Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00223
presentato da
Risoluzione in commissione 7-00223
ARTINI Massimo
testo di
Mercoledì 15 gennaio 2014, seduta n. 152
premesso che:
ai sensi dell'articolo 246 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare – COM), per aeromobile a pilotaggio remoto (APR), si intende un mezzo aereo pilotato da un equipaggio che opera da una stazione remota di comando e controllo;
il successivo articolo 247 del codice dell'ordinamento militare delinea l'autorizzazione ed limiti all'impiego degli APR in dotazione alle Forze Armate, chiarendo che:
a) le forze armate italiane sono autorizzate a impiegare APR in dotazione in attività operative e addestrative per la difesa e la sicurezza nazionale;
b) l'impiego degli APR avviene nell'ambito di spazi aerei determinati e con le limitazioni stabilite nell'apposito Documento Tecnico-Operativo adottato dall'Aeronautica militare, sentita la Forza armata che impiega gli APR, e dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), di concerto con l'Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV), per gli aspetti di gestione e controllo del traffico aereo;
c) le limitazioni di cui al comma 2, riguardanti i profili di missione, le procedure operative, le aree di lavoro e gli equipaggiamenti, sono stabilite nel rispetto dei principi della sicurezza del volo;
d) corso di operazioni sul territorio nazionale o all'estero connesse a situazioni di crisi o di conflitto armato l'impiego degli APR non è sottoposto alle limitazioni di cui al comma 2.
il succitato documento tecnico-operativo (DTO) siglato tra Aeronautica militare ed ENAC, stabilisce le modalità ed i requisiti per individuare, attivare ed utilizzare le aree ed i corridoi aerei di transito destinati alle operazioni con gli Aeromobili a pilotaggio remoto (APR);
il programma Predator dell'Aeronautica militare nasce dall'esigenza operativa dello strumento militare di disporre di un'efficace e moderna componente strategica di sistemi APR, conosciuti in ambito NATO e UE con la terminologia Remotely Piloted Aircraft (RPA) ovvero di Unmanned Aircraft System (UAS);
i sistemi Predator sono tutti stanziati sulla base aerea di Amendola (Foggia), sede del 32o Stormo dell'Aeronautica Militare;
l'Aeronautica militare avviò, a partire dal 2001, l'acquisizione del sistema Predator A, di produzione statunitense, per un totale di 6 velivoli. Nel 2009, in considerazione degli ottimi risultati conseguiti con il Predator A in Iraq ed Afghanistan, l'Aeronautica militare decise un ulteriore incremento delle capacità operative acquisendo 6 sistemi Predator B, con prestazioni superiori alla precedente versione;
i sistemi Predator assicurano l'attività di monitoraggio, sorveglianza e ricognizione aerea, per prolungati periodi di tempo, anche a notevoli distanze ed in aree contaminate o pericolose. Tale tipo di operazioni (definite dull, dangerous, dirty & deep) sono possibili grazie al fatto che il pilotaggio e la gestione dei sensori vengono effettuati da piloti ed operatori mediante l'impiego di una stazione di controllo a terra, posizionata anche a notevole distanza dall'aeromobile, anche impiegando canali satellitari;
il vantaggio maggiore nell'impiego dei Predator, e degli APR in generale, risiede nel fatto che l'essere umano, non essendo presente sul vettore aereo, non è soggetto ai rischi intrinseci del volo, al pericolo dovuto ad agenti contaminanti, ovvero alla minaccia aerea esistente;
tra le caratteristiche più rilevanti dei Predator si evidenziano quelle di:
a) persistenza, riuscendo a rimanere in volo per lunghi periodi sulle zone da monitorare (oltre 24 ore);
b) presenza non rilevabile, essendo in grado di operare anche a quote molto elevate (fino a 25.000 ft – 7.600 mt per la versione A, ed oltre 48.000 ft – 14.600 mt per la versione B) e quindi non individuabile visivamente o acusticamente;
c) accuratezza, mediante la disseminazione di un video ad alta definizione in tempo reale agli operatori a terra;
d) tempestività, potendo dirigersi in tempi brevi sull'area d'operazioni;
e) flessibilità d'impiego, dato che consente la riprogrammazione delle missioni in corso;
g) versatilità, in quanto capace di svolgere attività in supporto di diversi utenti, anche civili;
i Predator dell'Aeronautica militare non sono dotati di alcun tipo di armamento;
il Predator, sebbene definito unmanned, è costantemente controllato da un pilota, responsabile della condotta del velivolo, coadiuvato da un equipaggio composto da un operatore dedicato alla gestione dei sensori e da un supervisore della missione per il coordinamento delle attività interne e per le comunicazioni con l'esterno. Il team operativo del Predator è completato da analisti che estrapolano le informazioni richieste dai video prodotti dai sensori;
il Predator è costituito da quattro componenti principali: il velivolo, i sensori, la stazione di controllo a terra ed i sistemi di telecomunicazione, necessari per il pilotaggio del velivolo, il controllo dei sensori e la ricezione dei dati raccolti. I sensori integrati sul sistema sono elettro-ottici, all'infra-rosso e radar (Synthetic Aperture Radar/Ground Moving Target Indicator – SAR/GMTP) e permettono di rilevare, identificare e monitorare persone, mezzi e oggetti al suolo sfruttando il campo visivo, la differenza di temperatura, la riflessione radar od il movimento;
l'esperienza maturata dall'Aeronautica militare nel corso delle varie operazioni fuori dai confini nazionali, prima nei teatri operativi iracheno e libico, tuttora in quelli afgano e kosovaro, ha dimostrato l'elevata efficacia, efficienza ed economicità del sistema Predator per l'effettuazione di attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione aerea;
la versatilità d'impiego dei sistemi Predator li rende idonei anche a svolgere attività in supporto ad altri Ministeri, ad esempio in concorso con le forze dell'ordine, le agenzie di sicurezza o gli organi di soccorso e protezione civile;
in generale l'utilizzo degli APR, ormai consolidato per usi militari, è crescente anche per applicazioni civili, ad esempio in operazioni di prevenzione e intervento in emergenza incendi, per usi di sicurezza non militari, per sorveglianza oleodotti, per la ricerca ed il soccorso in aree colpite gravemente da terremoti e inondazioni, per il concorso alle forze dell'ordine, per la sorveglianza dei confini, per il monitoraggio ambientale e, più in generale, in tutti i casi in cui tali sistemi possano consentire l'esecuzione di missioni con maggiore efficacia, efficienza ed economicità, riducendo al contempo il rischio per gli equipaggi. Ad esempio i Global Hawk statunitensi hanno sorvolato la centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, addentrandosi nella zona contaminata dalle radiazioni, col fine di monitorare i reattori nucleari dopo le esplosioni causate dal terremoto del 2011;
recentemente, il Ministero della difesa ha deciso di impiegare anche i Predator dell'Aeronautica Militare nell'operazione di sorveglianza, ricerca e soccorso nel Mediterraneo denominata «Mare Nostrum». L'impiego di questi sistemi consente di avvistare i naufraghi in pericolo di vita, rilevare con largo anticipo le imbarcazioni dirette verso le coste italiane, individuare gli scafisti ed identificare le navi-madri utilizzate da quest'ultimi;
è notoria l'emergenza roghi, che attanaglia ampie porzioni di territorio comprese tra il litorale domitio-flegreo, l'agro aversano-atellano, l'agro acerrano-nolano, l'area vesuviana e la città di Napoli. Queste zone hanno ormai assunto l'appellativo «Terra dei Fuochi», dove ogni giorno, più volte al giorno, tonnellate di rifiuti industriali, urbani e speciali, sono abbandonati incontrollatamente ai margini delle strade o nelle campagne e poi dati alle fiamme. Uno smaltimento a basso costo per chi compie questi atti illeciti, che però si ripercuote sull'ambiente e sulla salute di chi lo subisce con costi altissimi in termini di malattie ed inquinamento;
la combustione di materiali eterogenei e pericolosi sprigiona una quantità enorme di fumi tossici ed il particolato, ricadendo al suolo, oltre ad avvelenare l'aria di tutta la zona e dei territori limitrofi, compromette irrimediabilmente le colture e gli allevamenti presenti, immettendo attraverso la catena alimentare, un'enorme quantità d'inquinanti tossici, incontrollati e incontrollabili, fortemente nocivi per la salute umana. Inoltre, in alcuni punti il percolato ed i liquami scaturiti dal processo di putrefazione dei rifiuti abbandonati o interrati hanno prodotto delle pozze. Molti di questi prodotti alimentari, sottoposti a controlli insufficienti, sono poi commercializzati in tutto il territorio nazionale, con conseguenze nocive per la salute di chi li mangia e per l'economia della Campania;
in data 3 ottobre 2013 il sito di informazione Julie news informa che: «A Caivano, in località Sant'Arcangelo, durante un servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di reati in materia d'inquinamento ambientale, i carabinieri della locale tenenza insieme ai colleghi del nucleo operativo ecologico di Napoli, in un'area di circa 30.000 mq, adiacente rimpianto di depurazione delle acque reflue urbane di Acerra, durante lavori di manutenzione alla condotta fognaria, hanno rinvenuto, interrati a circa 40 cm di profondità, rifiuti speciali pericolosi e non, in particolare costituiti da plastica, materiale edile di risulta, pneumatici usati, pulviscolo grigio verosimile scoria di alto forno, materiale in cemento amianto, ferro, asfalto, legno ed altri rifiuti solidi non meglio identificabili, stimati in circa 36.000 tonnellate di rifiuti. Tutta l'area è stata sequestrata. L'area posta sotto sequestro dai carabinieri è di proprietà della Regione Campania: i militari stimano che nel terreno siano stati interrati decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali e non. I lavori per la realizzazione delle condotte che collegano le fogne di Caivano all'impianto di depurazione delle acque reflue di Acerra (Napoli) risalgono ad una decina di anni fa»;
sono circa vent'anni che questi crimini sono perpetrati in quell'area, e le conseguenze sono state l'aumento del tasso di mortalità, lo sviluppo di malformazioni nonché la diffusione di forme tumorali particolarmente aggressive e fulminanti correlabili all'inquinamento;
il concorso degli APR dell'Aeronautica Militare porterebbe ad un impiego più efficace, efficiente ed economico delle forze di polizia impiegate o da impiegarsi nelle aree campane ove avvengono smaltimenti, sversamenti ed incendi illegali di materiali pericolosi e sostanze tossiche, riducendo i rischi per la salute di agenti e militari che vi operano e permettendo un pronto intervento sui fatti delittuosi per l'individuazione dei responsabili, anche considerando quanto stabilito dall'articolo 24, comma 74, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 e l'articolo 7-bis, comma 1, terzo periodo, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125;
è stata approvata parzialmente la mozione Di Maio (1-00150, testo di martedì 5 novembre 2013, seduta n. 111), il 5 novembre 2013 ed in special modo, impegnando il Governo: «a) Porre in essere tutte le forme di controllo incisivo del territorio campano atte a far cessare il criminale e illecito sversamento di rifiuti tossici in zone agricole e ad alta densità abitativa»,
impegna il Governo:
ad impiegare aeromobili a pilotaggio remoto (APR) dell'Aeronautica
militare, di classe strategica del tipo Predator, per il monitoraggio,
la sorveglianza ed il controllo del territorio in concorso con le forze di
polizia per la prevenzione e la repressione dei crimini
ambientali in Campania; ad avviare un coordinamento interministeriale, in particolare, tra la Presidenza del Consiglio dei ministri ed i Ministeri della difesa, dell'interno, dei trasporti e dell'ambiente, per l'impiego degli APR suddetti;
a destinare un capitolo di spesa specifico per l'approntamento, la gestione e l'impiego in concorso con le forze di polizia, degli APR dell'Aeronautica militare;
all'adozione di un piano mirato all'impiego degli APR dell'Aeronautica militare per intervenire, in concorso con le forze di polizia, nei territori compresi tra il litorale domitio-flegreo, l'agro aversano-atellano, l'agro acerrano-nolano e vesuviano e la città di Napoli.
(7-00223) «Artini, Micillo, Basilio, Corda, Tofalo, Rizzo, Frusone, Paolo Bernini».
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