LUNEDÌ 08 OTTOBRE 2018 13.33.11
SALUTE
RICERCA: EDITING GENETICO IN UTERO, PRIMA VOLTA IN STUDIO SU TOPI =
Scienziati, prova che e' possibile prevenire con le 'forbici
molecolari' malattia metabolica letale
Milano, 8 ott. (AdnKronos Salute) - (EMBARGO ALLE 17.00) - Per la
prima volta un team di scienziati ha utilizzato l'editing genetico in
utero su animali da laboratorio per prevenire un disordine metabolico
letale. L'obiettivo era ottenere la prova che è possibile l'utilizzo
prenatale delle 'forbici molecolari' per malattie congenite nell'uomo.
Lo studio, condotto in Usa da ricercatori del Children's Hospital of
Philadelphia (Chop) e della Perelman School of Medicine
dell'University of Pennsylvania, è stato pubblicato su 'Nature
Medicine' e offre la dimostrazione delle potenzialità di quello che
viene definito "uno strumento sofisticato e a bassa tossicità che
modifica in modo efficiente i mattoncini del Dna", intervenendo sui
geni che causano malattia.
La tecnica si basa su due 'attrezzi' di gene editing: il famoso
Crispr-Cas9 e il Base editor 3 (Be3). Il team è riuscito a ridurre i
livelli di colesterolo in topi sani trattati prima della nascita,
prendendo di mira un gene che regola proprio questo aspetto. E ha poi
usato il 'taglia e incolla molecolare' anche per migliorare la
funzionalità del fegato e prevenire la morte neonatale in un
sottogruppo di topi ingegnerizzati con una mutazione che causa una
malattia epatica letale, la tirosinemia ereditaria di tipo 1 (Ht1).
Nell'uomo la patologia dà solitamente segno di sé durante l'infanzia,
ed è spesso trattabile con un medicinale (nitisinone) e una dieta
rigorosa. Tuttavia, quando le terapie falliscono, i pazienti sono a
rischio di insufficienza epatica o cancro al fegato.
L'intervento col gene editing prenatale potrebbe aprire una porta alla
prevenzione dell'Ht1, ma potenzialmente anche di altri disturbi
congeniti. "Il nostro obiettivo finale è quello di tradurre
l'approccio utilizzato in questi studi di 'proof-of-concept'", di
fattibilità, "in un trattamento per gravi malattie diagnosticate
all'inizio della gravidanza", spiega il co-leader della ricerca
William H. Peranteau, chirurgo pediatrico e fetale del Chop, attivo
nel Center for Fetal Diagnosis and Treatment. La speranza è dunque di
"ampliare la strategia per intervenire a livello prenatale in malattie
congenite che al momento non hanno una terapia efficace per la maggior
parte dei pazienti e causano nei bambini morte o gravi complicanze". (segue)
(Lus/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
08-OTT-18 13:32
NNNN
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RICERCA: EDITING GENETICO IN UTERO, PRIMA VOLTA IN STUDIO SU TOPI (2) =
(AdnKronos Salute) - Nel dettaglio, l'editing di base è stato
utilizzato per "disattivare gli effetti di una mutazione genetica che
causa malattia", ripercorre il co-leader dello studio Kiran Musunuru,
professore associato di Medicina cardiovascolare alla Penn,
annunciando che il team ha ora "in programma di utilizzare la stessa
tecnica anche per correggere direttamente la mutazione, non solo per
spegnerne gli effetti". Musunuru è un esperto e in precedenza aveva
dimostrato la possibilità di utilizzare strumenti di editing genetico
per ridurre il colesterolo e i livelli di grasso nel sangue, mossa che
potrebbe portare - suggerisce lo scienziato - allo sviluppo di una
sorta di 'vaccinazione' per prevenire le malattie cardiovascolari.
Nello studio attuale, i ricercatori hanno usato il Base editor 3 per
formare una versione parzialmente attiva dello strumento Crispr-Cas9 e
guidarlo per trasportare un enzima in una posizione genetica altamente
specifica nelle cellule del fegato del feto murino. L'enzima ha
modificato chimicamente la sequenza genetica bersaglio, cambiando un
tipo di base del Dna in un altro. Be3, spiegano gli esperti, è
potenzialmente più sicuro perché non taglia completamente la molecola
di Dna rendendola vulnerabile a errori imprevisti quando il taglio
viene riparato. Dopo la nascita, riferiscono gli autori dello studio,
i topolini hanno trasportato quantità stabili di cellule epatiche
modificate fino a 3 mesi dopo il trattamento prenatale, senza evidenza
di editing indesiderato e fuori bersaglio in altri siti del Dna.
Nel sottogruppo dei topi geneticamente modificati come modello della
malattia Ht1, la tecnica Be3 ha migliorato la funzionalità epatica e
preservato la sopravvivenza. I roditori 'modificati nel Dna' erano più
sani rispetto a quelli trattati con l'attuale terapia di prima linea.
Sebbene siano stati utilizzati adenovirus come vettori per trasportare
a destinazione gli attrezzi molecolari, il team sta ora studiando
'metodi di consegna' alternativi come le nanoparticelle lipidiche, per
ridurre al minimo il rischio di risposte immunitarie indesiderate.
"Una quantità significativa di lavoro deve essere fatta prima che
l'editing genetico prenatale possa essere tradotto in clinica",
avverte Peranteau. "Tuttavia - conclude - siamo entusiasmati dal
potenziale di questo approccio per il trattamento di malattie
genetiche del fegato e di altri organi per le quali esistono poche
opzioni terapeutiche".
(Lus/AdnKronos)
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