Cassazione 2025-La sentenza n. 639 della Corte di Cassazione affronta la questione del trattamento penale di un reato perseguibile a querela di parte e le sue implicazioni quando il reato viene commesso da una persona che è stata ammonita.
Principali punti della sentenza:
Reato perseguibile a querela di parte: Di norma, alcuni reati possono essere perseguiti solo se la parte offesa presenta una querela. Questo significa che, in assenza di querela, l'azione penale non può essere avviata.
Perseguibilità d'ufficio dopo l'ammonimento: Tuttavia, la Corte ha stabilito che, se il reato viene commesso da una persona che è stata ammonita (ovvero, una persona che ha ricevuto una formalizzazione della polizia per comportamenti violenti o minacciosi, in genere legati a reati di stalking o simili), il reato diventa perseguibile d'ufficio. Questo implica che l'azione penale può essere avviata anche senza la querela della parte offesa, proprio perché la persona ammonita ha ricevuto un avvertimento legale e la sua condotta è stata ritenuta pericolosa.
Reato consumato ai danni di persona diversa: La Cassazione ha anche precisato che il reato può essere perseguito d'ufficio anche se il reato è stato consumato ai danni di una persona diversa rispetto a quella per cui era stato emesso l'ammonimento. Questo è rilevante perché il principio dell'ammonimento si estende alla protezione generale della collettività, non solo alla specifica persona che ha ricevuto l'ammonimento.
In sintesi:
La Corte di Cassazione ha stabilito che un reato che normalmente sarebbe perseguibile a querela di parte, quando viene commesso da una persona ammonita, diventa automaticamente perseguibile d'ufficio. Inoltre, tale regola si applica anche se il reato è consumato a danno di una persona diversa da quella per cui era scattato l'ammonimento, rafforzando così la protezione della società contro comportamenti violenti o pericolosi da parte di chi è stato già ammonito.
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