Stampa di sabato 6 gennaio 2018, pagina 4
Via i tagli a stipendi e vitalizi Ecco la rivincita della casta
Via i tagli a
stipendi e vitalizi Ecco la rivincita della casta Parlamento, Lazio e
Sicilia fanno dietrofront. Pesa la sentenza della Consulta gmPAOLO
BARONI ROMA A Montecitorio la Befana è già arrivata lunedì scorso. Col
primo dell'anno infatti alla Camera dei deputati (e per analogia anche
in Senato) si è dissolto il tetto agli stipendi dei dipendenti
introdotto nel 2014. Da quest'anno il taglio doveva diventare
strutturale e produrre ben 23,4 milioni di euro di risparmi solo a
Montecitorio, ma la pioggia di ricorsi (oltre mille) che ha inondato la
Commissione giurisdizionale interna ha fatto si che si tornasse
all'antico. E così in ossequio agli orientamenti della Corte
costituzionale, che in queste materie ammette solo interventi
temporanei, saltano tetti e sottotetti di reddito e tornano i vecchi
scaglioni di anzianità con progressioni sino a fine carriera (40 anni di
servizio e oltre contro i 23). Insomma è la rivincita della casta. Che
festeggia anche alla Regione Lazio, dove salta (almeno per il momento)
il prelievo sui vitalizi dei consiglieri, ed in Sicilia. Anche qui con
l'anno nuovo è saltato il tetto dei 240mila euro imposto ai dipendenti
dell'Ars, anche se la giunta di centrodestra a breve potrebbe
ripristinarlo....SEGUE SULLA TESTATA
Via tutti i tetti I più contenti sono certamente di 2200 dipendenti di Camera e Senato, che facendo leva sulla autodichia, ovvero l'autonomia assegnata agli organi costituzionali di risolvere al proprio interno ogni disputa col personale, dopo tre anni di Purgatorio e tagli progressivi ai loro stipendi riusciranno ai vecchi, ricchissimi, trattamenti. Commessi, centralinisti e barbieri con più di 23 anni di anzianità da questo mese anziché fermarsi a 99 mila euro lordi all'anno di stipendio potranno arrivare anche a 136.120, i collaboratori tecnici con 40 anni di anzianità a 152.600 (anziché 106 mila), i segretari parlamentari a 156.185 (da 115mila), i ragionieri a 237.990 invece di 166mila e i consiglieri parlamentari addirittura a 358mi1a invece di 240mila euro.
Via tutti i tetti I più contenti sono certamente di 2200 dipendenti di Camera e Senato, che facendo leva sulla autodichia, ovvero l'autonomia assegnata agli organi costituzionali di risolvere al proprio interno ogni disputa col personale, dopo tre anni di Purgatorio e tagli progressivi ai loro stipendi riusciranno ai vecchi, ricchissimi, trattamenti. Commessi, centralinisti e barbieri con più di 23 anni di anzianità da questo mese anziché fermarsi a 99 mila euro lordi all'anno di stipendio potranno arrivare anche a 136.120, i collaboratori tecnici con 40 anni di anzianità a 152.600 (anziché 106 mila), i segretari parlamentari a 156.185 (da 115mila), i ragionieri a 237.990 invece di 166mila e i consiglieri parlamentari addirittura a 358mi1a invece di 240mila euro.
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