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giovedì 10 settembre 2020

Terremoti: individuate forze che agiscono piu' in profondita'

 

VENERDÌ 04 SETTEMBRE 2020 15.13.18


Terremoti: individuate forze che agiscono piu' in profondita'

ZCZC9463/SXB XSP20248017051_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Terremoti: individuate forze che agiscono piu' in profondita' (EMBARGO ALLE 20) Studio su Faglia Sant'Andrea in California (EMBARGO ALLE 20) (ANSA) - ROMA, 4 SET - Forze che agiscono molto piu' profondamente del previsto potrebbero essere all'origine dei terremoti. Lo indicano nuovi dati relativi alla Faglia di Sant'Andrea pubblicati sulla rivista Science Advances dai ricercatori dell'americana University of Southern California, coordinati da Sylvain Barbot. "La maggior parte della sismicita' della California ha origine dai primi 16 chilometri della crosta terrestre, ma alcuni movimenti sulla faglia di Sant'Andrea si verificano molto piu' in profondita'", rileva Barbot. Con lo studio "mostriamo - prosegue - che una sezione profonda della faglia di Sant'Andrea si rompe frequentemente e fonde le rocce, generando queste onde sismiche anomale". I risultati, secondo gli autori, sono significativi perche' potrebbero far avvicinare l'obiettivo a lungo termine di comprendere come e dove e' probabile che si verifichino i terremoti, insieme alle forze che li innescano. I ricercatori si sono concentrati su Parkfield, una piccola cittadina della California che sorge a cavallo della faglia di Sant'Andrea, scelta perche' e' uno degli epicentri di terremoti piu' monitorati al mondo. Terremoti di magnitudo 6, per esempio, hanno scosso Parkfield a intervalli abbastanza regolari nel 1857, 1881, 1901, 1922, 1934, 1966 e 2004. Ma una indagine geologica ha mostrato che a profondita' maggiori, tremori piu' piccoli si verificano ogni pochi mesi. Per comprenderne l'origine i ricercatori hanno simulato la dinamica dell'attivita' di faglia in profondita' e hanno osservato che, al termine di un grande terremoto, le placche tettoniche che si incontrano al confine della faglia cominciano ad avvicinarsi, fino a scivolare l'una sull'altra. Questo attrito genera calore e quando le temperature superano i 340 gradi, i blocchi di roccia diventano meno solidi e piu' fluidi, innescando una scossa. Secondo Barbot e' come "sfregare le mani quando fa freddo per riscaldarle. I blocchi si surriscaldano quando scivolano e i movimenti della faglia possono essere causati da grandi sbalzi di temperatura. Questo li fa scorrere ancora piu' velocemente, generando alla fine un terremoto". (ANSA). Y75-SAM 04-SET-20 15:12 NNNN

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