LUNEDÌ 27 LUGLIO 2020 08.28.05
PIACENZA: IL GIP DI MANI PULITE, 'IN QUELLA CASERMA TROPPI ARRESTI FACILI' =
ADN0110 7 CRO 0 ADN CRO NAZ PIACENZA: IL GIP DI MANI PULITE, 'IN QUELLA CASERMA TROPPI ARRESTI FACILI' = Ghitti, a Milano ai tempi di Tangentopoli, ha concluso la carriera nella città dello scandalo, 'è un sistema che va cambiato' Roma, 27 lug. (Adnkronos) - "Sbagliate prospettiva. Il punto non è: i superiori non potevano non sapere. La questione è: non si poteva non vedere. Quello che succedeva era sotto gli occhi di tutti". Così a Repubblica Italo Ghitti, 73 anni, in pensione nel dicembre del 2017, dopo aver ricoperto per cinque anni il ruolo di presidente del Tribunale di PIACENZA. È stato il giudice che, a Milano, ai tempi di Mani pulite, firmò l'arresto di Mario Chiesa e dalle sue mani passarono tutti gli atti del pool di Francesco Saverio Borrelli. Ghitti, riporta il quotidiano, era stato l'unico a porre pubblicamente il problema degli arresti fotocopia, una quarantina negli ultimi tre anni quelli della caserma Levante, effettuati dal gruppo dell'appuntato Giuseppe Montella. Lo aveva fatto in un luogo a lui familiare, un'aula di tribunale, durante l'ennesimo processo per direttissima a un cittadino extracomunitario beccato con una dose minima di sostanze stupefacenti. "Dissi quello che era quasi un'ovvietà. Che senso aveva fare tutti quegli arresti per quantità risibili di droga? Il Tribunale - ricorda - era paralizzato da decine di procedimenti del genere che non portano a nulla. Era evidente che l'unica spiegazione possibile dietro quella sfilza di processi erano le statistiche. Pensavano alla quantità degli arresti e non la qualità. Hanno costruito carriere sulle statistiche e con le conferenze stampa. Quello che è successo con i carabinieri della Levante era inevitabile. E, infatti, era già successo". Nell'aprile del 2013, dopo un'indagine condotta dai carabinieri, furono arrestati sei poliziotti della squadra narcotici: l'accusa per gli agenti, poi cementata da sentenze definitive con condanne fino a 20 anni, riporta Repubblica, era di essersi prestati a fare da intermediari tra broker della droga e spacciatori su piazza, loro informatori. In quei casi non c'erano state botte né torture. "L'inchiesta del 2013 è una fotocopia di quella sui carabinieri. Io però non ho mai avuto alcun sentore delle violenze degli uomini di Montella, né ho mai notato lividi o segni di percosse sugli imputati durante le direttissime. Mai nessuna segnalazione da parte dei loro avvocati. Altrimenti avrei subito denunciato". Poi aggiunge: "Oggi se non si cambia il sistema che fabbrica carriere grazie alle statistiche degli arresti, tra due, tre anni, o magari anche meno, ci indigneremo per un altro caso Levante". (Asc/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-LUG-20 08:28 NNNN
PIACENZA: IL GIP DI MANI PULITE, 'IN QUELLA CASERMA TROPPI ARRESTI FACILI' =
ADN0110 7 CRO 0 ADN CRO NAZ PIACENZA: IL GIP DI MANI PULITE, 'IN QUELLA CASERMA TROPPI ARRESTI FACILI' = Ghitti, a Milano ai tempi di Tangentopoli, ha concluso la carriera nella città dello scandalo, 'è un sistema che va cambiato' Roma, 27 lug. (Adnkronos) - "Sbagliate prospettiva. Il punto non è: i superiori non potevano non sapere. La questione è: non si poteva non vedere. Quello che succedeva era sotto gli occhi di tutti". Così a Repubblica Italo Ghitti, 73 anni, in pensione nel dicembre del 2017, dopo aver ricoperto per cinque anni il ruolo di presidente del Tribunale di PIACENZA. È stato il giudice che, a Milano, ai tempi di Mani pulite, firmò l'arresto di Mario Chiesa e dalle sue mani passarono tutti gli atti del pool di Francesco Saverio Borrelli. Ghitti, riporta il quotidiano, era stato l'unico a porre pubblicamente il problema degli arresti fotocopia, una quarantina negli ultimi tre anni quelli della caserma Levante, effettuati dal gruppo dell'appuntato Giuseppe Montella. Lo aveva fatto in un luogo a lui familiare, un'aula di tribunale, durante l'ennesimo processo per direttissima a un cittadino extracomunitario beccato con una dose minima di sostanze stupefacenti. "Dissi quello che era quasi un'ovvietà. Che senso aveva fare tutti quegli arresti per quantità risibili di droga? Il Tribunale - ricorda - era paralizzato da decine di procedimenti del genere che non portano a nulla. Era evidente che l'unica spiegazione possibile dietro quella sfilza di processi erano le statistiche. Pensavano alla quantità degli arresti e non la qualità. Hanno costruito carriere sulle statistiche e con le conferenze stampa. Quello che è successo con i carabinieri della Levante era inevitabile. E, infatti, era già successo". Nell'aprile del 2013, dopo un'indagine condotta dai carabinieri, furono arrestati sei poliziotti della squadra narcotici: l'accusa per gli agenti, poi cementata da sentenze definitive con condanne fino a 20 anni, riporta Repubblica, era di essersi prestati a fare da intermediari tra broker della droga e spacciatori su piazza, loro informatori. In quei casi non c'erano state botte né torture. "L'inchiesta del 2013 è una fotocopia di quella sui carabinieri. Io però non ho mai avuto alcun sentore delle violenze degli uomini di Montella, né ho mai notato lividi o segni di percosse sugli imputati durante le direttissime. Mai nessuna segnalazione da parte dei loro avvocati. Altrimenti avrei subito denunciato". Poi aggiunge: "Oggi se non si cambia il sistema che fabbrica carriere grazie alle statistiche degli arresti, tra due, tre anni, o magari anche meno, ci indigneremo per un altro caso Levante". (Asc/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 27-LUG-20 08:28 NNNN
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