MAFIA: PM DI MATTEO, SILENZI OMERTOSI DEL ROS SU PROVENZANO
(ANSA) - PALERMO, 5 APR - Il silenzio ''omertoso'' del Ros
dei carabinieri, che avrebbe taciuto alla Procura,
contrariamente a quanto stabilito dall'allora capo dei pm
Giancarlo Caselli, quanto appreso sulla latitanza del boss
Bernardo Provenzano dal confidente Luigi Ilardo, e' al centro
della seconda parte della requisitoria del pm Nino Di Matteo al
processo a due ex vertici del raggruppamento speciale dell'Arma,
Mario Mori e Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato
alla mafia. Di Matteo ha anche ricordato le dichiarazioni di due
pentiti: Ciro Vara e Nino Giuffre' che hanno ribadito in piu'
occasioni che, dopo il mancato blitz che avrebbe dovuto portare
alla cattura del capomafia a Mezzoiuso, nel palermitano,
episodio per il quale i due ufficiali sono finiti sotto
processo, il padrino rimase indisturbato nello stesso luogo e
con le stesse persone per oltre 5 anni. Fu solo dopo la cattura
di un altro boss, Benedetto Spera, arrestato in un casolare a
pochi metri dal nascondiglio di Provenzano, il 31 gennaio del
2000, che il capomafia decise di spostarsi da Mezzoiuso.
''E cio' - ha spiegato Di Matteo - solo perche' si era reso
conto che era saltato il sistema. Che in un contesto
investigativo gestito fino ad allora solo dai carabinieri aveva
fatto irruzione la polizia riuscita in un mese a catturare Spera
e ad arrivare ad un passo da Provenzano''.
Dolosamente, dunque, secondo il magistrato, il Ros non
informo' la Procura delle dritte ricevute dal confidente, che
poi fu assassinato: cio' rientrava, per l'accusa, in quella
sorta di accordo che il boss avrebbe stretto con il Ros
nell'ambito della trattativa che pezzi delle istituzioni
avrebbero siglato con Cosa nostra ''In quel momento - ha
aggiunto - anche su ordine di altri il Ros non voleva catturare
Provenzano''.(ANSA).
SR/GIM
05-APR-13 11:57 NNNN
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