VENERDÌ 08 GIUGNO 2018 16.23.56
SALUTE
TUMORI: NIGUARDA MILANO, MIX MIGLIORA CURE CANCRO RARO SANGUE =
Milano, 8 giu. (AdnKronos Salute) - Un nuovo protocollo terapeutico
contro un tumore raro del sangue, la macroglobulinemia di Waldenstrom,
è stato testato in una sperimentazione clinica su scala mondiale che
ha coinvolto 45 centri ematologici in 9 diversi Paesi, tra cui
l'Italia. Il trial di fase III, appena pubblicato sul 'New England
Journal of Medicine', è stato condotto su 150 pazienti e l'Ematologia
dell'ospedale Niguarda di Milano è fra le realtà che hanno contribuito
con il maggior numero di malati arruolati. I risultati, evidenziano
gli autori, sanciscono un miglior esito in termini di sopravvivenza
libera da progressione di malattia per il gruppo di pazienti
sottoposti alla combinazione terapeutica ibrutinib-rituximab: il primo
farmaco appartiene alla classe delle cosiddette 'piccole molecole', il
secondo rientra nell'ambito dell'immunoterapia ed è un anticorpo
monoclonale.
"Negli ultimi anni - spiega l'ematologa di Niguarda Alessandra
Tedeschi, tra gli autori della pubblicazione - il panorama terapeutico
della macroglobulinemia di Waldenstrom si è radicalmente modificato
grazie all'individuazione di un'alterazione genetica che è presente
nella quasi totalità dei pazienti affetti dalla patologia, la
mutazione Myd-88. Come conseguenza di questa mutazione, le cellule
tumorali hanno un vantaggio proliferativo che può essere bloccato da
un farmaco bersaglio denominato ibrutinib".
In base agli studi più recenti, si ritiene che questa neoplasia
origini da uno specifico tipo di cellula del sistema immunitario
chiamata 'cellula B memoria'. Ad oggi, spiegano gli esperti, ibrutinib
è l'unico farmaco specificamente approvato nel mondo per la
macroglobulinemia di Waldenstrom e in Italia è possibile trattare con
ibrutinib solo i pazienti che sono incorsi in una ricaduta della
malattia o che hanno dimostrato una refrattarietà a una terapia di
prima linea (come ad esempio rituximab o la chemioterapia).
L'approvazione del farmaco si è basata sui risultati di un trial
condotto in precedenza negli Stati Uniti nel quale erano stati
trattati in monoterapia un numero relativamente basso di pazienti. (segue)
(Com-Lus/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
08-GIU-18 16:22
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TUMORI: NIGUARDA MILANO, MIX MIGLIORA CURE CANCRO RARO SANGUE (2) =
(AdnKronos Salute) - Lo studio appena pubblicato sul Nejm
"innanzitutto prende in considerazione un numero più ampio di
pazienti, ma soprattutto è metodologicamente importante dal momento
che i pazienti sono stati randomizzati (divisi in due gruppi e
assegnati casualmente) fra trattamento con ibrutinib in combinazione a
rituximab e pazienti trattati con solo rituximab", chiarisce Tedeschi.
La combinazione "ha dimostrato di essere molto più efficace sia in
termini di risposta sia in termini di sopravvivenza libera da
progressione. I risultati a 30 mesi dall'inizio dei trattamenti"
segnalano "un tasso di sopravvivenza libera da progressione della
malattia pari all'82% per la combinazione ibrutinib-rituximab contro
il 28% per la monoterapia (solo rituxumab). La combinazione, inoltre,
amplia il tempo di risposta alle terapie per i pazienti che presentano
la forma più grave di malattia, quella con alterazione molecolare
Cxcr4".
La macroglobulinemia di Waldenstrom fa parte dei linfomi non Hodgkin a
basso grado di malignità. La diagnosi non di rado è occasionale e
avviene a seguito di controlli ematici che il paziente effettua
routinariamente. "La malattia, una volta diagnosticata, può rimanere
'asintomatica' anche per molti anni - indica l'ematologa - I sintomi
più comuni sono quelli tipici di qualsiasi forma di linfoma:
ingrossamento della milza o dei linfonodi, sintomi costituzionali come
febbre, perdita di peso e sudorazioni profuse la notte". Inoltre, a
causa della presenza di un'elevata quantità di immunoglobuline M
circolanti (le IgM, prodotte dalle cellule B), vi possono essere dei
sintomi correlati a un incremento della viscosità del sangue. La
terapia deve essere intrapresa solo quando la malattia diventa
sintomatica.
Alla luce dei risultati del trial, gli esperti si aspettano in tempi
non lunghi un'approvazione della terapia con ibrutinib in associazione
a rituximab per questa patologia che in Italia registra mediamente
ogni anno circa 250 nuovi casi, con i maschi fra i più colpiti e
un'età di esordio media di 73 anni. Il Reparto di Ematologia del
Niguarda è uno dei poli più attivi nella ricerca su questa particolare
neoplasia e segue attualmente 200 pazienti.
(Com-Lus/AdnKronos)
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