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domenica 30 marzo 2025

Atto Camera Interpellanza 2-00580 presentato da FRATOIANNI Nicola testo di Venerdì 28 marzo 2025, seduta n. 458   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: Fanpage.it ha pubblicato un video testimonianza, diffuso anche da altre testate giornalistiche e dai social di Associazioni e Ong, nel quale da una un'inquadratura fissa su una parete o un pavimento si possono ascoltare disperate grida di aiuto e il frastuono della irruzione della polizia e dei colpi di manganello; il video-testimonianza di lunedì 24 marzo 2025 è stato ripreso dall'interno del Cpr di Trapani-Milo, dove da sabato 22 marzo 2025, in seguito all'ennesimo atto di autolesionismo commesso da un uomo tunisino che ha tentato di togliersi la vita, le circa 150 persone trattenute in detenzione amministrativa avevano iniziato uno sciopero della fame, «Il corpo è il loro unico strumento di denuncia», dice ai microfoni di Fanpage.it un attivista della Rete Siciliana contro il confinamento;

 

            ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00580

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 458 del 28/03/2025

Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 28/03/2025


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 28/03/2025
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00580
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Venerdì 28 marzo 2025, seduta n. 458

  Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

Fanpage.it ha pubblicato un video testimonianza, diffuso anche da altre testate giornalistiche e dai social di Associazioni e Ong, nel quale da una un'inquadratura fissa su una parete o un pavimento si possono ascoltare disperate grida di aiuto e il frastuono della irruzione della polizia e dei colpi di manganello;

il video-testimonianza di lunedì 24 marzo 2025 è stato ripreso dall'interno del Cpr di Trapani-Milo, dove da sabato 22 marzo 2025, in seguito all'ennesimo atto di autolesionismo commesso da un uomo tunisino che ha tentato di togliersi la vita, le circa 150 persone trattenute in detenzione amministrativa avevano iniziato uno sciopero della fame, «Il corpo è il loro unico strumento di denuncia», dice ai microfoni di Fanpage.it un attivista della Rete Siciliana contro il confinamento;

la protesta pacifica iniziata sabato rivendicava libertà e dignità contro le condizioni disumane in cui sono costrette quotidianamente le persone trattenute, «chiedono libertà e dignità», continua l'attivista, «uno di loro ci ha detto al telefono: vogliamo libertà, voglio vivere per essere amato non per morire qui rinchiuso, vogliamo il diritto di essere uomini»;

le condizioni del Cpr di Trapani-Milo, come già denunciato dalla Rete Siciliana contro il confinamento, denuncia ripresa da Fanpage.it, sono disumane: «La gente vive in condizioni terribili, molte persone lamentano di essere costrette a dormire su blocchi di cemento con coperte di carta, materassi molto sottili, scomodi; gli danno poco sapone per lavarsi e in generale tutto quello che serve alla cura del corpo è dato in quantità minimali», «lamentano di essere privati del diritto di essere persone, oltre che di quello alla libertà individuale, alla comunicazione e a una giusta difesa»;

lunedì 24 marzo 2025 la Rete Siciliana contro il confinamento ha raccolto, oltre al video, alcune testimonianze dalle persone in protesta, il video è stato coraggiosamente girato mentre le forze dell'ordine entravano nella sezione dove è in corso la protesta per cercare e sequestrare con la forza l'unico cellulare con cui le persone riuscivano a comunicare con l'esterno, «Vogliono prenderci il telefono per non farci raccontare cosa succede. Siamo in sciopero della fame. Non ce la facciamo più a stare qui. Non ce la facciamo più», può leggersi in una delle denunce riportate;

la Rete Siciliana contro il confinamento denuncia che l'irruzione della polizia aveva lo scopo di rendere non funzionanti il dispositivo con cui i reclusi denunciavano le condizioni in cui erano costretti a vivere, «vogliono occultare le immagini del Cpr, non vogliono far vedere ciò che è davvero quello spazio, nascondere la realtà dei fatti e rendere impossibile la denuncia degli abusi e delle condizioni precarie a cui sono costrette le persone recluse lì dentro»;

al momento nel Cpr di Trapani-Milo vi sarebbero 150 persone di cui molti neo diciottenni, i quali dopo essere arrivati nel territorio italiano, ancora minorenni, si sono ritrovati senza alcuna tutela al compimento della maggiore età, alcuni reclusi vivevano in Italia da più di vent'anni e si sono ritrovati reclusi nel Cpr per problemi burocratici al momento del rinnovo del permesso di soggiorno o per l'impossibilità di regolarizzarsi;

la Sicilia è stata definita dal Ministro dell'interno Piantedosi laboratorio per il trattenimento cosiddetto leggero che riguarda i richiedenti asilo sottoposti alle procedure accelerate di frontiera che sono già in vigore in Italia e che entreranno in vigore in tutta Europa con l'applicazione del nuovo patto immigrazione e asilo, aggiunge Giorgia Linardi, portavoce dell'Ong Sea Watch Italy, «dai Cpr siciliani parte il 54% dei rimpatri di tutta Italia, e l'85% dei casi di rimpatrio riguarda persone di nazionalità tunisina, il che ci fa capire l'arbitrarietà della scelta delle persone da rimpatriare, che si fonda sul solo accordo bilaterale che l'Italia ha con la Tunisia»;

questa vicenda del Cpr di Trapani-Milo si aggiunge a quanto già emerso e accaduto in altri Cpr, a dimostrazione, a parere dell'interrogante, di come il sistema di detenzione amministrativa, sia composto da luoghi di segregazione e discriminazione, spazi fuori dal diritto, vere e proprie carceri in cui non vengono garantite le più elementari condizioni di vita –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti in premessa e se intenda accertare con urgenza i motivi per cui, a fronte di una pacifica protesta, siano stati utilizzati metodi violenti per reprimerla con brutalità;

se non intenda riconsiderare la scelta di rafforzare la rete dei centri di permanenza per i rimpatri che, a parere dell'interrogante, si confermano sempre più luoghi di segregazione e discriminazione dove la sfera dei diritti dei migranti reclusi viene illegittimamente compressa, prevedendo al contrario il loro superamento in favore di un sistema di accoglienza diffusa.
(2-00580) «Fratoianni».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

sequestro di beni

asilo politico

diritto degli stranieri

diritto di soggiorno

televisione

sciopero della fame

testimonianza

organizzazione non governativa

condizioni di vita

detenuto

polizia

privazione di diritti

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