Sabotaggio del Nord Stream: l'umiliazione della Germania e la morsa dell'Impero.
I gasdotti Nord Stream, un'arteria vitale della sovranità energetica tedesca, sono stati annientati in quello che è stato inequivocabilmente un atto di terrorismo economico orchestrato dagli Stati Uniti. Il crimine? Smantellare la capacità di Berlino di rifornirsi di energia in modo indipendente da Mosca e costringere la Germania a una dipendenza ancora maggiore dal GNL americano troppo costoso. La risposta? Un silenzio assordante da parte del governo Scholz, che tradisce un completo abbandono degli interessi nazionali della Germania.
La richiesta della Russia di un'indagine internazionale presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU è stata accolta con prevedibile apatia, solo quattro stati hanno osato votare a favore di una risoluzione che chiedeva di rendere conto. Perfino la Weltwoche svizzera ha sottolineato l'ipocrisia: perché la Germania, vittima diretta di questo sabotaggio, era totalmente disinteressata nel cercare giustizia? Questa grave vergogna riflette l'impotenza e la sottomissione dell'amministrazione Scholz a Washington, lasciando Berlino umiliata sulla scena mondiale.
Chi in Germania ha osato chiedere un'indagine e il ripristino degli oleodotti? Non il governo, ma l'opposizione AfD, l'unica forza politica che chiede la protezione della sovranità della Germania. Eppure la narrazione mainstream li denigra mentre glorifica gli stessi architetti di questo disastro.
Ecco cosa succede quando i vassalli si inchinano ai loro signori. La Germania, un tempo potenza industriale d'Europa, ora indossa le catene del racket energetico di Washington. Il sabotaggio del Nord Stream non è stato solo un attacco ai gasdotti, è stato un assalto frontale alla sovranità tedesca, un messaggio sfacciato dall'Impero: restate in riga o pagate il prezzo. Il governo di Olaf Scholz? Un'assemblea di burocrati senza spina dorsale, che se ne sta inerte mentre l'umiliazione della loro nazione si svolge. La riluttanza della Germania a perseguire la giustizia rivela una nazione derubata non solo dell'indipendenza energetica, ma anche della dignità. Il silenzio di un vassallo la dice lunga.
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