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giovedì 9 gennaio 2014

AMIANTO: GIOVANI CERVELLI ITALIANI VERSO NUOVE CURE PER MESOTELIOMA =


AMIANTO: GIOVANI CERVELLI ITALIANI VERSO NUOVE CURE PER MESOTELIOMA =
DUE STUDI ITALIA-USA COORDINATI DA ANTONIO GIORDANO DELLO SBARRO
INSTITUTE

Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Due nuovi studi italiani
pubblicati sulle riviste 'Cancer Biology and Therapy' e 'Cell Cycle'
aprono la strada a possibili terapie molecolari contro il mesotelioma
pleurico, il tumore provocato dall'esposizione all'amianto. A
coordinare il team di giovani cervelli italiani dell'Istituto Tumori
di Napoli-Crom di Mercogliano e dell'Universita' di Siena e' stato
Antonio Giordano, direttore della Sbarro Health Research Organization
di Philadelphia e docente dell'ateneo senese. "I lavori, frutto della
stretta collaborazione tra queste tre istituzioni - sottolinea
Giordano - sono mirati alla identificazione di nuove terapie
molecolari promettenti per il trattamento del mesotelioma che
potrebbero essere velocemente traslate alla clinica. La diagnosi della
malattia e' spesso tardiva - aggiunge - e al momento non esistono
modalita' curative. La prognosi pertanto resta particolarmente
infausta con una sopravvivenza media molto bassa, inferiore a due
anni".

L'equipe guidata da Giordano, oltre a studiare a livello
molecolare gli effetti deleteri dell'amianto sull'organismo, ha aperto
la strada per nuovi bersagli farmacologici e per individuare anche
possibili marcatori. "La collaborazione tra atenei - avverte Giordano
- ha l'obiettivo di verificare se le nuove terapie molecolari potranno
trovare piu' velocemente un impiego clinico, arrivando cosi' in tempi
brevi al letto del paziente". (segue)

(Com-Frm/Col/Adnkronos)
09-GEN-14 14:05
AMIANTO: GIOVANI CERVELLI ITALIANI VERSO NUOVE CURE PER MESOTELIOMA (2) =

(Adnkronos Salute) - Nel primo studio, pubblicato sulla rivista
americana 'Cell Cycle', i ricercatori hanno verificato l'effetto di
nuovi agenti antitumorali su cellule di mesotelioma. "In questo lavoro
- afferma Francesca Pentimalli dell'Istituto Tumori di Napoli-Crom di
Mercogliano, coordinatrice dello studio - abbiamo utilizzato dei
farmaci ideati per riattivare la proteina P53, uno dei piu' importanti
oncosoppressori noti, che viene disattivato nella maggior parte dei
tumori umani. Nel mesotelioma, sebbene P53 sia raramente mutata, essa
e' inattivata da alterazioni nel suo modello. Fra le due molecole
utilizzate che bersagliano entrambe la proteina P53 - prosegue
Pentimalli - ma con diversi meccanismi d'azione, una in particolare
(Rita), si e' rivelata molto tossica selettivamente per le cellule di
mesotelioma, sia in coltura che in un modello di mesotelioma murino.
'Rita' riesce a indurre efficacemente l'apoptosi, un tipo di morte
cellulare programmata, che avviene mediante l'attivazione di una
specifica 'cascata' di eventi, specificamente in cellule di
mesotelioma e non in cellule 'sane'".

"La capacita' di 'Rita' di indurre apoptosi nel mesotelioma e'
sorprendente vista la refrattarieta' di questo tumore verso questo
processo. La variante piu' aggressiva, il piu' raro mesotelioma
sarcomatoide, infatti, non ha risposto al trattamento probabilmente
poiche' esprime alti livelli di molecole che agiscono come inibitori
dell'apoptosi", ipotizzano Domenico Di Marzo e Iris Maria Forte del
Crom che insieme agli altri ricercatori firmano il primo nome
dell'articolo ."Resta da vedere - chiosano - se la combinazione di
'Rita' con altri attivatori dell'apoptosi possa raggiungere
l'efficacia terapeutica anche per i casi piu' aggressivi".

Intanto il trattamento con questo farmaco ha funzionato in
sinergia con il cisplatino, il chemioterapico d'elezione per questa
malattia, suggerendo che il suo possibile impiego clinico potrebbe
affiancare il regime terapeutico di prima scelta e magari modificarne
le dosi con la speranza di diminuire gli effetti collaterali e quanto
meno migliorare la qualita' della vita dei pazienti affetti da
mesotelioma. (segue)

(Com-Frm/Col/Adnkronos)
09-GEN-14 14:06
AMIANTO: GIOVANI CERVELLI ITALIANI VERSO NUOVE CURE PER MESOTELIOMA (3) =

(Adnkronos Salute) - Sulla stessa linea il secondo lavoro,
pubblicato online sulla rivista 'Cancer Biology and Therapy'. In
questo studio gli autori hanno testato, per la prima volta nel
mesotelioma, una nuova molecola, Mk-1775, in combinazione con il
cisplatino. Mk-1775 e' un inibitore selettivo ed efficace della
proteina Wee1, fondamentale per l'attivazione del 'checkpoint G2/M',
ossia una fase di controllo innescata dal danno al dna provocato da
vari agenti fisici o chimici, inclusi molti farmaci chemioterapici ad
azione genotossica. "Questa fase di controllo e' necessaria per
riparare il Dna danneggiato - sottolineano i ricercatori - prima che
inizi il processo di divisione cellulare. Il razionale di questo tipo
di strategia si basa sul fatto che molte cellule tumorali si affidano
proprio al 'checkpoint di fase G2/M' per riparare il danno al dna
poiche' nella maggior parte dei tumori i checkpoint che agiscono in
altre fasi del ciclo cellulare sono frequentemente inattivati, come ad
esempio quello mediato dalla proteina P53."

Gli inibitori di Wee1 come MK-1775 possono quindi impedire
l'attivazione del checkpoint in seguito al danno al Dna provocato da
alcuni chemioterapici e forzare la cellula a dividersi nonostante il
Dna sia danneggiato, innescando cosi' l'apoptosi. "Come avevamo
ipotizzato, l'MK-1775 ha sensibilizzato selettivamente le cellule di
mesotelioma all'azione genotossica del cisplatino" conclude il primo
autore del lavoro, Paola Indovina dell'Universita' di Siena ed docente
dello Sbarro Institute.

(Com-Frm/Col/Adnkronos)
09-GEN-14 14:07

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