MERCOLEDÌ 31 LUGLIO 2019 19.12.56
>ANSA-FOCUS/ L'uomo dello zaino, 'non ho parlato di magrebini'
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>ANSA-FOCUS/ L'uomo dello zaino, 'non ho parlato di magrebini'
Derubato prima di omicidio Cc. 'Io ne' informatore, ne' pusher'
(di Chiara Acampora)
(ANSA) - ROMA, 31 LUG - A cinque giorni dall'omicidio del
vice brigadiere Mario Cerciello Rega parla Sergio Brugiatelli,
l'uomo che quella notte denuncio' il furto dello zaino e la
richiesta di estorsione, facendo scattare l'operazione finita in
tragedia. "Desidero chiarire che non sono un intermediario di
pusher ne', tanto meno, un informatore delle forze dell'ordine"
ha sottolineato in una nota diffusa dal suo legale Andrea
Volpini. Ma poi ha gettato nuove ombre sulla storia, con il suo
legale che nel pomeriggio ha rivelato: "Non ricorda di aver
detto subito dopo l'omicidio di Cerciello che gli aggressori
fossero magrebini". Una versione diversa da quella fornita ieri
durante la conferenza stampa degli inquirenti dal comandante
provinciale dei carabinieri, il generale Francesco Gargaro, che
ha voluto chiarire "l'equivoco" iniziale in cui si ipotizzo' che
gli aggressori fossero nordafricani. Un dettaglio contenuto
anche in un comunicato stampa dei carabinieri in cui si indico'
come responsabile dell'accoltellamento "probabilmente un
cittadino africano". "L'indicazione dei magrebini c'e' stata data
subito dopo l'omicidio" dall'uomo derubato dello zaino - ha
spiegato il generale - "Poi la sera in caserma, davanti alle
evidenze, ha ammesso che erano americani".
Il ruolo di Brugiatelli nella vicenda in questi giorni era
apparso poco chiaro. Inizialmente indicato come vittima di
furto, e' poi emerso dalle indagini che fu proprio lui a mettere
in contatto i due ragazzi californiani in cerca di droga a
Trastevere con il pusher che li inganno' vendendogli droga
'finta'. Lui stesso in una ricostruzione di quei momenti,
contenuta nell'ordinanza con cui il gip ha stabilito il carcere
per i due giovani americani, ha raccontato che alla loro
richiesta di cocaina avrebbe risposto di non avere stupefacente
con se' ma di essere "in grado di recuperarlo".
Un altro aspetto insolito e' che dopo aver denunciato di
essere stato derubato dello zaino ai carabinieri presenti a
Trastevere, contatto' mezz'ora dopo il 112 per segnalare
nuovamente quel furto nonostante fosse stato invitato a
presentare formale denuncia in un qualsiasi ufficio di polizia.
E proprio su questo punto l'uomo ha precisato: "Se dopo il furto
subi'to ho chiamato il 112, senza aspettare l'indomani per
sporgere denuncia, come mi era stato in un primo momento
consigliato dai carabinieri, e' stato perche' ho avuto paura.
Quando ho chiamato il mio numero di cellulare, chi ha risposto
non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose.
Mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e
sarebbero venuti a cercarmi", ha aggiunto. Minacce che, a suo
dire, sarebbero state ripetute anche nella seconda telefonata
fatta alla presenza dei militari. E quanto al contenuto del suo
zainetto Brugiatelli ha rivelato che, oltre al documento
d'identita' e al cellulare, all'interno c'erano le chiavi della
casa dove vive con il padre, "che e' molto malato", la sorella e
il nipote. Il suo pensiero e' andato oggi al vice brigadiere
Cerciello: "uomo valoroso che, con il suo lavoro di carabiniere,
ha salvato la mia vita e purtroppo perso la sua". Intanto il suo
legale ha annunciato che l'uomo si costituira' parte civile per
il furto subito e la tentata estorsione. (ANSA).
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31-LUG-19 19:12 NNNN
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