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venerdì 3 gennaio 2025

ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02112-bis-A/131

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 402 del 20/12/2024
Firmatari
Primo firmatario: FORNARO FEDERICO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 20/12/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIANASSI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 20/12/2024
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 20/12/2024
LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 20/12/2024
DI BIASE MICHELA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 20/12/2024
SCARPA RACHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 20/12/2024


Stato iter:
20/12/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 20/12/2024
Resoconto FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 20/12/2024

PARERE GOVERNO IL 20/12/2024

RESPINTO IL 20/12/2024

CONCLUSO IL 20/12/2024

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02112-bis-A/131
presentato da
FORNARO Federico
testo di
Venerdì 20 dicembre 2024, seduta n. 402

  La Camera,

premesso che:

con una dimensione complessiva di circa 30 miliardi nel 2025, il disegno di legge di bilancio 2025 presentato dal Governo è ad avviso dei firmatari una manovra di puro galleggiamento, senza visione e di brevissimo respiro, incapace di dare vere risposte alle persone e alle famiglie, inadeguata ad affrontare le grandi questioni del Paese, a rilanciare la crescita e a ridurre le disuguaglianze sociali;

al di là dell'approccio ragionieristico con cui si punta a rispettare i parametri del nuovo Patto di stabilità e crescita, la manovra è priva di organicità dal punto di vista strutturale, senza alcuna traccia di quelle strategie anticicliche ed espansive che servirebbero a rilanciare la nostra economia e delle riforme profonde di cui avrebbero bisogno i principali settori della vita del Paese, non discostandosi da quelle che l'hanno preceduta;

si rispettano i parametri del nuovo Patto di stabilità e crescita, ma non si prova nemmeno a porre le basi per rilanciare la crescita: la manovra produce un effetto espansivo dello 0,3 per cento nel 2025, 0 nel 2026, 0,1 per cento nel 2027, e nel triennio 2025-2027 la crescita italiana rimane ogni anno mediamente inferiore di 0,6 per cento-0,7 per cento alla crescita UE, ma si tratta probabilmente di stime ottimistiche visto che l'ISTAT ha appena certificato una economia ferma nel terzo trimestre, con una crescita acquisita pari allo 0,4 per cento, rendendo un miraggio il traguardo fissato dal Governo di una crescita dell'1 per cento a fine anno;

oltre a tutto ciò che non prevede, il provvedimento in esame colpisce anche per ciò che contiene di sbagliato e insufficiente; in materia di giustizia la manovra di bilancio assegna un taglio al comparto: infatti, dal 2025 al 2027, la manovra prevede una riduzione di 500 milioni; siamo però in presenza di un comparto fragile, rispetto al quale servirebbero investimenti massicci: le carceri sono al collasso, il numero dei detenuti è oramai intorno a 63mila rispetto ad una capienza effettiva di 47mila posti. I suicidi hanno toccato il numero record di 86 nel solo 2024; l'edilizia carceraria è in emergenza permanente e si sono perse le tracce del commissario nominato dal Ministro Nordio con il decreto-legge «carceri» ad agosto;

in materia di giustizia la legge di bilancio assegna un taglio al comparto: infatti, dal 2025 al 2027, la manovra prevede una riduzione di 500 milioni; siamo però in presenza di un comparto fragile, rispetto al quale servirebbero investimenti massicci, le carceri sono al collasso, il numero dei detenuti è oramai intorno a 63 mila rispetto ad una capienza effettiva di 47 mila posti. I suicidi hanno toccato il numero record di 86 nel solo 2024; l'edilizia carceraria è in emergenza permanente e si sono perse le tracce del commissario straordinario nominato dal Ministro Nordio con il decreto-legge «carceri» ad agosto;

il Ministro, il Governo, si sono caratterizzati sin dalla prima legge di bilancio per avere penalizzato gravemente il personale del Dap e della giustizia minorile e per l'esecuzione penale esterna, dunque anche la polizia penitenziaria: risorse tagliate sin dalla legge di bilancio per il 2023 sia con questa al Dipartimento della amministrazione penitenziaria e al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità a tutti i comparti compresa giustizia penale e civile; adesso tutto il sistema della giustizia tra 2025 e 227 subisce un ulteriore taglio di 500 milioni;

la legge di bilancio a manovra finanziaria incide sul Programma Amministrazione penitenziaria con un decremento della dotazione di 50,9 milioni, ai quali si aggiunge il decremento di 3,5 milioni per la Giustizia minorile e di comunità; il decreto carceri, per stessa ammissione del Governo, non ha avuto alcun impatto sul sistema carcere, con misure del tutto insufficienti per il personale, dunque direttori, magistrati, polizia penitenziaria, educatori, psicologi; ogni nostra richiesta di aumento degli organici e di ripristino delle risorse, nel rispetto dell'articolo 27 della Costituzione e nel rispetto della dignità di chi in carcere è detenuto e di chi ci lavora è stata sistematicamente respinta;

nel sistema dell'esecuzione penale il personale, tra cui la polizia penitenziaria è sotto organico e provata dalla sfida della gestione della popolazione carceraria; la presenza di persone in condizioni psichiatriche difficili tra i detenuti è molto alta, così come quella di persone in stato di depressione o di dipendenza da sostanze stupefacenti. Individui per i quali il carcere non è il luogo adatto; la presenza di psicologi, psichiatri, personale sanitario è modestissima, e le REMS, destinate a soggetti psichiatrici pericolosi, non sono sufficienti per distribuzione e posti per l'accoglienza;

in particolare, infatti, la situazione della gestione della salute mentale in carcere è una criticità che impone al Governo attenzione immediata; continuiamo a chiedere misure di prevenzione del suicidio perché con questa totale mancanza di interesse e di presa in carico del fenomeno costringete la polizia penitenziaria e il personale a svolgere mansioni pesantemente usuranti, che esulano dalle loro mansioni e dalle loro competenze. In carceri così sovraffollate diventa sempre più difficile poter rispondere alle finalità rieducative della pena o dare maggiori speranze a chi è costretto a viverci; ciononostante la manovra prevede un grave decremento di risorse soprattutto nell'azione «Realizzazione di nuove infrastrutture, potenziamento e ristrutturazione nell'ambito dell'edilizia penitenziaria»;

il sistema della giustizia italiana presenta numerose e perduranti criticità rispetto alla media europea soprattutto in termini di tempi processuali, come evidenzia l'ultima relazione della Commissione europea per l'efficacia della giustizia (CEPEJ). Evidenti carenze riguardano anche la condizioni delle carceri con sovraffollamento di detenuti, mancanza di servizi essenziali, carenza di personale, l'insufficienza e l'inadeguatezza delle strutture, le criticità nell'assistenza sanitaria;

per risolvere tali problematiche l'asse 2 della componente M1C1 del PNRR ha introdotto misure e stanziamenti volti a rendere il sistema giudiziario più efficiente riducendo la durata dei procedimenti e avvicinando l'Italia alla media dell'Ue;

con la riformulazione dell'articolo 105 il Governo e la maggioranza hanno sostituito l'improcedibilità con l'impossibilità dell'iscrizione della causa a ruolo; è stato peraltro aggiunta una sanzione per lo sforamento dei limiti dimensionali degli atti; il risultato di tale iniziativa resta gravemente pregiudizievole verso i diritti di difesa così come denunciato, anche in seguito alla riformulazione, dell'organismo congressuale forense;

l'articolo 106 prevede poi che per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana il contributo unificato dovuto sia pari a 600 euro. All'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, n. 115, dopo il comma 1-quinquies, è infatti inserito il comma 1-sexies: «Per le controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana il contributo dovuto è pari a 600 euro. Il contributo è dovuto per ciascuna parte ricorrente, anche se la domanda è proposta congiuntamente nel medesimo giudizio.»;

ogni tentativo di subordinare il baluardo costituzionale della tutela dei diritti a imposizioni o a prestazioni patrimoniali è stato, nel tempo, bocciato dalla Corte costituzionale. L'Organismo Congressuale Forense adotterà ogni iniziativa volta a evitare l'approvazione della norma, come ipotizzata, e di qualsiasi altro provvedimento che pieghi l'operato del Giudice a ragioni fiscali;

l'articolo 24 della Costituzione, prosegue la nota dell'Unione nazionale delle Camera civili (UNCC), garantisce il diritto di agire in giudizio e non lo subordina ad alcun adempimento di carattere fiscale. La norma proposta viola invece tale diritto e non ha dunque alcuna ragionevolezza: la giustizia ai cittadini deve essere garantita, e non venduta;

la tutela dei diritti e la giustizia, continua il comunicato, rientrano tra i compiti istituzionali dello Stato, che non può subordinarne l'adempimento a versamenti fiscali, sicuramente dovuti, ma che trovano già nell'ordinamento tributario i propri rimedi e le proprie sanzioni. Sul punto, un caso emblematico è rappresentato dalla facoltà di recupero coattivo, che esiste per tutte le pretese tributarie,

impegna il Governo

nell'ambito delle sue proprie prerogative, a rivedere le norme introdotte di cui in premessa e, comunque, a monitorarne e valutarne l'impatto.
9/2112-bis-A/131. Fornaro, Gianassi, Serracchiani, Lacarra, Di Biase, Scarpa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto di agire in giudizio

studio d'impatto

esecuzione della sentenza

detenuto

personale carcerario

professione sanitaria

stabilimento penitenziario

psichiatria

disuguaglianza sociale

relazione

sistema giudiziario

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