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venerdì 8 aprile 2016

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02160 presentato da FAUTTILLI Federico testo presentato Martedì 5 aprile 2016 modificato Mercoledì 6 aprile 2016, seduta n. 603   FAUTTILLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:    in località Padiglione/Spadellata nei territori di Anzio, Nettuno e Aprilia, è stata recentemente scoperta una discarica di rifiuti abbandonati, individuata tra una piccola area boscosa e un profondo fosso denominato «S. Anastasio», in cui scorre un corso d'acqua che trova il suo naturale sbocco a circa due chilometri a valle, direttamente nel mare al confine tra il lido di Lavinio e il lido dei Gigli;    tale area boscosa appartiene alla categoria dei siti di interesse comunitario, in cui è classificata con il codice IT6030044;



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02160
presentato da
FAUTTILLI Federico
testo presentato
Martedì 5 aprile 2016
modificato
Mercoledì 6 aprile 2016, seduta n. 603

FAUTTILLI. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   in località Padiglione/Spadellata nei territori di Anzio, Nettuno e Aprilia, è stata recentemente scoperta una discarica di rifiuti abbandonati, individuata tra una piccola area boscosa e un profondo fosso denominato «S. Anastasio», in cui scorre un corso d'acqua che trova il suo naturale sbocco a circa due chilometri a valle, direttamente nel mare al confine tra il lido di Lavinio e il lido dei Gigli;
   tale area boscosa appartiene alla categoria dei siti di interesse comunitario, in cui è classificata con il codice IT6030044;
   la direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992 (92/43/CEE), direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, è stata recepita in Italia nel 1997;
   la suddetta area interessata si estende su una superficie di circa 5 mila metri quadrati, parzialmente ricoperta di macchia boscosa, e da essa affiorano tracce evidenti di rifiuti misti: plastica, vetro, teli catramati, parti di veicoli, metalli, fibrocemento e altre sostanze pericolose;
   in una parte consistente della sopra citata area è presente anche un accumulo di rifiuti che raggiunge addirittura i 15-20 metri di altezza ed è coperto da un sottile strato di terra sul quale crescono piante erbacee;
   a poche decine di metri da tale «collinetta» di rifiuti sono state inoltre scoperte due piattaforme in calcestruzzo, di circa 100 metri quadrati ciascuna e sopraelevate di 80 centimetri dal livello del suolo, che sono la parte affiorante di due sarcofagi di cemento armato costruiti negli anni ’80 per contenere e sigillare centinaia di fusti contenenti rifiuti speciali farmaceutici; negli anni, tali piattaforme si sono deteriorate presentando ormai vistose crepe;
   è notizia di questi giorni che il comune di Anzio sta cercando di approvare, nonostante l'unanime parere contrario della cittadinanza, delle parti sociali interessate e della commissione «No Biogas» – istituitasi per monitorare gli effetti nocivi sull'ambiente e sulla cittadinanza che tale tipo di impianti procurerebbe – un progetto della società Green Future s.r.l. per la realizzazione, nel lotto di terreno immediatamente attiguo a tale discarica, di una centrale destinata al trattamento di rifiuti e alla produzione di gas metano che confinerebbe anche con la scuola dell'infanzia ed elementare «Istituto comprensivo Anzio 2 – plesso Sacida»;
   è stato in tempi ancora più recenti scoperto, a quanto consta all'interrogante, che lo stesso comune di Anzio sta cercando di approvare, in questo specifico caso senza aver informato la cittadinanza, un secondo impianto destinato al trattamento di rifiuti e alla produzione di gas metano, quest'ultimo ad un solo chilometro di distanza dal primo (e dalla discarica);
   tali impianti, se realizzati, tratterebbero una quantità di rifiuti organici che, a regime, sarebbe di circa 15 volte maggiore rispetto a quella prodotta dal comune di Anzio;
   le conseguenze sarebbero quantificabili in danni alle persone (esalazioni, odori), alle colture (inquinamento delle falde), al turismo ed all'economia (crollo del valore degli immobili ad uso abitativo del 40-50 per cento), senza inoltre calcolare l'ingorgo stradale che si verificherebbe lungo le due arterie che collegano Roma a Nettuno – la strada statale 148 «Pontina» e la strada statale 207 «Nettunense» – già in condizioni disastrose;
   e, in ogni caso, a circa 7 chilometri in linea d'aria di distanza è già presente ed operativo un impianto turbogas, realizzato nel 2012 ad opera di Sorgenia s.p.a.;
   a circa tre chilometri di distanza, è inoltre già presente ed operativo l'impianto turbogas di Campo di Carne (comune di Aprilia – Latina) all'interno del quale, sempre in data 10 febbraio 2016, è divampato un vasto incendio –:
   se il Ministro interrogato non ritenga necessario, per quanto di competenza, promuovere una verifica del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente riscontrabili nell'area citata in premessa e a livello di inquinamento complessivo, considerato che si tratta di un sito di interesse comunitario e che il nuovo impianto prospettato per il trattamento di rifiuti e la produzione di gas metano finirebbe per aggravare la situazione.
(3-02160)

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