MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2019 11.44.52
Eurostat: cresce popolazione Ue nel 2018, grazie a immigrazione
Eurostat: cresce popolazione Ue nel 2018, grazie a immigrazione Saldo tra nascite e morti negativo, Italia maglia nera natalità
Roma, 10 lug. (askanews) - Il 1 gennaio 2019, la popolazione
dell'Unione europea era stimata a quasi 513,5 milioni di persone,
con un aumento di 1,1 milioni (2,1%) dai 512,4 milioni di un anno
prima, dovuto esclusivamente all'aumento dell'immigrazione,
perchè il saldo tra nascite (5,0 milioni) e morti (5,3 milioni)
è negativo per il secondo anno consecutivo. Lo rivelano i dati
Eurostat pubblicati alla vigilia della giornata mondiale della
popolazione. Con 83,0 milioni di abitanti (il 16,2% del totale) è
la Germania il Paese Ue più popoloso, seguita dalla Francia (67,0
milioni, 13,1%), Regno Unito (66,6 milioni, 13,0%), Italia (60,4
milioni, 11,8%), Spagna (46,9 milioni, 9,1%) e Polonia (38,0
milioni, or 7,4%). Quattordici Paesi Ue sono tra il 4% e l'l%,
otto sotto l'uno per cento.
Nel corso del 2018, la popolazione è aumentata in diciotto Stati
membri dell'UE e diminuita in dieci. Il più grande aumento della
popolazione è stato osservato a Malta (+36,8 per 1 000 abitanti),
davanti a Lussemburgo (+ 19,6 per mille), Irlanda (+ 15,2 per
mille), Cipro (+ 13,4 per mille), Svezia (+ 10,8 per mille),
Slovenia (+ 6,8 per mille), Belgio (+ 6,1 per mille), Spagna e
Paesi Bassi (entrambi 5,9 per mille) e Regno Unito (+ 5,6 per
mille).
Al contrario, la più grande diminuzione della popolazione è stata
registrata in Lettonia (-7,5 per mille), seguita da Bulgaria e
Croazia (entrambi -7,1 per mille), Romania (-6,6 per mille) e
Lituania (-5,3 per mille). In Italia il calo demografico è stato
del 2,1 per mille.
Nell'Unione europea sono nati 5,0 milioni di bambini, quasi
118mila in meno rispetto all'anno precedente. Tra gli Stati
membri, i più alti tassi di natalità nel 2018 sono stati
registrati in Irlanda (12,5 per 1 000 abitanti), Svezia (11,4 per
mille), Francia (11,3 per mille) e Regno Unito (11,0 per mille),
mentre i più bassi sono stati registrati in Italia (7,3 per
mille), Spagna (7,9 per mille), Grecia (8,1 per mille),
Portogallo (8,5 per mille), Finlandia (8,6 per mille), Bulgaria
(8,9 per mille) e Croazia (9,0 per mille). A livello UE, il tasso
di natalità è stato di 9,7 per mille abitanti.
Nello stesso periodo, 5,3 milioni di morti sono state registrate
nell'UE nel 2018, quasi 46mila in più rispetto all'anno
precedente. Irlanda (6,4 per 1 000 abitanti), Cipro (6,6) e
Lussemburgo (7,1) avevano nel 2018 i tassi di mortalità più
bassi, seguiti da Malta (7,6), Paesi Bassi (8,9), Spagna e Svezia
(entrambi 9,1). All'estremo opposto della scala, la Bulgaria
(15,4), la Lettonia (15,0), la Lituania (14,1), la Romania (13,5)
e l'Ungheria (13,4) sono i Paesi con un tasso di decessi più
alto. Per l'UE nel suo insieme, il tasso di mortalità è di 10,4
per mille abitanti. L'Italia è in linea con un tasso di mortalità
di 10,5 per mille.
Di conseguenza, l'Irlanda (con un ricambio naturale della
popolazione di +6,1 per mille) è rimasta nel 2018 lo Stato membro
in cui le nascite sono state più numerose rispetto ai decessi,
prima di Cipro (+ 4,1), Lussemburgo (+ 3,2), Svezia (+ 2,3),
Francia (+ 2,2), Regno Unito (+ 1,7) e Malta (+ 1,6). Al
contrario, tra i quindici Stati membri dell'UE che hanno
registrato un cambiamento naturale negativo nel 2018, le morti
sono state nettamente più numerose in Bulgaria (-6,6), seguite da
Lettonia (-4,9), Lituania (-4,1), Croazia, Ungheria e Romania
(tutti -3,9). L'italia è al 3,2 per mille.
Red/Bea 20190710T114434Z
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