Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-09457
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-09457
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Venerdì 12 giugno 2015, seduta n. 441
SORIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
un'inchiesta della Guardia di finanza durata quattro anni, investigando sui capitali accumulati dalla comunità cinese in Italia, avrebbe scoperto che un totale di ben 4,5 miliardi di euro, frutto per lo più di attività come contraffazione, prostituzione, sfruttamento del lavoro ed evasione fiscale, sarebbe stato inviato in Cina con un servizio di money transfer, evitando il pagamento di qualunque imposta, secondo quanto rivelato dall'agenzia americana Associated Press, e riportato da fonti di stampa;
secondo la documentazione degli investigatori, quasi la metà della somma sarebbe arrivata in Cina passando per uno dei più grandi istituti finanziari del Paese, la Bank of China, la quale avrebbe incassato in questo modo l'equivalente di 758 mila euro in commissioni sui trasferimenti;
Associated Press farebbe risalire parte del denaro «scomparso» dalle tasse italiane a una società a controllo statale, la Wenzhou Cereals Oils and Foodstuffs Foreign Trade Corporation, già finita sotto accusa in passato per la svendita di prodotti contraffatti negli Stati Uniti;
il coordinatore delle indagini, Pietro Suchan, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, avrebbe dichiarato ad Associated Press che fin qui sarebbe emerso solo «il 50 per cento della verità» perché non sarebbe stato possibile stringere un contatto con le autorità giudiziarie cinesi; anche altre fonti, sempre citate dall'agenzia americana, sostengono che «Pechino non sta collaborando» con gli investigatori –:
se il Governo sia informato dei fatti esposti in premessa e come intenda intervenire, per quanto di competenza, prima di tutto per interrompere quelli che sono stati individuati essere traffici illeciti, legati a pratiche di contraffazione di marchi, prostituzione, sfruttamento del lavoro, e, al contempo, se non intenda attivarsi per interrompere il perpetrarsi di questa massiccia evasione fiscale da parte di cinesi presenti sul territorio italiano, che si traduce in una grave perdita economica per il nostro Paese, ancor più grave in un momento di crisi come quello che l'Italia si trova ad attraversare;
se il Governo non intenda comunicare a quanto ammonterebbe la perdita economica del nostro Paese a fine 2014, a causa dell'evasione fiscale dei capitali accumulati dalla comunità cinese in Italia, secondo le stime più aggiornate del Ministero;
se il Governo non consideri necessario intervenire per cercare di aprire un dialogo più proficuo con le autorità cinesi competenti, al fine di ricevere collaborazione nelle indagini ma anche di ottenere un eventuale rimborso delle risorse sottratte al fisco italiano;
se il Governo non intenda, altresì, promuovere una efficace campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sugli effetti negativi della contraffazione, visto che il punto di forza di questo fenomeno è, naturalmente, la domanda dei beni prodotti, e, a questo proposito, se il Governo non intenda chiarire a che punto sarebbero le azioni rivolte al pubblico, progettate dalla Guardia di finanza, con il coinvolgimento dei principali soggetti (pubblici e privati) interessati al fenomeno (Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, associazioni dei consumatori e delle imprese, Unione delle camere di commercio, e altri). (4-09457)
un'inchiesta della Guardia di finanza durata quattro anni, investigando sui capitali accumulati dalla comunità cinese in Italia, avrebbe scoperto che un totale di ben 4,5 miliardi di euro, frutto per lo più di attività come contraffazione, prostituzione, sfruttamento del lavoro ed evasione fiscale, sarebbe stato inviato in Cina con un servizio di money transfer, evitando il pagamento di qualunque imposta, secondo quanto rivelato dall'agenzia americana Associated Press, e riportato da fonti di stampa;
secondo la documentazione degli investigatori, quasi la metà della somma sarebbe arrivata in Cina passando per uno dei più grandi istituti finanziari del Paese, la Bank of China, la quale avrebbe incassato in questo modo l'equivalente di 758 mila euro in commissioni sui trasferimenti;
Associated Press farebbe risalire parte del denaro «scomparso» dalle tasse italiane a una società a controllo statale, la Wenzhou Cereals Oils and Foodstuffs Foreign Trade Corporation, già finita sotto accusa in passato per la svendita di prodotti contraffatti negli Stati Uniti;
il coordinatore delle indagini, Pietro Suchan, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, avrebbe dichiarato ad Associated Press che fin qui sarebbe emerso solo «il 50 per cento della verità» perché non sarebbe stato possibile stringere un contatto con le autorità giudiziarie cinesi; anche altre fonti, sempre citate dall'agenzia americana, sostengono che «Pechino non sta collaborando» con gli investigatori –:
se il Governo sia informato dei fatti esposti in premessa e come intenda intervenire, per quanto di competenza, prima di tutto per interrompere quelli che sono stati individuati essere traffici illeciti, legati a pratiche di contraffazione di marchi, prostituzione, sfruttamento del lavoro, e, al contempo, se non intenda attivarsi per interrompere il perpetrarsi di questa massiccia evasione fiscale da parte di cinesi presenti sul territorio italiano, che si traduce in una grave perdita economica per il nostro Paese, ancor più grave in un momento di crisi come quello che l'Italia si trova ad attraversare;
se il Governo non intenda comunicare a quanto ammonterebbe la perdita economica del nostro Paese a fine 2014, a causa dell'evasione fiscale dei capitali accumulati dalla comunità cinese in Italia, secondo le stime più aggiornate del Ministero;
se il Governo non consideri necessario intervenire per cercare di aprire un dialogo più proficuo con le autorità cinesi competenti, al fine di ricevere collaborazione nelle indagini ma anche di ottenere un eventuale rimborso delle risorse sottratte al fisco italiano;
se il Governo non intenda, altresì, promuovere una efficace campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sugli effetti negativi della contraffazione, visto che il punto di forza di questo fenomeno è, naturalmente, la domanda dei beni prodotti, e, a questo proposito, se il Governo non intenda chiarire a che punto sarebbero le azioni rivolte al pubblico, progettate dalla Guardia di finanza, con il coinvolgimento dei principali soggetti (pubblici e privati) interessati al fenomeno (Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, associazioni dei consumatori e delle imprese, Unione delle camere di commercio, e altri). (4-09457)
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