Se i diavoli fanno le pentole; mettiamoci i coperchi
Seguendo lo schema generico ma quasi generalmente imposto dai media italiani, le problematiche del rapporto Israele/Palestina nascono il 7 ottobre 2023 con la strage di Hamas, per questo responsabile della carneficina che i miliari israeliani stanno attuando nella striscia di Gaza.
Il parere storico degli studiosi Yehekezhel Kaufman e Nature Karta sostiene che la data d’inizio della controversia risale al 19 agosto del 1897 quando a Basilea nasce il Sionismo che costituisce il Movimento Politico che costituzionalmente si fissa “lo scopo di creare in Palestina una Stato Nazionale per il popolo di religione ebraica“.
La popolazione d’Israele oggi ammonta a 9,500 milioni; 7,200 sono ebrei (73%); 2,100 milioni sono arabi (21%); gli ebrei oggi viventi sulla terra sono 14.831.816; di cui 6.469.900 nella sola America del Nord, (da qui il legame morboso tra Usa e Israele).
Secondo i Sionisti, fra cui si deve ovviamente annoverare Netanyahu, Il primo scopo dello Stato d’Israele è quello di cambiare l’essenza del popolo ebraico; da entità religiosa trasformarlo in movimento oggettivamene politico. Risulta pertanto evidente l’enorme baratro prodotto tra la folle idea Sionista e la realtà geopolitica; attualmente gestita dall' “inquisito per corruzione“ Presidente del Consiglio Netanyahu; (guarda caso come l’ex Usa Donald Trump); per questo amante delle conflittualità e delle guerre per la conquista e l'occupazione di altri territori trasformando i neo colonizzatori in soldati; ma questo è quanto è successo nei 70 anni precedenti il 7 ottobre 2023.
Il filosofo e docente israelita ebreo Kaufman, prima della sua morte avvenuta nel 1963 ha scritto; “è difficile riconciliare dentro noi stessi che il nostro nazionalismo deriva dalla nostra fede; perché questa non alberga più nei nostri cuori“.
Nei millenni della loro storia, non c’è mai stato un solo ebreo che abbia cercato di trasformare le fede in autorità politica nazionalista Pertanto l’dea di uno Stato d’Israele non nasce dagli ebrei, ma trova origine circa cento anni fa nel Movimento Politico Sionista; in primis con il ricorso a pogrom terroristici; poi aiutato da altri Stati seppur d’altre religioni ma dai forti poteri materiali (Usa e GB); con l’azione sionista e il tempo, lo slogan Israele Stato dentro la Palestina è diventato norma, ricordata anche nelle preghiere quotidiane degli ebrei dal sapore egocentrico, di per sé contrastanti allo sviluppo del moderno diritto internazionale.
Il nuovo diritto è stata la motivazione centrale della Risoluzione ONU del 28 ottobre 2023, nella quale si è deliberato ““l’immediato cessato fuoco nella striscia di Gaza, per una tregua umanitaria perché nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale”; la Risoluzione ha avuto 170 voti favorevoli; 14 contrari (con Usa e Israele) e 45 astensioni (tra cui l’Italia).
Israele non si è limitata a votare contro e a disapplicare la Risoluzione, come precedentemente ha già fatto per ben 20 volte; ha altresì dichiarato la Risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza “infame e senza legittimità “. È la conferma di uno Stato che si auto/autorizza ad usare il terrore contro l’umanità; si propaganda democratico servendosi del servilismo occidentale, politico e mediatico; ma disprezza le maggioranze dei paesi e dell’ONU.
Attualmente gli Usa proclamano aiuti umanitari spedendo davanti alla striscia di Gaza un gruppo di portaerei d'attacco a propulsione nucleare, accompagnandolo da cacciatorpediniere e incrociatori lanciamissili; inoltre hanno rafforzato la presenza di aerei da combattimento, compresi gli squadroni F-35, F-15, F-16 e A-10.
Astenendosi, l’Italia della patriottica Giorgia Meloni, (anch’essa “popolana nazionalista eletta da Dio al pari di Netanyahu“), ha legittimato l’assassinio di diecimila civili inermi, soprattutto donne e bambini, facendo una criminale figura nazionale antiumanitaria che tradisce lo spirito veramente patriottico degli italiani ereditato dalla Resistenza.
Anche a seguito dell’ultima manfrina messa in atto mirante a ripristinare il raggiungimento “dell’uomo solo al comando “, falsamente chiamata Riforma Costituzionale; è giunto il momento di chiamare le cose e le persone con il loro nome; fascismo; senza titubanze, perché sono i riemersi dalle fogne con l’abito rimesso a nuovo (grazie a Berlusconi), che anelano d’essere così chiamati sentendosi in tal modo onorati; senza più la necessità di nascondersi nelle adunate semi segrete dal braccio destro teso.
Avendo da cristiana peccato; Giorgia Meloni non può che andare presto all’inferno; prima della scadenza del ruolo di capo supremo che si è assunta pur avendo avuto il suo partito solo il 14% degli aventi diritto al voto.
Enrico Corti
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