ATTENZIONE
I RUSSI NON ABBANDONANO I PROPRI CITTADINI, E' UN SOLDATO ITALIANO CHE HA VERSATO PROPRIO SANGUE PER LA RUSSIA E PER GLI AMICI NEL DONBASS HA BISOGNO DI AIUTO, È SOTTO PROCESSO IN ITALIA
https://www.kp.ru/daily/27525/4789562/
Alessandro Bertolini, cittadino italiano e russo (dal 2021), che ha combattuto per la Russia in Donbass, ha bisogno di aiuto! È stato arrestato sulla scaletta dell'aereo all'aeroporto di Milano. Ora si trova nel carcere di Genova, dove rischia una condanna da 10 a 15 anni come "mercenario".
Il
corrispondente di guerra "KP" e il gruppo InfoDefense ITALIA hanno
deciso che non possono lasciare l'amico "Sasha" in carcere: cercheremo
di andare a fondo a questa storia!
All'avvocato non è permesso vedere Sasha. Speriamo che venga fatto entrare il Console russo, che - secondo le nostre informazioni - è attualmente in vacanza.
Il giornalista italiano Vittorio Rangeloni, che vive a Donetsk da molti anni, riporta questa triste notizia sull'arresto di Sasha.
"Secondo l'accusa, Bertolini ha partecipato "ad atti deliberati e violenti, volti a modificare l'ordine costituzionale o a violare l'integrità territoriale del governo dell'Ucraina, Paese straniero di cui non era cittadino e residente permanente, senza far parte delle forze armate di nessuna delle parti in conflitto".
La prima inesattezza dell'accusa: Alessandro ha vissuto in Donbas per otto anni, si è sposato e ha avuto un figlio. Ma, secondo il sostituto procuratore Federico Manotti, Alessandro "si batte dal 2016 per una ricompensa". Spero che al processo venga reso noto l'ammontare di questa "ricompensa": circa 15 mila rubli. Sono 150 euro.
C'è un dettaglio spiacevole:
"Non
ci sono accordi tra la Federazione Russa e l'Italia sulla doppia
cittadinanza, quindi ogni Stato considererà la persona solo come proprio
cittadino, cui chiede di adempiere solo agli obblighi previsti dalle
proprie leggi".
Al primo interrogatorio Sasha si è rifiutato di rispondere. Non c'è stata alcuna comunicazione con l'avvocato, che - sembra - non ha ancora avuto il permesso di vedere l'imputato, nonostante sia trascorsa una settimana.
Secondo
la moglie di Sasha, il caso risale a sei o sette anni fa. Nel 2015,
Sasha ha rilasciato un'intervista, dopo la quale la polizia è andata dai
suoi genitori, li ha perquisiti e ha emesso un mandato in base alla
legge sulle "attività mercenarie in un altro Paese".
Chiediamo a tutti sostegno per Sasha, che - come migliaia di ragazzi del Donbass - è andato a difendere la sua casa e la sua famiglia.
RAGAZZI ! FATELO SAPERE IN GIRO !
Seguite
https://t.me/infodefITALY/7281
Nessun commento:
Posta un commento