Translate

martedì 14 gennaio 2014

Quell'amaro pesce d'aprile del 2009. Partitocrazia e industrie belliche ora possono brindare

Riceviamo e pubblichiamo


Piangono invece i militari. I primi sono i rappresentanti dei lavoratori con le stellette: i Cocer. Una sorta di “sindacato” che ultimamente ha cercato di scrollarsi di dosso quella tinta giallina che da troppo tempo ne caratterizza la debolissima azione a favore del personale militare e lo hanno fatto opponendo - per la prima volta nella storia della loro quasi trentennale esistenza - un netto rifiuto alla partecipazione all'incontro richiesto dal Ministro della difesa. Con un comunicato stampa infatti l'organismo rappresentativo scrive che “il CoCeR Interforze ribadisce la sua non partecipazione all’incontro con il Ministro della Difesa” e aggiunge che “Se ci saranno dei presenti all’incontro, saranno in tale sede a titolo personale che, per dovere istituzionale o per “carineria” nei confronti degli Stati Maggiori/ Comandi Generali, non rappresentano la posizione ufficiale del Consiglio che è espressione della pluralità del personale in divisa” la nota atipica si conclude con un preciso avvertimento: “Signor Ministro, il suo incontro andrà deserto! Come nel deserto sono finite le legittime aspettative degli uomini e donne della Sicurezza e Difesa del Paese.”. Detto e fatto. Poco prima dell'approvazione definitiva dei decreti legislativi sulla revisione dello strumento militare si è svolto un affollato incontro informale tra il Ministro e il Cocer. Piangono anche i poliziotti, ma per ragioni a mio avviso assolutamente inesistenti. Alcuni sindacati della Polizia di Stato, Siulp, Sap, Ugl Polizia e Consap, insorgono e con un comunicato affidato elle agenzie di stampa a poche ore dall'approvazione della contestata riforma della Difesa, annunciano l'avvio di una nuova forte mobilitazione che si concretizzerà con una manifestazione nazionale. Secondo i sindacalisti della polizia l'approvazione in Consiglio dei ministri della revisione dell'assetto delle forze armate “costituisce, da parte del Governo Letta e del Ministro dell'Interno, l'ennesimo, gravissimo sgarbo nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia di Stato”. “Il Ministro Angelino Alfano - scrivono in una nota congiunta i sindacalisti Felice Romano, Nicola Tanzi, Valter Mazzetti e Giorgio Innocenzi - si è impegnato più volte a far sì che l'approvazione della riforma delle carriere delle Forze di Polizia e il citato strumento militare corressero di pari passo” che poi proseguono affermando che “Ad oggi, invece, registriamo l'approvazione di un provvedimento di riorganizzazione delle forze armate che concerne, vogliamo ribadirlo, anche i ruoli e le qualifiche di quel personale. Inaccettabile e vergognoso aver, ancora una volta, favorito una fuga in avanti dei militari a danno dei poliziotti”.

Nessun commento: