È auto-difesa, ci hanno detto, e io ancora chiedo: come può l'uccisione
di 9.000 bambini chiamarsi auto-difesa? Come può lo sfollamento di un
milione e novecentomila palestinesi chiamarsi auto-difesa? All'ombra
dell'impero hanno scambiato il colonizzatore per vittima e il
colonizzato per aggressore. Abbiamo dimenticato che lo stato di cui
parlano, questo stato è stato messo in piedi sulle rovine delle città e
dei villaggi dei loro cugini, lo hanno dimenticato?
Siamo oltraggiati
dalla complicità della Chiesa. Amici, lasciate che sia chiaro: il
silenzio è complicità. E i vuoti richiami alla pace senza un cessate il
fuoco e la fine dell'occupazione, e le parole superficiali di empatia
senza un'azione concreta stanno sotto la definizione di complicità.
Così,
ecco il mio messaggio: oggi Gaza è diventata la bussola morale del
mondo. Gaza era l'inferno prima del 7 Ottobre e il mondo stava zitto.
Dovremmo essere sorpresi, oggi, del loro silenzio?
Se non siete
terrorizzati da ciò che sta succedendo a Gaza, se non siete scossi fino
al midollo c'è qualcosa che non va nella vostra umanità. E se noi, come
cristiani, non ci sentiamo oltraggiati dal genocidio, dalla
strumentalizzazione della Bibbia per giustificarlo c'è qualcosa di
sbagliato nella nostra testimonianza cristiana, e stiamo compromettendo
la credibilità del nostro messaggio evangelico.
Se non riuscite a chiamare questo "genocidio" è colpa vostra. È un peccato oscuro che state decidendo di abbracciare.
Alcuni
non hanno nemmeno chiesto un cessate il fuoco, parlo delle chiese. Mi
dispiace per voi, noi staremo bene. Nonostante la sofferenza immensa che
stiamo affrontando, noi Palestinesi guariremo. Risorgeremo. Ci
rialzeremo di nuovo nel mezzo della distruzione come abbiamo sempre
fatto in quanto palestinesi, anche se probabilmente questa è l'avversità
più grande che abbiamo ricevuto da tanto tempo a questa parte. Staremo
bene. Ma per coloro che sono complici, mi dispiace per voi: guarirete
mai da questo? La vostra carità e le vostre parole scioccate dopo il
genocidio non faranno nessuna differenza. E so che arriveranno, ma non
faranno la differenza. Le parole di rimorso non vi alleggeriranno e
fatemi dire una cosa: non accetteremo le vostre scuse dopo il genocidio.
Quello che è stato fatto è stato fatto.
Voglio che vi guardiate allo specchio e vi chiediate: "dov'ero mentre a Gaza si realizzava un genocidio?".
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