Translate

mercoledì 26 settembre 2012

Lazio/ Con voto ad aprile altri 8 mln stipendio a Fiorito & co



Lazio/ Con voto ad aprile altri 8 mln stipendio a Fiorito & co
Durissimo scontro sottorraneo, opposioni chiedono urne a novembre

Roma, 26 set. (TMNews) - Renata Polverini ha annunciato le
proprie dimissioni, metà consiglio regionale ha aderito alla
richiesta del Pd di lasciare l'incarico, l'esperienza della
giunta del Lazio sembra archiviata. Eppure, i soli stipendi degli
attuali consiglieri regionali - se davvero si votasse in aprile -
potrebbero costare alla collettività almeno altri sette milioni
di euro. Se si considera poi il costo complessivo della struttura
del consiglio - quello di Fiorito e delle note spese vagliate in
queste ore dalla magistratura - si arriverebbe alla cifra di 52
milioni di euro complessivi, secondo le stime forniti dai
radicali.

Sia chiaro, il consiglio ha comunque un costo, si tratti di
quello uscente come di quello che verrà eletto nei prossimi mesi.
E votare ad aprile con l'election da comporterebbe un risparmio
rispetto al voto della sola Regione Lazio. Ma il fatto che alcuni
dei consiglieri implicati a vario titolo nella vicenda
continueranno a percepire lo stipendio per altri sei mesi - in
caso di urne ad aprile - potrebbe risultare difficilmente
sostenibile di fronte all'opinione pubblica.

Per queste ragioni la battaglia, sottotraccia ma violenta, in
queste ore si è sposatata sulla data del ritorno alle urne. La
governatrice e l'esecutivo pare siano orientati a far votare il
Lazio con un election day ad aprile, mentre buona parte
dell'opposizione di centrosinistra preme per accelerare e votare
a novembre. Costerebbe di più, sostengono i detrattori di
quest'ultimo scenario. Ma senza anticipare le urne l'attuale
consiglio regionale degli scandali resterebbe in carica fino al
voto, per l'ordinaria amministrazione.

Il costo complessivo della collettività per mantenere in vita
questo Consiglio nei prossimi sei mesi si attesta intorno a 52
milioni di euro (103 milioni è il costo annuale, secondo i
Radicali). Ma non è questo il dato più significativo, bensì il
solo costo dei settantuno consiglieri uscenti, per i prossimi sei
mesi. Il loro 'stipendio', per intenderci. Secondo i dati
elaborati dalla radicale Antonella Casu, mensilmente i
consiglieri percepiscono un'indennità lorda in 'busta paga' di
9.362,91 al mese. A questi va aggiunto il rimborso chilometrico
(variabile) e la diaria (3.503,11 euro al mese): bisogna poi
calcolare un'indennità di funzione, che varia da 2.311,43 euro a
595 euro netti, a seconda dell'incarico ricoperto. C'è infine il
cosiddetto contributo eletto elettore, recentemente dimezzato,
che si attesta a quota 2.095 euro mensili. In tutto, dai 16.500
mila agli oltre 19.500 mila euro lordi al mese. Senza contare il
denaro pubblico che era messo a disposizione dai gruppi ai
singoli consiglieri, circa 3 mila euro al mese, congelato dopo
gli scandali di queste settimane.

Facendo i conti, al ribasso. Settantuno consiglieri (Polverini
compresa), dai 16.500 ai 19.500 euro al mese per sei mesi: si
oscilla da un costo di 7 milioni 29 mila euro a 8 milioni 307
mila euro fino a fine mandato. Senza contare le spese per
mantenere in piedi la struttura dell'attuale consiglio regionale.

Il pressing è fortissimo, arriva da quasi tutti i gruppi di
opposizione, come conferma anche la consigliera dell'Idv Giulia
Rodano. Ma è l'Udc a rappresentare ancora una volta l'ago della
bilancia. Forti sono le resistenze del partito laziale, mentre i
vertici nazionali vagliano la possibilità di favorire
politicamente il ritorno anticipato al voto che comporterebbe un
probabile effetto a catena in altri consigli regionali
amministrati dal Pdl, con conseguenze devastanti nel quartier
generale berlusconiano.

La legge consente di votare a novembre. Dalle dimissioni della
Presidente esiste il limite di 90 giorni per fissare la data del
voto, dunque entro il 25 dicembre. Poi sono a disposizione 45
giorni di campagna elettorale, e si arriva fino a metà febbraio.
A quel punto il governo potrebbe decidere per l'election day,
motivato da ragioni di risparmio, per elezioni entro aprile.
Eppure, se domani si fissasse la data delle urne - sottolinea
Rodano - si potrebbe votare dal 10 novembre in avanti. Chi spinge
per questa soluzione ipotizza il ritorno alle urne a fine di
novembre.

Tom

261513 set 12

Nessun commento: