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lunedì 19 novembre 2012

SCIOPERI: AMNESTY, CODICI RICONOSCIMENTO SU UNIFORMI POLIZIA




SCIOPERI: AMNESTY, CODICI RICONOSCIMENTO SU UNIFORMI POLIZIA

(ANSA) - ROMA, 19 NOV - "Chiediamo da molti anni alle
autorita' italiane e alle forze di polizia di prevedere misure
di identificazione per gli agenti impegnati in operazioni di
ordine pubblico, assicurando che l'identita' personale degli
stessi sia tracciabile, ad esempio attraverso l'uso di codici
alfanumerici sulle uniformi": e' quanto afferma Carlotta Sami,
direttrice generale di Amnesty Italia, in relazione alle
polemiche sull'uso della forza all'indomani delle manifestazioni
del 14 novembre.
"Questa richiesta e' centrale tra quelle della nostra
campagna 'Operazione trasparenza: diritti umani e polizia in
Italia', che ha gia' raccolto oltre 20.000 firme che
consegneremo presto alle istituzioni" ha aggiunto Sami. Amnesty
ricorda che indicazioni precise sull'identificazione degli
agenti durante le operazioni di polizia sono contenute negli
standard del Consiglio d'Europa, quali il Codice europeo
sull'etica di polizia. Questi standard mirano a garantire che
sia agevole, per la stessa polizia, tracciare eventuali
comportamenti scorretti e che sia al contempo possibile, per chi
ne viene colpito, denunciarli.
"L'identificazione dei responsabili di violazioni dei diritti
umani e una complessiva trasparenza dell'operato delle forze di
polizia sono essenziali per il buon nome della polizia stessa,
un organismo chiave per la protezione dei diritti umani" ha
spiegato Sami. "Anche questa lacuna del sistema, come la
mancanza del reato di tortura nel codice penale, ha in Italia
effetti molto pratici e negativi: favorisce l'impunita' in tutti
i casi in cui, anche a causa del volto coperto dal casco, non
sia possibile riconoscere l'agente neanche da parte di chi e'
stato colpito a distanza ravvicinata. L'impossibilita' di
identificare i responsabili ostacola l'azione penale e il
complessivo accertamento degli abusi, come accaduto in relazione
alle violazioni dei diritti umani commesse a Genova durante il
G8 del 2001 in operazioni di piazza, rimaste per la maggior
parte impunite" ha ricordato Sami.
"'Gli stessi standard internazionali citati si pongono la
questione della sicurezza del personale di polizia e
sottolineano che l'identificazione dell'agente non implica
necessariamente che il suo nome sia rivelato - ha concluso Sami
- proprio sulla base di queste considerazioni si propone
l'adozione di un codice alfanumerico, istanza rispetto alla
quale appare esservi una resistenza che sarebbe a nostro avviso
interesse di tutti superare". (ANSA).

AB
19-NOV-12 18:16 NNNN

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