MAFIA: PM DI MATTEO, DA MORI SILENZIO OMERTOSO SU LATITANZA PROVENZANO =
'VOLONTA' DEGLI IMPUTATI CONTRARIA E OSTILE A PROGRESSIONE
INVESTIGATIVA'
Palermo, 5 apr.- (Adnkronos) - Dal generale Mario Mori e dal
colonnello Mauro Obinu e' arrivato, sulla latitanza del boss Bernardo
Provenzano "un silenzio omertoso che intanto strideva con la normale
prassi operativa". E' un altro passaggio della requisitoria del
processo a carico dei due ufficiali dei carabinieri imputati per
favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del
boss Provenzano il 31 ottobre 1995. Secondo il pm Nino Di Matteo c'e'
stata la "volonta’ degli imputati contraria e ostile a ogni
possibilita’ di progessione investigativa e per questo c'era la
primaria necessita’ del mantenimento del silenzio nei confronti
dell’ufficio di Procura. Un silenzio omertoso che intanto strideva con
la normale prassi operativa". E ha letto un passo delle dichiarazioni
rese dall'ex Procuratore aggiunto di Palermo, Giuseppe Pignatone che
non aveva saputo del blitz da effettuare a Mezzojuso.
Nel corso della requisitoria, il pm Di Matteo ha poi accusato
l'imputato Mori di avere tentato "in modo non plausibile e del tutto
maldestro" di "minimizzare le informazioni che provenivano da Riccio e
ha cercato di far credere che fatti di estrema importanza non fossero
tali per un colonnello, come ha detto l'imputato in quest'aula, che
non si puo' mettere a fare il maresciallo''. "Non si puo' ritenere che
le notizie su Provenzano fossero come le altre", ha detto. Adesso il
Presidente del Tribunale Mario Fontana ha sospeso per un quarto d'ora
l'udienza per una breve pausa.
(Ter/Zn/Adnkronos)
05-APR-13 11:45
NNNNMAFIA: PM DI MATTEO, DA MORI SILENZIO OMERTOSO SU LATITANZA PROVENZANO (2) =
'IL MENDACIO DEGLI IMPUTATI E' EVIDENTE, CONDOTTA OMISSIVA
GRAVISSIMA E INCONTESTABILE'
(Adnkronos) - "Rispetto alla possibilita’ che avrebbe consacrato
il Ros come punta di diamante nella lotta alla mafia - prosegue ancora
il pm Di Matteo nella requisitoria - e’ oggi incredibile che da parte
degli imputati Mori e Obinu si affermi di non avere accertato se il
colonnello Riccio avesse comunicato all’autorita' giudiziaria i fatti
accaduti il 31 ottobre 1995. Tutto si puo’ dire ma non si puo’ credere
che in quel momento quell’informazione fosse indifferente per Mori e
Obinu se l’aggregato al Ros Riccio avesse reso edotta l’Ag. Il
mendacio e’ evidente e vuole nascondere la gravita’ di una condotta
omissiva gravissima e incontestabile". Secondo l'accusa il Ros avrebbe
taciuto alla Procura le notizie apprese dal confidente Luigi Ilardo
sulla latitanza di Bernardo Provenzano.
Il pm Nino Di Matteo ha poi letto in aule le dichiarazioni rese
da due collaboratori di giustizia: Ciro Vara e Antnonino Giuffre'. I
due hanno piu' volte ribadito che, nonostante avesse saputo del
mancato blitz a Mezzojuso il 31 ottobre del 1995, Provenzano avrebbe
deciso di restare in quel territorio per altri 5 anni. Il latitante
Provenzano lascio' il covo di Mezzojuso, nelle campagne del
palermitano, soltanto dopo l'arresto di Benedetto Spera nel 2001. ''E
questo avvenne - dice il pm Di Matteo - solo perche' si era reso conto
che era saltato il sistema. Che in un contesto investigativo gestito
fino ad allora solo dai carabinieri aveva fatto irruzione la polizia
riuscita in un mese a catturare Spera e ad arrivare ad un passo
daProvenzano''. Il magistrato ribadisce poi in aula, ancora una volta,
che Provenzano ha potuto "godere di una lunga e tranquilla latitanza"
solo grazie alla trattativa tra Stato e mafia che era stata avviata
poco prima dell'estate del 1992, nella stagione stragista di Cosa
nostra.
(Ter/Opr/Adnkronos)
05-APR-13 12:42
NNNN
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