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sabato 11 febbraio 2012

LIBERALIZZAZIONI: CGIL, IN SERVIZI PUBBLICI 187 MILA LAVORATORI

LIBERALIZZAZIONI: CGIL, IN SERVIZI PUBBLICI 187 MILA LAVORATORI =
(AGI) - Roma, 11 feb. - Oltre 186 mila lavoratori impiegati per
un fatturato di circa 37 miliardi, pari al 2,3% del Pil
nazionale. Sono questi i numeri che caratterizzano il settore
dei servizi pubblici locali frutto delle oltre 6 mila aziende
sull'intero territorio nazionale, spesso piccole e
piccolissime, controllate per il 90% direttamente dagli enti
locali. Numeri che la Cgil ricorda per lanciare un allarme:
nell'arco di un periodo di 15 anni saranno necessari
investimenti pari a circa 100 miliardi (9,8 annui) che "il
decreto liberalizzazioni/privatizzazioni cosi' come congegnato
non potra' garantire se non accompagnato da politiche
industriali da avviare attraverso la fiscalita' generale".
Il sindacato di corso d'Italia accende cosi' un faro sul
decreto 'cresi Italia' che, dopo la pioggia di emendamenti
registrati ieri, entro poche settimane dovra' essere convertito
in legge ma precisa: "Non mettiamo in discussione l'esigenza e
la necessita' di dare al settore tranquillita' normativa e
aiutare i processi di maggiore dimensionamento", spiega il
responsabile Servizi pubblici locali di corso d'Italia, Antonio
Granata, sottolineando pero' come tutto cio' debba partire da
un assunto: "Il settore va inquadrato nella logica di politiche
industriali e non meramente di servizio, senza sottrarsi
all'idea di rendere piu' competitivo il Paese anche attraverso
i servizi pubblici locali". (AGI)
Red/Pit (Segue)
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LIBERALIZZAZIONI: CGIL, IN SERVIZI PUBBLICI 187 MILA LAVORATORI (2)=
(AGI) - Roma, 11 feb. -Guardando infatti le performance
economiche dei servizi pubblici locali si evidenzia come negli
ultimi sette anni si sia registrata una "sostenuta crescita
economica delle local utilities", sia pure con differenze
geografiche e criticita' nei singoli settori di attivita', che
hanno prodotto nel 2010 un fatturato di 36,9 miliardi di euro,
come emerge da elaborazione di studi Nomisma e Confservizi, con
un aumento di circa il 72% tra il 2004 e il 2010. Dati di un
settore dal "carattere anticiclico" e che non ha bisogno di
"norme generiche, come quelle presenti nel decreto, che
prescindono dalla natura e dalle mission dei diversi servizi",
osserva Granata. Il rischio presente nel decreto e' quello di
"produrre un caos organizzativo, a svantaggio delle autonomie
locali, senza invece avviare quelle politiche industriali
necessarie per la crescita dimensionale e per l'efficacia
dei servizi". Anche sul fronte dell'occupazione, lo sviluppo
complessivo delle aziende associate a Confservizi ha permesso
di mantenere costante il numero totale dei dipendenti,
sopratutto negli ultimi anni. Nel 2010 gli addetti occupati
sono stati 186.310 con un leggero incremento, pari al 5% negli
ultimi sette anni. Tale aumento risulta anche superiore a
quello registrato a livello nazionale, pari all'1,7% nello
stesso periodo, confermando "la natura "labour intensive" dei
servizi pubblici locali, con particolare riferimento ai servizi
ambientali e al trasporto pubblico locale".
Calcolando gli investimenti necessari per sopperire al
fabbisogno (non solo manutenzione ma anche sviluppo) la Cgil
quantifica un costo complessivo di circa 9,8 miliardi anni, per
la cifra complessiva di circa 100 per 15 anni. Risorse cosi'
suddivise. (AGI)
Red/Pit (Segue)
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LIBERALIZZAZIONI: CGIL, IN SERVIZI PUBBLICI 187 MILA LAVORATORI (3)=
(AGI) - Roma, 11 feb. - Per il settore idrico il fabbisogno per
interventi di manutenzione, infrastrutture e limitazione delle
dispersioni in un orizzonte temporale trentennale e' valutato
in oltre 64 miliardi corrispondente ad una spesa annua di 2,13
miliardi di euro. Per quanto riguarda il settore rifiuti invece
il fabbisogno complessivo infrastrutturale e' valutato intorno
ai 12-13 miliardi per la costruzione di impianti a cui
aggiungere circa 6 miliardi per gli impianti di compostaggio.
Anche il settore energia elettrica e del gas necessita di forti
investimenti valutati intorno ai 4,6 miliardi di euro per
ammodernamenti e ampliamenti delle reti. Infine, per
quanto riguarda il trasporto pubblico locale la stima per un
investimento complessivo per adeguare l'eta' media del parco
mezzi su gomma ai livelli europei e' di oltre 6,5 miliardi di
euro in sette anni.
In sintesi, nell'arco di un periodo mediamente di 15 anni
occorrerebbero investimenti pari a circa 100 miliardi, oppure
9,8 miliardi annui che sicuramente non potranno essere coperti
dal 'cresci Italia' se non viene accompagnato da politiche
industriali pubbliche e dalla fiscalita' generale. Solo
nell'anno 2010 la capacita' di investimento delle imprese
pubbliche ha raggiunto i 6 miliardi di euro, con una ovvia
diversa distribuzione nei singoli settori. (AGI)
Red/Pit
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