Cassazione 2024-la Suprema Corte ha stabilito che il danno legato allo stress lavoro-correlato è risarcibile. La giurisprudenza evidenzia che la tutela della salute dei lavoratori non si limita solo alla prevenzione del mobbing
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Cassazione 2024-la Suprema Corte ha stabilito che il danno legato allo stress lavoro-correlato è risarcibile. La giurisprudenza evidenzia che la tutela della salute dei lavoratori non si limita solo alla prevenzione del mobbing, ma deve comprendere anche altre forme di disagio psicologico e fisico che possono derivare da condizioni di lavoro stressanti.
Il riconoscimento del danno da stress lavoro-correlato implica che il datore di lavoro ha l'obbligo di garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre, adottando misure preventive per ridurre le fonti di stress. Questo si traduce in una responsabilità anche per le conseguenze negative sulla salute dei lavoratori in caso di inadempienza. In caso di danni, il lavoratore ha diritto a ricevere un risarcimento per le conseguenze negative sulla propria salute. Queste considerazioni sottolineano l'importanza di un approccio olistico alla salute e al benessere dei lavoratori, che tenga conto di tutti i fattori che possano generare stress e disagio. la Suprema Corte ha stabilito che il danno da stress lavorativo può essere oggetto di risarcimento, riconoscendo così l'importanza della tutela della salute dei lavoratori in tutte le sue dimensioni. Questa sentenza evidenzia come la responsabilità del datore di lavoro non si limiti solo a prevenire il mobbing, ma si estenda anche a garantire un ambiente di lavoro sano e privo di stress eccessivo. Il concetto di stress lavoro-correlato include una serie di fattori che possono compromettere la salute psicofisica dei lavoratori, e ciò implica che le aziende debbano adottare misure adeguate per identificare e mitigare tali rischi. La sentenza segna un passo importante nell’affermazione dei diritti dei lavoratori e nella necessità di una maggiore attenzione al benessere psicologico all'interno dei contesti lavorativi. In sintesi, la Cassazione riconosce che il danno da stress è risarcibile, rafforzando l'obbligo dei datori di lavoro di tutelare la salute dei propri dipendenti in modo completo. La pronuncia della Cassazione menzionata evidenzia un'importante evoluzione nella responsabilità del datore di lavoro relativamente alla tutela della salute e del benessere dei lavoratori. Questo approccio ampliato implica che, oltre ai comportamenti attivi di molestia o violenza psicologica, il datore di lavoro ha l'obbligo di prevenire anche situazioni di rischio attraverso un'adeguata gestione dell'ambiente lavorativo. Quindi, se da un lato è fondamentale accertare la presenza di atti di mobbing o straining, dall'altro risulta altrettanto necessario valutare le omissioni e le mancanze del datore di lavoro, quali il non adottare misure di prevenzione adeguate o non intervenire in situazioni che possono compromettere la salute fisica e morale del lavoratore. In altre parole, la responsabilità può sorgere anche nel caso in cui il datore di lavoro non adotti comportamenti attivi di aggressione, ma manchi nel garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro. Questa prospettiva potrebbe portare a una maggiore responsabilizzazione dei datori di lavoro, incentivandoli a implementare politiche di welfare e preventive efficaci. Si sottolinea dunque l'importanza di un controllo giudiziale ampio, capace di valutare non solo le condotte dannose, ma anche le eventuali negligenze nella protezione dei diritti e della dignità del lavoratore.
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