MERCOLEDÌ 20 APRILE 2022 08.28.21
NEWS SANITA'. Protesi ginocchio, robot in aiuto chirurgo. Adriani (Gemelli Roma): Interventi precisi e recuperi rapidi
DIR0354 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. Protesi ginocchio, robot in aiuto chirurgo. Adriani (Gemelli Roma): Interventi precisi e recuperi rapidi (DIRE - Notiziario settimanale Sanità) Roma, 20 apr. - I problemi al ginocchio affliggono moltissimi italiani a tutte le età. Se tra i ragazzi i traumi da sport possono essere la fonte del problema, nell'età più avanzata è l'artrosi a dare fastidi alle articolazioni. Dopo un approccio conservativo la strada da percorrere, per risolvere il problema, è quella dell'operazione chirurgica. Oggi fortunatamente, rispetto al passato, i tempi di recupero sono molto ridotti grazie a interventi mininvasivi e a protesi sempre più 'personalizzate'. Gli alleati dei chirurghi sono i robot che supportano il chirurgo nell'impianto di protesi del ginocchio offrendo così un doppio vantaggio: all'esperto restituisce un gesto chirurgico preciso nella posizione dell'impianto di protesi e al paziente questo consente una riduzione dei dolori post-intervento. Permette un recupero veloce e migliora la propriocettività ossia la fastidiosa sensazione di avere un 'corpo estraneo' nel ginocchio. Di questo e di altro l'agenzia di stampa Dire ha parlato con il professor Ezio Adriani, direttore del Centro di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del Ginocchio. Fondazione Policlinico Gemelli, Università Cattolica di Roma. - Quando è necessario ricorrere ad una protesi di ginocchio? "La salute del ginocchio è fondamentale per eseguire normali attività quotidiane come: camminare, salire, scendere le scale, correre e saltare. A volte quando il ginocchio è 'malato' e falliscono gli approcci conservativi è necessario che il paziente si sottoponga alla protesi di ginocchio. Questo tipo d'intervento chirurgico permette di sostituire l'articolazione del ginocchio ormai usurato. Per questo è importante che i giovani cerchino di riparare l'articolazione quando si rompono le strutture che lo compongono e cioè la cartilagine, il menisco e i legamenti. Da adulti è bene conservare la cartilagine in salute e se necessario ricorrere a infiltrazioni di acido ialuronico. E' importante anche ridurre il peso e correggere gli assi. Quando la cartilagine è completamente usurata si interviene chirurgicamente per la sostituzione. Bisogna sostituire solo la parte malata e per questo il chirurgo, a seconda del caso specifico, potrà avvalersi di una protesi mono-compartimentale o di una totale". - Sistemi di navigazione, strumentazioni avanzate e la robotica arrivato in aiuto del chirurgo in sala operatoria. Come questi fattori contribuiscono a migliorare i risultati nel campo della protesica di ginocchio? E quali sono i vantaggi per il paziente? "Già negli ultimi 20 anni si cerca di migliorare i risultati per offrire al paziente un ginocchio post operazione il più possibile simile al ginocchio 'naturale'. Il chirurgo oggi si avvale perciò di tecnologie avanzate e della robotica che consente interventi precisi e mininvasivi. Prima di entrare in sala operatoria il chirurgo è in grado, attraverso il robot, di effettuare una pianificazione dell'intervento e vedere il ginocchio del paziente in forma tridimensionale e capire qual è la taglia, di protesi, più giusta per il soggetto. Avvalersi di un braccio robotico consente una minore invasività, maggiore precisione chirurgica e meno perdita di sangue, di conseguenza la ripresa del paziente sarà più rapida. La protesi durerà più a lungo perché somiglia molto di più a quello che è il ginocchio 'naturale' del paziente. Il futuro sarà quello di avere una protesi 'custom made', alcune aziende stanno già lavorando in questo senso. Abbiamo a disposizione tante taglie di protesi, un pò come succede per le scarpe, ma non tutti i piedi sono uguali così come le ginocchia per cui è importante avere una protesi su misura e personalizzate per quello specifico paziente". - Una delle complicanze più temute della chirurgia protesica sono le infezioni. Esistono dei protocolli per evitarle e se dovessero verificarsi è necessario revisionare le protesi? "L'infezione sicuramente è la complicanza più temibile di un intervento di protesi di ginocchio. Esistono dei protocolli, delle linee guida nazionali ed internazionali su studi prospettici che prevedono la somministrazione di antibiotici e, in sala operatoria, di eseguire delle procedure di sterilizzazione. Questo è sufficiente a ridurre il tasso di infezioni ma non elimina del tutto il problema. Alcune di queste infezioni avvengono per via ematogena e dunque si possono verificare infezioni a distanza di anni. La donna, ad esempio, deve tenere sotto controllo le cistiti o comunque le infezioni alle vie urinarie, oppure anche delle polmoniti complicate o degli ascessi al ginocchio possono interferire nella protesica di ginocchio. Fare una corretta diagnosi è fondamentale. Sembra una cosa molto semplice eppure, nel 2022, non tutte le persone hanno pari accesso alle cure e ai controlli. Quindi fare diagnosi certe, individuare il germe contro cui stiamo combattendo è molto importante. Se l'infezione è andata in profondità sarà necessario rimuovere la protesi, in due step il primo consiste nel rimuovere la protesi si inserisce uno 'spaziatore' che permette al paziente di proseguire la normale attività assumendo antibiotici e poi solo, dopo un certo periodo, è possibile rimpiantare la protesi. Il disagio per il paziente è notevole ma per fortuna le infezioni di protesi di ginocchio hanno una incidenza 0,5-1% della popolazione". - Quali sono i tempi di recupero dopo un intervento chirurgico di protesi al ginocchio? E in cosa consiste la riabilitazione? "La riabilitazione per il primo mese consiste nel far guarire le ferite, gli eventuali ematomi e le infiammazioni per far muovere il ginocchio. Se il paziente è operato la mattina il pomeriggio può alzarsi e caricare sul ginocchio operato. Il movimento già dopo qualche ora dall'intervento è fondamentale. Con l'aiuto del fisioterapista poi si cerca di recuperare il tono muscolare del quadricipite per favorire le semplici attività come salire e scendere le scale o guidare la macchina. E' fondamentale la terza fase, ovvero il recupero della propriocettività, ossia la fastidiosa sensazione di avere un 'corpo estraneo' nel ginocchio. Le nuove frontiere della riabilitazione sono tutte orientate nell'uso di strumentari atti al recupero della funzione propriocettiva di tipo neurologico". (Mco/ Dire) 08:27 20-04-22 NNNN
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