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Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello =
Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello = (AGI) - Roma, 21 lug. - Piu' di un quarto di tutte le vittime di ictus sviluppa un disturbo bizzarro: perdono la consapevolezza cosciente della meta' di tutto cio' che i loro occhi percepiscono. Dopo un ictus nella meta' destra del cervello, ad esempio, una persona potrebbe mangiare solo cio' che e' presente sul lato destro del piatto perche' non e' consapevole dell'altra meta'. La persona potrebbe vedere solo la meta' destra di una foto e ignorare una persona sul lato sinistro. Sorprendentemente, pero', tali vittime di ictus possono reagire emotivamente all'intera foto o scena. Il loro cervello sembra prendere tutto, ma queste persone sono coscientemente consapevoli solo della meta' del mondo. Questa afflizione inquietante, chiamata negligenza unilaterale, pone l'accento su una domanda di lunga data nella Scienza del cervello: qual e' la differenza tra percepire qualcosa e essere consapevoli o coscienti di percepirlo? Potresti non notare consapevolmente di essere passato davanti a un negozio di scarpe mentre scorri il tuo feed di Instagram, ma poi inizi a cercare offerte di scarpe online. Il tuo cervello registra cose di cui non sei consapevole coscientemente. Neuroscienziati dell'Universita' Ebraica di Gerusalemme e dell'Universita' della California, Berkeley, riferiscono ora di aver individuato la regione del cervello in cui queste immagini visive prolungate vengono conservate durante i pochi secondi in cui le percepiamo. (AGI)Sci/Tpa (Segue) 211619 LUG 23 NNNN
VENERDÌ 21 LUGLIO 2023 16.19.41
Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello (2)=
Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello (2)= (AGI) - Roma, 21 lug. - I loro risultati sono stati pubblicati la scorsa settimana sulla rivista Cell Reports. "La coscienza, e in particolare l'esperienza visiva, e' la cosa piu' fondamentale che tutti provano dal momento in cui aprono gli occhi al mattino quando si svegliano al momento in cui vanno a dormire," ha detto Gal Vishne, studente di dottorato dell'Universita' Ebraica e primo autore dell'articolo. "Il nostro studio riguarda la tua esperienza quotidiana". Sebbene i risultati non spieghino ancora come possiamo essere inconsapevoli di cio' che percepiamo, studi come questi potrebbero avere applicazioni pratiche in futuro, permettendo magari ai medici di capire dall'attivita' cerebrale di un paziente in coma se questa persona e' ancora consapevole del mondo esterno e potenzialmente in grado di migliorarsi. Comprendere la coscienza potrebbe anche aiutare i medici a sviluppare trattamenti per disturbi della coscienza. "L'ispirazione per tutta la mia carriera scientifica proviene dai pazienti con ictus che soffrono di negligenza unilaterale, dove ignorano meta' del mondo," ha detto Leon Deouell, autore principale e professore di psicologia all'Universita' Ebraica e membro del Centro di ricerca sul cervello Edmond e Lily Safra. "Questo ha suscitato il mio interesse per la questione della consapevolezza cosciente. Come e' possibile avere le informazioni, ma non riconoscerle come qualcosa che si sta vivendo soggettivamente, non agire su di esse, non spostare gli occhi su di esse, non afferrarle? Cosa e' necessario affinche' qualcosa sia non solo percepito dal cervello, ma anche per te per provare un'esperienza soggettiva? Capire questo ci aiuterebbe a comprendere cosa manca nel sistema cognitivo e nei cervelli dei pazienti che hanno questo tipo di sindrome". (AGI)Sci/Tpa (Segue) 211619 LUG 23 NNNN
VENERDÌ 21 LUGLIO 2023 16.19.48
Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello (3)=
Scienza:studio, dove risiede l'esperienza cosciente nel cervello (3)= (AGI) - Roma, 21 lug. - "Stiamo aggiungendo un pezzo al puzzle della coscienza: come le cose rimangono nella tua mente per agire su di esse," ha aggiunto Robert Knight, anch'esso autore principale e professore di psicologia all'UC Berkeley e membro dell'Istituto di neuroscienze Helen Wills. Deouell ha sottolineato che per circa sei decenni, gli studi elettrici del cervello umano si sono concentrati quasi esclusivamente sull'attivita' iniziale dopo aver percepito qualcosa. Ma questo picco svanisce dopo circa 300 o 400 millisecondi, mentre spesso guardiamo e siamo consapevoli di cose per alcuni secondi o piu'. "Questo lascia un sacco di tempo che non e' spiegato a livello neurale," ha detto. Alla ricerca di un'attivita' piu' duratura, i neuroscienziati hanno ottenuto il consenso per effettuare test su 10 persone il cui cranio veniva aperto per posizionare elettrodi sulla superficie del cervello per tracciare l'attivita' neurale associata alle crisi epilettiche. I ricercatori hanno registrato l'attivita' cerebrale dagli elettrodi mentre mostravano diverse immagini ai pazienti su uno schermo del computer per periodi di tempo diversi, fino a 1,5 secondi. Ai pazienti e' stato chiesto di premere un pulsante quando vedevano un oggetto d'abbigliamento occasionale per assicurarsi che prestassero davvero attenzione. La maggior parte dei metodi utilizzati per registrare l'attivita' neurale negli esseri umani, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) o l'elettroencefalografia (EEG), consente solo di fare inferenze dettagliate su dove sta avvenendo l'attivita' cerebrale o quando, ma non entrambe le cose contemporaneamente. Utilizzando elettrodi impiantati all'interno del cranio, i ricercatori dell'Universita' Ebraica e dell'UC Berkeley sono stati in grado di colmare questa lacuna. Dopo aver analizzato i dati utilizzando l'apprendimento automatico, il team ha scoperto che, contrariamente a studi precedenti che vedevano solo una breve attivita' nel cervello quando veniva percepito qualcosa di nuovo, le aree visive del cervello in realta' mantenevano informazioni sulla percezione per molto piu' tempo. (AGI)Sci/Tpa 211619 LUG 23 NNNN
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