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mercoledì 27 marzo 2024

I taglieggiatori di vite (a cura di Enrico Corti)

 



I taglieggiatori di vite

Su ordine di Biden, nel dicembre del 2023 Giorgia Meloni ha incontrato il Presidente Serbo Aleksandar Vucic, (suo camerata nazionalista di destra membro del partito radicale serbo), per convincerlo ad aderire all’allargamento della Nato in “nome della pace“.

         Per l’occasione, i due hanno concordato di far produrre la Panda elettrica non più a Pomigliano d’Arco, ma in Serbia; dove già si produce la 5000L attraverso la multinazionale Stellantis (ex Fiat, Crysler, PSA); che ha sede a Amsterdam per le solite ragioni evasive fiscali; la Società Holding produce 14 marche d’autovetture in 29 nazioni; per la maggioranza dal basso costo di mano d’opera e sociale.

         Circa duecentocinquanta aziende italiane, grandi, medie e piccole, hanno trasferito l’attività nell’Europa orientale, in Asia, in Africa e in Sud America.

         Richiamandosi a fonti di Camera di Commercio Italo-Serba e dell’Ambasciata Italiana in Serbia, nel 2020 l’allora sottosegretario italiano agli Esteri e renziano Ivan Scalfarotto ha trionfalmente affermato; “Le aziende italiane trasferite in Serbia sono un grande successo per l’Italia perché  confermano la vivacità dei nostri investimenti in Serbia; oltre 1600 società Serbe hanno azionisti italiani, 588 società prestano attività strutturate e continuative; i posti di lavoro creati per i serbi sono oltre 50.000; nei settori agro-alimentari, dell'automobile, del tessile, dell’abbigliamento, dell'informatica, manifatturieri industriali, della ristorazione, oltre i servizi di consulenza e la a banche e assicurazioni“.

         Cioè di tutti quei settori messi in crisi in Italia. Limitandosi all’industria automobilistica trionfalisticamente esportata in Serbia ed in altre parti del pianeta; negli anni 90 in Italia si registrava un’occupazione di 250.000 lavoratori; più circa 50.000 nell’indotto; attualmente nelle sei fabbriche automobilistiche italiane tutte di proprietà Stellantis sono occupati 43,000 dipendenti; pertanto in 32 anni c’è stato un calo d’occupazione settoriale pari all’83%; inaudito!

Ancor più scandaloso è che questo “piano industriale autodistruttivo“ è stato confermato dalla patriottica Giorgia Meloni nell’incontro con Vucic del 2023; copia di altre simili  intese con diversi paesi Europei e non, strutturalizzando così la caduta dell’industria automobilistica italiana e dei suoi lavoratori; dai 2.220.774 veicoli prodotti nel 1989 si è sceso ai 796emila del 2022; ora ancora meno; tutte in mano straniera Stellantis.

Malgrado il disastro, il Governo continua a propagandare genericamente ultimi aumenti occupazionali; falsi in quanto qualitativamente bugiardi se rapportati alle effettive ore lavorative prestate; al decremento della produttività e a quello del PIL.

Si assiste pertanto ad una strategia governativa pluriennale mirante a gettare nella miseria e nella fame milioni di italiani; per l’Istat gli italiani poveri sono ora sei milioni; sono tanti quelli condannati a morte perché il Governo ha ridotto dal 9,5% del 1919 al 6,1% del 2024 la quota PIL da investire nella sanità pubblica.

Di questo passo, la dottrina economica fondata sul taglio della mano d’opera sarà completata con il taglio delle teste mediante l’intelligenza artificiale non contrastata, che con democratica passività attendiamo.

A meno che non si passi da un’opposizione fatta di chiacchere ad una che inizi a prendere democraticamente a pedate nel sedere i nemici del diritto di tutti gli umani a campare.  

Enrico Corti - 27 marzo 2024

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