GIOVEDÌ 08 FEBBRAIO 2024 16.16.01
Scienza: fumi nocivi creano problemi agli impollinatori =
Scienza: fumi nocivi creano problemi agli impollinatori = (AGI) - Roma, 8 feb. - (notizia con Embargo ore 20.00) - I radicali nitrati o NO3, ampiamente diffusi nell'aria a causa delle pratiche antropiche, degradano le sostanze chimiche odorose rilasciate dai comuni fiori selvatici, limitando drasticamente l'emanazione dei segnali profumati su cui si basano gli impollinatori notturni per individuare il fiore. A dimostrarlo uno studio dell'Universita' di Washington, pubblicato sulla rivista Science. Nell'atmosfera, l'NO3 e' prodotto da reazioni chimiche tra altri ossidi di azoto, a loro volta rilasciati dalla combustione di gas e carbone da automobili, centrali elettriche e altre fonti. I risultati sono i primi a mostrare come l'inquinamento notturno crei una catena di reazioni chimiche che degradano le indicazioni olfattive, rendendo i fiori difficili da scovare con l'olfatto. I ricercatori hanno anche scoperto che l'inquinamento ha probabilmente un impatto mondiale sull'impollinazione. La squadra di ricerca, guidata da Jeff Riffell, professore di biologia dell'UW, e Joel Thornton, professore di scienze atmosferiche dell'UW, come pianta ha analizzato l'enotera pallida o Oenothera pallida. Gli scienziati hanno scelto questa specie perche' i suoi fiori bianchi emettono un profumo che attira un gruppo eterogeneo di impollinatori, tra cui le falene notturne, che sono uno dei suoi impollinatori piu' importanti. I ricercatori hanno raccolto campioni di profumo dai fiori pallidi dell'enotera nei siti di Washington orientale. In laboratorio hanno utilizzato tecniche di analisi chimica per identificare le decine di singole sostanze chimiche che compongono il profumo del fiore selvatico. "Quando si annusa una rosa, si sente un bouquet variegato composto da diversi tipi di sostanze chimiche", ha detto Riffell. "Lo stesso vale per quasi tutti i fiori; ognuno di essi ha una propria fragranza composta da una specifica ricetta chimica", ha continuato Riffell. Una volta identificate le singole sostanze chimiche che compongono il profumo dei fiori selvatici, il gruppo di scienziati ha utilizzato una tecnica piu' avanzata, chiamata spettrometria di massa, per osservare come ogni sostanza chimica all'interno del profumo reagisse all'NO3. Gli autori hanno scoperto che la reazione con l'NO3 ha quasi eliminato alcune sostanze chimiche del profumo. In particolare, l'inquinante ha decimato i livelli di composti odorosi monoterpeni, che in esperimenti separati sono risultati essere piu' attraenti per le falene. Queste, che sentono gli odori attraverso le loro antenne, hanno una capacita' di riconoscere gli odori che e' all'incirca equivalente a quella dei cani, e diverse migliaia di volte piu' sensibile dell'olfatto umano. Secondo Riffell, diverse specie di falene sono in grado di percepire gli odori a chilometri di distanza. Utilizzando una corrente di vento e un sistema di stimolazione degli odori controllati da un computer, il gruppo di scienziati ha studiato la capacita' di due specie di falene, la sfinge bianca o Hyles lineata e la falena del tabacco o Manduca sexta, di individuare e volare verso i profumi. (AGI)Sci/Pgi (Segue) 081615 FEB 24 NNNN
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