da Enrico Corti
| 15:01 (1 ora fa) |
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Giorgia Meloni con l’elmetto contro la verità storica
Il 19 Marzo 2025 alla Camera Giorgia Meloni ha fatto uscire dal vaso la puzzolenta sua urina strutturalmente odorante di odio ideologico, citando a sproposito e in modo vergognoso il Manifesto di Ventotene scritto da tre imprigionati dal fascismo per un’Europa libera; per questo sommersa dalle critiche,
A prescindere da queste, è doveroso analizzare con più precisione la sua frase più significativa rivolta a tutti gli italiani; “Non so se questa Europa di Ventotene è la vostra, ma certamente non è la mia”; così ha gettato definitivamente la maschera dell’ipocrisia.
Nella sostanza, la Meloni a Montecitorio ha confessato che lei non si sente una minuta parte nana della più larga comunità italiana, europea e del mondo globale terracqueo; ma che ne è il presuntuoso soggetto centrale solo perché nel 2022 sugli aventi diritto al voto il partito della Meloni ha ottenuto solo il 14% con il quale, per una balzana e incongrua legge elettorale, da due anni non governa per conto di tutti gli italiani; ma comanda a nome e per conto del suo partito in modo peggiore di come faceva il Duce; in combutta con gli interessi di classe degli imprenditori.
È per questa che la Meloni nega una legge sul minimo salariale in un contesto dove, come documenta l’Ufficio Statistiche Eurostat della U.E., il potere d’acquisto del salario è in Italia è il peggiore d’Europa; con 21 Nazioni su 27 che in cui vige per legge il salario minimo garantito.
Ciò malgrado, ancora attualmente la maggioranza della stampa, quella agit-prop della destra ma anche quella cosiddetta progressista, si gingilla scrivendo “la Meloni si non è antifascista, ma non è nemmeno fascista perché non usa l’olio di ricino“; fingendo di non vedere che l’olio di ricino è stato sostituito con la gestione familiar-cricco-mafiosa del potere di stampo neo-fascista.
Le fiamme dell’incendio acceso sono oramai alte come quelle sul simbolo di Fratelli d’Italia, ma i custodi del quarto potere hanno disattivato gli estintori e parzialmente chiusi i rubinetti delle pompe anti-incendi; preferendo l’attenzione al piano Re-Arm della teutonica von der Leyen come preventiva difesa dalla Russia “impero del male“.
Per fare brodo storico, l’identità occidentale ricorre all’espediente di annoverare come invasioni gli stretti rapporti avuti dal 1945 dall’Unione Sovietica con sei nazioni europee orientali; con parziali occupazioni di Praga (1956) e Praga (1958); conclusisi poi da Nikita Chruščev. Sulle attuali Crimea e Georgia, si è già ampliamente chiarita la vera storia precedentemente.
Dopo il 1945 gli Usa sono intervenuti in;
Afghanistan (1979) Bolivia (1971) Brasile 1961-1964) Cile (1973) Cina(1946-1949); Congo (1960) Corea (1945) Cuba (1961) Egitto (1952) El Salvador (1980-1992) Filippine (1946-1954) Granada (1983) Grecia (1946-1949-1967 (1946/1949/1967) Guatemala (1954) Haiti (1991)Indonesia (1965/1967) Iran (1953)-2005) Iraq (1963-1972-1975-1991 1994-2000-2003) Italia (1947-1970) Jugoslavia 2000 )Kuwait 1991)Laos (1955-1960) Libano (1958) Nicaragua 1982-1989 Palestina ( 2006-2007) Panama 1889) Polonia (1980-1989) San Domingo (1961-1965-1966) Siria (1949-1956-1957-2005) Ucraina 2013) Venezuela (2015) Vietnam 1989-963) Yemen (2015); per un Totale di 59 interventi quasi tutti armati.
Ma di questa storia gli occidentali non devono sapere.
Enrico Corti
21 marzo 2025
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