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venerdì 19 settembre 2014

Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-02684 presentata da ELENA FATTORI martedì 16 settembre 2014, seduta n.311 FATTORI, CAPPELLETTI, MORONESE, PAGLINI - Al Ministro della giustizia - Premesso che: in data 21 giugno 2014 alcuni consiglieri della Regione Lazio e del consiglio comunale di Velletri (Roma) appartenenti al Movimento 5 stelle, in occasione della manifestazione del sindacato Polizia penitenziaria (Si.P.Pe.), hanno fatto visita al carcere di Velletri riscontrando lo stato di assoluto degrado in cui versa;..



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02684
presentata da
ELENA FATTORI
martedì 16 settembre 2014, seduta n.311
FATTORI, CAPPELLETTI, MORONESE, PAGLINI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
in data 21 giugno 2014 alcuni consiglieri della Regione Lazio e del consiglio comunale di Velletri (Roma) appartenenti al Movimento 5 stelle, in occasione della manifestazione del sindacato Polizia penitenziaria (Si.P.Pe.), hanno fatto visita al carcere di Velletri riscontrando lo stato di assoluto degrado in cui versa;
il numero dei detenuti nella media degli ultimi anni oscilla tra i 630 e i 640 mentre la capienza regolamentare è di 402 posti e quella tollerabile di 651;
il penitenziario è composto di 2 padiglioni. Il primo, cosiddetto "vecchio" (sezioni A, B e C), è tenuto in scarse condizioni di manutenzione e prevede una capienza di 150 detenuti, ma elevata a circa 250. In ogni piano ci sono 26 celle, tutte disposte sullo stesso lato del corridoio. Le celle, di circa 9 metri quadrati, sono dotate di letto a castello e lo spazio per muoversi è ridotto al minimo; i bagni nella cella sono molto piccoli, anche se muniti di bidet. Le docce sono all'esterno della cella, circa 5/6 per sezione, dunque in media 3 ogni 50 detenuti, abbastanza spaziose, ma molte di esse maltenute;
i posti di servizio all'interno dei reparti dove operano i poliziotti penitenziari sono sprovvisti di finestra e di attrezzature conformi ai requisiti previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2008, idonei ai fini della salute e sicurezza ed adeguati al lavoro da svolgere;
il reparto isolamento e quello cosiddetto "nuovi giunti" vengono usati sistematicamente come reparti detentivi per ovviare al sovraffollamento, ma in quest'ultimo caso non sono presenti né stipetti né televisore;
la sezione C è adibita a reparto infermieristico, ma di fatto è nelle stesse condizioni degli altri reparti;
nel 2012 è stato consegnato il secondo padiglione dell'istituto, cosiddetta sezione D, che può ospitare circa 48 detenuti per piano, per un totale di circa 200, mentre in realtà ne ospita più di 250. Le celle sono 16 da 4 posti (2 letti singoli e uno a castello), per circa 16 metri quadri, con bagno in cella. È dotato di cucina propria ancora non funzionante perché, come risulta agli interroganti, non si riescono ad ottenere le previste autorizzazioni dalle competenti autorità sanitarie; di conseguenza i detenuti "porta vitto" devono attraversare molti corridoi per arrivare e distribuire il pasto. Il reparto D è anche dotato di infermeria che non è funzionante, nonostante sia stato assunto del personale infermieristico e medico da impiegare a tale servizio. Detto personale viene impiegato nel vecchio padiglione e, in caso d'urgenza, deve attraversare diversi corridoi per la necessaria assistenza sanitaria, stessa cosa devono fare i detenuti che hanno bisogno di recarsi nel vecchio padiglione per ricevere le dovute cure, minando quindi l'ordine e la sicurezza dell'istituto e la salute stessa dell'utente;
il servizio sanitario appare inoltre scadente in quanto, come riportato nel mese di luglio 2014 da alcune testate giornalistiche locali, un assistente capo della Polizia penitenziaria ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per essersi involontariamente ferito con una siringa lasciata all'interno di un sacchetto abbandonato nell'area antistante l'infermeria del carcere;
il personale infermieristico, tecnico e ausiliario, direttamente coinvolto nel complesso processo di gestione dei rifiuti, ha l'obbligo di confezionare i rifiuti sanitari secondo la loro tipologia nei contenitori/imballaggi messi a disposizione, chiudere ermeticamente i contenitori, scrivere sull'imballaggio la data di chiusura, il luogo di produzione e la struttura di provenienza, mentre i direttori, i dirigenti responsabili, (caposala, capotecnici, coordinatore, eccetera) ed i preposti devono invece vigilare sul personale da loro dipendente affinché le disposizioni di legge non vengano disattese e segnalare immediatamente per iscritto tutte le "non conformità" riscontrate;
all'esterno della struttura vi è una sezione per i semiliberi e i detenuti assegnati al lavoro all'esterno come da art. 21 dell'ordinamento penitenziario, dove le celle sono costruite come quelle del vecchio padiglione;
una parte della popolazione detenuta è composta da persone trasferite per motivi di ordine e sicurezza, principalmente provenienti da alcuni penitenziari d'Italia e da altri istituti del Lazio. Il carcere di Velletri, a parere degli interroganti, sembra essere un carcere per lo sfollamento di altri istituti sovraffollati del Lazio. Inoltre vengono trasferite anche persone con disturbi o patologie psichiatriche, vista la quotidiana presenza di specialisti;
la sicurezza dell'istituto è affidata ad un esiguo numero di personale di Polizia penitenziaria e, a fronte di circa 640 detenuti, la direzione del carcere attualmente amministra 178 unità, un numero molto scarso rispetto a quello dei detenuti. È evidente che 178 poliziotti, impiegati in vari servizi, anche quelli amministrativi, e divisi per ruoli e competenze specifiche, non possono gestire l'elevato numero di detenuti presenti nel carcere di Velletri, molti dei quali, oltretutto, presentano problemi psichiatrici e sono stati trasferiti in quella sede per motivi di ordine e sicurezza;
il comandante del penitenziario è distaccato da oltre un anno in un altro istituto della Regione, il suo vice invece è stato assegnato provvisoriamente alla sede centrale del DAP (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia) e l'attuale funzionario presente con funzioni di comandante, distaccato da altra sede, è l'unico a gestire la complessa struttura del carcere di Velletri;
inoltre, risulta agli interroganti, che la sicurezza esterna del carcere è pressoché inesistente: una o due unità vengono impiegate alla cosiddetta "sbarra" e alla portineria, mentre al reparto semiliberi durante la notte non viene assegnata nessuna unità di Polizia penitenziaria addetta alla vigilanza, consentendo di fatto ai detenuti occupanti di autogestirsi. Infine, in considerazione dei fatti riportati, non si ha alcuna notizia di qualsivoglia attività intrapresa dalla direzione dello stesso penitenziario al fine di portare all'attenzione delle autorità competenti la drammatica e precaria situazione dell'istituto di Velletri che ormai è costretto ad operare sempre in condizioni di emergenza,
si chiede di sapere:
se e quali misure il Ministro in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere al fine di: rendere il carcere di Velletri più sicuro, prevedendo nella pianta organica l'assegnazione di un maggior numero di personale di Polizia penitenziaria rispetto a quello previsto, in particolare nel ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori; attivare l'infermeria nel nuovo padiglione D, visto che è fornito di struttura e personale; adeguare il servizio sanitario e l'istituto penitenziario in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro; disporre il rientro immediato nella sede del carcere di Velletri di tutto il personale di Polizia penitenziaria distaccato da molti anni nelle varie sedi centrali del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e in quelle locali degli Uffici per l'esecuzione penale esterna, in quanto un ulteriore depauperamento delle risorse umane potrebbe comportare un pregiudizio per l'interesse pubblico, con danno per la collettività;
se sia a conoscenza del livello di attuazione dei "criteri di massima per la predisposizione di piani operativi di intervento locali e regionali", indicati specificatamente nella lettera circolare del DAP, n. 0312188 del 17 agosto 2011 e se tali criteri siano stati portati a conoscenza delle direzioni degli istituti e degli operatori penitenziari.

(4-02684)

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