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lunedì 13 gennaio 2020

>>>ANSA/ Pensioni: dal 27 via a confronto,62 anni insostenibili

LUNEDÌ 13 GENNAIO 2020 19.01.14


>>>ANSA/ Pensioni: dal 27 via a confronto,62 anni insostenibili

ZCZC7357/SXA XEF75316_SXA_QBXB R ECO S0A QBXB >>>ANSA/ Pensioni: dal 27 via a confronto,62 anni insostenibili Fornero,proposte irresponsabili; Catalfo,sistema equo e' priorita' (di Alessia Tagliacozzo) (ANSA) - ROMA, 13 GEN - Partira' lunedi' 27 il confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza, dopo la tornata delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. Al momento la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, si limita a dire che per il Governo la priorita' e' la costruzione di un sistema previdenziale equo e flessibile che superi la riforma Fornero ma il confronto appare gia' in salita data la scarsita' delle risorse disponibili. I sindacati nei giorni scorsi hanno chiesto di trattare su un'uscita dal lavoro a 62 anni con 20 di contributi ma l'ipotesi appare impraticabile perche' avrebbe costi piu' alti della stessa Quota 100 che va a esaurimento (che prevede la necessita' anche di 38 anni di contributi). Un'ipotesi che secondo l'ex ministra Elsa Fornero e' un "esercizio di irresponsabilita'" dato che sotto il profilo dei conti pubblici sarebbe "insostenibile". Per domani Cgil, Cisl e Uil hanno convocato le segreterie unitarie e questo sara' uno dei temi principali insieme al fisco. Una maggiore flessibilita' rispetto allo "scalone" che si avrebbe una volta esaurita Quota 100 (67 anni per la vecchiaia, 42 anni e 10 mesi per l'anticipata oltre a tre mesi di finestra mobile, ndr) potrebbe essere introdotta con l'innalzamento dell'eta' anagrafica a 64 anni sempre mantenendo i 38 di contributi come ipotizzato dall'esperto di previdenza Alberto Brambilla, ipotesi al momento bocciata dai sindacati. Ma si potrebbe ipotizzare anche un rafforzamento dell'Ape sociale (la possibilita' di avere un anticipo pensionistico a 63 anni ma a fronte di condizioni di disagio come la disoccupazione o il lavoro gravoso) o l'introduzione di una sorta di Opzione donna anche per gli uomini. In pratica, chi volesse ritirarsi dal lavoro in anticipo rispetto all'eta' di vecchiaia senza aver raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi potrebbe accedere alla pensione ricalcolando l'assegno interamente con il metodo contributivo. Anche per questa opzione ci dovrebbe essere un'eta' minima ma non necessariamente molto bassa perche' l'importo sarebbe strettamente legato ai contributi versati. Tra le altre ipotesi potrebbe esserci, per chi ha gia' interamente il calcolo contributivo, la riduzione dell'importo limite (adesso a 2,8 volte il minimo) per accedere alla pensione tre anni in anticipo rispetto all'eta' di vecchiaia. La flessibilita' comunque nella prossima riforma dovrebbe essere compensata con qualche tipo di penalizzazione nel caso di lavori non gravosi mentre potrebbe essere introdotta una distinzione per i lavori piu' faticosi dato che la speranza di vita per coloro che sono impegnati in queste attivita' e' piu' bassa rispetto al resto dei lavoratori. La ministra dovrebbe nominare una Commissione di esperti che studino la materia ma e' evidente che non si possano archiviare le due riforme che hanno reso il sistema previdenziale italiano sostenibile: quella messa a punto dal Governo Berlusconi nel 2010 che ha legato il pensionamento all'aspettativa di vita e quella contenuta nel Salva Italia del 2011 (la riforma Fornero) che ha parificato l'eta' pensionabile per uomini e donne, ha introdotto il contributivo pro-rata per tutti e una stretta sulle Pensioni anticipate. La Ragioneria dello Stato nel suo ultimo documento sulle tendenze di lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario del resto e' chiara: "considerando l'insieme degli interventi di riforma approvati a partire dal 2004 - si legge - si evidenzia come, complessivamente, essi abbiano generato una riduzione dell'incidenza della spesa pensionistica in rapporto al Pil pari a circa 60 punti percentuali di Pil, cumulati al 2060". Se si guarda al 2020 si vede che la spesa a normativa vigente e' al 15,8% (sarebbe stata al 15,3% senza Quota 100) ma sarebbe stata ben oltre il 17% senza gli interventi del 2010 e del 2011. (ANSA). TL 13-GEN-20 19:00 NNNN 

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