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giovedì 20 marzo 2014

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04051 presentato da CAPARINI Davide testo di Lunedì 17 marzo 2014, seduta n. 191..la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il «Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato» prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di polizia ferroviaria, 72 di polizia postale, 27 di polizia stradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori. Entro l'estate, 101 province su 110 conteranno un presidio di sicurezza in meno; ..



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04051
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Lunedì 17 marzo 2014, seduta n. 191
CAPARINI e MOLTENI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il «Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato» prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di polizia ferroviaria, 72 di polizia postale, 27 di polizia stradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori. Entro l'estate, 101 province su 110 conteranno un presidio di sicurezza in meno;
   il 4 marzo 2014, il vice capo della polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, ha illustrato le linee guida del progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi dalla polizia di Stato sul territorio nazionale è stato elaborato dal dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad una ottimizzazione dei presidi delle quattro specialità stradale, ferroviaria, postale e di frontiera, un'altra finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di pubblica sicurezza, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrati in alcune sedi;
   la razionalizzazione dei presidi stride con la necessità di aumentare e potenziare il livello di sicurezza su tutto il territorio nazionale, soprattutto in quelle province caratterizzate da una forte presenza di criminalità organizzata e con i maggiori indici di crimini consumati;
   ogni anno sono 50.000 le vittime dei pedofili; le denunce per violenze sessuali sui minori sono aumentate dal 1984 al 1998 del 98 per cento, il 73 per cento delle vittime sono bambine. Il 38 per cento di loro ha un'età compresa tra i 6 e i 10 anni;
   il legislatore italiano ha messo a disposizione delle forze dell'ordine strumenti efficaci con una legislazione rigorosa che prevede reati che altri Stati non prevedono: in Italia anche soltanto «scaricare» sul computer materiale pedo-pornografico in cui si ravvisi lo sfruttamento sessuale di minori è considerato reato. Mentre in altre legislazioni, come negli Stati Uniti, detenere o diffondere immagini di bambini nudi non lo è. E infatti il 78 per cento dei Siti accertati è negli Usa. Inoltre, è prevista la figura dell'agente «sotto copertura» che, previo consenso dell'autorità giudiziaria, può anche scambiare materiale pornografico o creare siti appositi per smascherare e quindi catturare i pedofili;
   operativa da circa 30 anni, la polizia postale è ormai un indispensabile apporto contro il crimine informatico che registra un crescente aumento di reati quali transazioni finanziarie illecite, gioco d'azzardo illegale, hacking, e-commerce, phishing, stalking, cyber-bullismo e pedopornografia;
   la polizia postale è quella sottoposta a maggior rischio in quanto il dipartimento vorrebbe mantenere gli uffici di specialità soltanto nei capoluoghi di regione, sedi delle corti d'appello;
   la chiusura di tutte le sedi distaccate della polizia postale, quella sezione formata da uomini e donne che contrastano ogni giorno, anche, la pedofilia in internet, agenti ultra specializzati nel compito di immergersi quotidianamente in un orrore di difficile comprensione, per la portata ed il dolore che reca in sé. Se si pensa alle immagini sempre più diffuse di neonati, abusati o torturati, o come una recentissima inchiesta ha mostrato, di bimbi uccisi e filmati, i cui video sono stati barattati a caro prezzo, si capisce quanto impegno e quanta forza queste persone debbano avere. Impegno e forza che stanno per essere vanificati, con il loro reinserimento in altri uffici dove questa professionalità andrà purtroppo sprecata;
   la crisi che attanaglia il Paese ed i conseguenti tagli alla polizia di Stato non devono pagati in termini di innocenza violata in quanto se più di mille persone verranno tolte dal compito che ogni giorno svolgono (e che pochi forse sceglierebbero di svolgere), appare facile immaginare come chi abusa possa sentirsi ancora più libero di farlo, essendo venuto meno un controllo importantissimo, che non potrà essere ricoperto da nessun altro;
   in questi anni la polizia postale ha arrestato, spesso addirittura in flagranza di reato, quasi 6mila predatori di bambini. Ha sequestrato e bloccato la diffusione di milioni di immagini e video a carattere pedofilo. Un sito pedopornografico può far guadagnare anche 90 mila euro al giorno, garantendo alla criminalità organizzata risorse sulla pelle dei bambini;
   il Ministro pro tempore Cancellieri nell'intervento alla Camera dei deputati del 1o febbraio 2012 ha sottolineato «la straordinaria attività di monitoraggio della rete internet» da parte della polizia postale, auspicando peraltro che «occorre implementare gli strumenti a disposizione degli operatori della polizia postale che hanno oramai acquisito un ruolo internazionalmente riconosciuto»;
   sono numerosi gli appelli di tutte le sigle sindacali afferenti alle forze di polizia di Stato relativamente all'inadeguatezza e all'inopportunità di tale tipo di programmazione che inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sull'ordine pubblico, sulla garanzia di sicurezza e, più in generale, di legalità –:
   quali siano i motivi economici e finanziari che giustificano chiusure, che, a giudizio degli interroganti, colpiscono l'attività prettamente operativa di presidio del territorio, d'indagine, di prevenzione e repressione dei crimini;
   se il Ministro interrogato intenda riesaminare il piano di razionalizzazione per proteggere il servizio efficiente e competente offerto dalla polizia postale, la cui eliminazione a giudizio degli interroganti comprometterebbe i livelli essenziali di sicurezza e il corso della giustizia.
(4-04051)
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04048
presentato da
CAPARINI Davide
testo di
Lunedì 17 marzo 2014, seduta n. 191
CAPARINI e BORGHESI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il «Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato» prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di polizia ferroviaria, 72 di polizia postale, 27 di polizia stradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori;
   il 4 marzo 2014, il vice capo della polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, ha illustrato le linee guida del progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi dalla polizia di Stato sul territorio nazionale è stato elaborato dal dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad una ottimizzazione dei presidi delle quattro specialità stradale, ferroviaria, postale e frontiera, un'altra, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di pubblica sicurezza, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrate in alcune sedi;
   la razionalizzazione dei presidi stride con la necessità di aumentare e potenziare il livello di sicurezza su tutto il territorio nazionale, soprattutto in quelle province caratterizzate da una forte presenza di criminalità organizzata e con i maggiori indici di crimini consumati;
   il progetto non fa alcun riferimento a come sarà garantita la sicurezza dei cittadini laddove saranno soppressi i presidi di polizia;
   già oggi, nonostante l'encomiabile impegno delle forze dell'ordine è evidente una cronica carenza di uomini, mezzi (e non un surplus come erroneamente evidenziato dal rapporto del Ministero dell'interno) che comporta l'aumento di atti vandalici a negozi, automobili e persone proprio nella zona in cui operano i comandi oggetto della rimodulazione, da cui scaturisce, piuttosto, l'esigenza del mantenimento dei massimi livelli di sicurezza del territorio;
   gli investimenti per la sicurezza negli ultimi cinque anni sono stati ridotti di oltre 4 miliardi di euro e gli operatori della polizia di Stato sono passati dai 103 mila del 2003 ai 94 mila del 2013, con i contratti fermi al 2009, gli stipendi più bassi d'Europa e un tetto retributivo che per tutto il 2014 impedisce di guadagnare di più rispetto al 2010;
   nella sola Lombardia paiono assolutamente ingiustificate le chiusure di ben 19 presidi di cui 1 commissariato di pubblica sicurezza, 4 di polizia stradale, 4 di polizia ferroviaria, 1 del settore frontiera aerea, 2 della squadra nautica e ben 7 sezioni di polizia postale allorquando la stragrande maggioranza dei reati corrono quasi esclusivamente sulla rete;
   la provincia di Brescia è la più penalizzata in Lombardia con la chiusura di ben tre presidi di polizia: la polizia stradale di Iseo (istituita nel dicembre 1960) e Salò (istituita nel gennaio 1961) e il declassamento del settore polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari (Bs);
   i presidi di polizia di Iseo e Salò sono un punto di riferimento importante per i cittadini, per le aziende e per le scuole, oltre che per i numerosi turisti che affollano nella stagione estiva i laghi, senza dimenticare l'affluenza veicolare che interessa il Sebino bresciano anche nei periodi invernali, a causa di una notevole mole di traffico connesso alle località turistiche sciistiche;
   la situazione analitica dell'importante attività operativa svolta a favore della collettività nell'ultimo quinquennio dalla polizia stradale di Iseo e Salò negli anni 2009-13 è così riassunta:
    le persone controllate sono state 210.000 a Iseo, 110.000 a Salò; quelle indagate in stato di libertà sono state 1.300 a Iseo e 800 a Salò, quelle arrestate sono state 21 a Iseo e 17 a Salò;
    i veicoli controllati sono stati 110.000 a Iseo e 50.000 a Salò; quelli recuperati (furto ed altro) sono stati 85 a Iseo, 90 a Salò;
    i casi di soccorso stradale prestato agli utenti sono stati 13.000 a Iseo, 8.000 a Salò;
    le violazioni accertate al codice della strada sono state 12.000 a Iseo e 30.000 a Salò, quelle per stato di ebbrezza alcolica sono state 950 a Iseo e 1.000 a Salò, quelle per uso di stupefacenti sono state 100 a Iseo e 50 a Salò;
    gli incidenti stradali rilevati nell'insieme sono stati 1.145 a Iseo e 1.000 a Salò, quelli con feriti sono stati 827 a Iseo e 710 a Salò, quelli mortali rilevati sono stati 32 a Iseo e 37 a Salò, quelli con persone ferite sono stati 1.351 a Iseo e 1.210 a Salò, quelli con persone decedute sono stati 33 a Iseo e 38 a Salò;
    le patenti ritirate sono state 800 a Iseo, 900 a Salò;
    i sequestri (documenti, veicoli, stupefacenti, altro) sono stati 222 a Iseo, 190 a Salò;
    i servizi di pattuglia effettuati sono stati 8.800 a Iseo e 5.000 a Salò, le percorrenze in chilometri ammontano a 924.000 a Iseo e 525.000 a Salò.
   sono numerosi gli appelli di tutte le sigle sindacali afferenti alle forze di polizia di Stato relativamente all'inadeguatezza e all'inopportunità di tale tipo di programmazione che inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sull'ordine pubblico, sulla garanzia di sicurezza e, più in generale, di legalità –:
   se il Ministro sia a conoscenza dell'utilità, ai fini della sicurezza e dell'ordine pubblico, dei presidi di polizia di Stato di Salò e di Iseo, nonché di tutti quelli presenti sul territorio nazionale in via di soppressione;
   quali siano i motivi economici e finanziari che giustificano chiusure, che, a giudizio degli interroganti, colpiscano l'attività prettamente operativa di presidio del territorio, d'indagine, di prevenzione e repressione dei crimini;
   quali misure urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di scongiurare la soppressione della polizia stradale di Iseo e Salò nonché il declassamento del settore polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari, anche alla luce delle forti criticità sollevate dalle parti sociali;
   se il Governo ritenga compatibile con il contrasto al degrado e con la garanzia della sicurezza e dell'ordine pubblico nella provincia bresciana un provvedimento di razionalizzazione che, ad avviso degli interroganti, ridurrebbe sensibilmente le capacità nel campo della prevenzione del crimine per via informatica, del controllo delle locali acque lacustri, della strada e del monitoraggio delle frontiere, ovvero se non ritenga di potenziare le capacità di contrasto al crimine anche in vista dell'Expo 2015;
   se il Ministro non ritenga opportuno rivedere il progetto di razionalizzazione che impone un drastico taglio ai presidi e alle sezioni della polizia di Stato in un momento in cui al contrario andrebbe rafforzata l'attività di controllo e prevenzione per fronteggiare l'emergenza immigrazione e il crescente tasso di criminalità. (4-04048)
Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01887
presentata da
RAFFAELE VOLPI
mercoledì 19 marzo 2014, seduta n.213
VOLPI - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
la circolare del Ministero dell'interno del 3 marzo 2014, recante il "Progetto di rimodulazione dei presidi della Polizia di Stato", prevede la chiusura del 15,7 per cento per un totale di 266 presidi territoriali di polizia: 11 commissariati di pubblica sicurezza, 4 nuclei artificieri, 74 di Polizia ferroviaria, 72 di Polizia postale, 27 di Polizia stradale, 14 del settore frontiera, 50 della squadra nautica, 9 della squadra a cavallo e 5 della squadra sommozzatori;
il 4 marzo 2014, il vice capo della Polizia di Stato, prefetto Alessandro Marangoni, ha illustrato le linee guida del progetto di razionalizzazione delle risorse e dei presidi dalla Polizia di Stato sul territorio nazionale, che è stato elaborato dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla Polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad un'ottimizzazione dei presidi delle quattro specialità stradale, ferroviaria, postale e di frontiera, un'altra, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di pubblica sicurezza, delle compagnie dei Carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrate in alcune sedi;
la razionalizzazione dei presidi stride con la necessità di aumentare e potenziare il livello di sicurezza su tutto il territorio nazionale, soprattutto in quelle province caratterizzate da una forte presenza di criminalità organizzata e con i maggiori indici di crimini consumati;
il progetto non fa alcun riferimento a come sarà garantita la sicurezza dei cittadini là dove saranno soppressi i presidi di polizia;
già oggi, nonostante l'encomiabile impegno delle forze dell'ordine è evidente una cronica carenza di uomini, mezzi (e non un surplus come erroneamente evidenziato dal rapporto del Ministero) che comporta l'aumento di atti vandalici a negozi, automobili e persone proprio nelle zone in cui operano i comandi oggetto della rimodulazione, da cui scaturisce, piuttosto, l'esigenza del mantenimento dei massimi livelli di sicurezza del territorio;
gli investimenti per la sicurezza negli ultimi 5 anni sono stati ridotti di oltre 4 miliardi di euro e gli operatori della Polizia di Stato sono passati dai 103.000 del 2003 ai 94.000 del 2013, con i contratti fermi al 2009, gli stipendi più bassi d'Europa e un tetto retributivo che per tutto il 2014 impedisce di guadagnare di più rispetto al 2010;
nella sola Lombardia paiono assolutamente ingiustificate le chiusure di ben 19 presidi di cui primo commissariato, 4 di Polizia stradale, 4 di Polizia ferroviaria, primo del settore frontiera aerea, 2 della squadra nautica e ben 7 sezioni di Polizia postale, nonostante la stragrande maggioranza dei reati corrano quasi esclusivamente sulla rete;
la provincia di Brescia è la più penalizzata in Lombardia con la chiusura di ben 3 presidi di polizia: la Polizia stradale di Iseo (istituita nel dicembre 1960) e Salò (istituita nel gennaio 1961) e il declassamento del settore Polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari;
i presidi di Iseo e Salò sono un punto di riferimento importante per i cittadini, per le aziende e per le scuole, oltre che per i numerosi turisti che affollano nella stagione estiva i nostri laghi, senza dimenticare l'affluenza veicolare che interessa il Sebino bresciano anche nei periodi invernali a causa di una notevole mole di traffico connesso alle località turistiche sciistiche;
sono numerosi gli appelli di tutte le sigle sindacali afferenti alle forze di Polizia di Stato relativamente all'inadeguatezza e inopportunità di tale tipo di programmazione che inciderebbe negativamente sulla sicurezza e sull'ordine pubblico e sulla garanzia di sicurezza e, più in generale, di legalità,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dell'utilità, ai fini della sicurezza e dell'ordine pubblico, dei presidi di Polizia di Stato di Salò e di Iseo, nonché di tutti quelli presenti sul territorio nazionale in via di soppressione;
quali siano i motivi economici e finanziari che giustificano chiusure, che, a giudizio dell'interrogante, colpiscono l'attività prettamente operativa di presidio del territorio, d'indagine, di prevenzione e repressione dei crimini;
quali misure urgenti intenda adottare al fine di scongiurare la soppressione della Polizia stradale di Iseo e Salò nonché il declassamento del settore Polizia di frontiera presso l'aeroporto di Montichiari, anche alla luce delle forti criticità sollevate dalle parti sociali;
se ritenga compatibili con il contrasto al degrado e la garanzia della sicurezza e dell'ordine pubblico nella provincia bresciana un provvedimento di razionalizzazione che ad avviso dell'interrogante ridurrebbero sensibilmente le capacità nel campo della prevenzione del crimine per via informatica, del controllo delle locali acque lacustri, della strada e del monitoraggio delle frontiere, ovvero se non ritenga di potenziarne le capacità di contrasto al crimine anche in vista dell'Expo 2015;
se non ritenga opportuno rivedere il progetto di razionalizzazione che impone un drastico taglio ai presidi e alle sezioni della Polizia di Stato in un momento in cui, al contrario, andrebbe rafforzata l'attività di controllo e prevenzione per fronteggiare l'emergenza immigrazione e il crescente tasso di criminalità.
(4-01887)

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