Rai: Di Lello, Riina jr ha detto in tv ciò che voleva
' Non invoco censura giornalisti, ma l' intervista era pessima'
(ANSA) - ROMA, 08 APR - "Figurarsi se invoco una censura o un
vaglio preventivo ai contenuti giornalistici, ma va detto che
quell' intervista era pessima. Riina é uscito molto meglio di
Vespa: era appiattito sull' interlocutore che ha potuto parlare
in libertà senza un vero contraddittorio". Lo dice a Repubblica
Giuseppe Di Lello, ex magistrato del pool di Palermo.
L' intervista non andava trasmessa "in quel modo lì", dice,
"ma un giornalista, certo, deve essere libero di approfondire".
Vespa a suo avviso non lo ha fatto: "Riina é riuscito a
veicolare il messaggio di una famiglia normale, tutta pace e
serenità ripetendo che il padre gli ha trasmesso valori. Il
messaggio é che una famiglia di mafia é una famiglia normale".
"Non credo capace Riina junior di una strategia comunicativa
complessa, ma per questo andava incalzato". "Riina é riuscito a
proporci indisturbato il cliché del mafiosetto che niente sa,
niente vede, niente dice". "Non può impunemente fingere di non
sapere nulla quando in famiglia ha il padre, il fratello e lo
zio condannati. E lui stesso, non va dimenticato, é un
condannato per mafia. Di fronte alla sua vaghezza andavano
sottolineate le sue contraddizioni e invece ha potuto recitare
la sua giaculatoria, scagliarsi contro i pentiti e il resto,
come voleva: noi vittime di calunnie, di tragedie". (ANSA).
Y14-SB
08-APR-16 10: 02 NNN
(ANSA) - ROMA, 08 APR - "Figurarsi se invoco una censura o un
vaglio preventivo ai contenuti giornalistici, ma va detto che
quell' intervista era pessima. Riina é uscito molto meglio di
Vespa: era appiattito sull' interlocutore che ha potuto parlare
in libertà senza un vero contraddittorio". Lo dice a Repubblica
Giuseppe Di Lello, ex magistrato del pool di Palermo.
L' intervista non andava trasmessa "in quel modo lì", dice,
"ma un giornalista, certo, deve essere libero di approfondire".
Vespa a suo avviso non lo ha fatto: "Riina é riuscito a
veicolare il messaggio di una famiglia normale, tutta pace e
serenità ripetendo che il padre gli ha trasmesso valori. Il
messaggio é che una famiglia di mafia é una famiglia normale".
"Non credo capace Riina junior di una strategia comunicativa
complessa, ma per questo andava incalzato". "Riina é riuscito a
proporci indisturbato il cliché del mafiosetto che niente sa,
niente vede, niente dice". "Non può impunemente fingere di non
sapere nulla quando in famiglia ha il padre, il fratello e lo
zio condannati. E lui stesso, non va dimenticato, é un
condannato per mafia. Di fronte alla sua vaghezza andavano
sottolineate le sue contraddizioni e invece ha potuto recitare
la sua giaculatoria, scagliarsi contro i pentiti e il resto,
come voleva: noi vittime di calunnie, di tragedie". (ANSA).
Y14-SB
08-APR-16 10: 02 NNN
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