Sanità militare (contributo di Emiliano Boi)
Riceviamo e pubblichiamo
Questo e' il mio contributo, spero possa trovare l'apprezzamento della rappresentanza militare.
In qualità di professionista sanitario militare credo sia assolutamente
doveroso ritenere inaccettabile che il Servizio Sanitario Militare non
eroghi prestazioni sanitarie nemmeno in favore del personale militare
dipendente.
Allo stato attuale, fatte salve rare eccezioni (es.
Policlinico Celio, Roma), nella stragrande maggioranza delle strutture
sanitarie militari non viene esercitata la chirurgia, gli internisti
non prescrivono farmaci, gli odontoiatri non curano i denti e gli
infermieri non assistono pazienti poichè da diversi anni i nosocomi
militari sono stati letteralmente chiusi!
Trovo altresi'
inaccettabile che taluni medici ed odontoiatri militari curino l'utenza
militare presso le proprie strutture private a pagamento, in virtù di
quanto stabilito da regi decreti assolutamente controproducenti in tempo
di crisi...
A mio parere la soluzione migliore sarebbe far
transitare il personale sanitario militare al Servizio Sanitario
Nazionale, cosi' come e' accaduto per la Sanità penitenziaria nel 2008.
L'Amministrazione Difesa ci guadagnerebbe in termini di
professionalita', impiegabile con la rimodulazione dello strumento della
"riserva selezionata", ed il Servizio Sanitario Nazionale, attualmente
in crisi soprattutto per la carenza di personale, troverebbe una giusta
soluzione.
Sono fermamente convinto che se non si attuano delle
scelte interistituzionali e lungimiranti rischieremo di pagare un prezzo
ancor piu' salato di quello che già stiamo pagando, a prescindere dal
Comparto di appartenenza.
Spero davvero che il COCER possa avvalorare questa proposta.
Emiliano BOI
Maresciallo Infermiere M.M.
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OGGETTO: PROPOSTA DI TRANSITO DELLA SANITA' MILITARE AL SERVIZIO
SANITARIO NAZIONALE.
PREMESSO CHE
• l'attuale situazione economica e finanziaria ha reso necessarie misure urgenti volte
al contenimento delle spese di bilancio ed all'ottimizzazione delle risorse;
• tra le varie misure "salva-stato" spesso risultano fondamentali quelle volte
all'ottimizzazione dell'impiego del personale, sia in relazione alle esigenze dei
singoli comparti, che, soprattutto, seguendo una visione piu' ampia e lungimirante a
carattere interistituzionale.
TENUTO CONTO CHE
• l’esercizio delle professioni sanitarie in Italia è controllato esclusivamente dagli
Ordini e dalle Federazioni Nazionali che fanno capo al Ministero della Salute;
• da diversi anni il Servizio Sanitario Militare si occupa prevalentemente di medicina
legale militare, ovvero del compito selettivo e risarcitivo, e non eroga piu'
prestazioni terapeutiche ed assistenziali in favore del personale militare dipendente;
• fatta eccezione del Policlinico Celio, nella stragrande maggioranza delle restanti
strutture sanitarie militari, malgrado l'importante presenza numerica di personale
militare esercente una professione sanitaria (medici, infermieri, odontoiatri, ecc.) da
diverso tempo non viene piu' esercitata la chirurgia, non vengono piu' erogate cure
odontoiatriche e non viene garantita alcuna assistenza infermieristica in favore del
personale militare giurisdizionalmente dipendente, in virtù della mancanza di
ricoveri nosocomiali e di strutture idonee ad ospitarli;
• alla luce delle numerose ri-organizzazioni del Servizio Sanitario Militare,
attualmente il personale militare dipendente, qualora necessitasse di cure mediche
e di relativa assistenza, di fatto risulta obbligato a rivolgersi al S.S.N. Mentre, in
ambito Difesa, solamente al personale medico militare viene concesso di esercitare
liberamente la propria professione al di fuori del Comparto, poiche' ritenuta di
pubblica utilita';
• già in passato il Governo ha definito misure di intervento per l'ottimizzazione del
Comparto sanitario penitenziario decretando, con D.P.C.M. 1° aprile 2008, il transito
definitivo della Sanità Penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale;
ATTESO CHE
• il Governo ha urgente bisogno di porre un argine ad un debito pubblico inarrestabile
e fuori controllo che rischia di travolgerci e, per farlo, deve reperire nuove risorse o
reinvestire su quelle già disponibili;
• negli ultimi anni, presso tutti i Comparti, da un lato si è speso più delle risorse
disponibili e dall’altro si sono creati enormi patrimoni professionali purtroppo non
impiegati in qualita' di tangibile risorsa messa a disposizione dell'utenza militare e
civile;
• allo stato attuale presso il Comparto Difesa e Sicurezza viene concesso il diritto di
esercitare la libera attivita' professionale solamente al personale medico militare,
sulla base del regio decreto 17 novembre 1932, che non contemplava le restanti
professioni sanitarie, non perche' non considerate di pubblica utilita' ma,
semplicemente, perche' ancora non presenti nel Comparto sanitario nazionale;
RITENUTO CHE
a. per risanare i conti pubblici non si possano chiedere ulteriori sacrifici economici agli
appartenenti al Comparto Difesa e Sicurezza tenuto conto che tutto il comparto, durante il
precedente governo, è stato già duramente colpito dai tagli;
b. è giunto il momento di perseguire la via delle scelte serie e coraggiose che possano da
una parte soddisfare maggiormente l'esigenza di investire sulla effettiva continuità
professionale di "tutto" il personale sanitario dipendente dell'A.D. e dall'altra contribuire a
livello interistituzionale in favore anche del Servizio Sanitario Nazionale, e quindi dei
medesimi militari che vi si rivolgono;
DELIBERA
DI SUGGERIRE AL NUOVO ESECUTIVO ED, IN PARTICOLARE, AL PREMIER
ENTRANTE PROF. MARIO MONTI
• di decretare il transito del personale sanitario militare al Servizio Sanitario
Nazionale - così come gia' accaduto nel 2008 per la Sanita' penitenziaria - al fine
di garantire l'effettiva educazione continua in medicina e l'effettivo esercizio
professionale a tutto il personale sanitario militare, in favore della collettivita'
nazionale e militare;
• di prevedere un piu' mirato impiego dell'attuale strumento della "riserva selezionata
del personale sanitario militare", in linea con le scelte gia' attuate dai Paesi europei
e del Patto Atlantico (NATO), in virtù delle reali e contingentate esigenze
dell'Amministrazione difesa;
• di intervenire con scelte istituzionali condivisibili volte a contemperare l'effettiva
necessita' di una continuita' professionale alla reale necessita' di diagnosi e cura
del personale militare, oltre che al risanamento delle ormai croniche carenze di
personale presso il Servizio Sanitario Nazionale;
• di prevedere idonei strumenti volti alla leale collaborazione interistituzionale delle
professionalità sanitarie, alla luce delle piu' aggiornate evidenze scientifiche, al fine
di sottolineare l'importanza di uniformarsi al principio di complementarietà nella
tutela del diritto alle cure ed all'assistenza del personale civile e militare, tematica
oltremodo importante nei periodi di crisi.
IL SEGRETARIO
rilevato dal gruppo facebook
FRATERNO SOSTEGNO AL COCER
https://www.facebook.com/groups/sostegnoalcocer/
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