CASSAZIONE: PIU' PRIVACY SULLA SALUTE, SPECIE OGGI COL DILAGARE DEI SOCIAL
La sentenza, attenzione alla pericolosita' del web, aggrediti
aspetti piu' intimi della personalita'
Roma, 20 mag. (AdnKronos) - Più privacy e quindi "più adeguate difese"
per i dati che riguardano la salute delle persone. Le pretende la
Cassazione spiegando che il "diritto alla riservatezza" oggi richiede
ancora più attenzione dato il dilagare dei social. "E' soprattutto
l' incessante progresso tecnologico, il perfezionamento (e la
pericolosità) dei mezzi di comunicazione di massa e degli strumenti di
raccolta di dati e notizie - scrive la Suprema Corte - che, attraverso
inedite, per il passato del tutto impensabili, e talora gravissime
aggressioni agli aspetti più intimi della personalità, richiedono
necessariamente l' individuazione di più efficaci ed adeguate difese".
La Prima sezione civile è stata sollecitata a decidere sul ricorso di
un 76enne siciliano che aveva chiesto - con esito negativo - al
Tribunale di Palermo la condanna al risarcimento dei danni causati da
illegittima divulgazione di dati relativi alla sua salute e alle sue
invalidità. In particolare, l' uomo denunciava la pubblicazione delle
informazioni personali "sulla banca dati, sito internet della Corte
dei Conti liberamente accessibili". Da qui la richiesta dei danni alla
Corte dei Conti.
La Cassazione ha ribaltato la decisione e ha accolto il ricorso
dell' uomo, sottolineando che è "illecita la diffusione delle
generalità del ricorrente, con riferimento ad un provvedimento
giurisdizionale, ove si indicava il suo stato di salute e le sue
invalidità". Nel dettaglio, gli ' ermellini' hanno ricordato che
"devono essere trattati i soli dati essenziali, ai fini della
informativa giuridica, e che il trattamento va effettuato unicamente
con operazioni, con logiche e mediante forme di organizzazione di dati
strettamente indispensabili, in rapporto ai predetti obblighi
informativi". Il Tribunale di Palermo riesaminerà il caso valutando
"l' esistenza e la consistenza del danno nonchè l' indicazione del
soggetto responsabile".
(Dav/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
20-MAG-16 14: 34
aspetti piu' intimi della personalita'
Roma, 20 mag. (AdnKronos) - Più privacy e quindi "più adeguate difese"
per i dati che riguardano la salute delle persone. Le pretende la
Cassazione spiegando che il "diritto alla riservatezza" oggi richiede
ancora più attenzione dato il dilagare dei social. "E' soprattutto
l' incessante progresso tecnologico, il perfezionamento (e la
pericolosità) dei mezzi di comunicazione di massa e degli strumenti di
raccolta di dati e notizie - scrive la Suprema Corte - che, attraverso
inedite, per il passato del tutto impensabili, e talora gravissime
aggressioni agli aspetti più intimi della personalità, richiedono
necessariamente l' individuazione di più efficaci ed adeguate difese".
La Prima sezione civile è stata sollecitata a decidere sul ricorso di
un 76enne siciliano che aveva chiesto - con esito negativo - al
Tribunale di Palermo la condanna al risarcimento dei danni causati da
illegittima divulgazione di dati relativi alla sua salute e alle sue
invalidità. In particolare, l' uomo denunciava la pubblicazione delle
informazioni personali "sulla banca dati, sito internet della Corte
dei Conti liberamente accessibili". Da qui la richiesta dei danni alla
Corte dei Conti.
La Cassazione ha ribaltato la decisione e ha accolto il ricorso
dell' uomo, sottolineando che è "illecita la diffusione delle
generalità del ricorrente, con riferimento ad un provvedimento
giurisdizionale, ove si indicava il suo stato di salute e le sue
invalidità". Nel dettaglio, gli ' ermellini' hanno ricordato che
"devono essere trattati i soli dati essenziali, ai fini della
informativa giuridica, e che il trattamento va effettuato unicamente
con operazioni, con logiche e mediante forme di organizzazione di dati
strettamente indispensabili, in rapporto ai predetti obblighi
informativi". Il Tribunale di Palermo riesaminerà il caso valutando
"l' esistenza e la consistenza del danno nonchè l' indicazione del
soggetto responsabile".
(Dav/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
20-MAG-16 14: 34
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