di servizio effettivo. In ogni caso il limite
massimo di permanenza non può superare il settantesimo anno di età e
la permanenza in servizio non può dar luogo ad un aumento del numero
dei dirigenti..." e, al comma 3, specifica che dette disposizioni
"si applicano anche ai dirigenti medici e del ruolo sanitario
del Servizio sanitario nazionale in servizio alla data del 31 gennaio
2010".
In virtù della modifica introdotta, quindi, il limite massimo di età
dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario
nazionale si suddivide in due diverse fattispecie alternative:
1. al compimento del 65° anno di età;
2. al maturare del 40° anno di servizio effettivo e nel limite di 70
anni di età.
Il canale di età pensionabile individuato al punto 2 è stabilito ad
istanza dell'interessato e può essere applicato anche ai dirigenti
medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale in
servizio alla data del 31 gennaio 2010 (articolo 22, comma 3, della L.
n. 183/2010) che chiedano di essere riassunti ai sensi della
disposizione in oggetto.
L'esercizio della facoltà in esame e la conseguente riassunzione
in servizio, per i dirigenti già cessati ma in servizio alla suddetta
data, determina necessariamente il venire meno dell'individuazione
del titolo "limiti di età" per le risoluzioni del rapporto
di lavoro avvenute al compimento del 65° anno di età, in quanto la
nuova età pensionabile è individuata alla maturazione dei 40 anni di
servizio effettivo e nel limite dei 70 anni di età.
Ciò ha immediati riflessi sul regime di cumulo pensione/redditi da
lavoro dipendente applicabile al personale in esame.
In particolare, considerato che la prima cessazione dal servizio deve
considerarsi avvenuta per motivi diversi da limiti di età, per le
motivazioni sopra esplicitate, trovano applicazione le disposizioni di
cui agli articoli 133 e 134 del D.P.R. n. 1092/1973 che sanciscono,
nei casi di derivazione, continuazione o rinnovo del rapporto di
lavoro, il divieto di cumulo tra trattamento pensionistico spettante
per il precedente rapporto (conclusosi per motivi diversi dai limiti
di età) e trattamento economico relativo alla rinnovata attività
lavorativa.
Analogamente, la cessazione dal servizio con 40 anni di anzianità
contributiva non consente l'equiparazione, ai fini del regime di
cumulo, con il pensionamento derivante da raggiungimento dei limiti di
età; tale equiparazione, sempre nei casi di scelta per il secondo
canale di età pensionabile, sussiste solo al raggiungimento di 40 anni
di servizio effettivo.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, le sedi
dell'Istituto sono tenute a verificare il regime di cumulo
applicabile ai medici che abbiano usufruito della facoltà di
riassunzione in servizio in applicazione del citato articolo 22, comma
3, della L. n. 183/2010 e ad operare secondo le indicazioni
specificate nella presente nota avendo altresì cura di renderne noto
il contenuto anche alle amministrazioni iscritte che hanno personale
interessato dalla normativa richiamata.


Il Dirigente generale
Dott. Giorgio Fiorino



L. 4 novembre 2010, n. 183, art. 22
D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, art. 15-nonies
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 133
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 134

morbo Parkinson,scoperto in Sardegna gene responsabilE

SALUTE: MORBO PARKINSON,SCOPERTO IN SARDEGNA GENE RESPONSABILE =
(AGI) - Cagliari, 24 giu. - Un nuovo gene responsabile della
malattia di Parkinson e' stato scoperto in Sardegna. E' il
risultato di uno studio coordinato dalla Neurologia
dell'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, diretta da
Maurizio Melis, cui hanno partecipato neurologi dell'ospedale
San Francesco di Nuoro, in collaborazione con i neurogenetisti
del dipartimento di Genetica Clinica dell'Erasmus di Rotterdam.
Il morbo di Parkinson e' una patologia neurodegenerativa
che colpisce, in Italia, 200.000 persone, di cui 10.000 sotto i
40 anni. La ricerca e' stata recentemente pubblicata sulla
rivista "Neurogenetics" e ruota attorno a un gene, il "Tardbp",
che codifica la TDP-43 [transactive response (TAR) DNAbinding
protein-43"]. Questa proteina mutata rappresentava, sino a
oggi, la principale componente delle lesioni istopatologiche in
malattie neurodegenerative, come la frontotemporal lobar
degeneration (FTLD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Inclusioni contenenti la TDP-43 erano state riscontrate in
associazione ai Corpi di Lewy, in studi autoptici su cervelli
di pazienti affetti da varie forme di parkinsonismi. La
Sardegna, con il suo corredo genetico appariva lo scenario
ideale per la ricerca di una disfunzione del gene in pazienti
con il Parkinson e in altri persone portatrici di mutazioni
genetiche del Tardbp e affetti da altre patologie
neurodegenerative, come la Sla.
Il lavoro da poco pubblicato e' stato condotto su 327
pazienti sardi con Parkinson (88 casi familiari, 239 sporadici)
e 578 controlli sempre di origine sarda. La ricerca si e'
basata su una banca dati del Dna, nata nel 2005 al Centro
Parkinson dell'ospedale Brotzu (responsabile Giovanni Cossu
con la collaborazione della dottoressa Daniela Murgia) e che
oggi puo' contare su quasi 1.000 campioni a disposizione della
ricerca. La mutazione e' stata riscontrata in una proporzione
significativa di pazienti [8 casi (2.5%)] e in nessuno dei
controlli. Questi risultati, oltre a indicare che, sino a oggi,
la mutazione Tardbp rappresenta il piu' frequente singolo
fattore di rischio genetico per la malattia di Parkinson nella
popolazione sarda, supportano l'ipotesi che patologie
apparentemente dissimili potrebbero rappresentare diverse facce
di un unico spettro clinico ("Tardbp-patie").
Futuri studi sono stati programmati per comprendere quali
siano i fattori genetici modificanti (o non genetici) capaci di
determinare fenotipi clinici cosi' differenti (Sla, Ftdl e lo
stesso morbo di Parkinson), associati ad una stessa mutazione
del gene Tardbp. (AGI)
Red-Rob
Red-Rob
241139 GIU 11

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NGF in collirio migliora vista bimbi affetti da glioma

SALUTE: NGF IN COLLIRIO MIGLIORA VISTA BIMBI AFFETTI DA GLIOMA =
(AGI) - Roma, 24 giu. - La somministrazione di un collirio a
base di Nerve Growth Factor (NGF) in pazienti pediatrici e
adulti affetti da gliomi delle vie ottiche (GVO) ha evidenziato
effetti significativi sul sistema visivo, migliorandone,
temporaneamente, l'acuita' visiva. E' questo, in sintesi, il
risultato di una sperimentazione condotta attraverso due studi
pilota, uno su 6 bambini e adolescenti, un secondo su un
adulto, affetti da gravi deficit visivi secondari a GVO.
Gli studi sono stati effettuati da ricercatori
dell'Universita' Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma prof.
Benedetto Falsini, dell'Unita' Operativa di Oftalmologia, e
dott. Antonio Chiaretti, dell'Istituto di Clinica Pediatrica,
con il coordinamento del prof. Riccardo Riccardi, direttore
dell'Unita' Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli,
recentemente pubblicati su "Neurorehabilitation and Neural
Repair", rivista ufficiale della Societa' americana di
Neuroriabilitazione.
Tale promettente risultato deriva dal fatto che i
recettori per l'NGF, tramite i quali si esplica l'azione di
questa famosa neurotrofina, scoperta dal Nobel Rita Levi
Montalcini, sono presenti lungo tutte le vie di conduzione e le
cellule ganglionari retiniche. "E' stato dimostrato, infatti,
che la somministrazione congiuntivale di NGF e' efficace nel
trattamento di pazienti con ulcere corneali e con gravi deficit
visivi secondari al glaucoma", spiega il professor Benedetto
Falsini.
"Il Nerve Growth Factor (NGF) e' una neurotrofina,
fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza dei neuroni del
Sistema Nervoso Centrale e Periferico", sottolinea il dottor
Antonio Chiaretti. "Per la sua azione neuroprotettiva -
prosegue il ricercatore - la somministrazione intracerebrale di
NGF e' stata gia' sperimentata per il trattamento di alcune
patologie neurologiche degenerative, quali il morbo di
Parkinson e la malattia di Alzheimer". (AGI)
Rmg
241144 GIU 11

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salute: 'divorata' da acaro tarlo mobili antichi, 150 punture in una notte = ponfi rossi e pruriginosi su tutto il corpo - la dermatologa, si rischia shock anafilattico


SALUTE: 'DIVORATA' DA ACARO TARLO MOBILI ANTICHI, 150 PUNTURE IN UNA NOTTE =
PONFI ROSSI E PRURIGINOSI SU TUTTO IL CORPO

Roma, 24 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una notte agitata
nella camera da letto della casa di campagna, arredata con mobili di
famiglia antichi e preziosi. E un brusco risveglio al mattino,
letteralmente divorata da ponfi rossi, pruriginosi e dolorosi su tutto
il corpo, viso compreso. La brutta avventura e' capitata lo scorso
fine settimana a F. A., veterinaria romana di 37 anni, che dopo un
iniziale sgomento e il timore di essere incappata in qualche
parassita, anche a causa del suo lavoro, ha scoperto il colpevole:
l'acaro del tarlo del legno.

"Una diagnosi veloce, anche perche' lo stesso tipo di problema
l'aveva avuto una mia zia che aveva in casa alcuni dei mobili di
famiglia. Per lei pero' - racconta F. A. all'Adnkronos Salute - la
fase del dubbio e' durata piu' a lungo: non si riusciva a capire quale
insetto avesse provocato le punture che comparivano sul corpo di
diversi componenti della sua famiglia". Se il tarlo del legno e'
confinato, appunto, nei mobili - e quando fuoriesce non 'punge' gli
esseri umani - i minuscoli animaletti che li 'accompagnano'
occasionalmente possono attaccare l'uomo. Sempre associati alla
contemporanea presenza dei tarli, i nemici degli amanti dei mobili
antichi sono appunto acari, appartenenti al genere Pyemotes. Si tratta
di parassiti del tarlo, le cui punture provocano ponfi
pruriginosissimi e generalmente molto numerosi.

"Il dermatologo ne ha contati circa 150, su addome, schiena,
braccia, gambe e perfino sul collo e sul viso. E oggi, a distanza di
qualche giorno dall'inizio della terapia - dice F. A. - il prurito e'
ancora molto intenso". Per risolvere il problema e' necessario
provvedere tempestivamente a bonifi­care i mobili o il legname da
ardere: l'eliminazione dei tarli coincide immancabilmente con la
scomparsa degli acari. "Si tratta di un problema serio, anche perche'
se i ponfi sono molto numerosi si rischia anche lo shock
analfilattico", dice la dermatologa Riccarda Serri, presidente di
Skineco, associazione internazionale di ecodermatologia. (segue)

(Mal/Col/Adnkronos)
24-GIU-11 13:42

NNNNSALUTE: 'DIVORATA' DA ACARO TARLO MOBILI ANTICHI, 150 PUNTURE IN UNA NOTTE (2) =
LA DERMATOLOGA, SI RISCHIA SHOCK ANAFILATTICO

(Adnkronos/Adnkronos Salute) - "E' un inconveniente non
rarissimo, legato soprattutto alla presenza di legna e mobili antichi.
Mi e' capitato il caso della moglie di un paziente che, ogni volta che
andava nella sua casa di montagna, si ricopriva di ponfi rossi e
pruriginosi. Ma e' passato del tempo prima che il problema fosse messo
in relazione con la casa, e quindi con i mobili. Il problema inoltre
e' che ci si accorge dell'attacco dopo che questo e' avvenuto, e
dunque i ponfi possono facilmente essere diverse decine".

Cosa fare, allora? "In questi casi occorre assumere un
antistaminico per bocca e applicare una crema cortisonica e
antibiotica sulla pelle. Puo' essere necessario anche assumere
cortisone per bocca. E' fondamentale - sottolinea la dermatologa -
verificare che i ponfi non si siano infettati. In persone
particolarmente reattive l'attacco dell'acaro puo' scatenare una
reazione allergica". Insomma, "chi eredita mobili antichi, li acquista
o vive in case di legno farebbe bene a controllare che non siano
presenti i tarli e i loro pericolosi e 'invisibili' compagni",
conclude Serri.

(Mal/Col/Adnkronos)
24-GIU-11 13:54

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Fondo perequativo art. 8 comma 11/bis D.L. 31 maggio 2010 n. 78 - provvedimenti una-tantum: prosegue la mobilitazione per il recupero delle risorse! il comunicato congiunto