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giovedì 20 marzo 2014

Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-01874 presentata da STEFANO VACCARI martedì 18 marzo 2014, seduta n.211..la Polizia postale e delle comunicazioni nasce nel 1981 con la legge di riforma della Polizia di Stato col compito di garante della segretezza della corrispondenza e della libertà di qualunque forma di comunicazione dei cittadini, diritti sanciti dall'articolo 15 della nostra Costituzione;..



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01874
presentata da
STEFANO VACCARI
martedì 18 marzo 2014, seduta n.211
VACCARI, Rita GHEDINI, BROGLIA - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
la Polizia postale e delle comunicazioni nasce nel 1981 con la legge di riforma della Polizia di Stato col compito di garante della segretezza della corrispondenza e della libertà di qualunque forma di comunicazione dei cittadini, diritti sanciti dall'articolo 15 della nostra Costituzione;
negli anni '90 il lavoro della Polizia postale si intensifica a seguito dell'evoluzione tecnologica e quindi dei rischi alla sicurezza informatica;
il decreto del Ministro dell'interno del 31 marzo 1998 riorganizza la struttura istituendo il servizio di Polizia postale e delle comunicazioni, che nel decreto interministeriale del 19 gennaio 1999 viene indicato quale "organo centrale del Ministero dell'interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazioni";
considerato che:
dal 1983 a Modena esiste la sezione Polizia postale e delle comunicazioni che col passare del tempo ha visto una specializzazione e valorizzazione delle proprie funzioni, passando dalle indagini su reati di natura postale (rapine, furti e truffe a danno delle Poste) a indagini per reati commessi via internet, tra cui pedofilia, truffe, molestie, ingiurie e diffamazioni;
attualmente la sezione è divenuta un punto di riferimento essenziale per l'autorità giudiziaria e per gli altri uffici di polizia;
nella seconda metà degli anni '90, quando la sezione era comandata dal dottor Rolando Balugani, il Ministero decise la chiusura di diversi uffici di polizia tra cui la postale di Modena, chiusura che fu poi scongiurata, grazie anche all'impegno di parlamentari del luogo che tennero alta l'attenzione a livello nazionale;
rilevato, inoltre, che:
a fine febbraio 2014 l'ipotesi di chiusura della sede modenese della Polizia postale è tornata di nuovo a farsi strada: nel piano di razionalizzazione esposto ai sindacati dal vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni, si parla infatti della chiusura di una dozzina di commissariati, della cancellazione delle squadre nautiche, di una ventina di presidi della Polizia stradale, di una trentina di quelli della Polizia ferroviaria, della Polizia postale presente solo nelle città nelle quali si trovano le Corti d'appello e della centralizzazione di 3 grandi poli per la formazione degli agenti;
il piano, che dovrebbe essere firmato entro l'estate e divenire operativo a fine 2014, prevede la soppressione, tra le altre, della sede della Polizia postale di Modena, la cui nuova sede è stata inaugurata solo 3 anni fa;
la città di Modena verrebbe a trovarsi improvvisamente senza un presidio fondamentale nella lotta ai reati informatici e telematici, un presidio nel quale operano attualmente 7 poliziotti comandati dall'ispettore capo Salvatore Calabrese, che ricevono 4-5 denunce a settimana, indagano su 70-80 persone all'anno ed effettuano attività di prevenzione nelle scuole;
questi poliziotti sarebbero trasferiti alla Questura, alla Digos o alla squadra mobile o al compartimento regionale di Bologna;
i sindacati di polizia si sono espressi tutti in maniera nettamente contraria alla chiusura della sezione della postale di Modena sostenendo che proprio oggi che le indagini partono e si concludono con le analisi dei tabulati telefonici e del traffico web sui siti è insensato tagliare un servizio di questo tipo;
anche le forze politiche presenti sul territorio hanno manifestato la propria contrarietà alla chiusura; i consiglieri provinciali del Partito democratico, Fausto Cigni, Marina Vignola e Grazia Baracchi, hanno presentato in merito uno specifico ordine del giorno in cui suggeriscono di trasferire la Polizia postale in affiancamento agli uomini della squadra mobile della Questura modenese, in modo da assicurare continuità nell'operatività sul fronte dei reati informatici;
rilevato, infine, che:
nel medesimo piano di razionalizzazione elaborato dal Ministero si prevede la chiusura anche della sede della Polizia ferroviaria di Modena, anch'essa già paventata a fine anni '90 ma poi non avveratasi per l'impegno anche in questo caso di parlamentari del luogo (si veda, in XIII Legislatura, l'interrogazione 3-03222 del 5 novembre 1999 a prima firma del senatore Guerzoni);
la città di Modena andrebbe quindi ad essere privata di ben due sedi della Polizia;
la chiusura della sezione della postale non comporterebbe alcun risparmio di spesa poiché l'ufficio di strada nazionale Canaletto sud è di proprietà delle Poste e quindi il Ministero non paga alcun affitto,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non intenda rivedere il piano di razionalizzazione degli uffici della Polizia sul territorio italiano, in particolare per quanto riguarda quelli afferenti alla Polizia postale e alla Polizia ferroviaria di Modena, presidi fondamentali nella lotta a reati quali il traffico di droga, la pedofilia e la prostituzione, rifuggendo da ipotesi di accentramento regionale, proponendo altresì una revisione delle sedi e spazi ma non delle operatività territoriali di questi importanti presidi investigativi, costituendo ad esempio delle sezioni specifiche presso la squadra mobile della Questura;
se non ritenga inopportuno attuare una politica di spending review su un servizio fondamentale e di crescente importanza quale quello svolto da poliziotti altamente qualificati che indagano con tecniche sofisticate su reati postali;
se non ritenga che nel momento in cui nel nostro Paese aumentano le truffe telematiche e le più grandi organizzazioni criminali si specializzano nell'uso di nuove tecnologie di comunicazioni la chiusura di presidi quali quelli della Polizia postale non possa rappresentare un arretramento dello Stato nella lotta al crimine, che andrebbe invece intensificata con ogni mezzo.
(4-01874)

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