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lunedì 22 aprile 2024

Sono rimasto di stucco nel leggere le parole del presidente dell'Ungheria, Viktor Orban. Queste non sono parole da campagna elettorale e vi spiego perché: perché qualora volesse usare la guerra a scopi elettorali, tirerebbe fuori "nomi e cognomi" e i partiti che vorrebbe attaccare. Piuttosto mi sembra uno degli ultimi moniti, quelli che si fanno quando la situazione sembra già sfuggita di mano e si spera che qualcuno tiri indietro la gamba:

 

Sono rimasto di stucco nel leggere le parole del presidente dell'Ungheria, Viktor Orban. Queste non sono parole da campagna elettorale e vi spiego perché: perché qualora volesse usare la guerra a scopi elettorali, tirerebbe fuori "nomi e cognomi" e i partiti che vorrebbe attaccare. Piuttosto mi sembra uno degli ultimi moniti, quelli che si fanno quando la situazione sembra già sfuggita di mano e si spera che qualcuno tiri indietro la gamba:

"In Europa l’atmosfera è quella della guerra e la politica è dominata dalla logica della guerra. Vedo la preparazione alla guerra da parte di tutti. Il Segretario generale della NATO vuole istituire una missione NATO in Ucraina. I leader europei sono già entrati in guerra, vedono la guerra come la propria guerra e la stanno combattendo come la propria guerra.

All’inizio si trattava solo di inviare i caschi. Poi ci sono le sanzioni, ma ovviamente non per i vettori energetici! Eppure, anche per quelli. Poi è arrivata la spedizione di armi. Prima le armi da fuoco, poi i carri armati, poi gli aerei. Poi gli aiuti economici. Decine di miliardi sempre di più. Adesso siamo intorno ai 100 miliardi. In euro. Soldi, soldi, armi, ma la situazione non migliora, anzi peggiora.

Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina. Si tratta di un vortice di guerra che può trascinare l’Europa nel baratro. Bruxelles gioca col fuoco. Ciò che fa è tentazione. All’inizio le guerre mondiali non vengono mai chiamate guerre mondiali. La terza guerra balcanica, il patto Molotov-Ribbentrop, la spartizione della Polonia e la sua fine divennero due volte una guerra mondiale.

Noi ungheresi sappiamo cos'è la guerra. Ne abbiamo abbastanza. Sono convinto che dobbiamo restare fuori da questa guerra. Questa non è la nostra guerra. Non vogliamo la guerra e non vogliamo che l’Ungheria torni ad essere il giocattolo delle grandi potenze. Ecco perché dobbiamo difendere la pace: in patria, a Bruxelles, a Washington, nelle Nazioni Unite e nella NATO."

T.me/GiuseppeSalamone

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