tumori: prostata; la prevenzione nel dna 'spazzatura'
i risultati di una ricerca del cibio dell'universita' di trento
(ansa) - trento, 24 apr - una variazione genetica e'
responsabile dell'aumento fino a quattro volte del rischio di
contrarre il cancro alla prostata. la scoperta e' contenuta in
uno studio di francesca demichelis del cibio dell'universita' di
trento, realizzato in collaborazione con la cornell university,
e pubblicato oggi sulla rivista pnas.
la ricerca - in cui sono stati campionati oltre 1.900
soggetti in collaborazione con l'ospedale universitario di
innsbruck - ha identificato due variazioni di origine ereditaria
nel genoma umano, presenti in circa l'1,5% della popolazione
globale, che contribuirebbero all'origine del cancro alla
prostata in una forma particolarmente aggressiva. a seconda
della variante genetica ereditata dall'individuo, infatti, il
rischio aumenterebbe anche di tre o quattro volte.
l'identificazione di queste componenti - secondo la ricerca del
cibio - apre straordinarie opportunita' nell'ambito della
prevenzione anche a breve termine, perche' consente di
identificare gli individui che presentano un fattore di rischio
piu' alto di quello della popolazione generale di contrarre la
malattia. nello studio, una delle due variazioni genetiche
individuate riguarda il funzionamento di un gene gia'
conosciuto. l'altra, invece, e' stata riscontrata in un'area non
codificante del genoma (definita in passato ''dna spazzatura'')
che - si e' scoperto - sta alla base della regolazione di una
serie di altri geni.
con oltre 23.000 nuovi casi ogni anno diagnosticati in
italia, il cancro alla prostata e' uno dei tumori piu' diffusi
tra la popolazione maschile. ne risulta colpito, in media, un
italiano su otto e il numero di casi, con l'allungamento
dell'eta' media della popolazione, e' in costante aumento.
(ansa).
xdo/vnn
24-apr-12 16:00 nnnn
i risultati di una ricerca del cibio dell'universita' di trento
(ansa) - trento, 24 apr - una variazione genetica e'
responsabile dell'aumento fino a quattro volte del rischio di
contrarre il cancro alla prostata. la scoperta e' contenuta in
uno studio di francesca demichelis del cibio dell'universita' di
trento, realizzato in collaborazione con la cornell university,
e pubblicato oggi sulla rivista pnas.
la ricerca - in cui sono stati campionati oltre 1.900
soggetti in collaborazione con l'ospedale universitario di
innsbruck - ha identificato due variazioni di origine ereditaria
nel genoma umano, presenti in circa l'1,5% della popolazione
globale, che contribuirebbero all'origine del cancro alla
prostata in una forma particolarmente aggressiva. a seconda
della variante genetica ereditata dall'individuo, infatti, il
rischio aumenterebbe anche di tre o quattro volte.
l'identificazione di queste componenti - secondo la ricerca del
cibio - apre straordinarie opportunita' nell'ambito della
prevenzione anche a breve termine, perche' consente di
identificare gli individui che presentano un fattore di rischio
piu' alto di quello della popolazione generale di contrarre la
malattia. nello studio, una delle due variazioni genetiche
individuate riguarda il funzionamento di un gene gia'
conosciuto. l'altra, invece, e' stata riscontrata in un'area non
codificante del genoma (definita in passato ''dna spazzatura'')
che - si e' scoperto - sta alla base della regolazione di una
serie di altri geni.
con oltre 23.000 nuovi casi ogni anno diagnosticati in
italia, il cancro alla prostata e' uno dei tumori piu' diffusi
tra la popolazione maschile. ne risulta colpito, in media, un
italiano su otto e il numero di casi, con l'allungamento
dell'eta' media della popolazione, e' in costante aumento.
(ansa).
xdo/vnn
24-apr-12 16:00 nnnn
ZCZC
ADN1045 3 CUL 0 ADN CUL NAZ
TUMORI
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