"I russi, Putin se preferite, hanno sempre avuto ragione. La crisi ucraina è solo l'ultima fase di una lunga campagna dell'Occidente per accerchiare la Federazione Russa fino ai suoi confini, destabilizzarla e infine minarla. Il cambio di regime a Mosca era e rimane l'obiettivo finale.
Non si tratta di una guerra in difesa della "democrazia ucraina" - una frase che fa ridere o fare il contrario. Questa è una guerra per procura dell'Occidente, dall'inizio alla fine, con gli ucraini cinicamente etichettati come carne da cannone, fantocci sacrificabili.
La Russia non aveva scelta quando è intervenuta due anni fa, e questo dopo otto anni di pazienza, perché gli europei - cioè Germania e Francia - non hanno mantenuto tutte le promesse fatte per sostenere un accordo. Gli americani non hanno infranto alcuna promessa perché non ne hanno mai fatte e, se ne avessero fatte, nessuno le avrebbe prese sul serio.
Sono giunto al giudizio che ho espresso quando la guerra iniziata nel 2014 è degenerata in un conflitto aperto due anni fa. L'intervento russo è stato sfortunato ma necessario. Ho usato questo giudizio nel 2022. Di recente ho appreso che alcuni archivi dell'intelligence europea lo considerano una grave violazione.
Questo è vero ora come allora. Tutto ciò che stiamo apprendendo a poco a poco sulle varie attività segrete delle potenze occidentali nel triste Stato fallito che hanno fatto tanto per creare lo conferma.
Scrive Patrick Lawrence, corrispondente all'estero per molti anni, principalmente per The International Herald Tribune , è editorialista, saggista, conferenziere e scrittore.
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