La libertà di stampa e la opportuna auto-illibertà.
In data 7 marzo 2024, nelle due sue trasmissioni serali (otto e mezzo e piazza pulita) anche la rete La7, (una tra le meno servizievoli alla strumentale moda dell’ovvietà) ha orchestrato una trappola della moderna superficialità, cosciente o meno strumentale al concetto non di far comprendere, ma a quello di alimentare conflitti tra gli avversari al potere utilizzando il pretesto “quanto sia stabile o meno il cosiddetto campo largo“.
È forse per questo che sono stati invitati solo rappresentanti politici dell’opposizione e non della maggioranza; si è così assistito non ad un dibattito; ma a processi sommari con giornalisti presenti usati non come indagatori del sapere, ma come pubblici ministeri.
In questa logica, i politici “italiani“ sono stati obbligatoriamente chiamati ad esprimere i loro pareri sulle elezioni Usa; sul chi scegliere tre Biden e Trump; tra un incitrullito e un pluriindagato; come se per lo spettatore-elettore italiano fosse più importante l’America del Nord che il proprio paese; il tutto dentro la logica che gli Usa sono la madre della democrazia; attualmente esportata nella striscia di Gaza attraverso Netanyahu.
La banale curiosità dei giornalisti italiani si è ovviamente estinta quando si doveva fare almeno una domanda agli oppositori del Governo e dello status-quo su cosa pensassero sulle presunte cause del disastro guerrafondaio che investe il pianeta; probabilmente la domanda non è stata fatta per non offendere il sistema del “mercato libero“; che è si fonte di disuguaglianze, di ingiustizia sociale e di povertà che investe oramai più di un terzo della popolazione terrestre; ma è anche perché il sistema ha a libro paga la quasi totalità dei giornalisti della carta stampata e dello schermo.
Per garantirsi la continuità del sistema e della specie comunicativa; per i giornalisti la priorità sta nell’importare in Italia il metodo americano del bi-frontismo; meglio ancora del bi-partitismo con radice nel pensiero unico del potere alla moneta e ai proprietari dell’economia (dottrina Monroe); ora chiamato diritto alla governabilità per affossare definitivamente, una volta per sempre, la caratteristica cultura politica italiana fondata sul pluri-pensiero e sulla pluri-partecipazione, ideata nel 1921 e vissuta dal 1945 al 1991.
La democrazia attuale è quella imposta dagli Usa, che dal 1950 al 2014 l’hanno esportata bombardando 44 volte in queste 28 nazioni; 1950 Cine e Corea; 1954 Guatemala; 1958 Indonesia; 1959/1961 Cuba; 1960/1967/1969 Guatemala; 1961/1973 Vietnam; 1964 Congo; 1964/1973 Laos; 1967/1969 Guatemala; 1969/1970 Cambogia; 1980 El Salvador; 1980 Nicaragua; 1983 Granada; 1983/1984 Libano; 1986 Libia; 1987 Iran; 1989 Panama; 1991 Kuwait; 1991/2003/2015 Iraq; 1993/2007/2008; Somalia; 1994/1995 Bosnia; 1998 Sudan; 1999 Yugoslavia; 2007/2015 Pakistan; 2009/2011 Yemen; 2011/15 Libia; 2011/2014 Afghanistan; 2014/2018 Siria.
Ma anche su questo non è stata fatta una domanda; fine della democrazia come la idearono i greci 2.420 anni fa.
Enrico Corti
8 marzo 2024
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