LUNEDÌ 08 OTTOBRE 2018 14.25.35
SALUTE
SALUTE: OBESO 1 ITALIANO SU 10, IN SOVRAPPESO 22 MILIONI =
Adi e Io-Net presentano a Roma un Manifesto per chiedere
interventi urgenti contro lo stigma
Roma, 8 ott. (AdnKronos Salute) - In Italia ci sono 22 milioni di
cittadini in sovrappeso (uno su 3) e 6 milioni di persone con obesità
(una su 10). Più di un connazionale su 20 è diabetico (5,5%) e oltre
il 66,4% di chi soffre di diabete di tipo 2 presenta anche sovrappeso
o obesità. Numeri che si traducono in un costo annuo stimato in 9
miliardi di euro, secondo i dati dell'Italian Barometer Diabetes
Observatory Foundation 2017. Queste condizioni spesso alimentano uno
stigma, rafforzato anche dalle convenzioni sociali - riflettono gli
esperti - e dallo stereotipo indotto dalla rappresentazione mediatica,
che finisce per condizionare la qualità dei pazienti. Diventa quindi
fondamentale che "i media, le istituzioni, l'opinione pubblica e gli
operatori sanitari adeguino il linguaggio e le immagini utilizzati
sull'obesità e che la ritraggano in modo corretto e accurato,
trattandola per quello che è: una malattia e non un problema
estetico".
E' questo l'obiettivo del Manifesto promosso dall'Italian Obesity
Network (Io-Net), presentato oggi a Roma e sottoscritto da 10 tra
società scientifiche e associazioni pazienti attive nel campo
dell'obesità e della nutrizione, in occasione della 'Campagna
nazionale di sensibilizzazione per la prevenzione dell'obesità e del
sovrappeso' promossa da Adi (Associazione italiana di dietetica e
nutrizione clinica), che si celebra il 10 ottobre in 120 centri di
dietetica in tutta Italia. Oltre 500 specialisti saranno a
disposizione per colloqui gratuiti di informazione, consulenze
nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso. (segue)
(Gia/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
08-OTT-18 14:25
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SALUTE: OBESO 1 ITALIANO SU 10, IN SOVRAPPESO 22 MILIONI (2) =
(AdnKronos Salute) - "Abbiamo deciso di mettere in campo un'azione
nuova, un Manifesto condiviso dalle principali società scientifiche,
un sorta di 'chiamata alle armi' di chi cerca di influenzare i
decisori e l'opinione pubblica affinché si faccia qualcosa per la
prevenzione e il trattamento dell'obesità", spiega all'AdnKronos
Salute Giuseppe Fatati, presidente di Fondazione Adi e Io-Net.
"Purtroppo - osserva - l'obesità è ancora considerata una colpa del
soggetto che ne è affetto. Si crede che l'obeso sia colpevole perché
mangia troppo. In realtà non è così. L'obesità è una malattia vera e
propria, multigenica e multifattoriale. Entrano in gioco tanti
fattori, che sono però difficili da spiegare e da comprendere, per cui
è più semplice dire che qualcuno è obeso perché 'mangia troppo'".
"Vogliamo combattere questa tendenza - dice Fatati - portare il nostro
messaggio per coinvolgere tutti a interpretare meglio questo problema,
mettere in campo delle strategie di intervento che siano veramente
funzionali alla prevenzione, soprattutto per quanto riguarda le
normative e gli impegni che il Governo, ma anche i sindaci delle
singole città, dovrebbero mettere in campo per rendere le città più
vivibili e meno obesogene. Non ultimo, ripensare le strutture che
seguono questi pazienti. Ad esempio la larghezza degli ascensori negli
ospedali (spesso l'obeso, o la barella per l'obeso, non riesce ad
entrare), oppure la dimensione del lettino operatorio per gli
interventi in Day hospital". (segue)
(Gia/AdnKronos)
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SALUTE: OBESO 1 ITALIANO SU 10, IN SOVRAPPESO 22 MILIONI (3) =
(AdnKronos Salute) - Il Manifesto, voluto da Io-Net e sottoscritto
dalle società Amici Obesi Onlus, Adi, Milano Obesity Declaration,
Siedp, Simg, Ibdo Foundation, Fo.ri.sie, Sio, Iwa, individua 4 azioni
urgenti per contrastare lo stigma e tracciare una road map di 10 punti
su cosa e come intervenire per affrontare la patologia in maniera
integrata. Il documento verrà consegnato nelle prossime settimane
all'attenzione delle commissioni ministeriali, regionali e alle
aziende ospedaliere di tutto il territorio nazionale.
Le azioni prevedono: abbandonare l'uso di immagini negative e
linguaggi inappropriati, utilizzando il termine "persone con obesità"
e non "persone obese", ed evitare gli stereotipi e tenere il focus
sulla gravità della malattia soprattutto nelle immagini a scopo
informativo e divulgativo; combattere le discriminazioni sui luoghi di
lavoro e il bullismo nelle scuole, implementando politiche e campagne
di informazione che proteggano i dipendenti e gli studenti, con
rispetto per la persona indipendentemente dal peso.
E ancora: attuare politiche governative a favore di una migliore
disponibilità e accesso a cibo nutriente riducendo la
commercializzazione di opzioni meno sane, introducendo protocolli di
pianificazione che migliorino gli ambienti urbani, assicurino la
pedonabilità e l'uso di spazi verdi e favoriscano più attività
motoria; instaurare una relazione positiva, realistica e solidale tra
medico e paziente, migliorando l'efficacia delle cure anche attraverso
l'uso di un linguaggio appropriato come "alto Bmi" e "peso"
preferibili a parole come "obeso" e "sovrappeso", anteponendo la
malattia al paziente, usando espressioni come "hai l'obesità" al posto
di "sei obeso".
(Gia/AdnKronos)
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